lunedì 18 febbraio 2019

San Simeone, Vescovo e Martire

Semplice.
Paramenti rossi.

Le testimonianze su San Simeone sono limitate alle citazioni tramandate dagli storici Egesippo (uno dei primissimi scrittori cristiani, forse palestinese, giunto a Roma verso la metà del II secolo) ed Eusebio di Cesarea nella sua Historia Ecclesiatica (III, 11).
Simeone, discendente di Davide, figlio di Cleofa e cugino germano del Signore, figura tra i testimoni che videro il Cristo risorto. Dopo il martirio di San Giacomo il Minore, consanguineo del Signore e primo vescovo della Chiesa di Gerusalemme, Simeone fu eletto vescovo dagli ultimi Apostoli ancora in vita per succedergli in quella Chiesa. Con ogni probabilità, egli stesso diresse la partenza dei cristiani di Gerusalemme e il loro ritiro a Pella di Perea, oltre il fiume Giordano, al tempo della distruzione della città santa di Gerusalemme.
Sotto l'imperatore Traiano, Simeone fu denunciato presso il console Claudio Attico, governatore della Giudea, non solamente in quanto cristiano, ma pure in quanto discendente della stirpe di Davide e parente di Cristo. A quel tempo infatti si imprigionavano quanti erano della stipe regale di Davide. Quindi, il santo vegliardo avendo affermato la sua fede con fermezza, fu straziato lungamente con molti supplizi per due giorni e, infine, fu condannato allo stesso genere di supplizio subito dal Signore. Si meravigliarono tutti gli astanti e lo stesso giudice nel vedere come un uomo consunto dagli anni - aveva infatti centoventi anni - sopportasse con tanta fortezza e costanza i crudeli dolori della croce. Ricevette infine la corona di vita, che Dio prepara a coloro che lo amano (Epistola), a Gerusalemme, intorno all'anno 107. Simeone governò la Chiesa di Gerusalemme per quarantatré anni.
Come San Simeone, siamo sempre uniti a Nostro Signore Gesù Cristo, abbandonando in questo tempo di penitenza i nostri peccati.


Martirio di San Simeone di Gerusalemme, Menologion di Basilio II,
Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano, fine X-inizi XI sec.


La Santa Chiesa paragona il Pontefice, che celebriamo, al levita Finees che si mostrò pieno di zelo per la difesa della Legge di Dio. Il versetto loda la pia sollecitudine del re Davide per edificare il tempio.

INTROITUS
Eccli 45:30. Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii dígnitas in aetérnum. Ps 131:1. Meménto, Dómine, David: et omnis mansuetúdinis ejus. . Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. . Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii dígnitas in aetérnum.

Eccli 45:30. Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e ne ha fatto un principe: e così durerà per sempre la sua dignità sacerdotale. Ps 131:1. Ricordati, Signore, di David e di tutta la pietà sua. . Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. . Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e ne ha fatto un principe: e così durerà per sempre la sua dignità sacerdotale.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Infirmitátem nostram réspice, omnípotens Deus: et, quia pondus própriae actiónis gravat, beáti Simeónis Martyris tui atque Pontíficis intercéssio gloriósa nos prótegat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Riguarda, Dio onnipotente, alla nostra debolezza: e perché il peso del nostro mal operato è grave, ci protegga la gloriosa intercessione del tuo beato Martire e Pontefice Simeone. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima, se si celebra tale festa con rito doppio o semidoppio, si fa la commemorazione della Feria.

Come eco del sermone sulla montagna, San Giacomo dichiara beato colui che sopporta la prova con coraggio. L'eccitamento al male proviene dalla nostra natura corrotta. Dio non è dunque responsabile. Da Lui proviene ogni bene ed è la sua grazia che, sostenendo gli uomini in mezzo alle prove, li fa nascere alla vita soprannaturale.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Jacóbi Apóstoli.
Jac 1:12-18.
Caríssimi: Beátus vir qui suffert tentatiónem: quóniam cum probátus fúerit, accípiet corónam vitae, quam repromísit Deus diligéntibus se. Nemo cum tentátur, dicat, quóniam a Deo tentátur: Deus enim intentátor malorum est: ipse autem néminem tentat. Unusquísque vero tentátur a concupiscéntia sua abstráctus, et illéctus. Deínde concupiscéntia cum concéperit, parit peccátum: peccátum vero cum consummátum fúerit, génerat mortem. Nolíte ítaque erráre, fratres mei dilectíssimi. Omne datum óptimum, et omne donum perféctum desúrsum est, descéndens a Patre lúminum, apud quem non est transmutátio, nec vicissitúdinis obumbrátio. Voluntárie enim génuit nos verbo veritátis, ut simus inítium áliquod creatúrae ejus.

Lettura dell'Epistola del Beato Giacomo Apostolo.
Jac 1:12-18.
Carissimi, beato l'uomo che sopporta la tentazione, perché, quando sarà stato provato, riceverà la corona di vita, che il Signore ha promesso a quelli che lo amano. Nessuno, quando è tentato, dica che è tentato da Dio: poiché come Dio non può essere tentato al male, così egli non tenta nessuno. Ciascuno piuttosto è tentato dalla propria concupiscenza, che lo attrae e lo alletta. Indi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; il peccato poi, consumato che sia, genera la morte. Non vogliate dunque ingannarvi, fratelli miei dilettissimi. Ogni cosa ottima e ogni dono perfetto viene dall'alto, discendendo da quel Padre dei lumi, in cui non è mutamento, né ombra di vicissitudine. Egli infatti di sua volontà ci generò con la parola di verità, affinché noi siamo quali primizie delle sue creature.

GRADUALE
Ps 88:21-23. Invéni David servum meum, óleo sancto meo unxi eum: manus enim mea auxiliábitur ei, et bráchium meum confortábit eum. . Nihil profíciet inimícus in eo, et fílius iniquitátis non nocébit ei.

Ps 88:21-23. Ho trovato Davide mio servo e l'ho unto col mio sacro olio: gli sarà d'aiuto la mia mano e lo rinforzerà il mio braccio. . Nulla potrà su di lui il nemico e non gli nuocerà il figlio dell'iniquità.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 109:4. . Tu es sacérdos in aetérnum, secúndum órdinem Melchísedech. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 109:4. . Tu sei sacerdote per sempre secondo l'ordine di Melchisedech. Alleluia.

Dopo Settuagesima, omessi l'Alleluia e il suo Versetto, si dice:

TRACTUS
Ps 20:3-4. Desidérium ánimae ejus tribuísti ei: et voluntáte labiórum ejus non fraudásti eum. . Quóniam praevenísti eum in benedictiónibus dulcédinis. . Posuísti in cápite ejus corónam de lápide pretióso.

Ps 20:3-4. Hai adempiuto il desiderio della sua anima e non hai insoddisfatto i voti delle sue labbra. . Infatti l'hai prevenuto con fauste benedizioni. . Gli hai posto in capo una corona di pietre preziose.

Il vero discepolo di Nostro Signore Gesù Cristo pospone i suoi interessi naturali agli interessi di Dio. Non teme dunque la lotta contro i suoi o contro se stesso, lotta che ostacola spesso l'adempimento del proprio dovere di cristiano. Come usa il costruttore prima di iniziare una fabbrica e il re prima di partire per la guerra, il Santo che celebriamo, dopo una matura riflessione, s'è messo per sempre al servizio di Dio e vi è rimasto sempre fedele.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 14:26-33.
In illo témpore: Dixit Jesus turbis: Si quis venit ad me, et non odit patrem suum, et matrem, et uxórem, et fílios, et fratres, et soróres, adhuc autem et ánimam suam, non potest meus esse discípulus. Et qui non bájulat crucem suam, et venit post me, non potest meus esse discípulus. Quis enim ex vobis volens turrim aedificáre, non prius sedens cómputat sumptus, qui necessárii sunt, si hábeat ad perficiéndum; ne, posteáquam posúerit fundaméntum, et non potúerit perfícere, omnes, qui vident, incípiant illúdere ei, dicéntes: Quia hic homo coepit aedificáre, et non pótuit consummáre? Aut quis rex iturus commíttere bellum advérsus álium regem, non sedens prius cógitat, si possit cum decem míllibus occúrrere ei, qui cum vigínti míllibus venit ad se? Alióquin, adhuc illo longe agénte, legatiónem mittens, rogat ea, quae pacis sunt. Sic ergo omnis ex vobis, qui non renúntiat ómnibus, quae póssidet, non potest meus esse discípulus.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 14:26-33.
In quel tempo, Gesù disse alle turbe: Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

OFFERTORIUM
Ps 88:25. Véritas mea et misericórdia mea cum ipso: et in nómine meo exaltábitur cornu ejus.

Ps 88:25. Staranno sempre con lui la mia verità e la mia misericordia: nel mio Nome si innalzerà la sua potenza.

SECRETA
Hóstias tibi, Dómine, beáti Simeónis Mártyris tui atque Pontíficis dicátas méritis, benígnus assúme: et ad perpétuum nobis tríbue proveníre subsídium. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Accetta, o Signore, la vittima consacrata ai meriti del beato Simeone, tuo Martire e Pontefice, e fa' che noi possiamo godere di un aiuto duraturo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima, se si celebra tale festa con rito doppio o semidoppio, si fa la commemorazione della Feria.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

In Quaresima si dice:

PRAEFATIO DE QUADRAGESIMA
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui corporáli jejúnio vitia cómprimis, mentem élevas, virtútem largíris et praemia: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti júbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che col digiuno corporale raffreni i vizi, sollevi la mente, largisci virtù e premi: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Ps 88:36; 88:37-38. Semel jurávi in sancto meo: Semen ejus in aetérnum manébit: et sedes ejus sicut sol in conspéctu meo, et sicut luna perfécta in aetérnum, et testis in coelo fidélis.

Ps 88:36; 88:37-38. Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre: In eterno durerà la sua discendenza, il suo trono davanti a me quanto il sole, sempre saldo come la luna, testimone fedele nel cielo.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refécti participatióne múneris sacri, quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, cujus exséquimur cultum, intercedénte beáto Simeóne Mártyre tuo atque Pontífice, sentiámus efféctum. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ristorati dalla partecipazione al sacro dono, ti preghiamo, o Signore Iddio nostro, che per l'intercessione del beato Simeone, tuo Martire e Pontefice, sentiamo in noi l'effetto del culto che in suo onore abbiamo compiuto. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima, se si celebra tale festa con rito doppio o semidoppio, si fa la commemorazione della Feria; della quale in fine si legge il Vangelo.