mercoledì 30 gennaio 2019

Santa Martina, Vergine e Martire

Semidoppio.
Paramenti rossi.

Pietro Berrettini da Cortona, Santa Martina rifiuta di adorare gli idoli,
Galleria Palatina in Palazzo Pitti, Firenze (Toscana), XVII sec.
Il culto di Santa Martina fu introdotto in Roma tardivamente. Il suo nome cominciano a ricordarlo i Martirologi del secolo IX, al 1° di gennaio.
Martina, vergine romana del III secolo, figlia di un console e di un'illustre famiglia, perse i genitori fin dai più teneri anni. Infiammata dall'ardore della pietà cristiana, distribuì ai poveri con mirabile liberalità le ricchezze onde abbondava. Sotto l'imperatore Alessandro Severo, avuto l'ordine di venerare i falsi dei, respinse con somma libertà l'enorme delitto. Perciò percossa con verghe a diverse riprese, dilaniata con uncini, con unghie di ferro e con cocci, avute tagliuzzate tutte le membra con spade acutissime, unta con grasso bollente, infine fu condannata alle bestie dell'anfiteatro; dalle quali uscita miracolosamente illesa, e gettata su di un rogo ardente, ne uscì fuori incolume con un nuovo prodigio.
Alcuni dei suoi carnefici, colpiti dalla novità del miracolo, e tocchi dalla grazia di Dio, abbracciarono la fede di Cristo, e dopo parecchi tormenti avuta tronca la testa, riportarono la gloriosa palma del martirio. Alle sue preghiere si ebbero terremoti, cadde fuoco dal cielo tonante, e furono atterrati i templi degli dei e le loro statue consumate. Dalle sue ferite uscì talvolta del latte col sangue, e dal suo corpo emanò uno splendore chiarissimo e un odore soavissimo: a volte fu vista innalzata sopra un trono reale cantare insieme cogli esseri celesti le divine lodi.
Esasperato il giudice per questi prodigi, e principalmente per la costanza della Vergine, ordinò che le si amputasse la testa; dopo che essa fu tagliata, si udì una voce dal cielo che la chiamava fra i Beati, tremò tutta la città, e molti adoratori degli idoli si convertirono alla fede di Cristo.
Il sacro corpo di Martina, martirizzato sotto il pontificato di Sant'Urbano I (intorno al 226), fu ritrovato sotto il sommo Pontefice Urbano VIII (1634), nell'antichissima chiesa a lei dedicata da papa Onorio I nel VII secolo, al carcere Mamertino, ai piedi del colle Capitolino, insieme coi corpi dei santi Martiri Concordio, Epifanio e Compagni; poi con solenne rito e pompa, fu riposto nello stesso luogo ricostruito in migliore forma e ornato più decentemente - l'attuale chiesa dei Santi Luca e Martina, presso l'arco di Settimio Severo, nel Foro Romano -, con gran concorso di popolo e con letizia di tutta Roma.


Pietro Berrettini da Cortona, Madonna con Bambino e Santa Martina, XVII sec.


Le Sante Martiri non hanno esitato a confessare altamente la loro fede avanti ai tiranni. L'Introitus fa risaltare il coraggio di queste pie donne.

INTROITUS
Ps 118:46-47. Loquébar de testimóniis tuis in conspéctu regum, et non confundébar: et meditábar in mandátis tuis, quae diléxi nimis. Ps 118:1. Beáti immaculáti in via: qui ámbulant in lege Dómini. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Loquébar de testimóniis tuis in conspéctu regum, et non confundébar: et meditábar in mandátis tuis, quae diléxi nimis.

Ps 118:46-47. Parlavo dei tuoi precetti alla presenza dei re e non ne arrossivo: e meditavo sui tuoi comandamenti che ho amato grandemente. Ps 118:1. Beati gli uomini di retta condotta che camminano nella legge del Signore. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Parlavo dei tuoi precetti alla presenza dei re e non ne arrossivo: e meditavo sui tuoi comandamenti che ho amato grandemente.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui inter cétera poténtiae tuae mirácula, étiam in sexu frágili victóriam martyrii contulísti: concéde propítius; ut, qui beátae Martínae Vírginis et Mártyris tuae natalítia cólimus, per ejus ad te exémpla gradiámur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che fra gli altri prodigi della tua potenza compisti anche quello di dare al sesso fragile la forza del martirio: fa' che noi, che celebriamo l'anniversario della beata Martina vergine e martire tua, imitando i suoi esempi avanziamo verso di te. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

L'autore dell'Ecclesiastico ringrazia Iddio d'averlo liberato da molti e gravi pericoli in cui era incorso. La Santa Chiesa applica questo passo della Scrittura Santa alle Vergini che subirono il martirio e restarono fedeli a Dio in mezzo ai più grandi tormenti.

LECTIO
Léctio libri Sapiéntiae.
Eccli 51:1-8; 51:12.
Confitébor tibi, Dómine, Rex, et collaudábo te Deum, Salvatórem meum. Confitébor nómini tuo: quóniam adjútor et protéctor factus es mihi, et liberásti corpus meum a perditióne, a láqueo linguae iníquae et a lábiis operántium mendácium, et in conspéctu astántium factus es mihi adjútor. Et liberásti me secúndum multitúdinem misericórdiae nóminis tui a rugiéntibus, praeparátis ad escam, de mánibus quaeréntium ánimam meam, et de portis tribulatiónum, quae circumdedérunt me: a pressúra flammae, quae circúmdedit me, et in médio ignis non sum aestuáta: de altitúdine ventris inferi, et a lingua coinquináta, et a verbo mendácii, a rege iníquo, et a lingua injústa: laudábit usque ad mortem ánima mea Dóminum: quóniam éruis sustinéntes te, et líberas eos de mánibus géntium, Dómine, Deus noster.

Lettura del libro della Sapienza.
Eccli 51:1-8; 51:12.
Ti voglio lodare, o Signore mio Re: ti voglio glorificare, o Dio, mio salvatore. Voglio celebrare il tuo nome, perché sei stato il mio aiuto e il mio protettore, e hai liberato il mio corpo dalla perdizione, dal laccio della lingua perversa e dalle labbra di quelli che ordiscono menzogne, e in faccia ai miei avversari ti sei fatto mio protettore. E nella tua grande misericordia mi hai liberato da leoni ruggenti pronti a divorarmi, dalle mani di chi cercava l'anima mia, e dal potere delle tribolazioni, onde io fui circondato. Mi hai scampato dalle spire delle fiamme, che mi avvolgevano, cosicché in mezzo al fuoco non sentii il bruciore. Mi hai liberato dal seno profondo degli inferi e dalla lingua impura, e dalle parole bugiarde, da un re iniquo e dalla lingua ingiusta. Fino alla morte l'anima mia benedirà il Signore, poiché Tu liberi quelli che ti aspettano con pazienza, e li salvi dalle mani dei nemici, Signore Dio nostro.

GRADUALE
Ps 44:8. Dilexísti justítiam, et odísti iniquitátem. . Proptérea unxit te Deus, Deus tuus, óleo laetítiae.

Ps 44:8. Hai amato la giustizia, e odiato l'iniquità. . Perciò il Signore, tuo Dio, ti ha unto con l'olio di letizia.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 44:15-16. . Adducéntur Regi Vírgines post eam: próximae ejus afferéntur tibi in laetítia. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 44:15-16. . Le vergini dietro di lei saranno condotte al Re; le sue compagne saranno condotte a Te con gioia ed esultanza. Alleluia.

Dopo Settuagesima, omessi l'Alleluja e il suo Versetto, si dice:

TRACTUS
Veni, Sponsa Christi, áccipe corónam, quam tibi Dóminus praeparávit in aetérnum: pro cujus amóre sánguinem tuum fudísti. Ps 44:8. . Dilexísti justítiam, et odísti iniquitátem: proptérea unxit te Deus, Deus tuus, óleo laetítiae prae consórtibus tuis. Ps 44:5. . Spécie tua et pulchritúdine tua inténde, próspere procéde et regna.

Vieni, o sposa di Cristo, ricevi la corona che per l'eternità ti ha preparato il Signore, per amore del quale hai versato il tuo sangue. Ps 44:8. . Tu hai amato la giustizia e hai odiato l'empietà, perciò Dio, il tuo Dio, ti ha consacrata con olio di letizia, a preferenza delle tue compagne. Ps 44:5. . Nello splendore della tua bellezza incedi, avanza trionfante e regna!

Quando avveniva un matrimonio presso gli Ebrei, le giovani amiche della sposa, l'accompagnavano con lampade accese allorché la sera delle nozze andava dallo sposo per il banchetto nuziale. Nostro Signore Gesù Cristo paragona il regno dei cieli a cinque di queste vergini che sono prudenti, per aver portato una provvista di olio per alimentare le loro lampade.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 25:1-13.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis parábolam hanc: Símile erit regnum coelórum decem virginibus: quae, accipiéntes lámpades suas, exiérunt óbviam sponso et sponsae. Quinque autem ex eis erant fátuae, et quinque prudéntes: sed quinque fátuae, accéptis lampádibus, non sumpsérunt oleum secum: prudéntes vero accepérunt óleum in vasis suis cum lampádibus. Moram autem faciénte sponso, dormitavérunt omnes et dormiérunt. Média autem nocte clamor factus est: Ecce, Sponsus venit, exíte óbviam ei. Tunc surrexérunt omnes vírgines illae, et ornavérunt lámpades suas. Fátuae autem sapiéntibus dixérunt: Date nobis de óleo vestro: quia lámpades nostrae exstinguúntur. Respondérunt prudéntes, dicéntes: Ne forte non suffíciat nobis et vobis, ite pótius ad vendéntes, et émite vobis. Dum autem irent émere, venit sponsus: et quae parátae erant, intravérunt cum eo ad núptias, et clausa est jánua. Novíssime vero véniunt et réliquae vírgines, dicéntes: Dómine, Dómine, aperi nobis. At ille respóndens, ait: Amen, dico vobis, néscio vos. Vigiláte ítaque, quia nescítis diem neque horam.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 25:1-13.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo e alla sposa. Ma cinque di esse erano stolte e cinque prudenti. Le cinque stolte, nel prendere le lampade, non presero l'olio con sé; le prudenti, invece, insieme con le lampade presero anche l'olio, nei loro vasi. Tardando a venire lo sposo, si assopirono tutte e si addormentarono. Ma a mezzanotte si udì un clamore: Ecco viene lo sposo! Uscitegli incontro. Allora tutte le vergini si alzarono e prepararono le loro lampade. E dissero le stolte alle prudenti: Dateci un po' del vostro olio, poiché le nostre lampade stanno per spegnersi. Risposero le prudenti dicendo: Non basterebbe né a noi, né a voi: andate piuttosto dai rivenditori e compratevene. Mentre esse andavano, giunse lo Sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui alla festa nuziale, e la porta fu chiusa. All'ultimo momento, giunsero anche le altre vergini, dicendo: Signore, Signore, aprici. Ma egli rispose: In verità vi dico, non vi conosco. Vigilate, dunque, poiché non sapete né il giorno né l'ora.

Omelia di San Gregorio, Papa.
Omelia 12 sui Vangeli.
Spesso vi raccomando, fratelli carissimi, di fuggire le opere cattive e di evitare la corruzione di questo mondo, ma quest'oggi la lettura del santo Vangelo mi costringe a dirvi di stare molto attenti a non perdere il merito delle vostre buone opere, di non cercare, nel bene che fate, il favore o la stima degli uomini, di impedire che si insinui in voi il desiderio della lode e di agire in modo che, quanto appare di fuori, non sia dentro vuoto di ricompensa. Il Redentore infatti ci parla di dieci vergini, e le dice tutte vergini; eppure non tutte hanno meritato di essere ammesse al soggiorno della beatitudine, perché alcune di esse, mentre cercavano una gloria esteriore della loro verginità, non si curarono di mettere dell'olio nelle loro lampade.
Ma prima dobbiamo chiederci che cosa sia il regno dei cieli, o perché lo si paragoni a dieci vergini, ed anche quali vengano dette vergini prudenti e quali vergini stolte. Mentre infatti è certo che nessun reprobo entrerà nel regno dei cieli, perché questo viene paragonato anche a delle vergini stolte? Dobbiamo sapere che spesso nel linguaggio sacro la Chiesa del tempo presente viene chiamata regno dei cieli. Onde altrove il Signore dice: Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, e toglieranno dal suo regno tutti gli scandali. Certamente in quel regno di beatitudine, dove c'è la suprema pace, non si potranno trovare scandali da togliere.
Ciascuno vive in un corpo che ha cinque sensi; il numero cinque poi, raddoppiato, dà dieci. E, poiché la moltitudine dei fedeli comprende ambedue i sessi, la santa Chiesa si dice simile a dieci vergini. E poiché in essa i cattivi si trovano mescolati coi buoni e i reprobi con gli eletti, giustamente viene paragonata a delle vergini prudenti ed anche a delle vergini stolte. Infatti ci sono molti che vivono nella continenza, che si guardano dagli appetiti esteriori, e dalla speranza sono portati ai beni interiori, che mortificano la propria carne, e anelano alla patria celeste con tutta la forza del loro desiderio, agognano i premi eterni, e non vogliono ricevere lodi umane per le loro fatiche. Questi certamente non ripongono la loro gloria nelle parole degli uomini, ma la nascondono nella loro coscienza. E ci sono poi molti che affliggono il loro corpo con l'astinenza, ma per questa stessa loro astinenza cercano gli applausi degli uomini.

OFFERTORIUM
Ps 44:15; 44:16. Afferéntur Regi Vírgines post eam: próximae ejus afferéntur tibi in laetítia et exsultatióne: adducéntur in templum regi Dómino.

Ps 44:15; 44:16. Le vergini dietro a lei sono condotte al Re; le sue compagne sono condotte a Te con gioia ed esultanza; sono introdotte nel palazzo del Re.

SECRETA
Súscipe, Dómine, múnera, quae in beátae Martínae Vírginis et Mártyris tuae solemnitáte deférimus: cujus nos confídimus patrocínio liberári. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Accetta, o Signore, i doni che ti offriamo nella festa di santa Martina, tua vergine e martire, per il cui patrocinio confidiamo di essere liberati. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Ps 118:78; 118:80. Confundántur supérbi, quia injúste iniquitátem fecérunt in me: ego autem in mandátis tuis exercébor, in tuis justificatiónibus, ut non confúndar.

Ps 118:78; 118:80. Siano confusi i superbi, poiché compirono iniquità contro di me: io infatti mi eserciterò nei tuoi comandamenti e nella tua giustizia per non essere confusa.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Auxiliéntur nobis, Dómine, sumpta mystéria: et, intercedénte beáta Martína Vírgine et Mártyre tua, sempitérna fáciant protectióne gaudére. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
I misteri che abbiamo ricevuto, o Signore, ci aiutino e, per l'intercessione di santa Martina, tua vergine e martire, ci facciano godere della sempiterna protezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.