Paramenti bianchi.
Dalla
manifestazione della divinità di Nostro Signore Gesù Cristo, che caratterizza
il Tempo dopo l'Epifania, consegue per noi il riconoscimento del suo regno
sulle anime. Nostro Signore Gesù Cristo è il capo della Santa Chiesa. Ma
siccome deve risalire al Cielo, Egli comunica i suoi poteri divini ad un uomo,
poiché, dopo l'Incarnazione, vuole, di norma, stabilire i suoi rapporti con noi
attraverso intermediari umani. Quest'uomo, che Dio stabilisce «Principe» delle
anime (Introitus) e sul «quale Egli edifica la sua Chiesa» (Evangelium) è San
Pietro. Vicario di Cristo, egli si assiderà sulla cattedra infallibile di Nostro
Signore Gesù Cristo e avrà in mano le chiavi, simbolo della suprema autorità.
Gian Lorenzo Bernini, Cattedra di San Pietro sormontata dalla "Gloria",
Basilica di San Pietro, Città del Vaticano, 1656-1665.
|
La
“Cathedra Petri” o “Sella gestatoria apostolicae confessionis”
è il trono pontificale di San Pietro e dei suoi successori nell'Episcopato
Romano, nella suprema guida di tutto il gregge di Nostro Signore Gesù Cristo,
degli agnelli, delle pecorelle e delle pecore madri (Cfr. Joann 19:15-17).
In essa stanno il basamento inconcusso dell'infallibile ed indefettibile Fede
Cattolica, il fulcro necessario dell'unità del Cristianesimo, la pienezza del
Sacerdozio e del Regno. La sua storia e la sua venerazione inizia fra i meandri
dei cimiteri cristiani dell'Urbe nel III secolo. La Cattedra si venerò di
seguito nel Battistero di San Damaso in Vaticano. È ora conservata nell'abside
della Basilica Vaticana, racchiusa nel grande reliquiario berniniano, sicché
nemmeno il Papa vi si può sedere, come usavano i sommi Pontefici fino al XVI
secolo.
Sotto
il nome di Natale Petri de Cathedra
era celebrata una festa il 22 febbraio; ma, a causa della Quaresima, le chiese
della Gallia presero l'abitudine di celebrarla nella data odierna, 18 gennaio.
Le due usanze si svilupparono in modo parallelo; poi, finalmente, si perdette
l'unità primitiva del loro significato e si ebbero due feste della Cattedra di
San Pietro, la prima attribuita a Roma - quella del 18 gennaio -, la seconda
attribuita a un'altra sede - in definitiva a quella d'Antiochia - il 22
febbraio.
(Cfr.
Festa della Cattedra di San Pietro Apostolo, blog Sardinia Tridentina)
Sermone
di San Leone, Papa.
Sermone
1 sui SS. Apostoli Pietro e Paolo, prima della metà.
Allorché i dodici
Apostoli, dopo aver ricevuto per mezzo dello Spirito Santo il dono di parlare
tutte le lingue, ebbero intrapreso l'evangelizzazione del mondo nelle diverse
parti della terra loro toccate, il beatissimo Pietro, principe dell'ordine
apostolico, fu destinato alla capitale dell'impero Romano, affinché la luce
della verità, rivelata per la salvezza di tutte le nazioni, da essa, come dallo
stesso capo, si spandesse più efficacemente in tutto il corpo del mondo.
Infatti qual nazione non aveva allora dei rappresentanti in questa città? O
quali popoli potevano ignorare ciò che Roma aveva appreso?
Qui dovevano
essere conculcate le opinioni della filosofia, qui dovevano essere dissipate le
vanità della sapienza terrena, qui doveva essere confuso il culto dei demoni,
qui distrutta l'empietà del sacrilego paganesimo, qui dove la superstizione
aveva radunato con somma diligenza tutto ciò che i vari errori avevano
inventato in qualsiasi luogo. E dunque a questa città tu, o beatissimo Apostolo
Pietro, non temi di venire, e, mentre l'Apostolo Paolo, il compagno della tua
gloria, è ancora occupato a fondare altre chiese, tu ti inoltri in questa selva
di bestie feroci, in quest'oceano profondo e turbolentissimo con più coraggio
di quando camminavi sul mare.
Tu avevi già
istruito i popoli della circoncisione che avevano creduto alla tua parola: già
avevi fondato la chiesa d'Antiochia, dove cominciò a manifestarsi il nome sì
degno di cristiano; già avevi riempito della predicazione delle leggi
evangeliche il Ponto, la Galazia, la Cappadocia, l'Asia e la Bitinia, quando,
non dubitando del successo dell'opera tua, né ignaro della durata della tua
vita, inalberavi sui baluardi di Roma il trofeo della croce di Cristo, qua dove
ti erano preparati, per divina preordinazione, sia l'onore del potere sia la
gloria della passione.
Prisca, nobile vergine romana, a tredici anni fu accusata, sotto l'imperatore Claudio d'essere cristiana, e condotta per suo ordine al tempio di Apollo perché sacrificasse agli idoli; ma avendo ella detestata siffatta empietà, fu schiaffeggiata e messa in prigione. Poi fattane uscire, perseverando ella costantemente nella fede, battuta con verghe e cosparsa di grasso bollente, fu di nuovo rinchiusa in prigione. Tre giorni dopo condotta nell'anfiteatro, venne esposta ad un leone, il quale, dimentico della sua ferocia, si accovacciò umilmente ai suoi piedi. Avendole poi fatto soffrir la fame per tre giorni in un ergastolo, venne distesa sul cavalletto, scarnificata con uncini di ferro e gettata sul rogo, dal quale pure uscì miracolosamente illesa. Finalmente ebbe recisa la testa fuori dell'Urbe, aggiungendo così alla palma della verginità la corona del martirio. Il suo corpo fu sepolto dai Cristiani sulla via Ostiense, a dieci miglia da Roma, il 18 gennaio.
La Santa Chiesa applica ai sommi Pontefici cristiani ciò che la Bibbia dice di Finees (Num 25).
Pietro di Cristoforo Vannucci detto il Perugino e aiutanti, Consegna delle chiavi, Cappella Sistina, Città del Vaticano, 1481-1482 circa. |
Prisca, nobile vergine romana, a tredici anni fu accusata, sotto l'imperatore Claudio d'essere cristiana, e condotta per suo ordine al tempio di Apollo perché sacrificasse agli idoli; ma avendo ella detestata siffatta empietà, fu schiaffeggiata e messa in prigione. Poi fattane uscire, perseverando ella costantemente nella fede, battuta con verghe e cosparsa di grasso bollente, fu di nuovo rinchiusa in prigione. Tre giorni dopo condotta nell'anfiteatro, venne esposta ad un leone, il quale, dimentico della sua ferocia, si accovacciò umilmente ai suoi piedi. Avendole poi fatto soffrir la fame per tre giorni in un ergastolo, venne distesa sul cavalletto, scarnificata con uncini di ferro e gettata sul rogo, dal quale pure uscì miracolosamente illesa. Finalmente ebbe recisa la testa fuori dell'Urbe, aggiungendo così alla palma della verginità la corona del martirio. Il suo corpo fu sepolto dai Cristiani sulla via Ostiense, a dieci miglia da Roma, il 18 gennaio.
Santa Prisca battezzata da San Pietro. |
La Santa Chiesa applica ai sommi Pontefici cristiani ciò che la Bibbia dice di Finees (Num 25).
INTROITUS
Eccli
45:30. Státuit
ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii
dígnitas in aetérnum. Ps 131:1.
Meménto, Dómine, David: et omnis mansuetúdinis ejus. ℣. Glória Patri, et Fílio,
et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in
saecula saeculórum. Amen. Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem
fecit eum: ut sit illi sacerdótii dígnitas in aetérnum.
Eccli
45:30. Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e ne ha fatto un
principe: e così durerà per sempre la sua dignità sacerdotale. Ps 131:1.
Ricordati, Signore, di David e di tutta la pietà sua. ℣. Gloria al Padre e al
Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen. Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e
ne ha fatto un principe: e così durerà per sempre la sua dignità sacerdotale.
Gloria
ORATIO
Orémus.
Deus, qui beáto
Petro Apóstolo tuo, collátis clávibus regni coeléstis, ligándi atque solvéndi
pontifícium tradidísti: concéde; ut, intercessiónis ejus auxílio, a peccatórum
nostrórum néxibus liberémur: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate
Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
O
Dio, che al tuo santo apostolo Pietro, consegnando le chiavi del regno dei
cieli, hai dato il potere pontificale di legare e di sciogliere: concedi, a
noi, con l'aiuto della sua intercessione, di essere liberati dalle catene dei
nostri peccati. Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo
Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Si
fa dapprima la commemorazione di San Paolo, Apostolo, poi quella di Santa
Prisca, Vergine e Martire, con un'unica conclusione.
Orémus.
Pro
Sancto Paulo Apostolo.
Deus, qui
multitúdinem géntium beáti Pauli Apóstoli praedicatióne docuísti: da nobis,
quaesumus; ut, cujus commemoratiónem cólimus, ejus apud te patrocínia
sentiámus.
Preghiamo.
O
Dio, che con la predicazione del beato Paolo Apostolo hai ammaestrato una
moltitudine di popoli pagani, concedici, mentre ne celebriamo la commemorazione,
di sentire l'efficacia del suo patrocinio presso di Te.
Pro
Sancta Prisca Virgine et Martyre.
Da, quaesumus,
omnípotens Deus: ut, qui beátae Priscae Vírginis et Mártyris tuae natalítia
cólimus; et ánnua solemnitáte laetémur, et tantae fídei proficiámus exémplo. Per
Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in
unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Concedi,
o Dio onnipotente, che, celebrando la nascita alla vita eterna della beata
Prisca Vergine e Martire tua, ci rallegriamo per questa ricorrenza annuale e profittiamo
dell'esempio di tanta fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che
è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli
dei secoli. Amen.
LECTIO
Léctio Epístolae Beáti
Petri Apóstoli.
1Petr 1:1-7.
Petrus, Apóstolus
Jesu Christi, eléctis ádvenis dispersiónis Ponti, Galátiae, Cappadóciae, Asiae
et Bithýniae secúndum praesciéntiam Dei Patris, in sanctificatiónem Spíritus,
in obediéntiam, et aspersiónem sánguinis Jesu Christi: grátia vobis et pax
multiplicétur. Benedíctus Deus et Pater Dómini nostri Jesu Christi, qui
secúndum misericórdiam suam magnam regenerávit nos in spem vivam, per
resurrectiónem Jesu Christi ex mórtuis, in hereditátem incorruptíbilem et
incontaminátam et immarcescíbilem, conservátam in coelis in vobis, qui in
virtúte Dei custodímini per fidem in salútem, parátam revelári in témpore
novíssimo. In quo exsultábitis, módicum nunc si opórtet contristári in váriis tentatiónibus:
ut probátio vestrae fídei multo pretiósior auro (quod per ignem probatur)
inveniátur in laudem et glóriam et honórem, in revelatióne Jesu Christi, Dómini
nostri.
Lettura
dell'Epistola del Beato Pietro Apostolo.
1Petr 1:1-7.
Pietro,
apostolo di Gesù Cristo, ai pellegrini sparsi nel Ponto, nella Galazia, nella
Cappadocia, nell'Asia e nella Bitinia, eletti, secondo la prescienza di Dio
Padre, mediante la santificazione dello Spirito, per obbedire a Cristo ed
essere aspersi dal suo sangue: a voi grazia e pace in misura sempre più
abbondante. Benedetto il Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, il quale
per sua grande misericordia ci fece rinascere, risuscitando Gesù Cristo da
morte, a una vivente speranza, a una eredità incorruttibile, incontaminata e
immarcescibile, riservata nei cieli per voi, che per la potenza di Dio siete
custoditi, mediante la fede, in vista della salvezza ormai pronta per essere
rivelata nell'ultimo tempo. Trasalite di gioia per questo, anche se adesso
dovete essere molestati ancora un poco da prove di vario genere, affinché la
genuinità della vostra fede, ben più preziosa dell'oro che perisce, ma che pure
viene saggiato col fuoco, sia trovata in voi, a lode e gloria e onore, per il
tempo della manifestazione di nostro Signore Gesù Cristo.
GRADUALE
Ps
106:32; 106:31. Exáltent
eum in Ecclésia plebis: et in cáthedra seniórum laudent eum. ℣. Confiteántur
Dómino misericórdiae ejus; et mirabília ejus fíliis hóminum.
Ps
106:32; 106:31. Lo esaltino nell'assemblea del popolo e lo lodino nel consesso
degli anziani. ℣. Ringrazino il Signore per la sua bontà e per i suoi prodigi a
favore degli uomini.
ALLELUJA
Allelúja,
allelúja. Matt 16:18. ℣. Tu
es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam. Allelúja.
Alleluia,
alleluia. Matt 16:18. ℣. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la
mia Chiesa. Alleluia.
Dopo
Settuagesima, omessi l'Alleluja e il suo Versetto, si dice:
TRACTUS
Matt
16:18-19. Tu es
Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam. ℣. Et portae ínferi non praevalébunt
advérsus eam: et tibi dabo claves regni coelórum. ℣. Quodcúmque ligáveris super
terram, erit ligátum et in coelis. ℣.
Et quodcúmque sólveris super terram, erit solútum et in coelis.
Matt
16:18-19. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. ℣. E le porte degli inferi non
prevarranno contro di essa, e ti darò le chiavi del regno dei cieli. ℣. Tutto ciò che avrai legato sulla
terra sarà legato anche nei cieli. ℣.
E tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto anche nei cieli.
Beato
è San Pietro per aver elevato il suo sguardo oltre la natura, non guardando Nostro
Signore Gesù Cristo con occhio umano, ma contemplando per rivelazione del Padre
celeste il Figlio di Dio; beato è San Pietro che è stato giudicato degno di
riconoscere per primo la divinità che è nel Cristo.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠
sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt
16:13-19.
In illo témpore:
Venit Jesus in partes Caesaréae Philíppi, et interrogábat discípulos suos, dicens:
Quem dicunt hómines esse Fílium hóminis? At illi dixérunt: Alii Joánnem
Baptístam, alii autem Elíam, alii vero Jeremíam aut unum ex prophétis. Dicit
illis Jesus: Vos autem quem me esse dícitis? Respóndens Simon Petrus, dixit: Tu
es Christus, Fílius Dei vivi. Respóndens autem Jesus, dixit ei: Beátus es,
Simon Bar Jona: quia caro et sanguis non revelávit tibi, sed Pater meus, qui in
coelis est. Et ego dico tibi, quia tu es Petrus, et super hanc petram
aedificábo Ecclésiam meam, et portae ínferi non praevalébunt advérsus eam. Et
tibi dabo claves regni coelórum. Et quodcúmque ligáveris super terram, erit
ligátum et in coelis: et quodcúmque sólveris super terram, erit solútum et in
coelis.
Seguito
✠ del santo
Vangelo secondo Matteo.
Matt
16:13-19.
In
quel tempo, Gesù, venuto nella zona di Cesarea di Filippo, interrogava i suoi
discepoli: Chi dicono che sia il Figlio dell'uomo? Ed essi risposero: Alcuni
Giovanni il Battista, altri Elia, altri ancora Geremia, o uno dei profeti.
Disse loro Gesù: Ma voi, chi dite che io sia? Rispose Simon Pietro: Tu sei il
Cristo, il Figlio del Dio vivente. E Gesù, in risposta, gli disse: Beato sei
tu, Simone, figlio di Giona, poiché non la carne e il sangue te l'hanno
rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io dico a te che tu sei Pietro, e
su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non
prevarranno contro di essa. E ti darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò
che avrai legato sulla terra sarà legato anche nei cieli, e tutto ciò che avrai
sciolto sulla terra sarà sciolto anche nei cieli.
Omelia
di Sant'Ilario, Vescovo.
Commento
al cap. 16 di Matteo, dopo il principio.
Il Signore domanda
ai discepoli chi dicesse la gente che egli sia; ed aggiunse: il Figlio
dell'uomo. Infatti tale è la regola della professione di fede, che, come lo
riconosciamo Figlio di Dio, così anche Figlio dell'uomo: poiché l'una cosa
senza l'altra non ci dà veruna speranza di salvezza. Riferite pertanto le
diverse opinioni degli uomini su di lui, domanda che cosa ne pensino essi di
lui. E Pietro risponde: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Ora Pietro
aveva pesato gli elementi della questione proposta. Infatti, il Signore aveva
detto: La gente chi dice che sia io, il Figlio dell'uomo? E certo la vista del suo
corpo attirava l'attenzione su “il Figlio dell'uomo”. Ma aggiungendo: Chi dice
che sia io, fece intendere che, oltre quello che si vedeva in lui, c'era
qualche cosa che bisognava credere; egli era ebbene il Figlio dell'uomo. Qual
giudizio desiderava dunque che si avesse di lui? Non già, crediamo, che si
riconoscesse in lui la natura umana ch'egli aveva affermato; ma egli
interrogava su qualche cosa di occulto, sulla sua divinità, cui doveva
estendersi la fede dei fedeli.
E la confessione
di Pietro ottenne una ricompensa al tutto condegna, perché nell'uomo egli aveva
visto il Figlio di Dio. Beato è costui, che è lodato di aver spinto gli occhi
al di là di ciò che è umano, non considerando solo un corpo formato di carne e
di sangue, ma contemplando per rivelazione del Padre celeste il Figlio di Dio;
e fu giudicato degno di riconoscere per primo ciò che è nel Cristo di Dio. O
felice Pietro che, sotto questo nuovo nome, sei il fondamento della Chiesa, o
pietra degna di aver posto nella costruzione di quell'edificio che ha distrutto
le leggi dell'inferno, le porte del tartaro e le barriere della morte! O beato
portinaio del cielo, alla cui discrezione sono rimesse le chiavi dell'eterna
entrata, il cui giudizio in terra ha un'autorità più che riconosciuta nel cielo!
Così che tutto ciò che sarà legato o sciolto in terra, lo sia egualmente nel
cielo in virtù della medesima sentenza.
Credo
OFFERTORIUM
Matt
16:18-19. Tu es
Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam: et portae inferi non
praevalébunt advérsus eam: et tibi dabo claves regni coelórum.
Matt
16:18-19. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le
porte degli inferi non prevarranno contro di essa: e ti darò le chiavi del
regno dei cieli.
SECRETA
Ecclésiae tuae,
quaesumus, Dómine, preces et hóstias beáti Petri Apóstoli comméndet orátio: ut,
quod pro illíus glória celebrámus, nobis prosit ad véniam. Per Dominum nostrum
Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus
Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
O
Signore, la preghiera del santo apostolo Pietro raccomandi a te le suppliche e
le offerte della tua Chiesa: e ciò che celebriamo a sua gloria giovi ad
ottenerci il perdono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei
secoli. Amen.
Si
fa dapprima la commemorazione di San Paolo, Apostolo, poi quella di Santa
Prisca, Vergine e Martire, con un'unica conclusione.
Pro
Sancto Paulo Apostolo.
Apóstoli tui Pauli
précibus, Dómine, plebis tuae dona sanctífica: ut, quae tibi tuo grata sunt institúto,
gratióra fiant patrocínio supplicántis.
Per
le preghiere del tuo Apostolo Paolo santifica, o Signore, i doni del tuo
popolo, affinché il sacrificio che Ti è già gradito per la tua istituzione, lo
sia ancora più per il patrocinio di colui che Ti prega.
Pro
Sancta Prisca Virgine et Martyre.
Haec hóstia, quaesumus,
Dómine, quam Sanctórum tuórum natalítia recenséntes offérimus, et víncula
nostrae pravitátis absólvat, et tuae nobis misericórdiae dona concíliet. Per
Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in
unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Questo
sacrificio, o Signore, che ti offriamo per celebrare la nascita alla vita
eterna dei tuoi Santi, sciolga i legami della nostra malizia e ci ottenga i
doni della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che
è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli
dei secoli. Amen.
PRAEFATIO
DE APOSTOLIS
Vere dignum et
justum est, aequum et salutáre: Te, Dómine, supplíciter exoráre, ut gregem
tuum, Pastor aetérne, non déseras: sed per beátos Apóstolos tuos contínua
protectióne custódias. Ut iísdem rectóribus gubernétur, quos óperis tui
vicários eídem contulísti praeésse pastóres. Et ídeo cum Angelis et
Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis
exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicéntes: Sanctus, Sanctus,
Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in
excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.
È
veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza innalzare a
te, Signore, la nostra preghiera. Ti supplichiamo, Pastore eterno: non
abbandonare il tuo gregge, ma per mezzo dei tuoi Santi Apostoli custodiscilo e
proteggilo sempre. Continui ad essere governato da quelli che tu stesso hai
eletto vicari dell'opera tua, e hai costituito pastori. E noi, uniti agli
Angeli e agli Arcangeli, ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei
Cori celesti, cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria: Santo,
Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della
tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del
Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
COMMUNIO
Matt
16:18. Tu es
Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam.
Matt
16:18. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Laetíficet nos,
Dómine, munus oblátum: ut, sicut in Apóstolo tuo Petro te mirábilem
praedicámus; sic per illum tuae sumámus indulgéntiae largitátem. Per Dominum
nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate
Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Ci sia fonte di grazia il sacrificio che ti abbiamo offerto, o Signore, affinché, come ti proclamiamo mirabile nel tuo Apostolo Pietro, così riceviamo, per suo merito, l'abbondanza del tuo perdono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Ci sia fonte di grazia il sacrificio che ti abbiamo offerto, o Signore, affinché, come ti proclamiamo mirabile nel tuo Apostolo Pietro, così riceviamo, per suo merito, l'abbondanza del tuo perdono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Si
fa dapprima la commemorazione di San Paolo, Apostolo, poi quella di Santa
Prisca, Vergine e Martire, con un'unica conclusione.
Orémus.
Pro
Sancto Paulo Apostolo.
Sanctificáti,
Dómine, salutári mystério: quaesumus; ut nobis ejus non desit orátio, cujus nos
donásti patrocínio gubernari.
Preghiamo.
Santificati,
o Signore, dal mistero della salvezza, Ti preghiamo che non ci venga mai meno
la preghiera di colui che ci hai dato per patrono e per guida.
Pro
Sancta Prisca Virgine et Martyre.
Quaesumus, Dómine,
salutáribus repléti mystériis: ut, cujus solémnia celebrámus, ejus oratiónibus
adjuvémur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et
regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Saziati
dai misteri di salvezza, Ti preghiamo, o Signore, di essere aiutati dalle
preghiere di colei di cui celebriamo la festa. Per il nostro Signore Gesù
Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito
Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.