Paramenti rossi.
Oggi
la Santa Chiesa festeggia insieme due Martiri che professarono eroicamente la
loro fede, ma in tempi e località ben differenti.
Autore spagnolo, San Vincenzo e un donatore,
Museo del Prado, Madrid, Spagna, 1450-1500.
|
Essendo
stato riferito ciò al Preside Daciano, che gli imperatori Diocleziano e
Massimiano avevano fatto governatore della provincia, Vincenzo fu preso a
Saragozza e fu condotto incatenato, insieme col vescovo San Valerio, al
cospetto di Daciano a Valencia. Mentre il santo vescovo veniva esiliato, là Vincenzo
fu battuto con verghe e torturato sul cavalletto alla presenza di molti; ma né
la violenza dei tormenti né la durezza o dolcezza delle parole avendo potuto
rimuoverlo dal suo proposito, dopo essere stato disteso sopra una graticola
posta su carboni ardenti, scarnificato con uncini di ferro e bruciato con
lastre infuocate, fu ricondotto nella prigione seminata di cocci rotti,
affinché il suo corpo nudo, oppresso dal sonno, fosse tormentato anche da
questi rottami aguzzi sottoposti.
Nonostante
tutti questi tormenti, la testimonianza di Vincenzo continuava ad esser limpida
e ferma, e il santo diacono diceva all'empissimo Daciano: «Tu mi fai proprio un
servizio da amico, perché ho sempre desiderato suggellare con il sangue la mia
fede in Cristo. Vi è un altro in me che soffre, ma che tu non potrai mai
piegare. Questo che ti affatichi a distruggere con le torture è un debole vaso
di argilla che deve ad ogni modo spezzarsi. Non riuscirai mai a lacerare quello
che resta dentro e che domani sarà il tuo giudice».
Ma
mentre egli stava rinchiuso nell'oscura prigione, ecco una vivissima luce
illuminare tutta la prigione; luce che riempì di somma ammirazione tutti i
presenti, sì che il custode della prigione ne riferì a Daciano. Questi, fattolo
uscire, lo fece mettere sopra d'un soffice letto, sforzandosi così di sedurre
colle delizie colui che non aveva potuto ridurre al suo volere coi supplizi. Ma
l'animo invitto di Vincenzo, fortificato dalla fede e speranza in Gesù Cristo,
vinse ogni cosa.
Dopo
aver superati il fuoco, il ferro e la crudeltà dei carnefici, a Valencia se ne
volò vittorioso alla celeste corona del martirio, il 22 gennaio 304, prima
della promulgazione del IV editto di persecuzione emanato dall'imperatore Diocleziano. Il
suo corpo essendo stato gettato via e rimasto insepolto, un corvo lo difese
miracolosamente cogli artigli, col becco e colle ali dagli uccelli e da un
lupo. Risaputo ciò, Daciano ordinò che, legato in un sacco insieme ad un grosso
macigno, venisse sommerso in alto mare; ma anche da questo rigettato
miracolosamente sulla riva, fu infine seppellito dai Cristiani.
Dopo
la conversione dell'imperatore Costantino Magno, a Valencia fu eretta una
basilica in onore di San Vincenzo e sotto l'altare maggiore furono composte le
sue reliquie. Al tempo dell'invasione dei Mori, il corpo del Martire fu
traslato in Portogallo, in una chiesetta fatta appositamente costruire presso
il promontorio detto Cabo de São Vicente (Capo di San Vincenzo) in Algarve. Finita
la guerra contro i Mori, le spoglie mortali di San Vincenzo furono imbarcate in
una nave diretta a Lisbona, ove prima furono deposte nella chiesa di San Giusto
e Santa Rufina, e, dopo qualche tempo, il 15 settembre 1173, trasportate
solennemente in cattedrale. Alcune sue reliquie sono conservate nell'abbazia romana
delle Tre Fontane.
Il
nobile trionfo della passione di San Vincenzo fu molto bene descritto in versi
dal poeta spagnolo cristiano Prudenzio e celebrato con somme lodi da Sant'Agostino
e da papa San Leone. Nella fattispecie Sant'Agostino diceva: «Qual regione,
qual provincia, dove mai, o si estenda il Romano Impero o la religione
cristiana, non gode di celebrare l'anniversario di San Vincenzo?» (Sermo
CCLXXVI, 4; P.L. 38, 1257). Tutto ciò è confermato dalle numerosissime chiese
innalzate in suo onore e dalle città che lo hanno scelto come loro patrono.
Immagine miracolosa di Sant'Anastasio, monaco e martire. |
Visse quale monaco per sette anni, poi si recò a Cesarea Marittima in Palestina, allora
soggetta al dominio persiano, e là fu catturato dai suoi compatrioti. Quivi soffrì
coraggiosamente per la religione di Cristo catene e battiture. Essendo egli
stato soldato dell'esercito persiano, si chiese al re Cosroe II di decidere nei
suoi riguardi. Davanti al re che gli prometteva la liberazione se avesse
abiurato la fede cristiana, Anastasio rimase intrepido nel suo santo proposito. Allora fu portato a
Bethsaleon in Assiria (detta poi Sergiopoli, l'attuale Resafa in Siria), dove i
Persiani lo sottoposero per la fede cristiana a vari supplizi, e, infine, il 22
gennaio 628, il re Cosroe II gli fece troncare la testa insieme con altri
settanta Cristiani.
Le
sue reliquie furono portate dapprima a Gerusalemme, nel monastero in cui aveva professato
la vita monastica. Il suo capo fu poi trasportato a Roma, alle
Acque Salvie, nell'abbazia delle Tre Fontane, presso la via Ostiense, al tempo
dell'imperatore Eraclio intorno al 640. Insieme al suo capo fu portata anche
una sua venerabile immagine, al cui cospetto, come attestano gli atti del
Secondo Concilio Niceno, vengono scacciati i demoni e guarite molte malattie.
In un tempo nel quale (forse dopo l'eccidio del 586) Gerusalemme era stata distrutta, il Salmista scongiura il Signore di venire in aiuto del suo popolo, di cui una parte fu massacrata. La Santa Chiesa applica questo Salmo ai Martiri perseguitati dai nemici di Dio.
In un tempo nel quale (forse dopo l'eccidio del 586) Gerusalemme era stata distrutta, il Salmista scongiura il Signore di venire in aiuto del suo popolo, di cui una parte fu massacrata. La Santa Chiesa applica questo Salmo ai Martiri perseguitati dai nemici di Dio.
INTROITUS
Ps
78:11-12; 78:10.
Intret in conspéctu tuo, Dómine, gémitus compeditórum: redde vicínis nostris
séptuplum in sinu eórum: víndica sánguinem Sanctórum tuórum, qui effúsus est. Ps 78:1. Deus, venérunt gentes in
hereditátem tuam: polluérunt templum sanctum tuum: posuérunt Jerúsalem in
pomórum custódiam. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞.
Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen.
Intret in conspéctu tuo, Dómine, gémitus compeditórum: redde vicínis nostris
séptuplum in sinu
eórum: víndica sánguinem Sanctórum tuórum, qui effúsus est.
Ps
78:11-12; 78:10. Signore, il gemito dei prigionieri giunga al tuo cospetto:
rendi il settuplo ai nostri nemici; vendica il sangue versato dei tuoi santi.
Ps 78:1. O Dio, i pagani hanno invaso il tuo retaggio, profanato il tuo santo
tempio, ridotto Gerusalemme a un tugurio da guardiani di frutta. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Signore, il gemito dei prigionieri giunga al
tuo cospetto: rendi il settuplo ai nostri nemici; vendica il sangue versato dei
tuoi santi.
Gloria
ORATIO
Orémus.
Adésto, Dómine,
supplicatiónibus nostris: ut, qui ex iniquitáte nostra reos nos esse
cognóscimus, beatórum Mártyrum tuórum Vincéntii et Anastásii intercessióne liberémur.
Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in
unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Ascolta,
o Signore, le nostre suppliche, affinché, mentre riconosciamo la colpevolezza
delle nostre iniquità, ne siamo liberati per l'intercessione dei tuoi beati
martiri Vincenzo e Anastasio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio,
che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i
secoli dei secoli. Amen.
I
giusti sono beati in mezzo alle loro prove, perché i tormenti toccano solo i
loro corpi lasciando le anime in pace. Le afflizioni sono transitorie e
assicurano loro la più bella ricompensa, perché li purificano. In fine si
cambieranno le parti: e i giusti giudicheranno i loro carnefici.
LECTIO
Léctio libri
Sapiéntiae.
Sap
3:1-8.
Justorum ánimae in
manu Dei sunt, et non tanget illos torméntum mortis. Visi sunt oculis
insipiéntium mori: et aestimáta est afflíctio exitus illórum: et quod a nobis
est iter, extermínium: illi autem sunt in pace. Et si coram homínibus torménta
passi sunt, spes illórum immortalitáte plena est. In paucis vexáti, in multis
bene disponéntur: quóniam Deus tentávit eos, et invenit illos dignos se.
Tamquam aurum in fornáce probávit illos, et quasi holocáusti hóstiam accépit
illos, et in témpore erit respéctus illorum. Fulgébunt justi, et tamquam
scintíllae in arundinéto discúrrent. Judicábunt natiónes, et dominabúntur
pópulis, et regnábit Dóminus illórum in perpétuum.
Lettura
del libro della Sapienza.
Sap
3:1-8.
Le
anime dei giusti sono nelle mani di Dio, e nessun tormento le toccherà. Agli
occhi degli stolti parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una
sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace. Anche se
agli occhi degli uomini subirono castighi, la loro speranza è piena di
immortalità. Per una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha
provati e li ha trovati degni di sé. Li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li
ha graditi come ostia di olocausto, e a suo tempo saranno consolati. I giusti
risplenderanno; come scintille nella stoppia, correranno qua e là. Giudicheranno
le nazioni, avranno potere sui popoli e il Signore regnerà per sempre su di
loro.
GRADUALE
Exod
15:11. Gloriósus
Deus in Sanctis suis: mirábilis in majestáte, fáciens prodígia. Exod 15:6. ℣.
Déxtera tua, Dómine, glorificáta
est in virtúte: déxtera manus tua confrégit inimícos.
Exod
15:11. Dio è glorioso nei suoi santi, mirabile nella sua maestà, operatore di
prodigi. Exod 15:6. ℣. La tua destra, o Signore, si è distinta nella
forza; la tua destra ha spezzato i nemici.
ALLELUJA
Allelúja, allelúja.
Eccl 44:14. ℣. Córpora Sanctórum in pace sepúlta
sunt, et nómina eórum vivent in generatiónem et generatiónem. Allelúja.
Alleluia,
alleluia. Eccl 44:14. ℣. I corpi dei Santi sono sepolti in
pace e i lori nomi sopravviveranno di generazione in generazione. Alleluia.
Dopo
Settuagesima, omessi l'Alleluja e il suo Versetto, si dice:
TRACTUS
Ps
125:5-6. Qui
séminant in lácrimis, in gáudio metent. ℣. Eúntes ibant et flébant, mitténtes sémina sua. ℣.
Veniéntes autem vénient cum exsultatióne, portántes manípulos suos.
Ps
125:5-6. Chi semina nelle lacrime, mieterà nel gaudio. ℣. Nell'andare procedevano piangendo e portando il seme da gettare. ℣. Ma nel tornare verranno cantando e portando i propri covoni.
Nostro
Signore Gesù Cristo predice ai suoi Apostoli i flagelli che segneranno la fine
dei tempi e le persecuzioni di cui i buoni saranno oggetto da parte dei
cattivi. Non temete, perché Colui senza la volontà del quale non cade il più
sottile capello, sarà con voi per dirvi ciò che dovrete rispondere e metterà le
anime vostre fuori di pericolo, assicurando loro la vita eterna.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠
sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc
21:9-19.
In illo témpore:
Dixit Jesus discípulis suis: Cum audiéritis proelia et seditiónes, nolíte
terréri: opórtet primum haec fíeri, sed nondum statim finis. Tunc dicébat
illis: Surget gens contra gentem, et regnum advérsus regnum. Et terraemótus
magni erunt per loca, et pestiléntiae, et fames, terrorésque de coelo, et signa
magna erunt. Sed ante haec ómnia injícient vobis manus suas, et persequéntur
tradéntes in synagógas et custódias, trahéntes ad reges et praesides propter
nomen meum: contínget autem vobis in testimónium. Pónite ergo in córdibus
vestris non praemeditári, quemádmodum respondeátis. Ego enim dabo vobis os et
sapiéntiam, cui non potérunt resístere et contradícere omnes adversárii vestri.
Tradémini autem a paréntibus, et frátribus, et cognátis, et amícis, et morte
affícient ex vobis: et éritis ódio ómnibus propter nomen meum: et capíllus de
cápite vestro non períbit. In patiéntia vestra possidébitis ánimas vestras.
Seguito
✠ del
santo Vangelo secondo Luca.
Luc
21:9-19.
In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Quando sentirete parlare di guerre e
di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose,
ma non sarà subito la fine. Poi disse loro: Si solleverà popolo contro popolo e
regno contro regno, e vi saranno in luoghi diversi grandi terremoti, carestie e
pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. Ma
prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno,
consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a
governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render
testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa;
io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno
resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli,
dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da
tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con
la vostra perseveranza salverete le vostre anime.
Omelia
di San Gregorio, Papa.
Omelia
35 sui Vangeli.
Il Signore e
Redentore nostro annunzia i mali che precederanno la fine del mondo affinché,
quando essi verranno, tanto meno perturbino quanto più saranno stati conosciuti
prima. Infatti le frecce che si prevedono feriscono meno; e i mali del mondo ci
sembrano più tollerabili quando la previsione ci premunisce contro di essi,
come uno scudo. Ecco dunque quello che dice: Quando sentirete parlare di
guerre e sommosse, non vi spaventate; bisogna che prima avvengano queste cose,
ma la fine non verrà subito dopo. È necessario ponderare le parole del
nostro Redentore, con le quali egli ci annunzia che dobbiamo patire sia
all'esterno che all'interno. Le guerre infatti vengono fatte dai nemici, le
sommosse dai cittadini. Per indicarci dunque che saremo turbati all'esterno e
all'interno, ci dice che altro avremo a soffrire dai nemici e altro dai
fratelli.
Ma poiché,
avvenuti questi mali, non seguirà subito la fine, aggiunge: Si solleverà
popolo contro popolo e regno contro regno; e vi saranno in diversi luoghi
grandi terremoti, e pestilenze e carestie; e vi saranno fenomeni spaventosi e
grandi segni dal cielo. L'ultima calamità sarà così preceduta da molte
calamità; e con i frequenti mali che precederanno, vengono indicati i mali
eterni, che seguiranno. Perciò, dopo le guerre e le sommosse, non seguirà
subito la fine; perché devono precedere molti mali che possano preannunciare
il male che non avrà fine.
Però, dopo che si
è parlato di tanti segni di perturbazione, è necessario prenderli brevemente in
considerazione ad uno ad uno. Perché sta scritto che noi ne subiamo alcuni dal
cielo, altri dalla terra, altri dagli elementi, altri dagli uomini. Dice
infatti: Si solleverà popolo contro popolo: ecco lo scompiglio degli
uomini; vi saranno in diversi luoghi grandi terremoti: ecco l'ira
che verrà dall'alto; vi saranno pestilenze e: ecco la perturbazione
nei corpi; vi saranno fame e carestia: ecco la sterilità della
terra; e fenomeni spaventosi dal cielo e tempeste: ecco l'instabilità
dell'atmosfera. Poiché dunque tutto deve essere distrutto, prima della
distruzione tutto sarà sconvolto; e noi, che in tutto abbiamo peccato, in ogni
cosa saremo puniti, perché si avveri quanto è stato detto: E con lui
combatterà l'universo contro gli insensati.
OFFERTORIUM (dopo Settuagesima si omette l'alleluja)
Ps
67:36. Mirábilis
Deus in Sanctis suis: Deus Israël, ipse dabit virtútem et fortitúdinem plebi
suae: benedíctus Deus, allelúja.
Ps
67:36. Mirabile è Dio nei suoi Santi: Egli stesso, Iddio d'Israele, darà al suo
popolo forza e potenza: sia benedetto Dio, alleluia.
SECRETA
Múnera tibi,
Dómine, nostrae devotiónis offérimus: quae et pro tuórum tibi grata sint honóre
justórum, et nobis salutária, te miseránte, reddántur. Per Dominum nostrum
Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus
Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Ti
presentiamo, Signore, l'offerta del nostro sacrificio: degnati di accettarlo in
onore dei tuoi santi, e, per tua misericordia, ci sia fonte di salvezza. Per il
nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in
unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PRAEFATIO
COMMUNIS
Vere dignum et
justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine
sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem
majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli
coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum
quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione
dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et
terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini.
Hosánna in excélsis.
È
veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere
grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le
Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i
Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro
canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di
lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono
pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene
nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
COMMUNIO
Sap
3:4-6. Et si
coram homínibus torménta passi sunt, Deus tentávit eos: tamquam aurum in
fornáce probávit eos, et quasi holocáusta accépit eos.
Sap
3:4-6. Anche se agli occhi degli uomini subirono tormenti, Dio li ha provati:
li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come un olocausto.
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Quaesumus,
omnípotens Deus: ut, qui coeléstia aliménta percépimus, intercedéntibus beátis
Martýribus tuis Vincéntio et Anastásio, per haec contra ómnia advérsa muniámur.
Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in
unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Ti
supplichiamo, Dio onnipotente, che per mezzo di questi celesti nutrimenti e per
l'intercessione dei tuoi santi martiri Vincenzo ed Anastasio, siamo irrobustiti
contro ogni avversità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è
Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli
dei secoli. Amen.