Paramenti bianchi.
Questa festa si
celebra la Domenica infra l'Ottava dell'Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo,
oppure, se tale Domenica occorra all'Ottava dell'Epifania (13 gennaio), il
sabato che la precede.
La
festa della Sacra Famiglia, che trae origine nella devozione dei Padri Gesuiti
del XVII secolo, fu istituita da papa Leone XIII nel 1892 ed estesa alla Chiesa
universale nel 1921 da papa Benedetto XV, fissandone la celebrazione alla
Domenica infra l'Ottava dell'Epifania o al sabato che la precede.
L'intento
di Santa Madre Chiesa è di assicurare alle anime il beneficio della meditazione
e dell'imitazione delle virtù della Sacra Famiglia:
«A
nessuno sfugge che la felicità privata e pubblica dipende in modo particolarissimo
dall'istituzione familiare. Quanto più profonde radici, infatti, avrà messo la
virtù in casa, con quanta più cura saranno stati formati gli animi dei figli
dalle parole e dall'esempio dei genitori all'osservazione dei precetti
religiosi, tanto più ricchi saranno i frutti nella comunità. Perciò interessa
sommamente che la società familiare non solo sia costituita santamente, ma
anche sia retta da leggi sante, e sia in essa promosso diligentemente e
costantemente lo spirito di pietà e il modo di vivere cristiano.
Allorché
giunse il tempo fissato dai suoi decreti per il compimento della grand'opera
dell'umano riscatto, che i secoli da tempo attendevano, il Dio di misericordia
ne dispose in tal guisa l'ordine e l'economia, che gl'inizi di quest'opera
offrissero al mondo l'augusto spettacolo d'una Famiglia divinamente costituita,
nella quale tutti gli uomini potessero contemplare l'esemplare più perfetto
della società domestica e d'ogni virtù e santità. Tale fu infatti questa
famiglia di Nazaret, in cui, prima d'irradiare su tutte le nazioni lo splendore
della sua piena luce, il Sole di giustizia, cioè il Cristo Dio nostro
Salvatore, dimorò nascosto colla Vergine sua Madre e Giuseppe, uomo santissimo,
che ricopriva a riguardo di Gesù l'ufficio di padre. Quanto alle mutue prove
d'amore, alla santità di costumi, all'esercizio della pietà nella società
famigliare e nelle relazioni abituali di quelli che vivono sotto un medesimo
tetto, non si può senza verun dubbio trovare a celebrare alcuna virtù che non
rifulgesse in sommo grado in questa sacra Famiglia destinata a divenire il
modello di tutte le altre. E la Provvidenza la stabilì così nel suo disegno
pieno di bontà, perché tutti i cristiani, di qualsiasi condizione o patria,
possano facilmente, se la riguardano con attenzione, avere e l'esempio di ogni
virtù e un invito a praticarla.
I
padri di famiglia hanno sicuramente in Giuseppe un modello ammirabile della vigilanza
e sollecitudine paterna; le madri hanno nella santa Vergine, Madre di Dio, un
esempio insigne di amore, di rispetto modesto e della sottomissione d'un'anima
di fede perfetta; i figli di famiglia hanno in Gesù, sottomesso ai suoi
genitori, un divino esempio d'obbedienza d'ammirare, onorare, imitare. Quelli
che sono nati nobili, apprenderanno da questa Famiglia di sangue reale a conservare
la moderazione nella prosperità e la dignità nelle afflizioni: i ricchi
riconosceranno a questa scuola quanto siano da stimarsi meno le ricchezze che
le virtù. Gli operai poi e tutti quelli che soffrono tanto per le angustie del
sostegno d'una famiglia e d'una condizione povera, se guardano ai membri
santissimi di questa società domestica, non mancherà loro né motivo né
occasione di rallegrarsi della sorte loro toccata piuttosto che di
rattristarsene. Difatti le fatiche loro sono ad essi comuni colla Sacra
Famiglia, e comuni con essa le cure della vita quotidiana: anche Giuseppe dové
provvedere, guadagnandosi il pane, al sostegno dei suoi; e anzi, le stesse mani
divine s'esercitarono al lavoro di un'arte meccanica. Non è dunque da stupirci
se uomini sapientissimi aventi copiose ricchezze, abbiano voluto rinunziarvi
per scegliere la povertà e trovarsi uniti con Gesù, Maria e Giuseppe.
Per
tutti questi motivi a buon dritto il culto della Sacra Famiglia, prontamente
affermatosi fra i cattolici, ogni giorno più prende sviluppo. Come lo provano
sia le associazioni cristiane istituite sotto il nome della Sacra Famiglia, sia
gli onori singolari che le furono resi, e soprattutto i privilegi e favori
spirituali accordati dai nostri predecessori per eccitare verso di essa lo zelo
della pietà. Questo culto pertanto fu in grande onore fin dal secolo XVII, e
propagato ovunque in Italia, Francia e Belgio si sparse quasi in tutta Europa;
quindi valicate le immensità degli Oceani, si estese nella regione del Canada
nell'America per fiorirvi sotto i più felici auspici. Niente infatti si può
trovare di più salutare e più utile per le famiglie cristiane che l'esempio
della Sacra Famiglia, la quale abbraccia la perfezione e l'insieme di tutte le
virtù domestiche.
Si
procuri quindi che il maggior numero possibile di famiglie, specialmente di
operai, alle quali è indirizzata con maggior violenza l'insidia, si iscrivano a
questa pia Associazione. Bisogna però badare che l'Associazione non defletta
dal suo proposito, né si muti lo spirito; ma si conservino integri gli esercizi
di pietà e di preghiere quali e come sono stati decretati. Implorati così in
seno alle famiglie, Gesù, Maria e Giuseppe verranno in loro aiuto, vi
conserveranno la carità, vi regoleranno i costumi e ne provocheranno i membri
ad imitarne la virtù e addolciranno o renderanno sopportabili le mortali prove che
ci minacciano da ogni parte». (Leone XIII, Breve Neminem fugit, 14 giugno 1892)
«Già
risplendono decorati di lor lampade i sacri templi, già di ghirlande è adorno
l'altare, fumano in pio omaggio i turiboli e mandano il profumo dell'incenso. Non
conviene forse celebrare la nascita regale del Figlio del Padre Supremo coi
nostri cantici? Non forse la casa di David, e i nomi gloriosi di questa antica
stirpe? È più dolce per noi ricordare la piccola casa di Nazaret e l'umile
esistenza che vi si conduce: è più dolce celebrare la vita oscura di Gesù.
Dalle lontane sponde del Nilo ov'era fuggito, sotto la scorta d'un Angelo,
ritorna in fretta, dopo aver molto sofferto il Pargoletto, salvo alla casa
paterna. Lì il Fanciullo Divino imparò l'umile mestiere di Giuseppe e
nell'ombra crebbe e fu felice di essere compagno nei lavori del falegname. Il
sudore - egli dice - scorra sulle mie membra, prima che il Sangue le bagni; che
questa fatica del lavoro serva d'espiazione per il genere umano. Vicino al
divino Fanciullo è la tenera Madre; vicino allo Sposo, la Sposa devota, felice
di poter sollevare le pene agli affaticati con cura affettuosa. O voi, che non
foste esenti dalle pene e dal lavoro, che avete conosciuto la sventura,
assistete gl'infelici che l'indigenza affligge e che lottano contro le
difficoltà della vita. Togliete a questi l'amor del fasto, a color cui arride
grande prosperità date animo sereno nelle circostanze: quanti implorano
soccorso, guardate con viso benevolo. Sia, o Gesù, onore e potenza a te, che ci
offri santi esempi di vita, e che regni insieme col sommo Padre e collo Spirito
d'amore. Amen». (Inno del Mattutino della festa, composto da papa Leone XIII)
Nell'umile
casa di Nazaret Nostro Signore Gesù Cristo, Maria Santissima e San Giuseppe
consacrarono, con l'esercizio delle virtù domestiche, la vita familiare (Oratio).
Possa la grande Famiglia che è la Chiesa ed ogni focolare cristiano esercitare
in terra le virtù che esercitò la Sacra Famiglia, per meritare di vivere nella
sua santa compagnia in cielo (Oratio).
INTROITUS
INTROITUS
Prov
23:24; 23:25.
Exsúltat gáudio pater Justi, gáudeat Pater tuus et Mater tua, et exsúltet quae
génuit te. Ps 83:2-3. Quam dilécta
tabernácula tua, Dómine virtútum! concupíscit et déficit ánima mea in átria
Dómini. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in
princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Exsúltat gáudio
pater Justi, gáudeat Pater tuus et Mater tua, et exsúltet quae génuit te.
Prov
23:24; 23:25. Esulti di gaudio il padre del Giusto, goda tuo Padre e tua Madre,
ed esulti colei che ti ha generato. Ps 83:2-3. Quanto sono amabili i tuoi
tabernacoli, o Signore degli eserciti! Anela e si strugge l'anima mia nella
casa del Signore. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come
era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Esulti di gaudio
il padre del Giusto, goda tuo Padre e tua Madre, ed esulti colei che ti ha
generato.
Gloria
ORATIO
Orémus.
Dómine Jesu
Christe, qui, Maríae et Joseph súbditus, domésticam vitam ineffabílibus
virtútibus consecrásti: fac nos, utriúsque auxílio, Famíliae sanctae tuae
exémplis ínstrui; et consórtium cónsequi sempitérnum: Qui vivis et regnas cum
Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum.
Amen.
Preghiamo.
O
Signore Gesù Cristo, che stando sottomesso a Maria e Giuseppe, consacrasti la
vita domestica con ineffabili virtù, fa' che con il loro aiuto siamo
ammaestrati dagli esempi della tua santa Famiglia, e possiamo conseguirne il
consorzio eterno: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo
Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Si
fa la commemorazione della Domenica infra l'Ottava dell'Epifania e della
medesima Ottava con un'unica conclusione.
Orémus.
Pro
Dominica infra Octavam Epiphaniae.
Vota, quaesumus,
Dómine, supplicántis pópuli coelésti pietáte proséquere: ut et, quae agénda sunt,
vídeant, et ad implénda, quae víderint, convaléscant.
Preghiamo.
Accogli,
te ne preghiamo, o Signore, con divina bontà, i voti e le suppliche del tuo
popolo, affinché veda ciò che deve fare e sia in grado di compierlo.
Pro
Octava Epiphaniae.
Deus, qui hodiérna
die Unigénitum tuum géntibus stella duce revelásti: concéde propítius; ut, qui
jam te ex fide cognóvimus, usque ad contemplándam spéciem tuae celsitúdinis
perducámur. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum
vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum.
Amen.
O
Dio, che oggi rivelasti alle genti il tuo Unigenito con la guida di una stella,
concedi benigno che, dopo averti conosciuto mediante la fede, possiamo giungere
a contemplare lo splendore della tua maestà. Per il medesimo nostro Signore
Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo
Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Nostro
Signore Gesù Cristo, nella sua grande misericordia, ci ha perdonato i nostri
peccati, costituendo così la grande Famiglia che è la Chiesa. Egli ne è il
capo. Tutti quelli che ne fanno parte ringrazino Dio ed usino, a loro volta,
misericordia gli uni agli altri. In ogni focolare cristiano regni la pace di
Cristo.
LECTIO
Léctio Epístolae Beáti
Pauli Apóstoli ad Colossénses.
Col
3:12-17.
Fratres: Indúite
vos sicut elécti Dei, sancti et dilécti, víscera misericórdiae, benignitátem,
humilitátem, modéstiam, patiéntiam: supportántes ínvicem, et donántes
vobismetípsis, si quis advérsus áliquem habet querélam: sicut et Dóminus
donávit vobis, ita et vos. Super ómnia autem haec caritátem habéte, quod est
vínculum perfectiónis: et pax Christi exsúltet in córdibus vestris, in qua et
vocáti estis in uno córpore: et grati estóte. Verbum Christi hábitet in vobis
abundánter, in omni sapiéntia, docéntes et commonéntes vosmetípsos psalmis,
hymnis et cánticis spirituálibus, in grátia cantántes in córdibus vestris Deo.
Omne, quodcúmque fácitis in verbo aut in ópere, ómnia in nómine Dómini Jesu
Christi, grátias agéntes Deo et Patri per ipsum.
Lettura
dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Colossesi.
Col
3:12-17.
Fratelli,
come eletti di Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di misericordia,
di bontà, di umiltà, di dolcezza e di pazienza, sopportandovi e perdonandovi
gli uni gli altri, se qualcuno ha da dolersi di un altro: come il Signore vi ha
perdonato, così anche voi. Ma al di sopra di tutto questo rivestitevi della carità,
che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori,
perché siete stati chiamati a questa pace in guisa da formare un solo corpo:
siate riconoscenti. La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente,
istruitevi e avvisatevi gli uni gli altri con ogni sapienza, e, ispirati dalla
grazia, levate canti a Dio nei vostri cuori con salmi, inni e cantici
spirituali. E qualsiasi cosa facciate in parole e in opere, fate tutto nel nome
del Signore Gesù Cristo, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di Lui.
GRADUALE
Ps
26:4. Unam pétii
a Dómino, hanc requíram: ut inhábitem in domo Dómini ómnibus diébus vitae meae.
Ps 83:5. ℣. Beáti, qui hábitant in
domo tua, Dómine: in saecula saeculórum laudábunt te.
Ps
26:4. Una sola cosa ho chiesto e richiederò al Signore: abitare nella casa del
Signore tutti i giorni della mia vita. Ps 83:5. ℣. Beati quelli che abitano
nella tua casa, o Signore: essi possono lodarti nei secoli dei secoli.
ALLELUJA
Allelúja, allelúja.
Is 45:15. ℣. Vere tu es Rex
abscónditus, Deus Israël Salvátor. Allelúja.
Alleluia,
alleluia. Is 45:15. ℣. Tu sei davvero un Re nascosto, o Dio d'Israele,
Salvatore. Alleluia.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti
Evangélii secúndum Lucam.
Luc
2:42-52.
Cum factus esset Jesus
annórum duódecim, ascendéntibus illis Jerosólymam secúndum consuetúdinem diéi
festi, consummatísque diébus, cum redírent, remánsit puer Jesus in Jerúsalem,
et non cognovérunt paréntes ejus. Existimántes autem illum esse in comitátu,
venérunt iter diéi, et requirébant eum inter cognátos et notos. Et non
inveniéntes, regréssi sunt in Jerúsalem, requiréntes eum. Et factum est, post
tríduum invenérunt illum in templo sedéntem in médio doctórum, audiéntem illos
et interrogántem eos. Stupébant autem omnes, qui eum audiébant, super prudéntia
et respónsis ejus. Et vidéntes admiráti sunt. Et dixit Mater ejus ad illum:
Fili, quid fecísti nobis sic? Ecce, pater tuus et ego doléntes quaerebámus te.
Et ait ad illos: Quid est, quod me quaerebátis? Nesciebátis, quia in his, quae
Patris mei sunt, opórtet me esse? Et ipsi non intellexérunt verbum, quod
locútus est ad eos. Et descéndit cum eis, et venit Názareth: et erat súbditus
illis. Et Mater ejus conservábat ómnia verba haec in corde suo. Et Jesus
proficiébat sapiéntia et aetáte et grátia apud Deum et hómines.
Seguito
✠ del santo Vangelo
secondo Luca.
Luc
2:42-52.
Quando
Gesù raggiunse i dodici anni, essendo essi saliti a Gerusalemme, secondo
l'usanza di quella solennità, e, allorché, passati quei giorni, se ne
ritornarono, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, né i suoi genitori se ne
avvidero. Ora, supponendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di
cammino, dopo di che lo cercarono tra i parenti e i conoscenti. Ma non avendolo
trovato, tornarono a ricercarlo a Gerusalemme. E avvenne che dopo tre giorni lo
trovarono nel Tempio, mentre sedeva in mezzo ai Dottori, e li ascoltava e li
interrogava, e tutti gli astanti stupivano della sua sapienza e delle sue
risposte. E, vistolo, ne fecero le meraviglie. E sua Madre gli disse: Figlio
perché ci hai fatto questo? Ecco che tuo padre ed io, addolorati, ti cercavamo.
E rispose loro: Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi di quel
che spetta al Padre mio? Ed essi non compresero ciò che aveva loro detto. E se
ne andò con loro e ritornò a Nazaret, e stava soggetto ad essi. Però sua Madre
serbava in cuor suo tutte queste cose. E Gesù cresceva in sapienza, in statura
e in grazia innanzi a Dio e agli uomini.
Omelia
di San Bernardo, Abate.
Omelia
1 su Missus est, n. 7-8.
E stava loro
sottomesso (Luc 2:52). Chi? A chi? Un
Dio a degli uomini; sì, il Dio, cui sono sottomessi gli Angeli, cui obbediscono
i Principati e le Potestà, stava sottomesso a Maria, e non soltanto a Maria, ma
anche a Giuseppe a cagione di Maria. Ammira dunque l'una e l'altra cosa, e
scegli quel che ti pare più ammirabile, se la benignissima condiscendenza del
Figlio o la gloriosissima dignità della Madre. Da ogni parte stupore, da ogni
parte miracolo: che un Dio obbedisca a una donna è un'umiltà senza esempio; e
che una donna comandi a un Dio è una sublimità senza eguale. Nelle lodi
riserbate ai vergini, si canta in particolare ch'essi seguono l'Agnello ovunque
vada (Apoc 14:4). Ebbene, di quali
lodi non giudicherai degna chi gli va anche dinanzi?
Uomo, impara ad
obbedire; terra, impara a sottostare; polvere, impara a sottometterti. L'Evangelista
parlando del tuo autore: E stava, dice, loro sottomesso; cioè senza dubbio a
Maria e a Giuseppe. Vergognati, cenere orgogliosa! Un Dio si abbassa, e tu ti
esalti? Un Dio si assoggetta agli uomini, e tu, cercando di dominare gli
uomini, ti metti al disopra del tuo autore? O se Dio, allorché penso così, si
degnasse rispondermi ciò che, riprendendolo, rispose al suo Apostolo: Va' lontano da me, satana, perché tu non comprendi quel ch'è di Dio (Matt 16:23)! Difatti, ogni volta che
desidero preminenza fra gli uomini, ogni volta mi sforzo di passare davanti a
Dio; e allora veramente non sento quel ch'è di Dio. Infatti di lui è detto: E
stava loro sottomesso (Luc 2:52). O
uomo, se disdegni d'imitare l'esempio d'un uomo, certo non sarà indegno di te
seguire il tuo fattore. Se non puoi forse seguirlo dovunque vada, degnati
almeno di seguirlo fin dove egli volle discendere per te.
Se non puoi
camminare per il sentiero sublime della verginità, segui almeno il tuo Dio nel
sentiero sicurissimo dell'umiltà; e se anche coloro, che sono dei vergini, devieranno da
questa retta via, a dire il vero, neppure essi seguiranno l'Agnello ovunque
vada. L'umile ch'è macchiato, sì, segue l'Agnello, lo segue anche il vergine
orgoglioso, ma nessun dei due lo segue dovunque vada; perché né il primo può
elevarsi alla purezza dell'Agnello ch'è senza macchia, né il secondo si degna
discendere alla dolcezza di questo stesso (Agnello), che ammutolì non solo
davanti a chi lo tosava, ma ancora davanti a colui che l'uccideva. Nonpertanto
il peccatore, umiliandosi, ha scelto una parte migliore dell'orgoglioso
vergine, essendo che l'umile soddisfazione di quello lava la sua immondezza,
mentre l'orgoglio di questo insozza la sua purezza.
Credo
OFFERTORIUM
Luc
2:22. Tulérunt Jesum
paréntes ejus in Jerúsalem, ut sísterent eum Dómino.
Luc
2:22. I suoi genitori condussero Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore.
SECRETA
Placatiónis hostiam
offérimus tibi, Dómine, supplíciter deprecantes: ut, per intercessiónem
Deíparae Vírginis cum beáto Joseph, famílias nostras in pace et grátia tua
fírmiter constítuas. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui
tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula
saeculorum. Amen.
Ti
offriamo, o Signore, l'ostia di propiziazione, umilmente supplicandoti che, per
intercessione della Vergine Madre di Dio e del beato Giuseppe, Tu mantenga
nella pace e nella tua grazia le nostre famiglie. Per il medesimo nostro
Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con
lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Si
fa la commemorazione della Domenica infra l'Ottava dell'Epifania e della
medesima Ottava con un'unica conclusione.
Pro
Dominica infra Octavam Epiphaniae.
Oblátum tibi,
Dómine, sacrifícium vivíficet nos semper et múniat.
Il
sacrificio a te offerto, o Signore, ci vivifichi e protegga sempre.
Pro
Octava Epiphaniae.
Ecclésiae tuae,
quaesumus, Dómine, dona propítius intuére: quibus non jam aurum, thus et myrrha
profértur; sed quod eísdem munéribus declarátur, immolátur et súmitur, Jesus
Christus, Fílius tuus, Dóminus noster: Qui tecum vivit et regnat in unitate
Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.
Guarda
benigno, o Signore, Te ne preghiamo, alle offerte della tua Chiesa, con le
quali non si offre più oro, incenso e mirra, bensì Colui stesso che, mediante
le medesime, è rappresentato, offerto e ricevuto, Gesù Cristo tuo Figlio e
nostro Signore: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito
Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PRAEFATIO DE EPIPHANIA DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubique grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia, cum Unigenitus tuus in substántia nostrae mortalitátis appáruit, nova nos immortalitátis suae luce reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.
È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché quando il tuo Unigenito apparve nella nostra natura mortale, ci riparò con la luce nuova della sua immortalità. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
PRAEFATIO DE EPIPHANIA DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubique grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia, cum Unigenitus tuus in substántia nostrae mortalitátis appáruit, nova nos immortalitátis suae luce reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.
È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché quando il tuo Unigenito apparve nella nostra natura mortale, ci riparò con la luce nuova della sua immortalità. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
COMMUNICANTES
DE EPIPHANIA DOMINI
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo Unigenitus tuus, in tua tecum glória coaetérnus, in veritáte carnis nostrae visibíliter corporális appáruit: sed et memóriam venerántes, in primis gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo Unigenitus tuus, in tua tecum glória coaetérnus, in veritáte carnis nostrae visibíliter corporális appáruit: sed et memóriam venerántes, in primis gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.
Uniti
in comunione celebriamo il giorno santissimo in cui il tuo Unigenito, a Te
coeterno nella tua gloria, apparve visibilmente uomo nella realtà della nostra
carne: di più veneriamo la memoria, anzitutto della gloriosa sempre Vergine
Maria, Madre del medesimo Dio e Signore nostro Gesù Cristo: e dei tuoi beati
Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso,
Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente,
Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e
Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali
concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per
il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.
COMMUNIO
Luc
2:51. Descéndit
Jesus cum eis, et venit Názareth, et erat súbditus illis.
Luc
2:51. E Gesù se ne andò con loro, e tornò a Nazaret, ed era loro sottomesso.
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Quos coeléstibus
réficis sacraméntis, fac, Dómine Jesu, sanctae Famíliae tuae exémpla júgiter imitári:
ut in hora mortis nostrae, occurrénte gloriósa Vírgine Matre tua cum beáto
Joseph; per te in aetérna tabernácula récipi mereámur: Qui vivis et regnas cum
Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum.
Amen.
Preghiamo.
O
Signore Gesù, concedici che, ristorati dai tuoi Sacramenti, seguiamo sempre gli
esempi della tua santa Famiglia, affinché nel momento della nostra morte
meritiamo, con l'aiuto della gloriosa Vergine tua Madre e del beato Giuseppe,
di essere accolti nei tuoi eterni tabernacoli. Tu che sei Dio, e vivi e regni
con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
Si
fa la commemorazione della Domenica infra l'Ottava dell'Epifania e della
medesima Ottava con un'unica conclusione.
Orémus.
Pro
Dominica infra Octavam Epiphaniae.
Súpplices te
rogámus, omnípotens Deus: ut, quos tuis réficis sacraméntis, tibi étiam
plácitis móribus dignánter deservíre concédas.
Preghiamo.
Supplici
Ti preghiamo, o Dio onnipotente: affinché a quelli, che Tu ristori coi tuoi
sacramenti, conceda anche di servirti con una condotta a Te gradita.
Pro
Octava Epiphaniae.
Praesta,
quaesumus, omnípotens Deus: ut, quae solémni celebrámus officio, purificátae
mentis intellegéntia consequámur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium
tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia
saecula saeculorum. Amen.
Concedici,
Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che i misteri oggi solennemente celebrati,
li comprendiamo con l'intelligenza di uno spirito purificato. Per il nostro
Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con
lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.