lunedì 28 gennaio 2019

San Pietro Nolasco, Confessore - Commemorazione di Sant'Agnese, Vergine e Martire, per la seconda volta

Doppio.
Paramenti bianchi.

Frate anonimo, San Pietro Nolasco, 
Casa generalizia dell'Ordine di Santa Maria della Mercede, 1840.
Pietro Nolasco, nato da una nobile famiglia a Mas-Saintes-Puelles presso Carcassonne in Francia intorno al 1182-1189, si distinse per una carità singolare verso il prossimo. Si vide un presagio di questa virtù allorché, piangendo ancor bambino nella culla, uno sciame di api volò verso di lui e costrusse un favo di miele nella sua destra.
Rimasto orfano di genitori nell'adolescenza, e detestando l'eresia degli Albigesi che allora imperversava in Francia, vendette il suo patrimonio e si ritirò a Barcellona in Spagna. Allora circa la metà della penisola iberica era sotto il dominio dei maomettani, che durante gli scontri armati catturavano i cristiani per farne degli schiavi e costringevano molti di essi ad apostatare la fede cristiana. Mosso dall'esempio della divina carità di Nostro Signore Gesù Cristo che manifestò la sua divinità guarendo le anime e i corpi, Pietro Nolasco, camuffatosi da mercante, decise di dedicarsi al riscatto di quei poveri prigionieri, i cui corpi languivano e le cui anime correvano gravi pericoli presso gli infedeli.
Prima di iniziare questa missione si recò in pellegrinaggio al santuario mariano di Montserrat in Catalogna (Spagna), ove dinanzi alla Beata Vergine Maria sciolse il voto onde prima si era legato. Quindi recatosi a Valencia, allora sotto il dominio maomettano, dopo avervi impiegato tutto il denaro (Evangelium) nel riscattare i fedeli di Cristo dalla schiavitù dei nemici, ripeteva spesso che bramava vendere se stesso per liberarli, o di esser caricato delle loro catene.
Quanto fosse accetto a Dio questo desiderio del sant'uomo, lo mostrò l'avvenimento seguente: una notte infatti, mentre pregava e faceva nell'animo suo molti progetti per venire in aiuto dei Cristiani che si trovavano nella schiavitù, gli apparve la Beatissima Vergine Maria, facendogli intendere che sarebbe stato graditissimo al suo Figlio e a Lei, se avesse istituito in suo onore un ordine di religiosi, la cui cura principale fosse di liberare gli schiavi dalla tirannia degli infedeli. Obbedendo subito a questo celeste avvertimento, egli istituì, insieme con San Raimondo di Peñafort e Giacomo I re di Aragona, che la stessa notte avevano avuto dalla Madre di Dio la medesima rivelazione, l'Ordine di Santa Maria della Mercede per la redenzione degli schiavi (Oratio). Tale Ordine religioso dimostra come la regalità di Nostro Signore Gesù Cristo si estenda sul mondo naturale e su quello soprannaturale.
I membri dell'Ordine di Santa Maria della Mercede, chiamati Mercedari, presidiavano i vari castelli di confine affinché potessero proteggere la popolazione dalle incursioni degli infedeli. Essi adottarono la regola di Sant'Agostino, cui aggiunsero alcune semplici costituzioni. Nel frattempo San Raimondo di Peñafort, che era impegnato presso la Curia romana, ottenne la solenne conferma dell'Ordine da parte di papa Gregorio IX con la bolla Devotionis Vestrae del 17 gennaio 1235. Il Fondatore, Pietro Nolasco, legò i suoi confratelli con un quarto voto, di rimanere cioè in pegno sotto il potere dei pagani, se fosse stato necessario per la liberazione dei Cristiani (Epistola) in pericolo di apostatare la loro fede. Nel 1245, durante un viaggio ad Algeri per un'altra serie di riscatti, avendo esaurito il denaro, Pietro Nolasco si offrì come ostaggio per liberare altri prigionieri e, dato che tardava ad arrivare il prezzo del suo riscatto, venne frustato a sangue dai maomettani, quindi caricato su una barca danneggiata in precedenza e abbandonato in mare. Per intervento soprannaturale riuscì a raggiungere sano e salvo la Spagna.
Avendo fatto voto di verginità, conservò sempre una castità illibata. Rifulse meravigliosamente per pazienza, umiltà, astinenza, e tutte le altre virtù. Celebre per il dono di profezia, predisse cose future; tra cui la più celebre è, che il re Giacomo I riprese Valencia (1238), occupata dai Mori, dopo aver ricevuta da lui assicurazione di certa vittoria. In segno di riconoscenza re Giacomo I donò a Pietro Nolasco la collina del Puig, ove edificò una chiesa e un convento.
Era consolato da frequenti apparizioni dell'Angelo Custode e della Beata Vergine Maria Madre di Dio. Infine, accasciato dalla vecchiaia, fatto consapevole della prossima morte, cadde malato per la malaria, e munito dei santi sacramenti, dopo aver esortato i suoi confratelli alla carità verso gli schiavi, e recitando devotissimamente il Salmo: «Ti celebrerò, Signore, con tutto il mio cuore», a quelle parole: «Il Signore ha mandato a redimere il suo popolo» (Ps 110:9), rese lo spirito a Dio a mezzanotte della Vigilia della Natività del Signore nell'anno 1256. Il suo corpo fu sepolto con la corazza e con la spada nella chiesa del convento. Papa Urbano VIII lo iscrisse nell'Albo dei Santi il 30 settembre 1628. Nel 1664, papa Alessandro VII estese la sua festa a tutta la Chiesa e ordinò di celebrarla il 31 gennaio; poi papa Pio XI la trasferì al 28 gennaio.

Inoltre, gli antichi sacramentari riportano oggi una seconda festa di Sant'Agnese, Vergine e Martire; lasciano però insoluta la questione se la festa odierna debba considerarsi come Ottava di quella precedente, oppure, la festa del suo genetliaco.


I Santi sono paragonati dalla Santa Chiesa alla palma il cui fogliame è sempre verde e i frutti abbondanti.

INTROITUS
Ps 91:13-14. Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur: plantátus in domo Dómini: in átriis domus Dei nostri. Ps 91:2. Bonum est confitéri Dómino: et psállere nómini tuo, Altíssime. . Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. . Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur: plantátus in domo Dómini: in átriis domus Dei nostri.

Ps 91:13-14. Il giusto fiorirà come palma, crescerà come un cedro del Libano: trapiantato nella casa del Signore fiorirà negli atrii del tempio. Ps 91:2. È bene cantare la gloria al Signore: e lodare, Altissimo, il tuo Nome. . Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. . Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Il giusto fiorirà come palma, crescerà come un cedro del Libano: trapiantato nella casa del Signore fiorirà negli atrii del tempio.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui in tuae caritátis exémplum ad fidélium redemptiónem sanctum Petrum Ecclésiam tuam nova prole foecundáre divínitus docuísti: ipsíus nobis intercessióne concéde; a peccáti servitúte solútis, in coelésti pátria perpétua libertáte gaudére: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che per dare un esempio della tua carità hai divinamente ispirato a san Pietro di fondare nella tua Chiesa una nuova famiglia religiosa per la redenzione dei fedeli: fa' che, per sua intercessione, sciolti dalla schiavitù del peccato, godiamo nella patria celeste di una perpetua libertà: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di Sant'Agnese, Vergine e Martire, per la seconda volta.

Orémus.
Deus, qui nos ánnua beátae Agnétis Vírginis et Martyris tuae solemnitáte laetíficas: da, quaesumus; ut, quam venerámur officio, étiam piae conversatiónis sequámur exémplo. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che ci allieti con l'annua solennità della tua beata vergine e martire Agnese: fa' che mentre la veneriamo coi nostri omaggi, ne seguiamo pure l'esempio di santa vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

I Corinti pretendevano unire due cose inconciliabili, la sapienza del mondo e quella del cristianesimo, e chiamavano insensati quelli che rinunziavano a tutto ciò che il mondo ricerca. San Paolo li contrappone ironicamente ai veri cristiani, che soffrono generosamente per Cristo e che non cercano di piacere agli uomini, ma ad essere piuttosto spettacolo ammirato da Dio e dagli Angeli.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Corínthios.
1Cor 4:9-14.
Fratres: Spectáculum facti sumus mundo et Angelis et homínibus. Nos stulti propter Christum, vos autem prudéntes in Christo: nos infírmi, vos autem fortes: vos nóbiles, nos autem ignóbiles. Usque in hanc horam et esurímus, et sitímus, et nudi sumus, et cólaphis caedimur, et instábiles sumus, et laborámus operántes mánibus nostris: maledícimur, et benedícimus: persecutiónem pátimur, et sustinémus: blasphemámur, et obsecrámus: tamquam purgaménta hujus mundi facti sumus, ómnium peripséma usque adhuc. Non ut confúndam vos, haec scribo, sed ut fílios meos caríssimos móneo: in Christo Jesu, Dómino nostro.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Corinti.
1Cor 4:9-14.
Fratelli, siamo fatti spettacolo al mondo, agli Angeli e agli uomini. Noi stolti pel Cristo, voi prudenti nel Cristo; noi deboli, voi forti; voi gloriosi, e noi disonorati. Fino a questo punto noi soffriamo la fame e la sete, siamo ignudi, schiaffeggiati, non abbiamo dove fermarci, e ci affatichiamo a lavorare colle nostre mani. Maledetti, benediciamo; perseguitati, abbiamo pazienza; calunniati, porgiamo suppliche; siamo diventati come la spazzatura del mondo, la feccia di tutti, fino a questo punto. Non scrivo queste cose per farvi vergogna, ma per ammonirvi come miei figliuoli carissimi, in Gesù Cristo Signor nostro.

GRADUALE
Ps 36:30-31. Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium. . Lex Dei ejus in corde ipsíus: et non supplantabúntur gressus ejus.

Ps 36:30-31. La bocca del giusto esprime sapienza e la sua lingua parla secondo giustizia. . Ha nel cuore la legge del suo Dio e i suoi passi non sono esitanti.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 111:1. . Beátus vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 111:1. . Beato l'uomo che teme il Signore: molto si compiace nei suoi comandamenti. Alleluia.

Dopo Settuagesima, omessi l'Alleluja e il suo Versetto, si dice:

TRACTUS
Ps 111:1-3. Beátus vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. . Potens in terra erit semen ejus: generátio rectórum benedicétur. . Glória et divítiae in domo ejus: et justítia ejus manet in saeculum saeculi.

Ps 111:1-3. Beato l'uomo che teme il Signore: molto si compiace nei suoi comandamenti. . Potente sulla terra sarà la sua stirpe: sarà benedetta la discendenza dei giusti. . Nella sua casa gloria e ricchezza: la sua giustizia rimane nei secoli dei secoli.

I veri discepoli del Cristo attaccano il loro cuore ai soli beni imperituri.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 12:32-34.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Nolíte timére, pusíllus grex, quia complácuit Patri vestro dare vobis regnum. Véndite quae possidétis, et date eleemósynam. Fácite vobis sácculos, qui non veteráscunt, thesáurum non deficiéntem in coelis: quo fur non apprópiat, neque tínea corrúmpit. Ubi enim thesáurus vester est, ibi et cor vestrum erit.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 12:32-34.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Non temere, piccolo gregge, perché è piaciuto al Padre vostro di dare a voi il regno. Vendete i vostri beni e dateli in elemosina. Fatevi delle borse che non invecchiano, un tesoro che mai vien meno nei cieli, dove il ladro non giunge e la tignuola non consuma. Dove è il vostro tesoro, ci sarà pure il vostro cuore.

Omelia di San Beda il Venerabile, Prete.
Libro 4, cap. 54, su Luca 12.
Chiama piccolo il gregge degli eletti, o per comparazione del maggior numero dei dannati, o meglio per la devozione dell'umiltà: poiché, sebbene la sua Chiesa sia già estesa con quanta mai numerosità, tuttavia vuole che cresca fino alla fine del mondo in umiltà, e che raggiunga con l'umiltà il regno promesso. Pertanto, dopo aver consolato delicatamente le sue fatiche, come le ha ordinato di cercare soltanto il regno di Dio, alla medesima promette con compiaciuta bontà il regno che verrà donato dal Padre.
Vendete le cose che possedete e datele in elemosina. Non temete, disse, che vengano a mancare ai combattenti per il regno di Dio le cose necessarie di questo mondo: che anzi vendete anche le cose possedute per l'elemosina. Ciò allora si fa degnamente, quando uno, una volta disprezzate tutte le sue cose per il Signore, nondimeno dopo di queste con il lavoro delle mani opera sia per avere il vitto sia perché possa dare elemosina. Donde si gloria l'Apostolo, dicendo: Non ho io desiderato o l'argento, o l'oro o le vesti di nessuno: conforme voi sapete che al bisogno mio e di quelli che sono con me servirono queste mani. In tutto vi ho dimostrato come così lavorando, conviene sostenere i deboli.
Fatevi delle borse, che non invecchiano: operando cioè elemosine, il compenso delle quali rimanga in eterno. Ove non bisogna ritenere che questo comandamento sia, che nessun denaro sia conservato dai santi, da utilizzarsi vuoi per gli usi loro, vuoi per quelli dei poveri: quando anche lo stesso Signore, a cui servivano gli angeli, tuttavia, per informare la sua Chiesa, si legge avesse avuto nascondigli, sia per conservare le offerte dei fedeli, sia per provvedere alle necessità dei suoi e agli altri indigenti; ma che non si serva a Dio per queste cose, e per timore della povertà non si tralasci la giustizia.

OFFERTORIUM
Ps 20:2-3. In virtúte tua, Dómine, laetábitur justus, et super salutáre tuum exsultábit veheménter: desidérium ánimae ejus tribuísti ei.

Ps 20:2-3. O Signore, il giusto si allieterà della tua potenza, e del tuo soccorso quanto esulterà! Tu hai saziato il desiderio del suo cuore.

SECRETA
Laudis tibi, Dómine, hóstias immolámus in tuórum commemoratióne Sanctorum: quibus nos et praeséntibus éxui malis confídimus et futúris. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Ti offriamo, o Signore, un sacrificio di lode in memoria dei tuoi santi, e per esso speriamo di essere liberati dai mali presenti e futuri. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di Sant'Agnese, Vergine e Martire, per la seconda volta.

Super has, quaesumus, Dómine, hóstias benedíctio copiósa descéndat: quae et sanctificatiónem nobis cleménter operétur, et de Mártyrum nos solemnitáte laetíficet. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, discenda su queste offerte una copiosa benedizione, la quale operi benignamente la nostra santificazione, e ci faccia gioire della solennità dei martiri. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Matt 19:28; 19:29. Amen, dico vobis: quod vos, qui reliquístis ómnia et secúti estis me, céntuplum accipiétis, et vitam aetérnam possidébitis.

Matt 19:28; 19:29. In verità vi dico che voi, che avete abbandonato ogni cosa e mi avete seguito, riceverete il centuplo e possederete la vita eterna.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refécti cibo potúque coelesti, Deus noster, te súpplices exorámus: ut, in cujus haec commemoratióne percépimus, ejus muniámur et précibus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ristorati dal cibo e dalla bevanda celeste, ti supplichiamo, o Signore Dio nostro, affinché sia nostra difesa la preghiera del santo, nella cui festa abbiamo partecipato a questi doni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di Sant'Agnese, Vergine e Martire, per la seconda volta.

Orémus.
Súmpsimus, Dómine, celebritátis ánnuae votiva sacraménta: praesta, quaesumus; ut et temporális vitae nobis remédia praebeant et aetérnae. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Abbiamo ricevuto, Signore, i sacramenti che ti sono stati offerti in questa solennità annuale: fa' che ci portino i rimedi della vita temporale e dell'eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.