domenica 27 gennaio 2019

San Giovanni Crisostomo Vescovo, Confessore e Dottore della Chiesa

Doppio.
Paramenti bianchi.

La Santa Chiesa celebra oggi la festa di San Giovanni Crisostomo, che con Sant'Atanasio, San Gregorio di Nazianzo e San Basilio forma il gruppo dei quattro grandi Dottori d'Oriente (Introitus).
Giovanni nacque ad Antiochia di Siria (oggi Antakya, nel sud della Turchia) da una famiglia cristiana benestante intorno al 349. Suo padre Secondo era un generale dell'esercito romano stanziato in Asia Minore e morì quando Giovanni era ancora in tenera età; sua madre Antusa, rimasta vedova appena ventenne, si consacrò al Signore nella sua vedovanza e si dedicò completamente al suo bambino: questa scelta eroica e coraggiosa della madre sarà sempre motivo di orgoglio per Giovanni.
Miniatura raffigurante San Giovanni Crisostomo.
Frequentando gli studi superiori, coronati dai corsi di filosofia e di retorica, ebbe come maestro Libanio, pagano, il più celebre retore del tempo. Alla sua scuola, Giovanni divenne il più grande oratore della tarda antichità greca. Quasi ventenne, nel 368, fu battezzato dal vescovo Melezio, che attese anche alla sua formazione ecclesiastica. Dal foro e dagli affari del secolo il giovane Giovanni passò a frequentare, dal 367 al 372, l'Asceterio di Antiochia, una sorta di seminario antiocheno diretto dal famoso esegeta Diodoro di Tarso, che lo avviò all'esegesi storico-letterale, caratteristica della tradizione antiochena. Nello studio delle divine lettere si acquistò somma lode per il suo ingegno e scienza. Nel 371 fu istituito lettore dallo stesso vescovo Melezio: questo fatto segnò il suo ingresso ufficiale nel cursus ecclesiastico.
Morta la madre nel 372, poté realizzare il suo primiero proposito di farsi monaco. Quindi si ritirò per quattro anni tra gli eremiti sul vicino monte Silpio. Tale ritiro proseguì per altri due anni, rintanandosi in una grotta ove condusse una vita estremamente ascetica. In tale periodo si dedicò totalmente a meditare le leggi di Cristo, i santi Vangeli e specialmente le Epistole di San Paolo Apostolo. Ammalatosi, si trovò nell'impossibilità di curarsi da solo, e dovette perciò ritornare nella comunità cristiana di Antiochia. Il Signore intervenne con l'infermità al momento giusto per permettere a Giovanni di seguire la sua vera vocazione. Egli si trovò davanti a un bivio: o scegliere le traversie del governo della Chiesa o proseguire la sua vita ascetica. Giovanni scelse ardentemente di donarsi alla cura pastorale, predicando il santo Vangelo e donando agli altri quanto egli aveva ricevuto dalla meditazione negli anni di romitaggio.
Ritornato ad Antiochia fra il 378 e il 379, fu poi ordinato diacono nel 381 dal vescovo Melezio, il quale lo portò con sé al Concilio ecumenico di Costantinopoli (381). Nel 386 fu ordinato presbitero della Chiesa di Antiochia dal vescovo Flaviano I, divenendo presto celebre predicatore. Tenne omelie contro gli ariani, seguite da quelle commemorative dei martiri antiocheni e da altre sulle festività liturgiche principali: si tratta di un grande insegnamento della fede in Cristo, anche alla luce dei suoi Santi. Nella Quaresima del 387, a seguito della “rivolta delle statue” in cui il popolo abbatté le statue imperiali in segno di protesta contro l'aumento delle tasse, egli tenne le sue 22 vibranti Omelie sulle statue, finalizzate alla penitenza e alla conversione. La sua fama giunse fino alla capitale Costantinopoli.
Mosaicista bizantino della Scuola di Costantinopoli, San Giovanni Crisostomo,
mosaico nel vestibolo meridionale della Basilica di Santa Sofia,
Bisanzio - Istanbul, Turchia, fine IX sec. 
Dopo la morte del Patriarca di Costantinopoli Nettario (397), per opera dell'imperatore Arcadio, fu preposto, suo malgrado, alla Chiesa di Costantinopoli. Ricevuta la carica di pastore nell'anno 398, predicò sempre senza sosta la sana dottrina cattolica, e spezzò continuamente a coloro di cui era diventato padre, il pane della parola e della grazia (Communio). Il popolo di Costantinopoli, avido della sua parola, si affollava nella cattedrale. Egli amava ardentemente San Paolo, del quale diceva: «Il cuore di Paolo è il cuore del Cristo». Anche egli amò appassionatamente il Cristo, e, come il grande Apostolo, tutto soffrì, piuttosto che permettere che si attentasse ai suoi divini diritti. Grande fu il suo coraggio nel bollare il vizio, nel non lasciarsi sfuggire occasioni per correggere, affine di essere sempre il sale della saggezza, che garantisce le anime dalla corruzione (Evangelium). Cominciò ad insorgere con forza contro la corruzione dei costumi e la vita licenziosa dei grandi: ma questa libertà gli procurò grande avversione da parte di molti. Egli offese pure gravemente l'imperatrice Eudossia per averla ripresa d'essersi appropriata del denaro della vedova Callitropa, e del campo di un'altra vedova.
Perciò radunatasi a Calcedonia un'assemblea di alcuni vescovi, alla quale egli, invitato, si ricusò di andare, dicendo non essere un concilio né pubblico né legittimo, per gli sforzi sopratutto di Eudossia fu mandato in esilio nel 403; ma poco dopo, avendo il popolo tumultuato per il desiderio di riaverlo, fu richiamato dall'esilio con straordinario plauso della città. Ma non cessando egli di gridare contro i vizi, ed essendosi opposto a certi giuochi davanti alla statua argentea dell'imperatrice Eudossia sulla piazza di Santa Sofia, una cospirazione di vescovi nemici lo costrinse di nuovo a partire per l'esilio nel 406, mentre le vedove e i poveri tutti piangevano il bando del comune padre. È incredibile quanti mali soffrì il Santo nell'esilio, e quante persone convertì alla fede di Gesù Cristo.
Ma mentre un decreto di papa Sant'Innocenzo I, redatto in un concilio tenuto a Roma, lo restituiva alla sua sede, Giovanni ebbe a soffrire nel viaggio incredibili mali e privazioni da parte dei soldati che lo sorvegliavano (Alleluja). Nell'attraversare l'Armenia, San Basilisco Martire, nella cui chiesa egli aveva prima pregato, così gli parlò di notte: Fratello Giovanni, domani saremo insieme nello stesso luogo. Quindi preso il giorno dopo il sacramento dell'Eucaristia e munitosi del segno della croce, rese l'anima a Dio, a Comana Pontica, il 14 settembre nell'anno 407. Appena morto, una terribile grandine cadde su Costantinopoli, e dopo quattro giorni l'Imperatrice cessò di vivere.
L'imperatore Teodosio II, figlio di Arcadio, fece trasportare il suo corpo a Costantinopoli con insigne pompa in mezzo a grande affluenza di popolo il 27 gennaio 438; e dopo averne venerate le reliquie, domandò perdono per i suoi parenti. Traslato poi a Roma, al tempo della Quarta Crociata (1204), fu sepolto nella Basilica Vaticana.
Tutti ammirano la moltitudine, la pietà, la bellezza dei suoi discorsi e degli altri suoi scritti, la maniera ancora d'interpretare i libri sacri e di spiegarli attenendosi al senso letterale; e sembra, come ne lo stimano degno, che l'Apostolo Paolo, che egli venerava particolarmente, e nello scrivere e nel predicare gli dettasse molte cose. Nel 1568 papa San Pio V lo proclamò Dottore della Chiesa. Soprannominato Crisostomo, cioè Bocca d'oro - titolo che occorre per la prima volta nella Costituzione di papa Vigilio (cfr. P.L., LX, 217) nell'anno 553 -, per l'aureo flusso dell'eloquenza, San Pio X, Pontefice massimo, poi lo dichiarò e stabilì Patrono dei sacri oratori (1908).


San Giovanni Crisostomo, affresco in stile neogotico della volta della Basilica di Santa Maria sopra Minerva, Roma (Lazio), XIX sec.


La Chiesa loda il Signore per aver conferito ai Santi Dottori la sapienza, l'intelligenza e la santità con cui spandere dovunque il lume della dottrina evangelica.

INTROITUS
Eccli 15:5. In médio Ecclésiae apéruit os ejus: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiae et intelléctus: stolam glóriae índuit eum. Ps 91:2. Bonum est confitéri Dómino: et psállere nómini tuo, Altíssime. . Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. . Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. In médio Ecclésiae apéruit os ejus: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiae et intelléctus: stolam glóriae índuit eum.

Eccli 15:5. Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria. Ps 91:2. È bene cantare la gloria al Signore: e lodare, Altissimo, il tuo Nome. . Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. . Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Ecclésiam tuam, quaesumus, Dómine, grátia coeléstis amplíficet: quam beáti Joánnis Chrysóstomi Confessóris tui atque Pontíficis illustráre voluísti gloriósis méritis et doctrínis. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
La tua grazia, o Signore, te ne preghiamo, dilati la tua Chiesa, che volesti illustrare con i gloriosi meriti ed insegnamenti del beato Giovanni Crisostomo, confessore tuo e vescovo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

I Dottori della Chiesa hanno messo in pratica i consigli che San Paolo dava a San Timoteo. Predicarono in ogni maniera la dottrina di Gesù Cristo, reagendo contro quella curiosità morbosa che rende certe anime avide ad intendere teorie nuove ed erronee in fatto di religione. Avendo combattuta la buona battaglia, come l'Apostolo, per il Vangelo e conservato intatto il deposito sacro della dottrina cristiana, ricevono in cielo la corona destinata a compensarli della loro santità apostolica.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Timótheum.
2Tim 4:1-8.
Caríssime: Testíficor coram Deo, et Jesu Christo, qui judicatúrus est vivos et mórtuos, per advéntum ipsíus et regnum ejus: praedica verbum, insta opportúne, importúne: árgue, óbsecra, íncrepa in omni patiéntia, et doctrína. Erit enim tempus, cum sanam doctrínam non sustinébunt, sed ad sua desidéria coacervábunt sibi magístros, pruriéntes áuribus, et a veritáte quidem audítum avértent, ad fábulas autem converténtur. Tu vero vígila, in ómnibus labóra, opus fac Evangelístae, ministérium tuum ímple. Sóbrius esto. Ego enim jam delíbor, et tempus resolutiónis meae instat. Bonum certámen certávi, cursum consummávi, fidem servávi. In réliquo repósita est mihi coróna justítiae, quam reddet mihi Dóminus in illa die, justus judex: non solum autem mihi, sed et iis, qui díligunt advéntum ejus.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo a Timoteo.
2Tim 4:1-8.
Carissimo: Ti scongiuro davanti a Dio e a Gesù Cristo, che ha da venire a giudicare i vivi ed i morti, per la sua venuta e per il suo regno: predica la Parola, insisti a tempo opportuno e fuori tempo. Riprendi, esorta, sgrida con paziente insegnamento; perché verrà tempo in cui la gente non potrà sopportare la sana dottrina, ma per assecondare la propria passione e per prurito di novità, si creerà una folla di maestri, e per non ascoltare la verità andrà dietro a favole. Ma tu veglia sopra tutte le cose, sopporta le afflizioni, compi l'ufficio di predicare il Vangelo, adempi il tuo ministero e sii temperante. In quanto a me il mio sangue sta per essere versato come una libazione e il tempo del mio scioglimento dal corpo è vicino. Ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede. Non mi resta che ricevere la corona di giustizia, che mi darà in quel giorno il Signore, giusto giudice; e non solo a me, ma anche a quelli che desiderano la sua venuta.

GRADUALE
Eccli 44:16. Ecce sacérdos magnus, qui in diébus suis plácuit Deo. Eccli 44:20. . Non est invéntus símilis illi, qui conservaret legem Excélsi.

Eccli 44:16. Ecco il grande pontefice, che nella sua vita piacque a Dio. Eccli 44:20. . Non si trovò alcuno simile a lui nell'osservare la legge dell'Eccelso.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Jac 1:12. . Beátus vir, qui suffert tentatiónem: quóniam, cum probátus fúerit, accípiet corónam vitae. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Jac 1:12. . Beato l'uomo che sopporta la tentazione, perché una volta superata la prova riceverà la corona della vita. Alleluia.

Dopo Settuagesima, omessi l'Alleluia e il suo Versetto, si dice:

TRACTUS
Ps 111:1-3. Beátus vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. . Potens in terra erit semen ejus: generátio rectórum benedicétur. . Glória et divítiae in domo ejus: et justítia ejus manet in saeculum saeculi.

Ps 111:1-3. Beato l'uomo che teme il Signore: molto si compiace nei suoi comandamenti. . Potente sulla terra sarà la sua stirpe: sarà benedetta la discendenza dei giusti. . Gloria e ricchezza nella sua casa: la sua giustizia rimane nei secoli dei secoli.

I Dottori sono il sale che deve preservare le anime dalla corruzione: sono la luce che illumina gli uomini immersi nelle tenebre dell'errore e del peccato. Predicando con la loro dottrina e il loro esempio, glorificano Dio, il quale solo dà la grazia di compiere bene il proprio dovere. E siccome l'osservanza delle minime prescrizioni della legge riceve la sua ricompensa, essi sono grandi nel regno dei cieli.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 5:13-19.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Vos estis sal terrae. Quod si sal evanúerit, in quo saliétur? Ad níhilum valet ultra, nisi ut mittátur foras, et conculcétur ab homínibus. Vos estis lux mundi. Non potest cívitas abscóndi supra montem pósita. Neque accéndunt lucérnam, et ponunt eam sub módio, sed super candelábrum, ut lúceat ómnibus qui in domo sunt. Sic lúceat lux vestra coram homínibus, ut vídeant ópera vestra bona, et gloríficent Patrem vestrum, qui in coelis est. Nolíte putáre, quóniam veni sólvere legem aut prophétas: non veni sólvere, sed adimplére. Amen, quippe dico vobis, donec tránseat coelum et terra, iota unum aut unus apex non praeteríbit a lege, donec ómnia fiant. Qui ergo solverit unum de mandátis istis mínimis, et docúerit sic hómines, mínimus vocábitur in regno coelórum: qui autem fécerit et docúerit, hic magnus vocábitur in regno coelórum.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 5:13-19.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Voi siete il sale della terra. E se il sale perde la sua virtù, come lo si riattiverà? Non è più buono se non ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città posta sopra un monte. Né si accende la lucerna per riporla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia lume a quanti sono in casa. Così risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti, ma a completare. In verità vi dico che finché non passi il cielo e la terra non passerà un solo iota o un apice solo della Legge, che tutto non sia compiuto. Chi pertanto violerà uno dei minimi di questi comandamenti e insegnerà così agli uomini, sarà tenuto minimo nel regno dei cieli; ma colui che avrà operato ed insegnato, sarà tenuto grande nel regno dei cieli.

Omelia di San Giovanni Crisostomo.
Omelia 15 su Matteo, oltre la metà.
Fate attenzione a ciò che disse: Voi siete il sale della terra: tramite ciò mostra quanto necessariamente insegni queste cose. Non infatti, disse, solo della vostra vita, ma di tutto il mondo dovrete render conto. Non vi mando certo solo a due città, o a dieci, o a venti, né a un solo popolo, come mandavo i profeti: ma ad ogni terra e fino al mare, e a tutto il mondo, e a ciò che è oppresso da vari crimini.
Dicendo infatti: Voi siete il sale della terra, mostra che tutta la natura degli uomini è vanificata, e corrotta dalla violenza dei peccati: e quindi richiede da loro quelle virtù, che massimamente sono necessarie ed utili per procurare la salvezza di molti. Infatti chi è mansueto e modesto, e misericordioso e giusto, non rinchiude solo dentro di sé queste cose fatte rettamente, ma farà defluire queste eccellenti fonti anche all'utilità degli altri. Quindi chi è puro di cuore e pacifico, e sopporta la persecuzione per la verità, nondimeno dispone la vita per il bene comune.
Non pensate quindi, disse, che sarete condotti a facili battaglie, né che dovrete far conto di cose da poco. Voi siete il sale della terra. Cosa allora? Hanno medicato cose putrefatte? Per niente: né infatti è possibile che quelle cose che sono già corrotte siano riparate tramite la frizione del sale. Non fecero perciò questo, ma le cose prima rinnovate, ed a loro affidate, e già liberate da quella putrefazione, aspergevano di sale, e conservavano in quella novità, che avevano preso dal Signore. Certamente liberare dalla putredine del peccato, è proprio del potere di Cristo: ma affinché non ritornino di nuovo a questi, è proprio della cura e del lavoro degli Apostoli.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 91:13. Justus ut palma florébit: sicut cedrus, quae in Líbano est, multiplicábitur.

Ps 91:13. Il giusto fiorirà come palma, crescerà come un cedro del Libano.

SECRETA
Sancti Joánnis Chrysóstomi Pontíficis tui atque Doctóris nobis, Dómine, pia non desit orátio: quae et múnera nostra concíliet; et tuam nobis indulgéntiam semper obtíneat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, non ci venga mai meno l'intercessione pia del beato Giovanni Crisostomo vescovo e dottore, la quale renda a te graditi i nostri doni e sempre ottenga a noi la tua indulgenza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Luc 12:42. Fidélis servus et prudens, quem constítuit dóminus super famíliam suam: ut det illis in témpore trítici mensúram.

Luc 12:42. Fedele e saggio è il servitore che il Signore ha preposto alla sua casa: perché al tempo conveniente dia il cibo che spetta a ciascuno.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Ut nobis, Dómine, tua sacrifícia dent salútem: beátus Joánnes Chrysóstomus Póntifex tuus et Doctor egrégius, quaesumus, precátor accédat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Interceda per noi, o Signore, il beato Giovanni Crisostomo vescovo e dottore egregio, affinché il tuo sacrificio ci porti salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.