Doppio.
Paramenti rossi.
La
graziosa figura di questa Vergine Martire ci è nota per opera di diverse
testimonianze dei primi secoli. Sant'Ambrogio ne parla nel suo libro intitolato
De Virginibus (Sulle Vergini) del
377. Il sommo Pontefice San Damaso ha composto un carme in suo onore, ancora
oggi conservato nella lapide originale murata nella basilica romana di Sant'Agnese
fuori le mura; il poeta spagnolo cristiano Prudenzio ha scritto l'ode 14 del
Peristephanòn in suo onore; Sant'Agostino, San Massimo di Torino e San Girolamo, ci lasciarono nei loro scritti dei
cenni intorno alla santa Martire. Altre testimonianze ci provengono dalla Depositio Martyrum del 336, più antico
calendario della Chiesa Romana, e dal martirologio
cartaginese del VI secolo.
Massimo Stanzione, Sant'Agense, Museu Nacional d'Art de Catalunya,
Barcellona, Spagna, 1635-1640.
|
La
Santa fanciulla, accusata poi di magia, venne condannata al rogo, ma le fiamme
si divisero sotto il suo corpo senza neppure lambirlo, estinguendosi per le sue
orazioni, e i suoi capelli crebbero tanto da coprire il suo verginale corpo. Uscita
illesa dal fuoco, fu allora trafitta con un colpo di spada alla gola; mentre si
accasciava al suolo, copriva il suo corpo con le vesti e il candido viso con la
mano. Al momento del Martirio, avvenuto al tempo della persecuzione dell'imperatore
Decio (o Diocleziano), era giovanissima: aveva forse 12 o 13 anni appena.
Il
suo corpo fu inumato in un cimitero cristiano sulla via Nomentana, oggi noto
come Catacombe di Sant'Agnese. Sul luogo della sua sepoltura, Costantina (o Costanza), figlia dell'imperatore
Costantino Magno, fece innalzare una piccola basilica dedicata alla santa Martire, che esiste ancora, in
ringraziamento per la sua guarigione e alla sua morte volle esser seppellita
nei pressi della tomba della Santa. Annesso alla Basilica di Sant'Agnese fuori
le mura sorse uno dei primi monasteri romani di vergini consacrate. Il cranio
di Sant'Agnese, posto dal IX secolo nel Sancta Sanctorum al Laterano, venne
traslato da papa Leone XIII nella chiesa di Sant'Agnese in Agone (Piazza
Navona, Roma), che sorge presumibilmente sul lupanare ove fu esposta. Il resto del
suo corpo riposa nella Basilica di Sant'Agnese fuori le mura, in un'urna
argentea commissionata da papa Paolo V.
Tutti gli autori, sopra citati, esaltano il coraggio straordinario di questa Santa Martire
davanti alla morte e la sua castità coronata dal martirio. Di lei San Girolamo
appunto scrive così: «Con gli scritti e con le lingue di tutte le genti,
specialmente nelle chiese, fu lodata la vita di Agnese; la quale vinse e l'età
e il tiranno, e col martirio consacrò la gloria della castità». Il nome di questa Vergine Martire fu
scritto, verso la fine del V secolo, con quello di altre sei martiri (Perpetua,
Felicita, Agata, Lucia, Cecilia e Anastasia), nel Canone della Santa Messa (II
elenco).
Nella festa di Sant'Agnese, inoltre, la Santa Chiesa Romana le rende ogni anno l'omaggio della sua devozione con la benedizione, nella Basilica di Sant'Agnese fuori le mura, da parte dell'Abate della Congregazione dei Canonici regolari del Laterano, di due agnelli bianchi, provenienti dall'Abbazia delle Tre Fontane, ornati con fiori e nastri bianchi e rossi in onore della verginità e del martirio della Santa. Terminata la benedizione, i due piccoli ovini vengono presentati al sommo Pontefice che li benedice nuovamente e comanda che siano condotti al monastero delle benedettine di Santa Cecilia in Trastevere affinché ricevano le migliori cure, fino alla tosatura che avviene a Pasqua.
Nella festa di Sant'Agnese, inoltre, la Santa Chiesa Romana le rende ogni anno l'omaggio della sua devozione con la benedizione, nella Basilica di Sant'Agnese fuori le mura, da parte dell'Abate della Congregazione dei Canonici regolari del Laterano, di due agnelli bianchi, provenienti dall'Abbazia delle Tre Fontane, ornati con fiori e nastri bianchi e rossi in onore della verginità e del martirio della Santa. Terminata la benedizione, i due piccoli ovini vengono presentati al sommo Pontefice che li benedice nuovamente e comanda che siano condotti al monastero delle benedettine di Santa Cecilia in Trastevere affinché ricevano le migliori cure, fino alla tosatura che avviene a Pasqua.
La
lana trattata secondo antichi ed immutati procedimenti, servirà per la
tessitura dei Palli (strette liste di tessuto di lana bianca, che si portano sopra la pianeta). Questi, chiusi in un cofanetto, saranno portati in San
Pietro alla Natività del Battista e deposti sulla tomba del Principe degli Apostoli
dove alla Vigilia dei Santi Pietro e Paolo verranno benedetti dal Papa che poi
li invierà ai Patriarchi e ai Metropoliti. «Così, - commenta il Gueranger - il
semplice ornamento di lana che quei Prelati porteranno sulle spalle come
simbolo della pecora del buon Pastore, e che il Papa prende sulla tomba stessa
di San Pietro per inviarlo ad essi, recherà fino agli estremi confini della
Chiesa il duplice sentimento della forza del Principe degli Apostoli e della
dolcezza virginea di Agnese».
(Cfr.
Gli agnelli di Sant'Agnese, blog Tradidi quod et accepi).
Dal
libro di Sant'Ambrogio Vescovo sulle Vergini.
Libro
I, dopo il principio.
Quest'oggi è il
natale di una Vergine: imitiamone la purezza. È il natale di una Martire: immoliamo delle vittime. È il natale di Sant'Agnese: ammirino gli uomini, non
disperino i piccoli, stupiscano le maritate, la imitino le nubili. Ma che
possiamo dire degno di lei, il cui nome stesso non è privo di lode? La sua
consacrazione è superiore all'età, la sua virtù superiore alla natura: così che
il suo nome mi sembra non esserle venuto da scelta umana, ma esserne predizione
del Martirio, un annunzio di ciò che ella doveva essere. Il nome stesso di
questa Vergine indica purezza. La chiamerò Martire: ho detto abbastanza. È già
lode abbondante quella che non si cerca, ma che si possiede. Nessuno è più lodevole
di colui che può essere lodato da tutti. Questa Martire ha tanti araldi per
lodarla, quanti sono gli uomini che pronunziano il suo nome.
Si narra che
avesse tredici anni allorché soffrì il martirio. La crudeltà fu tanto più
detestabile in quanto che non si risparmiò neppure sì tenera età; o piuttosto
fu grande la potenza della fede, che trova testimonianza anche in siffatta età.
C'era forse posto a ferita in quel corpicciuolo? Ma ella che non aveva dove
ricevere il ferro, ebbe di che vincere il ferro. Eccola intrepida fra le mani
sanguinarie dei carnefici, eccola immobile fra gli strappi violenti di catene
stridenti, eccola offrire tutto il suo corpo alla spada del furibondo soldato,
ancora ignara di ciò che sia morire, ma pronta, s'è trascinata malvolentieri agli
altari idolatri, a tendere, tra le fiamme, le mani a Cristo, e a formare sullo
stesso rogo sacrilego il segno che è il trofeo del vittorioso Signore: eccola
passare il collo e le mani tra i ferri (che sono presentati). Ma nessuna catena
può stringere membra sì tenere. Nuovo genere di martirio! Non è ancora atta al
supplizio, ed è già matura per la vittoria; ella può appena combattere, ed è
capace di ottenere la corona: ella aveva contro di sé il pregiudizio della (sua)
età, ed era maestra nella virtù.
Non così sollecita
va a nozze una sposa, come questa Vergine, lieta della sua sorte, affrettò il
passo al luogo del supplizio. Mentre tutti piangevano, lei sola non piangeva.
Molti si meravigliavano che con tanta facilità donasse prodiga, come se già
fosse morta, una vita che non aveva ancora gustata. Erano tutti stupiti che già
rendesse testimonianza alla divinità lei che per l'età non poteva ancora
disporre di sé. Quante minacce non impiegò il carnefice per intimidirla, quante
carezze per persuaderla, quante domande la sollecitarono per sposa! Ma ella: È
fare ingiuria allo Sposo, diceva, desiderare di piacere ad altri. Mi avrà chi per primo mi ha scelta: perché tardi, o carnefice? Perisca questo corpo che può
essere bramato da occhi che non voglio. Si presentò, pregò, piegò la testa.
Avresti visto il carnefice vacillare, quasi fosse lui il condannato, tremargli
la destra, impallidirsegli la faccia per pericolo altrui, mentre la fanciulla
non temeva per il proprio. Ecco pertanto in una sola vittima un doppio
martirio, di purezza e di religione. Ed ella rimase vergine, e ottenne il martirio.
Le Vergini hanno riposta la loro speranza in Dio e sono state liberate dai peccatori che cercavano di perderle ad ogni costo.
Agostino Melissi, Sant'Agnese, XVII sec. |
Le Vergini hanno riposta la loro speranza in Dio e sono state liberate dai peccatori che cercavano di perderle ad ogni costo.
INTROITUS
Ps
118:95-96. Me
exspectavérunt peccatóres, ut pérderent me: testimónia tua, Dómine, intelléxi:
omnis consummatiónis vidi finem: latum mandátum tuum nimis. Ps 118:1. Beáti immaculáti in via: qui
ámbulant in lege Dómini. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞.
Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Me
exspectavérunt peccatóres, ut pérderent me: testimónia tua, Dómine, intelléxi: omnis
consummatiónis vidi finem: latum mandátum tuum nimis.
Ps
118:95-96. I peccatori mi aspettarono al varco per rovinarmi; io però attendevo
ai tuoi insegnamenti: ho veduto un limite ad ogni cosa perfetta, ma non alla
tua legge. Ps 118:1. Beati gli uomini di condotta integra, che procedono
secondo la legge del Signore. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito
Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen. I peccatori mi aspettarono al varco per rovinarmi;
io però attendevo ai tuoi insegnamenti: ho veduto un limite ad ogni cosa
perfetta, ma non alla tua legge.
Gloria
ORATIO
Orémus.
Omnipotens
sempitérne Deus, qui infírma mundi éligis, ut fórtia quaeque confúndas: concéde
propítius; ut, qui beátae Agnétis Vírginis et Mártyris tuae solémnia cólimus,
ejus apud te patrocínia sentiámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium
tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia
saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Dio
onnipotente ed eterno, che quanto nel mondo è fragile scegli per confondere ciò
che è forte, concedi propizio, che noi, celebrando la solennità della beata
Agnese vergine e martire tua, presso di te godiamo del suo patrocinio. Per il
nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in
unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
L'autore dell'Ecclesiastico ringrazia Iddio d'averlo liberato da molti e gravi pericoli in cui era incorso. La Santa Chiesa applica questo passo della Scrittura Santa alle Vergini che subirono il martirio e restarono fedeli a Dio in mezzo ai più grandi tormenti.
L'autore dell'Ecclesiastico ringrazia Iddio d'averlo liberato da molti e gravi pericoli in cui era incorso. La Santa Chiesa applica questo passo della Scrittura Santa alle Vergini che subirono il martirio e restarono fedeli a Dio in mezzo ai più grandi tormenti.
LECTIO
Léctio libri Sapiéntiae.
Eccli
51:1-8; 51:12.
Confitébor tibi,
Dómine, Rex, et collaudábo te Deum, Salvatórem meum. Confitébor nómini tuo:
quóniam adjútor et protéctor factus es mihi, et liberásti corpus meum a
perditióne, a láqueo linguae iníquae et a lábiis operántium mendácium, et in
conspéctu astántium factus es mihi adjútor. Et liberásti me secúndum
multitúdinem misericórdiae nóminis tui a rugiéntibus, praeparátis ad escam, de
mánibus quaeréntium ánimam meam, et de portis tribulatiónum, quae circumdedérunt
me: a pressúra flammae, quae circúmdedit me, et in médio ignis non sum aestuáta:
de altitúdine ventris inferi, et a lingua coinquináta, et a verbo mendácii, a
rege iníquo, et a lingua injústa: laudábit usque ad mortem ánima mea Dóminum:
quóniam éruis sustinéntes te, et líberas eos de mánibus géntium, Dómine, Deus
noster.
Lettura
del libro della Sapienza.
Eccli
51:1-8; 51:12.
Ti
voglio lodare, o Signore mio Re: ti voglio glorificare, o Dio, mio salvatore.
Voglio celebrare il tuo nome, perché sei stato il mio aiuto e il mio protettore, e hai liberato il mio corpo dalla perdizione, dal laccio della lingua perversa e dalle labbra di quelli che ordiscono menzogne, e in faccia ai miei avversari ti sei fatto mio
protettore. E nella tua grande misericordia mi hai liberato da leoni ruggenti
pronti a divorarmi, dalle mani di chi cercava l'anima mia, e dal potere delle tribolazioni, onde io fui circondato. Mi hai scampato dalle spire delle fiamme, che mi avvolgevano, cosicché in mezzo al fuoco non sentii il bruciore. Mi hai liberato dal seno profondo degli inferi e dalla lingua impura, e dalle parole bugiarde, da un re iniquo e dalla lingua ingiusta. Fino alla morte l'anima mia
benedirà il Signore, poiché Tu liberi quelli che ti aspettano con pazienza, e
li salvi dalle mani dei nemici, Signore Dio nostro.
GRADUALE
Ps 44:3. Diffúsa
est grátia in lábiis tuis: proptérea benedíxit te Deus in aetérnum. Ps 44:5. ℣. Propter veritátem et
mansuetúdinem et justítiam: et dedúcet te mirabíliter déxtera tua.
Ps 44:3. Diffusa è
la grazia sulle tue labbra, perciò Dio ti benedisse in eterno. Ps 44:5. ℣. Per la verità, la mitezza e la giustizia: la tua destra ti faccia vedere prodigi.
ALLELUJA
Allelúja,
allelúja. Matt 25:4; 25:6. ℣.
Quinque prudéntes vírgines accepérunt óleum in vasis suis cum lampádibus: média
autem nocte clamor factus est: Ecce, sponsus venit: exíte óbviam Christo
Dómino. Allelúja.
Alleluia,
alleluia. Matt 25:4; 25:6. ℣. Le
cinque vergini prudenti portarono anche l'olio nei vasetti, insieme con le loro
lucerne. Ma a mezzanotte si levò un clamore: Ecco viene lo sposo! Uscite incontro al
Cristo Signore! Alleluia.
Dopo
Settuagesima, omessi l'Alleluja e il suo Versetto, si dice:
TRACTUS
Veni, Sponsa
Christi, áccipe corónam, quam tibi Dóminus praeparávit in aetérnum: pro cujus
amóre sánguinem tuum fudísti. Ps 44:8. ℣.
Dilexísti justítiam, et odísti iniquitátem: proptérea unxit te Deus, Deus tuus,
óleo laetítiae prae consórtibus tuis. Ps 44:5. ℣. Spécie tua et pulchritúdine tua
inténde, próspere procéde et regna.
Vieni, o sposa di
Cristo, ricevi la corona che per l'eternità ti ha preparato il Signore, per
amore del quale hai versato il tuo sangue. Ps 44:8. ℣. Tu hai amato la giustizia e hai odiato l'empietà, perciò Dio, il tuo Dio, ti ha consacrata con olio di letizia, a
preferenza delle tue compagne. Ps 44:5. ℣.
Nello splendore della tua bellezza incedi, avanza trionfante e regna!
Quando
avveniva un matrimonio presso gli Ebrei, le giovani amiche della sposa,
l'accompagnavano con lampade accese allorché la sera delle nozze andava dallo
sposo per il banchetto nuziale. Nostro Signore Gesù Cristo paragona il regno dei cieli a
cinque di queste vergini che sono prudenti, per aver portato una provvista di
olio per alimentare le loro lampade.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum
Matthaeum.
Matt 25:1-13.
In illo témpore:
Dixit Jesus discípulis suis parábolam hanc: Símile erit regnum coelórum decem
virginibus: quae, accipiéntes lámpades suas, exiérunt óbviam sponso et sponsae.
Quinque autem ex eis erant fátuae, et quinque prudéntes: sed quinque fátuae,
accéptis lampádibus, non sumpsérunt oleum secum: prudéntes vero accepérunt
óleum in vasis suis cum lampádibus. Moram autem faciénte sponso, dormitavérunt
omnes et dormiérunt. Média autem nocte clamor factus est: Ecce, Sponsus venit,
exíte óbviam ei. Tunc surrexérunt omnes vírgines illae, et ornavérunt lámpades
suas. Fátuae autem sapiéntibus dixérunt: Date nobis de óleo vestro: quia
lámpades nostrae exstinguúntur. Respondérunt prudéntes, dicéntes: Ne forte non
suffíciat nobis et vobis, ite pótius ad vendéntes, et émite vobis. Dum autem
irent émere, venit sponsus: et quae parátae erant, intravérunt cum eo ad núptias,
et clausa est jánua. Novíssime vero véniunt et réliquae vírgines, dicéntes:
Dómine, Dómine, aperi nobis. At ille respóndens, ait: Amen, dico vobis, néscio
vos. Vigiláte ítaque, quia nescítis diem neque horam.
Seguito
✠ del santo Vangelo secondo
Matteo.
Matt
25:1-13.
In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: Il regno dei cieli
sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro
allo sposo e alla sposa. Ma cinque di esse erano stolte e cinque prudenti. Le
cinque stolte, nel prendere le lampade, non presero l'olio con sé; le prudenti,
invece, insieme con le lampade presero anche l'olio, nei loro vasi. Tardando a
venire lo sposo, si assopirono tutte e si addormentarono. Ma a mezzanotte si
udì un clamore: Ecco viene lo sposo! Uscitegli incontro. Allora tutte le
vergini si alzarono e prepararono le loro lampade. E dissero le stolte alle
prudenti: Dateci un po' del vostro olio, poiché le nostre lampade stanno per
spegnersi. Risposero le prudenti dicendo: Non basterebbe né a noi, né a voi:
andate piuttosto dai rivenditori e compratevene. Mentre esse andavano, giunse
lo Sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui alla festa nuziale, e la
porta fu chiusa. All'ultimo momento, giunsero anche le altre vergini, dicendo: Signore, Signore, aprici. Ma egli rispose: In verità vi dico, non vi conosco. Vigilate, dunque, poiché non
sapete né il giorno né l'ora.
Omelia
di San Gregorio, Papa.
Omelia
12 sui Vangeli.
Spesso vi
raccomando, fratelli carissimi, di fuggire le opere cattive e di evitare la
corruzione di questo mondo, ma quest'oggi la lettura del santo Vangelo mi
costringe a dirvi di stare molto attenti a non perdere il merito delle vostre
buone opere, di non cercare, nel bene che fate, il favore o la stima degli
uomini, di impedire che si insinui in
voi il desiderio della lode e di agire in modo che, quanto appare di fuori, non
sia dentro vuoto di ricompensa. Il Redentore infatti ci parla di dieci vergini,
e le dice tutte vergini; eppure non tutte hanno meritato di essere ammesse al
soggiorno della beatitudine, perché alcune di esse, mentre cercavano una gloria
esteriore della loro verginità, non si curarono di mettere dell'olio nelle loro
lampade.
Ma prima dobbiamo
chiederci che cosa sia il regno dei cieli, o perché lo si paragoni a dieci
vergini, ed anche quali vengano dette vergini prudenti e quali vergini stolte.
Mentre infatti è certo che nessun reprobo entrerà nel regno dei cieli, perché
questo viene paragonato anche a delle vergini stolte? Dobbiamo sapere che
spesso nel linguaggio sacro la Chiesa del tempo presente viene chiamata regno
dei cieli. Onde altrove il Signore dice: Il Figlio dell'uomo manderà i
suoi angeli, e toglieranno dal suo regno tutti gli scandali. Certamente
in quel regno di beatitudine, dove c'è la suprema pace, non si potranno trovare
scandali da togliere.
Ciascuno vive in
un corpo che ha cinque sensi; il numero cinque poi, raddoppiato, dà dieci. E,
poiché la moltitudine dei fedeli comprende ambedue i sessi, la santa Chiesa si
dice simile a dieci vergini. E poiché in essa i cattivi si trovano mescolati
coi buoni e i reprobi con gli eletti, giustamente viene paragonata a delle
vergini prudenti ed anche a delle vergini stolte. Infatti ci sono molti che
vivono nella continenza, che si guardano dagli appetiti esteriori, e dalla
speranza sono portati ai beni interiori, che mortificano la propria carne, e
anelano alla patria celeste con tutta la forza del loro desiderio, agognano i
premi eterni, e non vogliono ricevere lodi umane per le loro fatiche. Questi
certamente non ripongono la loro gloria nelle parole degli uomini, ma la
nascondono nella loro coscienza. E ci sono poi molti che affliggono il loro
corpo con l'astinenza, ma per questa stessa loro astinenza cercano gli applausi
degli uomini.
OFFERTORIUM
Ps 44:15; 44:16. Afferéntur
Regi Vírgines post eam: próximae ejus afferéntur tibi in laetítia et
exsultatióne: adducéntur in templum regi Dómino.
Ps 44:15; 44:16. Le
vergini dietro a lei sono condotte al Re; le sue compagne sono condotte a Te
con gioia ed esultanza; sono introdotte nel palazzo del Re.
SECRETA
Hóstias, Dómine,
quas tibi offérimus, propítius súscipe: et, intercedénte beáta Agnéte Vírgine
et Mártyre tua, víncula peccatórum nostrórum absólve. Per Dominum nostrum Jesum
Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus,
per omnia saecula saeculorum. Amen.
Accogli
propizio, o Signore, le offerte presentate; e, per l'intercessione della beata
vergine e martire tua Agnese, liberaci dai lacci dei nostri peccati. Per il nostro
Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con
lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PRAEFATIO
COMMUNIS
Vere dignum et
justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine
sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem
majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli
coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum
quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione
dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et
terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini.
Hosánna in excélsis.
È
veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere
grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le
Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i
Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro
canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di
lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra
sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che
viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
COMMUNIO
Matt 25:4; 25:6. Quinque prudéntes vírgines accepérunt
óleum in vasis suis cum lampádibus: média autem nocte clamor factus est: Ecce,
sponsus venit: exíte óbviam Christo Dómino.
Matt 25:4; 25:6. Le
cinque vergini prudenti portarono anche l'olio nei vasetti, insieme con le loro lucerne. Ma a
mezzanotte si levò un clamore: Ecco viene lo sposo! Uscite incontro al Cristo
Signore!
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refécti cibo
potúque coelésti, Deus noster, te súpplices exorámus: ut, in cujus haec
commemoratióne percépimus, ejus muniámur et précibus. Per Dominum nostrum Jesum
Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti
Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Ristorati
dal cibo e dalla bevanda celeste, ti supplichiamo, o Signore Dio nostro, affinché sia
nostra difesa la preghiera della santa nella cui festa abbiamo partecipato a
questi doni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e
regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen.