Doppio.
Paramenti bianchi.
Frate anonimo, San Pietro Nolasco,
Casa generalizia dell'Ordine di Santa Maria della Mercede, 1840.
|
Rimasto
orfano di genitori nell'adolescenza, e detestando l'eresia degli Albigesi che
allora imperversava in Francia, vendette il suo patrimonio e si ritirò a
Barcellona in Spagna. Allora circa la metà della penisola iberica era sotto il
dominio dei maomettani, che durante gli scontri armati catturavano i cristiani
per farne degli schiavi e costringevano molti di essi ad apostatare la fede
cristiana. Mosso dall'esempio della divina carità di Nostro Signore Gesù Cristo
che manifestò la sua divinità guarendo le anime e i corpi, Pietro Nolasco, camuffatosi
da mercante, decise di dedicarsi al riscatto di quei poveri prigionieri, i cui
corpi languivano e le cui anime correvano gravi pericoli presso gli infedeli.
Prima
di iniziare questa missione si recò in pellegrinaggio al santuario mariano di
Montserrat in Catalogna (Spagna), ove dinanzi alla Beata Vergine Maria sciolse
il voto onde prima si era legato. Quindi recatosi a Valencia, allora sotto il
dominio maomettano, dopo avervi impiegato tutto il denaro (Evangelium) nel
riscattare i fedeli di Cristo dalla schiavitù dei nemici, ripeteva spesso che
bramava vendere se stesso per liberarli, o di esser caricato delle loro catene.
Quanto
fosse accetto a Dio questo desiderio del sant'uomo, lo mostrò l'avvenimento
seguente: una notte infatti, mentre pregava e faceva nell'animo suo molti
progetti per venire in aiuto dei Cristiani che si trovavano nella schiavitù,
gli apparve la Beatissima Vergine Maria, facendogli intendere che sarebbe stato
graditissimo al suo Figlio e a Lei, se avesse istituito in suo onore un ordine
di religiosi, la cui cura principale fosse di liberare gli schiavi dalla
tirannia degli infedeli. Obbedendo subito a questo celeste avvertimento, egli
istituì, insieme con San Raimondo di Peñafort e Giacomo I re di Aragona, che la
stessa notte avevano avuto dalla Madre di Dio la medesima rivelazione, l'Ordine
di Santa Maria della Mercede per la redenzione degli schiavi (Oratio). Tale Ordine
religioso dimostra come la regalità di Nostro Signore Gesù Cristo si estenda
sul mondo naturale e su quello soprannaturale.
I
membri dell'Ordine di Santa Maria della Mercede, chiamati Mercedari,
presidiavano i vari castelli di confine affinché potessero proteggere la
popolazione dalle incursioni degli infedeli. Essi adottarono la regola di Sant'Agostino,
cui aggiunsero alcune semplici costituzioni. Nel frattempo San Raimondo di Peñafort,
che era impegnato presso la Curia romana, ottenne la solenne conferma dell'Ordine
da parte di papa Gregorio IX con la bolla Devotionis Vestrae del 17 gennaio 1235.
Il Fondatore, Pietro Nolasco, legò i suoi confratelli con un quarto voto, di
rimanere cioè in pegno sotto il potere dei pagani, se fosse stato necessario
per la liberazione dei Cristiani (Epistola) in pericolo di apostatare la loro
fede. Nel 1245, durante un viaggio ad Algeri per un'altra serie di riscatti,
avendo esaurito il denaro, Pietro Nolasco si offrì come ostaggio per liberare altri
prigionieri e, dato che tardava ad arrivare il prezzo del suo riscatto, venne
frustato a sangue dai maomettani, quindi caricato su una barca danneggiata in
precedenza e abbandonato in mare. Per intervento soprannaturale riuscì a
raggiungere sano e salvo la Spagna.
Avendo
fatto voto di verginità, conservò sempre una castità illibata. Rifulse
meravigliosamente per pazienza, umiltà, astinenza, e tutte le altre virtù.
Celebre per il dono di profezia, predisse cose future; tra cui la più celebre
è, che il re Giacomo I riprese Valencia (1238), occupata dai Mori, dopo aver
ricevuta da lui assicurazione di certa vittoria. In segno di riconoscenza re
Giacomo I donò a Pietro Nolasco la collina del Puig, ove edificò una chiesa e un
convento.
Era
consolato da frequenti apparizioni dell'Angelo Custode e della Beata Vergine Maria
Madre di Dio. Infine, accasciato dalla vecchiaia, fatto consapevole della
prossima morte, cadde malato per la malaria, e munito dei santi sacramenti,
dopo aver esortato i suoi confratelli alla carità verso gli schiavi, e recitando
devotissimamente il Salmo: «Ti celebrerò, Signore, con tutto il mio cuore», a
quelle parole: «Il Signore ha mandato a redimere il suo popolo» (Ps 110:9),
rese lo spirito a Dio a mezzanotte della Vigilia della Natività del Signore nell'anno
1256. Il suo corpo fu sepolto con la corazza e con la spada nella chiesa del
convento. Papa Urbano VIII lo iscrisse nell'Albo dei Santi il 30 settembre 1628.
Nel 1664, papa Alessandro VII estese la sua festa a tutta la Chiesa e ordinò di celebrarla il 31 gennaio; poi papa Pio XI la trasferì al 28 gennaio.
Inoltre, gli antichi sacramentari riportano oggi una seconda festa di Sant'Agnese, Vergine e Martire; lasciano però insoluta la questione se la festa odierna debba considerarsi come Ottava di quella precedente, oppure, la festa del suo genetliaco.
I Santi sono paragonati dalla Santa Chiesa alla palma il cui fogliame è sempre verde e i frutti abbondanti.
Inoltre, gli antichi sacramentari riportano oggi una seconda festa di Sant'Agnese, Vergine e Martire; lasciano però insoluta la questione se la festa odierna debba considerarsi come Ottava di quella precedente, oppure, la festa del suo genetliaco.
I Santi sono paragonati dalla Santa Chiesa alla palma il cui fogliame è sempre verde e i frutti abbondanti.
INTROITUS
Ps
91:13-14. Justus
ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur: plantátus in domo
Dómini: in átriis domus Dei nostri. Ps
91:2. Bonum est confitéri Dómino: et psállere nómini tuo, Altíssime. ℣.
Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞.
Sicut erat in
princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Justus ut palma
florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur: plantátus in domo Dómini: in
átriis domus Dei nostri.
Ps
91:13-14. Il giusto fiorirà come palma, crescerà come un cedro del Libano:
trapiantato nella casa del Signore fiorirà negli atrii del tempio. Ps 91:2. È
bene cantare la gloria al Signore: e lodare, Altissimo, il tuo Nome. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen. Il giusto fiorirà come palma, crescerà come un cedro
del Libano: trapiantato nella casa del Signore fiorirà negli atrii del tempio.
Gloria
ORATIO
Orémus.
Deus, qui in tuae
caritátis exémplum ad fidélium redemptiónem sanctum Petrum Ecclésiam tuam nova
prole foecundáre divínitus docuísti: ipsíus nobis intercessióne concéde; a
peccáti servitúte solútis, in coelésti pátria perpétua libertáte gaudére: Qui
vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia
saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
O
Dio, che per dare un esempio della tua carità hai divinamente ispirato a san
Pietro di fondare nella tua Chiesa una nuova famiglia religiosa per la
redenzione dei fedeli: fa' che, per sua intercessione, sciolti dalla schiavitù
del peccato, godiamo nella patria celeste di una perpetua libertà: Tu che sei
Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i
secoli dei secoli. Amen.
Si
fa la commemorazione di Sant'Agnese, Vergine e Martire, per la seconda volta.
Orémus.
Deus, qui nos
ánnua beátae Agnétis Vírginis et Martyris tuae solemnitáte laetíficas: da, quaesumus;
ut, quam venerámur officio, étiam piae conversatiónis sequámur exémplo. Per
Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in
unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
O
Dio, che ci allieti con l'annua solennità della tua beata vergine e martire
Agnese: fa' che mentre la veneriamo coi nostri omaggi, ne seguiamo pure
l'esempio di santa vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è
Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli
dei secoli. Amen.
I
Corinti pretendevano unire due cose inconciliabili, la sapienza del mondo e
quella del cristianesimo, e chiamavano insensati quelli che rinunziavano a tutto
ciò che il mondo ricerca. San Paolo li contrappone ironicamente ai veri
cristiani, che soffrono generosamente per Cristo e che non cercano di piacere
agli uomini, ma ad essere piuttosto spettacolo ammirato da Dio e dagli Angeli.
LECTIO
Léctio Epístolae
Beáti Pauli Apóstoli ad Corínthios.
1Cor
4:9-14.
Fratres:
Spectáculum facti sumus mundo et Angelis et homínibus. Nos stulti propter
Christum, vos autem prudéntes in Christo: nos infírmi, vos autem fortes: vos
nóbiles, nos autem ignóbiles. Usque in hanc horam et esurímus, et sitímus, et
nudi sumus, et cólaphis caedimur, et instábiles sumus, et laborámus operántes
mánibus nostris: maledícimur, et benedícimus: persecutiónem pátimur, et
sustinémus: blasphemámur, et obsecrámus: tamquam purgaménta hujus mundi facti
sumus, ómnium peripséma usque adhuc. Non ut confúndam vos, haec scribo, sed ut
fílios meos caríssimos móneo: in Christo Jesu, Dómino nostro.
Lettura
dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Corinti.
1Cor
4:9-14.
Fratelli,
siamo fatti spettacolo al mondo, agli Angeli e agli uomini. Noi stolti pel
Cristo, voi prudenti nel Cristo; noi deboli, voi forti; voi gloriosi, e noi
disonorati. Fino a questo punto noi soffriamo la fame e la sete, siamo ignudi,
schiaffeggiati, non abbiamo dove fermarci, e ci affatichiamo a lavorare colle
nostre mani. Maledetti, benediciamo; perseguitati, abbiamo pazienza;
calunniati, porgiamo suppliche; siamo diventati come la spazzatura del mondo,
la feccia di tutti, fino a questo punto. Non scrivo queste cose per farvi
vergogna, ma per ammonirvi come miei figliuoli carissimi, in Gesù Cristo Signor
nostro.
GRADUALE
Ps 36:30-31. Os
justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium. ℣.
Lex Dei ejus in corde ipsíus: et non supplantabúntur gressus ejus.
Ps
36:30-31. La bocca del giusto esprime sapienza e la sua lingua parla secondo
giustizia. ℣. Ha nel cuore la legge del suo Dio e i suoi
passi non sono esitanti.
ALLELUJA
Allelúja,
allelúja. Ps 111:1. ℣. Beátus
vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. Allelúja.
Alleluia,
alleluia. Ps 111:1. ℣. Beato l'uomo che teme il Signore:
molto si compiace nei suoi comandamenti. Alleluia.
Dopo
Settuagesima, omessi l'Alleluja e il suo Versetto, si dice:
TRACTUS
Ps
111:1-3. Beátus
vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. ℣.
Potens in terra erit semen ejus: generátio rectórum benedicétur. ℣.
Glória et divítiae in domo ejus: et justítia ejus manet in saeculum saeculi.
Ps
111:1-3. Beato l'uomo che teme il Signore: molto si compiace nei suoi
comandamenti. ℣. Potente sulla terra sarà la sua stirpe: sarà
benedetta la discendenza dei giusti. ℣.
Nella sua casa gloria e ricchezza: la sua giustizia rimane nei secoli dei
secoli.
I
veri discepoli del Cristo attaccano il loro cuore ai soli beni imperituri.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠
sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc
12:32-34.
In illo témpore:
Dixit Jesus discípulis suis: Nolíte timére, pusíllus grex, quia complácuit
Patri vestro dare vobis regnum. Véndite quae possidétis, et date eleemósynam.
Fácite vobis sácculos, qui non veteráscunt, thesáurum non deficiéntem in coelis:
quo fur non apprópiat, neque tínea corrúmpit. Ubi enim thesáurus vester est,
ibi et cor vestrum erit.
Seguito
✠ del
santo Vangelo secondo Luca.
Luc
12:32-34.
In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Non temere, piccolo gregge, perché è
piaciuto al Padre vostro di dare a voi il regno. Vendete i vostri beni e dateli
in elemosina. Fatevi delle borse che non invecchiano, un tesoro che mai vien
meno nei cieli, dove il ladro non giunge e la tignuola non consuma. Dove è il
vostro tesoro, ci sarà pure il vostro cuore.
Omelia
di San Beda il Venerabile, Prete.
Libro
4, cap. 54, su Luca 12.
Chiama piccolo il
gregge degli eletti, o per comparazione del maggior numero dei dannati, o
meglio per la devozione dell'umiltà: poiché, sebbene la sua Chiesa sia già
estesa con quanta mai numerosità, tuttavia vuole che cresca fino alla fine del
mondo in umiltà, e che raggiunga con l'umiltà il regno promesso. Pertanto, dopo
aver consolato delicatamente le sue fatiche, come le ha ordinato di cercare
soltanto il regno di Dio, alla medesima promette con compiaciuta bontà il regno
che verrà donato dal Padre.
Vendete le
cose che possedete e datele in elemosina. Non temete, disse, che vengano
a mancare ai combattenti per il regno di Dio le cose necessarie di questo
mondo: che anzi vendete anche le cose possedute per l'elemosina. Ciò allora si
fa degnamente, quando uno, una volta disprezzate tutte le sue cose per il
Signore, nondimeno dopo di queste con il lavoro delle mani opera sia per avere
il vitto sia perché possa dare elemosina. Donde si gloria l'Apostolo, dicendo: Non ho io desiderato o l'argento, o l'oro o le vesti di nessuno: conforme
voi sapete che al bisogno mio e di quelli che sono con me servirono queste
mani. In tutto vi ho dimostrato come così lavorando, conviene sostenere i
deboli.
Fatevi delle
borse, che non invecchiano: operando cioè elemosine, il compenso delle quali
rimanga in eterno. Ove non bisogna ritenere che questo comandamento sia, che nessun
denaro sia conservato dai santi, da utilizzarsi vuoi per gli usi loro, vuoi per
quelli dei poveri: quando anche lo stesso Signore, a cui servivano gli angeli,
tuttavia, per informare la sua Chiesa, si legge avesse avuto nascondigli, sia
per conservare le offerte dei fedeli, sia per provvedere alle necessità dei
suoi e agli altri indigenti; ma che non si serva a Dio per queste cose, e per
timore della povertà non si tralasci la giustizia.
OFFERTORIUM
Ps
20:2-3. In
virtúte tua, Dómine, laetábitur justus, et super salutáre tuum exsultábit
veheménter: desidérium ánimae ejus tribuísti ei.
Ps
20:2-3. O Signore, il giusto si allieterà della tua potenza, e del tuo soccorso
quanto esulterà! Tu hai saziato il desiderio del suo cuore.
SECRETA
Laudis tibi, Dómine, hóstias immolámus in tuórum commemoratióne Sanctorum: quibus nos et praeséntibus
éxui malis confídimus et futúris. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium
tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia
saecula saeculorum. Amen.
Ti
offriamo, o Signore, un sacrificio di lode in memoria dei tuoi santi, e per
esso speriamo di essere liberati dai mali presenti e futuri. Per il nostro
Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con
lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Si
fa la commemorazione di Sant'Agnese, Vergine e Martire, per la seconda volta.
Super has, quaesumus,
Dómine, hóstias benedíctio copiósa descéndat: quae et sanctificatiónem nobis
cleménter operétur, et de Mártyrum nos solemnitáte laetíficet. Per Dominum nostrum
Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus
Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
O
Signore, discenda su queste offerte una copiosa benedizione, la quale operi
benignamente la nostra santificazione, e ci faccia gioire della solennità dei
martiri. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e
regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
PRAEFATIO
COMMUNIS
Vere dignum et
justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine
sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem
majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli
coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum
quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione
dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et
terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini.
Hosánna in excélsis.
È
veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere
grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le
Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i
Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro
canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di
lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra
sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che
viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
COMMUNIO
Matt
19:28; 19:29.
Amen, dico vobis: quod vos, qui reliquístis ómnia et secúti estis me, céntuplum
accipiétis, et vitam aetérnam possidébitis.
Matt
19:28; 19:29. In verità vi dico che voi, che avete abbandonato ogni cosa e mi
avete seguito, riceverete il centuplo e possederete la vita eterna.
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refécti cibo
potúque coelesti, Deus noster, te súpplices exorámus: ut, in cujus haec
commemoratióne percépimus, ejus muniámur et précibus. Per Dominum nostrum Jesum
Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti
Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Ristorati
dal cibo e dalla bevanda celeste, ti supplichiamo, o Signore Dio nostro,
affinché sia nostra difesa la preghiera del santo, nella cui festa abbiamo
partecipato a questi doni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è
Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli
dei secoli. Amen.
Si
fa la commemorazione di Sant'Agnese, Vergine e Martire, per la seconda volta.
Orémus.
Súmpsimus, Dómine,
celebritátis ánnuae votiva sacraménta: praesta, quaesumus; ut et temporális
vitae nobis remédia praebeant et aetérnae. Per Dominum nostrum Jesum Christum,
Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per
omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Abbiamo
ricevuto, Signore, i sacramenti che ti sono stati offerti in questa solennità
annuale: fa' che ci portino i rimedi della vita temporale e dell'eterna. Per il
nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in
unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.