Paramenti rossi.
Timoteo,
nato a Listra nella Licaonia, regione dell'Asia Minore (attuale Turchia), da
padre pagano e da madre giudea, praticava già la religione cristiana, quando il
Santo Apostolo Paolo arrivò in quella città. Questi, mosso dalla grande fama di
santità di Timoteo, se lo prese per compagno dei suoi viaggi apostolici; però
lo circoncise per riguardo dei Giudei, che si erano convertiti a Cristo, i
quali sapevano che il padre di Timoteo era pagano. Da allora Timoteo lasciò
tutto e divenne suo discepolo (Evangelium). Giunti dunque tutti e due ad Efeso,
l'Apostolo l'ordinò vescovo, affinché governasse quella chiesa (Introitus).
A
Timoteo l'Apostolo scrisse due lettere: l'una da Laodicea, l'altra da Roma, in cui
lo conferma nell'esercizio dell'ufficio pastorale. Timoteo però non potendo
sopportare che si offrisse ai simulacri dei demoni il sacrificio che è dovuto
al solo Dio, mentre si sforzava di stornare da siffatta empietà il popolo di Efeso,
che faceva sacrifici a Diana nella sua festa, venne lapidato; sollevato mezzo
morto dai Cristiani, e portato sopra una montagna vicina al paese, si addormentò
nel Signore il 24 gennaio nell'anno 97 circa.
Le reliquie di San Timoteo furono traslate nella Basilica dei Santi Apostoli a Costantinopoli nel IV secolo. Dal 1238 esse si trovano nella Cattedrale di Santa Maria della Purificazione a Termoli (Molise).
Le reliquie di San Timoteo furono traslate nella Basilica dei Santi Apostoli a Costantinopoli nel IV secolo. Dal 1238 esse si trovano nella Cattedrale di Santa Maria della Purificazione a Termoli (Molise).
Martirio di San Timoteo e traslazione del suo corpo, Menologion bizantino (folio 203v), Walters Art Museum, Baltimore, Stati Uniti, XI sec. |
La
Santa Chiesa paragona il Pontefice, che celebriamo, al levita Finees che si
mostrò pieno di zelo per la difesa della Legge di Dio. Il versetto loda la pia
sollecitudine del re Davide per edificare il tempio.
INTROITUS
Eccli
45:30. Státuit
ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii
dígnitas in aetérnum. Ps 131:1.
Meménto, Dómine, David: et omnis mansuetúdinis ejus. ℣. Glória Patri, et Fílio,
et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in
saecula saeculórum. Amen. Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem
fecit eum: ut sit illi sacerdótii dígnitas in aetérnum.
Eccli
45:30. Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e ne ha fatto un
principe: e così durerà per sempre la sua dignità sacerdotale. Ps 131:1.
Ricordati, Signore, di David e di tutta la pietà sua. ℣. Gloria al Padre e al
Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen. Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e
ne ha fatto un principe: e così durerà per sempre la sua dignità sacerdotale.
Gloria
ORATIO
Orémus.
Infirmitátem
nostram réspice, omnípotens Deus: et, quia pondus própriae actiónis gravat,
beáti Timothei Martyris tui atque Pontíficis intercéssio gloriósa nos prótegat.
Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in
unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Riguarda,
Dio onnipotente, alla nostra debolezza: e perché il peso del nostro mal operato
è grave, ci protegga la gloriosa intercessione del tuo beato Martire e
Pontefice Timoteo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e
vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei
secoli. Amen.
LECTIO
Léctio Epístolae Beáti
Pauli Apóstoli ad Timótheum.
1Tim
6:11-16.
Caríssime: Sectáre
justítiam, pietátem, fidem, caritátem, patiéntiam, mansuetúdinem. Certa bonum
certámen fídei, apprehénde vitam aetérnam, in qua vocátus es, et conféssus
bonam confessionem coram multis téstibus. Praecípio tibi coram Deo, qui
vivíficat ómnia, et Christo Jesu, qui testimónium réddidit sub Póntio Piláto,
bonam confessiónem: ut serves mandátum sine mácula, irreprehensíbile usque in
advéntum Dómini nostri Jesu Christi, quem suis tempóribus osténdet beátus et
solus potens, Rex regum et Dóminus dominántium: qui solus habet immortalitátem,
et lucem inhábitat inaccessíbilem: quem nullus hóminum vidit, sed nec vidére potest:
cui honor et impérium sempitérnum. Amen.
Lettura
dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo a Timoteo.
1Tim
6:11-16.
Carissimo,
tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla
mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita
eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella
professione di fede davanti a molti testimoni. Al cospetto di Dio che dà vita a
tutte le cose e di Gesù Cristo che ha dato la sua bella testimonianza davanti a
Ponzio Pilato, ti scongiuro di conservare senza macchia e irreprensibile il
comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo, che al
tempo stabilito sarà a noi rivelata dal beato e unico sovrano, il Re dei re e
Signore dei signori, il solo che possiede l'immortalità, che abita una luce
inaccessibile; che nessuno fra gli uomini ha mai visto né può vedere. A lui
onore e potenza per sempre. Così sia.
GRADUALE
Ps
88:21-23. Invéni
David servum meum, óleo sancto meo unxi eum: manus enim mea auxiliábitur ei, et
bráchium meum confortábit eum. ℣. Nihil profíciet inimícus in eo, et fílius
iniquitátis non nocébit ei.
Ps
88:21-23. Ho trovato Davide mio servo e l'ho unto col mio sacro olio: gli sarà
d'aiuto la mia mano e lo rinforzerà il mio braccio. ℣. Nulla potrà su di lui il
nemico e non gli nuocerà il figlio dell'iniquità.
ALLELUJA
Allelúja, allelúja.
Ps 109:4. ℣. Tu es sacérdos in aetérnum,
secúndum órdinem Melchísedech. Allelúja.
Alleluia,
alleluia. Ps 109:4. ℣. Tu sei sacerdote per sempre secondo l'ordine di
Melchisedech. Alleluia.
Dopo
Settuagesima, omessi l'Alleluia e il suo Versetto, si dice:
TRACTUS
Ps 20:3-4. Desidérium
ánimae ejus tribuísti ei: et voluntáte labiórum ejus non fraudásti eum. ℣. Quóniam
praevenísti eum in benedictiónibus dulcédinis. ℣. Posuísti in cápite ejus
corónam de lápide pretióso.
Ps
20:3-4. Hai adempiuto il desiderio della sua anima e non hai insoddisfatto i
voti delle sue labbra. ℣. Infatti l'hai prevenuto con fauste benedizioni. ℣.
Gli hai posto in capo una corona di pietre preziose.
Il
vero discepolo di Nostro Signore Gesù Cristo pospone i suoi interessi naturali
agli interessi di Dio. Non teme dunque la lotta contro i suoi o contro se
stesso, lotta che ostacola spesso l'adempimento del proprio dovere di
cristiano. Come usa il costruttore prima di iniziare una fabbrica e il re prima
di partire per la guerra, il Santo che celebriamo, dopo una matura riflessione,
s'è messo per sempre al servizio di Dio e vi è rimasto sempre fedele.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum
Lucam.
Luc
14:26-33.
In illo témpore:
Dixit Jesus turbis: Si quis venit ad me, et non odit patrem suum, et matrem, et
uxórem, et fílios, et fratres, et soróres, adhuc autem et ánimam suam, non
potest meus esse discípulus. Et qui non bájulat crucem suam, et venit post me,
non potest meus esse discípulus. Quis enim ex vobis volens turrim aedificáre,
non prius sedens cómputat sumptus, qui necessárii sunt, si hábeat ad
perficiéndum; ne, posteáquam posúerit fundaméntum, et non potúerit perfícere,
omnes, qui vident, incípiant illúdere ei, dicéntes: Quia hic homo coepit aedificáre,
et non pótuit consummáre? Aut quis rex iturus commíttere bellum advérsus álium
regem, non sedens prius cógitat, si possit cum decem míllibus occúrrere ei, qui
cum vigínti míllibus venit ad se? Alióquin, adhuc illo longe agénte, legatiónem
mittens, rogat ea, quae pacis sunt. Sic ergo omnis ex vobis, qui non renúntiat
ómnibus, quae póssidet, non potest meus esse discípulus.
Seguito
✠ del santo Vangelo secondo Luca.
Luc
14:26-33.
In
quel tempo, Gesù disse alle turbe: Se uno viene a me e non odia suo padre, sua
madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita,
non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro
di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre,
non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a
compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro,
tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a
costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo
in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con
diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è
ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non
rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
Omelia
di San Gregorio, Papa.
Omelia
37 sui Vangeli.
Se consideriamo, fratelli carissimi, quali e quanti beni ci vengono promessi in cielo, stimiamo
spregevoli quelli che abbiamo sulla terra. Infatti, la sostanza terrena,
paragonata all'eterna felicità, è un peso, non un aiuto. La vita temporale,
paragonata alla vita eterna, merita piuttosto il nome di morte che di vita.
Infatti lo stesso quotidiano decadere del corpo che altro è se non una lenta
morte? Ma quale lingua può ridire, quale intelletto comprendere quanto sia il
gaudio della patria superna: essere associati ai cori degli angeli, contemplare
con questi beatissimi spiriti la gloria del Creatore, vedere Dio faccia a
faccia, contemplare la luce indefettibile, non essere più turbato da alcun
timore di morte, godere una felicità inalterabile, infinita?
Ma l'animo si
infiamma al sentire queste cose, e già desidera ardentemente stare là dove
spera di godere senza fine. Ma non si può giungere a grandi premi se non
attraverso grandi fatiche. Di conseguenza anche Paolo, grande predicatore,
dice: Non sarà coronato, se non colui che avrà combattuto secondo le regole. La
grandezza delle ricompense dunque allieti il nostro spirito, ma non lo spaventi
il travaglio del combattimento. Per questo la Verità dice a quelli che si
accostano a lei: Se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre e la moglie
e i figli e i fratelli e le sorelle, e perfino la sua vita, non può essere mio
discepolo.
Ma ci si deve
chiedere come mai ci venga comandato di odiare i genitori e gli altri
congiunti, mentre poi ci è prescritto di amare anche i nemici. E certo la
Verità a proposito della moglie dice: Quel che Dio ha unito, l'uomo non divida.
E Paolo dice: Uomini, amate le vostre mogli come anche Cristo ama la Chiesa.
Ecco, il discepolo predica che bisogna amare la moglie, mentre il Maestro dice:
Chi non odia la moglie, non può essere mio discepolo. Forse che il giudice
prescrive una cosa e il banditore ne annuncia un'altra? Oppure possiamo odiare
e amare nel medesimo tempo? Però se valutiamo la forza del precetto, siamo in
grado di fare l'una cosa e l'altra operando un giusto discernimento: amare cioè
la moglie e quelli che ci sono uniti per parentela e che riconosciamo come
prossimo; e ignorarli, quasi odiandoli e fuggendoli, qualora ci fossero di
impaccio nel percorrere la via voluta da Dio.
OFFERTORIUM
Ps
88:25. Véritas
mea et misericórdia mea cum ipso: et in nómine meo exaltábitur cornu ejus.
Ps
88:25. Staranno sempre con lui la mia verità e la mia misericordia: nel mio
Nome si innalzerà la sua potenza.
SECRETA
Hóstias tibi,
Dómine, beáti Timothei Mártyris tui atque Pontíficis dicátas méritis, benígnus
assúme: et ad perpétuum nobis tríbue proveníre subsídium. Per Dominum nostrum
Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus
Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Accetta,
o Signore, la vittima consacrata ai meriti del beato Timoteo, tuo Martire e
Pontefice, e fa' che noi possiamo godere di un aiuto duraturo. Per il nostro
Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con
lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PRAEFATIO
COMMUNIS
Vere dignum et
justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine
sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem
majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli
coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum
quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione
dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et
terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini.
Hosánna in excélsis.
È
veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere
grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le
Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i
Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro
canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di
lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra
sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che
viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
COMMUNIO
Ps
88:36; 88:37-38.
Semel jurávi in sancto meo: Semen ejus in aetérnum manébit: et sedes ejus sicut
sol in conspéctu meo, et sicut luna perfécta in aetérnum, et testis in coelo
fidélis.
Ps
88:36; 88:37-38. Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre: In eterno
durerà la sua discendenza, il suo trono davanti a me quanto il sole, sempre
saldo come la luna, testimone fedele nel cielo.
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refécti
participatióne múneris sacri, quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, cujus
exséquimur cultum, intercedénte beáto Timotheo Mártyre tuo atque Pontífice,
sentiámus efféctum. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum
vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
Amen.
Preghiamo.
Ristorati
dalla partecipazione al sacro dono, ti preghiamo, o Signore Iddio nostro, che per
l'intercessione del beato Timoteo, tuo Martire e Pontefice, sentiamo in noi
l'effetto del culto che in suo onore abbiamo compiuto. Per il nostro Signore
Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo
Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.