sabato 26 gennaio 2019

San Policarpo, Vescovo e Martire

Doppio.
Paramenti rossi.

Policarpo nacque da una famiglia benestante a Smirne, in Asia Minore (attuale Turchia), nel 69 circa. Discepolo di San Giovanni Apostolo ed Evangelista, fu da lui rivestito della pienezza del sacerdozio (Introitus) ed eletto vescovo di Smirne. Fu primate di tutta l'Asia, giacché egli aveva conosciuto ed avuto per maestri alcuni degli Apostoli e di quelli che avevano visto il Signore.
Nel 154, sotto l'imperatore Antonino Pio, venne a Roma da papa Sant'Aniceto per discutere certe questioni concernenti la data della Pasqua ed ebbe anche l'occasione di reprimere gli eretici marcioniti e valentiniani, e di ricondurre alla fede moltissimi fedeli che erano stati sedotti dagli artifizi di Marcione e Valentino.
Martirio di San Policarpo.
In una lettera, che scrisse ai Filippesi, egli cita la prima Epistola del suo maestro, della quale la liturgia ci fa oggi leggere un brano. «Chiunque, egli dichiara, seguendo San Giovanni, non confessa che il Cristo si è fatto uomo, è un anticristo». Egli rivendica a Gesù la realtà del suo titolo di Figlio di Dio, contro gli eretici del suo tempo, che affermavano che l'Incarnazione del Verbo non era che apparente (eresia docetista). Un giorno che l'eretico Marcione gli domandò se lo conosceva, il Santo Vescovo rispose: «ch'egli lo conosceva per figlio primogenito di Satana». E l'Epistola di oggi stabilisce il modo di distinguere «i figli di Dio da quelli che sono figli del diavolo». Quelli che, come Cristo, amano i loro fratelli e, come Lui, dànno per loro la vita, sono di Dio. Questo farà San Policarpo. Infatti, durante l'impero di Antonino Pio, in presenza del Proconsole di Smirne Stazio Quadrato, mentre il popolo radunato nell'anfiteatro di Smirne a gran voce gridava contro di lui, fu gettato nel fuoco, e non restando appunto offeso dalle fiamme, trafitto dalla spada, ricevette la corona del martirio: era il 23 febbraio dell'anno 155.
Commovente e d'un carattere strettamente Liturgico (quasi un vero Prefazio) è l'ultima preghiera del Santo. Già legato colle mani all'indietro sul rogo: «come splendido Capo scelto a vittima da eccelso gregge e apprestato in olocausto gradito a Dio, volse gli occhi al Cielo e disse: - Signore, Dio onnipotente, Padre di Gesù Cristo, Figliuolo tuo diletto e benedetto, dal quale ricevemmo la conoscenza di Te; Dio degli Angeli e delle Potestà, di tutte le cose create, di tutta la schiatta dei giusti che vivono al tuo cospetto, io Ti benedico, perché mi facesti degno di questo giorno, e di quest'ora, e di prender posto nel numero dei Martiri, bevendo io lo stesso calice del tuo Cristo in risurrezione di vita eterna, per l'anima e pel corpo, nell'incorruttibilità dello Spirito Santo. Fra loro io sia appunto oggi come vittima pingue e gradita, così come hai stabilito, manifestato e adempiuto, o Dio veritiero e verace. Per questo io Ti rendo lode e benedizione e gloria in ogni cosa, per mezzo dell'eterno e Celeste Pontefice Gesù Cristo, Figlio tuo diletto, pel quale a Te, insieme con Lui e con lo Spirito Santo, sia gloria, ora ed in futuro. Amen. - Poiché ebbe detto Amen, gli uomini addetti al rogo vi appiccarono il fuoco...».
Le reliquie di San Policarpo sono conservate nel cippo marmoreo posto sotto l'altare maggiore della chiesa romana di Sant'Ambrogio della Massima. Altre venivano indicate sempre a Roma nella Chiesa di Santa Maria della Concezione in Campo Marzio.
Come Policarpo cerchiamo di portare molti frutti (è il significato del nome Policarpo) amando il nostro prossimo per amore di Nostro Signore Gesù Cristo.
(Cfr. Libro di San Girolamo Prete sugli Scrittori ecclesiastici, cap. 17)


Il Cantico dei tre giovani nella fornace di Babilonia invita tutte le opere di Dio e in modo speciale i sacerdoti a lodare Dio. Ciò ha fatto il Santo di cui celebriamo la festa.

INTROITUS
Dan 3:84; 3:87. Sacerdótes Dei, benedícite Dóminum: sancti et húmiles corde, laudáte Deum. Dan 3:57. Benedícite, ómnia ópera Dómini, Dómino: laudáte et superexaltáte eum in saecula. . Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. . Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Sacerdótes Dei, benedícite Dóminum: sancti et húmiles corde, laudáte Deum.

Dan 3:84; 3:87. Sacerdoti di Dio, benedite il Signore; lodatelo, o santi ed umili di cuore. Dan 3:57. Benedite il Signore, o voi tutte opere di Dio: lodatelo ed esaltatelo nei secoli. . Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. . Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Sacerdoti di Dio, benedite il Signore; lodatelo, o santi ed umili di cuore.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui nos beáti Polycárpi Mártyris tui atque Pontíficis ánnua solemnitáte laetíficas: concéde propítius; ut, cujus natalítia cólimus, de ejúsdem étiam protectióne gaudeámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che ci rallegri con l'annuale solennità del beato Policarpo martire tuo e vescovo: concedici benigno di godere del patrocinio suo, come ne celebriamo l'anniversario. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Joánnis Apóstoli.
1Joann 3:10-16.
Caríssimi: Omnis qui non est justus, non est ex Deo, et qui non díligit fratrem suum: quóniam haec est annuntiátio, quam audístis ab inítio, ut diligátis altérutrum. Non sicut Cain, qui ex malígno erat, et occídit fratrem suum. Et propter quid occídit eum? Quóniam ópera ejus malígna erant: fratris autem ejus justa. Nolíte mirári fratres, si odit vos mundus. Nos scimus quóniam transláti sumus de morte ad vitam, quóniam dilígimus fratres. Qui non díligit, manet in morte: omnis qui odit fratrem suum, homicída est. Et scitis, quóniam omnis homicída non habet vitam aetérnam in semetípso manéntem. In hoc cognóvimus caritátem Dei, quóniam ille ánimam suam pro nobis pósuit: et nos debémus pro frátribus ánimas pónere.

Lettura dell'Epistola del Beato Giovanni Apostolo.
1Joann 3:10-16.
Carissimo, chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello. Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che vi amiate l'un l'altro.  Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello. E per qual motivo l'uccise? Perché le opere sue erano malvagie, mentre quelle di suo fratello eran giuste. Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna. Da questo abbiamo conosciuto l'amore di Dio: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.

GRADUALE
Ps 8:6-7. Glória et honóre coronásti eum. . Et constituísti eum super ópera mánuum tuárum, Dómine.

Ps 8:6-7. Di gloria e di onore lo coronasti. . E lo costituisti sopra le opere delle tue mani, o Signore.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. . Hic est Sacérdos, quem coronávit Dóminus. Allelúja.

Alleluia, alleluia. . Questi è il sacerdote, che il Signore coronò. Alleluia.

Dopo Settuagesima, omessi l'Alleluja e il suo Versetto, si dice:

TRACTUS
Ps 111:1-3. Beátus vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. . Potens in terra erit semen ejus: generátio rectórum benedicétur. . Glória et divítiae in domo ejus: et justítia ejus manet in saeculum saeculi.

Ps 111:1-3. Beato l'uomo che teme il Signore: molto si compiace nei suoi comandamenti. . Potente sulla terra sarà la sua stirpe: sarà benedetta la discendenza dei giusti. . Nella sua casa gloria e ricchezza: la sua giustizia rimane nei secoli dei secoli.

A quelli che ascoltano la sua dottrina Nostro Signore Gesù Cristo dice di non temere, perché l'anima sopravvive al corpo, che solo può essere raggiunto dai persecutori. Se la Provvidenza ha cura degli uccellini, che vengono apprezzati pochi centesimi, e se i nostri capelli, che costituiscono la parte meno preziosa di noi, non cadono senza la volontà divina, che cosa non farà Dio per chi avrà il coraggio di confessare la sua fede?

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 10:26-32.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Nihil est opértum, quod non revelábitur; et occultum, quod non sciétur. Quod dico vobis in ténebris, dícite in lúmine: et quod in aure audítis, praedicáte super tecta. Et nolíte timére eos, qui occídunt corpus, ánimam autem non possunt occídere; sed pótius timéte eum, qui potest et ánimam et corpus pérdere in gehénnam. Nonne duo pásseres asse véneunt: et unus ex illis non cadet super terram sine Patre vestro? Vestri autem capílli cápitis omnes numeráti sunt. Nolíte ergo timére: multis passéribus melióres estis vos. Omnis ergo, qui confitébitur me coram homínibus, confitébor et ego eum coram Patre meo, qui in coelis est.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 10:26-32.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri! Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli.

Omelia di Sant'Ilario, Vescovo.
Commento su Matteo, can. 10, dopo la metà.
Il Signore mostra il giorno del giudizio, che manifesterà la coscienza segreta della nostra volontà: e quelle cose che ora si stimano occulte, aprirà alla luce della cognizione pubblica. Quindi ammonisce che non vanno temute le minacce, i consigli, i poteri dei persecutori: perché il giorno del giudizio rivelerà che queste erano state nulla e vane. Dite in pieno giorno quello che io vi dico all'oscuro: e predicate sui tetti quel che vi è stato detto in un orecchio. Non leggiamo che il Signore fosse solito fare discorsi di notte, e che avesse tramandato la dottrina nelle tenebre: ma che ogni suo discorso sono tenebre per i carnali, e il suo verbo è notte per gli infedeli.
Pertanto ciò che è stato detto da Lui, vuole che sia enunciato con libertà di fede e confessione. Quindi ordinò che si predicassero nella luce le cose che sono state dette nelle tenebre: di modo che quelle cose che sono state affidate al segreto degli orecchi, vengano udite sopra i tetti, ossia con la voce alta dei parlanti. Infatti la cognizione di Dio va proposta di continuo, ed il profondo segreto della dottrina evangelica va rivelata nel lume della predicazione apostolica: non temendo quelli che, sebbene gli sia dato potere sui corpi, tuttavia non hanno alcuna giurisdizione sull'anima; ma temendo piuttosto Dio, che ha il potere di fare perire nella geenna sia il corpo che l'anima.
Non temete coloro che uccidono il corpo. Niente che accade ai nostri corpi è da temere, e nessun dolore per l'uccisione della carne è da ammettere: quando in cambio della disciolta condizione della sua natura e origine, viene rifondata nella sostanza dell'anima spirituale. E poiché è opportuno che i confermati in tali dottrine abbiano la libera costanza di confessare Dio, aggiunse anche la condizione per la quale fossimo legati: che Egli avrebbe negato davanti al Padre nei cieli colui che avesse negato Lui in terra; inoltre, colui che lo avesse confessato davanti agli uomini, sarebbe stato confessato da Lui nei cieli; e nello stesso modo che noi fossimo stati testimoni del suo nome agli uomini, noi avremmo usufruito di tale testimonianza presso Dio Padre.

OFFERTORIUM
Ps 88:21-22. Invéni David servum meum, óleo sancto meo unxi eum: manus enim mea auxiliábitur ei, et bráchium meum confortábit eum.

Ps 88:21-22. Ho trovato Davide mio servo; l'ho consacrato col mio sacro olio; sicché sia sempre con lui la mia mano, e il mio braccio gli dia forza.

SECRETA
Múnera tibi, Dómine, dicáta sanctífica: et, intercedénte beáto Polycárpo Mártyre tuo atque Pontífice, per éadem nos placátus inténde. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Santifica, Signore, i doni a te consacrati: e per questi medesimi doni, intercedendo il beato Policarpo martire tuo e vescovo, guardaci con clemenza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Ps 20:4. Posuísti, Dómine, in cápite ejus corónam de lápide pretióso.

Ps 20:4. O Signore, gli hai posto in capo una corona di pietre preziose.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refécti participatióne múneris sacri, quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, cujus exséquimur cultum, intercedénte beáto Polycárpo Mártyre tuo atque Pontífice, sentiámus efféctum. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ristorati dalla partecipazione al sacro dono, ti preghiamo, o Signore Iddio nostro, che per intercessione del beato Policarpo, tuo Martire e Pontefice, sentiamo in noi l'effetto del culto che in suo onore abbiamo compiuto. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.