Doppio.
Paramenti bianchi.
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Girolamo Troppa, Madonna del Rosario con i Santi Benedetto e Scolastica,
Cattedrale di Santa Maria del Popolo, Cittaducale (Lazio), 1692.
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Secondo
quanto tramanda papa San Gregorio Magno (anche lui della gens Anicia) nel
secondo libro dei Dialogi, all'età
di dodici anni fu mandata a Roma insieme al fratello per compiere gli studi
classici, ma entrambi furono profondamente turbati dalla vita dissoluta che vi
si conduceva. Ritiratosi Benedetto in eremitaggio, Scolastica rimase unica
erede del patrimonio familiare; però, rifiutando ogni attaccamento ai beni
terreni, chiese al padre di potersi consacrare al Signore in un monastero
vicino a Norcia. Il padre, sebbene soffrisse per il distacco dalla figlia, si
ricordò del voto fatto e accettò la sua decisione.
Consacratasi
al Signore fin dalla sua più tenera età, qualche anno dopo seguì il fratello a
Subiaco e, quando San Benedetto fondò l'abbazia di Montecassino, volle
raggiungerlo e ai piedi di Montecassino fondò il monastero di Piumarola (nel
territorio dell'attuale comune di Villa Santa Lucia, Frosinone), ove, vivendo
vita comune con un gruppo di donne consacrate e seguendo la Regola di San
Benedetto, diede origine al ramo femminile dell'Ordine Benedettino.
Scolara,
come indica il suo nome, del Patriarca dei monaci d'Occidente, ella si dedicò sempre
alla scuola delle sue virtù (cfr. Prologo della Regola di San Benedetto: «Noi stabiliamo una scuola al servizio del
Signore»), perché vedeva in lui il Cristo (cfr. Capitolo II della Regola di
San Benedetto: «L'Abate occupa il posto
del Cristo, di cui porta il nome: Padre Abate») di cui era la sposa
(Epistola). Poiché l'insegnamento del Maestro (cfr. Prologo della Regola di San
Benedetto: «Ausculta, o fili, praecepta
Magistri»), che ella seguiva, non era altro che l'eco di quello di Gesù
durante la sua vita pubblica, così tutta la vita della Santa si riassume in
queste parole: «Amare il bene e odiare
l'iniquità» (Introitus).
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Johann Baptist Wenzel Bergl, Morte di Santa Scolastica,
Basilica-Santuario della Natività della Beata Vergine Maria,
Mariazell, Austria, 1765.
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La
santa donna, reclinando la testa nelle mani, aveva versato sulla mensa un
torrente di lacrime, onde aveva fatto succedere la pioggia alla serenità
dell'aria. Né l'inondazione seguì molto dopo la preghiera; ma fu tanta la simultaneità
tra la preghiera e l'inondazione, che nell'alzar la testa dalla mensa già
scoppiava il tuono; così che sia l'alzar della testa sia il cader della pioggia
fu un solo e identico momento. Allora l'uomo di Dio vedendo che i lampi e i
tuoni e il diluvio di pioggia torrenziale non gli permettevano di ritornare al
monastero, contristato cominciò a dolersene, dicendo: «Dio onnipotente ti perdoni,
sorella: che hai mai fatto?» Ed ella gli rispose: «Ecco, ti ho pregato, e non
mi hai voluto dare ascolto; ho pregato il mio Dio, e mi ha ascoltato. Ora esci
pure, se puoi; e, lasciatami, ritornatene al monastero». Ma egli non potendo
uscire di casa, mentre prima non vi volle rimanere spontaneamente, poi vi
rimase suo malgrado. E così avvenne, che passando tutta la notte vegliando e in
santi colloqui di vita spirituale, si saziarono nello scambio vicendevole dei
loro sentimenti.
Il
giorno dopo la venerabile vergine se ne tornò al suo chiostro, e l'uomo di Dio
al suo monastero. Di lì a tre giorni, essendo egli nella sua cella intento alla
recita dell'Ufficio divino ed avendo alzati gli occhi al cielo, vide l'anima di
sua sorella uscita dal corpo penetrare sotto forma di una colomba le altezze
misteriose del cielo (10 febbraio 547). Rapito di gioia per tanta gloria di
lei, ne rese grazie a Dio onnipotente con cantici e lodi, e ne annunziò la
morte ai confratelli. E li mandò subito a prenderne il corpo, perché lo
portassero al monastero, e lo seppellissero nel sepolcro che aveva preparato
per sé e nel quale fu deposto egli stesso qualche settimana più tardi. Così
avvenne, che, come le loro anime erano state sempre unite in Dio, così anche i
loro corpi li riunisse una medesima tomba.
Preghiamo
Dio, che fece penetrare nel cielo, sotto l'apparenza di colomba, l'anima della
beata Vergine Scolastica, di accordarci, per i meriti e le preghiere di questa
Santa, di vivere così innocentemente da meritare di pervenire ai gaudi eterni
(Oratio).
Questo
Introitus è tratto dal Salmo 44, epitalamio per le nozze di Nostro Signore Gesù
Cristo e della sua Chiesa. Lo scrittore sacro dice che Dio Padre ha unto lo
sposo regale con olio profumato, simbolo di allegrezza. Questo olio designa per
eccellenza l'unzione della divinità ricevuta dall'umanità di Nostro Signore
Gesù Cristo. Questo re tiene in mano lo scettro della giustizia. Le Vergini
sono sue spose, unte dalla grazia divina che proviene dal loro sposo celeste.
INTROITUS
Ps
44:8. Dilexísti
justítiam, et odísti iniquitátem: proptérea unxit te Deus, Deus tuus, óleo
laetítiae prae consórtibus tuis. Ps 44:2.
Eructávit cor meum verbum bonum: dico ego ópera mea Regi. ℣.
Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞.
Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Dilexísti justítiam,
et odísti iniquitátem: proptérea unxit te Deus, Deus tuus, óleo laetítiae prae
consórtibus tuis.
Ps
44:8. Hai amato la giustizia, e odiato l'iniquità: perciò il Signore, tuo Dio,
ti ha unto con l'olio di letizia a preferenza delle tue compagne. Ps 44:2.
Vibra nel mio cuore un ispirato pensiero, mentre al Sovrano canto il mio poema.
℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Hai amato la giustizia, e odiato l'iniquità: perciò il
Signore, tuo Dio, ti ha unto con l'olio di letizia a preferenza delle tue
compagne.
Gloria
ORATIO
Orémus.
Deus, qui ánimam
beátae Vírginis tuae Scholásticae ad ostendéndam innocéntiae viam in colúmbae
spécie coelum penetráre fecísti: da nobis ejus méritis et précibus ita
innocénter vívere; ut ad aetérna mereámur gáudia perveníre. Per Dominum nostrum
Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus
Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
O
Dio, che per mostrarci la via dell'innocenza, facesti penetrare in cielo sotto
l'apparenza di colomba l'anima della tua beata vergine Scolastica, concedici,
per i suoi meriti e per le sue preghiere, di vivere con tale innocenza da
conseguire i gaudi eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è
Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli
dei secoli. Amen.
In
Quaresima si fa la commemorazione della Feria.
San
Paolo previene i Corinti contro i falsi dottori che si lodano da se stessi.
Questi non possono che rompere quella fedeltà con la quale i cristiani devono
aderire a Cristo, come una sposa al suo sposo. Le vergini consacrate al
servizio di Nostro Signore Gesù Cristo non gli torneranno gradite se non
saranno profondamente umili.
LECTIO
Léctio Epístolae
Beáti Pauli Apóstoli ad Corínthios.
2Cor
10:17-18; 11:1-2.
Fratres: Qui
gloriátur, in Dómino gloriétur. Non enim, qui seípsum comméndat, ille probátus
est; sed quem Deus comméndat. Utinam sustinerétis módicum quid insipiéntiae
meae, sed et supportáte me: aemulor enim vos Dei aemulatióne. Despóndi enim vos
uni viro vírginem castam exhibére Christo.
Lettura
dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Corinti.
2Cor
10:17-18; 11:1-2.
Fratelli,
chi si vanta, si vanti nel Signore. Poiché non chi si raccomanda da sé è
approvato, bensì colui che il Signore raccomanda. Oh se poteste sopportare un
po' di follia da parte mia! Ma certo, voi mi sopportate. Io provo infatti per
voi una specie di gelosia divina, avendovi promessi a un unico sposo, per
presentarvi quale vergine casta a Cristo.
GRADUALE
Ps
44:5. Spécie tua
et pulchritúdine tua inténde, próspere procéde et regna. ℣.
Propter veritátem et mansuetúdinem et justítiam:
et dedúcet te mirabíliter déxtera tua.
Ps
44:5. Nello splendore della tua bellezza incedi, avanza trionfante e regna! ℣. Per la verità, la mitezza e la giustizia: la tua destra ti faccia
vedere prodigi.
ALLELUJA
Allelúja,
allelúja. Ps 44:15-16. ℣.
Adducéntur Regi Vírgines post eam: próximae ejus afferéntur tibi in laetítia.
Allelúja.
Alleluia,
alleluia. Ps 44:15-16. ℣. Le vergini dietro di lei saranno condotte al
Re; le sue compagne saranno condotte a Te con gioia ed esultanza. Alleluia.
Dopo
Settuagesima, omessi l'Alleluja e il suo Versetto, si dice:
TRACTUS
Ps
44:11; 44:12.
Audi, fília, et vide, et inclína aurem tuam: quia concupívit Rex speciem tuam. Ps 44:13; 44:10. ℣. Vultum
tuum deprecabúntur omnes dívites plebis: fíliae regum in honóre tuo. Ps 44:15-16. ℣.
Adducéntur Regi Vírgines post eam: próximae ejus afferéntur tibi. ℣.
Afferéntur in laetítia et exsultatióne: adducéntur in templum Regis.
Ps
44:11; 44:12. Ascolta e guarda, tendi l'orecchio, o figlia: il Re si è
invaghito della tua bellezza. Ps 44:13; 44:10. ℣. Ti
rendono omaggio tutti i ricchi del popolo, stanno al
tuo seguito le figlie dei re. Ps 44:15-16. ℣. Le
vergini dietro a lei sono condotte al Re, le sue compagne sono condotte a Te. ℣. Sono condotte con gioia ed esultanza, sono introdotte nel palazzo
del Re.
Quando
avveniva un matrimonio presso gli Ebrei, le giovani amiche della sposa,
l'accompagnavano con lampade accese allorché la sera delle nozze andava dallo
sposo per il banchetto nuziale. Nostro Signore Gesù Cristo paragona il regno
dei cieli a cinque di queste vergini che sono prudenti, per aver portato una
provvista di olio per alimentare le loro lampade.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠
sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt
25:1-13.
In illo témpore:
Dixit Jesus discípulis suis parábolam hanc: Símile erit regnum coelórum decem
virginibus: quae, accipiéntes lámpades suas, exiérunt óbviam sponso et sponsae.
Quinque autem ex eis erant fátuae, et quinque prudéntes: sed quinque fátuae,
accéptis lampádibus, non sumpsérunt oleum secum: prudéntes vero accepérunt
óleum in vasis suis cum lampádibus. Moram autem faciénte sponso, dormitavérunt
omnes et dormiérunt. Média autem nocte clamor factus est: Ecce, Sponsus venit,
exíte óbviam ei. Tunc surrexérunt omnes vírgines illae, et ornavérunt lámpades
suas. Fátuae autem sapiéntibus dixérunt: Date nobis de óleo vestro: quia
lámpades nostrae exstinguúntur. Respondérunt prudéntes, dicéntes: Ne forte non
suffíciat nobis et vobis, ite pótius ad vendéntes, et émite vobis. Dum autem
irent émere, venit sponsus: et quae parátae erant, intravérunt cum eo ad
núptias, et clausa est jánua. Novíssime vero véniunt et réliquae vírgines,
dicéntes: Dómine, Dómine, aperi nobis. At ille respóndens, ait: Amen, dico
vobis, néscio vos. Vigiláte ítaque, quia nescítis diem neque horam.
Seguito
✠ del
santo Vangelo secondo Matteo.
Matt
25:1-13.
In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: Il regno dei cieli
sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro
allo sposo e alla sposa. Ma cinque di esse erano stolte e cinque prudenti. Le
cinque stolte, nel prendere le lampade, non presero l'olio con sé; le prudenti,
invece, insieme con le lampade presero anche l'olio, nei loro vasi. Tardando a
venire lo sposo, si assopirono tutte e si addormentarono. Ma a mezzanotte si
udì un clamore: Ecco viene lo sposo! Uscitegli incontro. Allora tutte le
vergini si alzarono e prepararono le loro lampade. E dissero le stolte alle prudenti:
Dateci un po' del vostro olio, poiché le nostre lampade stanno per spegnersi.
Risposero le prudenti dicendo: Non basterebbe né a noi, né a voi: andate
piuttosto dai rivenditori e compratevene. Mentre esse andavano, giunse lo
Sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui alla festa nuziale, e la
porta fu chiusa. All'ultimo momento, giunsero anche le altre vergini, dicendo:
Signore, Signore, aprici. Ma egli rispose: In verità vi dico, non vi conosco.
Vigilate, dunque, poiché non sapete né il giorno né l'ora.
Omelia
di San Gregorio, Papa.
Omelia
12 sui Vangeli.
Spesso vi
raccomando, fratelli carissimi, di fuggire le opere cattive e di evitare la
corruzione di questo mondo, ma quest'oggi la lettura del santo Vangelo mi
costringe a dirvi di stare molto attenti a non perdere il merito delle vostre
buone opere, di non cercare, nel bene che fate, il favore o la stima degli
uomini, di impedire che si insinui in voi il desiderio della lode e di agire in
modo che, quanto appare di fuori, non sia dentro vuoto di ricompensa. Il
Redentore infatti ci parla di dieci vergini, e le dice tutte vergini; eppure
non tutte hanno meritato di essere ammesse al soggiorno della beatitudine,
perché alcune di esse, mentre cercavano una gloria esteriore della loro
verginità, non si curarono di mettere dell'olio nelle loro lampade.
Ma prima dobbiamo
chiederci che cosa sia il regno dei cieli, o perché lo si paragoni a dieci
vergini, ed anche quali vengano dette vergini prudenti e quali vergini stolte.
Mentre infatti è certo che nessun reprobo entrerà nel regno dei cieli, perché
questo viene paragonato anche a delle vergini stolte? Dobbiamo sapere che
spesso nel linguaggio sacro la Chiesa del tempo presente viene chiamata regno
dei cieli. Onde altrove il Signore dice: Il Figlio dell'uomo manderà i suoi
angeli, e toglieranno dal suo regno tutti gli scandali. Certamente in quel
regno di beatitudine, dove c'è la suprema pace, non si potranno trovare
scandali da togliere.
Ciascuno vive in
un corpo che ha cinque sensi; il numero cinque poi, raddoppiato, dà dieci. E,
poiché la moltitudine dei fedeli comprende ambedue i sessi, la santa Chiesa si
dice simile a dieci vergini. E poiché in essa i cattivi si trovano mescolati
coi buoni e i reprobi con gli eletti, giustamente viene paragonata a delle
vergini prudenti ed anche a delle vergini stolte. Infatti ci sono molti che
vivono nella continenza, che si guardano dagli appetiti esteriori, e dalla
speranza sono portati ai beni interiori, che mortificano la propria carne, e
anelano alla patria celeste con tutta la forza del loro desiderio, agognano i
premi eterni, e non vogliono ricevere lodi umane per le loro fatiche. Questi
certamente non ripongono la loro gloria nelle parole degli uomini, ma la
nascondono nella loro coscienza. E ci sono poi molti che affliggono il loro
corpo con l'astinenza, ma per questa stessa loro astinenza cercano gli applausi
degli uomini.
OFFERTORIUM
Ps
44:10. Fíliae
regum in honóre tuo, ástitit regína a dextris tuis in vestítu deauráto,
circúmdata varietate.
Ps
44:10. Ti rendono onore figlie di re: alla tua destra sta la Regina con un
abito d'oro e ammantata di vari ornamenti.
SECRETA
Accépta tibi sit,
Dómine, sacrátae plebis oblátio pro tuorum honore Sanctórum: quorum se meritis
de tribulatione percepísse cognóscit auxílium. Per Dominum nostrum Jesum
Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti
Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Accetta,
o Signore, l'offerta presentata in onore dei tuoi santi dal popolo che ti è
consacrato: esso sa che per i loro meriti ha ottenuto il soccorso nella prova.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con
te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
In
Quaresima si fa la commemorazione della Feria.
PRAEFATIO
COMMUNIS
Vere dignum et
justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine
sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem
majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli
coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum
quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione
dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et
terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini.
Hosánna in excélsis.
È
veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere
grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le
Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i
Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro
canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di
lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra
sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che
viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
In
Quaresima si dice:
PRAEFATIO
DE QUADRAGESIMA
Vere dignum et
justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine
sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui corporáli jejúnio vitia cómprimis,
mentem élevas, virtútem largíris et praemia: per Christum, Dóminum nostrum. Per
quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes.
Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant.
Cum quibus et nostras voces ut admítti júbeas, deprecámur, súpplici confessióne
dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et
terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini.
Hosánna in excélsis.
È
veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni
luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio:
Che col digiuno corporale raffreni i vizi, sollevi la mente, largisci virtù e
premi: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli
Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù
celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di
ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo
dicendo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra
sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che
viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
COMMUNIO
Matt
25:4; 25:6.
Quinque prudéntes vírgines accepérunt óleum in vasis suis cum lampádibus: média
autem nocte clamor factus est: Ecce, sponsus venit: exíte óbviam Christo
Dómino.
Matt
25:4; 25:6. Le cinque vergini prudenti portarono anche l'olio nei vasetti,
insieme con le loro lucerne. Ma a mezzanotte si levò un clamore: Ecco viene lo
sposo! Uscite incontro al Cristo Signore!
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Satiásti, Dómine,
famíliam tuam munéribus sacris: ejus, quaesumus, semper interventióne nos
réfove, cujus solémnia celebrámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium
tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia
saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Hai
saziato, o Signore, la tua famiglia con sacri doni: ti preghiamo di rinforzarci sempre per l'intervento di colei di cui celebriamo la solennità. Per il nostro Signore
Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo
Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
In
Quaresima si fa la commemorazione della Feria; della quale in fine si legge il
Vangelo.