mercoledì 23 gennaio 2019

San Raimondo di Peñafort, Confessore - Commemorazione di Sant'Emerenziana, Vergine e Martire

Semidoppio.
Paramenti bianchi.

La Santa Chiesa oggi festeggia San Raimondo di Peñafort. Come per mezzo della sua dottrina e dei suoi miracoli Cristo si mostrò Figlio di Dio, così mediante la scienza e i miracoli di San Raimondo, la Santa Chiesa oggi ci mostra come Ella, grazie ai suoi santi, partecipi della divinità del Verbo.
Il beato Raimondo nacque verso il 1175 a Santa Margarida i els Monjos, nella provincia di Barcellona (Catalogna) in Spagna, dalla nobile famiglia di Peñafort. Istruito negli elementi della religione cristiana, ancor fanciullo fece presagire qualche cosa di grande per le rare qualità di anima e di corpo. Infatti, completati gli studi, appena ventenne aprì una scuola, su invito del vescovo di Barcellona, nei chiostri della Cattedrale della città, ove insegnò lettere umanistiche, cioè Logica e Retorica. In seguito, andò a Bologna, dove, datosi con ardore ai doveri della pietà e allo studio del diritto canonico e civile e conseguita la laurea dottorale, spiegò i sacri canoni con grande ammirazione di tutti.
Crescendo sempre più la fama delle sue virtù, nel 1218 Berengario, vescovo di Barcellona, ritornando da Roma alla sua chiesa, passò per Bologna collo scopo di vederlo, e ottenne infine a forza di preghiere che Raimondo ritornasse con lui in patria, affinché insegnasse nel seminario che intendeva fondare per la formazione del suo clero, conformemente ai decreti del IV Concilio Lateranense.
A Barcellona, insignito bentosto del canonicato e della prepositura della medesima chiesa, rifulse a tutto il clero e popolo per integrità, modestia, dottrina e dolcezza di modi, e accrebbe sempre con tutte le forze l'onore e il culto della Beata Vergine Maria, Madre di Dio, che venerava con pietà e affetto singolari.
Intanto Raimondo si sentiva chiamato alla vita religiosa. Avendo abbandonato tutto, a circa quarantasette anni di età, precisamente il venerdì santo del 1222, entrò nell'Ordine dei frati Predicatori (domenicani), del quale è una delle glorie. Fatta la professione nell'Ordine fondato da San Domenico, qual nuovo soldato si esercitò in ogni genere di virtù, ma soprattutto nella carità verso gli indigenti, e principalmente verso gli schiavi tenuti dagli infedeli. Dietro sua esortazione avendo San Pietro Nolasco - di cui egli ascoltava le confessioni - consacrati i suoi beni a quest'opera di pietà, la Beatissima Vergine Maria apparve tanto a lui che al beato Raimondo e a Giacomo I re di Aragona, dicendo che avrebbero fatto cosa gratissima a sé e al suo Figlio Unigenito, se avessero istituito in suo onore un ordine di religiosi, che avesse avuto la cura di liberare gli schiavi dalla tirannia degli infedeli. Quindi, dopo aver conferito tra loro, fondarono l'Ordine di Santa Maria della Mercede per la redenzione degli schiavi: per il quale il beato Raimondo stabilì certe regole di vita assai adatte alla vocazione dello stesso ordine, impetrandone, alquanti anni dopo, l'approvazione da papa Gregorio IX, e creando primo maestro generale dell'ordine il suddetto San Pietro, cui egli stesso colle proprie mani aveva dato l'abito.
Raimondo, che meditava continuamente la legge di Dio (Introitus), fu un'autorità nella materia del Sacramento della Penitenza, tanto che gli fu ordinato di scrivere la Summa de Casibus Poenitentiae (Somma dei casi di coscienza) ad uso dei confessori, che è un riassunto di morale cristiana molto pregiato. Pertanto la Santa Chiesa l'onora del titolo di «insigne ministro del sacramento della penitenza» (Oratio).
Chiamato a Roma dallo stesso papa Gregorio IX e scelto per suo cappellano, penitenziere e confessore, per ordine suo egli raccolse nel volume delle Decretali i decreti dei Romani Pontefici sparsi negli atti di vari concili e in diverse lettere. Questo lavoro, chiamato Liber Extra (o Decretalium Gregorii IX compilatio), fu promulgato in via ufficiale il 5 settembre 1234 dal sommo Pontefice e presentato all'università di Parigi e di Bologna. Durante la sua permanenza presso la corte pontificia, a nome del Papa, Raimondo diede numerose risposte a consultazioni giuridiche, che furono raccolte con il nome di Dubitalia.
Ricusò sempre con fermezza l'arcivescovado di Tarragona (in Catalogna, Spagna) offertogli dallo stesso Pontefice, e si dimise spontaneamente da Maestro Generale dell'Ordine dei Predicatori che aveva governato santissimamente per due anni (1238-1240).
Egli determinò Giacomo I re d'Aragona a stabilire nei suoi stati il santo uffizio dell'Inquisizione. Fu molto impegnato, inoltre, nella lotta contro l'eresia in Spagna e gli era molto a cuore la missione per evangelizzare gli infedeli, mori ed ebrei. Tanto che spinse San Tommaso d'Aquino a comporre un testo per fornire i missionari delle conoscenze intellettuali necessarie a controbattere le obiezioni degli infedeli: il Liber de Veritate Catholicae Fidei contra errores infidelium, meglio conosciuto come Summa contra gentiles.
Fece molti miracoli, fra i quali il più celebre fu che ritornando dall'isola di Maiorca delle Baleari a Barcellona, disteso il mantello sulle acque, fece centosessanta miglia di cammino in sei ore ed entrò nel suo cenobio a porte chiuse (miracolo cui allude l'Oratio).
Non volendo essere sorpreso dall'arrivo inatteso del Signore (Evangelium), impiegò in modo speciale gli ultimi trentacinque anni della sua vita a prepararsi alla sua morte. Quasi centenario, ricolmo di virtù e di meriti, si addormentò nel Signore, a Barcellona, il 6 gennaio nell'anno della salute 1275. Papa Clemente VIII l'inserì nel numero dei Santi, il 29 aprile 1601. Il suo corpo si conserva onorevolmente nella Cattedrale di Barcellona.
Per l'intercessione di San Raimondo, che fu insigne ministro del sacramento della penitenza e che attraversò miracolosamente il mare, impetriamo di compiere degni frutti di penitenza e di arrivare al porto della salute eterna (Oratio).


Tommaso Dolabella, San Raimondo di Peñafort, Convento di San Domenico, Cracovia, Polonia, XVII sec.  


Emerenziana, vergine romana del III secolo, sorella di latte di Sant'Agnese, ancora catecumena ma ardente di fede e di carità, per aver rimproverato con veemenza agli adoratori degli idoli le violenze che commettevano contro i Cristiani, venne lapidata da una moltitudine ammutinata. Pregando in mezzo alle sofferenze, ella fu battezzata nel proprio sangue, che sparse coraggiosamente per Cristo, e rese l'anima a Dio presso la tomba di Sant'Agnese, ove la santa fanciulla stava pregando. Si narra che abbia sofferto il martirio poco dopo Sant'Agnese, i cui parenti ne seppellirono il corpo nei confini del piccolo podere di Agnese. Così, secondo gli Atti di Sant'Agnese.
Le sue reliquie furono traslate nel IX secolo nella Basilica di Sant'Agnese fuori le mura sulla via Nomentana. Nel 1615, papa Paolo V commissionò un'artistica cassa argentea, in cui fece richiudere i corpi delle Sante Agnese ed Emerenziana e che collocò sotto l'altare maggiore. A Roma, nella Basilica di San Pietro in Vicoli si conserva il suo capo, mentre nella Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli un suo dito.


Martirio di Sant'Emerenziana.


Meditando la dottrina celeste, i Santi hanno compreso che la prosperità dei cattivi è ingannatrice e che solo i giusti sono veramente felici.

INTROITUS
Ps 36:30-31. Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium: lex Dei ejus in corde ipsíus. Ps 36:1. Noli aemulári in malignántibus: neque zeláveris faciéntes iniquitátem. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium: lex Dei ejus in corde ipsíus.

Ps 36:30-31. La bocca del giusto pronuncia parole di saggezza, la sua lingua parla con rettitudine; ha nel cuore la legge del suo Dio. Ps 36:1. Non invidiare i malvagi e non essere geloso degli operatori di iniquità. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. La bocca del giusto pronuncia parole di saggezza, la sua lingua parla con rettitudine; ha nel cuore la legge del suo Dio.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui beátum Raymúndum poeniténtiae sacraménti insígnem minístrum elegísti, et per maris undas mirabíliter traduxísti: concéde; ut ejus intercessióne dignos poeniténtiae fructus fácere, et ad aetérnae salútis portum perveníre valeámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.


Preghiamo.
O Dio, che eleggesti il beato Raimondo ad insigne ministro del sacramento della penitenza e gli facesti traversare miracolosamente il mare, concedici, per la sua intercessione, di fare degni frutti di penitenza e di arrivare al porto della salvezza eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di Sant'Emerenziana, Vergine e Martire.

Orémus.
Indulgéntiam nobis, quaesumus, Dómine, beáta Emerentiána Virgo et Martyr implóret: quae tibi grata semper éxstitit, et merito castitatis, et tuae professione virtútis. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore, implori per noi clemenza la beata Emerenziana vergine e martire, la quale ti fu sempre accetta e per il merito della castità e per la fiducia nella tua potenza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio libri Sapiéntiae.
Eccli 31:8-11.
Beátus vir, qui invéntus est sine mácula, et qui post aurum non ábiit, nec sperávit in pecúnia et thesáuris. Quis est hic, et laudábimus eum? fecit enim mirabília in vita sua. Qui probátus est in illo, et perféctus est, erit illi glória aetérna: qui potuit tránsgredi, et non est transgréssus: fácere mala, et non fecit: ídeo stabilíta sunt bona illíus in Dómino, et eleemósynas illíus enarrábit omnis ecclésia sanctórum.

Lettura del libro della Sapienza.
Eccli 31:8-11.
Beato l'uomo che è trovato senza macchia, che non è andato dietro all'oro, e non ha sperato nel danaro e nei tesori. Chi è costui e gli daremo lode? Poiché certo ha fatto meraviglie nella sua vita. Messo alla prova con l'oro e trovato perfetto, ne avrà gloria eterna. Egli poteva peccare e non peccò, fare del male e non lo fece. Per questo i suoi beni sono resi stabili nel Signore e le sue elemosine saranno lodate nell'assemblea dei Santi.

GRADUALE
Ps 91:13; 91:14. Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur in domo Dómini. Ps 91:3. ℣. Ad annuntiándum mane misericórdiam tuam, et veritátem tuam per noctem.

Ps 91:13; 91:14. Il giusto fiorirà come palma; crescerà come cedro del Libano nella casa del Signore. Ps 91:3. ℣. Per annunziare la tua misericordia al mattino, e la tua fedeltà nella notte.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Jac 1:12. ℣. Beátus vir, qui suffert tentatiónem: quóniam, cum probátus fúerit, accípiet corónam vitae. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Jac 1:12. ℣. Beato l'uomo che sopporta la tentazione, perché una volta superata la prova riceverà la corona della vita. Alleluia.

Dopo Settuagesima, omessi l'Alleluia e il suo Versetto, si dice:

TRACTUS
Ps 111:1-3. Beátus vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. ℣. Potens in terra erit semen ejus: generátio rectórum benedicétur. ℣. Glória et divítiae in domo ejus: et justítia ejus manet in saeculum saeculi.

Ps 111:1-3. Beato l'uomo che teme il Signore: molto si compiace nei suoi comandamenti. ℣. Potente sulla terra sarà la sua stirpe: sarà benedetta la discendenza dei giusti. ℣. Gloria e ricchezza nella sua casa: la sua giustizia rimane nei secoli dei secoli.

Gli orientali, usando lunghe vesti, le raccoglievano ai fianchi con cintura, allorché lavoravano, per essere più spediti nei loro movimenti. Dovendo attendere di notte il padrone, i servi stavano pronti colle lampade accese. Così i santi furono spediti nel bene e si tennero pronti alla venuta del Signore.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 12:35-40.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Sint lumbi vestri praecíncti, et lucernae ardéntes in mánibus vestris, et vos símiles homínibus exspectántibus dóminum suum, quando revertátur a núptiis: ut, cum vénerit et pulsáverit, conféstim apériant ei. Beáti servi illi, quos, cum vénerit dóminus, invénerit vigilántes: amen, dico vobis, quod praecínget se, et fáciet illos discúmbere, et tránsiens ministrábit illis. Et si vénerit in secúnda vigília, et si in tértia vigília vénerit, et ita invénerit, beáti sunt servi illi. Hoc autem scitóte, quóniam, si sciret paterfamílias, qua hora fur veníret, vigiláret útique, et non síneret pérfodi domum suam. Et vos estóte paráti, quia, qua hora non putátis, Fílius hóminis véniet.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 12:35-40.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: I vostri fianchi siano cinti ed accese nelle vostre mani le lucerne, come coloro che aspettano il loro padrone quando torni da nozze, per aprirgli appena giunge e picchia. Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà desti. In verità vi dico, che, cintosi, li farà sedere a tavola e si metterà a servirli. E se giungerà alla seconda vigilia e se giungerà alla terza vigilia e li troverà così, beati loro! Sappiate però che se il padrone conoscesse in qual ora viene il ladro, veglierebbe senza dubbio, e non si lascerebbe sfondare la casa. E anche voi tenetevi pronti, perché, nell'ora che non pensate, verrà il Figlio dell'uomo.

Omelia di San Gregorio, Papa.
Omelia 13 sui Vangeli.
La lettura del santo Vangelo, fratelli carissimi, è chiara. Ma affinché, per la sua stessa semplicità, non sembri a qualcuno troppo elevata, esaminiamola brevemente in modo che la sua esposizione sia chiara per quelli che la ignorano, senza essere gravosa per quelli che la conoscono. Il Signore dice: Siano cinti i vostri fianchi. Noi cingiamo i fianchi, quando freniamo con la continenza i movimenti della carne. Ma poiché è poco astenersi dal male, se ciascuno non si applica ancora, e con assidui sforzi, a fare il bene, subito si aggiunge: e le lucerne siano accese nelle vostre mani. Noi teniamo in mano le lucerne accese, quando diamo al nostro prossimo con le buone opere esempi che lo illuminano. A proposito di tali opere il Signore dice: La vostra luce risplenda davanti agli uomini, affinché essi vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.
Sono due quindi le cose che vengono comandate: cingere i fianchi e tenere le lucerne, cioè la castità deve risplendere nel nostro corpo e la luce della verità nelle nostre opere. Infatti l'una cosa senza l'altra non può assolutamente essere gradita al nostro Redentore: né colui che compie opere buone, finché non abbandoni le sozzure della lussuria, né colui che eccelle per la sua castità ma non si esercita nelle opere buone. Né la castità dunque è una grande virtù senza le opere buone, né le opere buone possono valere qualcosa senza la castità. Ma anche se si osservano i due comandamenti, rimane il dovere, per chiunque si tratti, di tendere con la speranza alla patria superna e di non star lontano in alcun modo dai vizi soltanto per l'onore di questo mondo.
E voi siate come coloro che aspettano il loro padrone quando torni dalle nozze, per aprirgli subito appena giungerà e picchierà alla porta. Il Signore in verità viene quando si affretta al giudizio; picchia poi quando, con gli affanni della malattia, ci avverte che ormai la morte è vicina. Noi gli apriamo subito, se lo riceviamo con amore. Non vuole infatti aprire al giudice che picchia, colui che ha paura di uscire dal corpo e ha timore di vedere questo giudice, che ricorda di aver disprezzato. Ma chi è tranquillo per la sua speranza e per il suo modo di agire, apre subito a chi picchia, perché accoglie con gioia il giudice; e, quando è vicino il tempo della morte, egli si rallegra pensando ad una gloriosa retribuzione.

OFFERTORIUM
Ps 88:25. Véritas mea et misericórdia mea cum ipso: et in nómine meo exaltábitur cornu ejus.

Ps 88:25. Con lui staranno la mia fedeltà e il mio amore, e s'innalzerà nel mio Nome la sua forza.

SECRETA
Laudis tibi, Dómine, hóstias immolámus in tuórum commemoratióne Sanctórum: quibus nos et praeséntibus éxui malis confídimus et futúris. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Ti offriamo, o Signore, un sacrificio di lode in memoria dei tuoi santi, e per esso speriamo di essere liberati dai mali presenti e futuri. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di Sant'Emerenziana, Vergine e Martire.

Hóstias tibi, Dómine, beatae Emerentiánae Vírginis et Mártyris tuae dicátas méritis, benígnus assúme: et ad perpétuum nobis tríbue proveníre subsídium. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, accetta benigno i doni che ti offriamo in onore della beata Emerenziana vergine e martire tua, e fa' che ci siano di perpetuo aiuto. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Matt 24:46-47. Beátus servus, quem, cum vénerit dóminus, invénerit vigilántem: amen, dico vobis, super ómnia bona sua constítuet eum.

Matt 24:46-47. Beato il servo, che il padrone al suo ritorno troverà vigilante: in verità vi dico che lo porrà a capo di tutti i suoi beni.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refécti cibo potúque coelesti, Deus noster, te súpplices exorámus: ut, in cujus haec commemoratióne percépimus, ejus muniámur et précibus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ristorati dal cibo e dalla bevanda celeste, ti supplichiamo, o Signore Dio nostro, affinché sia nostra difesa la preghiera del santo, nella cui festa abbiamo partecipato a questi doni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di Sant'Emerenziana, Vergine e Martire.

Orémus.
Divíni múneris largitáte satiáti, quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, intercedénte beáta Emerentiána Vírgine et Mártyre tua, in ejus semper participatióne vivamus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo
Nutriti dall'abbondanza del dono divino, ti preghiamo, o Signore nostro Dio, per l'intercessione della tua santa vergine e martire Emerenziana, di farci sempre vivere in questa comunione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.