Semidoppio.
Paramenti bianchi.
La
Santa Chiesa oggi festeggia San Raimondo di Peñafort. Come per mezzo della sua
dottrina e dei suoi miracoli Cristo si mostrò Figlio di Dio, così mediante la
scienza e i miracoli di San Raimondo, la Santa Chiesa oggi ci mostra come Ella,
grazie ai suoi santi, partecipi della divinità del Verbo.
Il
beato Raimondo nacque verso il 1175 a Santa Margarida i els Monjos, nella provincia
di Barcellona (Catalogna) in Spagna, dalla nobile famiglia di Peñafort. Istruito
negli elementi della religione cristiana, ancor fanciullo fece presagire
qualche cosa di grande per le rare qualità di anima e di corpo. Infatti, completati
gli studi, appena ventenne aprì una scuola, su invito del vescovo di
Barcellona, nei chiostri della Cattedrale della città, ove insegnò lettere
umanistiche, cioè Logica e Retorica. In seguito, andò a Bologna, dove, datosi
con ardore ai doveri della pietà e allo studio del diritto canonico e civile e
conseguita la laurea dottorale, spiegò i sacri canoni con grande ammirazione di
tutti.
Crescendo
sempre più la fama delle sue virtù, nel 1218 Berengario, vescovo di Barcellona,
ritornando da Roma alla sua chiesa, passò per Bologna collo scopo di vederlo, e
ottenne infine a forza di preghiere che Raimondo ritornasse con lui in patria,
affinché insegnasse nel seminario che intendeva fondare per la formazione del
suo clero, conformemente ai decreti del IV Concilio Lateranense.
A
Barcellona, insignito bentosto del canonicato e della prepositura della medesima
chiesa, rifulse a tutto il clero e popolo per integrità, modestia, dottrina e
dolcezza di modi, e accrebbe sempre con tutte le forze l'onore e il culto della
Beata Vergine Maria, Madre di Dio, che venerava con pietà e affetto singolari.
Intanto
Raimondo si sentiva chiamato alla vita religiosa. Avendo abbandonato tutto, a
circa quarantasette anni di età, precisamente il venerdì santo del 1222, entrò
nell'Ordine dei frati Predicatori (domenicani), del quale è una delle glorie. Fatta
la professione nell'Ordine fondato da San Domenico, qual nuovo soldato si
esercitò in ogni genere di virtù, ma soprattutto nella carità verso gli indigenti,
e principalmente verso gli schiavi tenuti dagli infedeli. Dietro sua
esortazione avendo San Pietro Nolasco - di cui egli ascoltava le confessioni -
consacrati i suoi beni a quest'opera di pietà, la Beatissima Vergine Maria apparve
tanto a lui che al beato Raimondo e a Giacomo I re di Aragona, dicendo che avrebbero
fatto cosa gratissima a sé e al suo Figlio Unigenito, se avessero istituito in
suo onore un ordine di religiosi, che avesse avuto la cura di liberare gli
schiavi dalla tirannia degli infedeli. Quindi, dopo aver conferito tra loro, fondarono
l'Ordine di Santa Maria della Mercede per la redenzione degli schiavi: per il
quale il beato Raimondo stabilì certe regole di vita assai adatte alla
vocazione dello stesso ordine, impetrandone, alquanti anni dopo, l'approvazione
da papa Gregorio IX, e creando primo maestro generale dell'ordine il suddetto San
Pietro, cui egli stesso colle proprie mani aveva dato l'abito.
Raimondo,
che meditava continuamente la legge di Dio (Introitus), fu un'autorità nella
materia del Sacramento della Penitenza, tanto che gli fu ordinato di scrivere la
Summa de Casibus Poenitentiae (Somma dei casi di coscienza) ad uso dei
confessori, che è un riassunto di morale cristiana molto pregiato. Pertanto la
Santa Chiesa l'onora del titolo di «insigne ministro del sacramento della
penitenza» (Oratio).
Chiamato
a Roma dallo stesso papa Gregorio IX e scelto per suo cappellano, penitenziere
e confessore, per ordine suo egli raccolse nel volume delle Decretali i decreti dei Romani
Pontefici sparsi negli atti di vari concili e in diverse lettere. Questo
lavoro, chiamato Liber Extra (o Decretalium Gregorii IX compilatio), fu
promulgato in via ufficiale il 5 settembre 1234 dal sommo Pontefice e
presentato all'università di Parigi e di Bologna. Durante la sua permanenza
presso la corte pontificia, a nome del Papa, Raimondo diede numerose risposte a
consultazioni giuridiche, che furono raccolte con il nome di Dubitalia.
Ricusò
sempre con fermezza l'arcivescovado di Tarragona (in Catalogna, Spagna)
offertogli dallo stesso Pontefice, e si dimise spontaneamente da Maestro
Generale dell'Ordine dei Predicatori che aveva governato santissimamente per
due anni (1238-1240).
Egli
determinò Giacomo I re d'Aragona a stabilire nei suoi stati il santo uffizio
dell'Inquisizione. Fu molto impegnato, inoltre, nella lotta contro l'eresia in
Spagna e gli era molto a cuore la missione per evangelizzare gli infedeli, mori
ed ebrei. Tanto che spinse San Tommaso d'Aquino a comporre un testo per fornire
i missionari delle conoscenze intellettuali necessarie a controbattere le
obiezioni degli infedeli: il Liber de
Veritate Catholicae Fidei contra errores infidelium, meglio conosciuto come
Summa contra gentiles.
Fece
molti miracoli, fra i quali il più celebre fu che ritornando dall'isola di
Maiorca delle Baleari a Barcellona, disteso il mantello sulle acque, fece centosessanta
miglia di cammino in sei ore ed entrò nel suo cenobio a porte chiuse (miracolo
cui allude l'Oratio).
Non
volendo essere sorpreso dall'arrivo inatteso del Signore (Evangelium), impiegò
in modo speciale gli ultimi trentacinque anni della sua vita a prepararsi alla
sua morte. Quasi centenario, ricolmo di virtù e di meriti, si addormentò nel
Signore, a Barcellona, il 6 gennaio nell'anno della salute 1275. Papa Clemente VIII l'inserì
nel numero dei Santi, il 29 aprile 1601. Il suo corpo si conserva onorevolmente
nella Cattedrale di Barcellona.
Per
l'intercessione di San Raimondo, che fu insigne ministro del sacramento della
penitenza e che attraversò miracolosamente il mare, impetriamo di compiere
degni frutti di penitenza e di arrivare al porto della salute eterna (Oratio).
Emerenziana, vergine romana del III secolo, sorella di latte di Sant'Agnese, ancora catecumena ma ardente di fede e di carità, per aver rimproverato con veemenza agli adoratori degli idoli le violenze che commettevano contro i Cristiani, venne lapidata da una moltitudine ammutinata. Pregando in mezzo alle sofferenze, ella fu battezzata nel proprio sangue, che sparse coraggiosamente per Cristo, e rese l'anima a Dio presso la tomba di Sant'Agnese, ove la santa fanciulla stava pregando. Si narra che abbia sofferto il martirio poco dopo Sant'Agnese, i cui parenti ne seppellirono il corpo nei confini del piccolo podere di Agnese. Così, secondo gli Atti di Sant'Agnese.
Tommaso Dolabella, San Raimondo di Peñafort, Convento di San Domenico, Cracovia, Polonia, XVII sec. |
Emerenziana, vergine romana del III secolo, sorella di latte di Sant'Agnese, ancora catecumena ma ardente di fede e di carità, per aver rimproverato con veemenza agli adoratori degli idoli le violenze che commettevano contro i Cristiani, venne lapidata da una moltitudine ammutinata. Pregando in mezzo alle sofferenze, ella fu battezzata nel proprio sangue, che sparse coraggiosamente per Cristo, e rese l'anima a Dio presso la tomba di Sant'Agnese, ove la santa fanciulla stava pregando. Si narra che abbia sofferto il martirio poco dopo Sant'Agnese, i cui parenti ne seppellirono il corpo nei confini del piccolo podere di Agnese. Così, secondo gli Atti di Sant'Agnese.
Le
sue reliquie furono traslate nel IX secolo nella Basilica di Sant'Agnese fuori
le mura sulla via Nomentana. Nel 1615, papa Paolo V commissionò un'artistica
cassa argentea, in cui fece richiudere i corpi delle Sante Agnese ed
Emerenziana e che collocò sotto l'altare maggiore. A Roma, nella Basilica di
San Pietro in Vicoli si conserva il suo capo, mentre nella Chiesa di Santa
Maria in Portico in Campitelli un suo dito.
Meditando la dottrina celeste, i Santi hanno compreso che la prosperità dei cattivi è ingannatrice e che solo i giusti sono veramente felici.
INTROITUS
Ps 36:30-31. Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium: lex Dei ejus in corde ipsíus. Ps 36:1. Noli aemulári in malignántibus: neque zeláveris faciéntes iniquitátem. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium: lex Dei ejus in corde ipsíus.
Ps 36:30-31. La bocca del giusto pronuncia parole di saggezza, la sua lingua parla con rettitudine; ha nel cuore la legge del suo Dio. Ps 36:1. Non invidiare i malvagi e non essere geloso degli operatori di iniquità. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. La bocca del giusto pronuncia parole di saggezza, la sua lingua parla con rettitudine; ha nel cuore la legge del suo Dio.
Gloria
ORATIO
Orémus.
Deus, qui beátum Raymúndum poeniténtiae sacraménti insígnem minístrum elegísti, et per maris undas mirabíliter traduxísti: concéde; ut ejus intercessióne dignos poeniténtiae fructus fácere, et ad aetérnae salútis portum perveníre valeámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Martirio di Sant'Emerenziana. |
Meditando la dottrina celeste, i Santi hanno compreso che la prosperità dei cattivi è ingannatrice e che solo i giusti sono veramente felici.
INTROITUS
Ps 36:30-31. Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium: lex Dei ejus in corde ipsíus. Ps 36:1. Noli aemulári in malignántibus: neque zeláveris faciéntes iniquitátem. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium: lex Dei ejus in corde ipsíus.
Ps 36:30-31. La bocca del giusto pronuncia parole di saggezza, la sua lingua parla con rettitudine; ha nel cuore la legge del suo Dio. Ps 36:1. Non invidiare i malvagi e non essere geloso degli operatori di iniquità. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. La bocca del giusto pronuncia parole di saggezza, la sua lingua parla con rettitudine; ha nel cuore la legge del suo Dio.
Gloria
ORATIO
Orémus.
Deus, qui beátum Raymúndum poeniténtiae sacraménti insígnem minístrum elegísti, et per maris undas mirabíliter traduxísti: concéde; ut ejus intercessióne dignos poeniténtiae fructus fácere, et ad aetérnae salútis portum perveníre valeámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
O Dio, che
eleggesti il beato Raimondo ad insigne ministro del sacramento della penitenza
e gli facesti traversare miracolosamente il mare, concedici, per la sua
intercessione, di fare degni frutti di penitenza e di arrivare al porto della
salvezza eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e
vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei
secoli. Amen.
Si
fa la commemorazione di Sant'Emerenziana, Vergine e Martire.
Orémus.
Indulgéntiam
nobis, quaesumus, Dómine, beáta Emerentiána Virgo et Martyr implóret: quae tibi
grata semper éxstitit, et merito castitatis, et tuae professione virtútis. Per
Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in
unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
O Signore, implori
per noi clemenza la beata Emerenziana vergine e martire, la quale ti fu sempre
accetta e per il merito della castità e per la fiducia nella tua potenza. Per
il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in
unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LECTIO
Léctio libri
Sapiéntiae.
Eccli 31:8-11.
Beátus vir, qui
invéntus est sine mácula, et qui post aurum non ábiit, nec sperávit in pecúnia
et thesáuris. Quis est hic, et laudábimus eum? fecit enim mirabília in vita
sua. Qui probátus est in illo, et perféctus est, erit illi glória aetérna: qui
potuit tránsgredi, et non est transgréssus: fácere mala, et non fecit: ídeo stabilíta
sunt bona illíus in Dómino, et eleemósynas illíus enarrábit omnis ecclésia
sanctórum.
Lettura del libro della Sapienza.
Eccli 31:8-11.
Beato l'uomo che è trovato senza macchia, che non è andato dietro all'oro, e non ha sperato nel danaro e nei tesori. Chi è costui e gli daremo lode? Poiché certo ha fatto meraviglie nella sua vita. Messo alla prova con l'oro e trovato perfetto, ne avrà gloria eterna. Egli poteva peccare e non peccò, fare del male e non lo fece. Per questo i suoi beni sono resi stabili nel Signore e le sue elemosine saranno lodate nell'assemblea dei Santi.
Eccli 31:8-11.
Beato l'uomo che è trovato senza macchia, che non è andato dietro all'oro, e non ha sperato nel danaro e nei tesori. Chi è costui e gli daremo lode? Poiché certo ha fatto meraviglie nella sua vita. Messo alla prova con l'oro e trovato perfetto, ne avrà gloria eterna. Egli poteva peccare e non peccò, fare del male e non lo fece. Per questo i suoi beni sono resi stabili nel Signore e le sue elemosine saranno lodate nell'assemblea dei Santi.
GRADUALE
Ps 91:13; 91:14. Justus
ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur in domo Dómini. Ps 91:3.
℣. Ad annuntiándum mane misericórdiam tuam, et veritátem tuam per noctem.
Ps 91:13; 91:14. Il
giusto fiorirà come palma; crescerà come cedro del Libano nella casa del
Signore. Ps 91:3. ℣. Per annunziare la tua misericordia al mattino, e la tua
fedeltà nella notte.
ALLELUJA
Allelúja, allelúja.
Jac 1:12. ℣. Beátus vir, qui suffert tentatiónem: quóniam, cum probátus fúerit,
accípiet corónam vitae. Allelúja.
Alleluia, alleluia.
Jac 1:12. ℣. Beato l'uomo che sopporta la tentazione, perché una volta superata
la prova riceverà la corona della vita. Alleluia.
Dopo Settuagesima,
omessi l'Alleluia e il suo Versetto, si dice:
TRACTUS
Ps 111:1-3. Beátus
vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. ℣. Potens in terra erit
semen ejus: generátio rectórum benedicétur. ℣. Glória et divítiae in domo ejus:
et justítia ejus manet in saeculum saeculi.
Ps 111:1-3. Beato
l'uomo che teme il Signore: molto si compiace nei suoi comandamenti. ℣. Potente
sulla terra sarà la sua stirpe: sarà benedetta la discendenza dei giusti. ℣.
Gloria e ricchezza nella sua casa: la sua giustizia rimane nei secoli dei
secoli.
Gli orientali,
usando lunghe vesti, le raccoglievano ai fianchi con cintura, allorché
lavoravano, per essere più spediti nei loro movimenti. Dovendo attendere di
notte il padrone, i servi stavano pronti colle lampade accese. Così i santi
furono spediti nel bene e si tennero pronti alla venuta del Signore.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠
sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 12:35-40.
In illo témpore:
Dixit Jesus discípulis suis: Sint lumbi vestri praecíncti, et lucernae ardéntes
in mánibus vestris, et vos símiles homínibus exspectántibus dóminum suum,
quando revertátur a núptiis: ut, cum vénerit et pulsáverit, conféstim apériant
ei. Beáti servi illi, quos, cum vénerit dóminus, invénerit vigilántes: amen,
dico vobis, quod praecínget se, et fáciet illos discúmbere, et tránsiens
ministrábit illis. Et si vénerit in secúnda vigília, et si in tértia vigília
vénerit, et ita invénerit, beáti sunt servi illi. Hoc autem scitóte, quóniam,
si sciret paterfamílias, qua hora fur veníret, vigiláret útique, et non síneret
pérfodi domum suam. Et vos estóte paráti, quia, qua hora non putátis, Fílius
hóminis véniet.
Seguito ✠ del
santo Vangelo secondo Luca.
Luc 12:35-40.
In quel tempo,
disse Gesù ai suoi discepoli: I vostri fianchi siano cinti ed accese nelle
vostre mani le lucerne, come coloro che aspettano il loro padrone quando torni
da nozze, per aprirgli appena giunge e picchia. Beati quei servi che il
padrone, arrivando, troverà desti. In verità vi dico, che, cintosi, li farà
sedere a tavola e si metterà a servirli. E se giungerà alla seconda vigilia e
se giungerà alla terza vigilia e li troverà così, beati loro! Sappiate però che
se il padrone conoscesse in qual ora viene il ladro, veglierebbe senza dubbio,
e non si lascerebbe sfondare la casa. E anche voi tenetevi pronti, perché,
nell'ora che non pensate, verrà il Figlio dell'uomo.
Omelia di San
Gregorio, Papa.
Omelia 13 sui
Vangeli.
La lettura del
santo Vangelo, fratelli carissimi, è chiara. Ma affinché, per la sua stessa
semplicità, non sembri a qualcuno troppo elevata, esaminiamola brevemente in
modo che la sua esposizione sia chiara per quelli che la ignorano, senza essere
gravosa per quelli che la conoscono. Il Signore dice: Siano cinti i vostri
fianchi. Noi cingiamo i fianchi, quando freniamo con la continenza i movimenti
della carne. Ma poiché è poco astenersi dal male, se ciascuno non si applica
ancora, e con assidui sforzi, a fare il bene, subito si aggiunge: e le lucerne
siano accese nelle vostre mani. Noi teniamo in mano le lucerne accese, quando
diamo al nostro prossimo con le buone opere esempi che lo illuminano. A
proposito di tali opere il Signore dice: La vostra luce risplenda davanti agli
uomini, affinché essi vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre
vostro che è nei cieli.
Sono due quindi le
cose che vengono comandate: cingere i fianchi e tenere le lucerne, cioè la
castità deve risplendere nel nostro corpo e la luce della verità nelle nostre
opere. Infatti l'una cosa senza l'altra non può assolutamente essere gradita al
nostro Redentore: né colui che compie opere buone, finché non abbandoni le
sozzure della lussuria, né colui che eccelle per la sua castità ma non si
esercita nelle opere buone. Né la castità dunque è una grande virtù senza le
opere buone, né le opere buone possono valere qualcosa senza la castità. Ma
anche se si osservano i due comandamenti, rimane il dovere, per chiunque si
tratti, di tendere con la speranza alla patria superna e di non star lontano in
alcun modo dai vizi soltanto per l'onore di questo mondo.
E voi siate come
coloro che aspettano il loro padrone quando torni dalle nozze, per aprirgli
subito appena giungerà e picchierà alla porta. Il Signore in verità viene quando
si affretta al giudizio; picchia poi quando, con gli affanni della malattia, ci
avverte che ormai la morte è vicina. Noi gli apriamo subito, se lo riceviamo
con amore. Non vuole infatti aprire al giudice che picchia, colui che ha paura
di uscire dal corpo e ha timore di vedere questo giudice, che ricorda di aver
disprezzato. Ma chi è tranquillo per la sua speranza e per il suo modo di
agire, apre subito a chi picchia, perché accoglie con gioia il giudice; e,
quando è vicino il tempo della morte, egli si rallegra pensando ad una gloriosa
retribuzione.
OFFERTORIUM
Ps 88:25. Véritas
mea et misericórdia mea cum ipso: et in nómine meo exaltábitur cornu ejus.
Ps 88:25. Con lui
staranno la mia fedeltà e il mio amore, e s'innalzerà nel mio Nome la sua
forza.
SECRETA
Laudis tibi, Dómine, hóstias immolámus in tuórum commemoratióne Sanctórum: quibus nos et
praeséntibus éxui malis confídimus et futúris. Per Dominum nostrum Jesum
Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti
Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Ti offriamo, o
Signore, un sacrificio di lode in memoria dei tuoi santi, e per esso speriamo
di essere liberati dai mali presenti e futuri. Per il nostro Signore Gesù
Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito
Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Si
fa la commemorazione di Sant'Emerenziana, Vergine e Martire.
Hóstias tibi,
Dómine, beatae Emerentiánae Vírginis et Mártyris tuae dicátas méritis, benígnus
assúme: et ad perpétuum nobis tríbue proveníre subsídium. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus
Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
O Signore, accetta
benigno i doni che ti offriamo in onore della beata Emerenziana vergine e
martire tua, e fa' che ci siano di perpetuo aiuto. Per il nostro Signore Gesù
Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito
Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.
PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.
È
veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere
grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le
Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i
Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro
canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di
lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra
sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene
nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
COMMUNIO
Matt 24:46-47. Beátus
servus, quem, cum vénerit dóminus, invénerit vigilántem: amen, dico vobis,
super ómnia bona sua constítuet eum.
Matt 24:46-47. Beato
il servo, che il padrone al suo ritorno troverà vigilante: in verità vi dico che lo
porrà a capo di tutti i suoi beni.
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refécti cibo
potúque coelesti, Deus noster, te súpplices exorámus: ut, in cujus haec
commemoratióne percépimus, ejus muniámur et précibus. Per Dominum nostrum Jesum
Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti
Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Ristorati dal cibo
e dalla bevanda celeste, ti supplichiamo, o Signore Dio nostro, affinché sia nostra
difesa la preghiera del santo, nella cui festa abbiamo partecipato a questi
doni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna
con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Si
fa la commemorazione di Sant'Emerenziana, Vergine e Martire.
Orémus.
Divíni múneris
largitáte satiáti, quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, intercedénte beáta
Emerentiána Vírgine et Mártyre tua, in ejus semper participatióne vivamus. Per
Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in
unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo
Nutriti
dall'abbondanza del dono divino, ti preghiamo, o Signore nostro Dio, per
l'intercessione della tua santa vergine e martire Emerenziana, di farci sempre
vivere in questa comunione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che
è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli
dei secoli. Amen.