mercoledì 19 dicembre 2018

Mercoledì delle Quattro Tempora di Avvento

Stazione a Santa Maria Maggiore.
Semidoppio.
Paramenti violacei.

Fin dal V secolo la Santa Chiesa ha santificato definitivamente le quattro stagioni dell'anno, con l'istituzione di quattro serie di giorni, dette Quattro Tempora. Però solo nel XII secolo papa San Gregorio VII le fissò nei giorni in cui ora le celebriamo. Le Tempora comprendono tre giorni di digiuno, mercoledì, venerdì e sabato, per consacrare a Dio i diversi periodi dell'agricoltura e in preparazione delle Sacre Ordinazioni. La loro importanza era molto grande nella Santa Chiesa primitiva. Sono state pure ben stabilite le singole Stazioni: il mercoledì a Santa Maria Maggiore; il venerdì ai Santi Dodici Apostoli; il sabato a San Pietro. I giorni di Sabato sono i più importanti.
L'Evangelium del Mercoledì delle Quattro Tempora di Avvento è quello dell'Annunciazione, di cui la prima parola «Missus» serve a designare, tra il popolo cristiano, la Santa Messa di questo giorno, alla quale specialmente i viaggiatori amavano intervenire. Ricorda la missione dell'Arcangelo Gabriele presso Maria Santissima, per annunciarle che doveva divenire la Madre di Dio. «Non la bocca d'un uomo, ma quella d'un Angelo doveva annunciare il mistero di una tal nascita. Oggi, per la prima volta, si sente dire: Lo Spirito Santo verrà sopra di te. Si sente e si crede. Ecco - dice Maria Santissima - la serva del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola» (III Lezione del Mattutino). Da sette secoli già Isaia aveva annunciato questa maternità verginale (Epistola, Communio).
Ci sono rapporti antichissimi nella liturgia, tra l'Annunciazione e l'Avvento. Questo primo dei misteri gaudiosi della Beata Vergine Maria è adattato allo spirito di gioia che caratterizza l'Avvento nel quale si attende «il Signore che è vicino» (II Graduale) e che dopo essere venuto nell'umiltà, nelle più grandi pene per salvarci (Oratio), tornerà «come Re pieno di gloria» (I Graduale) per punire i suoi nemici e liberarcene per sempre (Offertorium).
La Stazione si tiene nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove si conservano le reliquie della mangiatoia.


Jacopo Torriti, Annunciazione, Abside della Basilica di Santa Maria Maggiore, Roma (Lazio), 1296.


INTROITUS
Is 45:8. Roráte, coeli, désuper, et nubes pluant justum: aperiátur terra, et gérminet Salvatórem. Ps 18:2. Coeli enárrant glóriam Dei: et ópera mánuum ejus annúntiat firmaméntum. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Roráte, coeli, désuper, et nubes pluant justum: aperiátur terra, et gérminet Salvatórem.

Is 45:8. Stillate, cieli, dall'alto la vostra rugiada e piovano il Giusto le nubi: si apra la terra e germogli il Salvatore. Ps 18:2. I cieli narrano la gloria di Dio ed il firmamento annunzia l'opera delle sue mani. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Stillate, cieli, dall'alto la vostra rugiada e piovano il Giusto le nubi: si apra la terra e germogli il Salvatore.

Dopo il Kyrie, eleison, si dice immediatamente:

ORATIO
Orémus.
℣. Flectámus génua.
℞. Leváte.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus: ut redemptiónis nostrae ventúra solémnitas et praeséntis nobis vitae subsídia cónferat, et aetérnae beatitúdinis praemia largiátur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
℣. Flettiamo le ginocchia.
℞. Alzatevi.
Concedi, o Signore, te ne preghiamo, che la prossima solennità della nostra redenzione, ci porti aiuto per la vita presente e ci dia il premio della beatitudine eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Isaíae Prophétae.
Is 2:2-5.
In diébus illis: Dixit Isaias Prophéta: Erit in novíssimis diébus praeparátus mons domus Dómini in vértice móntium, et elevábitur super colles, et fluent ad eum omnes gentes. Et ibunt pópuli multi, et dicent: Veníte et ascendámus ad montem Dómini, et ad domum Dei Jacob, et docébit nos vias suas, et ambulábimus in sémitis ejus: quia de Sion exíbit lex, et verbum Dómini de Jerúsalem. Et judicábit gentes, et árguet pópulos multos: et conflábunt gládios suos in vómeres, et lánceas suas in falces. Non levábit gens contra gentem gládium: nec exercebúntur ultra ad praelium. Domus Jacob, veníte, et ambulémus in lúmine Dómini, Dei nostri.

Lettura del Profeta Isaia.
Is 2:2-5.
Allora così disse il Profeta Isaia: Negli ultimi giorni il monte della casa del Signore sarà fondato sopra le cime dei monti, s'innalzerà sopra le colline, e vi accorreranno tutte le genti. Vi andranno molti popoli, e diranno: Venite, saliamo al monte del Signore, alla casa del Dio di Giacobbe: Egli c'insegnerà le sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri; ché da Sion verrà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli giudicherà le genti e detterà le sue leggi alle moltitudini; ed essi trasformeranno le loro spade in vomeri, e le loro lance in falci. Una nazione non alzerà più la spada contro l'altra; non impareranno più a far la guerra. Casa di Giacobbe, venite: camminiamo nella luce del Signore.

GRADUALE
Ps 23:7; 23:3; 23:4. Tóllite portas, principes, vestras: et elevámini, portae aeternáles: et introíbit Rex glóriae. ℣. Quis ascéndet in montem Dómini? aut quis stabit in loco sancto ejus ? Innocens mánibus et mundo corde.

Ps 23:7; 23:3; 23:4. O principi, aprite le vostre porte, sollevatevi, o porte perenni: ed entrerà il Re della gloria! ℣. Chi salirà il monte del Signore? o chi starà nel suo luogo santo? Colui che è innocente di mani e puro di cuore.

ORATIO
Orémus.
Festína, quaesumus, Dómine, ne tardáveris, et auxílium nobis supérnae virtútis impénde: ut advéntus tui consolatiónibus sublevéntur, qui in tua pietáte confídunt: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Signore, affrettati, te ne preghiamo: non tardare oltre e concedici l'aiuto della tua onnipotenza, affinché dalla consolazione della tua venuta, siano sollevati quanti confidano in te: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Lectio Isaíae Prophétae.
Is 7:10-15.
In diébus illis: Locútus est Dóminus ad Achaz, dicens: Pete tibi signum a Dómino, Deo tuo, in profúndum inférni, sive in excélsum supra. Et dixit Achaz: Non petam et non tentábo Dóminum. Et dixit: Audíte ergo, domus David: Numquid parum vobis est, moléstos esse homínibus, quia molesti estis et Deo meo? Propter hoc dabit Dóminus ipse vobis signum. Ecce, Virgo concípiet et páriet fílium, et vocábitur nomen ejus Emmánuel. Butýrum et mel cómedet, ut sciat reprobare malum et elígere bonum.

Lettura del Profeta Isaia.
Is 7:10-15.
In quei giorni, il Signore parlò ad Achaz, dicendo: Chiedi per te un segno al Signore tuo Dio, o nella profondità dell'abisso, o nell'alto dei cieli. E rispose Achaz: Non lo chiederò: non tenterò il Signore. E Isaia disse: Ascoltate, dunque, casa di Davide: non vi basta stancare gli uomini, che stancate anche il mio Dio? Per questo, il Signore stesso darà a voi un segno. Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un figlio, e sarà chiamato Emmanuele. Panna e miele egli mangerà, fino a che non sappia riprovare il male e scegliere il bene.

GRADUALE
Ps 144:18; 144:21. Prope est Dóminus ómnibus invocántibus eum: ómnibus qui ínvocant eum in veritáte. ℣. Laudem Dómini loquétur os meum: et benedícat omnis caro nomen sanctum ejus.

Ps 144:18; 144:21. Dio è vicino a tutti quelli che lo chiamano, a chiunque lo chiama in verità. ℣. La mia bocca dica la lode del Signore, e ogni carne benedica il suo santo nome.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 1:26-38.
In illo tempore: Missus est Angelus Gábriel a Deo in civitatem Galilaeae, cui nomen Názareth, ad Vírginem desponsátam viro, cui nomen erat Joseph, de domo David, et nomen Vírginis María. Et ingréssus Angelus ad eam, dixit: Ave, grátia plena; Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus. Quae cum audísset, turbáta est in sermóne ejus: et cogitábat, qualis esset ista salutátio. Et ait Angelus ei: Ne tímeas, María, invenísti enim grátiam apud Deum: ecce, concípies in útero, et páries fílium, et vocábis nomen ejus Jesum. Hic erit magnus, et Fílius Altíssimi vocábitur, et dabit illi Dóminus Deus sedem David, patris ejus: et regnábit in domo Jacob in aetérnum, et regni ejus non erit finis. Dixit autem María ad Angelum: Quómodo fiet istud, quóniam virum non cognósco? Et respóndens Angelus, dixit ei: Spíritus Sanctus supervéniet in te, et virtus Altíssimi obumbrábit tibi. Ideóque et quod nascétur ex te Sanctum, vocábitur Fílius Dei. Et ecce, Elísabeth, cognáta tua, et ipsa concépit fílium in senectúte sua: et hic mensis sextus est illi, quae vocátur stérilis: quia non erit impossíbile apud Deum omne verbum. Dixit autem María: Ecce ancílla Dómini, fiat mihi secúndum verbum tuum.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 1:26-38.
In quel tempo, l'Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una Vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La Vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: Ave, o piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu fra le donne. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'Angelo le disse: Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figliuolo, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figliuolo dell'Altissimo; il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine. Allora Maria disse all'Angelo: Come è possibile? Non conosco uomo. Le rispose l'Angelo: Lo Spirito Santo scenderà in te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque Santo e chiamato Figliuolo di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figliuolo e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio. Allora Maria disse: Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto.

Omelia di Sant'Ambrogio, Vescovo.
Libro 2 su Luca.
Certo, sono occulti i misteri divini, né è facile a nessun uomo, secondo il detto d'un profeta (Is 40), di conoscere il disegno di Dio. Tuttavia dagli altri fatti e istruzioni del Signore Salvatore, possiamo comprendere essere stato per un disegno particolare che venne scelta, per dare al mondo il Signore, una che fosse sposata ad un uomo. Ma perché non divenne madre prima d'essere sposata? Forse affinché non si dicesse che era diventata madre mediante adulterio.
E l'Angelo entrato da lei (Luc 1:28). Riconosci la vergine dagli atti, riconosci la vergine dalla modestia, riconoscila dall'oracolo (annunziatole), riconoscila dal mistero (che si opera in lei). È proprio delle vergini tremare, spaventarsi all'approssimarsi di un uomo, temere ogni discorso di uomo. Imparino le donne ad imitare questo esempio di pudore. Ella vive sola nell'interno della casa, dove nessun uomo può vederla, solo un Angelo la scopre: sola senza compagnia, sola senza testimonio, perché non venisse guasta da alcun profano colloquio, è salutata dall'Angelo.
Dacché non dalla bocca di un uomo, ma di un Angelo doveva essere annunziato il mistero di tanta missione. Quest'oggi per la prima volta s'è udito: Lo Spirito Santo scenderà in te (Luc 1:38). Ed è udito e creduto. Infine: Ecco, ella dice, l'ancella del Signore: mi avvenga secondo quello che hai detto. Ammira l'umiltà, ammira l'abnegazione. Si chiama ancella del Signore, lei che è scelta ad essere sua madre, né s'inorgoglisce a sì inattesa promessa.

OFFERTORIUM
Is 35:4. Confortámini, et jam nolite timére: ecce enim, Deus noster retríbuet judícium: ipse véniet, et salvos nos fáciet.

Is 35:4. Fatevi coraggio, e non abbiate più timore; ecco che il nostro Dio farà giustizia: Egli verrà e ci salverà.

SECRETA
Accépta tibi sint, quaesumus, Dómine, nostra jejúnia: quae et expiándo nos tua grátia dignos effíciant, et ad sempiterna promíssa perdúcant. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, ti siano accetti i nostri digiuni, e, espiando i peccati, ci rendano degni della tua grazia e ci facciano conseguire le promesse eterne. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Is 7:14. Ecce, Virgo concípiet et páriet fílium: et vocábitur nomen ejus Emmánuel.

Is 7:14. Ecco, la Vergine concepirà e darà alla luce un figlio, che sarà chiamato Emmanuele.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Salutáris tui, Dómine, munere satiáti, súpplices deprecámur: ut, cujus laetámur gustu, renovémur efféctu. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore, saziati del tuo salutare dono, ti supplichiamo che il mistero, della cui soavità ci siamo rallegrati, ci rinnovi con la sua efficacia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.