mercoledì 26 dicembre 2018

Santo Stefano, Protomartire

Stazione a Santo Stefano al Celio.
Doppio di II classe con Ottava semplice.
Paramenti rossi.

La Santa Chiesa era ancora ai suoi primordi quando Santo Stefano, conosciuto per le sue virtù, ricevette dagli Apostoli la missione di organizzare il pasto comune destinato ai poveri. Egli fece «tali prodigi e sì grandi miracoli» (Epistola) che alcuni Giudei di cinque diverse sinagoghe, se ne preoccuparono e lo citarono avanti al Sinedrio (Introitus). Nostro Signore Gesù Cristo aveva rimproverato ai Giudei «d'aver ucciso e lapidato i Profeti» (Evangelium). Santo Stefano, a sua volta, rivolgendosi ai Giudici dichiara loro che, crocifiggendo il Cristo, essi si sono mostrati degni dei loro padri, che hanno messo a morte gli inviati di Dio. Il Santo diacono leva allora gli occhi al cielo e dice: «Vedo il Figlio dell'Uomo stare alla destra di Dio» (Communio). Bella testimonianza della divinità di questo Bambino che veneriamo nel presepio! Sentendo queste parole i Giudei, compiendo ancora una volta la profezia del Divin Maestro (Evangelium), si precipitarono tutti insieme sopra Santo Stefano e «lo lapidarono» mentre egli, in ginocchio, «offriva la sua anima a Gesù» (Communio) e perdonava ai suoi uccisori (Oratio, Communio).
Santo Stefano è il primo testimonio di Nostro Signore Gesù Cristo; è dunque giusto che venga primo nel glorioso corteo dei Santi, che circondano la culla del Salvatore.
Secondo l'esempio di Santo Stefano la carità ci faccia «amare anche quelli che ci fanno del male» (Oratio) e siamo pronti, come lui, a restituire a Nostro Signore Gesù Cristo, vita per vita.

Sermone di San Fulgenzio, Vescovo.
Sermone 3 su Santo Stefano, circa il principio.
Ieri abbiam celebrato la nascita temporale del nostro Re sempiterno; oggi celebriamo la passione trionfale d'un soldato. Infatti ieri il nostro Re rivestito della nostra carne, uscendo dall'aula di un seno verginale, si degnò di visitare il mondo; oggi un soldato, uscendo dall'abitazione del suo corpo, salì trionfante al cielo. Quegli, conservata la maestà della natura divina ed eterna, e assumendo l'umile veste della carne, entrò nel campo di questo mondo per combattere; questi, deposto l'indumento corruttibile del suo corpo, salì al palazzo celeste per regnare eternamente. Quegli discese coperto del velo della carne, questi salì incoronato del (suo) sangue.
Questi salì dopo essere stato lapidato dai Giudei, perché quegli era disceso fra la gioia degli Angeli. Gloria a Dio nel più alto dei cieli (Luc 2:13), ieri cantavano esultanti i santi Angeli; oggi festanti ricevettero Stefano nella loro compagnia. Ieri il Signore uscì dal seno della Vergine; oggi il soldato è uscito dall'ergastolo della carne. Ieri Cristo per noi fu involto in panni; oggi Stefano fu da lui rivestito della stola dell'immortalità. Ieri l'angusto presepio portò Cristo bambino; oggi l'immensità del cielo ricevette Stefano trionfante. Il Signore è disceso solo per elevare molti: il nostro Re umiliò se stesso per esaltare i suoi soldati.
Ma ci è necessario conoscere, o fratelli, con quali armi munito Stefano poté vincere la crudeltà dei Giudei, e meritare sì glorioso trionfo. Stefano adunque, per meritare di ricevere la corona che il suo nome significa, aveva per armi la carità, e con essa vinceva dappertutto. Per l'amore verso Dio non cedé al furore dei Giudei; per l'amore verso il prossimo intercedé per quelli che lo lapidavano. Per amore riprendeva gli erranti, perché si correggessero; per amore pregava per quelli che lo lapidavano, perché non fossero puniti. Armato della forza dell'amore vinse Saulo che inferociva crudelmente; e meritò d'avere compagno in cielo colui che aveva avuto persecutore sulla terra.

Sermone di Sant'Agostino, Vescovo.
Sermone 2 su Santo Stefano.
Dopo il festosissimo giorno di ieri, in cui ci ha illuminati il Natale del Cristo Salvatore nostro, anche il giorno di oggi è adornato dalla corona del beato martire Stefano. Nessuna parte della terra ignora i meriti di quel Martire: soffrì infatti proprio durante l'inizio della Chiesa, ossia, proprio nella città di Gerusalemme. Lì infatti svolgeva il ministero diaconale; e proprio nel fiore della gioventù colorò di porpora la bellezza della sua età. La sua passione è notevole e molto ammirabile. L'abbiamo non solo udita ora dal libro degli Atti degli Apostoli che veniva letto, ma l'abbiamo anche vista cogli occhi.
Cristo, capo dei Martiri, primo patì per noi, lasciandovi un modello da seguirne le orme. Il beatissimo Stefano seguì le orme della sua passione, e lapidato dai Giudei mentre confessava Cristo, meritò la corona quasi presagitagli dal suo nome. Stefano infatti, nome Greco, in Latino significa corona. Significando dunque il suo nome corona, portava già in questo nome un presagio della palma del martirio.
Ed egli, mentre veniva lapidato, non solo non si riprometteva di vendicarsi dei suoi persecutori, ma piuttosto domandava per loro perdono a Dio. Si ricordava infatti che il Signore aveva detto: Mia è la vendetta, io retribuirò, dice il Signore. E di nuovo: Tu non dirai, mi vendicherò dei miei nemici; ma aspetta il Signore, che ti venga in aiuto. Il Signore Dio ci comanda di aspettare, perché nel giorno della futura retribuzione siamo vendicati coi santi Martiri.




INTROITUS
Ps 118:23; 118:86; 118:23. Sedérunt príncipes, et advérsum me loquebántur: et iníqui persecúti sunt me: ádjuva me, Dómine, Deus meus, quia servus tuus exercebátur in tuis justificatiónibus. Ps 118:1. Beati immaculáti in via, qui ámbulant in lege Dómini. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Sedérunt príncipes, et advérsum me loquebántur: et iníqui persecúti sunt me: ádjuva me, Dómine, Deus meus, quia servus tuus exercebátur in tuis justificatiónibus.

Ps 118:23; 118:86; 118:23. Si assisero i grandi per parlare contro di me: e gli empi mi perseguitarono. Aiutami, o Signore, Dio mio, perché il tuo servo medita sui tuoi precetti. Ps 118:1. Beati gli uomini di condotta integra, che procedono secondo la legge del Signore. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Si assisero i grandi per parlare contro di me: e gli empi mi perseguitarono. Aiutami, o Signore, Dio mio, perché il tuo servo medita sui tuoi precetti.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Da nobis, quaesumus, Dómine, imitári quod cólimus: ut discámus et inimícos dilígere; quia ejus natalítia celebrámus, qui novit étiam pro persecutóribus exoráre Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedi, Te ne preghiamo, o Signore, di imitare quanto veneriamo, onde impariamo ad amare anche i nemici, perché celebriamo il giorno natalizio di colui che seppe per gli stessi persecutori pregare il Signore nostro Gesù Cristo tuo Figliuolo: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.

Orémus.
Concéde, quaesumus, omnípotens Deus: ut nos Unigéniti tui nova per carnem Natívitas líberet; quos sub peccáti jugo vetústa sérvitus tenet. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che la nuova nascita secondo la carne del tuo Unigenito, liberi noi, che l'antica schiavitù tiene sotto il gioco del peccato. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Lectio Actuum Apostolorum.
Act 6:8-10; 7:54-59.
In diebus illis: Stéphanus plenus grátia et fortitúdine, faciébat prodígia et signa magna in pópulo. Surrexérunt autem quidam de synagóga, quae appellátur Libertinórum, et Cyrenénsium, et Alexandrinórum, et eórum, qui erant a Cilícia et Asia, disputántes cum Stéphano: et non póterant resístere sapiéntiae et Spirítui, qui loquebátur. Audiéntes autem haec, dissecabántur córdibus suis, et stridébant déntibus in eum. Cum autem esset Stéphanus plenus Spíritu Sancto, inténdens in coelum, vidit glóriam Dei, et Jesum stantem a dextris Dei. Et ait: Ecce, vídeo coelos apértos, et Fílium hóminis stantem a dextris Dei. Exclamántes autem voce magna continuérunt aures suas, et ímpetum fecerunt unanímiter in eum. Et ejiciéntes eum extra civitatem, lapidábant: et testes deposuérunt vestiménta sua secus pedes adolescéntis, qui vocabátur Saulus. Et lapidábant Stéphanum invocántem et dicéntem: Dómine Jesu, súscipe spíritum meum. Pósitis autem génibus, clamávit voce magna, dicens: Dómine, ne státuas illis hoc peccátum. Et cum hoc dixísset, obdormívit in Dómino.

Lettura degli Atti degli Apostoli.
Act 6:8-10; 7:54-59.
Allora Stefano, pieno di grazia e fortezza, faceva prodigi e gran segni tra il popolo. Ma alcuni della Sinagoga detta dei Liberti, Cirenei, e Alessandrini, insieme con altri della Cilicia e dell'Asia, si levarono a disputare con Stefano; e non potevano resistere alla Sapienza e allo Spirito che parlava. Udendo tali cose, fremevano nei loro cuori e digrignavano i denti contro di lui. Ma egli, pieno di Spirito Santo, mirando fisso il cielo, vide la gloria di Dio, e Gesù stare alla destra di Dio. E disse: Ecco che io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell'Uomo stare alla destra di Dio. Ma quelli, gettando grandi grida, si turavano gli orecchi e tutti insieme gli corsero addosso e, trascinatolo fuori città, lo lapidarono; e i testimoni gettarono i loro mantelli ai piedi di un giovanetto chiamato Saulo. E lapidavano Stefano che pregava dicendo: Signore Gesù, ricevi il mio spirito. Poi, caduto in ginocchio, gridò a gran voce: Signore, non imputar loro questo peccato. Ciò detto, si addormentò nel Signore.

GRADUALE
Ps 118:23; 118:86. Sedérunt príncipes, et advérsum me loquebántur: et iníqui persecúti sunt me. Ps 6:5. ℣. Adjuva me, Dómine, Deus meus: salvum me fac propter misericórdiam tuam.

Ps 118:23; 118:86. Si assisero i grandi per parlare contro di me: e gli empi mi perseguitarono. Ps 6:5. ℣. Aiutami, Signore Dio mio: salvami per la tua misericordia.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Act 7:56. ℣. Vídeo coelos apértos, et Jesum stantem a dextris virtútis Dei. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Act 7:56. ℣. Vedo i cieli aperti e Gesù stare alla destra dell'onnipotente Iddio. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secundum Matthaeum.
Matt 23:34-39.
In illo témpore: Dicébat Jesus scribis et pharisaeis: Ecce, ego mitto ad vos prophétas, et sapiéntes, et scribas, et ex illis occidétis et crucifigétis, et ex eis flagellábitis in synagógis vestris, et persequémini de civitáte in civitátem: ut véniat super vos omnis sanguis justus, qui effúsus est super terram, a sánguine Abel justi usque ad sánguinem Zacharíae, filii Barachíae, quem occidístis inter templum et altáre. Amen, dico vobis, vénient haec ómnia super generatiónem istam. Jerúsalem, Jerúsalem, quae occídis prophétas, et lápidas eos, qui ad te missi sunt, quóties vólui congregáre fílios tuos, quemádmodum gallína cóngregat pullos suos sub alas, et noluísti? Ecce, relinquétur vobis domus vestra desérta. Dico enim vobis, non me vidébitis ámodo, donec dicátis: Benedíctus, qui venit in nómine Dómini.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 23:34-39.
In quel tempo, Gesù diceva agli Scribi e ai Farisei: ecco che io vi mando Profeti e savi e scribi, e di questi ne ucciderete, ne crocifiggerete e ne flagellerete nelle vostre sinagoghe, e li perseguiterete di città in città, in modo che ricada su voi tutto il sangue innocente versato sulla terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che uccideste tra il tempio e l'altare. In verità vi dico: tutto ciò ricadrà su questa generazione. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto radunar i tuoi figli, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali, e non hai voluto! Ecco, vi sarà lasciata deserta la vostra casa. Dico infatti che non mi vedrete più, finché non diciate: Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Omelia di San Girolamo, Prete.
Libro 4 Commento al cap. 23 di Matteo.
Queste parole: Compite la misura dei vostri padri, che sopra abbiam detto riferirsi alla persona del Signore, perché doveva essere ucciso dai Giudei, possono anche riferirsi ai suoi discepoli, dei quali ora dice: Ecco, io vi mando dei profeti e dei savi e degli scribi (Matt 23:34). Osserva in pari tempo, come secondo quanto scrive l'Apostolo ai Corinti, sono diversi i doni attribuiti ai discepoli di Cristo: gli uni sono profeti che predicono il futuro; altri sapienti che sanno quando si deve parlare; altri dottori versatissimi nella legge, tra i quali Stefano fu lapidato, Paolo ucciso, Pietro crocifisso, i discepoli, com'è negli Atti degli Apostoli, furono flagellati (Act 5:40 e 6:22).
Vediamo chi sia questo Zaccaria, figlio di Barachia: perché troviamo nella Scrittura parecchi Zaccaria. Ma a toglierci ogni possibilità di errore, si aggiunge: Che uccideste fra il tempio e l'altare (Matt 23:35). Ho letto in diversi (autori) opinioni diverse e devo esporle tutte. Alcuni dicono che questo Zaccaria, figlio di Barachia, sia l'undecimo dei dodici profeti, e il nome di suo padre vi è conforme ma ch'egli sia stato ucciso fra il tempio e l'altare la Scrittura non lo dice; tanto più che, ai suoi tempi, del tempio restavano forse appena delle rovine. Altri vogliono che si tratti di Zaccaria, padre di Giovanni Battista, fondandosi su certe fantasie di apocrifi, che vorrebbero sia stato ucciso per aver annunziata la venuta del Salvatore.
Altri vogliono che questo sia il Zaccaria che Joas, re di Giuda, fece uccidere fra il tempio e l'altare, come narra la storia dei Re. Ma è da osservare, che questo Zaccaria non è già figlio di Barachia, bensì figlio del sacerdote Jojada; ond'è che la Scrittura dice: Joas non si ricordò che suo padre Jojada gli fece del bene (2Par 24:22). Accordandosi qui dunque e il nome di Zaccaria e il luogo dell'uccisione, vediamo perché è detto figlio di Barachia e non di Jojada? Barachia nella nostra lingua significa: Benedetto dal Signore, onde con questo nome Ebraico viene indicata la giustizia del sacerdote Jojada. Nel Vangelo, che usano i Nazareni, invece di “figlio di Barachia” troviamo scritto “figlio di Jojada”. (…)
Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti. Chiama Gerusalemme, non i sassi e gli edifici della città, ma i suoi abitatori; la piange con l'affetto di un padre, come leggiamo anche in un altro passo, che vedendola, aveva pianto. Ed in ciò che dice: Quante volte volli radunare i tuoi figli, si testifica che tutti i profeti sono stanti mandati in passato da lui. Leggiamo anche nel cantico del Deuteronomio la similitudine della gallina che raduna i suoi pulcini sotto le ali: Come l'aquila protegge il suo nido ed ama i suoi aquilotti; espandendo le sue ali, li accolse, e li portò sulle sue penne.
Ecco la vostra casa vi sarà lasciata deserta. Proprio lo stesso aveva già detto tramite Geremia: Ho lasciato la mia casa, ho mandato via la mia eredità: la mia eredità è diventata per me come la tana di una iena. Ci rendiamo conto cogli occhi della casa deserta dei Giudei, cioè quel tempio che splendeva più luminoso, perché ha perso l'abitatore Cristo, e desiderando di accaparrarsi l'eredità, ha ucciso l'erede.
Vi dico infatti: non mi vedrete più, finché non diciate: Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Parla a Gerusalemme, ed al popolo dei Giudei. Questo versetto, del quale anche i fanciulli ed i lattanti hanno usato all'ingresso a Gerusalemme del Signore e Salvatore, quando dissero: Benedetto colui che viene nel nome del Signore, osanna nell'alto dei cieli, è preso dal Salmo 117, che è stato chiaramente scritto riguardo la venuta del Signore.

Credo

OFFERTORIUM
Act 6:5; 7:59. Elegérunt Apóstoli Stéphanum Levítam, plenum fide et Spíritu Sancto: quem lapidavérunt Judaei orántem, et dicéntem: Dómine Jesu, áccipe spíritum meum, allelúja.

Act 6:5; 7:59. Gli apostoli elessero Stefano Levita, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, che poi gli Ebrei lapidarono, mentre pregava e diceva: Signore Gesù, ricevi il mio spirito. Alleluia.

SECRETA
Súscipe, Dómine, múnera pro tuórum commemoratióne Sanctórum: ut, sicut illos pássio gloriósos effécit; ita nos devótio reddat innócuos. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Ricevi, Signore, i doni offerti in memoria dei tuoi Santi, affinché, come il martirio rendette essi gloriosi, così la pietà renda noi innocenti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.

Obláta, Dómine, múnera, nova Unigéniti tui Nativitáte sanctífica: nosque a peccatórum nostrórum máculis emúnda. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Santifica, o Signore, con la nuova nascita del tuo Unigenito, i doni offerti, e purificaci dalle macchie dei nostri peccati. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un nuovo raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio, per esso veniamo rapiti all'amore delle cose invisibili. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE NATIVITATE DOMINI
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo beátae Maríae intemeráta virgínitas huic mundo édidit Salvatórem: sed et memóriam venerántes, in primis ejúsdem gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in una stessa comunione, celebriamo il giorno santissimo nel quale l'intemerata verginità della beata Maria diede a questo mondo il Salvatore; e veneriamo anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Act 7:56; 7:59; 7:60. Vídeo coelos apértos, et Jesum stantem a dextris virtútis Dei: Dómine Jesu, accipe spíritum meum, et ne státuas illis hoc peccátum.

Act 7:56; 7:59; 7:60. Vedo i cieli aperti e Gesù stare alla destra di Dio: Signore Gesù, accogli il mio spirito, e non imputare loro questo peccato.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Auxiliéntur nobis, Dómine, sumpta mystéria: et, intercedénte beáto Stéphano Mártyre tuo, sempitérna protectióne confírment. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ci siano d'aiuto, Signore, i misteri ai quali abbiamo partecipato, e per intercessione del beato Stefano Martire tuo, ci procurino una sempiterna protezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.

Orémus.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus: ut natus hódie Salvátor mundi, sicut divínae nobis generatiónis est auctor; ita et immortalitátis sit ipse largítor: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Fa', Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che il Salvatore del mondo, oggi nato, come è l'autore della nostra divina rigenerazione, così ci sia anche datore dell'immortalità. Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

OTTAVA DI SANTO STEFANO, PROTOMARTIRE (2 GENNAIO)
Semplice.
Paramenti rossi.

Si dice la Santa Messa come nella festa, omettendo la commemorazione dell'Ottava di Natale. L'Oratio è sostituita da quella quivi sotto; inoltre, non si dicono il Credo e il Communicantes de Nativitate Domini.

ORATIO
Orémus.
Omnipotens sempiterne Deus, qui primitias Martyrum in beati Levitae Stephani sanguine dedicasti: tribue, quaesumus; ut pro nobis intercessor exsistat, qui pro suis etiam persecutoribus exoravit Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno, che inaugurasti le primizie dei Martiri nel sangue del beato Diacono Stefano: concedici, che si faccia nostro intercessore chi perfino per i suoi persecutori supplicò nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.