mercoledì 6 febbraio 2019

San Tito, Vescovo e Confessore - Commemorazione di Santa Dorotea, Vergine e Martire

Doppio.
Paramenti bianchi.

È risaputo come Tito, vescovo dei Cretesi, appena iniziato per bocca di San Paolo Apostolo ai sacramenti e ai misteri della fede cristiana, rifulse di tale luce di santità nella Chiesa allora nascente, che meritò di essere annoverato tra i discepoli dello stesso santo Dottore dei Gentili. La Santa Chiesa appunto afferma che «Dio lo ornò delle virtù di un apostolo» (Oratio) e che egli fu «uno degli operai che il Padrone della messe mandò a mietere» (Evangelium). Infatti, chiamato a partecipare all'onere della predicazione, divenne così caro a San Paolo per lo zelo nel predicare il Vangelo e per la sua fedeltà, che egli, venuto in Troade per il Vangelo di Cristo, dichiarò che il suo spirito non ebbe pace perché non vi trovò Tito, suo fratello. E poco dopo andando in Macedonia, così dimostra di nuovo il suo affetto verso di lui: «Ma Colui che consola gli umili, Dio, ha consolato anche noi colla venuta di Tito» (2Cor 7:6).
San Tito, Vescovo e Confessore.
San Paolo si servì di lui in parecchie importanti circostanze: il nome di Tito, infatti, ritorna dieci volte sotto la penna di San Paolo nelle sue lettere ai Corinti e a Timoteo. Inviato perciò dall'Apostolo a Corinto, assolse con tanta sapienza e dolcezza questa missione, che consisteva principalmente nel raccogliere offerte dalla pietà dei fedeli per sollevare la povertà della Chiesa degli Ebrei, che non solo mantenne nella fede di Cristo i Corinti, ma eccitò in essi il desiderio, il pianto, l'emulazione per San Paolo, che era stato il primo ad istruirli.
Dopo aver fatti più viaggi per terra e per mare alfine di spargere la semente della divina parola fra i Gentili diversi per lingua e nazionalità, e dopo aver sostenuto con grande fermezza d'animo cure e fatiche per il trionfo della croce, approdò all'isola di Creta insieme con San Paolo suo maestro. Scelto poi dall'Apostolo a vescovo di questa chiesa (Tit 1:5; Introitus, Epistola, Offertorium), non è da dubitare, che egli si diportasse così bene in quella carica, da mostrare in se stesso, in conformità alle istruzioni dello stesso suo maestro San Paolo che gli indirizzò una delle Lettere cosiddette Pastorali, «un modello di buone opere nella dottrina, nell'integrità, nella gravità» (Tit 2:7). Pertanto, come una lucerna, egli diffuse la luce della religione fra coloro che giacevano, quasi sotto l'ombra della morte, nelle tenebre dell'idolatria e della menzogna. È tradizione che egli si affaticasse validamente per inalberare il vessillo della croce fra i Dalmati.
Finalmente pieno di meriti e di giorni, a 94 anni, il 4 gennaio intorno all'anno 69, si addormentò nel Signore colla preziosa morte dei giusti, e fu sepolto nella chiesa dove l'Apostolo l'aveva stabilito ministro di Dio. Il suo nome, elogiato specialmente da San Giovanni Crisostomo e da San Girolamo, si legge lo stesso giorno nel Martirologio Romano; poi il sommo Pontefice Pio IX ordinò che la sua festa fosse celebrata da tutta la Chiesa nella data odierna.

Giovanni Venanzi, Santa Dorotea condotta al martirio,
Poggi Dipinti Antichi, Roma (Lazio), XVII sec.
Dorotea, vergine della fine del III secolo, originaria di Cesarea nella Cappadocia (attuale Kayseri in Turchia), si distinse per la sua carità, purezza e sapienza. La fama delle sue virtù giunse fino a Saprizio, Preside di quella Provincia, che la fece chiamare e la invitò a sacrificare agli idoli; però, Dorotea confessando la fede cristiana, si rifiutò di compiere tale empietà, quindi fu arrestata dal governatore e consegnata alle due sorelle Crista e Callista che avevano apostatato dalla fede cristiana, affinché le facessero cambiare risoluzione. Ma avvenne il contrario: perché Dorotea le ricondusse alla pratica della religione cristiana, per la quale soffrirono anche il martirio. Perciò la Vergine, prima tormentata coll'eculeo, poi lunghissimamente percossa cogli schiaffi, da ultimo fu condannata alla decapitazione.
Mentre Dorotea era condotta al luogo del martirio, incontrò lungo la strada un certo retore Teofilo, il quale le chiese ironicamente: «Sposa di Cristo, mandami delle mele e delle rose dal giardino del tuo sposo». Dorotea rispose che avrebbe soddisfatto la sua domanda anche se era provocatoria. Prima di esser decapitata, pregò in un estremo atto di fede. Terminata l'orazione, ecco apparire un angelo nelle sembianze di un fanciullo che offrì a Teofilo tre rose e tre mele. Scomparso l'angelo, Dorotea reclinò il capo che le fu reciso con un colpo di spada: così ella ricevé la doppia palma della verginità e del martirio, intorno all'anno 311.
Tanto fu edificante la morte di Dorotea e il prodigio delle mele e delle rose, che il retore Teofilo, convertitosi alla fede di Cristo, fu denunciato a Saprizio, che subito lo fece torturare crudelmente e, alla fine, uccidere colla spada.


La Santa Chiesa paragona il Pontefice, che celebriamo, al levita Finees che si mostrò pieno di zelo per la difesa della Legge di Dio. Il versetto loda la pia sollecitudine del re Davide per edificare il tempio.

INTROITUS
Eccli 45:30. Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii dígnitas in aetérnum. Ps 131:1. Meménto, Dómine, David: et omnis mansuetúdinis ejus. . Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. . Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii dígnitas in aetérnum.

Eccli 45:30. Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e ne ha fatto un principe: e così durerà per sempre la sua dignità sacerdotale. Ps 131:1. Ricordati, Signore, di David e di tutta la pietà sua. . Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. . Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e ne ha fatto un principe: e così durerà per sempre la sua dignità sacerdotale.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui beátum Titum Confessórem tuum atque Pontíficem apostólicis virtútibus decorásti: ejus méritis et intercessióne concéde; ut, juste et pie vivéntes in hoc saeculo, ad coeléstem pátriam perveníre mereámur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che hai ornato di virtù apostoliche il beato Tito, vescovo e confessore tuo, concedici che, per i suoi meriti e per la sua intercessione, vivendo in pietà e giustizia, meritiamo di raggiungere la patria celeste. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.
Poi si fa la commemorazione di Santa Dorotea, Vergine e Martire.

Orémus.
Indulgéntiam nobis, quaesumus, Dómine, beáta Doróthea Virgo et Martyr implóret: quae tibi grata semper éxstitit, et mérito castitátis, et tuae professióne virtútis. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore, implori per noi clemenza la beata Dorotea vergine e martire, la quale ti fu sempre accetta e per il merito della castità e per la fiducia nella tua potenza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

La Santa Liturgia applica ai Santi Confessori quanto l'autore sacro dice, nell'Ecclesiastico, dei più santi personaggi dell'Antico Testamento: Enoch, Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè e Aronne. In tal modo la Santa Chiesa fa un bellissimo elogio dei suoi Santi.

LECTIO
Léctio libri Sapiéntiae.
Eccli 44:16-27; 45:3-20.
Ecce sacérdos magnus, qui in diébus suis plácuit Deo, et invéntus est justus: et in témpore iracúndiae factus est reconciliátio. Non est invéntus símilis illi, qui conservávit legem Excélsi. Ideo jurejurándo fecit illum Dóminus créscere in plebem suam. Benedictiónem ómnium géntium dedit illi, et testaméntum suum confirmávit super caput ejus. Agnóvit eum in benedictiónibus suis: conservávit illi misericórdiam suam: et invénit grátiam coram óculis Dómini. Magnificávit eum in conspéctu regum: et dedit illi corónam glóriae. Státuit illi testaméntum aetérnum, et dedit illi sacerdótium magnum: et beatificávit illum in glória. Fungi sacerdótio, et habére laudem in nómine ipsíus, et offérre illi incénsum dignum in odórem suavitátis.

Lettura del libro della Sapienza.
Eccli 44:16-27; 45:3-20.
Ecco il gran sacerdote che nei suoi giorni piacque a Dio, e fu trovato giusto, e nel tempo dell'ira fu strumento di riconciliazione. Nessuno fu trovato simile a lui nel conservare la legge dell'Eccelso. Per questo, con giuramento, il Signore gli assicurò la gloria nella sua stirpe. In lui benedisse Iddio tutte le genti, e confermò il suo patto su di lui. Lo ricolmò delle sue benedizioni; conservò per lui la sua misericordia, ed egli trovò grazia agli occhi del Signore. Lo glorificò al cospetto dei re, e gli diede la corona di gloria. Stabilì con lui un patto eterno, e gli conferì un grande sacerdozio, e lo circondò di gloria. Gli fece compiere le funzioni sacerdotali ed avere gloria nel suo nome, e offrirgli un degno sacrificio di incenso, di soave profumo.

GRADUALE
Eccli 44:16. Ecce sacérdos magnus, qui in diébus suis plácuit Deo. Eccli 44:20. . Non est invéntus símilis illi, qui conservaret legem Excélsi.

Eccli 44:16. Ecco il grande pontefice, che nella sua vita piacque a Dio. Eccli 44:20. . Non si trovò alcuno simile a lui nell'osservare la legge dell'Eccelso.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 109:4. . Tu es sacérdos in aetérnum, secúndum órdinem Melchísedech. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 109:4. . Tu sei sacerdote per sempre secondo l'ordine di Melchisedech. Alleluia.

Dopo Settuagesima, omessi l'Alleluja e il suo Versetto, si dice:

TRACTUS
Ps 111:1-3. Beátus vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. . Potens in terra erit semen ejus: generátio rectórum benedicétur. . Glória et divítiae in domo ejus: et justítia ejus manet in saeculum saeculi.

Ps 111:1-3. Beato l'uomo che teme il Signore: molto si compiace nei suoi comandamenti. . Potente sulla terra sarà la sua stirpe: sarà benedetta la discendenza dei giusti. . Nella sua casa gloria e ricchezza: la sua giustizia rimane nei secoli dei secoli.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 10:1-9.
In illo témpore: Designávit Dóminus et álios septuagínta duos: et misit illos binos ante fáciem suam in omnem civitátem et locum, quo erat ipse ventúrus. Et dicébat illis: Messis quidem multa, operárii autem pauci. Rogáte ergo Dóminum messis, ut mittat operários in messem suam. Ite: ecce, ego mitto vos sicut agnos inter lupos. Nolíte portáre sácculum, neque peram, neque calceaménta; et néminem per viam salutavéritis. In quamcúmque domum intravéritis, primum dícite: Pax huic dómui: et si ibi fúerit fílius pacis, requiéscet super illum pax vestra: sin autem, ad vos revertétur. In eádem autem domo manéte, edéntes et bibéntes quae apud illos sunt: dignus est enim operárius mercéde sua. Nolíte transíre de domo in domum. Et in quamcúmque civitátem intravéritis, et suscéperint vos, manducáte quae apponúntur vobis: et curáte infírmos, qui in illa sunt, et dícite illis: Appropinquávit in vos regnum Dei.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 10:1-9.
In quel tempo, il Signore designò anche altri settantadue discepoli e li mandò a due a due innanzi a sé in ogni città e luogo dove egli stava per andare. E diceva loro: La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai per la sua mietitura. Andate! Ecco, io vi mando come agnelli in mezzo a lupi. Non portate né borsa, né sacca, né sandali; e per la strada non salutate nessuno. In qualunque casa entrerete, dite prima di tutto: Pace a questa casa. E se ci sarà un figlio di pace riposerà su di lui la pace vostra, altrimenti ritornerà a voi. E nella stessa casa restate, mangiando e bevendo di quel che vi danno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non girate di casa in casa. E in qualunque città entrerete, se vi accolgono, mangiate di quel che vi sarà messo davanti e guarite gli infermi che ci sono, e dite loro: Sta per venire a voi il Regno di Dio.

Omelia di San Gregorio, Papa.
Omelia 17 sui Vangeli.
Il Signore e Salvatore nostro, fratelli carissimi, ci avvisa ora con parole ed ora con opere. Infatti le sue stesse opere sono precetti: poiché, mentre fa qualche cosa, anche senza dir nulla, ci mostra quello che dobbiamo fare noi. Ecco, dunque, egli manda i discepoli a predicare a due a due, perché sono due i precetti della carità, cioè l'amor di Dio e l'amor del prossimo, e bisogna essere almeno in due per poter praticare la carità. Infatti propriamente parlando, non si esercita la carità verso se stessi; ma l'amore, perché possa essere carità, deve avere per oggetto un altro.
Ecco dunque che il Signore manda i discepoli a predicare a due a due, insinuandoci così tacitamente come, chi non ha carità verso gli altri, in nessun modo deve assumersi l'ufficio della predicazione. E con ragione si dice che li mandò davanti a sé in ogni città e luogo dove egli stava per andare. Infatti il Signore segue i suoi predicatori; la predicazione infatti precede, e allora il Signore viene ad abitare nell'anima nostra, quando è preceduto dalle parole di coloro che ci esortano; ed è così che la verità è ricevuta dallo spirito.
Ed ecco perché Isaia dice agli stessi predicatori: Preparate la via del Signore, raddrizzate i sentieri del Dio nostro. Ed il Salmista dice ai figli di Dio: Preparate la via a colui che ascende da occidente. Infatti il Signore ascese da occidente; perché quanto più il Signore si è abbassato nella sua passione, tanto più ha manifestato la sua gloria nella risurrezione. Ascese veramente da occidente, perché, risorgendo, calpestò la morte che aveva subita. Noi dunque prepariamo la strada a colui che salì da occidente, quando predichiamo alle vostre anime la sua gloria, affinché egli stesso poi venendo, le illumini con la sua presenza e con il suo amore.

OFFERTORIUM
Ps 88:21-22. Invéni David servum meum, óleo sancto meo unxi eum: manus enim mea auxiliábitur ei, et bráchium meum confortábit eum.

Ps 88:21-22. Ho trovato Davide mio servo; l'ho consacrato col mio sacro olio; sicché sia sempre con lui la mia mano, e il mio braccio gli dia forza.

SECRETA
Sancti tui, quaesumus, Dómine, nos ubíque laetíficent: ut, dum eórum mérita recólimus, patrocínia sentiámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Signore, i tuoi santi ovunque ci rallegrino, affinché, mentre ne ricordiamo i meriti, ne esperimentiamo il patrocinio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.
Poi si fa la commemorazione di Santa Dorotea, Vergine e Martire.

Hóstias tibi, Dómine, beátae Dorótheae Vírginis et Mártyris tuae dicatas méritis, benígnus assúme: et ad perpétuum nobis tríbue proveníre subsídium. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, accetta benigno i doni che ti offriamo in onore della beata Dorotea vergine e martire, e fa' che ci siano di perpetuo aiuto. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

In Quaresima si dice:

PRAEFATIO DE QUADRAGESIMA
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui corporáli jejúnio vitia cómprimis, mentem élevas, virtútem largíris et praemia: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti júbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che col digiuno corporale raffreni i vizi, sollevi la mente, largisci virtù e premi: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Luc 12:42. Fidélis servus et prudens, quem constítuit dóminus super famíliam suam: ut det illis in témpore trítici mensúram.

Luc 12:42. Fedele e saggio è il servitore che il Signore ha preposto alla sua casa: perché al tempo conveniente dia il cibo che spetta a ciascuno.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus: ut, de percéptis munéribus grátias exhibéntes, intercedénte beáto Tito Confessóre tuo atque Pontífice, benefícia potióra sumámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio onnipotente, concedici, te ne preghiamo, che, mentre ti ringraziamo dei doni ricevuti, per intercessione del beato Tito confessore tuo e vescovo, ne riceviamo dei maggiori. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.
Poi si fa la commemorazione di Santa Dorotea, Vergine e Martire.

Orémus.
Divíni múneris largitáte satiáti, quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, intercedénte beáta Doróthea Vírgine et Mártyre tua, in ejus semper participatióne vivámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Nutriti dall'abbondanza del dono divino, ti preghiamo, o Signore nostro Dio, per l'intercessione della tua santa vergine e martire Dorotea, di farci vivere sempre in questa comunione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si legge in fine il Vangelo della Feria.