domenica 20 gennaio 2019

Seconda Domenica dopo l'Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo

Semidoppio.
Paramenti verdi.

Se questa Domenica fosse impedita dalla Settuagesima, né potrà esser recuperata dopo Pentecoste, la si anticipa al sabato con tutti i privilegi propri della Domenica e perciò si dice il Gloria in excelsis, il Credo e il Praefatio de Sanctissima Trinitate.

Fedele alla promessa che aveva fatta ad Abramo ed ai suoi discendenti, Dio inviò il Figlio suo per salvare il suo popolo. E nella sua misericordia, Egli volle anche riscattare tutti i pagani. Nostro Signore Gesù Cristo è il Re che tutta la terra deve adorare e celebrare come suo Redentore (Introitus, Graduale). Morendo sulla croce Nostro Signore Gesù Cristo è diventato il nostro Re, e col Santo Sacrifizio della Santa Messa - rinnovazione, però in maniera incruenta, e ricordo dello stesso sacrifizio del Calvario - applica alle nostre anime i meriti della sua redenzione ed esercita quindi la sua regalità su di noi.
A considerazione di ciò, la Santa Chiesa Romana, quale Maestra saggia, celebra oggi la terza Epifania del Signore, cioè le Nozze di Cana, in cui il Verbo incarnato si manifesta quale supremo Dominatore di tutte le cose create. Così col miracolo delle Nozze di Cana - simbolo dell'Eucaristia - Nostro Signore Gesù Cristo manifesta per la prima volta in modo aperto ai suoi Apostoli la sua divinità, cioè il suo carattere divino e regale, ed è allora che «i suoi discepoli credono in Lui».
La trasformazione dell'acqua in vino è figura del mistero della transustanziazione eucaristica, che San Tommaso d'Aquino chiama il più grande di tutti i miracoli, e in virtù del quale il vino Eucaristico diviene il Sangue dell'Alleanza di Pace (Oratio) che Dio ha stabilito con la sua Chiesa (cfr. parole della Consacrazione). E poiché il Re divino vuole sposare le nostre anime, è con l'Eucaristia che si celebra questo sposalizio mistico, poiché essa aumenta la fede e l'amore che ci fanno membri viventi del Signore Gesù Cristo nostro Capo: «L'unità del corpo mistico, dice sempre San Tommaso d'Aquino, è prodotta dal vero corpo ricevuto sacramentalmente». Le Nozze di Cana raffigurano anche l'unione del Verbo con la Chiesa sua sposa. «Invitato alle nozze - dice Sant'Agostino - Gesù vi andò per confermare la castità coniugale e per mostrare che egli è l'autore del Sacramento del Matrimonio e per rivelarci il significato simbolico di queste nozze, cioè l'unione del Cristo con la sua Chiesa. In tal modo anche quelle anime che hanno votato a Dio la loro verginità, non sono senza nozze, partecipando esse con tutta la Chiesa a quelle nozze in cui lo Sposo è Cristo».

Sermone di San Giovanni Crisostomo.
Prefazione alle Epistole del Beato Paolo Apostolo.
Mentre assiduamente ascolto la lettura delle Epistole del Beato Paolo, lettura che si fa sovente due, tre e quattro volte ogni settimana, ogni volta che celebriamo le memorie dei Santi Martiri, esulto per la contentezza, godendo di questa tromba spirituale, e mi sento eccitato e infiammato d'ardore nel riconoscere una voce a me sì cara, e mi sembra quasi di vederlo presente e di sentirlo parlare. Ma d'altra parte mi rincresce e mal sopporto che non tutti conoscano quest'uomo come si conviene: anzi molti lo ignorano talmente da non conoscere esattamente neppure il numero delle sue Epistole. Ora ciò proviene non da incapacità, ma dal non voler avere assiduamente tra le mani gli scritti di questo sant'uomo.
Giacché quel che noi sappiamo, se qualche cosa sappiamo, non lo sappiamo per la bontà e l'acume dell'ingegno, ma perché, affezionati grandemente a quest'uomo, non ne tralasciamo mai la lettura: coloro infatti che amano, conoscono più di tutti gli altri le opere di quelli che amano, perché se ne occupano con sollecitudine. Cosa questa che ci mostra lo stesso beato, dicendo ai Filippesi: È giusto che io pensi così di tutti voi, perché sia nelle mie catene, sia nella difesa e confermazione del Vangelo vi porto nel mio cuore (Philipp 1:7).
Ond'è che se anche voi vorrete attendere con diligenza a questa lettura, non vi rimarrà da cercare nient'altro. Vera è la parola di Cristo che dice: Cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto (Matt 7:7). Ma poiché molti di quelli che si radunano qui con noi hanno il dovere di educare i figli, e di curare la moglie, e di provvedere alla famiglia, e perciò non possono dedicarsi completamente a questa occupazione: eccitatevi almeno da voi stessi a profittare di ciò che altri hanno raccolto, mettendo altrettanto studio nell'ascoltare ciò che si dice, quanto ne impiegate nell'accumulare denari. E sebbene sia troppo poco domandare a voi simile studio, tuttavia è desiderabile che ci accordiate almeno questo.




INTROITUS
Ps 65:4. Omnis terra adóret te, Deus, et psallat tibi: psalmum dicat nómini tuo, Altíssime. Ps 65:1-2. Jubiláte Deo, omnis terra, psalmum dícite nómini ejus: date glóriam laudi ejus. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Omnis terra adóret te, Deus, et psallat tibi: psalmum dicat nómini tuo, Altíssime.

Ps 65:4. Tutta la terra Ti adori, o Dio, e inneggi a Te: canti salmi al tuo nome, o Altissimo. Ps 65:1-2. Alza a Dio voci di giubilo, o terra tutta: canta salmi al suo nome e gloria alla sua lode. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Tutta la terra Ti adori, o Dio, e inneggi a Te: canti salmi al tuo nome, o Altissimo.

Gloria (non si dice quando tale Santa Messa si riprende nei giorni feriali)

ORATIO
Orémus.
Omnípotens sempitérne Deus, qui coeléstia simul et terréna moderáris: supplicatiónes pópuli tui cleménter exáudi; et pacem tuam nostris concéde tempóribus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio onnipotente ed eterno, che governi cielo e terra, esaudisci clemente le preghiere del tuo popolo e concedi ai nostri giorni la tua pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

La Santa Chiesa, in questo periodo dell'anno liturgico, legge nella Santa Messa l'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Romani. Il Dottore delle Genti ivi dichiara che è stato scelto da Dio per annunziare ai Gentili che Nostro Signore Gesù Cristo è venuto per riscattarli. Tutti quindi devono, come membri del corpo mistico, di cui Cristo è il capo, avere i medesimi sentimenti di carità e umiltà che ebbe Lui.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Romános.
Rom 12:6-16.
Fratres: Habéntes donatiónes secúndum grátiam, quae data est nobis, differéntes: sive prophétiam secúndum ratiónem fídei, sive ministérium in ministrándo, sive qui docet in doctrína, qui exhortátur in exhortándo, qui tríbuit in simplicitáte, qui praeest in sollicitúdine, qui miserétur in hilaritáte. Diléctio sine simulatióne. Odiéntes malum, adhaeréntes bono: Caritáte fraternitátis ínvicem diligéntes: Honóre ínvicem praeveniéntes: Sollicitúdine non pigri: Spíritu fervéntes: Dómino serviéntes: Spe gaudéntes: In tribulatióne patiéntes: Oratióni instántes: Necessitátibus sanctórum communicántes: Hospitalitátem sectántes. Benedícite persequéntibus vos: benedícite, et nolíte maledícere. Gaudére cum gaudéntibus, flere cum fléntibus: Idípsum ínvicem sentiéntes: Non alta sapiéntes, sed humílibus consentiéntes.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Romani.
Rom 12:6-16.
Fratelli, abbiamo doni diversi a seconda della grazia a noi data: chi ha la profezia, se ne serva secondo le norme della fede; chi il ministero, eserciti il ministero; chi ha il dono di insegnare insegni; chi di esortare esorti; chi dà del suo lo faccia con semplicità; chi sta al comando governi con sollecitudine; chi fa opera di misericordia lo faccia con gioia. L'amore sia senza simulazione. Aborrite il male, attenetevi al bene; vogliatevi bene gli uni gli altri con amore fraterno. Prevenitevi a vicenda nel rendervi onore; non siate pigri nello zelo; siate ferventi nello spirito; servite il Signore; siate lieti nella speranza; pazienti nella tribolazione; perseveranti nella preghiera. Provvedete alle necessità dei santi, siate propugnatori di ospitalità. Benedite i vostri persecutori: benedite e non maledite. Godete con chi è nella gioia, piangete con chi piange. Abbiate tra voi gli stessi sentimenti. Non aspirate a cose alte, ma accontentatevi delle umili.

GRADUALE
Ps 106:20-21. Misit Dóminus verbum suum, et sanávit eos: et erípuit eos de intéritu eórum. ℣. Confiteántur Dómino misericórdiae ejus: et mirabília ejus fíliis hóminum.

Ps 106:20-21. Il Signore mandò la sua parola e li risanò: li salvò dalla distruzione. ℣. Diano lode al Signore le sue misericordie e le sue meraviglie in favore degli uomini.

ALLELUJA (si dice anche quando tale Santa Messa si riprende nei giorni feriali)
Allelúja, allelúja. Ps 148:2. ℣. Laudáte Dóminum, omnes Angeli ejus: laudáte eum, omnes virtútes ejus. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 148:2. ℣. Lodate il Signore, voi tutti suoi Angeli: lodatelo, voi tutte milizie sue. Alleluia.

«In Gesù Cristo - dice Sant'Agostino - dobbiamo considerare due nascite: una in quanto è generato dal Padre, e l'altra in quanto nasce da una madre. La prima è tutta divina; con la seconda si umilia fino a prendere la nostra natura e i nostri dolori. E perciò quanto vi ha nelle sue azioni di elevato al disopra della natura, dell'età e dell'ordine comune, non si deve attribuire alle forze proprie dell'umanità, ma alla potenza divina. E se sua madre lo prega, in questa occasione, a venire in aiuto ai loro ospiti, si è perché sapeva di non domandargli un favore ordinario, ma un favore che solo Dio può rendere, cioè un miracolo» (III Notturno della Domenica infra l'Ottava dell'Epifania). Questo miracolo manifesta la divinità di Nostro Signore Gesù Cristo: e mostra inoltre come Maria Santissima sia potente quale Madre di Dio.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Joánnem.
Joann 2:1-11.
In illo témpore: Núptiae factae sunt in Cana Galilaeae: et erat Mater Jesu ibi. Vocátus est autem et Jesus, et discípuli ejus ad núptias. Et deficiénte vino, dicit Mater Jesu ad eum: Vinum non habent. Et dicit ei Jesus: Quid mihi et tibi est, mulier? nondum venit hora mea. Dicit Mater ejus minístris: Quodcúmque díxerit vobis, fácite. Erant autem ibi lapídeae hýdriae sex pósitae secúndum purificatiónem Judaeórum, capiéntes síngulae metrétas binas vel ternas. Dicit eis Jesus: Implete hýdrias aqua. Et implevérunt eas usque ad summum. Et dicit eis Jesus: Hauríte nunc, et ferte architriclíno. Et tulérunt. Ut autem gustávit architriclínus aquam vinum fáctam, et non sciébat unde esset, minístri autem sciébant, qui háuserant aquam: vocat sponsum architriclínus, et dicit ei: Omnis homo primum bonum vinum ponit: et cum inebriáti fúerint, tunc id, quod detérius est. Tu autem servásti bonum vinum usque adhuc. Hoc fecit inítium signórum Jesus in Cana Galilaeae: et manifestávit glóriam suam, et credidérunt in eum discípuli ejus.

Seguito del santo Vangelo secondo Giovanni.
Joann 2:1-11.
In quel tempo, vi furono delle nozze in Cana di Galilea, e lì vi era la Madre di Gesù. E alle nozze fu invitato anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la Madre di Gesù disse a Lui: Non hanno più vino. E Gesù rispose: Che ha a che fare con me e con te, o donna? La mia ora non è ancora venuta. Disse sua Madre ai domestici: Fate tutto quello che vi dirà. Orbene, vi erano lì sei pile di pietra, preparate per la purificazione dei Giudei, ciascuna contenente due o tre metrete. Gesù disse loro: Empite d'acqua le pile. E le empirono fino all'orlo. Gesù disse: Adesso attingete e portate al maestro di tavola. E portarono. E, non appena ebbe assaggiato l'acqua mutata in vino, il maestro di tavola, che non sapeva donde l'avessero attinta, ma i domestici lo sapevano, chiamato lo sposo, gli disse: Tutti servono da principio il vino migliore, e danno il meno buono quando sono brilli, ma tu hai conservato il vino migliore fino ad ora. Così Gesù, in Cana di Galilea dette inizio ai miracoli, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.

Omelia di Sant'Agostino, Vescovo.
Trattato 9 su Giovanni, dopo il principio.
Il Signore, invitato, coll'andare alle nozze, anche prescindendo dal significato mistico, volle confermare che egli stesso ha fatto le nozze. Più tardi, infatti, degli uomini, di cui parla l'Apostolo, vietavano di sposarsi, dicendo che le nozze fossero cosa cattiva, e che le aveva fatte il diavolo; mentre vediamo nel Vangelo che lo stesso Signore, interrogato se sia lecito all'uomo di ripudiare la moglie per qualunque causa, rispose non esser lecito, eccetto in caso di infedeltà. Nella quale risposta, se lo ricordate, disse questo: L'uomo non divida quel che Dio ha congiunto (Marc 10:9).
Quelli che sono bene istruiti nella fede cattolica, sanno che Dio ha stabilito le nozze: e come l'unione degli sposi viene da Dio, così il divorzio viene dal diavolo. Sì, in caso di infedeltà, è lecito rimandare la moglie, perché essa stessa per prima ha rinunziato ad essere moglie col non conservare verso il marito la fedeltà coniugale. Quelle stesse che votano a Dio la verginità, benché abbiano nella Chiesa un grado più elevato di onore e di santità, non sono senza nozze, perché anch'esse partecipano con tutta la Chiesa a quelle nozze, nelle quali lo sposo è Cristo.
E perciò il Signore, invitato, andò alle nozze, per confermare la castità coniugale, e rivelare il mistero significato da queste nozze: perché anche qui la persona del Signore era figurata dallo sposo, cui fu detto: Hai conservato il vino buono fino ad ora (Joann 2:10). Cristo infatti ha conservato fino ad ora il vino buono, cioè, il suo Vangelo.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 65:1-2; 65:16. Jubiláte Deo, univérsa terra: psalmum dícite nómini ejus: veníte et audíte, et narrábo vobis, omnes qui timétis Deum, quanta fecit Dóminus ánimae meae, allelúja.

Ps 65:1-2; 65:16. Alza a Dio voci di giubilo, o terra tutta: cantate un salmo al suo nome: venite, e ascoltate, voi tutti che temete Iddio, e vi racconterò quanto Egli ha fatto per l'anima mia, alleluia.

SECRETA
Oblata, Dómine, múnera sanctífica: nosque a peccatórum nostrórum máculis emúnda. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Santifica, o Signore, i doni offerti, e mondaci dalle macchie dei nostri peccati. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE SANCTISSIMA TRINITATE
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui cum unigénito Fílio tuo et Spíritu Sancto unus es Deus, unus es Dóminus: non in uníus singularitáte persónae, sed in uníus Trinitáte substántiae. Quod enim de tua glória, revelánte te, crédimus, hoc de Fílio tuo, hoc de Spíritu Sancto sine differéntia discretiónis sentímus. Ut in confessióne verae sempiternaeque Deitátis, et in persónis propríetas, et in esséntia únitas, et in majestáte adorétur aequálitas. Quam laudant Angeli atque Archángeli, Chérubim quoque ac Séraphim: qui non cessant clamáre cotídie, una voce dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: che col Figlio tuo unigenito e con lo Spirito Santo, sei un Dio solo ed un solo Signore, non nella singolarità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza. Così che quanto per tua rivelazione crediamo della tua gloria, il medesimo sentiamo, senza distinzione, e di tuo Figlio e dello Spirito Santo. Affinché nella professione della vera e sempiterna Divinità, si adori: e la proprietà nelle persone e l'unità nell'essenza e l'uguaglianza nella maestà. La quale lodano gli Angeli e gli Arcangeli, i Cherubini e i Serafini, che non cessano ogni giorno di acclamare, dicendo ad una voce: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

Nei giorni feriali in cui si riprende tale Santa Messa, si dice:

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Joann 2:7; 2:8; 2:9; 2:10-11. Dicit Dóminus: Implete hýdrias aqua et ferte architriclíno. Cum gustásset architriclínus aquam vinum factam, dicit sponso: Servásti bonum vinum usque adhuc. Hoc signum fecit Jesus primum coram discípulis suis.

Joann 2:7; 2:8; 2:9; 2:10-11. Dice il Signore: Empite d'acqua le pile e portate al maestro di tavola. E il maestro di tavola, non appena ebbe assaggiato l'acqua mutata in vino, disse allo sposo: Hai conservato il vino migliore fino ad ora. Questo fu il primo miracolo che Gesù fece davanti ai suoi discepoli.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Augeátur in nobis, quaesumus, Dómine, tuae virtútis operatio: ut divínis vegetáti sacraméntis, ad eórum promíssa capiénda, tuo múnere praeparémur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Cresca in noi, o Signore, Te ne preghiamo, l'opera della tua potenza: affinché, nutriti dai divini sacramenti, possiamo divenire degni, per tua grazia, di raccoglierne i frutti promessi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.