lunedì 31 dicembre 2018

Ultimo giorno dell'anno: “Te Deum” di ringraziamento per l'anno trascorso

Alla fine d'ogni anno si deve pensare come infallibilmente si penserà al fine della vita. Il numero dei giorni onde l'uno e l'altro è composto, felici o infelici, mesti o ridenti, tutto è passato, e l'impressione che hanno fatto nell'anima gli uni e gli altri egualmente si cancella. Eccovi giunto all'ultimo giorno dell'anno, che è stato l'ultimo per molti. Che amaro rincrescimento se lo avete mal impiegato! Ma parimenti, che dolce consolazione, se tutti i giorni sono stati per voi giorni pieni; se avete fatto un sant'uso di tutto questo tempo; se avete posti a guadagno i beni e i mali; se avete riformati i costumi; se avete praticati con puntualità i vostri esercizj di divozione; se avendo letto ogni giorno la vita dei Santi, ne avete imitate le virtù; e avendo fatto ogni giorno qualche pia considerazione, non l'avete mai fatta senza qualche frutto; infine, se, avendo avuto in tutto il corso dell'anno tante sante ispirazioni, tanti religiosi impulsi, tanti salutari desiderj, tanti esempj o da rigettare o da seguire, siete stato fedele alla grazia; e discernendo il vero dal falso, quanto vi era di seducente da quanto era per voi salutare, siete stato savio a sufficienza da non affaticarvi che per la vostra salute! E sia come si voglia, passate per lo meno sì santamente tutto quest'ultimo giorno, che abbiate questa sera la consolazione di non aver perduto tutto l'anno.
Il mezzo più proprio per cominciare un nuovo anno è il terminar santamente quello che sarà per finire. Approfittatevi con diligenza e con fervore di questo avvertimento. È una pratica di pietà molto utile, e le anime ferventi non manchino di conformarvisi, cioè di fare in questi ultimi dì una confessione straordinaria dei peccati più considerevoli commessi nel corso dell'anno. Passate quest'ultimo giorno in una specie di ritiramento. Sia almeno quest'ultimo dì tutto per il Signore e per la vostra salute. Non vi contentate di leggere tutto questo; mettetelo in opera. Una lettura secca e sterile sarebbe più nociva che utile. Ringraziate poi Dio in particolare di tutte le grazie che avete ricevute.
Questo Ringraziamento si deve a Dio per convenienza, per dovere, per interesse:
1. per Convenienza, perché niente più conforme al buon tratto di quello che il beneficato restituisca in qualche maniera al benefattore quel bene che per pura liberalità ha da lui ricevuto, e questo può farlo ognuno con esprimergli alla meglio la propria riconoscenza;
2. per Dovere, perché ogni uomo è portato dalla propria natura a rispondere colla riconoscenza a chi gli ha fatto del bene, onde diceva Filone che, se ogni virtù è santa, la gratitudine è santissima;
3. per Interesse, perché la corrispondenza ai doni già ricevuti è pel donatore lo stimolo il più potente ad impartir nuovi doni.
E perciò, se Dio vuol essere ringraziato da noi, non è già perché abbia bisogno dei nostri ringraziamenti, ma perché ama che noi Gli presentiamo dei nuovi titoli per farci dei nuovi beneficj. Quindi merita eterna lode il P. Camillo Ettore della Compagnia di Gesù, il quale pel primo introdusse in Bologna il costume, che poi si sparse in tutta Italia, di cantare quest'oggi pubblicamente nelle chiese il Te Deum per ringraziare il Signore dei benefizj impartitici in tutto l'anno; e le anime pie devono farsi un dovere di non mancare a così bella funzione.
Visitate poi in questo giorno qualche Cappella, o qualche Chiesa nella quale la Santa Vergine è più particolarmente onorata, per ringraziarla con più acceso fervore di tanti benefizj che avete ricevuti sotto la sua potente protezione, e consacratevi di nuovo al suo servizio. Non vi scordate dei Santi Angeli, e in special modo del vostro Angelo Custode. Di che non gli siete debitore? Mostrategli in questo giorno la vostra gratitudine. Ringraziate i Santi delle grazie che avete ricevute da Dio per la loro intercessione, e interessateli della vostra salute coi vostri sentimenti di riconoscenza. Fate più abbondanti che vi è possibile delle elemosine ai poveri, all'intento di riparare con questa liberalità straordinaria a tante pazze spese che avete sacrificate ai vostri piaceri, o alla vostra vanità. Nella vostra casa medesima, se non vi è possibile in chiesa, passate buona parte della sera in affettuose adorazioni del Santissimo Sacramento per riparare in qualche maniera a tante veglie passate nel giuoco o in altre inezie. Terminate infine quest'anno tanto cristianamente quanto vorreste al presente averlo scorso. Tutte queste religiose industrie serviranno a meraviglia per l'affare importante di vostra salute. Recitate intanto la seguente. (Manuale di Filotea di Mons. Giuseppe Riva, Bertarelli, Milano 1901)

ORAZIONE PER L'ULTIMO GIORNO DELL'ANNO

Quanti motivi non ho io di confondermi e d'umiliarmi profondamente davanti a Voi, o mio Dio, se mi faccio a confrontare la bontà vostra verso di me colla mia continua sconoscenza verso di Voi! Mentre nel decorso dell'anno omai compito avete comandato alla morte di recidere colla sua falce tanti fiori e tante piante che formavano il miglior ornamento del campo misterioso di questo mondo, avete imposto alla medesima di rispettar la mia vita, che, come pianta infruttuosa, occupava inutilmente il terreno, e, come erbaggio di pessima specie, non faceva che impedir lo sviluppo dei vicini germogli ed ammorbar tutta l'aria col suo ingratissimo odore. E ciò con tanta maggiore mia colpa, in quanto che, non contento Voi di preservarmi dal meritato sterminio, mi avete sempre contraddistinto coi segni i più evidenti della vostra amorosa predilezione, allontanando da me tutto quello che poteva nuocere in qualche modo così al mio spirito come al mio corpo, ed accordandomi le grazie le più efficaci alla santificazione dell'uno e alla salute dell'altro. Che se qualche volta avete inclinato verso di me la punitrice vostra destra, furono tutti leggieri i suoi colpi, e sempre temperati dalle dolcezze della vostra misericordia. Ma se finora ho corrisposto sì indegnamente a tutti i vostri favori, voglio emendare almeno adesso l'inescusabile mio fallo, ringraziandovi prima di tutto cordialissimamente di tutte le vostre beneficenze così spirituali come temporali, e domandandovi sinceramente perdono di quanto ho osato commettere contro di Voi. Voi degnatevi di accettare le mie attuali proteste come una ritrattazione sincera di tutto il passato e una caparra sicura della mia emendazione nell'avvenire. Intanto mettete Voi il compimento alle vostre misericordie col rassodare nelle fatte risoluzioni la mia volontà sempre instabile, onde facendo servire alla giustizia quelle potenze e quei sensi che già servirono alla iniquità, dia finalmente a Voi tanto di gloria, quanto già vi ho recato di sfregio colle replicate mie colpe. Voi che mi ispirate così nobili e così doverosi sentimenti, degnatevi ancora di darmi forza, onde mandarli ad effetto, e così verificare il detto consolantissimo del vostro Apostolo, che si vide sovrabbondare la grazia dove prima abbondava la iniquità.

Indi si recita, o col popolo in pubblica funzione, o privatamente, il Te Deum, per ringraziare il Signore dei benefici ricevuti.

Te Deum laudámus: *
te Dóminum confitémur.
Te aetérnum Patrem, *
omnis terra venerátur.
Tibi omnes Angeli, *
tibi Coeli et univérsae Potestátes:
Tibi Chérubim et Séraphim *
incessábili voce proclamant:

(Caput inclinatur) Sanctus, *
Sanctus, *
Sanctus *
Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt coeli et terra *
majestátis glóriae tuae.
Te gloriósus *
Apostolórum chorus,
Te Prophetárum *
laudábilis númerus,
Te Mártyrum candidátus *
laudat exércitus.
Te per orbem terrárum *
sancta confitétur Ecclésia,
Patrem *
imménsae majestátis;
Venerándum tuum verum *
et únicum Fílium;
Sanctum quoque *
Paráclitum Spíritum.

Tu Rex glóriae, *
Christe.
Tu Patris *
sempitérnus es Filius.
(Caput inclinatur) Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
non horruísti Virginis úterum.
Tu, devícto mortis acúleo, *
aperuísti credéntibus regna coelórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, *
in glória Patris.
Judex créderis *
esse ventúrus.
(Genuflectitur) Te ergo, quaesumus, tuis fámulis súbveni, *
quos pretióso sánguine redemísti.
Aetérna fac cum Sanctis tuis *
in glória numerári.

Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
et bénedic hereditáti tuae.
Et rege eos, *
et extólle illos usque in aetérnum.
Per síngulos dies *
benedícimus te;
Et laudámus nomen tuum in saeculum, *
et in saeculum saeculi.
Dignáre, Dómine, die isto *
sine peccáto nos custodíre.
Miserére nostri, Dómine, *
miserére nostri.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
non confúndar in aetérnum.

℣. Benedicamus Patrem et Fílium, cum Sancto Spíritu.
℞. Laudémus et superexaltémus eum in saecula.
℣. Benedíctus es, Dómine, in firmaménto coeli.
℞. Et laudábilis, et gloriósus, et superexaltátus in saecula.
℣. Dómine, exaudi orationem meam.
℞. Et clamor meus ad te veniat.
℣. Dóminus vobíscum.
℞. Et cum spíritu tuo.

Orémus.
Deus, cujus misericórdiae non est númerus, et bonitatis infinítus est thesaurus: piissimae majestati tuae pro collatis donis gratias agimus, tuam semper cleméntiam exorantes; ut, qui peténtibus postulata concédis, eósdem non déseens, ad praemia futúra dispónas.

Deus, qui corda fidélium Sancti Spiritus illustratióne docuisti: da nobis in eódem Spiritu recta sapere; et de ejus semper consolatióne gaudére.

Deus, qui néminem in te sperantem, nimium affligi permittis, sed pium précibus praestas auditum: pro postulatiónibus nostris votísque suscéptis gratias agimus, te piissime deprecantes, ut a cunctis semper muniamur advérsis. Per Christum Dóminum nostrum. Amen.
Te, o Dio, lodiamo *
e qual Signore ti professiamo.
Te, qual Padre eterno *
venera tutta la terra.
A Te tutti gli Angeli, *
a Te i Cieli e le Potenze tutte:
a Te i Cherubini e i Serafini *
cantano con voce incessante:

(Si china il capo) Santo, *
Santo, *
Santo *
il Signore, Dio degli eserciti.
Ricolmi sono i cieli e la terra *
della maestà della tua gloria.
Te degli Apostoli *
il coro glorioso,
Te dei Profeti *
la lodevol moltitudine,
Te dei Martiri loda *
la purificata schiera.
Te per tutta la terra *
confessa la Santa Chiesa,
Padre*
d'immensa maestà;
il tuo Venerabile, vero *
ed unico Figlio;
e pure il Santo *
Spirito Paraclito.

Tu, Re della gloria, *
o Cristo.
Tu del Padre *
sei il Figlio sempiterno.
(Si china il capo) Tu, col proposito di liberare gli uomini, *
non disprezzasti d'una Vergine il seno.
Tu, sconfitto il pungiglione della morte, *
apristi ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra d'Iddio, *
nella gloria del Padre.
E crediamo che tu qual giudice *
hai da venire.
(Ci si genuflette) Te dunque preghiamo, vieni in soccorso ai figli tuoi, *
che hai redenti col tuo sangue prezioso.
Fa' che sian annoverati *
nella gloria eterna insieme ai tuoi Santi.

Fa' salvo il tuo popolo, o Signore, *
e benedici la tua eredità.
E dirigili, *
e guidali per l'eternità.
Ogni giorno *
ti benediciamo;
e lodiamo il nome tuo in eterno, *
nei secoli dei secoli.
Degnati, o Signore, in questo giorno *
di custodirci senza peccato.
Pietà di noi, o Signore, *
pietà di noi.
Sia su di noi la tua misericordia, o Signore, *
siccome in te sperammo.
In te sperai, o Signore: *
ch'io non resti confuso in eterno.

℣. Benediciamo il Padre e il Figlio, con lo Spirito Santo.
℞. Lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
℣. Benedetto sei Tu, Signore, nel firmamento del cielo.
℞. E degno di lode e di gloria, ed esaltato nei secoli.
℣. O Signore, esaudisci la mia preghiera.
℞. E il mio grido giunga fino a Te.
℣. Il Signore sia con voi.
℞. E con il tuo Spirito.

Preghiamo.
O Dio, la cui misericordia non ha limite e il tesoro della cui bontà è infinito: noi rendiamo grazie alla Tua piissima maestà per i doni offerti, implorando sempre la tua clemenza, affinché Tu, che concedi a coloro che ti supplicano ciò che chiedono, non abbandonando i medesimi, li predisponga ai premi futuri.

O Dio, che hai istruito i cuori dei fedeli con la luce dello Spirito Santo, donaci di gustare nello stesso Spirito la verità e di godere sempre della sua consolazione.

O Dio, che non permetti che nessuno che spera in te sia percosso troppo, ma presti pio ascolto alle preghiere: Ti rendiamo grazie per le suppliche nostre e i voti intrapresi, implorandoti, o piissimo, che siamo difesi sempre da tutte le avversità. Per Cristo Signore nostro. Amen.

Tutto si svolge dinanzi al Santissimo Sacramento solennemente esposto. Alla fine del canto del Te Deum, segue la Benedizione Eucaristica.

San Silvestro I, Papa e Confessore

Doppio.
Paramenti bianchi.

La Santa Chiesa commemora nella sua liturgia tutte le fasi dell'esistenza del suo divin Fondatore. Appena nato, il Bambino divino è perseguitato dal re Erode; la Santa Chiesa, ancora in culla, invia al cielo il suo primo martire, nella persona del diacono Santo Stefano e i suoi primi 25 sommi Pontefici muoiono quasi tutti martiri. Tornato dall'Egitto, Nostro Signore Gesù Cristo cresce in età e sapienza a Nazaret, ove passa anni pacifici: così la Santa Chiesa, dopo trecento anni di persecuzione, comincia a godere di quella libertà che è il suo gran bene, e si estende nell'Impero Romano, sotto il pontificato di San Silvestro I che celebriamo oggi.
Silvestro, romano, figlio di Rufino, fin dalla fanciullezza ebbe come precettore il prete Girino, del quale imitò egregiamente sia la dottrina sia i costumi. Infierendo la persecuzione, egli visse nascosto sul monte Soratte; e a 30 anni fu creato prete di Santa Romana Chiesa da papa San Marcellino. Nel quale ufficio sorpassando in maniera degna d'ogni lode tutti gli altri chierici, successe nella sede apostolica a papa San Melchiade, il 31 gennaio 314, sotto l'imperatore Costantino, che aveva già con una legge pubblica data la pace alla Chiesa di Cristo (313). Appena avuto in mano il governo della Chiesa, incoraggiò grandemente l'imperatore Costantino, già illustre per l'apparizione d'una croce in cielo e per la vittoria sul tiranno Massenzio, a propagare la religione cristiana. Gli fece pure riconoscere, come vuole una tradizione della Chiesa Romana, le immagini degli Apostoli, lo lavò nelle acque del Santo Battesimo e lo mondò dalla lebbra dell'infedeltà.
Così per opera di Silvestro, il pio imperatore confermò col suo esempio la facoltà che aveva accordato ai cristiani di costruire pubblici templi. Difatti innalzò molte Basiliche, cioè la Lateranense a Cristo Salvatore, la Vaticana a San Pietro, la Ostiense a San Paolo, nell'Agro Verano a San Lorenzo, nel palazzo Sessoriano alla Santa Croce, ai Santi Pietro e Marcellino e a Sant'Agnese rispettivamente sulle vie Labicana e Nomentana, e altre ancora: ornandole splendidamente di immagini sacre, e arricchendole con reale magnificenza, assegnando ad esse doni e possessioni.
Sotto questo sommo Pontefice si tenne il primo Concilio di Nicea (325), nel quale, sotto la presidenza dei suoi legati, alla presenza dell'imperatore Costantino e di 318 vescovi, fu spiegata la fede cattolica, stabilita vittoriosamente la dottrina sulla divinità del Salvatore che la liturgia del tempo di Natale ripete continuamente, e condannato Ario coi suoi seguaci negatori di tale dottrina. Tale Concilio poi fu confermato anche da lui a domanda dei Padri, in un sinodo tenuto a Roma, dove Ario fu di nuovo condannato.
Silvestro fece inoltre molti decreti utili alla Chiesa di Dio, che vanno sotto il suo nome: cioè, che il crisma fosse confezionato dal solo vescovo; che il prete ungesse col crisma la sommità della testa del battezzato; che i diaconi portassero nella chiesa la dalmatica e sul braccio sinistro il manipolo di lino; che il Santo Sacrificio dell'altare si offrisse soltanto sopra un velo di lino. Si vuole ancora ch'egli abbia prescritto a tutti gli ordinandi un certo tempo, durante il quale si dovessero esercitare nella Santa Chiesa nell'ordine ricevuto prima d'essere elevati al grado superiore; che un laico non portasse accusa contro un chierico, e che un chierico non difendesse la sua causa davanti a un tribunale secolare. Ritenendo solo il nome di Sabato e di Domenica, volle che gli altri giorni della settimana fossero chiamati col nome di feria, come già per l'innanzi si era cominciato a fare nella Santa Chiesa, per significare che i chierici, rigettata ogni altra cura terrena, devono attendere ogni giorno unicamente a Dio.
La sua gran santità di vita e bontà verso i poveri risposero sempre a questa sapienza celeste colla quale governava la Santa Chiesa. Onde provvide che i chierici poveri vivessero in comune con quei più ricchi, e che le sacre vergini fossero provviste delle cose necessarie alla vita. Rese la sua anima a Dio il 31 dicembre 335, dopo aver retto la Santa Chiesa con un pontificato di 21 anni, 10 mesi e un giorno. Il suo corpo fu seppellito nel cimitero di Priscilla sulla via Salaria. Tenne sette ordinazioni nel mese di dicembre, nelle quali creò 42 preti, 25 diaconi, 65 vescovi per diversi luoghi.


Giovanni Maria Viani, San Silvestro Papa, Museo diocesano, Bologna (Emilia-Romagna), XVII sec.


L'Introitus ricorda la grande missione affidata da Nostro Signore Gesù Cristo a San Pietro ed ai di lui successori: quella di pascere tutto il gregge cristiano, pecore ed agnelli.

INTROITUS
Joann 21:15-17. Si díligis me, Simon Petre, pasce agnos meos, pasce oves meas. Ps 29:1. Exaltábo te, Dómine, quóniam suscepísti me, nec delectásti inimícos meos super me. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Si díligis me, Simon Petre, pasce agnos meos, pasce oves meas.

Joann 21:15-17. Simon Pietro, se mi ami, pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Ps 29:1. Io ti glorificherò, o Signore, perché mi hai soccorso e non hai permesso ai miei nemici di ridersi di me. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Simon Pietro, se mi ami, pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle.

Gloria

Nell'Oratio ci rivolgiamo a Dio, l'Eterno Pastore, e lo preghiamo onde, per il bene di tutto il popolo cristiano, protegga il sommo Pontefice, pastore universale della Santa Chiesa del Cristo.

ORATIO
Orémus.
Gregem tuum, Pastor aetérne, placátus inténde: et, per beátum Silvéstrum Summum Pontíficem, perpétua protectióne custódi; quem totíus Ecclésiae praestitísti esse pastórem. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O eterno Pastore, volgi lo sguardo benigno sul tuo gregge e custodiscilo con una continua protezione, per intercessione del sommo Pontefice san Silvestro, che hai costituito pastore di tutta la Chiesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.

Orémus.
Concéde, quaesumus, omnípotens Deus: ut nos Unigéniti tui nova per carnem Natívitas líberet; quos sub peccáti jugo vetústa sérvitus tenet. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che la nuova nascita secondo la carne del tuo Unigenito, liberi noi, che l'antica schiavitù tiene sotto il gioco del peccato. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

San Pietro, coll'autorità che gli veniva dal fatto di essere apostolo e il primo vicario del Cristo, delinea rapidamente gli ideali che devono guidare i pastori del gregge cristiano e ricorda il grave dovere che loro incombe di pascere e vegliare le anime loro affidate. Ai fedeli tutti rammenta la ferma speranza con cui devono confidare nel Dio di ogni grazia.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Petri Apóstoli.
1Petr 5:1-4; 5:10-11.
Caríssimi: Senióres, qui in vobis sunt, obsécro consénior et testis Christi passiónum, qui et ejus, quae in futúro revelánda est, glóriae communicátor: páscite qui in vobis est gregem Dei, providéntes non coácte, sed spontánee secúndum Deum, neque turpis lucri grátia, sed voluntárie; neque ut dominántes in cleris, sed forma facti gregis ex ánimo. Et, cum appáruerit princeps pastórum, percipiétis immarcescíbilem glóriae corónam. Deus autem omnis grátiae, qui vocávit nos in aetérnam suam glóriam in Christo Jesu, módicum passos ipse perfíciet, confirmábit solidabítque. Ipsi glória et impérium in saecula saeculórum. Amen.

Lettura dell'Epistola del Beato Pietro Apostolo.
1Petr 5:1-4; 5:10-11.
Carissimi, sacerdote anch'io e teste della Passione di Cristo e chiamato ad aver parte alla futura gloria, io scongiuro i sacerdoti che sono tra voi: Pascete il gregge di Dio, che vi è affidato, governandolo non per forza, ma volentieri per amor di Dio; non per il vil guadagno, ma con animo generoso; non come dominatori delle Chiese, ma come sinceri modelli del gregge; e così, quando apparirà il principe dei pastori, riceverete l'incorruttibile corona della gloria. Il Dio di ogni grazia, il quale ci ha chiamati in Gesù Cristo all'eterna sua gloria, con un po' di patire vi perfezionerà, vi conforterà, vi confermerà. A Lui impero e gloria in eterno. Amen.

GRADUALE
Ps 106:32; 106:31. Exáltent eum in Ecclésia plebis: et in cáthedra seniórum laudent eum. ℣. Confiteántur Dómino misericórdiae ejus; et mirabília ejus fíliis hóminum.

Ps 106:32; 106:31. Lo esaltino nell'assemblea del popolo e lo lodino nel consesso degli anziani. ℣. Ringrazino il Signore per la sua bontà e per i suoi prodigi a favore degli uomini.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Matt 16:18. ℣. Tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Matt 16:18. ℣. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. Alleluia.

«Beato è Costui, dice Sant'Ilario, che è lodato per avere spinto il suo sguardo oltre le cose umane, ed aver veduto, non per considerazione che veniva dalla carne e dal sangue, ma per rivelazione del Padre celeste, il Figlio di Dio; e per essere stato giudicato degno di riconoscere per primo la divinità che è nel Cristo».

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 16:13-19.
In illo témpore: Venit Jesus in partes Caesaréae Philíppi, et interrogábat discípulos suos, dicens: Quem dicunt hómines esse Fílium hóminis? At illi dixérunt: Alii Joánnem Baptístam, alii autem Elíam, alii vero Jeremíam aut unum ex prophétis. Dicit illis Jesus: Vos autem quem me esse dícitis? Respóndens Simon Petrus, dixit: Tu es Christus, Fílius Dei vivi. Respóndens autem Jesus, dixit ei: Beátus es, Simon Bar Jona: quia caro et sanguis non revelávit tibi, sed Pater meus, qui in coelis est. Et ego dico tibi, quia tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam, et portae ínferi non praevalébunt advérsus eam. Et tibi dabo claves regni coelórum. Et quodcúmque ligáveris super terram, erit ligátum et in coelis: et quodcúmque sólveris super terram, erit solútum et in coelis.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 16:13-19.
In quel tempo, Gesù, venuto nella zona di Cesarea di Filippo, interrogava i suoi discepoli: Chi dicono che sia il Figlio dell'uomo? Ed essi risposero: Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri ancora Geremia, o uno dei profeti. Disse loro Gesù: Ma voi, chi dite che io sia? Rispose Simon Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. E Gesù, in risposta, gli disse: Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, poiché non la carne e il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io dico a te che tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. E ti darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato anche nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto anche nei cieli.

Omelia di San Leone, Papa.
Sermone 2, nell'anniversario della sua ascesa, prima di metà.
Come ci riferisce la lettura evangelica, Gesù stesso interrogò i discepoli che cosa pensassero di in mezzo a tanti pareri diversi. E San Pietro rispose: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Allora il Signore gli disse: Beato te, o Simone, figlio di Giona, perché questo non ti è stato rivelato dalla carne o dal sangue, ma dal Padre mio che sta nei cieli. Perciò io ti dico che tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell'inferno non prevarranno mai contro di essa. E a te darò le chiavi del regno dei cieli, e qualunque cosa avrai legata sulla terra, sarà legata anche nei cieli, e qualunque cosa avrai sciolta sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli. L'ordine stabilito da Gesù Cristo rimane ancora; e San Pietro, che ha conservato fino ad oggi la solidità della pietra, non abbandonò mai il governo della Chiesa di cui fu incaricato.
Nella Chiesa intera, infatti, ogni giorno Pietro dice: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente; ed ogni lingua che riconosce il Signore viene istruita col magistero di tale voce. Tale fede sconfigge il diavolo e scioglie i legami di coloro che egli tiene prigionieri. Essa fa entrare nel cielo coloro che ha strappato alla terra e le porte dell'inferno non possono prevalere contro di essa. È stata infatti per potenza divina munita di una tale saldezza che mai la potrà corrompere la malvagità degli eretici né la potrà superare la perfidia dei pagani. Con tali disposizioni dunque, dilettissimi, e con razionale ossequio si celebri la festività odierna: affinché nell'umiltà della mia persona venga riconosciuto e onorato colui, nel quale continua la cura che tutti i pastori hanno nella custodia delle pecore loro affidate e la cui dignità non viene meno per l'indegnità dell'erede.
Mentre dunque rivolgiamo le nostre esortazioni all'orecchio della vostra santità, pensate che vi parli colui, del quale facciamo le veci: sia perché vi esortiamo con lo stesso suo affetto, sia perché nient'altro predichiamo a voi se non quello che egli ha insegnato, scongiurandovi a vivere una vita casta e sobria e timorata di Dio, avendo cinto i fianchi del vostro spirito. Come dice l'Apostolo, siete mia gioia e mia corona, se la vostra fede, che dall'inizio del Vangelo è stata predicata in tutto il mondo, rimarrà nell'amore e nella santità. Infatti anche se è necessario che tutta la Chiesa, che è presente in tutta la terra, fiorisca di ogni virtù; tuttavia è conveniente che vi segnaliate tra gli altri popoli per i meriti della vostra pietà, perché voi, fondati sulla stessa roccia della pietra apostolica, siete stati redenti assieme agli altri dal Signore nostro Gesù Cristo, e siete stati istruiti più di tutti dal beato apostolo Pietro.

Credo

OFFERTORIUM
Jerem 1:9-10. Ecce, dedi verba mea in ore tuo: ecce, constítui te super gentes et super regna, ut evéllas et destruas, et aedífices et plantes.

Jerem 1:9-10. Ecco che le mie parole pongo sulla tua bocca: ecco che io ti prepongo a nazioni e a regni per svellere ed abbattere, per edificare e piantare.

SECRETA
Oblátis munéribus, quaesumus, Dómine, Ecclésiam tuam benígnus illúmina: ut, et gregis tui profíciat ubique succéssus, et grati fiant nómini tuo, te gubernánte, pastóres. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Per i doni che ti offriamo, o Signore, illumina benigno la tua Chiesa, affinché ovunque il tuo gregge progredisca e, docili alla tua guida, i pastori siano graditi al tuo nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.

Obláta, Dómine, múnera, nova Unigéniti tui Nativitáte sanctífica: nosque a peccatórum nostrórum máculis emúnda. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Santifica, o Signore, con la nuova nascita del tuo Unigenito, i doni offerti, e purificaci dalle macchie dei nostri peccati. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un nuovo raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio, per esso veniamo rapiti all'amore delle cose invisibili. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE NATIVITATE DOMINI
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo beátae Maríae intemeráta virgínitas huic mundo édidit Salvatórem: sed et memóriam venerántes, in primis ejúsdem gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in una stessa comunione, celebriamo il giorno santissimo nel quale l'intemerata verginità della beata Maria diede a questo mondo il Salvatore; e veneriamo anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Matt 16:18. Tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam.

Matt 16:18. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refectióne sancta enutrítam gubérna, quaesumus, Dómine, tuam placátus Ecclésiam: ut, poténti moderatióne dirécta, et increménta libertátis accípiat et in religiónis integritáte persístat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Guida benevolmente, o Signore, la tua Chiesa, nutrita con questo santo ristoro: diretta dal tuo potente governo, essa goda di una crescente libertà e mantenga integra la sua fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.

Orémus.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus: ut natus hódie Salvátor mundi, sicut divínae nobis generatiónis est auctor; ita et immortalitátis sit ipse largítor: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Fa', Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che il Salvatore del mondo, oggi nato, come è l'autore della nostra divina rigenerazione, così ci sia anche datore dell'immortalità. Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

domenica 30 dicembre 2018

Messa infra l'Ottava del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo

Semidoppio.
Paramenti bianchi.

La Santa Chiesa per otto giorni medita sul grande mistero d'amore del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo. Dio Figlio, il Verbo eterno per cui fu fatto il mondo, ha assunto la natura umana, si è fatto bambino nel seno purissimo di Maria Santissima ed è nato in una povera stalla. Tutto per la nostra Redenzione, per liberarci dal giogo mortale del peccato originale. Da ciò impariamo che Dio non è lontano né è un concetto astratto: Egli si è rivelato a noi e si è rivelato tangibilmente nella materia, nella carne. Apprendiamo inoltre quali debbano essere le virtù del Cristiano: umiltà, modestia, purezza, obbedienza, mortificazione.
(Cfr. Durante l'Ottava della Natività del Signore, blog Sardinia Tridentina)

Sermone di San Leone, Papa.
Sermone 6 sulla Natività del Signore.
Certo, in tutti i giorni e i tempi, o dilettissimi, dev'essere oggetto di meditazione per i fedeli la nascita divina del Signore e Salvator nostro, frutto di una Vergine Madre, affinché l'anima sollevata a considerare il suo autore, s'occupi (di esso mistero) sia col gemito della supplica, sia coll'esultanza della lode, sia coll'offerta del sacrificio, e il suo sguardo spirituale niente consideri di più frequente e con fede più viva che il fatto che Dio medesimo, il Figlio di Dio, generato dal Padre e a lui coeterno, è tuttavia venuto al mondo in una natura umana. Ma questa natività degna delle adorazioni del cielo e della terra, nessun giorno più dell'odierno ce la ricorda, e questa nuova luce, che splende anche negli elementi, si manifesta ai nostri sensi, e fa penetrare in noi il fulgore dell'ammirabile mistero. Poiché non solo ci richiama alla memoria, ma quasi ci mette dinanzi il colloquio stupendo dell'Angelo Gabriele con Maria, e il concepimento per virtù dello Spirito Santo così meraviglioso, sia per la promessa che l'annunzia sia per l'assenso prestato.
Oggi infatti l'autore del mondo nacque da una vergine, e il creatore dell'universo divenne figlio di colei ch'egli aveva creato. Oggi il Verbo di Dio apparve rivestito di carne, e colui che gli occhi umani non avevano mai visto, cominciò a rendersi visibile e anche palpabile. Oggi i pastori appresero da voci angeliche che il Salvatore era nato con un corpo e un'anima simile alla nostra, e oggi ai prelati preposti al gregge del Signore fu data una norma d'annunziare la buona novella; affinché anche noi diciamo con l'esercito della milizia celeste: Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà (Luc 2:14).
Quindi la stessa grandezza e lo splendore del beneficio concesso esige da noi degni omaggi. E perciò, come insegna il beato Apostolo, noi non abbiamo ricevuto lo spirito di questo mondo, ma lo spirito di Dio (2Cor 2:12), affinché conosciamo il dono che Dio ci ha fatto; il quale certo non può onorarsi meglio che offrendogli ciò che lui stesso ha dato. E che altro di più acconcio possiamo trovare nel tesoro della liberalità del Signore per onorare la presente solennità, che la pace annunziata per prima nella natività del Signore da un concerto angelico? Infatti è essa che genera i figli di Dio, che nutrisce la carità, che conserva l'unità, essa il riposo dei beati e il soggiorno dell'eternità; effetto proprio e speciale della quale è di unire a Dio quelli ch'essa ha separati dal mondo.




INTROITUS
Is 9:6. Puer natus est nobis, et fílius datus est nobis: cujus impérium super húmerum ejus: et vocábitur nomen ejus magni consílii Angelus. Ps 97:1. Cantáte Dómino cánticum novum, quia mirabília fecit. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Puer natus est nobis, et fílius datus est nobis: cujus impérium super húmerum ejus: et vocábitur nomen ejus magni consílii Angelus.

Is 9:6. Ci è nato un Bambino e ci è stato dato un Figlio, il cui impero poggia sugli òmeri suoi: il suo nome sarà Angelo del buon consiglio. Ps 97:1. Cantate al Signore un cantico nuovo: poiché ha fatto cose mirabili. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Ci è nato un Bambino e ci è stato dato un Figlio, il cui impero poggia sugli òmeri suoi: il suo nome sarà Angelo del buon consiglio.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Concéde, quaesumus, omnípotens Deus: ut nos Unigéniti tui nova per carnem Natívitas líberet; quos sub peccáti jugo vetústa sérvitus tenet. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che la nuova nascita secondo la carne del tuo Unigenito, liberi noi, che l'antica schiavitù tiene sotto il gioco del peccato. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolae Beati Pauli Apóstoli ad Titum.
Tit 3:4-7.
Caríssime: Appáruit benígnitas et humánitas Salvatóris nostri Dei: non ex opéribus justítiae, quae fécimus nos, sed secúndum suam misericórdiam salvos nos fecit per lavácrum regeneratiónis et renovatiónis Spíritus Sancti, quem effúdit in nos abúnde per Jesum Christum, Salvatorem nostrum: ut, justificáti grátia ipsíus, herédes simus secúndum spem vitae aetérnae: in Christo Jesu, Dómino nostro.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo a Tito.
Tit 3:4-7.
Carissimo, è apparsa la bontà e l'umanità del Salvatore, nostro Dio; Egli ci salvò non già in ragione delle opere di giustizia fatte da noi, ma per la Sua misericordia, col lavacro di rigenerazione e di rinnovamento dello Spirito Santo, diffuso largamente su di noi per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore: affinché, giustificati per la Sua grazia, divenissimo eredi, in speranza, della vita eterna: in Cristo Gesù, Signore nostro.

GRADUALE
Ps 97:3; 97:2. Vidérunt omnes fines terrae salutare Dei nostri: jubiláte Deo, omnis terra. ℣. Notum fecit Dominus salutare suum: ante conspéctum géntium revelávit justitiam suam.

Ps 97:3; 97:2. Tutti i confini della terra videro la salvezza del nostro Dio: tutta la terra acclami a Dio. ℣. Il Signore ci fece conoscere la sua salvezza: agli occhi delle genti rivelò la sua giustizia.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. ℣. Dies sanctificátus illúxit nobis: veníte, gentes, et adoráte Dóminum: quia hódie descéndit lux magna super terram. Allelúja.

Alleluia, alleluia. ℣. Un giorno sacro ci ha illuminati: venite, genti, e adorate il Signore: perché oggi discende gran luce sopra la terra. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 2:15-20.
In illo témpore: Pastóres loquebántur ad ínvicem: Transeámus usque Béthlehem, et videámus hoc verbum, quod factum est, quod Dóminus osténdit nobis. Et venérunt festinántes: et invenérunt Maríam et Joseph, et Infántem pósitum in praesépio. Vidéntes autem cognovérunt de verbo, quod dictum erat illis de Púero hoc. Et omnes, qui audiérunt, miráti sunt: et de his, quae dicta erant a pastóribus ad ipsos. María autem conservábat ómnia verba haec, cónferens in corde suo. Et revérsi sunt pastóres, glorificántes et laudántes Deum in ómnibus, quae audíerant et víderant, sicut dictum est ad illos.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 2:15-20.
In quel tempo, i pastori presero a dire tra loro: Andiamo sino a Betlemme a vedere quello che è accaduto, come il Signore ci ha reso noto. E andati con prontezza, trovarono Maria, e Giuseppe, e il bambino giacente nella mangiatoia. Dopo aver visto, raccontarono quanto era stato detto loro di quel bambino. Coloro che li udirono rimasero meravigliati di ciò che i pastori avevano detto. Intanto Maria riteneva tutte queste cose, meditandole in cuor suo. E i pastori se ne ritornarono glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e veduto, come era stato loro detto.

Omelia di Sant'Ambrogio, Vescovo.
Libro 2 al cap. 2 di Luca, circa la metà.
Vedi come i pastori si affrettano; Cristo invero deve cercarsi sempre con ardore. Vedi come i pastori credettero all'Angelo: e tu non vuoi credere al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo, agli Angeli, ai Profeti e agli Apostoli? Osserva con quale cura la Scrittura scelga e pesi le singole parole. Si affrettano, dice, di andare a vedere il Verbo (Luc 2:15). Dacché quando si vede la carne del Signore, si vede il Verbo, cioè il Figlio.
La bassa condizione dei pastori non ti faccia disdegnare il grande esempio di fede che ti danno. Certo più (la loro storia) apparisce vile alla sapienza umana, più essa è preziosa agli occhi della fede. Il Signore non ha chiamato prima delle scuole di filosofia, piene di sapienti, ma un popolo semplice, il quale non sapesse né travisare le cose udite né imbellettarle. La semplicità infatti si domanda, non si cerca l'ambizione.
Non pensar di poter sprezzare come vili le parole dei pastori. Dai pastori invero Maria raccoglie le parole per nutrire la (sua) fede, dai pastori è raccolto il popolo per glorificare Dio. E quanti ne sentirono parlare, stupirono delle cose riferite loro dai pastori. Maria poi conservava con cura tutte queste cose, meditandole in cuor suo (Luc 2:19). Impariamo da ciò la castità in tutto della santa Vergine, la quale non meno riservata nelle parole che (modesta) nell'esteriore, meditava in cuor suo le prove della fede.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 88:12; 88:15. Tui sunt coeli et tua est terra: orbem terrárum et plenitúdinem ejus tu fundásti: justítia et judícium praeparátio sedis tuae.

Ps 88:12; 88:15. Tuoi sono i cieli, e tua è la terra: tu hai fondato il mondo e quanto vi si contiene: giustizia ed equità sono le basi del tuo trono.

SECRETA
Obláta, Dómine, múnera, nova Unigéniti tui Nativitáte sanctífica: nosque a peccatórum nostrórum máculis emúnda. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Santifica, o Signore, con la nuova nascita del tuo Unigenito, i doni offerti, e purificaci dalle macchie dei nostri peccati. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un nuovo raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio, per esso veniamo rapiti all'amore delle cose invisibili. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE NATIVITATE DOMINI
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo beátae Maríae intemeráta virgínitas huic mundo édidit Salvatórem: sed et memóriam venerántes, in primis ejúsdem gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in una stessa comunione, celebriamo il giorno santissimo nel quale l'intemerata verginità della beata Maria diede a questo mondo il Salvatore; e veneriamo anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Ps 97:3. Vidérunt omnes fines terrae salutáre Dei nostri.

Ps 97:3. Tutti i confini della terra hanno visto la salvezza del nostro Dio.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus: ut natus hódie Salvátor mundi, sicut divínae nobis generatiónis est auctor; ita et immortalitátis sit ipse largítor: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Fa', Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che il Salvatore del mondo, oggi nato, come è l'autore della nostra divina rigenerazione, così ci sia anche datore dell'immortalità. Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.