Semidoppio.
Paramenti rossi.
Pietro Berrettini da Cortona, Santa Martina rifiuta di adorare gli idoli,
Galleria Palatina in Palazzo Pitti, Firenze (Toscana), XVII sec.
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Martina,
vergine romana del III secolo, figlia di un console e di un'illustre famiglia,
perse i genitori fin dai più teneri anni. Infiammata dall'ardore della pietà
cristiana, distribuì ai poveri con mirabile liberalità le ricchezze onde
abbondava. Sotto l'imperatore Alessandro Severo, avuto l'ordine di venerare i
falsi dei, respinse con somma libertà l'enorme delitto. Perciò percossa con
verghe a diverse riprese, dilaniata con uncini, con unghie di ferro e con
cocci, avute tagliuzzate tutte le membra con spade acutissime, unta con grasso
bollente, infine fu condannata alle bestie dell'anfiteatro; dalle quali uscita
miracolosamente illesa, e gettata su di un rogo ardente, ne uscì fuori incolume
con un nuovo prodigio.
Alcuni
dei suoi carnefici, colpiti dalla novità del miracolo, e tocchi dalla grazia di
Dio, abbracciarono la fede di Cristo, e dopo parecchi tormenti avuta tronca la
testa, riportarono la gloriosa palma del martirio. Alle sue preghiere si ebbero
terremoti, cadde fuoco dal cielo tonante, e furono atterrati i templi degli
dei e le loro statue consumate. Dalle sue ferite uscì talvolta del latte col
sangue, e dal suo corpo emanò uno splendore chiarissimo e un odore soavissimo:
a volte fu vista innalzata sopra un trono reale cantare insieme cogli esseri celesti
le divine lodi.
Esasperato
il giudice per questi prodigi, e principalmente per la costanza della Vergine,
ordinò che le si amputasse la testa; dopo che essa fu tagliata, si udì una voce
dal cielo che la chiamava fra i Beati, tremò tutta la città, e molti adoratori
degli idoli si convertirono alla fede di Cristo.
Il
sacro corpo di Martina, martirizzato sotto il pontificato di Sant'Urbano I
(intorno al 226), fu ritrovato sotto il sommo Pontefice Urbano VIII (1634), nell'antichissima
chiesa a lei dedicata da papa Onorio I nel VII secolo, al carcere Mamertino, ai
piedi del colle Capitolino, insieme coi corpi dei santi Martiri Concordio,
Epifanio e Compagni; poi con solenne rito e pompa, fu riposto nello stesso
luogo ricostruito in migliore forma e ornato più decentemente - l'attuale
chiesa dei Santi Luca e Martina, presso l'arco di Settimio Severo, nel Foro Romano -, con gran
concorso di popolo e con letizia di tutta Roma.
Le Sante Martiri non hanno esitato a confessare altamente la loro fede avanti ai tiranni. L'Introitus fa risaltare il coraggio di queste pie donne.
Pietro Berrettini da Cortona, Madonna con Bambino e Santa Martina, XVII sec. |
Le Sante Martiri non hanno esitato a confessare altamente la loro fede avanti ai tiranni. L'Introitus fa risaltare il coraggio di queste pie donne.
INTROITUS
Ps
118:46-47.
Loquébar de testimóniis tuis in conspéctu regum, et non confundébar: et
meditábar in mandátis tuis, quae diléxi nimis. Ps 118:1. Beáti immaculáti in via: qui ámbulant in lege Dómini. ℣.
Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et
nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Loquébar de testimóniis tuis
in conspéctu regum, et non confundébar: et meditábar in mandátis tuis, quae
diléxi nimis.
Ps
118:46-47. Parlavo dei tuoi precetti alla presenza dei re e non ne arrossivo: e
meditavo sui tuoi comandamenti che ho amato grandemente. Ps 118:1. Beati gli
uomini di retta condotta che camminano nella legge del Signore. ℣. Gloria al
Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e
sempre nei secoli dei secoli. Amen. Parlavo dei tuoi precetti alla presenza dei
re e non ne arrossivo: e meditavo sui tuoi comandamenti che ho amato
grandemente.
Gloria
ORATIO
Orémus.
Deus, qui inter
cétera poténtiae tuae mirácula, étiam in sexu frágili victóriam martyrii contulísti:
concéde propítius; ut, qui beátae Martínae Vírginis et Mártyris tuae natalítia
cólimus, per ejus ad te exémpla gradiámur. Per Dominum nostrum Jesum Christum,
Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per
omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
O
Dio, che fra gli altri prodigi della tua potenza compisti anche quello di dare
al sesso fragile la forza del martirio: fa' che noi, che celebriamo
l'anniversario della beata Martina vergine e martire tua, imitando i suoi
esempi avanziamo verso di te. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio,
che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i
secoli dei secoli. Amen.
L'autore
dell'Ecclesiastico ringrazia Iddio d'averlo liberato da molti e gravi pericoli
in cui era incorso. La Santa Chiesa applica questo passo della Scrittura Santa
alle Vergini che subirono il martirio e restarono fedeli a Dio in mezzo ai più
grandi tormenti.
LECTIO
Léctio libri
Sapiéntiae.
Eccli
51:1-8; 51:12.
Confitébor tibi,
Dómine, Rex, et collaudábo te Deum, Salvatórem meum. Confitébor nómini tuo:
quóniam adjútor et protéctor factus es mihi, et liberásti corpus meum a
perditióne, a láqueo linguae iníquae et a lábiis operántium mendácium, et in
conspéctu astántium factus es mihi adjútor. Et liberásti me secúndum
multitúdinem misericórdiae nóminis tui a rugiéntibus, praeparátis ad escam, de
mánibus quaeréntium ánimam meam, et de portis tribulatiónum, quae
circumdedérunt me: a pressúra flammae, quae circúmdedit me, et in médio ignis
non sum aestuáta: de altitúdine ventris inferi, et a lingua coinquináta, et a
verbo mendácii, a rege iníquo, et a lingua injústa: laudábit usque ad mortem
ánima mea Dóminum: quóniam éruis sustinéntes te, et líberas eos de mánibus
géntium, Dómine, Deus noster.
Lettura
del libro della Sapienza.
Eccli
51:1-8; 51:12.
Ti
voglio lodare, o Signore mio Re: ti voglio glorificare, o Dio, mio salvatore.
Voglio celebrare il tuo nome, perché sei stato il mio aiuto e il mio
protettore, e hai liberato il mio corpo dalla perdizione, dal laccio della
lingua perversa e dalle labbra di quelli che ordiscono menzogne, e in faccia ai
miei avversari ti sei fatto mio protettore. E nella tua grande misericordia mi
hai liberato da leoni ruggenti pronti a divorarmi, dalle mani di chi cercava
l'anima mia, e dal potere delle tribolazioni, onde io fui circondato. Mi hai
scampato dalle spire delle fiamme, che mi avvolgevano, cosicché in mezzo al
fuoco non sentii il bruciore. Mi hai liberato dal seno profondo degli inferi e
dalla lingua impura, e dalle parole bugiarde, da un re iniquo e dalla lingua
ingiusta. Fino alla morte l'anima mia benedirà il Signore, poiché Tu liberi
quelli che ti aspettano con pazienza, e li salvi dalle mani dei nemici, Signore
Dio nostro.
GRADUALE
Ps
44:8. Dilexísti
justítiam, et odísti iniquitátem. ℣. Proptérea unxit te Deus, Deus tuus, óleo
laetítiae.
Ps
44:8. Hai amato la giustizia, e odiato l'iniquità. ℣. Perciò il Signore, tuo Dio, ti ha unto con l'olio di
letizia.
ALLELUJA
Allelúja,
allelúja. Ps 44:15-16. ℣.
Adducéntur Regi Vírgines post eam: próximae ejus afferéntur tibi in laetítia.
Allelúja.
Alleluia,
alleluia. Ps 44:15-16. ℣. Le vergini dietro di lei saranno condotte al
Re; le sue compagne saranno condotte a Te con gioia ed esultanza. Alleluia.
Dopo
Settuagesima, omessi l'Alleluja e il suo Versetto, si dice:
TRACTUS
Veni, Sponsa
Christi, áccipe corónam, quam tibi Dóminus praeparávit in aetérnum: pro cujus
amóre sánguinem tuum fudísti. Ps 44:8.
℣. Dilexísti justítiam, et odísti iniquitátem:
proptérea unxit te Deus, Deus tuus, óleo laetítiae prae consórtibus tuis. Ps 44:5. ℣.
Spécie tua et pulchritúdine tua inténde, próspere procéde et regna.
Vieni,
o sposa di Cristo, ricevi la corona che per l'eternità ti ha preparato il
Signore, per amore del quale hai versato il tuo sangue. Ps 44:8. ℣. Tu hai amato la giustizia e hai odiato
l'empietà, perciò Dio, il tuo Dio, ti ha consacrata con olio di letizia, a
preferenza delle tue compagne. Ps 44:5. ℣.
Nello splendore della tua bellezza incedi, avanza trionfante e regna!
Quando
avveniva un matrimonio presso gli Ebrei, le giovani amiche della sposa,
l'accompagnavano con lampade accese allorché la sera delle nozze andava dallo
sposo per il banchetto nuziale. Nostro Signore Gesù Cristo paragona il regno
dei cieli a cinque di queste vergini che sono prudenti, per aver portato una provvista
di olio per alimentare le loro lampade.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠
sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt
25:1-13.
In illo témpore:
Dixit Jesus discípulis suis parábolam hanc: Símile erit regnum coelórum decem
virginibus: quae, accipiéntes lámpades suas, exiérunt óbviam sponso et sponsae.
Quinque autem ex eis erant fátuae, et quinque prudéntes: sed quinque fátuae,
accéptis lampádibus, non sumpsérunt oleum secum: prudéntes vero accepérunt
óleum in vasis suis cum lampádibus. Moram autem faciénte sponso, dormitavérunt
omnes et dormiérunt. Média autem nocte clamor factus est: Ecce, Sponsus venit,
exíte óbviam ei. Tunc surrexérunt omnes vírgines illae, et ornavérunt lámpades
suas. Fátuae autem sapiéntibus dixérunt: Date nobis de óleo vestro: quia lámpades
nostrae exstinguúntur. Respondérunt prudéntes, dicéntes: Ne forte non suffíciat
nobis et vobis, ite pótius ad vendéntes, et émite vobis. Dum autem irent émere,
venit sponsus: et quae parátae erant, intravérunt cum eo ad núptias, et clausa
est jánua. Novíssime vero véniunt et réliquae vírgines, dicéntes: Dómine,
Dómine, aperi nobis. At ille respóndens, ait: Amen, dico vobis, néscio vos.
Vigiláte ítaque, quia nescítis diem neque horam.
Seguito
✠ del
santo Vangelo secondo Matteo.
Matt
25:1-13.
In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: Il regno dei cieli
sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro
allo sposo e alla sposa. Ma cinque di esse erano stolte e cinque prudenti. Le
cinque stolte, nel prendere le lampade, non presero l'olio con sé; le prudenti,
invece, insieme con le lampade presero anche l'olio, nei loro vasi. Tardando a
venire lo sposo, si assopirono tutte e si addormentarono. Ma a mezzanotte si
udì un clamore: Ecco viene lo sposo! Uscitegli incontro. Allora tutte le
vergini si alzarono e prepararono le loro lampade. E dissero le stolte alle
prudenti: Dateci un po' del vostro olio, poiché le nostre lampade stanno per
spegnersi. Risposero le prudenti dicendo: Non basterebbe né a noi, né a voi:
andate piuttosto dai rivenditori e compratevene. Mentre esse andavano, giunse
lo Sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui alla festa nuziale, e la
porta fu chiusa. All'ultimo momento, giunsero anche le altre vergini, dicendo:
Signore, Signore, aprici. Ma egli rispose: In verità vi dico, non vi conosco.
Vigilate, dunque, poiché non sapete né il giorno né l'ora.
Omelia
di San Gregorio, Papa.
Omelia
12 sui Vangeli.
Spesso vi
raccomando, fratelli carissimi, di fuggire le opere cattive e di evitare la
corruzione di questo mondo, ma quest'oggi la lettura del santo Vangelo mi
costringe a dirvi di stare molto attenti a non perdere il merito delle vostre
buone opere, di non cercare, nel bene che fate, il favore o la stima degli
uomini, di impedire che si insinui in voi il desiderio della lode e di agire in
modo che, quanto appare di fuori, non sia dentro vuoto di ricompensa. Il
Redentore infatti ci parla di dieci vergini, e le dice tutte vergini; eppure
non tutte hanno meritato di essere ammesse al soggiorno della beatitudine,
perché alcune di esse, mentre cercavano una gloria esteriore della loro
verginità, non si curarono di mettere dell'olio nelle loro lampade.
Ma prima dobbiamo
chiederci che cosa sia il regno dei cieli, o perché lo si paragoni a dieci
vergini, ed anche quali vengano dette vergini prudenti e quali vergini stolte.
Mentre infatti è certo che nessun reprobo entrerà nel regno dei cieli, perché
questo viene paragonato anche a delle vergini stolte? Dobbiamo sapere che
spesso nel linguaggio sacro la Chiesa del tempo presente viene chiamata regno
dei cieli. Onde altrove il Signore dice: Il Figlio dell'uomo manderà i suoi
angeli, e toglieranno dal suo regno tutti gli scandali. Certamente in quel
regno di beatitudine, dove c'è la suprema pace, non si potranno trovare
scandali da togliere.
Ciascuno vive in
un corpo che ha cinque sensi; il numero cinque poi, raddoppiato, dà dieci. E,
poiché la moltitudine dei fedeli comprende ambedue i sessi, la santa Chiesa si
dice simile a dieci vergini. E poiché in essa i cattivi si trovano mescolati
coi buoni e i reprobi con gli eletti, giustamente viene paragonata a delle
vergini prudenti ed anche a delle vergini stolte. Infatti ci sono molti che
vivono nella continenza, che si guardano dagli appetiti esteriori, e dalla
speranza sono portati ai beni interiori, che mortificano la propria carne, e
anelano alla patria celeste con tutta la forza del loro desiderio, agognano i
premi eterni, e non vogliono ricevere lodi umane per le loro fatiche. Questi
certamente non ripongono la loro gloria nelle parole degli uomini, ma la
nascondono nella loro coscienza. E ci sono poi molti che affliggono il loro
corpo con l'astinenza, ma per questa stessa loro astinenza cercano gli applausi
degli uomini.
OFFERTORIUM
Ps
44:15; 44:16.
Afferéntur Regi Vírgines post eam: próximae ejus afferéntur tibi in laetítia et
exsultatióne: adducéntur in templum regi Dómino.
Ps
44:15; 44:16. Le vergini dietro a lei sono condotte al Re; le sue compagne sono
condotte a Te con gioia ed esultanza; sono introdotte nel palazzo del Re.
SECRETA
Súscipe, Dómine,
múnera, quae in beátae Martínae Vírginis et Mártyris tuae solemnitáte
deférimus: cujus nos confídimus patrocínio liberári. Per Dominum nostrum Jesum
Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus,
per omnia saecula saeculorum. Amen.
Accetta,
o Signore, i doni che ti offriamo nella festa di santa Martina, tua vergine e
martire, per il cui patrocinio confidiamo di essere liberati. Per il nostro
Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con
lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PRAEFATIO
COMMUNIS
Vere dignum et
justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine
sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem
majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli
coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus
et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra
glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini.
Hosánna in excélsis.
È
veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere
grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le
Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i
Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro
canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di
lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra
sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che
viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
COMMUNIO
Ps
118:78; 118:80. Confundántur
supérbi, quia injúste iniquitátem fecérunt in me: ego autem in mandátis tuis
exercébor, in tuis justificatiónibus, ut non confúndar.
Ps
118:78; 118:80. Siano confusi i superbi, poiché compirono iniquità contro di
me: io infatti mi eserciterò nei tuoi comandamenti e nella tua giustizia per
non essere confusa.
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Auxiliéntur nobis,
Dómine, sumpta mystéria: et, intercedénte beáta Martína Vírgine et Mártyre tua,
sempitérna fáciant protectióne gaudére. Per Dominum nostrum Jesum Christum,
Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per
omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
I
misteri che abbiamo ricevuto, o Signore, ci aiutino e, per l'intercessione di
santa Martina, tua vergine e martire, ci facciano godere della sempiterna
protezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e
regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen.