sabato 23 febbraio 2019

Vigilia di San Mattia, Apostolo

Semplice.
Paramenti violacei.

La Santa Chiesa dà grande importanza alle feste degli Apostoli e le fa precedere da una vigilia (Oratio). San Mattia, eletto per volontà di Dio (Evangelium), ebbe, al posto di Giuda, la sua parte di apostolato nella Santa Chiesa, rappresentata dalla Terra Promessa divisa in dodici tribù (Epistola). Chiamato a «dare la sua vita» (Evangelium), come Nostro Signore Gesù Cristo, per coronare la sua carriera apostolica, «subì il martirio e fu rivestito da Dio di una splendida gloria» (Communio). Domandiamo a Dio di prepararci a celebrare piamente la festa del suo Apostolo, San Mattia.




La Santa Chiesa paragona i suoi Apostoli all'olivo verdeggiante che è il simbolo della prosperità. Essa si sdegna contro quelli che li hanno fatto morire.

INTROITUS
Ps 51:10; 55:11. Ego autem, sicut olíva fructífera in domo Dómini, sperávi in misericórdia Dei mei: et exspectábo nomen tuum, quóniam bonum est ante conspéctum sanctórum tuorum. Ps 51:3. Quid gloriáris in malítia: qui potens es in iniquitáte? . Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. . Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Ego autem, sicut olíva fructífera in domo Dómini, sperávi in misericórdia Dei mei: et exspectábo nomen tuum, quóniam bonum est ante conspéctum sanctórum tuorum.

Ps 51:10; 55:11. Io sono come olivo fruttifero nella casa del Signore; ho sperato nella misericordia del mio Dio e confiderò nel tuo nome, perché è buono al cospetto dei tuoi Santi. Ps 51:3. Perché ti glorii nella malizia, tu, che sei potente nell'iniquità? . Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. . Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Io sono come olivo fruttifero nella casa del Signore; ho sperato nella misericordia del mio Dio e confiderò nel tuo nome, perché è buono al cospetto dei tuoi Santi.

ORATIO
Orémus.
Da, quaesumus, omnípotens Deus: ut beáti Matthíae Apóstoli tui, quam praevenímus, veneránda solémnitas, et devotiónem nobis áugeat et salútem. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Fa', Dio onnipotente, che l'augusta solennità, alla quale ci prepariamo, del tuo beato Apostolo Mattia, aumenti in noi la devozione e l'aiuto per la salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima, nelle Sante Messe private, si fa la commemorazione della Feria.

La Santa Chiesa applica agli Apostoli ciò che l'autore del libro dell'Ecclesiastico (200-180 a.C.) dice di Giacobbe, Mosè ed Aronne che furono l'oggetto delle benedizioni speciali di Dio.

LECTIO
Léctio libri Sapiéntiae.
Eccli 44:25-27; 45:2-4; 45:6-9.
Benedíctio Dómini super caput justi. Ideo dedit illi Dóminus hereditátem, et divísit illi partem in tríbubus duódecim: et invénit grátiam in conspéctu omnis carnis. Et magnificávit eum in timóre inimicórum, et in verbis suis monstra placávit. Glorificávit illum in conspéctu regum, et jussit illi coram pópulo suo, et osténdit illi glóriam suam. In fide et lenitáte ipsíus sanctum fecit illum, et elégit eum ex omni carne. Et dedit illi coram praecépta, et legem vitae et disciplínae, et excélsum fecit illum. Státuit ei testaméntum aetérnum, et circumcínxit eum zona justítiae: et índuit eum Dóminus corónam glóriae.

Lettura del libro della Sapienza.
Eccli 44:25-27; 45:2-4; 45:6-9.
La benedizione del Signore è sopra il capo del giusto (Giacobbe). Pertanto il Signore gli diede un'eredità, e divise la sua parte in dodici tribù: e trovò grazia al cospetto di ogni uomo. E Dio lo (Mosè) rese grande con timore dei nemici, e placò le piaghe (d'Egitto) con le sue parole. Lo glorificò davanti ai re, e gli diede i comandamenti pel suo popolo, e gli mostrò la sua gloria. Lo fece santo per la fede e la mansuetudine di lui, e lo elesse fra tutti gli uomini. E diede precetti davanti a lui e legge di vita e disciplina, e lo rese eccelso. Stabilì per lui (Aronne) un patto eterno, e gli cinse attorno la cintura della giustizia: ed il Signore gli fece indossare la corona di gloria.

GRADUALE
Ps 91:13; 91:14. Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur in domo Dómini. Ps 91:3. . Ad annuntiándum mane misericórdiam tuam, et veritátem tuam per noctem.

Ps 91:13; 91:14. Il giusto fiorirà come la palma: crescerà come il cedro del Libano nella casa del Signore. Ps 91.3. . Per celebrare al mattino la tua misericordia: e la tua verità nella notte.

EVANGELIUM
Sequentia sancti Evangelii secundum Joánnem.
Joann 15:12-16.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Hoc est praecéptum meum, ut diligátis ínvicem, sicut diléxi vos. Majórem hac dilectiónem nemo habet, ut ánimam suam ponat quis pro amícis suis. Vos amíci mei estis, si fecéritis quae ego praecípio vobis. Jam non dicam vos servos: quia servus nescit, quid fáciat dóminus ejus. Vos autem dixi amícos: quia ómnia, quaecúmque audivi a Patre meo, nota feci vobis. Non vos me elegístis: sed ego elégi vos, et posui vos, ut eátis, et fructum afferátis: et fructus vester maneat: ut, quodcúmque petiéritis Patrem in nómine meo, det vobis.

Seguito del santo Vangelo secondo Giovanni.
Joann 15:12-16.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.

Omelia di San Gregorio, Papa.
Omelia 27 sui Vangeli.
Nonostante tutte le sacre parole siano piene di comandamenti del Signore, com'è che riguardo all'amore, come di un comandamento singolare, il Signore dice: Il comandamento mio è questo, che vi amiate l'un l'altro; se non perché ogni comandamento riguarda solamente l'amore e tutti sono un comandamento unico? Perché qualsiasi cosa viene comandata, viene consolidata nella sola carità. Come infatti molti rami di un albero procedono da una sola radice, così molte virtù sono generate dalla sola carità. Ed il ramo della buona azione non ha alcun color verde, se non rimane nella radice della carità.
Quindi i comandamenti del Signore sono sia molti, sia uno solo: molti per la diversità dell'operazione, uno solo nella radice dell'amore. Ma in qual modo questo amore si debba mantenere, lo suggerisce Egli stesso, che, in numerosi luoghi della sua Scrittura, comanda sia che gli amici vengano amati in Sé, sia che i nemici per Sé. Infatti ha veramente la carità, colui che sia ama l'amico in Dio, sia il nemico per Dio. Ora ci sono alcuni che amano i lori prossimi ma per l'affetto della parentela e della carne: tuttavia le sacre parole non si oppongono a questi. Ma una cosa è quel che è applicato spontaneamente alla natura, una cosa quel che per i comandamenti del Signore è dovuto all'obbedienza dall'amore.
Questi certamente sia amano il prossimo, sia tuttavia non raggiungono quei sublimi premi dell'amore: poiché esercitano il loro amore non spiritualmente, ma carnalmente. Quindi quando il Signore diceva: Il comandamento mio è questo, che vi amiate l'un l'altro, subito aggiunse: Come io ho amato voi. Come se volesse dire: amate conformemente al modo in cui vi amai. In tale cosa, carissimi fratelli, bisogna fare cauta attenzione, che l'antico nemico, mentre trae la nostra mente all'amore delle cose temporali, suscita contro di noi il prossimo più debole, perché tenti di portar via le stesse cose che amiamo.

OFFERTORIUM
Ps 8:6-7. Glória et honore coronásti eum: et constituísti eum super ópera mánuum tuárum, Dómine.

Ps 8:6-7. Lo hai coronato di gloria e di onore: e lo hai costituito sopra le opere delle tue mani, o Signore.

SECRETA
Apostólici reveréntia cúlminis offeréntes tibi sacra mystéria, Dómine, quaesumus: ut beáti Matthíae Apóstoli tui suffrágiis, cujus natalítia praevenímus; plebs tua semper et sua vota deprómat, et desideráta percípiat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Mentre ti offriamo i sacri misteri in onore dell'apostolica dignità, ti preghiamo, o Signore, affinché tramite i suffragi del beato Mattia tuo Apostolo, la cui festa ci prepariamo a celebrare, il tuo popolo ottenga sempre i suoi voti e riceva le cose che desidera. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima, nelle Sante Messe private, si fa la commemorazione della Feria.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

In Quaresima si dice:

PRAEFATIO DE QUADRAGESIMA
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui corporáli jejúnio vitia cómprimis, mentem élevas, virtútem largíris et praemia: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti júbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che col digiuno corporale raffreni i vizi, sollevi la mente, largisci virtù e premi: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Ps 20:6. Magna est glória ejus in salutári tuo: glóriam et magnum decórem impónes super eum, Dómine.

Ps 20:6. Grande è la sua gloria per il tuo soccorso salutare: lo ammanterai di gloria e di grande splendore, o Signore.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Sancti Apóstoli tui Matthíae, quaesumus, Dómine, supplicatióne placátus: et veniam nobis tríbue, et remédia sempitérna concéde. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ti preghiamo, o Signore, affinché placato dalla supplica del tuo santo Apostolo Mattia, tu ci conceda il perdono ed attribuisca gli eterni rimedi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima, nelle Sante Messe private, si fa la commemorazione della Feria; della quale in fine si legge il Vangelo.

San Pier Damiani Vescovo, Confessore e Dottore della Chiesa

Doppio.
Paramenti bianchi.

Pietro (o Piero), nato a Ravenna nel 1007 da genitori ragguardevoli, era ancora lattante quando fu rigettato dalla madre malcontenta di avere prole numerosa; ma una domestica raccoltolo mezzo morto e salvatolo, lo rese poi alla madre dopo averla richiamata a più umani sentimenti. Rimasto orfano di entrambi i genitori, fu ridotto a un duro servizio sotto l'aspra tutela di un fratello, quasi fosse un vile schiavo. Egli allora diede un bell'esempio di religione verso Dio e di pietà verso il padre, poiché, avendo trovato per caso una moneta, la impiegò non a sovvenire alla propria indigenza, ma la diede a un sacerdote perché offrisse il divin sacrificio per l'espiazione dell'anima di suo padre.
Pietro Berrettini da Cortona,
San Pier Damiani offre alla Beata Vergine Maria che gli appare il libro della regola,
Collezione privata, 1629 circa.
Lasciata la casa del fratello malvagio, venne accolto benevolmente dal fratello maggiore Damiano, arciprete di una grande ed importante pieve presso Ravenna; da questi, a quel che si dice, prese il soprannome (Damiani, cioè “di Damiano”) per riconoscenza di averne avuto i mezzi di fare i suoi studi. Infatti, venne per sua cura istruito nelle lettere, dapprima a Faenza (1022-1025) poi a Parma (1026-1032), e in questi studi in breve avanzò tanto da essere d'ammirazione ai maestri. Acquistatosi poi grande riputazione per l'ingegno e il successo nelle scienze liberali, le insegnò ancora con onore. Fu ordinato presbitero durante il periodo di insegnamento a Ravenna, forse tra il 1034-1035, ad opera dell'arcivescovo Gebeardo di Eichstätt.
Intanto per sottomettere il corpo alla ragione, portava un cilizio sotto le morbide vesti, perseverando con diligenza nei digiuni, nelle veglie e nelle preghiere. Sentendosi nell'ardore della giovinezza vivamente spinto dagli stimoli della carne, estingueva la notte queste fiamme ribelli della libidine immergendosi nelle acque ghiacciate di un fiume; di più costumava di visitare tutti i santuari famosi, e di recitare tutto il Salterio. Soccorreva assiduamente i poveri, li invitava spesso alla sua tavola, e li serviva colle sue proprie mani.
«Disprezzando i beni della terra» (Oratio) ed essendo desideroso di vita più perfetta, intorno all'anno 1035, entrò nel monastero camaldolese di osservanza benedettina di Avellana, nella diocesi di Gubbio (oggi diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola), dell'ordine dei monaci di Santa Croce di Fonte Avellana, fondato dal beato Ludolfo, discepolo di San Romualdo. Non molto dopo inviato dal suo abate al monastero di Pomposa (intorno al 1040) e poi a quello di San Vincenzo al Furlo o “di Pietra Pertusa” (intorno al 1042), edificò questi due cenobi colle sue sante prediche, colle belle istruzioni e colla sua maniera di vivere. Durante la sua permanenza al monastero di San Vincenzo al Furlo scrisse la Vita Romualdi attingendo alle notizie dirette di chi aveva personalmente conosciuto il monaco anacoreta.
Richiamato tra i suoi, verso la fine del 1043, dopo la morte dell'abate, fu messo a capo della comunità d'Avellana (Communio), e la rese sì prospera colle sue sante istituzioni e colle nuove case fondate in vari luoghi, che lo si ritenne con ragione come il secondo padre del suo ordine e il suo principale ornamento. Anche altri cenobi di diversi istituti, capitoli di canonici e gli stessi popoli provarono i salutari effetti della sollecitudine di Pietro. Fu utile alle città della diocesi di Urbino sotto più rapporti: soccorse il vescovo Teuzone in una circostanza gravissima e l'aiutò col consiglio e coll'opera nella buona amministrazione del suo vescovado. Egli si distinse nella contemplazione delle cose divine, nelle macerazioni corporali, e in altri esempi di provata santità.
«Lume delle anime, doveva esser messo sul candelabro» (Evangelium): infatti, mosso da queste cose, il sommo Pontefice Stefano IX lo creò, benché nolente e riluttante, cardinale di Santa Romana Chiesa e vescovo di Ostia (tra l'agosto-novembre 1057 e il 14 marzo 1058). Dignità che Pietro illustrò colle più splendide virtù e con opere degne del ministero episcopale.
In tempi difficilissimi fu di grande aiuto alla Chiesa Romana e ai sommi Pontefici colla sua scienza, colle legazioni e altre fatiche che intraprese. Partecipando alla vita di apostolo di Nostro Signore Gesù Cristo, combatté valorosamente fino alla morte l'eresia simoniaca e quella dei Nicolaiti. E dopo aver rimediato a questi mali, riconciliò la Chiesa di Milano con Roma. Si oppose con coraggio agli antipapi Benedetto X (già cardinale Giovanni dei conti di Tuscolo, detto Mincio) e Onorio II (già vescovo Pietro Cadalo); distornò Enrico IV, re di Germania, dal suo ingiusto progetto di divorzio colla moglie; ricondusse i Ravennati all'obbedienza dovuta al Romano Pontefice riconciliandoli colla Chiesa; diede ai canonici di Velletri leggi di vita più santa. Nella provincia di Urbino specialmente non c'è forse chiesa episcopale di cui Pietro non sia benemerito: quella di Gubbio che egli amministrò per qualche tempo e liberò da molti malanni; lo stesso fece con altre, quando occorse, come se fossero state affidate alle sue cure.
Reliquie di San Pier Damiani nella Cattedrale di San Pietro Apostolo di Faenza (Emilia-Romagna). 
Rinunziato al cardinalato e alla dignità episcopale nel 1067, non rimise nulla dell'antica assiduità nel soccorrere il prossimo. Propagò il digiuno del venerdì in onore della Santa Croce di Nostro Signore Gesù Cristo, il piccolo Ufficio della Beata Vergine Maria Madre di Dio e il suo culto nel Sabato. Estese ancora l'uso di disciplinarsi per espiare i peccati commessi. Infine, illustre per santità, dottrina, miracoli e grandi opere, se ne volò a Nostro Signore Gesù Cristo, a Faenza, di ritorno dalla legazione di Ravenna, il 22 febbraio 1072. Il suo corpo fu sepolto ivi stesso dapprima nella Chiesa di Santa Maria Foris Portam (oggi Chiesa di Santa Maria ad Nives) presso il monastero dei Cistercensi, poi fu traslato definitivamente nella Cattedrale di San Pietro Apostolo sempre a Faenza. Sul suo sepolcro fece porre questo epitaffio, scritto dallo stesso Santo:

«Io fui nel mondo quel che tu sei ora; tu sarai quel che io ora sono:
non prestar fede alle cose che vedi destinate a perire;
sono segni frivoli che precedono la verità, sono brevi momenti cui segue l'eternità.
Vivi pensando alla morte perché tu possa vivere in eterno.
Tutto ciò che è presente, passa; resta invece quel che si avvicina.
Come ha ben provveduto chi ti ha lasciato, o mondo malvagio,
chi è morto prima col corpo alla carne che non con la carne al mondo!
Preferisci le cose celesti alle terrene, le eterne alle caduche.
L'anima libera torni al suo principio;
lo spirito salga in alto e torni a quella fonte da cui è scaturito,
disprezzi sotto di sé ciò che lo costringe in basso.
Ricordati di me, te ne prego; guarda pietoso le ceneri di Pietro;
con preghiere e gemiti dì: “Signore, perdonalo”»
(Pietro Peccatore)

Egli divenne celebre per molti miracoli, e vi riscuote ancora continua venerazione dal popolo. I Faentini avendo sperimentato più di una volta la sua protezione in critiche circostanze, lo scelsero per patrono presso Dio. Dunque, il sommo Pontefice Leone XII estese a tutta la Santa Chiesa, con decreto della Sacra Congregazione dei Riti del 1 ottobre 1828, l'Ufficio e la Santa Messa, che in suo onore già si celebrava in alcune diocesi e nell'ordine dei Camaldolesi, aggiungendo al titolo di Confessore Pontefice quello di Dottore della Chiesa. Imitiamo San Pier Damiani nel suo ardore per la penitenza.


Giuseppe Santini, San Pier Damiani, Museo Diocesano di Arte Sacra, Arezzo (Toscana), 1666.


La Chiesa loda il Signore per aver conferito ai Santi Dottori la sapienza, l'intelligenza e la santità con cui spandere dovunque il lume della dottrina evangelica.

INTROITUS
Eccli 15:5. In médio Ecclésiae apéruit os ejus: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiae et intelléctus: stolam glóriae índuit eum. Ps 91:2. Bonum est confitéri Dómino: et psállere nómini tuo, Altíssime. . Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. . Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. In médio Ecclésiae apéruit os ejus: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiae et intelléctus: stolam glóriae índuit eum.

Eccli 15:5. Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria. Ps 91:2. È bene cantare la gloria al Signore: e lodare, Altissimo, il tuo Nome. . Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. . Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Concéde nos, quaesumus, omnípotens Deus: beáti Petri, Confessóris tui atque Pontíficis, mónita et exémpla sectári; ut per terréstrium rerum contémptum aetérna gáudia consequámur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, te ne preghiamo, o Dio onnipotente, di imitare gli insegnamenti e gli esempi del beato Pietro, confessore tuo e vescovo, affinché, disprezzando le cose terrene, raggiungiamo i gaudi eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.

I Dottori della Chiesa hanno messo in pratica i consigli che San Paolo dava a San Timoteo. Predicarono in ogni maniera la dottrina di Gesù Cristo, reagendo contro quella curiosità morbosa che rende certe anime avide ad intendere teorie nuove ed erronee in fatto di religione. Avendo combattuta la buona battaglia, come l'Apostolo, per il Vangelo e conservato intatto il deposito sacro della dottrina cristiana, ricevono in cielo la corona destinata a compensarli della loro santità apostolica.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Timótheum.
2Tim 4:1-8.
Caríssime: Testíficor coram Deo, et Jesu Christo, qui judicatúrus est vivos et mórtuos, per advéntum ipsíus et regnum ejus: praedica verbum, insta opportúne, importúne: árgue, óbsecra, íncrepa in omni patiéntia, et doctrína. Erit enim tempus, cum sanam doctrínam non sustinébunt, sed ad sua desidéria coacervábunt sibi magístros, pruriéntes áuribus, et a veritáte quidem audítum avértent, ad fábulas autem converténtur. Tu vero vígila, in ómnibus labóra, opus fac Evangelístae, ministérium tuum ímple. Sóbrius esto. Ego enim jam delíbor, et tempus resolutiónis meae instat. Bonum certámen certávi, cursum consummávi, fidem servávi. In réliquo repósita est mihi coróna justítiae, quam reddet mihi Dóminus in illa die, justus judex: non solum autem mihi, sed et iis, qui díligunt advéntum ejus.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo a Timoteo.
2Tim 4:1-8.
Carissimo: Ti scongiuro davanti a Dio e a Gesù Cristo, che ha da venire a giudicare i vivi ed i morti, per la sua venuta e per il suo regno: predica la Parola, insisti a tempo opportuno e fuori tempo. Riprendi, esorta, sgrida con paziente insegnamento; perché verrà tempo in cui la gente non potrà sopportare la sana dottrina, ma per assecondare la propria passione e per prurito di novità, si creerà una folla di maestri, e per non ascoltare la verità andrà dietro a favole. Ma tu veglia sopra tutte le cose, sopporta le afflizioni, compi l'ufficio di predicare il Vangelo, adempi il tuo ministero e sii temperante. In quanto a me il mio sangue sta per essere versato come una libazione e il tempo del mio scioglimento dal corpo è vicino. Ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede. Non mi resta che ricevere la corona di giustizia, che mi darà in quel giorno il Signore, giusto giudice; e non solo a me, ma anche a quelli che desiderano la sua venuta.

GRADUALE
Ps 36:30-31. Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium. . Lex Dei ejus in corde ipsíus: et non supplantabúntur gressus ejus.

Ps 36:30-31. La bocca del giusto esprime sapienza e la sua lingua parla secondo giustizia. . Ha nel cuore la legge del suo Dio e i suoi passi non sono esitanti.

TRACTUS
Ps 111:1-3. Beátus vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. . Potens in terra erit semen ejus: generátio rectórum benedicétur. . Glória et divítiae in domo ejus: et justítia ejus manet in saeculum saeculi.

Ps 111:1-3. Beato l'uomo che teme il Signore: molto si compiace nei suoi comandamenti. . Potente sulla terra sarà la sua stirpe: sarà benedetta la discendenza dei giusti. . Gloria e ricchezza nella sua casa: la sua giustizia rimane nei secoli dei secoli.

I Dottori sono il sale che deve preservare le anime dalla corruzione: sono la luce che illumina gli uomini immersi nelle tenebre dell'errore e del peccato. Predicando con la loro dottrina e il loro esempio, glorificano Dio, il quale solo dà la grazia di compiere bene il proprio dovere. E siccome l'osservanza delle minime prescrizioni della legge riceve la sua ricompensa, essi sono grandi nel regno dei cieli.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 5:13-19.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Vos estis sal terrae. Quod si sal evanúerit, in quo saliétur? Ad níhilum valet ultra, nisi ut mittátur foras, et conculcétur ab homínibus. Vos estis lux mundi. Non potest cívitas abscóndi supra montem pósita. Neque accéndunt lucérnam, et ponunt eam sub módio, sed super candelábrum, ut lúceat ómnibus qui in domo sunt. Sic lúceat lux vestra coram homínibus, ut vídeant ópera vestra bona, et gloríficent Patrem vestrum, qui in coelis est. Nolíte putáre, quóniam veni sólvere legem aut prophétas: non veni sólvere, sed adimplére. Amen, quippe dico vobis, donec tránseat coelum et terra, iota unum aut unus apex non praeteríbit a lege, donec ómnia fiant. Qui ergo solverit unum de mandátis istis mínimis, et docúerit sic hómines, mínimus vocábitur in regno coelórum: qui autem fécerit et docúerit, hic magnus vocábitur in regno coelórum.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 5:13-19.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Voi siete il sale della terra. E se il sale perde la sua virtù, come lo si riattiverà? Non è più buono se non ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città posta sopra un monte. Né si accende la lucerna per riporla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia lume a quanti sono in casa. Così risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti, ma a completare. In verità vi dico che finché non passi il cielo e la terra non passerà un solo iota o un apice solo della Legge, che tutto non sia compiuto. Chi pertanto violerà uno dei minimi di questi comandamenti e insegnerà così agli uomini, sarà tenuto minimo nel regno dei cieli; ma colui che avrà operato ed insegnato, sarà tenuto grande nel regno dei cieli.

Omelia di Sant'Agostino, Vescovo.
Libro 1 sul Sermone del Signore sul monte, cap. 6, tom. 4.
Il Signore ci mostra doversi giudicare insensati coloro che, cercando l'abbondanza dei beni temporali o temendo d'esserne privati, perdono gli eterni, che gli uomini non possono né dare né togliere. Ora se il sale diventa insipido, con che si salerà? (Matt 5:13). Cioè, se voi, che dovete in certo modo condire i popoli, per timore delle persecuzioni temporali, perderete il regno dei cieli: quali saranno gli uomini che potranno ritrarvi dall'errore, dal momento che Dio ha scelto voi per togliere gli altri dall'errore?
Dunque il sale insipido non serve più a nulla se non ad essere gettato via pestato dagli uomini (Matt 5:13). Pertanto non è calpestato dagli uomini chi soffre persecuzione, ma chi istupidisce per timore della persecuzione. Poiché non può essere calpestato se non uno inferiore; ma non è inferiore chi, sebbene patisca molto sulla terra nel corpo, tuttavia col cuore abita in cielo.
Voi siete la luce del mondo (Matt 5:14). Come più sopra ha detto il sale della terra (Matt 5:13), così ora dice la luce del mondo. Ora per questa terra, di cui si parla più sopra, non si deve intendere quella che calpestiamo coi nostri piedi corporei; bensì gli uomini che abitano sulla terra, o anche i peccatori, a rialzare i quali col condimento della sapienza e a distruggere le loro perverse inclinazioni, il Signore inviò nel mondo il sale apostolico. E qui mondo si deve intendere non il cielo e la terra, ma gli uomini che sono nel mondo o amano il mondo, e che gli Apostoli hanno la missione d'illuminare. Non può rimaner nascosta una città situata su un monte (Matt 5:14): cioè, fondata sopra un'insigne e grande giustizia, significata anche nello stesso monte, su cui il Signore si trova a parlare.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 91:13. Justus ut palma florébit: sicut cedrus, quae in Líbano est, multiplicábitur.

Ps 91:13. Il giusto fiorirà come palma, crescerà come un cedro del Libano.

SECRETA
Sancti Petri Pontíficis tui atque Doctóris nobis, Dómine, pia non desit orátio: quae et múnera nostra concíliet; et tuam nobis indulgéntiam semper obtíneat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, non ci venga mai meno l'intercessione pia del beato Pietro Vescovo tuo e Dottore, la quale renda a te graditi i nostri doni e sempre ottenga a noi la tua indulgenza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

In Quaresima si dice:

PRAEFATIO DE QUADRAGESIMA
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui corporáli jejúnio vitia cómprimis, mentem élevas, virtútem largíris et praemia: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti júbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che col digiuno corporale raffreni i vizi, sollevi la mente, largisci virtù e premi: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Luc 12:42. Fidélis servus et prudens, quem constítuit dóminus super famíliam suam: ut det illis in témpore trítici mensúram.

Luc 12:42. Fedele e saggio è il servitore che il Signore ha preposto alla sua casa: perché al tempo conveniente dia il cibo che spetta a ciascuno.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Ut nobis, Dómine, tua sacrifícia dent salútem: beátus Petrus Póntifex tuus et Doctor egrégius, quaesumus, precátor accédat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Interceda per noi, o Signore, il beato Pietro Vescovo tuo e Dottore egregio, affinché il tuo sacrificio ci porti salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria; della quale in fine si legge il Vangelo.

venerdì 22 febbraio 2019

Cattedra di San Pietro Apostolo ad Antiochia

Doppio maggiore.
Paramenti bianchi.

La festa della Cattedra di San Pietro fu stabilita fin dal 354 per onorare la dignità di questo principe della Santa Chiesa, cui Nostro Signore Gesù Cristo affidò il potere delle chiavi, simbolo della suprema autorità.
Gian Lorenzo Bernini, Cattedra di San Pietro,
Basilica di San Pietro, Città del Vaticano, 1656-1665.
La “Cathedra Petri” o “Sella gestatoria apostolicae confessionis” è il trono pontificale di San Pietro e dei suoi successori nell'Episcopato Romano, nella suprema guida di tutto il gregge di Nostro Signore Gesù Cristo, degli agnelli, delle pecorelle e delle pecore madri (Cfr. Joann 19:15-17). In essa stanno il basamento inconcusso dell'infallibile ed indefettibile Fede Cattolica, il fulcro necessario dell'unità del Cristianesimo, la pienezza del Sacerdozio e del Regno. La sua storia e la sua venerazione inizia fra i meandri dei cimiteri cristiani dell'Urbe nel III secolo. La Cattedra si venerò di seguito nel Battistero di San Damaso in Vaticano. È ora conservata nell'abside della Basilica Vaticana, racchiusa nel grande reliquiario berniniano, sicché nemmeno il Papa vi si può sedere, come usavano i sommi Pontefici fino al XVI secolo.
Sotto il nome di Natale Petri de Cathedra era celebrata una festa il 22 febbraio; ma, a causa della Quaresima, le chiese della Gallia presero l'abitudine di celebrarla il 18 gennaio. Le due usanze si svilupparono in modo parallelo; poi, finalmente, si perdette l'unità primitiva del loro significato e si ebbero due feste della Cattedra di San Pietro, la prima attribuita a Roma - quella del 18 gennaio -, la seconda attribuita a un'altra sede - in definitiva a quella d'Antiochia - il 22 febbraio. La Chiesa romana, sino al XVI secolo, non celebrava che quest'ultima festa.
Poiché i Gentili, facendo degna penitenza, avevano preso il posto dei Giudei, Antiochia sostituì Gerusalemme e là San Pietro risiedette, prima di stabilire la sua Cattedra a Roma. A San Pietro che proclamò Gesù «il Cristo, Figlio di Dio vivente» (Evangelium) mentre tutta la Palestina insorgeva contro di lui, il divin Maestro affidò il potere di assolvere dai peccati, di chiudere le porte dell'inferno ed aprirci quelle del cielo (Evangelium). E il Capo della Santa Chiesa ci insegna nella sua Prima Epistola che «colla fede nello spargimento del sangue di Gesù Cristo, lo Spirito Santo ci santifica e ci riconcilia con il Padre». Si fa, inoltre, in questa Santa Messa la commemorazione di San Paolo Apostolo, subito dopo l'orazione della festa, perché la liturgia non separi quelli che furono giustamente chiamate le due colonne della Santa Chiesa.
Onoriamo oggi il Capo della Santa Chiesa, che continua in terra l'opera redentrice di Nostro Signore Gesù Cristo e preghiamolo di liberarci dai legami del peccato.
(Cfr. Festa della Cattedra di San Pietro Apostolo, blog Sardinia Tridentina)

Sermone di Sant'Agostino, Vescovo.
Sermone 15 sui Santi.
L'istituzione dell'odierna solennità ricevé dai nostri antenati il nome di Cattedra, perché è tradizione che Pietro, principe degli Apostoli, prendesse possesso quest'oggi della sua sede episcopale. I fedeli perciò, con ragione, celebrano l'origine di quella Sede onde l'Apostolo fu investito per la salute delle chiese con quelle parole del Signore: Tu sei Pietro, e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa (Matt 16:18).
Il Signore dunque ha chiamato Pietro il fondamento della Chiesa: ed è perciò che la Chiesa venera giustamente questo fondamento sul quale poggia tutto l'edificio ecclesiastico. Quindi ben a ragione si dice nel Salmo ch'è stato letto: Lo esaltino nell'adunanza del popolo, e lo lodino nel consesso dei seniori (Ps 106:32). Benedetto Dio, che prescrive d'esaltare il beato Pietro Apostolo nell'adunanza dei fedeli; è giusto infatti che la Chiesa veneri questo fondamento per cui si sale al cielo.
Celebrando dunque quest'oggi l'origine della Cattedra, noi onoriamo il ministero sacerdotale. Le chiese si rendono questo mutuo onore, comprendendo esse che la Chiesa tanto più cresce in dignità, quanto più viene onorato il ministero sacerdotale. Avendo dunque una pia usanza introdotto giustamente nelle chiese questa solennità, mi meraviglio delle grandi proporzioni che ha preso oggi un pernicioso errore tutto pagano, di portare cioè sulle tombe dei defunti dei cibi e del vino, come se le anime, che hanno abbandonato i loro corpi, reclamassero questi cibi propri della carne.


Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, La Cattedra di San Pietro,
Pinacoteca Civica Il Guercino, Cento (Emilia-Romagna), 1618.


La Santa Chiesa applica ai sommi Pontefici cristiani ciò che la Bibbia dice di Finees (Num 25).

INTROITUS
Eccli 45:30. Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii dígnitas in aetérnum. Ps 131:1. Meménto, Dómine, David: et omnis mansuetúdinis ejus. . Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. . Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii dígnitas in aetérnum.

Eccli 45:30. Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e ne ha fatto un principe: e così durerà per sempre la sua dignità sacerdotale. Ps 131:1. Ricordati, Signore, di David e di tutta la pietà sua. . Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. . Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e ne ha fatto un principe: e così durerà per sempre la sua dignità sacerdotale.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui beáto Petro Apóstolo tuo, collátis clávibus regni coeléstis, ligándi atque solvéndi pontifícium tradidísti: concéde; ut, intercessiónis ejus auxílio, a peccatórum nostrórum néxibus liberémur: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che al tuo santo apostolo Pietro, consegnando le chiavi del regno dei cieli, hai dato il potere pontificale di legare e di sciogliere: concedi, a noi, con l'aiuto della sua intercessione, di essere liberati dalle catene dei nostri peccati. Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di San Paolo, Apostolo.

Orémus.
Deus, qui multitúdinem géntium beáti Pauli Apóstoli praedicatióne docuísti: da nobis, quaesumus; ut, cujus commemoratiónem cólimus, ejus apud te patrocínia sentiámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che con la predicazione del beato Paolo Apostolo hai ammaestrato una moltitudine di popoli pagani, concedici, mentre ne celebriamo la commemorazione, di sentire l'efficacia del suo patrocinio presso di Te. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Petri Apóstoli.
1Petr 1:1-7.
Petrus, Apóstolus Jesu Christi, eléctis ádvenis dispersiónis Ponti, Galátiae, Cappadóciae, Asiae et Bithýniae secúndum praesciéntiam Dei Patris, in sanctificatiónem Spíritus, in obediéntiam, et aspersiónem sánguinis Jesu Christi: grátia vobis et pax multiplicétur. Benedíctus Deus et Pater Dómini nostri Jesu Christi, qui secúndum misericórdiam suam magnam regenerávit nos in spem vivam, per resurrectiónem Jesu Christi ex mórtuis, in hereditátem incorruptíbilem et incontaminátam et immarcescíbilem, conservátam in coelis in vobis, qui in virtúte Dei custodímini per fidem in salútem, parátam revelári in témpore novíssimo. In quo exsultábitis, módicum nunc si opórtet contristári in váriis tentatiónibus: ut probátio vestrae fídei multo pretiósior auro (quod per ignem probatur) inveniátur in laudem et glóriam et honórem, in revelatióne Jesu Christi, Dómini nostri.

Lettura dell'Epistola del Beato Pietro Apostolo.
1Petr 1:1-7.
Pietro, apostolo di Gesù Cristo, ai pellegrini sparsi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, nell'Asia e nella Bitinia, eletti, secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, per obbedire a Cristo ed essere aspersi dal suo sangue: a voi grazia e pace in misura sempre più abbondante. Benedetto il Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, il quale per sua grande misericordia ci fece rinascere, risuscitando Gesù Cristo da morte, a una vivente speranza, a una eredità incorruttibile, incontaminata e immarcescibile, riservata nei cieli per voi, che per la potenza di Dio siete custoditi, mediante la fede, in vista della salvezza ormai pronta per essere rivelata nell'ultimo tempo. Trasalite di gioia per questo, anche se adesso dovete essere molestati ancora un poco da prove di vario genere, affinché la genuinità della vostra fede, ben più preziosa dell'oro che perisce, ma che pure viene saggiato col fuoco, sia trovata in voi, a lode e gloria e onore, per il tempo della manifestazione di nostro Signore Gesù Cristo.

GRADUALE
Ps 106:32; 106:31. Exáltent eum in Ecclésia plebis: et in cáthedra seniórum laudent eum. . Confiteántur Dómino misericórdiae ejus; et mirabília ejus fíliis hóminum.

Ps 106:32; 106:31. Lo esaltino nell'assemblea del popolo e lo lodino nel consesso degli anziani. . Ringrazino il Signore per la sua bontà e per i suoi prodigi a favore degli uomini.

TRACTUS
Matt 16:18-19. Tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam. . Et portae ínferi non praevalébunt advérsus eam: et tibi dabo claves regni coelórum. . Quodcúmque ligáveris super terram, erit ligátum et in coelis. . Et quodcúmque sólveris super terram, erit solútum et in coelis.

Matt 16:18-19. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. . E le porte degli inferi non prevarranno contro di essa, e ti darò le chiavi del regno dei cieli. . Tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato anche nei cieli. . E tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto anche nei cieli.

Beato è San Pietro per aver elevato il suo sguardo oltre la natura, non guardando Nostro Signore Gesù Cristo con occhio umano, ma contemplando per rivelazione del Padre celeste il Figlio di Dio; beato è San Pietro che è stato giudicato degno di riconoscere per primo la divinità che è nel Cristo.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 16:13-19.
In illo témpore: Venit Jesus in partes Caesaréae Philíppi, et interrogábat discípulos suos, dicens: Quem dicunt hómines esse Fílium hóminis? At illi dixérunt: Alii Joánnem Baptístam, alii autem Elíam, alii vero Jeremíam aut unum ex prophétis. Dicit illis Jesus: Vos autem quem me esse dícitis? Respóndens Simon Petrus, dixit: Tu es Christus, Fílius Dei vivi. Respóndens autem Jesus, dixit ei: Beátus es, Simon Bar Jona: quia caro et sanguis non revelávit tibi, sed Pater meus, qui in coelis est. Et ego dico tibi, quia tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam, et portae ínferi non praevalébunt advérsus eam. Et tibi dabo claves regni coelórum. Et quodcúmque ligáveris super terram, erit ligátum et in coelis: et quodcúmque sólveris super terram, erit solútum et in coelis.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 16:13-19.
In quel tempo, Gesù, venuto nella zona di Cesarea di Filippo, interrogava i suoi discepoli: Chi dicono che sia il Figlio dell'uomo? Ed essi risposero: Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri ancora Geremia, o uno dei profeti. Disse loro Gesù: Ma voi, chi dite che io sia? Rispose Simon Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. E Gesù, in risposta, gli disse: Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, poiché non la carne e il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io dico a te che tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. E ti darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato anche nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto anche nei cieli.

Omelia di San Leone, Papa.
Sermone 3 nell'anniversario della sua elezione, dopo il principio.
Il Signore domanda agli Apostoli, chi dicesse la gente ch'egli sia: e la loro risposta è comune finché essi esprimono l'incertezza dello spirito degli uomini. Ma appena interroga i discepoli sul proprio sentire, il primo in dignità fra gli Apostoli è il primo ancora a confessare il Signore. Ed avendo egli detto: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente (Matt 16:16); Gesù gli rispose: Beato te, Simone, figlio di Giona, perché non te l'ha rivelato la natura e l'istinto, ma il Padre mio ch'è nei cieli (Matt 16:17). Vale a dire: Perciò tu sei beato, perché te l'ha insegnato il Padre mio; non sei stato ingannato dall'opinione terrena, ma te l'ha dichiarato l'ispirazione celeste: e non la natura e l'istinto mi ti han fatto conoscere, ma colui del quale sono il Figlio unigenito.
E io, continua, ti dico (Matt 16:18); cioè: Come il Padre mio ti ha manifestato la mia divinità, così io pure ti faccio conoscere la tua propria eccellenza. Perché tu sei Pietro: cioè: Mentre io sono la pietra inviolabile, la pietra angolare che di due popoli ne faccio uno, io il fondamento all'infuori del quale nessuno può porne altro; tuttavia anche tu sei pietra, essendo confermato dalla mia virtù, così che quanto m'appartiene di proprio, quanto al potere, ti sia comune per la mia partecipazione. E su questa pietra io edificherò la mia Chiesa, e le porte dell'inferno non prevarranno contro di lei (Matt 16:18): Su questa fortezza, dice, edificherò un tempio eterno; e la sublimità della mia Chiesa, che deve penetrare il cielo, si eleverà sulla fermezza di questa fede.
Le porte dell'inferno non impediranno mai questa confessione di Pietro, né la legheranno appunto le catene della morte; poiché questa parola è parola di vita. E come essa innalza al cielo i suoi confessori, così ne sommerge nell'inferno i negatori. Perciò dice al beatissimo Pietro: Ti darò le chiavi del regno dei cieli: e qualunque cosa legherai sulla terra, sarà legata anche nei cieli; e qualunque cosa scioglierai sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli (Matt 16:19). Certo, questo potere fu comunicato anche agli altri Apostoli, e questo decreto costitutivo riguarda egualmente tutti i principi della Chiesa; ma confidando questa prerogativa, non senza motivo il Signore s'indirizza a uno solo, benché parli a tutti. Essa è affidata particolarmente a Pietro, perché Pietro è stabilito capo di tutti i pastori della Chiesa. Il privilegio dunque di Pietro sussiste in ogni giudizio portato in virtù della sua legittima autorità. E non c'è eccesso né di severità né di indulgenza, dove non si lega né si scioglie se non ciò che il beato Pietro avrà sciolto o legato.

Credo

OFFERTORIUM
Matt 16:18-19. Tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam: et portae inferi non praevalébunt advérsus eam: et tibi dabo claves regni coelórum.

Matt 16:18-19. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa: e ti darò le chiavi del regno dei cieli.

SECRETA
Ecclésiae tuae, quaesumus, Dómine, preces et hóstias beáti Petri Apóstoli comméndet orátio: ut, quod pro illíus glória celebrámus, nobis prosit ad véniam. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, la preghiera del santo apostolo Pietro raccomandi a te le suppliche e le offerte della tua Chiesa: e ciò che celebriamo a sua gloria giovi ad ottenerci il perdono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di San Paolo, Apostolo.

Apóstoli tui Pauli précibus, Dómine, plebis tuae dona sanctífica: ut, quae tibi tuo grata sunt institúto, gratióra fiant patrocínio supplicántis. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Per le preghiere del tuo Apostolo Paolo santifica, o Signore, i doni del tuo popolo, affinché il sacrificio che Ti è già gradito per la tua istituzione, lo sia ancora più per il patrocinio di colui che Ti prega. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.

PRAEFATIO DE APOSTOLIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre: Te, Dómine, supplíciter exoráre, ut gregem tuum, Pastor aetérne, non déseras: sed per beátos Apóstolos tuos contínua protectióne custódias. Ut iísdem rectóribus gubernétur, quos óperis tui vicários eídem contulísti praeésse pastóres. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza innalzare a te, Signore, la nostra preghiera. Ti supplichiamo, Pastore eterno: non abbandonare il tuo gregge, ma per mezzo dei tuoi Santi Apostoli custodiscilo e proteggilo sempre. Continui ad essere governato da quelli che tu stesso hai eletto vicari dell'opera tua, e hai costituito pastori. E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli, ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti, cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Matt 16:18. Tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam.

Matt 16:18. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Laetíficet nos, Dómine, munus oblátum: ut, sicut in Apóstolo tuo Petro te mirábilem praedicámus; sic per illum tuae sumámus indulgéntiae largitátem. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ci sia fonte di grazia il sacrificio che ti abbiamo offerto, o Signore, affinché, come ti proclamiamo mirabile nel tuo Apostolo Pietro, così riceviamo, per suo merito, l'abbondanza del tuo perdono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di San Paolo, Apostolo.

Orémus.
Sanctificáti, Dómine, salutári mystério: quaesumus; ut nobis ejus non desit orátio, cujus nos donásti patrocínio gubernari. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Santificati, o Signore, dal mistero della salvezza, Ti preghiamo che non ci venga mai meno la preghiera di colui che ci hai dato per patrono e per guida. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria; della quale in fine si legge il Vangelo.