lunedì 31 dicembre 2018

San Silvestro I, Papa e Confessore

Doppio.
Paramenti bianchi.

La Santa Chiesa commemora nella sua liturgia tutte le fasi dell'esistenza del suo divin Fondatore. Appena nato, il Bambino divino è perseguitato dal re Erode; la Santa Chiesa, ancora in culla, invia al cielo il suo primo martire, nella persona del diacono Santo Stefano e i suoi primi 25 sommi Pontefici muoiono quasi tutti martiri. Tornato dall'Egitto, Nostro Signore Gesù Cristo cresce in età e sapienza a Nazaret, ove passa anni pacifici: così la Santa Chiesa, dopo trecento anni di persecuzione, comincia a godere di quella libertà che è il suo gran bene, e si estende nell'Impero Romano, sotto il pontificato di San Silvestro I che celebriamo oggi.
Silvestro, romano, figlio di Rufino, fin dalla fanciullezza ebbe come precettore il prete Girino, del quale imitò egregiamente sia la dottrina sia i costumi. Infierendo la persecuzione, egli visse nascosto sul monte Soratte; e a 30 anni fu creato prete di Santa Romana Chiesa da papa San Marcellino. Nel quale ufficio sorpassando in maniera degna d'ogni lode tutti gli altri chierici, successe nella sede apostolica a papa San Melchiade, il 31 gennaio 314, sotto l'imperatore Costantino, che aveva già con una legge pubblica data la pace alla Chiesa di Cristo (313). Appena avuto in mano il governo della Chiesa, incoraggiò grandemente l'imperatore Costantino, già illustre per l'apparizione d'una croce in cielo e per la vittoria sul tiranno Massenzio, a propagare la religione cristiana. Gli fece pure riconoscere, come vuole una tradizione della Chiesa Romana, le immagini degli Apostoli, lo lavò nelle acque del Santo Battesimo e lo mondò dalla lebbra dell'infedeltà.
Così per opera di Silvestro, il pio imperatore confermò col suo esempio la facoltà che aveva accordato ai cristiani di costruire pubblici templi. Difatti innalzò molte Basiliche, cioè la Lateranense a Cristo Salvatore, la Vaticana a San Pietro, la Ostiense a San Paolo, nell'Agro Verano a San Lorenzo, nel palazzo Sessoriano alla Santa Croce, ai Santi Pietro e Marcellino e a Sant'Agnese rispettivamente sulle vie Labicana e Nomentana, e altre ancora: ornandole splendidamente di immagini sacre, e arricchendole con reale magnificenza, assegnando ad esse doni e possessioni.
Sotto questo sommo Pontefice si tenne il primo Concilio di Nicea (325), nel quale, sotto la presidenza dei suoi legati, alla presenza dell'imperatore Costantino e di 318 vescovi, fu spiegata la fede cattolica, stabilita vittoriosamente la dottrina sulla divinità del Salvatore che la liturgia del tempo di Natale ripete continuamente, e condannato Ario coi suoi seguaci negatori di tale dottrina. Tale Concilio poi fu confermato anche da lui a domanda dei Padri, in un sinodo tenuto a Roma, dove Ario fu di nuovo condannato.
Silvestro fece inoltre molti decreti utili alla Chiesa di Dio, che vanno sotto il suo nome: cioè, che il crisma fosse confezionato dal solo vescovo; che il prete ungesse col crisma la sommità della testa del battezzato; che i diaconi portassero nella chiesa la dalmatica e sul braccio sinistro il manipolo di lino; che il Santo Sacrificio dell'altare si offrisse soltanto sopra un velo di lino. Si vuole ancora ch'egli abbia prescritto a tutti gli ordinandi un certo tempo, durante il quale si dovessero esercitare nella Santa Chiesa nell'ordine ricevuto prima d'essere elevati al grado superiore; che un laico non portasse accusa contro un chierico, e che un chierico non difendesse la sua causa davanti a un tribunale secolare. Ritenendo solo il nome di Sabato e di Domenica, volle che gli altri giorni della settimana fossero chiamati col nome di feria, come già per l'innanzi si era cominciato a fare nella Santa Chiesa, per significare che i chierici, rigettata ogni altra cura terrena, devono attendere ogni giorno unicamente a Dio.
La sua gran santità di vita e bontà verso i poveri risposero sempre a questa sapienza celeste colla quale governava la Santa Chiesa. Onde provvide che i chierici poveri vivessero in comune con quei più ricchi, e che le sacre vergini fossero provviste delle cose necessarie alla vita. Rese la sua anima a Dio il 31 dicembre 335, dopo aver retto la Santa Chiesa con un pontificato di 21 anni, 10 mesi e un giorno. Il suo corpo fu seppellito nel cimitero di Priscilla sulla via Salaria. Tenne sette ordinazioni nel mese di dicembre, nelle quali creò 42 preti, 25 diaconi, 65 vescovi per diversi luoghi.


Giovanni Maria Viani, San Silvestro Papa, Museo diocesano, Bologna (Emilia-Romagna), XVII sec.


L'Introitus ricorda la grande missione affidata da Nostro Signore Gesù Cristo a San Pietro ed ai di lui successori: quella di pascere tutto il gregge cristiano, pecore ed agnelli.

INTROITUS
Joann 21:15-17. Si díligis me, Simon Petre, pasce agnos meos, pasce oves meas. Ps 29:1. Exaltábo te, Dómine, quóniam suscepísti me, nec delectásti inimícos meos super me. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Si díligis me, Simon Petre, pasce agnos meos, pasce oves meas.

Joann 21:15-17. Simon Pietro, se mi ami, pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Ps 29:1. Io ti glorificherò, o Signore, perché mi hai soccorso e non hai permesso ai miei nemici di ridersi di me. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Simon Pietro, se mi ami, pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle.

Gloria

Nell'Oratio ci rivolgiamo a Dio, l'Eterno Pastore, e lo preghiamo onde, per il bene di tutto il popolo cristiano, protegga il sommo Pontefice, pastore universale della Santa Chiesa del Cristo.

ORATIO
Orémus.
Gregem tuum, Pastor aetérne, placátus inténde: et, per beátum Silvéstrum Summum Pontíficem, perpétua protectióne custódi; quem totíus Ecclésiae praestitísti esse pastórem. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O eterno Pastore, volgi lo sguardo benigno sul tuo gregge e custodiscilo con una continua protezione, per intercessione del sommo Pontefice san Silvestro, che hai costituito pastore di tutta la Chiesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.

Orémus.
Concéde, quaesumus, omnípotens Deus: ut nos Unigéniti tui nova per carnem Natívitas líberet; quos sub peccáti jugo vetústa sérvitus tenet. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che la nuova nascita secondo la carne del tuo Unigenito, liberi noi, che l'antica schiavitù tiene sotto il gioco del peccato. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

San Pietro, coll'autorità che gli veniva dal fatto di essere apostolo e il primo vicario del Cristo, delinea rapidamente gli ideali che devono guidare i pastori del gregge cristiano e ricorda il grave dovere che loro incombe di pascere e vegliare le anime loro affidate. Ai fedeli tutti rammenta la ferma speranza con cui devono confidare nel Dio di ogni grazia.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Petri Apóstoli.
1Petr 5:1-4; 5:10-11.
Caríssimi: Senióres, qui in vobis sunt, obsécro consénior et testis Christi passiónum, qui et ejus, quae in futúro revelánda est, glóriae communicátor: páscite qui in vobis est gregem Dei, providéntes non coácte, sed spontánee secúndum Deum, neque turpis lucri grátia, sed voluntárie; neque ut dominántes in cleris, sed forma facti gregis ex ánimo. Et, cum appáruerit princeps pastórum, percipiétis immarcescíbilem glóriae corónam. Deus autem omnis grátiae, qui vocávit nos in aetérnam suam glóriam in Christo Jesu, módicum passos ipse perfíciet, confirmábit solidabítque. Ipsi glória et impérium in saecula saeculórum. Amen.

Lettura dell'Epistola del Beato Pietro Apostolo.
1Petr 5:1-4; 5:10-11.
Carissimi, sacerdote anch'io e teste della Passione di Cristo e chiamato ad aver parte alla futura gloria, io scongiuro i sacerdoti che sono tra voi: Pascete il gregge di Dio, che vi è affidato, governandolo non per forza, ma volentieri per amor di Dio; non per il vil guadagno, ma con animo generoso; non come dominatori delle Chiese, ma come sinceri modelli del gregge; e così, quando apparirà il principe dei pastori, riceverete l'incorruttibile corona della gloria. Il Dio di ogni grazia, il quale ci ha chiamati in Gesù Cristo all'eterna sua gloria, con un po' di patire vi perfezionerà, vi conforterà, vi confermerà. A Lui impero e gloria in eterno. Amen.

GRADUALE
Ps 106:32; 106:31. Exáltent eum in Ecclésia plebis: et in cáthedra seniórum laudent eum. ℣. Confiteántur Dómino misericórdiae ejus; et mirabília ejus fíliis hóminum.

Ps 106:32; 106:31. Lo esaltino nell'assemblea del popolo e lo lodino nel consesso degli anziani. ℣. Ringrazino il Signore per la sua bontà e per i suoi prodigi a favore degli uomini.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Matt 16:18. ℣. Tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Matt 16:18. ℣. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. Alleluia.

«Beato è Costui, dice Sant'Ilario, che è lodato per avere spinto il suo sguardo oltre le cose umane, ed aver veduto, non per considerazione che veniva dalla carne e dal sangue, ma per rivelazione del Padre celeste, il Figlio di Dio; e per essere stato giudicato degno di riconoscere per primo la divinità che è nel Cristo».

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 16:13-19.
In illo témpore: Venit Jesus in partes Caesaréae Philíppi, et interrogábat discípulos suos, dicens: Quem dicunt hómines esse Fílium hóminis? At illi dixérunt: Alii Joánnem Baptístam, alii autem Elíam, alii vero Jeremíam aut unum ex prophétis. Dicit illis Jesus: Vos autem quem me esse dícitis? Respóndens Simon Petrus, dixit: Tu es Christus, Fílius Dei vivi. Respóndens autem Jesus, dixit ei: Beátus es, Simon Bar Jona: quia caro et sanguis non revelávit tibi, sed Pater meus, qui in coelis est. Et ego dico tibi, quia tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam, et portae ínferi non praevalébunt advérsus eam. Et tibi dabo claves regni coelórum. Et quodcúmque ligáveris super terram, erit ligátum et in coelis: et quodcúmque sólveris super terram, erit solútum et in coelis.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 16:13-19.
In quel tempo, Gesù, venuto nella zona di Cesarea di Filippo, interrogava i suoi discepoli: Chi dicono che sia il Figlio dell'uomo? Ed essi risposero: Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri ancora Geremia, o uno dei profeti. Disse loro Gesù: Ma voi, chi dite che io sia? Rispose Simon Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. E Gesù, in risposta, gli disse: Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, poiché non la carne e il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io dico a te che tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. E ti darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato anche nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto anche nei cieli.

Omelia di San Leone, Papa.
Sermone 2, nell'anniversario della sua ascesa, prima di metà.
Come ci riferisce la lettura evangelica, Gesù stesso interrogò i discepoli che cosa pensassero di in mezzo a tanti pareri diversi. E San Pietro rispose: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Allora il Signore gli disse: Beato te, o Simone, figlio di Giona, perché questo non ti è stato rivelato dalla carne o dal sangue, ma dal Padre mio che sta nei cieli. Perciò io ti dico che tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell'inferno non prevarranno mai contro di essa. E a te darò le chiavi del regno dei cieli, e qualunque cosa avrai legata sulla terra, sarà legata anche nei cieli, e qualunque cosa avrai sciolta sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli. L'ordine stabilito da Gesù Cristo rimane ancora; e San Pietro, che ha conservato fino ad oggi la solidità della pietra, non abbandonò mai il governo della Chiesa di cui fu incaricato.
Nella Chiesa intera, infatti, ogni giorno Pietro dice: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente; ed ogni lingua che riconosce il Signore viene istruita col magistero di tale voce. Tale fede sconfigge il diavolo e scioglie i legami di coloro che egli tiene prigionieri. Essa fa entrare nel cielo coloro che ha strappato alla terra e le porte dell'inferno non possono prevalere contro di essa. È stata infatti per potenza divina munita di una tale saldezza che mai la potrà corrompere la malvagità degli eretici né la potrà superare la perfidia dei pagani. Con tali disposizioni dunque, dilettissimi, e con razionale ossequio si celebri la festività odierna: affinché nell'umiltà della mia persona venga riconosciuto e onorato colui, nel quale continua la cura che tutti i pastori hanno nella custodia delle pecore loro affidate e la cui dignità non viene meno per l'indegnità dell'erede.
Mentre dunque rivolgiamo le nostre esortazioni all'orecchio della vostra santità, pensate che vi parli colui, del quale facciamo le veci: sia perché vi esortiamo con lo stesso suo affetto, sia perché nient'altro predichiamo a voi se non quello che egli ha insegnato, scongiurandovi a vivere una vita casta e sobria e timorata di Dio, avendo cinto i fianchi del vostro spirito. Come dice l'Apostolo, siete mia gioia e mia corona, se la vostra fede, che dall'inizio del Vangelo è stata predicata in tutto il mondo, rimarrà nell'amore e nella santità. Infatti anche se è necessario che tutta la Chiesa, che è presente in tutta la terra, fiorisca di ogni virtù; tuttavia è conveniente che vi segnaliate tra gli altri popoli per i meriti della vostra pietà, perché voi, fondati sulla stessa roccia della pietra apostolica, siete stati redenti assieme agli altri dal Signore nostro Gesù Cristo, e siete stati istruiti più di tutti dal beato apostolo Pietro.

Credo

OFFERTORIUM
Jerem 1:9-10. Ecce, dedi verba mea in ore tuo: ecce, constítui te super gentes et super regna, ut evéllas et destruas, et aedífices et plantes.

Jerem 1:9-10. Ecco che le mie parole pongo sulla tua bocca: ecco che io ti prepongo a nazioni e a regni per svellere ed abbattere, per edificare e piantare.

SECRETA
Oblátis munéribus, quaesumus, Dómine, Ecclésiam tuam benígnus illúmina: ut, et gregis tui profíciat ubique succéssus, et grati fiant nómini tuo, te gubernánte, pastóres. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Per i doni che ti offriamo, o Signore, illumina benigno la tua Chiesa, affinché ovunque il tuo gregge progredisca e, docili alla tua guida, i pastori siano graditi al tuo nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.

Obláta, Dómine, múnera, nova Unigéniti tui Nativitáte sanctífica: nosque a peccatórum nostrórum máculis emúnda. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Santifica, o Signore, con la nuova nascita del tuo Unigenito, i doni offerti, e purificaci dalle macchie dei nostri peccati. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un nuovo raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio, per esso veniamo rapiti all'amore delle cose invisibili. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE NATIVITATE DOMINI
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo beátae Maríae intemeráta virgínitas huic mundo édidit Salvatórem: sed et memóriam venerántes, in primis ejúsdem gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in una stessa comunione, celebriamo il giorno santissimo nel quale l'intemerata verginità della beata Maria diede a questo mondo il Salvatore; e veneriamo anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Matt 16:18. Tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam.

Matt 16:18. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refectióne sancta enutrítam gubérna, quaesumus, Dómine, tuam placátus Ecclésiam: ut, poténti moderatióne dirécta, et increménta libertátis accípiat et in religiónis integritáte persístat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Guida benevolmente, o Signore, la tua Chiesa, nutrita con questo santo ristoro: diretta dal tuo potente governo, essa goda di una crescente libertà e mantenga integra la sua fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.

Orémus.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus: ut natus hódie Salvátor mundi, sicut divínae nobis generatiónis est auctor; ita et immortalitátis sit ipse largítor: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Fa', Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che il Salvatore del mondo, oggi nato, come è l'autore della nostra divina rigenerazione, così ci sia anche datore dell'immortalità. Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.