giovedì 7 febbraio 2019

San Romualdo, Abate

Doppio.
Paramenti bianchi.

La vita di San Romualdo, di cui la Santa Chiesa celebra oggi la festa, ci è raccontata da San Pier Damiani, camaldolese, nella sua Vita sancti Romualdi. Romualdo, nato a Ravenna nel X secolo, proveniva da un nobile casato: il padre era il duca Sergio degli Onesti di Ravenna e la madre Traversara Traversari. In seguito a uno scontro sanguinoso in cui era coinvolto il suo casato, il giovanetto Romualdo, all'età di vent'anni, si ritirò nel vicino e antico monastero di Sant'Apollinare in Classe per dedicarsi ad un vita di preghiera, di meditazione e di penitenza. Quivi infiammato di zelo ardente per la pietà dai discorsi di un santo religioso, e ricevute anche nella chiesa, di notte, due apparizioni di Sant'Apollinare, si fece monaco, secondo la predizione che gli aveva fatta il servo di Dio.
Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, San Romualdo,
Museo d'Arte della città di Ravenna (Emilia-Romagna), 1640-1641.
Bentosto si recò sui confini del Veneto dall'eremita Marino, celebre in quel tempo per la santità della vita e l'austerità della disciplina, per averlo quale maestro e guida nella via stretta e sublime della perfezione. Qui conobbe l'abate Guarino, che convinse il giovane eremita, non ancora trentenne, a seguirlo nell'abbazia benedettina di Saint-Michel di Cuxa (in catalano Sant Miquel de Cuixà), in Catalogna (attualmente in Linguadoca-Rossiglione, Francia), dove Romualdo si trattenne dieci anni e compì la sua formazione.
Ritornato in Italia, si dedicò a vita eremitica nell'eremo di Pereo, sulla cosiddetta Isola delle Rose, presso Ravenna. Rinunciò poi alla dignità di Abate e, portandosi nel territorio del monte Fumaiolo (nell'attuale comune di Verghereto, nell'Appennino tosco-romagnolo), fondò un monastero in onore di San Michele Arcangelo. A causa dei suoi continui richiami disciplinari e morali ai monaci, venne cacciato con belluino furore a vergate insieme ai suoi discepoli. Intorno all'anno 1001 il giovane imperatore Ottone III convinse l'eremita Romualdo a divenire Abate di Sant'Apollinare in Classe; ma chiamato da Dio alla solitudine e al rinnovamento della vita eremitica, dopo appena un anno, rinunciò all'incarico, e si recò a Montecassino.
Assalito da Satana, che gli tendeva molte insidie, seppe sempre inspirargli terrore (Epistola); e combattuto dall'invidia degli uomini, egli si esercitava tanto più umilmente e assiduamente nel digiuno e nella preghiera, e si dedicava alla meditazione delle cose celesti, versandovi copiose lacrime: e tuttavia era sempre così gioviale, da rallegrare chi lo guardava. Fu in grande onore presso principi e re (Epistola); e molti, per suo consiglio, rinunziando alle attrattive del mondo, si ritirarono nella solitudine. Acceso dal desiderio del martirio, partì per la Pannonia sperando di trovarvelo, ma una malattia che lo tormentava quando s'avanzava, e l'abbandonava quando retrocedeva, lo costrinse a ritornarsene.
Illustre per miracoli in vita e dopo morte, ebbe anche lo spirito di profezia. Come il Patriarca Giacobbe, egli scorse in visione una scala che dalla terra si elevava al cielo e per la quale salivano e scendevano degli uomini bianco-vestiti; nella quale meravigliosa visione riconobbe designarsi i monaci della Congregazione camaldolese dell'Ordine di San Benedetto, detti Monaci Camaldolesi, di cui egli fu istitutore (Communio). Nel 1012, difatti, acquistò dal proprietario di nome Maldulo il luogo nel quale avvenne la visione, situato nell'Appennino casentinese (Arezzo, in Toscana), ed edificò colà il monastero, al quale diede nome di Camaldoli (Campo di Maldoli) con il quale nome ancora oggi viene designato il suo Ordine.
Finalmente dopo esser vissuto 120 anni e aver servito a Dio per un secolo con una vita austerissima, passò alla gloria eterna nell'Abbazia di San Salvatore in Valdicastro (Fabriano, nelle Marche), il 19 giugno nell'anno della salute 1027. Il suo corpo ritrovato intatto cinque anni dopo la sua sepoltura, fu deposto con onore nella chiesa camaldolese di San Biagio a Fabriano; però, fu trafugato nel 1480 da due monaci di Sant'Apollinare in Classe che lo portarono a Jesi e, dopo un anno, il 7 febbraio 1481, fu traslato definitivamente nella chiesa di Fabriano, ove inizialmente era stato deposto. Romualdo fu canonizzato da papa Clemente VIII nel 1595.


Maestranze napoletane, Busto-reliquario di San Romualdo,
Eremo di Camaldoli (Arezzo, Toscana), XVII sec.


Meditando la dottrina celeste, i Santi hanno compreso che la prosperità dei cattivi è ingannatrice e che solo i giusti sono veramente felici.

INTROITUS
Ps 36:30-31. Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium: lex Dei ejus in corde ipsíus. Ps 36:1. Noli aemulári in malignántibus: neque zeláveris faciéntes iniquitátem. . Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. . Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium: lex Dei ejus in corde ipsíus.

Ps 36:30-31. La bocca del giusto pronuncia parole di saggezza, la sua lingua parla con rettitudine; ha nel cuore la legge del suo Dio. Ps 36:1. Non invidiare i malvagi e non essere geloso degli operatori di iniquità. . Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. . Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. La bocca del giusto pronuncia parole di saggezza, la sua lingua parla con rettitudine; ha nel cuore la legge del suo Dio.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Intercessio nos, quaesumus Domine, beati Romualdi Abbatis commendet: ut, quod nostris meritis non valemus, ejus patrocinio assequamur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
L'intercessione del beato Romualdo Abate ci raccomandi presso di Te, o Signore, affinché per il suo patrocinio otteniamo ciò che non possiamo conseguire con i nostri meriti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.

Come Mosè, i Santi Abati, superiori di monasteri, ebbero spesso un grande ascendente sulla società del loro tempo e sempre si sono distinti per la loro fede e per la loro mansuetudine.

LECTIO
Lectio libri Sapientiae.
Eccli 45:1-6.
Diléctus Deo et homínibus, cujus memória in benedictióne est. Símilem illum fecit in glória sanctórum, et magnificávit eum in timóre inimicórum, et in verbis suis monstra placávit. Gloríficávit illum in conspéctu regum, et jussit illi coram pópulo suo, et osténdit illi glóriam suam. In fide et lenitáte ipsíus sanctum fecit illum, et elégit eum ex omni carne. Audívit enim eum et vocem ipsíus, et indúxit illum in nubem. Et dedit illi coram praecépta, et legem vitae et disciplínae.

Lettura del libro della Sapienza.
Eccli 45:1-6.
Fu amato da Dio e dagli uomini: il suo ricordo è benedizione. Lo rese glorioso come i santi e lo rese grande a timore dei nemici. Per la sua parola fece cessare i prodigi e lo glorificò davanti ai re; gli diede autorità sul suo popolo e gli mostrò una parte della sua gloria. Lo santificò nella fedeltà e nella mansuetudine; lo scelse fra tutti i viventi. Gli fece udire la sua voce; lo introdusse nella nube oscura e gli diede a faccia a faccia i comandamenti, legge di vita e di intelligenza.

GRADUALE
Ps 20:4-5. Dómine, praevenísti eum in benedictiónibus dulcédinis: posuísti in cápite ejus corónam de lápide pretióso. . Vitam pétiit a te, et tribuísti ei longitúdinem diérum in saeculum saeculi.

Ps 20:4-5. Lo hai prevenuto, Signore, con dolci benedizioni: hai posto sul suo capo una corona di gemme preziose. . Vita ti ha chiesto, a lui l'hai concessa, lunghi giorni in eterno, senza fine.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 91:13. . Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 91:13. . Il giusto fiorirà come palma e crescerà come un cedro del Libano. Alleluia.

Dopo Settuagesima, omessi l'Alleluja e il suo Versetto, si dice:

TRACTUS
Ps 111:1-3. Beátus vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. . Potens in terra erit semen ejus: generátio rectórum benedicétur. . Glória et divítiae in domo ejus: et justítia ejus manet in saeculum saeculi.

Ps 111:1-3. Beato l'uomo che teme il Signore: molto si compiace nei suoi comandamenti. . Potente sulla terra sarà la sua stirpe: sarà benedetta la discendenza dei giusti. . Nella sua casa gloria e ricchezza: la sua giustizia rimane nei secoli dei secoli.

Questo Vangelo è applicato dalla Santa Chiesa agli Abati, perché superiori di Ordini religiosi nei quali tutti abbandonano i loro beni e le loro famiglie per mettersi al servizio di Dio.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 19:27-29.
In illo témpore: Dixit Petrus ad Jesum: Ecce, nos relíquimus ómnia, et secúti sumus te: quid ergo erit nobis? Jesus autem dixit illis: Amen, dico vobis, quod vos, qui secúti estis me, in regeneratióne, cum séderit Fílius hóminis in sede majestátis suae, sedébitis et vos super sedes duódecim, judicántes duódecim tribus Israël. Et omnis, qui relíquerit domum, vel fratres, aut soróres, aut patrem, aut matrem, aut uxórem, aut fílios, aut agros, propter nomen meum, céntuplum accípiet, et vitam aetérnam possidébit.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 19:27-29.
In quel tempo, Pietro disse a Gesù: Ecco noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito; che cosa adunque avremo noi? E Gesù disse loro: In verità vi dico: Voi che mi avete seguito, nella rigenerazione, quando il Figlio dell'uomo sederà sul trono della sua gloria, sederete anche voi sopra dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. E chiunque avrà lasciato casa, o fratelli, o sorelle, o padre o madre, o moglie o figli, o campi per amore del nome mio, riceverà il centuplo e possederà la vita eterna.

Omelia di San Girolamo, Prete.
Libro 3 su Matteo cap. 19.
Grande fiducia! Pietro era pescatore, non era mai stato ricco, si guadagnava il cibo col lavoro delle mani; e tuttavia dice con gran sicurezza: Abbiamo abbandonato tutto. E siccome non basta solo abbandonare, aggiunge ciò che è perfetto: E ti abbiamo seguito. Abbiamo fatto quello che hai comandato: che cosa ci darai dunque per ricompensa? E Gesù disse loro: In verità vi dico: voi che mi avete seguito, quando nella rigenerazione il Figlio dell'uomo siederà sul trono della sua maestà, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele. Non disse: Voi che avete lasciato ogni cosa, poiché questo lo fece anche il filosofo Crates, e molti altri disprezzarono le ricchezze, ma disse: Voi che mi avete seguito; il che è proprio degli apostoli e dei credenti.
Nella rigenerazione, quando il Figlio dell'uomo si sarà assiso sul trono della sua maestà - quando anche i morti risorgeranno incorrotti dalla corruzione -, siederete anche voi sui seggi dei giudici a condannare le dodici tribù d'Israele, perché, mentre voi credeste, esse non vollero credere. E chi avrà lasciato la casa, o i fratelli, o le sorelle, o il padre, o la madre, o la moglie, o i figli, o i campi per amor del mio nome, riceverà il centuplo e possederà la vita eterna. Questo passo è in armonia con l'altra affermazione del Salvatore che dice: Non sono venuto a portare la pace, ma la spada. Perché sono venuto a dividere il figlio dal padre suo, e la figlia dalla madre, e la nuora dalla suocera; e l'uomo avrà per nemici quelli di casa. Coloro dunque che, per la fede in Cristo e per la predicazione del Vangelo avranno disprezzato tutti gli affetti e le ricchezze e i piaceri del mondo, costoro riceveranno il centuplo e possederanno la vita eterna.
Da questa affermazione alcuni prendono occasione per sostenere che dopo la risurrezione ci sarà un periodo di mille anni nel quale, dicono, riceveremo il centuplo di tutto ciò che abbiamo lasciato e poi la vita eterna; non comprendendo che, se per tutte le altre cose la ricompensa è conveniente, per quanto riguarda la moglie, sarebbe una vergogna che colui che ne ha lasciata una per il Signore in futuro ne ricevesse cento. Questo dunque è il significato: chi avrà abbandonato per il Salvatore i beni carnali, ne riacquisterà di spirituali; e paragonare il valore di questi a quello dei primi, sarà come paragonare il numero cento ad un piccolo numero.

OFFERTORIUM
Ps 20:3; 20:4. Desidérium ánimae ejus tribuísti ei, Dómine, et voluntáte labiórum ejus non fraudásti eum: posuísti in cápite ejus corónam de lápide pretióso.

Ps 20:3; 20:4. Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore, Signore, non hai respinto il voto delle sue labbra e hai posto sul suo capo una corona di gemme preziose.

SECRETA
Sacris altáribus, Dómine, hóstias superpósitas sanctus Romuáldus Abbas, quaesumus, in salútem nobis proveníre depóscat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Per intercessione del santo abate Romualdo, o Signore, queste offerte deposte sull'altare giovino alla nostra salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

In Quaresima si dice:

PRAEFATIO DE QUADRAGESIMA
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui corporáli jejúnio vitia cómprimis, mentem élevas, virtútem largíris et praemia: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti júbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che col digiuno corporale raffreni i vizi, sollevi la mente, largisci virtù e premi: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Luc 12:42. Fidélis servus et prudens, quem constítuit dóminus super famíliam suam: ut det illis in témpore trítici mensúram.

Luc 12:42. Fedele e saggio è il servitore che il Signore ha preposto alla sua casa: perché al tempo conveniente dia il cibo che spetta a ciascuno.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Prótegat nos, Dómine, cum tui perceptióne sacraménti beátus Romuáldus Abbas, pro nobis intercedéndo: ut et conversatiónis ejus experiámur insígnia, et intercessiónis percipiámus suffrágia. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ci protegga, o Signore, insieme al tuo sacramento che abbiamo ricevuto l'intercessione del beato Romualdo abate, affinché della sua vita seguiamo gli esempi e della sua protezione sentiamo gli effetti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria; della quale in fine si legge il Vangelo.