domenica 2 dicembre 2018

Santa Bibiana, Vergine e Martire

Semidoppio.
Paramenti rossi.

Bibiana, vergine romana, nata da nobile famiglia tra il 347-352, fu più nobile ancora per la fede cristiana. Infatti suo padre Flaviano, ch'era stato prefetto sotto Giuliano Apostata, empissimo tiranno, si vide segnato col marchio degli schiavi e deportato ad Acquas Taurinas, dove morì martire. Sua madre Dafrosa fu prima rinchiusa in casa colle figlie perché vi morissero di fame; poi, la madre fu relegata fuori di Roma e decapitata. Morti poi i pii genitori, Bibiana insieme colla sua sorella Demetria è spogliata di tutti i beni; Aproniano, pretore della Città, avido di denaro, perseguita le due sorelle, le quali, destituite affatto d'ogni soccorso umano, sono mirabilmente nutrite da Dio che dà cibo ai famelici, sì che il persecutore rimane grandemente stupito al vederle ancora più forti e floride.
Nondimeno Aproniano cerca di persuaderle di onorare gli dèi dei Gentili, promettendo loro la restituzione delle ricchezze perdute, il favore dell'imperatore e distintissime nozze. Che se avranno fatto diversamente, le minaccia della prigione, delle verghe, della scure. Ma quelle, né colle carezze né colle minacce scosse dalla vera Fede, disposte piuttosto a morire che macchiarsi delle superstizioni pagane, respingono con sdegno e costanza l'empie profferte del pretore. Perciò Demetria, caduta all'improvviso sotto gli occhi di Bibiana, si addormentò nel Signore. Bibiana fu affidata a una donna scaltrissima, Rufina, perché cercasse di sedurla; ma ella istruita fin dall'infanzia a custodire la legge cristiana e illibato il fiore della verginità, superando se stessa, trionfò delle insidie della donna e deluse la perfidia del pretore.
Così Rufina non riuscendo a smuoverla dal suo santo proposito né colle scaltre parole né colle battiture onde la caricava tutti i giorni, deluso il pretore nelle sue speranze, acceso di rabbia perché perdeva tempo in Bibiana, comanda ai littori di spogliarla, di attaccarla colle mani legate a una colonna, e di batterla con sferze guernite di piombo finché rese l'anima: era tra il 361-363. Il suo santo corpo, gettato ai cani, restò due giorni sulla piazza del Toro, ma, divinamente preservato, restò intatto; il prete Giovanni poi lo seppellì di notte accanto alla tomba della madre e della sorella presso il ninfeo del palazzo di Licinio Gallieno, sull’Esquilino, dove si vede ancora al presente una chiesa dedicata a Dio sotto il nome di santa Bibiana, eretta da papa Simplicio (468-483), e che papa Urbano VIII (1623-1644) restaurò dopo essersi ritrovati i corpi delle sante Bibiana, Demetria e Dafrosa, ch'egli ripose sotto l'altar maggiore, su cui si può ancor oggi ammirare una statua della santa, che è una delle migliori e più graziose opere di gioventù di Gian Lorenzo Bernini.


Gian Lorenzo Bernini, Santa Bibiana, Chiesa di Santa Bibiana, Roma (Lazio), 1624-1626.


Le Vergini hanno riposta la loro speranza in Dio e sono state liberate dai peccatori che cercavano di perderle ad ogni costo.

INTROITUS
Ps 118:95-96. Me exspectavérunt peccatóres, ut pérderent me: testimónia tua, Dómine, intelléxi: omnis consummatiónis vidi finem: latum mandátum tuum nimis. Ps 118:1. Beáti immaculáti in via: qui ámbulant in lege Dómini. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Me exspectavérunt peccatóres, ut pérderent me: testimónia tua, Dómine, intelléxi: omnis consummatiónis vidi finem: latum mandátum tuum nimis.

Ps 118:95-96. I peccatori mi aspettarono al varco per rovinarmi; io però attendevo ai tuoi insegnamenti: ho veduto un limite ad ogni cosa perfetta, ma non alla tua legge. Ps 118:1. Beati gli uomini di condotta integra, che procedono secondo la legge del Signore. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. I peccatori mi aspettarono al varco per rovinarmi; io però attendevo ai tuoi insegnamenti: ho veduto un limite ad ogni cosa perfetta, ma non alla tua legge.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, ómnium largítor bonórum, qui in fámula tua Bibiána cum virginitátis flore martýrii palmam conjunxísti: mentes nostras ejus intercessióne tibi caritáte conjúnge; ut, amótis perículis, praemia consequámur aetérna. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Dio, datore di ogni bene, che nella tua serva Bibiana al fiore della verginità hai unito la palma del martirio, in grazia di lei, stringi a te le nostre anime con la carità; affinché, rimossi i pericoli, conseguiamo i premi eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Nell'Avvento si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente.

LECTIO
Léctio libri Sapiéntiae.
Eccli 51:13-17.
Dómine, Deus meus, exaltásti super terram habitatiónem meam, et pro morte defluénte deprecáta sum. Invocávi Dóminum, Patrem Dómini mei, ut non derelínquat me in die tribulatiónis meæ, et in témpore superbórum sine adjutório. Laudábo nomen tuum assídue, et collaudábo illud in confessióne, et exaudíta est orátio mea. Et liberásti me de perditióne, et eripuísti me de témpore iníquo. Proptérea confitébor et laudem dicam tibi, Dómine, Deus noster.

Lettura del libro della Sapienza.
Eccli 51:13-17.
Hai innalzato, Signore Iddio mio, la mia casa sopra la terra e pregai perché tu mi scampassi dalla morte che tutto scioglie. Invocai il Signore, Padre del mio Signore, perché non mi abbandonasse senza difesa nel giorno della mia tribolazione sotto la dominazione dei superbi. Loderò sempre il tuo nome e continuamente lo celebrerò con rendimenti di grazie. Fu esaudita la mia supplica: tu mi liberasti infatti dalla perdizione e mi strappasti da una cattiva situazione. Per questo ti ringrazierò e ti loderò, Signore Iddio nostro.

GRADUALE
Ps 45:6; 45:5. Adjuvábit eam Deus vultu suo: Deus in médio ejus, non commovébitur. ℣. Flúminis ímpetus laetíficat civitátem Dei: sanctificávit tabernáculum suum Altíssimus.

Ps 45:6; 45:5. Dio la soccorrerà col suo sguardo: Dio sta in mezzo a lei, essa non sarà scossa. ℣. L'impeto di un fiume rallegra la città di Dio, l'Altissimo ha santificato il suo tabernacolo.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. ℣. Hæc est virgo sápiens, et una de número prudéntum. Allelúja.

Alleluia, alleluia. ℣. Questa è una vergine sapiente, una del novero delle prudenti. Alleluia.

La Chiesa applica oggi due parabole alle Vergini Martiri. Il tesoro e la perla preziosa di cui parla il Vangelo, sono il regno dei cieli, che le Vergini hanno acquistato, sacrificando tutti i loro beni, e custodito gelosamente.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 13:44-52.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis parábolam hanc: Símile est regnum coelórum thesáuro abscóndito in agro: quem qui invénit homo, abscóndit, et prae gáudio illíus vadit, et vendit univérsa, quae habet, et emit agrum illum. Iterum símile est regnum coelórum hómini negotiatóri, quaerénti bonas margarítas. Invénta autem una pretiósa margaríta, ábiit, et véndidit ómnia, quae hábuit, et emit eam. Iterum símile est regnum coelórum sagénae, missae in mare et ex omni génere píscium congregánti. Quam, cum impléta esset, educéntes, et secus littus sedéntes, elegérunt bonos in vasa, malos autem foras misérunt. Sic erit in consummatióne saeculi: exíbunt Angeli, et separábunt malos de médio justórum, et mittent eos in camínum ignis: ibi erit fletus et stridor déntium. Intellexístis haec ómnia? Dicunt ei: Etiam. Ait illis: Ideo omnis scriba doctus in regno coelórum símilis est hómini patrifamílias, qui profert de thesáuro suo nova et vétera.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 13:44-52.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose? Gli risposero: Sì. Ed egli disse loro: Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche.

Omelia di San Gregorio, Papa.
Omelia 11 sui Vangeli.
Il regno dei cieli, fratelli carissimi, si dice simile a cose terrene, affinché l'anima si elevi da ciò che conosce a ciò che non conosce affatto, così che dall'esempio delle cose visibili si sollevi alle invisibili, e come incitata da ciò che ha appreso, s'infiammi a tal punto da imparare ad amare, per mezzo dell'affetto per un bene conosciuto, anche beni sconosciuti. Ecco dunque che il regno dei cieli si paragona ad un tesoro nascosto in un campo. L'uomo che l'ha trovato, lo tiene nascosto e, per la gioia di possederlo, va a vendere tutto ciò che possiede e compra quel campo.
Ed in ciò si deve anche notare che il tesoro trovato viene nascosto perché sia conservato: poiché non riuscirà a difendere dagli spiriti maligni l'ardore del desiderio che sente per il cielo, colui che non lo sottrae alle umane lodi. Infatti nella vita presente ci troviamo come in una via, lungo la quale ci dirigiamo alla patria. Gli spiriti maligni ci tendono insidie lungo la strada, come ladruncoli. Portare dunque pubblicamente un tesoro per via è come desiderare di essere derubati. Ora io dico questo, non perché il prossimo non veda le nostre opere buone, poiché sta scritto: Vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli; ma perché non cerchiamo lodi dall'esterno per quello che facciamo. L'opera quindi sia pure pubblica, ma rimanga occulta l'intenzione; affinché noi possiamo dare al prossimo l'esempio di un'opera buona, e tuttavia con l'intenzione, per la quale cerchiamo di piacere soltanto a Dio, desideriamo sempre il segreto.
Il tesoro è il desiderio del cielo, e il campo, nel quale è nascosto, è una vita degna del cielo. Vende subito ogni cosa per comperare questo campo chi, rinunziando ai piaceri della carne, con pratica esatta di questa vita di cielo, calpesta tutti i suoi desideri terreni, così che nulla più gli piaccia di ciò che solletica la carne, e il suo spirito non tema nulla di ciò che distrugge la vita carnale.

OFFERTORIUM
Ps 44:3. Diffúsa est grátia in lábiis tuis: proptérea benedíxit te Deus in aetérnum, et in saeculum saeculi.

Ps 44:3. Sulle tue labbra è diffusa la grazia: per questo Dio ti ha benedetto per sempre.

SECRETA
Hóstias tibi, Dómine, beátae Bibiánae Vírginis et Martyris tuae dicátas méritis, benígnus assúme: et ad perpétuum nobis tríbue proveníre subsídium. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, accetta benigno i doni che ti offriamo in onore della beata Bibiana vergine e martire, e fa' che ci siano di perpetuo aiuto. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Nell'Avvento si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Ps 118:121; 118:122;118:128. Feci judícium et justítiam, Dómine, non calumniéntur mihi supérbi: ad ómnia mandáta tua dirigébar, omnem viam iniquitátis ódio hábui.

Ps 118:121; 118:122;118:128.  Ho agito secondo diritto e giustizia, o Signore: non mi calunnino i superbi. Per questo ho tenuto cari i tuoi precetti ed ebbi in odio ogni via di menzogna.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Divíni múneris largitáte satiáti, quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, intercedénte beáta Bibiána Vírgine et Mártyre tua, in ejus semper participatióne vivámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Nutriti dall'abbondanza del dono divino, ti preghiamo, o Signore nostro Dio, per l'intercessione della tua santa vergine e martire Bibiana, di farci vivere sempre in questa comunione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Nell'Avvento si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente.