sabato 12 gennaio 2019

Festa della Sacra Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

Doppio maggiore.
Paramenti bianchi.

Questa festa si celebra la Domenica infra l'Ottava dell'Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo, oppure, se tale Domenica occorra all'Ottava dell'Epifania (13 gennaio), il sabato che la precede.

La festa della Sacra Famiglia, che trae origine nella devozione dei Padri Gesuiti del XVII secolo, fu istituita da papa Leone XIII nel 1892 ed estesa alla Chiesa universale nel 1921 da papa Benedetto XV, fissandone la celebrazione alla Domenica infra l'Ottava dell'Epifania o al sabato che la precede.
L'intento di Santa Madre Chiesa è di assicurare alle anime il beneficio della meditazione e dell'imitazione delle virtù della Sacra Famiglia:

«A nessuno sfugge che la felicità privata e pubblica dipende in modo particolarissimo dall'istituzione familiare. Quanto più profonde radici, infatti, avrà messo la virtù in casa, con quanta più cura saranno stati formati gli animi dei figli dalle parole e dall'esempio dei genitori all'osservazione dei precetti religiosi, tanto più ricchi saranno i frutti nella comunità. Perciò interessa sommamente che la società familiare non solo sia costituita santamente, ma anche sia retta da leggi sante, e sia in essa promosso diligentemente e costantemente lo spirito di pietà e il modo di vivere cristiano.
Allorché giunse il tempo fissato dai suoi decreti per il compimento della grand'opera dell'umano riscatto, che i secoli da tempo attendevano, il Dio di misericordia ne dispose in tal guisa l'ordine e l'economia, che gl'inizi di quest'opera offrissero al mondo l'augusto spettacolo d'una Famiglia divinamente costituita, nella quale tutti gli uomini potessero contemplare l'esemplare più perfetto della società domestica e d'ogni virtù e santità. Tale fu infatti questa famiglia di Nazaret, in cui, prima d'irradiare su tutte le nazioni lo splendore della sua piena luce, il Sole di giustizia, cioè il Cristo Dio nostro Salvatore, dimorò nascosto colla Vergine sua Madre e Giuseppe, uomo santissimo, che ricopriva a riguardo di Gesù l'ufficio di padre. Quanto alle mutue prove d'amore, alla santità di costumi, all'esercizio della pietà nella società famigliare e nelle relazioni abituali di quelli che vivono sotto un medesimo tetto, non si può senza verun dubbio trovare a celebrare alcuna virtù che non rifulgesse in sommo grado in questa sacra Famiglia destinata a divenire il modello di tutte le altre. E la Provvidenza la stabilì così nel suo disegno pieno di bontà, perché tutti i cristiani, di qualsiasi condizione o patria, possano facilmente, se la riguardano con attenzione, avere e l'esempio di ogni virtù e un invito a praticarla.
I padri di famiglia hanno sicuramente in Giuseppe un modello ammirabile della vigilanza e sollecitudine paterna; le madri hanno nella santa Vergine, Madre di Dio, un esempio insigne di amore, di rispetto modesto e della sottomissione d'un'anima di fede perfetta; i figli di famiglia hanno in Gesù, sottomesso ai suoi genitori, un divino esempio d'obbedienza d'ammirare, onorare, imitare. Quelli che sono nati nobili, apprenderanno da questa Famiglia di sangue reale a conservare la moderazione nella prosperità e la dignità nelle afflizioni: i ricchi riconosceranno a questa scuola quanto siano da stimarsi meno le ricchezze che le virtù. Gli operai poi e tutti quelli che soffrono tanto per le angustie del sostegno d'una famiglia e d'una condizione povera, se guardano ai membri santissimi di questa società domestica, non mancherà loro né motivo né occasione di rallegrarsi della sorte loro toccata piuttosto che di rattristarsene. Difatti le fatiche loro sono ad essi comuni colla Sacra Famiglia, e comuni con essa le cure della vita quotidiana: anche Giuseppe dové provvedere, guadagnandosi il pane, al sostegno dei suoi; e anzi, le stesse mani divine s'esercitarono al lavoro di un'arte meccanica. Non è dunque da stupirci se uomini sapientissimi aventi copiose ricchezze, abbiano voluto rinunziarvi per scegliere la povertà e trovarsi uniti con Gesù, Maria e Giuseppe.
Per tutti questi motivi a buon dritto il culto della Sacra Famiglia, prontamente affermatosi fra i cattolici, ogni giorno più prende sviluppo. Come lo provano sia le associazioni cristiane istituite sotto il nome della Sacra Famiglia, sia gli onori singolari che le furono resi, e soprattutto i privilegi e favori spirituali accordati dai nostri predecessori per eccitare verso di essa lo zelo della pietà. Questo culto pertanto fu in grande onore fin dal secolo XVII, e propagato ovunque in Italia, Francia e Belgio si sparse quasi in tutta Europa; quindi valicate le immensità degli Oceani, si estese nella regione del Canada nell'America per fiorirvi sotto i più felici auspici. Niente infatti si può trovare di più salutare e più utile per le famiglie cristiane che l'esempio della Sacra Famiglia, la quale abbraccia la perfezione e l'insieme di tutte le virtù domestiche.
Si procuri quindi che il maggior numero possibile di famiglie, specialmente di operai, alle quali è indirizzata con maggior violenza l'insidia, si iscrivano a questa pia Associazione. Bisogna però badare che l'Associazione non defletta dal suo proposito, né si muti lo spirito; ma si conservino integri gli esercizi di pietà e di preghiere quali e come sono stati decretati. Implorati così in seno alle famiglie, Gesù, Maria e Giuseppe verranno in loro aiuto, vi conserveranno la carità, vi regoleranno i costumi e ne provocheranno i membri ad imitarne la virtù e addolciranno o renderanno sopportabili le mortali prove che ci minacciano da ogni parte». (Leone XIII, Breve Neminem fugit, 14 giugno 1892)

«Già risplendono decorati di lor lampade i sacri templi, già di ghirlande è adorno l'altare, fumano in pio omaggio i turiboli e mandano il profumo dell'incenso. Non conviene forse celebrare la nascita regale del Figlio del Padre Supremo coi nostri cantici? Non forse la casa di David, e i nomi gloriosi di questa antica stirpe? È più dolce per noi ricordare la piccola casa di Nazaret e l'umile esistenza che vi si conduce: è più dolce celebrare la vita oscura di Gesù. Dalle lontane sponde del Nilo ov'era fuggito, sotto la scorta d'un Angelo, ritorna in fretta, dopo aver molto sofferto il Pargoletto, salvo alla casa paterna. Lì il Fanciullo Divino imparò l'umile mestiere di Giuseppe e nell'ombra crebbe e fu felice di essere compagno nei lavori del falegname. Il sudore - egli dice - scorra sulle mie membra, prima che il Sangue le bagni; che questa fatica del lavoro serva d'espiazione per il genere umano. Vicino al divino Fanciullo è la tenera Madre; vicino allo Sposo, la Sposa devota, felice di poter sollevare le pene agli affaticati con cura affettuosa. O voi, che non foste esenti dalle pene e dal lavoro, che avete conosciuto la sventura, assistete gl'infelici che l'indigenza affligge e che lottano contro le difficoltà della vita. Togliete a questi l'amor del fasto, a color cui arride grande prosperità date animo sereno nelle circostanze: quanti implorano soccorso, guardate con viso benevolo. Sia, o Gesù, onore e potenza a te, che ci offri santi esempi di vita, e che regni insieme col sommo Padre e collo Spirito d'amore. Amen». (Inno del Mattutino della festa, composto da papa Leone XIII)

Nell'umile casa di Nazaret Nostro Signore Gesù Cristo, Maria Santissima e San Giuseppe consacrarono, con l'esercizio delle virtù domestiche, la vita familiare (Oratio). Possa la grande Famiglia che è la Chiesa ed ogni focolare cristiano esercitare in terra le virtù che esercitò la Sacra Famiglia, per meritare di vivere nella sua santa compagnia in cielo (Oratio).




INTROITUS
Prov 23:24; 23:25. Exsúltat gáudio pater Justi, gáudeat Pater tuus et Mater tua, et exsúltet quae génuit te. Ps 83:2-3. Quam dilécta tabernácula tua, Dómine virtútum! concupíscit et déficit ánima mea in átria Dómini. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Exsúltat gáudio pater Justi, gáudeat Pater tuus et Mater tua, et exsúltet quae génuit te.

Prov 23:24; 23:25. Esulti di gaudio il padre del Giusto, goda tuo Padre e tua Madre, ed esulti colei che ti ha generato. Ps 83:2-3. Quanto sono amabili i tuoi tabernacoli, o Signore degli eserciti! Anela e si strugge l'anima mia nella casa del Signore. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Esulti di gaudio il padre del Giusto, goda tuo Padre e tua Madre, ed esulti colei che ti ha generato.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Dómine Jesu Christe, qui, Maríae et Joseph súbditus, domésticam vitam ineffabílibus virtútibus consecrásti: fac nos, utriúsque auxílio, Famíliae sanctae tuae exémplis ínstrui; et consórtium cónsequi sempitérnum: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore Gesù Cristo, che stando sottomesso a Maria e Giuseppe, consacrasti la vita domestica con ineffabili virtù, fa' che con il loro aiuto siamo ammaestrati dagli esempi della tua santa Famiglia, e possiamo conseguirne il consorzio eterno: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Domenica infra l'Ottava dell'Epifania e della medesima Ottava con un'unica conclusione.

Orémus.
Pro Dominica infra Octavam Epiphaniae.
Vota, quaesumus, Dómine, supplicántis pópuli coelésti pietáte proséquere: ut et, quae agénda sunt, vídeant, et ad implénda, quae víderint, convaléscant.

Preghiamo.
Accogli, te ne preghiamo, o Signore, con divina bontà, i voti e le suppliche del tuo popolo, affinché veda ciò che deve fare e sia in grado di compierlo.

Pro Octava Epiphaniae.
Deus, qui hodiérna die Unigénitum tuum géntibus stella duce revelásti: concéde propítius; ut, qui jam te ex fide cognóvimus, usque ad contemplándam spéciem tuae celsitúdinis perducámur. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Dio, che oggi rivelasti alle genti il tuo Unigenito con la guida di una stella, concedi benigno che, dopo averti conosciuto mediante la fede, possiamo giungere a contemplare lo splendore della tua maestà. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Nostro Signore Gesù Cristo, nella sua grande misericordia, ci ha perdonato i nostri peccati, costituendo così la grande Famiglia che è la Chiesa. Egli ne è il capo. Tutti quelli che ne fanno parte ringrazino Dio ed usino, a loro volta, misericordia gli uni agli altri. In ogni focolare cristiano regni la pace di Cristo.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Colossénses.
Col 3:12-17.
Fratres: Indúite vos sicut elécti Dei, sancti et dilécti, víscera misericórdiae, benignitátem, humilitátem, modéstiam, patiéntiam: supportántes ínvicem, et donántes vobismetípsis, si quis advérsus áliquem habet querélam: sicut et Dóminus donávit vobis, ita et vos. Super ómnia autem haec caritátem habéte, quod est vínculum perfectiónis: et pax Christi exsúltet in córdibus vestris, in qua et vocáti estis in uno córpore: et grati estóte. Verbum Christi hábitet in vobis abundánter, in omni sapiéntia, docéntes et commonéntes vosmetípsos psalmis, hymnis et cánticis spirituálibus, in grátia cantántes in córdibus vestris Deo. Omne, quodcúmque fácitis in verbo aut in ópere, ómnia in nómine Dómini Jesu Christi, grátias agéntes Deo et Patri per ipsum.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Colossesi.
Col 3:12-17.
Fratelli, come eletti di Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di dolcezza e di pazienza, sopportandovi e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno ha da dolersi di un altro: come il Signore vi ha perdonato, così anche voi. Ma al di sopra di tutto questo rivestitevi della carità, che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché siete stati chiamati a questa pace in guisa da formare un solo corpo: siate riconoscenti. La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente, istruitevi e avvisatevi gli uni gli altri con ogni sapienza, e, ispirati dalla grazia, levate canti a Dio nei vostri cuori con salmi, inni e cantici spirituali. E qualsiasi cosa facciate in parole e in opere, fate tutto nel nome del Signore Gesù Cristo, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di Lui.

GRADUALE
Ps 26:4. Unam pétii a Dómino, hanc requíram: ut inhábitem in domo Dómini ómnibus diébus vitae meae. Ps 83:5. ℣. Beáti, qui hábitant in domo tua, Dómine: in saecula saeculórum laudábunt te.

Ps 26:4. Una sola cosa ho chiesto e richiederò al Signore: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita. Ps 83:5. ℣. Beati quelli che abitano nella tua casa, o Signore: essi possono lodarti nei secoli dei secoli.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Is 45:15. ℣. Vere tu es Rex abscónditus, Deus Israël Salvátor. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Is 45:15. ℣. Tu sei davvero un Re nascosto, o Dio d'Israele, Salvatore. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 2:42-52.
Cum factus esset Jesus annórum duódecim, ascendéntibus illis Jerosólymam secúndum consuetúdinem diéi festi, consummatísque diébus, cum redírent, remánsit puer Jesus in Jerúsalem, et non cognovérunt paréntes ejus. Existimántes autem illum esse in comitátu, venérunt iter diéi, et requirébant eum inter cognátos et notos. Et non inveniéntes, regréssi sunt in Jerúsalem, requiréntes eum. Et factum est, post tríduum invenérunt illum in templo sedéntem in médio doctórum, audiéntem illos et interrogántem eos. Stupébant autem omnes, qui eum audiébant, super prudéntia et respónsis ejus. Et vidéntes admiráti sunt. Et dixit Mater ejus ad illum: Fili, quid fecísti nobis sic? Ecce, pater tuus et ego doléntes quaerebámus te. Et ait ad illos: Quid est, quod me quaerebátis? Nesciebátis, quia in his, quae Patris mei sunt, opórtet me esse? Et ipsi non intellexérunt verbum, quod locútus est ad eos. Et descéndit cum eis, et venit Názareth: et erat súbditus illis. Et Mater ejus conservábat ómnia verba haec in corde suo. Et Jesus proficiébat sapiéntia et aetáte et grátia apud Deum et hómines.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 2:42-52.
Quando Gesù raggiunse i dodici anni, essendo essi saliti a Gerusalemme, secondo l'usanza di quella solennità, e, allorché, passati quei giorni, se ne ritornarono, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, né i suoi genitori se ne avvidero. Ora, supponendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di cammino, dopo di che lo cercarono tra i parenti e i conoscenti. Ma non avendolo trovato, tornarono a ricercarlo a Gerusalemme. E avvenne che dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, mentre sedeva in mezzo ai Dottori, e li ascoltava e li interrogava, e tutti gli astanti stupivano della sua sapienza e delle sue risposte. E, vistolo, ne fecero le meraviglie. E sua Madre gli disse: Figlio perché ci hai fatto questo? Ecco che tuo padre ed io, addolorati, ti cercavamo. E rispose loro: Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi di quel che spetta al Padre mio? Ed essi non compresero ciò che aveva loro detto. E se ne andò con loro e ritornò a Nazaret, e stava soggetto ad essi. Però sua Madre serbava in cuor suo tutte queste cose. E Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia innanzi a Dio e agli uomini.

Omelia di San Bernardo, Abate.
Omelia 1 su Missus est, n. 7-8.
E stava loro sottomesso (Luc 2:52). Chi? A chi? Un Dio a degli uomini; sì, il Dio, cui sono sottomessi gli Angeli, cui obbediscono i Principati e le Potestà, stava sottomesso a Maria, e non soltanto a Maria, ma anche a Giuseppe a cagione di Maria. Ammira dunque l'una e l'altra cosa, e scegli quel che ti pare più ammirabile, se la benignissima condiscendenza del Figlio o la gloriosissima dignità della Madre. Da ogni parte stupore, da ogni parte miracolo: che un Dio obbedisca a una donna è un'umiltà senza esempio; e che una donna comandi a un Dio è una sublimità senza eguale. Nelle lodi riserbate ai vergini, si canta in particolare ch'essi seguono l'Agnello ovunque vada (Apoc 14:4). Ebbene, di quali lodi non giudicherai degna chi gli va anche dinanzi?
Uomo, impara ad obbedire; terra, impara a sottostare; polvere, impara a sottometterti. L'Evangelista parlando del tuo autore: E stava, dice, loro sottomesso; cioè senza dubbio a Maria e a Giuseppe. Vergognati, cenere orgogliosa! Un Dio si abbassa, e tu ti esalti? Un Dio si assoggetta agli uomini, e tu, cercando di dominare gli uomini, ti metti al disopra del tuo autore? O se Dio, allorché penso così, si degnasse rispondermi ciò che, riprendendolo, rispose al suo Apostolo: Va' lontano da me, satana, perché tu non comprendi quel ch'è di Dio (Matt 16:23)! Difatti, ogni volta che desidero preminenza fra gli uomini, ogni volta mi sforzo di passare davanti a Dio; e allora veramente non sento quel ch'è di Dio. Infatti di lui è detto: E stava loro sottomesso (Luc 2:52). O uomo, se disdegni d'imitare l'esempio d'un uomo, certo non sarà indegno di te seguire il tuo fattore. Se non puoi forse seguirlo dovunque vada, degnati almeno di seguirlo fin dove egli volle discendere per te.
Se non puoi camminare per il sentiero sublime della verginità, segui almeno il tuo Dio nel sentiero sicurissimo dell'umiltà; e se anche coloro, che sono dei vergini, devieranno da questa retta via, a dire il vero, neppure essi seguiranno l'Agnello ovunque vada. L'umile ch'è macchiato, sì, segue l'Agnello, lo segue anche il vergine orgoglioso, ma nessun dei due lo segue dovunque vada; perché né il primo può elevarsi alla purezza dell'Agnello ch'è senza macchia, né il secondo si degna discendere alla dolcezza di questo stesso (Agnello), che ammutolì non solo davanti a chi lo tosava, ma ancora davanti a colui che l'uccideva. Nonpertanto il peccatore, umiliandosi, ha scelto una parte migliore dell'orgoglioso vergine, essendo che l'umile soddisfazione di quello lava la sua immondezza, mentre l'orgoglio di questo insozza la sua purezza.

Credo

OFFERTORIUM
Luc 2:22. Tulérunt Jesum paréntes ejus in Jerúsalem, ut sísterent eum Dómino.

Luc 2:22. I suoi genitori condussero Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore.

SECRETA
Placatiónis hostiam offérimus tibi, Dómine, supplíciter deprecantes: ut, per intercessiónem Deíparae Vírginis cum beáto Joseph, famílias nostras in pace et grátia tua fírmiter constítuas. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Ti offriamo, o Signore, l'ostia di propiziazione, umilmente supplicandoti che, per intercessione della Vergine Madre di Dio e del beato Giuseppe, Tu mantenga nella pace e nella tua grazia le nostre famiglie. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Domenica infra l'Ottava dell'Epifania e della medesima Ottava con un'unica conclusione.

Pro Dominica infra Octavam Epiphaniae.
Oblátum tibi, Dómine, sacrifícium vivíficet nos semper et múniat.

Il sacrificio a te offerto, o Signore, ci vivifichi e protegga sempre.

Pro Octava Epiphaniae.
Ecclésiae tuae, quaesumus, Dómine, dona propítius intuére: quibus non jam aurum, thus et myrrha profértur; sed quod eísdem munéribus declarátur, immolátur et súmitur, Jesus Christus, Fílius tuus, Dóminus noster: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Guarda benigno, o Signore, Te ne preghiamo, alle offerte della tua Chiesa, con le quali non si offre più oro, incenso e mirra, bensì Colui stesso che, mediante le medesime, è rappresentato, offerto e ricevuto, Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE EPIPHANIA DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubique grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia, cum Unigenitus tuus in substántia nostrae mortalitátis appáruit, nova nos immortalitátis suae luce reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché quando il tuo Unigenito apparve nella nostra natura mortale, ci riparò con la luce nuova della sua immortalità. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE EPIPHANIA DOMINI
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo Unigenitus tuus, in tua tecum glória coaetérnus, in veritáte carnis nostrae visibíliter corporális appáruit: sed et memóriam venerántes, in primis gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in comunione celebriamo il giorno santissimo in cui il tuo Unigenito, a Te coeterno nella tua gloria, apparve visibilmente uomo nella realtà della nostra carne: di più veneriamo la memoria, anzitutto della gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo Dio e Signore nostro Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Luc 2:51. Descéndit Jesus cum eis, et venit Názareth, et erat súbditus illis.

Luc 2:51. E Gesù se ne andò con loro, e tornò a Nazaret, ed era loro sottomesso.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Quos coeléstibus réficis sacraméntis, fac, Dómine Jesu, sanctae Famíliae tuae exémpla júgiter imitári: ut in hora mortis nostrae, occurrénte gloriósa Vírgine Matre tua cum beáto Joseph; per te in aetérna tabernácula récipi mereámur: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore Gesù, concedici che, ristorati dai tuoi Sacramenti, seguiamo sempre gli esempi della tua santa Famiglia, affinché nel momento della nostra morte meritiamo, con l'aiuto della gloriosa Vergine tua Madre e del beato Giuseppe, di essere accolti nei tuoi eterni tabernacoli. Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Domenica infra l'Ottava dell'Epifania e della medesima Ottava con un'unica conclusione.

Orémus.
Pro Dominica infra Octavam Epiphaniae.
Súpplices te rogámus, omnípotens Deus: ut, quos tuis réficis sacraméntis, tibi étiam plácitis móribus dignánter deservíre concédas.

Preghiamo.
Supplici Ti preghiamo, o Dio onnipotente: affinché a quelli, che Tu ristori coi tuoi sacramenti, conceda anche di servirti con una condotta a Te gradita.

Pro Octava Epiphaniae.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus: ut, quae solémni celebrámus officio, purificátae mentis intellegéntia consequámur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che i misteri oggi solennemente celebrati, li comprendiamo con l'intelligenza di uno spirito purificato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.