sabato 9 febbraio 2019

San Cirillo di Alessandria Vescovo, Confessore e Dottore della Chiesa - Commemorazione di Sant'Apollonia, Vergine e Martire

Doppio.
Paramenti bianchi.

La Santa Chiesa celebra oggi San Cirillo, Patriarca di Alessandria, il cui elogio non si fonda soltanto sulla testimonianza di alcuni, ma è celebrato altresì negli atti dei Concili ecumenici di Efeso (431) e di Calcedonia (451).
Ignác František Platzer, San Cirillo di Alessandria,
Chiesa di San Nicola in Malá Strana, Praga, Repubblica Ceca, 1760 circa.
Cirillo nacque a Teodosia d'Egitto (oggi el-Mahalla el-Kubra, nel delta del Nilo) da illustri genitori intorno al 370. Era nipote di Teofilo, vescovo di Alessandria d'Egitto, e fin da giovanetto diede chiari segni d'ingegno superiore. Perfettamente istruito nelle lettere e nelle scienze, si recò presso Giovanni, vescovo di Gerusalemme, affin di perfezionarsi nella fede cristiana. Tornato poi ad Alessandria, ed essendo morto lo zio Teofilo, l'ancora giovane Cirillo fu eletto Vescovo di quella sede patriarcale nel 412: nella qual carica mostrò sempre sì bene in se stesso il tipo del perfetto pastore tracciato dall'Apostolo, da acquistarsi a buon diritto la riputazione di prelato santissimo.
Infiammato di zelo per la salvezza delle anime, mise ogni diligenza a mantenere nell'integrità della fede e dei costumi il gregge affidatogli e a preservarlo dai pascoli avvelenati degli infedeli e degli eretici. Quindi si sforzò di espellere dalla città i seguaci di Novato e di punire, secondo le leggi, i Giudei che, nella loro frenesia, avevano cospirato di massacrare i Cristiani. Ma, a partire dal 428, lo zelo di Cirillo per l'integrità della fede cattolica si mostrò soprattutto contro Nestorio, vescovo di Costantinopoli, il quale, negando la divina maternità di Maria Santissima, veniva con ciò stesso ad intaccare il domma dell'unione ipostatica del Verbo divino colla natura umana presa dalla Vergine Santa; infatti, l'eretico Nestorio pretendeva che Gesù Cristo nato da Maria Vergine fosse solo uomo e non Dio, e che la divinità gli fosse stata accordata in grazia dei suoi meriti. Dopo aver tentato invano di ridurlo a resipiscenza, Cirillo lo denunziò al sommo Pontefice San Celestino I.
Per delegazione di papa San Celestino I, egli presiedé al Concilio di Efeso (431), in cui l'eresia Nestoriana fu interamente proscritta, Nestorio condannato e deposto dalla sua Sede, e il domma cattolico di una sola e divina persona in Cristo, e della divina maternità della gloriosa Vergine Maria proclamato. Edotto sugli esiti del Concilio e sulla vittoria dell'Ortodossia, l'intero popolo, per manifestare l'irrefrenabile gioia, accompagnò i vescovi a casa con faci accese. Ma, a causa di tutto ciò, Cirillo ebbe appunto a subire calunnie, ingiurie e moltissime persecuzioni da Nestorio e dai suoi fautori; egli le sopportò colla massima pazienza, così che, sollecito soltanto della fede, stimava un niente tutto quanto gli eretici dicevano e macchinavano contro di lui.
Finalmente, dopo aver sostenuto per la Chiesa di Dio le più grandi fatiche, ed esser stati pubblicati moltissimi scritti sia a confutazione dei pagani e degli eretici sia a spiegazione delle Sacre Scritture e del domma cattolico, finì santamente la sua vita terrena e passò alla gloria dei Santi, ad Alessandria d'Egitto il 27 giugno nell'anno 444, nel trentesimo secondo del suo episcopato. Il sommo Pontefice Leone XIII lo proclamò Dottore della Chiesa il 28 luglio 1882, estendendo a tutta la Chiesa l'Ufficio e la Santa Messa di questo illustrissimo campione della fede cattolica e luminare della Chiesa Orientale, e al contempo ordinando che in tutto l'orbe cattolico se ne celebrasse la festa il 9 febbraio.

Francisco de Zurbarán, Sant'Apollonia, XVII sec.
Il martirio della vergine Sant'Apollonia ci è narrato dallo storico Eusebio di Cesarea, che, nella sua Historia Ecclesiastica scritta nel III secolo, riporta un brano della lettera di San Dionigi il Grande di Alessandria, indirizzata a Fabio d'Antiochia, in cui si narrano alcuni episodi di cui era stato testimone (Historia Ecclesiatica, Libro VI, cap. XLI, n. 7).
Scoppiò, tra il 248 e il 249, ad Alessandria d'Egitto una sommossa popolare contro i cristiani, aizzata da un indovino pagano alessandrino; in tale occasione molti Cristiani furono flagellati e lapidati, e subirono anche saccheggi nelle loro case. Durante questo furore sanguinario, al tempo dell'imperatore Decio (autunno del 249), avvenne che i persecutori si impadronirono di Apollonia, onoratissima vergine di Alessandria, già avanzata in età. Apollonia fu condotta davanti agli idoli, perché facesse segno di venerarli; ma invece disprezzatili, dichiarò altamente che si doveva adorare solo il vero Dio Gesù Cristo. Perciò le furono pesti e strappati tutti i denti; ed empi carnefici, acceso un rogo, minacciarono che l'avrebbero bruciata viva, se ella non avesse detetasto Cristo e avesse adorato gli dèi. A costoro la vergine rispose di esser pronta a subire qualsiasi morte per la fede di Gesù Cristo. Pertanto presa per esser bruciata e fermatasi alquanto come per deliberare sul da fare, si svincolò improvvisamente dalle loro mani, e, accesa internamente da maggior ardore dello Spirito Santo, giuliva si gettò da sé nel fuoco preparatole. Onde in breve consumato il corpo, lo spirito purissimo se ne volò al cielo a ricevervi la corona immortale del martirio. Gli autori stessi di quella crudeltà rimasero sbigottiti, come si fosse trovata più pronta una donna alla morte che il persecutore alla pena.


La Chiesa loda il Signore per aver conferito ai Santi Dottori la sapienza, l'intelligenza e la santità con cui spandere dovunque il lume della dottrina evangelica.

INTROITUS
Eccli 15:5. In médio Ecclésiae apéruit os ejus: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiae et intelléctus: stolam glóriae índuit eum. Ps 91:2. Bonum est confitéri Dómino: et psállere nómini tuo, Altíssime. . Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. . Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. In médio Ecclésiae apéruit os ejus: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiae et intelléctus: stolam glóriae índuit eum.

Eccli 15:5. Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria. Ps 91:2. È bene cantare la gloria al Signore: e lodare, Altissimo, il tuo Nome. . Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. . Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui beátum Cyríllum, Confessórem tuum atque Pontíficem, divínae maternitátis beatíssimae Vírginis Maríae assertórem invíctum effecísti: concéde, ipso intercedénte; ut, qui vere eam Genitrícem Dei crédimus, matérna ejúsdem protectióne salvémur. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che hai fatto del beato Cirillo, tuo confessore e vescovo, un invitto assertore della divina Maternità della beatissima Vergine Maria, concedici, per sua intercessione, che mentre crediamo veramente Madre di Dio la Vergine Maria, siamo pure salvati dalla sua materna protezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.
Poi si fa la commemorazione di Sant'Apollonia, Vergine e Martire.

Orémus.
Deus, qui inter cétera poténtiae tuae mirácula étiam in sexu frágili victóriam martýrii contulísti: concéde propítius; ut, qui beátae Apollóniae Vírginis et Mártyris tuae natalítia cólimus, per ejus ad te exémpla gradiámur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che fra gli altri prodigi della tua potenza compisti anche quello di dare al sesso fragile la forza del martirio, fa' che noi, che celebriamo il natale della beata Apollonia vergine e martire tua, imitando i suoi esempi avanziamo verso di te. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

I Dottori della Chiesa hanno messo in pratica i consigli che San Paolo dava a San Timoteo. Predicarono in ogni maniera la dottrina di Gesù Cristo, reagendo contro quella curiosità morbosa che rende certe anime avide ad intendere teorie nuove ed erronee in fatto di religione. Avendo combattuta la buona battaglia, come l'Apostolo, per il Vangelo e conservato intatto il deposito sacro della dottrina cristiana, ricevono in cielo la corona destinata a compensarli della loro santità apostolica.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Timótheum.
2Tim 4:1-8.
Caríssime: Testíficor coram Deo, et Jesu Christo, qui judicatúrus est vivos et mórtuos, per advéntum ipsíus et regnum ejus: praedica verbum, insta opportúne, importúne: árgue, óbsecra, íncrepa in omni patiéntia, et doctrína. Erit enim tempus, cum sanam doctrínam non sustinébunt, sed ad sua desidéria coacervábunt sibi magístros, pruriéntes áuribus, et a veritáte quidem audítum avértent, ad fábulas autem converténtur. Tu vero vígila, in ómnibus labóra, opus fac Evangelístae, ministérium tuum ímple. Sóbrius esto. Ego enim jam delíbor, et tempus resolutiónis meae instat. Bonum certámen certávi, cursum consummávi, fidem servávi. In réliquo repósita est mihi coróna justítiae, quam reddet mihi Dóminus in illa die, justus judex: non solum autem mihi, sed et iis, qui díligunt advéntum ejus.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo a Timoteo.
2Tim 4:1-8.
Carissimo: Ti scongiuro davanti a Dio e a Gesù Cristo, che ha da venire a giudicare i vivi ed i morti, per la sua venuta e per il suo regno: predica la Parola, insisti a tempo opportuno e fuori tempo. Riprendi, esorta, sgrida con paziente insegnamento; perché verrà tempo in cui la gente non potrà sopportare la sana dottrina, ma per assecondare la propria passione e per prurito di novità, si creerà una folla di maestri, e per non ascoltare la verità andrà dietro a favole. Ma tu veglia sopra tutte le cose, sopporta le afflizioni, compi l'ufficio di predicare il Vangelo, adempi il tuo ministero e sii temperante. In quanto a me il mio sangue sta per essere versato come una libazione e il tempo del mio scioglimento dal corpo è vicino. Ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede. Non mi resta che ricevere la corona di giustizia, che mi darà in quel giorno il Signore, giusto giudice; e non solo a me, ma anche a quelli che desiderano la sua venuta.

GRADUALE
Ps 36:30-31. Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium. . Lex Dei ejus in corde ipsíus: et non supplantabúntur gressus ejus.

Ps 36:30-31. La bocca del giusto esprime sapienza e la sua lingua parla secondo giustizia. . Ha nel cuore la legge del suo Dio e i suoi passi non sono esitanti.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Eccli 45:9. . Amávit eum Dóminus, et ornávit eum: stolam glóriae índuit eum. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Eccli 45:9. . Il Signore lo ha amato e lo ha colmato d'onore: lo ha rivestito di una veste di gloria. Alleluia.

Dopo Settuagesima, omessi l'Alleluia e il suo Versetto, si dice:

TRACTUS
Ps 111:1-3. Beátus vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. . Potens in terra erit semen ejus: generátio rectórum benedicétur. . Glória et divítiae in domo ejus: et justítia ejus manet in saeculum saeculi.

Ps 111:1-3. Beato l'uomo che teme il Signore: molto si compiace nei suoi comandamenti. . Potente sulla terra sarà la sua stirpe: sarà benedetta la discendenza dei giusti. . Gloria e ricchezza nella sua casa: la sua giustizia rimane nei secoli dei secoli.

I Dottori sono il sale che deve preservare le anime dalla corruzione: sono la luce che illumina gli uomini immersi nelle tenebre dell'errore e del peccato. Predicando con la loro dottrina e il loro esempio, glorificano Dio, il quale solo dà la grazia di compiere bene il proprio dovere. E siccome l'osservanza delle minime prescrizioni della legge riceve la sua ricompensa, essi sono grandi nel regno dei cieli.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 5:13-19.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Vos estis sal terrae. Quod si sal evanúerit, in quo saliétur? Ad níhilum valet ultra, nisi ut mittátur foras, et conculcétur ab homínibus. Vos estis lux mundi. Non potest cívitas abscóndi supra montem pósita. Neque accéndunt lucérnam, et ponunt eam sub módio, sed super candelábrum, ut lúceat ómnibus qui in domo sunt. Sic lúceat lux vestra coram homínibus, ut vídeant ópera vestra bona, et gloríficent Patrem vestrum, qui in coelis est. Nolíte putáre, quóniam veni sólvere legem aut prophétas: non veni sólvere, sed adimplére. Amen, quippe dico vobis, donec tránseat coelum et terra, iota unum aut unus apex non praeteríbit a lege, donec ómnia fiant. Qui ergo solverit unum de mandátis istis mínimis, et docúerit sic hómines, mínimus vocábitur in regno coelórum: qui autem fécerit et docúerit, hic magnus vocábitur in regno coelórum.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 5:13-19.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Voi siete il sale della terra. E se il sale perde la sua virtù, come lo si riattiverà? Non è più buono se non ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città posta sopra un monte. Né si accende la lucerna per riporla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia lume a quanti sono in casa. Così risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti, ma a completare. In verità vi dico che finché non passi il cielo e la terra non passerà un solo iota o un apice solo della Legge, che tutto non sia compiuto. Chi pertanto violerà uno dei minimi di questi comandamenti e insegnerà così agli uomini, sarà tenuto minimo nel regno dei cieli; ma colui che avrà operato ed insegnato, sarà tenuto grande nel regno dei cieli.

Omelia di Sant'Agostino, Vescovo.
Libro 1 sul Sermone del Signore sul monte, cap. 6, tom. 4.
Il Signore ci mostra doversi giudicare insensati coloro che, cercando l'abbondanza dei beni temporali o temendo d'esserne privati, perdono gli eterni, che gli uomini non possono né dare né togliere. Ora se il sale diventa insipido, con che si salerà? (Matt 5:13). Cioè, se voi, che dovete in certo modo condire i popoli, per timore delle persecuzioni temporali, perderete il regno dei cieli: quali saranno gli uomini che potranno ritrarvi dall'errore, dal momento che Dio ha scelto voi per togliere gli altri dall'errore?
Dunque il sale insipido non serve più a nulla se non ad essere gettato via pestato dagli uomini (Matt 5:13). Pertanto non è calpestato dagli uomini chi soffre persecuzione, ma chi istupidisce per timore della persecuzione. Poiché non può essere calpestato se non uno inferiore; ma non è inferiore chi, sebbene patisca molto sulla terra nel corpo, tuttavia col cuore abita in cielo.
Voi siete la luce del mondo (Matt 5:14). Come più sopra ha detto il sale della terra (Matt 5:13), così ora dice la luce del mondo. Ora per questa terra, di cui si parla più sopra, non si deve intendere quella che calpestiamo coi nostri piedi corporei; bensì gli uomini che abitano sulla terra, o anche i peccatori, a rialzare i quali col condimento della sapienza e a distruggere le loro perverse inclinazioni, il Signore inviò nel mondo il sale apostolico. E qui mondo si deve intendere non il cielo e la terra, ma gli uomini che sono nel mondo o amano il mondo, e che gli Apostoli hanno la missione d'illuminare. Non può rimaner nascosta una città situata su un monte (Matt 5:14): cioè, fondata sopra un'insigne e grande giustizia, significata anche nello stesso monte, su cui il Signore si trova a parlare.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 91:13. Justus ut palma florébit: sicut cedrus, quae in Líbano est, multiplicábitur.

Ps 91:13. Il giusto fiorirà come palma, crescerà come un cedro del Libano.

SECRETA
Múnera nostra, omnípotens Deus, benígnus réspice: et, intercedénte beáto Cyríllo, praesta; ut unigénitum tuum Jesum Christum, Dóminum nostrum in tua tecum glória coaetérnum, in córdibus nostris digne suscípere mereámur: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Dio onnipotente, gradisci benigno le nostre offerte; e per intercessione del beato Cirillo, fa' che possiamo ricevere degnamente nei nostri cuori Gesù Cristo, Unigenito Figlio tuo e Signor nostro nella gloria a te coeterno: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.
Poi si fa la commemorazione di Sant'Apollonia, Vergine e Martire.

Súscipe, Dómine, múnera, quae in beátae Apollóniae Vírginis et Martyris tuae solemnitáte deférimus: cujus nos confídimus patrocínio liberári. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Accetta, Signore, il sacrificio che ti offriamo nella festa della beata Apollonia vergine e martire tua, fiduciosi di essere salvati per il suo patrocinio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

In Quaresima si dice:

PRAEFATIO DE QUADRAGESIMA
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui corporáli jejúnio vitia cómprimis, mentem élevas, virtútem largíris et praemia: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti júbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che col digiuno corporale raffreni i vizi, sollevi la mente, largisci virtù e premi: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Luc 12:42. Fidélis servus et prudens, quem constítuit dóminus super famíliam suam: ut det illis in témpore trítici mensúram.

Luc 12:42. Fedele e saggio è il servitore che il Signore ha preposto alla sua casa: perché al tempo conveniente dia il cibo che spetta a ciascuno.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Divínis, Dómine, refécti mystériis, te súpplices deprecámur: ut, exémplis et méritis beáti Cyrílli Pontíficis adjúti, sanctíssimae Genitríci Unigéniti tui digne famulári valeámus: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ristorati, o Signore, dai divini misteri, supplici ti preghiamo, affinché, sull'esempio e pei meriti del beato Cirillo vescovo, serviamo degnamente la santissima Genitrice dell'Unigenito tuo: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.
Poi si fa la commemorazione di Sant'Apollonia, Vergine e Martire.

Orémus.
Auxiliéntur nobis, Dómine, sumpta mystéria: et, intercedénte beáta Apollónia Vírgine et Mártyre tua, sempitérna fáciant protectióne gaudére. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
I misteri che abbiamo ricevuto, o Signore, siano il nostro soccorso, e per l'intercessione della beata Apollonia vergine e martire tua, ci ottengano la gioia della tua protezione perenne. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si legge in fine il Vangelo della Feria.