martedì 15 gennaio 2019

San Paolo, primo Eremita e Confessore - Commemorazione di San Mauro, Abate

Doppio.
Paramenti bianchi.

Storico del Santo, di cui oggi si celebra la festa, fu San Girolamo. Paolo, l'istitutore e maestro degli eremiti, nacque nella bassa Tebaide verso il 234, e aveva quindici anni quando rimase privo dei genitori. Per sfuggire la persecuzione di Decio e Valeriano e servire a Dio con più libertà, egli poi si ritirò in una caverna del deserto, ove poté gustare, nell'esercizio della preghiera e della penitenza, le soavità del giogo del Signore. In tale luogo eremitico un palmizio gli fornì vitto e vestito e visse fino a centotredici anni, quando, dietro rivelazione di Dio, fu visitato dal grande eremita Sant'Antonio, che ne aveva novanta. Benché non si conoscessero per l'innanzi, essi si salutarono col proprio nome, e mentre si intrattenevano a discorrere del regno di Dio, un corvo, che fino allora aveva portato a Paolo sempre mezzo pane, ne portò uno intero.
Partitosi il corvo: Ecco, disse Paolo, il Signore veramente buono e misericordioso, ci ha mandato da mangiare. Sono già sessant'anni che ricevo ogni giorno mezzo pane, ma ora per il tuo arrivo Cristo ha raddoppiata la razione ai suoi soldati. Quindi presero cibo con azioni di grazie vicino ad una fontana e, dopo essersi così alquanto rifocillati, rese di nuovo, secondo il costume, le grazie a Dio, passarono tutta la notte nelle lodi divine. Sul far del giorno Paolo, sentendo che la sua morte era prossima, ne avvertì Antonio e lo pregò di andare a prendere, per involgervi il suo corpo, il mantello che aveva ricevuto da Sant'Atanasio, il grande difensore della divinità di Nostro Signore Gesù Cristo. Antonio mentre era di ritorno vide l'anima di Paolo salire in cielo fra cori d'Angeli, in compagnia dei Profeti e degli Apostoli. Era verso il 347.
Giunto che fu alla di lui cella, lo trovò in ginocchio, la testa alzata, le mani sollevate in alto, il corpo esanime; e mentre lo involgeva nel mantello e cantava inni e salmi, secondo la tradizione cristiana, non avendo uno strumento onde scavare la terra, ecco accorrere dal fondo del deserto due leoni e fermarsi vicino al corpo del santo vegliardo: dando così ad intendere, che essi lo piangevano come potevano; e scavando a gara per terra colle loro zampe, fecero una fossa capace di contenere un uomo. Poi partitisi, Antonio seppellì in quel luogo il sacro corpo, e, ricopertolo di terra, vi eresse un tumulo alla maniera dei cristiani; ma portò via con sé la tunica di Paolo, ch'egli stesso si era tessuta a mo' di sporta con foglie di palma, e, finché visse, se ne rivestì nei giorni solenni di Pasqua e Pentecoste.
In questo periodo, che segue l'Epifania, consacrato particolarmente alle manifestazioni della divinità di Nostro Signore Gesù Cristo, informiamo la nostra vita interiore, con San Paolo eremita, della convinzione che la vita cristiana consiste nel riconoscere Nostro Signore Gesù Cristo come Figlio di Dio, e nel sacrificarci facendo nostra la sua divina santità.


Diego Rodriguez de Silva y Velazquez, Sant'Antonio Abate (a sinistra) e San Paolo Eremita (a destra),
Museo del Prado, Madrid, Spagna, 1635-1638.


Mauro, nobile romano, fanciullo fu offerto dal padre, il senatore Eutichio, a Dio sotto la disciplina del grande patriarca dei monaci d'Occidente, San Benedetto, e in breve colla divina grazia fece tali progressi, da riuscire di ammirazione allo stesso maestro; il quale sovente lo proponeva all'imitazione degli altri discepoli come modello di regolare osservanza e di tutte le virtù. Di lui, ancora adolescente, papa San Gregorio ricorda questo ammirabile esempio d'obbedienza: cioè, che, essendo caduto il giovane monaco Placido in un lago e già venendo trascinato dall'impeto della corrente, Mauro, all'ordine del santo Padre, accorse subito, e, camminando sulle acque, afferrò il compagno per i capelli e lo trasse a riva sano e salvo. Inviato poi in Gallia dallo stesso San Benedetto, vi promulgò la «Santa Regola benedettina» come la chiamano i Concili; ivi fondò anche il celebre monastero di Glanfeuil, che resse per quarant'anni, e vi professò meravigliosamente la disciplina monastica. Mediante la sua dottrina, tutta satura di perfezione evangelica, e colle sue opere, ossia con le migliaia di abbazie che copersero per dodici secoli il suolo francese, Egli rese il più grandioso omaggio alla divinità di Nostro Signore Gesù Cristo. Infine, illustre per santità e numerosi miracoli, migrò in cielo all'età di più che settant'anni, nell'anno della salute 565.


Hans Memling, San Cristoforo (al centro) con San Mauro di Glanfeuil (a sinistra) e Sant'Egidio (a destra),
pannello centrale del Trittico di Willem Moreel, Groeningemuseum, Bruges, Belgio, 1484.


INTROITUS
Ps 91:13-14. Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur: plantátus in domo Dómini: in átriis domus Dei nostri. Ps 91:2. Bonum est confitéri Dómino: et psállere nómini tuo, Altíssime. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur: plantátus in domo Dómini: in átriis domus Dei nostri.

Ps 91:13-14. Il giusto fiorirà come palma, crescerà come un cedro del Libano: trapiantato nella casa del Signore fiorirà negli atrii del tempio. Ps 91:2. È bene cantare la gloria al Signore: e lodare, Altissimo, il tuo Nome. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Il giusto fiorirà come palma, crescerà come un cedro del Libano: trapiantato nella casa del Signore fiorirà negli atrii del tempio.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui nos beáti Pauli Confessóris tui ánnua solemnitáte laetíficas: concéde propítius; ut, cujus natalítia cólimus, étiam actiónes imitémur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che ci rallegri con l'annua festività del beato Paolo confessore tuo, fa' che per la tua misericordia imitiamo le azioni di colui, del quale celebriamo l'anniversario. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di San Mauro, Abate.

Orémus.
Intercéssio nos, quaesumus, Dómine, beáti Mauri Abbátis comméndet: ut, quod nostris méritis non valémus, ejus patrocínio assequámur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Fa', o Signore, che l'intercessione del beato Mauro abate ci ottenga di raggiungere con il suo patrocinio ciò che non possiamo avere coi nostri meriti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Philippénses.
Philipp 3:7-12.
Fratres: Quae mihi fuérunt lucra, haec arbitrátus sum propter Christum detriménta. Verúmtamen exístimo ómnia detriméntum esse propter eminéntem sciéntiam Jesu Christi, Dómini mei: propter quem ómnia detriméntum feci et árbitror ut stércora, ut Christum lucrifáciam et invéniar in illo, non habens meam justítiam, quae ex lege est, sed illam, quae ex fide est Christi Jesu: quae ex Deo est justítia in fide, ad cognoscéndum illum, et virtútem resurrectiónis ejus, et societátem passiónum illíus: configurátus morti ejus: si quo modo occúrram ad resurrectiónem, quae est ex mórtuis: non quod jam accéperim aut jam perféctus sim: sequor autem, si quo modo comprehéndam, in quo et comprehénsus sum a Christo Jesu.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Filippesi.
Philipp 3:7-12.
Fratelli, ciò che per me era guadagno lo reputai perdita, per amore di Cristo. Anzi, stimo come perdita ogni cosa di fronte alla sublime cognizione di Gesù Cristo mio Signore. Per amore di lui ho rinunziato a tutte le cose e le stimo spazzatura, allo scopo di guadagnare Cristo, e ritrovarmi in lui non con la mia giustizia che viene dalla legge, ma con quella che viene dalla fede di Cristo Gesù: quella giustizia che viene da Dio mediante la fede, affin di conoscer Cristo, e la virtù della sua risurrezione, e la partecipazione dei suoi patimenti, divenendo a Lui conforme nella morte, per giungere, se mi riesce, alla risurrezione da morte. Non che abbia già ricevuto il premio, o che sia già perfetto, ma continuo a correre per vedere di conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Cristo Gesù.

GRADUALE
Ps 91:13; 91:14. Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur in domo Dómini. Ps 91:3. ℣. Ad annuntiándum mane misericórdiam tuam, et veritátem tuam per noctem.

Ps 91:13; 91:14. Il giusto fiorirà come palma, crescerà come un cedro del Libano nella casa del Signore. Ps 91:3. ℣. È bello, o Dio, celebrare la tua misericordia al mattino, e la tua fedeltà nella notte.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Os 14:6. ℣. Justus germinábit sicut lílium: et florébit in aetérnum ante Dóminum. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Os 14:6. ℣. Il giusto crescerà come il giglio, fiorirà in eterno davanti al Signore. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 11:25-30.
In illo témpore: Respóndens Jesus, dixit: Confíteor tibi, Pater, Dómine coeli et terrae, quia abscondísti haec a sapiéntibus et prudéntibus, et revelásti ea párvulis. Ita, Pater: quóniam sic fuit plácitum ante te. Omnia mihi trádita sunt a Patre meo. Et nemo novit Fílium nisi Pater: neque Patrem quis novit nisi Fílius, et cui volúerit Fílius reveláre. Veníte ad me, omnes, qui laborátis et oneráti estis, et ego refíciam vos. Tóllite jugum meum super vos, et díscite a me, quia mitis sum et húmilis corde: et inveniétis réquiem animábus vestris. Jugum enim meum suáve est et onus meum leve.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 11:25-30.
In quel tempo, Gesù prese a dire: Ti glorifico, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti, e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché questo è stato il beneplacito davanti a te. Ogni cosa mi è stata data dal Padre mio, e nessuno conosce il Figlio se non il Padre, come nessuno conosce il Padre se non il Figlio, e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo, e imparate da me che sono mite ed umile di cuore; e troverete riposo per le vostre anime, perché il mio giogo è soave, e il mio peso è leggero.

Omelia di Sant'Agostino, Vescovo.
Sermone 10 sulle Parole del Signore.
Venite a me, voi tutti che siete affaticati (Matt 11:18). E perché difatti siamo tutti affaticati se non perché siamo uomini mortali, fragili, infermi, che portiamo vasi di terra, causa mutua per noi di mille ansietà? Ma, se i vasi di carne ci tengono allo stretto, dilatiamo in noi gli spazi della carità. Perché dunque dice: Venite a me, voi tutti che siete affaticati, se non perché non ci affatichiamo più? Infine ecco subito la sua promessa; avendo chiamato gli affaticati, essi domanderanno forse per qual mercede li ha chiamati. Ed io, dice, vi ristorerò (Ivi). Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, non a fabbricare il mondo, non a creare tutto il visibile e l'invisibile, non a fare dei miracoli in questo mondo, né a risuscitare i morti, ma: ad essere dolci e umili di cuore (Matt 11:29).
Vuoi essere grande? Comincia ad essere piccolo. Pensi di fabbricare un edificio assai elevato? Pensa prima al fondamento dell'umiltà. Più uno vuole innalzare un edificio, più questo edificio sarà importante, e più profonde ne scava le fondamenta. E la fabbrica che si costruisce, poi si solleva in alto; ma chi ne scava le fondamenta si abbassa. L'edificio dunque prima di essere innalzato è basso nel suolo, e non se ne innalza la vetta se non dopo questo abbassamento.
Qual è l'altezza dell'edificio che intraprendiamo a costruire? Fin dove giungerà la cima di questo edificio? Lo dico subito, fino al cospetto di Dio. Vedete quanto è alto, quanto sublime è vedere Dio. Chi lo desidera, comprende quel che dico e quel che ascolta. Ci si promette la visione di Dio, del vero Dio, del sommo Dio. Infatti questo è il vero bene, vedere colui che ci vede. Infatti quelli che adorano i falsi dèi, li vedono facilmente; ma vedono degli dèi che hanno occhi e non vedono. A noi invece si promette la visione del Dio che vive e vede.

OFFERTORIUM
Ps 20:2-3. In virtúte tua, Dómine, laetábitur justus, et super salutáre tuum exsultábit veheménter: desidérium ánimae ejus tribuísti ei.

Ps 20:2-3. O Signore, il giusto si allieterà della tua potenza, e del tuo soccorso quanto esulterà! Tu hai saziato il desiderio del suo cuore.

SECRETA
Laudis tibi, Dómine, hóstias immolámus in tuórum commemoratióne Sanctórum: quibus nos et praeséntibus éxui malis confídimus et futúris. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Ti offriamo, o Signore, un sacrificio di lode in memoria dei tuoi santi, e per esso speriamo di essere liberati dai mali presenti e futuri. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di San Mauro, Abate.

Sacris altáribus, Dómine, hóstias superpósitas sanctus Maurus Abbas, quaesumus, in salútem nobis proveníre depóscat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Per intercessione del santo abate Mauro, o Signore, queste offerte deposte sull'altare giovino alla nostra salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Ps 63:11. Laetábitur justus in Dómino, et sperábit in eo: et laudabúntur omnes recti corde.

Ps 63:11. Il giusto gioirà nel Signore, in Lui si rifugerà; e ne meneranno vanto tutti gli animi retti.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refécti cibo potúque coelésti, Deus noster, te súpplices exorámus: ut, in cujus haec commemoratióne percépimus, ejus muniámur et précibus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ristorati dal cibo e dalla bevanda celeste, ti supplichiamo, o Signore Dio nostro, affinché sia nostra difesa la preghiera del santo nella cui festa abbiamo partecipato a questi doni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di San Mauro, Abate.

Orémus.
Prótegat nos, Dómine, cum tui perceptióne sacraménti beátus Maurus Abbas, pro nobis intercedéndo: ut et conversatiónis ejus experiámur insígnia, et intercessiónis percipiámus suffrágia. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ci protegga, o Signore, insieme al tuo sacramento che abbiamo ricevuto l'intercessione del beato Mauro abate, affinché della sua vita seguiamo gli esempi e della sua protezione sentiamo gli effetti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

lunedì 14 gennaio 2019

Sant'Ilario Vescovo, Confessore e Dottore della Chiesa - Commemorazione di San Felice, Prete e Martire

Doppio.
Paramenti bianchi.

Dopo di aver perseguitato la Santa Chiesa durante i primi secoli, gli imperatori, cristiani ma eretici, continuarono i loro attacchi appoggiando l'Arianesimo, che negava la divinità del Cristo. In questo periodo che segue l'Epifania, nel quale Nostro Signore Gesù Cristo afferma la sua divinità colle sue dottrine e i suoi miracoli, il primo santo che la Santa Chiesa ci presenta è uno dei difensori più intrepidi di questo dogma fondamentale del Cristianesimo.
Ilario nacque a Poitiers, nell'Aquitania, verso il 310, da una nobile famiglia pagana, che gli fece impartire una solida educazione letteraria e filosofica a base neoplatonica. Egli adulto abbracciò la fede cattolica e fu battezzato verso il 345. Legato dapprima in matrimonio e padre di una figlia, Abra, menò una vita quasi monastica; poi per le singolari virtù venne creato vescovo di Poitiers verso il 353, e si diportò così bene nella carica episcopale, da meritare le più grandi lodi dai fedeli. Il Santo Vescovo si distinse sempre per dottrina ed eloquenza.
Era l'epoca in cui l'imperatore Costanzo II perseguitava i cattolici col terrore, la confisca dei beni, l'esilio ed ogni altra crudeltà, se non passavano dalla parte degli Ariani. Per la difesa dell'ortodossia, il Santo Pastore convocò a Parigi nel 355, un sinodo che scomunicò gli ambiziosi vescovi di corte Valente e Ursacio, persecutori di Sant'Atanasio, e Saturnino, vescovo di Arles, che aveva condiviso le loro violenze. Ilario essendosi opposto agli Ariani come un muro inespugnabile, attirò su di sé il loro furore. Quindi gli furono tese molte insidie, e finalmente per gli artifizi del suddetto Saturnino, vescovo di Arles, dal sinodo di Béziers - il “sinodo dei falsi apostoli”, come Sant'Ilario stesso lo chiama, dal momento che l'assemblea fu dominata dai Vescovi filoariani, che negavano la divinità di Gesù Cristo - venne relegato nella Frigia, nell'attuale Turchia (356). Quivi risuscitò un morto e scrisse contro gli Ariani il suo capolavoro De Trinitate (Sulla Trinità) in dodici libri.
Quattro anni dopo (359), radunato dall'imperatore Costanzo II un concilio a Seleucia, città dell'Isauria, Ilario fu costretto ad assistervi e poté esporre la fede nicena, ma la concordia non fu raggiunta per il malanimo di molti. Dopo il sinodo, il Santo Pastore quindi partì per Costantinopoli, dove scorto l'estremo pericolo della fede, domandò, con tre pubblici memoriali, udienza all'imperatore, per disputare davanti a lui sulla fede cogli avversari. Ma Ursacio e Valente, vescovi Ariani, che Ilario aveva confutato nei suoi scritti, temendo la presenza di un uomo sì sapiente, persuasero l'imperatore Costanzo II di ristabilirlo nel suo vescovado come per fargli onore. Nel 360, fu allora che la Chiesa della Gallia, secondo l'espressione di San Girolamo, abbracciò Ilario reduce dal combattimento contro gli eretici, seguito fino alla città episcopale da San Martino, che fu poi preposto al governo della chiesa di Tours e la cui santità mostrò in seguito quanto profittasse delle lezioni d'un tanto maestro.
D'allora in poi governò la chiesa di Poitiers con gran tranquillità, e spinse la Gallia intera e l'Italia settentrionale a condannare l'empietà degli Ariani. Scrisse molti libri d'una meravigliosa erudizione; e San Girolamo afferma a Leta di poterli leggere tutti senza nessuna téma di errore con quelle parole: I libri d'Ilario si possono leggere senza alcun pericolo. Egli se ne andò in cielo il 13 gennaio, sotto gli imperatori Valentiniano e Valente, nell'anno 369 dalla nascita di Cristo. Appellato da molti Padri e concili Dottore insigne della Chiesa, e come tale onorato in alcune diocesi, finalmente ad istanza del sinodo di Bordeaux, nel 1851 Pio IX Pontefice massimo, con decreto della sacra Congregazione dei Riti, lo dichiarò e confermò Dottore della Chiesa universale, ordinando che il giorno della sua Festa si dicesse da tutti l'Ufficio e la Santa Messa dei Dottori.
Ricorriamo sempre all'intercessione di Sant'Ilario per essere intrepidi atleti della divinità di Cristo.


Fortuné Viguier, Sant'Ilario uccide l'eresia ariana raffigurata da un drago,
Chiesa di Sant'Ilario, Payré, Francia, 1866.


Felice, prete del III secolo, nativo di Nola, piccola città della Campania (Italia meridionale), per avere inveito con forza contro il culto degli idoli, fu in diverse maniere perseguitato dagli infedeli, poi gettato in prigione. Donde liberato di notte da un Angelo, ricevé l'ordine di cercare Massimiano, vescovo di Nola, il quale essendo carico di anni e temendo perciò di non poter sostenere i supplizi dei persecutori, s'era nascosto in una selva. Ivi giunto Felice, condottovi da Dio, trovò il santo vescovo disteso per terra quasi morto; rianimatolo e caricatoselo sulle spalle, lo affidò, perché si rimettesse, alle cure di una vedova cristiana. Ma riprendendo egli di nuovo l'empietà degli adoratori degli idoli, questi si precipitarono su di lui, ma egli fuggì e si nascose nello stretto spazio di due muraglie: la cui entrata essendosi subito ricoperta di ragnatele, nessuno poté sospettare che vi si fosse nascosto proprio allora. Donde poi uscito, Felice dimorò nascosto per tre mesi in casa di una pia donna. E allorquando la Santa Chiesa di Dio cominciò ad aver pace, ritornò a Nola, dove cogli esempi della vita, i suoi insegnamenti e i miracoli convertì molti alla fede di Cristo, e, dopo aver ricusato costantemente il vescovado di quella città, si addormentò nel Signore verso il 313, e fu sepolto presso Nola nel luogo detto in Pincis.
Questo Santo, perseguitato per la fede, meritò il titolo di Martire, benché sia sopravvissuto alla persecuzione. Innumerevoli miracoli resero celebre la sua tomba. Sulla testimonianza di San Paolino, che a lui deve la propria conversione, Nola fu, dopo Roma, la mèta dei numerosi pellegrinaggi che caratterizzano il IV secolo. Così si afferma, nel servo glorioso, la divina potenza.


San Felice da Nola, litografia.


La Chiesa loda il Signore per aver conferito ai Santi Dottori la sapienza, l'intelligenza e la santità con cui spandere dovunque il lume della dottrina evangelica.

INTROITUS
Eccli 15:5. In médio Ecclésiae apéruit os ejus: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiae et intelléctus: stolam glóriae índuit eum. Ps 91:2. Bonum est confitéri Dómino: et psállere nómini tuo, Altíssime. . Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. . Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. In médio Ecclésiae apéruit os ejus: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiae et intelléctus: stolam glóriae índuit eum.

Eccli 15:5. Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria. Ps 91:2. È bene cantare la gloria al Signore: e lodare, Altissimo, il tuo Nome. . Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. . Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui populo tuo aeternae salutis beatum Hilarium ministrum tribuisti: praesta quaesumus; ut, quem Doctorem vitae habuimus in terris, intercessorem habere mereamur in coelis. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che hai concesso al tuo popolo quale ministro di salvezza il beato Ilario, concedine che colui che in terra ci è stato Dottore, meritiamo di averlo intercessore in cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di San Felice, Prete e Martire.

Orémus.
Concéde, quaesumus, omnípotens Deus: ut ad meliórem vitam Sanctórum tuórum exémpla nos próvocent; quaténus, quorum solémnia ágimus, étiam actus imitémur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Te ne preghiamo, o Dio, onnipotente: fa' che gli esempi dei tuoi Santi ci spronino a vita migliore, sì che, celebrandone la festa, ne imitiamo pure le azioni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

I Dottori della Chiesa hanno messo in pratica i consigli che San Paolo dava a San Timoteo. Predicarono in ogni maniera la dottrina di Gesù Cristo, reagendo contro quella curiosità morbosa che rende certe anime avide ad intendere teorie nuove ed erronee in fatto di religione. Avendo combattuta la buona battaglia, come l'Apostolo, per il Vangelo e conservato intatto il deposito sacro della dottrina cristiana, ricevono in cielo la corona destinata a compensarli della loro santità apostolica.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Timótheum.
2Tim 4:1-8.
Caríssime: Testíficor coram Deo, et Jesu Christo, qui judicatúrus est vivos et mórtuos, per advéntum ipsíus et regnum ejus: praedica verbum, insta opportúne, importúne: árgue, óbsecra, íncrepa in omni patiéntia, et doctrína. Erit enim tempus, cum sanam doctrínam non sustinébunt, sed ad sua desidéria coacervábunt sibi magístros, pruriéntes áuribus, et a veritáte quidem audítum avértent, ad fábulas autem converténtur. Tu vero vígila, in ómnibus labóra, opus fac Evangelístae, ministérium tuum ímple. Sóbrius esto. Ego enim jam delíbor, et tempus resolutiónis meae instat. Bonum certámen certávi, cursum consummávi, fidem servávi. In réliquo repósita est mihi coróna justítiae, quam reddet mihi Dóminus in illa die, justus judex: non solum autem mihi, sed et iis, qui díligunt advéntum ejus.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo a Timoteo.
2Tim 4:1-8.
Carissimo: Ti scongiuro davanti a Dio e a Gesù Cristo, che ha da venire a giudicare i vivi ed i morti, per la sua venuta e per il suo regno: predica la Parola, insisti a tempo opportuno e fuori tempo. Riprendi, esorta, sgrida con paziente insegnamento; perché verrà tempo in cui la gente non potrà sopportare la sana dottrina, ma per assecondare la propria passione e per prurito di novità, si creerà una folla di maestri, e per non ascoltare la verità andrà dietro a favole. Ma tu veglia sopra tutte le cose, sopporta le afflizioni, compi l'ufficio di predicare il Vangelo, adempi il tuo ministero e sii temperante. In quanto a me il mio sangue sta per essere versato come una libazione e il tempo del mio scioglimento dal corpo è vicino. Ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede. Non mi resta che ricevere la corona di giustizia, che mi darà in quel giorno il Signore, giusto giudice; e non solo a me, ma anche a quelli che desiderano la sua venuta.

GRADUALE
Ps 36:30-31. Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium. . Lex Dei ejus in corde ipsíus: et non supplantabúntur gressus ejus.

Ps 36:30-31. La bocca del giusto esprime sapienza e la sua lingua parla secondo giustizia. . Ha nel cuore la legge del suo Dio e i suoi passi non sono esitanti.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Eccli 45:9. . Amávit eum Dóminus, et ornávit eum: stolam glóriae índuit eum. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Eccli 45:9. . Il Signore lo ha amato e lo ha colmato d'onore: lo ha rivestito di una veste di gloria. Alleluia.

I Dottori sono il sale che deve preservare le anime dalla corruzione: sono la luce che illumina gli uomini immersi nelle tenebre dell'errore e del peccato. Predicando con la loro dottrina e il loro esempio, glorificano Dio, il quale solo dà la grazia di compiere bene il proprio dovere. E siccome l'osservanza delle minime prescrizioni della legge riceve la sua ricompensa, essi sono grandi nel regno dei cieli.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 5:13-19.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Vos estis sal terrae. Quod si sal evanúerit, in quo saliétur? Ad níhilum valet ultra, nisi ut mittátur foras, et conculcétur ab homínibus. Vos estis lux mundi. Non potest cívitas abscóndi supra montem pósita. Neque accéndunt lucérnam, et ponunt eam sub módio, sed super candelábrum, ut lúceat ómnibus qui in domo sunt. Sic lúceat lux vestra coram homínibus, ut vídeant ópera vestra bona, et gloríficent Patrem vestrum, qui in coelis est. Nolíte putáre, quóniam veni sólvere legem aut prophétas: non veni sólvere, sed adimplére. Amen, quippe dico vobis, donec tránseat coelum et terra, iota unum aut unus apex non praeteríbit a lege, donec ómnia fiant. Qui ergo solverit unum de mandátis istis mínimis, et docúerit sic hómines, mínimus vocábitur in regno coelórum: qui autem fécerit et docúerit, hic magnus vocábitur in regno coelórum.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 5:13-19.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Voi siete il sale della terra. E se il sale perde la sua virtù, come lo si riattiverà? Non è più buono se non ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città posta sopra un monte. Né si accende la lucerna per riporla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia lume a quanti sono in casa. Così risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti, ma a completare. In verità vi dico che finché non passi il cielo e la terra non passerà un solo iota o un apice solo della Legge, che tutto non sia compiuto. Chi pertanto violerà uno dei minimi di questi comandamenti e insegnerà così agli uomini, sarà tenuto minimo nel regno dei cieli; ma colui che avrà operato ed insegnato, sarà tenuto grande nel regno dei cieli.

Omelia di Sant'Ilario, Vescovo.
Commento su Matteo, can. 4.
Voi siete il sale della terra. Se il sale diventa insipido, non è buono a nulla quello che si salerà. Ma io credo che non ci sia nessun sale della terra. In che modo quindi chiamò gli Apostoli il sale della terra? Ma va cercata la proprietà delle cose dette, che sarà mostrata sia dal compito degli Apostoli, sia dalla natura dello stesso sale. Il sale è in sé come una cosa sola e contiene l'elemento dell'acqua e quello del fuoco, e questo di due è una cosa sola.
Questo dunque reso efficace in ogni uso del genere umano, impartisce l'incorruttibilità ai corpi su cui sia stato cosparso, ed è dispensatore prontissimo ad ogni senso del sapore intrinseco. Ma gli Apostoli sono i predicatori delle cose celesti, e come i seminatori dell'eternità, conferenti l'immortalità a tutti i corpi sui quali sia stato cosparso il loro annuncio. Meritatamente quindi sono chiamati sale della terra, perché conservano i corpi per l'eternità a maniera di una salatura per virtù della dottrina.
Ma la natura del sale è sempre la stessa, né si può mai mutare. È vero che l'uomo sarà sottoposto alla mutazione e solo è beato chi sarà rimasto fino alla fine in tutte le opere di Dio; pertanto li ammonisce, avendoli chiamati sale della terra, di persistere nella virtù della potenza a loro conferita, per evitare che diventati vani non salino più, ed essi, perso il senso del sapore ricevuto, non possano vivificare i corpi corrotti, e gettatati dagli armai della Chiesa, con quelli che avrebbero salato, siano calpestati dai piedi dei passanti.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 91:13. Justus ut palma florébit: sicut cedrus, quae in Líbano est, multiplicábitur.

Ps 91:13. Il giusto fiorirà come palma, crescerà come un cedro del Libano.

SECRETA
Sancti Hilarii Pontíficis tui atque Doctóris nobis, Dómine, pia non desit orátio: quae et múnera nostra concíliet; et tuam nobis indulgéntiam semper obtíneat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, non ci venga mai meno l'intercessione pia del beato Ilario Vescovo tuo e Dottore, la quale renda a te graditi i nostri doni e sempre ottenga a noi la tua indulgenza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di San Felice, Prete e Martire.

Hóstias tibi, Dómine, beáti Félicis Mártyris tui dicátas méritis, benígnus assúme: et ad perpétuum nobis tríbue proveníre subsídium. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Accetta, o Signore, per la tua bontà queste offerte, che ti presentiamo in onore dei meriti del beato Felice martire tuo; e fa' che esse ci meritino una continua protezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Luc 12:42. Fidélis servus et prudens, quem constítuit dóminus super famíliam suam: ut det illis in témpore trítici mensúram.

Luc 12:42. Fedele e saggio è il servitore che il Signore ha preposto alla sua casa: perché al tempo conveniente dia il cibo che spetta a ciascuno.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Ut nobis, Dómine, tua sacrifícia dent salútem: beátus Hilarius Póntifex tuus et Doctor egrégius, quaesumus, precátor accédat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Interceda per noi, o Signore, il beato Ilario Vescovo tuo e Dottore egregio, affinché il tuo sacrificio ci porti salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di San Felice, Prete e Martire.

Orémus.
Quaesumus, Dómine, salutáribus repléti mystériis: ut, beáti Félicis Mártyris tui, cujus solémnia celebrámus, oratiónibus adjuvémur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Nutriti dei salutari misteri, ti preghiamo, Signore, di essere sempre soccorsi dalle preghiere del beato Felice martire tuo, del quale celebriamo la festa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

domenica 13 gennaio 2019

Domenica infra l'Ottava dell'Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo

Semidoppio.
Paramenti bianchi.

L'Ufficio di questa Domenica è ridotto a semplice commemorazione nella festa della Sacra Famiglia. La Santa Messa può essere tuttavia celebrata al primo giorno libero della settimana che segue.

Dall'età di dodici anni, i Giudei dovevano celebrare ogni anno, a Gerusalemme, le tre feste: di Pasqua, della Pentecoste e dei Tabernacoli. La liturgia del tempo di Natale, che ci ripete tutta la fanciullezza di Nostro Signore Gesù Cristo, ce lo mostra oggi al Tempio. Per la prima volta Egli dichiara ai Giudei che Dio è Suo Padre (Evangelium). «Non è senza un motivo - dice Sant'Ambrogio - che, dimenticando i suoi genitori secondo la carne, questo Fanciullo, il quale anche secondo la carne era pieno di sapienza e di grazia, volle esser ritrovato nel Tempio dopo tre giorni: Egli significava con ciò che, tre giorni dopo il trionfo della Passione, Colui che si credeva morto sarebbe risuscitato e sarebbe stato allora l'oggetto della nostra fede, seduto sopra un trono celeste nella gloria celeste. In Lui infatti, ci sono due nascite: l'una per la quale è generato dal Padre e l'altra per la quale nasce da una madre. La prima è del tutto divina, con la seconda Egli si abbassa fino a prendere la nostra natura» (III Notturno del Mattutino).

Sermone di San Leone, Papa.
Sermone 4 sull'Epifania.
È giusto e ragionevole, o dilettissimi, è un atto di vera pietà il gioire di tutto cuore nei giorni che attestano le opere della divina misericordia, e il celebrare solennemente quanto fu operato per la nostra salute; e a compiere questo pio dovere siamo invitati dalla disposizione stessa del tempo liturgico, la quale, dopo averci fatto celebrare il giorno in cui il Figlio di Dio coeterno al Padre nacque dalla Vergine, colloca a breve intervallo la festa dell'Epifania consacrata alla manifestazione del Signore.
Nella qual festa la divina provvidenza ci fa trovare un grande soccorso per la nostra fede: perché mentre si onorano con festa solenne le adorazioni che l'infanzia del Salvatore ricevé fin dai suoi inizi, abbiamo dagli stessi documenti originali la prova che Cristo aveva realmente, nascendo, la natura umana. Ecco infatti ciò che rende giusti gli empi, ciò che rende santi i peccatori: il credere cioè che in un solo e medesimo Gesù Cristo Signor nostro si trovano veramente sia la Divinità sia l'umanità. La Divinità, per la quale prima di tutti i secoli egli è uguale al Padre nella forma di Dio; l'umanità, per la quale negli ultimi tempi s'è unito all'uomo nella forma di servo.
Per corroborare dunque questa fede ch'era proclamata contro tutti gli errori, fu stabilito da un disegno dell'immensa bontà divina, che un popolo abitante in una lontana regione d'Oriente, popolo assai versato nella scienza dell'astronomia, ricevesse un segno della nascita del bambino che doveva regnare su tutto Israele. Infatti una stella d'uno splendore affatto nuovo e incomparabilmente bella, apparve ai Magi, e col suo meraviglioso splendore riempì di sì viva ammirazione gli animi loro, che la contemplavano, ch'essi credettero non potersi affatto rifiutare di cercare quanto si annunciava loro con segno sì straordinario.




INTROITUS
In excélso throno vidi sedére virum, quem adórat multitúdo Angelórum, psalléntes in unum: ecce, cujus impérii nomen est in aetérnum. Ps 99:1. Jubiláte Deo, omnis terra: servíte Dómino in laetítia. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. In excélso throno vidi sedére virum, quem adórat multitúdo Angelórum, psalléntes in unum: ecce, cujus impérii nomen est in aetérnum.

Sopra un eccelso trono vidi sedere un uomo, che una moltitudine di Angeli, cantando insieme inni e salmi, adorava: Ecco colui il cui nome è da tutta l'eternità. Ps 99:1. Acclamate con gioia a Dio da tutta la terra: servite al Signore con allegrezza. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Sopra un eccelso trono vidi sedere un uomo, che una moltitudine di Angeli, cantando insieme inni e salmi, adorava: Ecco colui il cui nome è da tutta l'eternità.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Vota, quaesumus, Dómine, supplicántis pópuli coelésti pietáte proséquere: ut et, quae agénda sunt, vídeant, et ad implénda, quae víderint, convaléscant. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Accogli, te ne preghiamo, o Signore, con divina bontà, i voti e le suppliche del tuo popolo, affinché veda ciò che deve fare e sia in grado di compierlo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava dell'Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo, se tale Santa Messa si riprende nella medesima Ottava.

Orémus.
Deus, qui hodiérna die Unigénitum tuum géntibus stella duce revelásti: concéde propítius; ut, qui jam te ex fide cognóvimus, usque ad contemplándam spéciem tuae celsitúdinis perducámur. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che oggi rivelasti alle genti il tuo Unigenito con la guida di una stella, concedi benigno che, dopo averti conosciuto mediante la fede, possiamo giungere a contemplare lo splendore della tua maestà. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Romános.
Rom 12:1-5.
Fratres: Obsecro vos per misericórdiam Dei, ut exhibeátis córpora vestra hóstiam vivéntem, sanctam, Deo placéntem, rationábile obséquium vestrum. Et nolíte conformári huic saeculo, sed reformámini in novitáte sensus vestri: ut probétis, quae sit volúntas Dei bona, et benéplacens, et perfécta. Dico enim per grátiam, quae data est mihi, ómnibus qui sunt inter vos: Non plus sápere, quam opórtet sápere, sed sápere ad sobrietátem: et unicuique sicut Deus divísit mensúram fídei. Sicut enim in uno córpore multa membra habémus, ómnia autem membra non eúndem actum habent: ita multi unum corpus sumus in Christo, sínguli autem alter alteríus membra: in Christo Jesu, Dómino nostro.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Romani.
Rom 12:1-5.
Io vi scongiuro adunque, o fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come ostia vivente, santa, gradita a Dio, è questo il vostro culto ragionevole. E non vogliate conformarvi a questo secolo, ma riformatevi col rinnovamento del vostro spirito: affinché possiate conoscere quale sia la volontà di Dio, ciò ch'è bene, gradito e perfetto. Quindi, in virtù della grazia che mi è stata data, dico a ciascuno di voi di non esagerare il proprio valore ma di avere un concetto modesto di sé: e ciascuno secondo la misura della fede che Dio gli ha compartita. Come infatti in un unico corpo noi abbiamo molte membra, e non tutte le membra hanno la stessa funzione: così, pur essendo molti, formiamo un corpo unico in Cristo, e tutti individualmente siamo membra l'uno dell'altro, in Cristo Gesù, nostro Signore.

GRADUALE
Ps 71:18; 71:3. Benedíctus Dóminus, Deus Israël, qui facit mirabília magna solus a saeculo. ℣. Suscípiant montes pacem pópulo tuo, et colles justítiam.

Ps 71:18; 71:3. Sia benedetto il Signore Dio d'Israele, il solo che da sempre fa cose mirabili. ℣. Ricevano i monti la pace per il popolo; e i colli la giustizia.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 99:1. ℣. Jubiláte Deo, omnis terra: servíte Dómino in laetítia. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 99:1. ℣. Acclamate con gioia a Dio da tutta la terra: servite al Signore con allegrezza. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 2:42-52.
Cum factus esset Jesus annórum duódecim, ascendéntibus illis Jerosólymam secúndum consuetúdinem diéi festi, consummatísque diébus, cum redírent, remánsit puer Jesus in Jerúsalem, et non cognovérunt paréntes ejus. Existimántes autem illum esse in comitátu, venérunt iter diéi, et requirébant eum inter cognátos et notos. Et non inveniéntes, regréssi sunt in Jerúsalem, requiréntes eum. Et factum est, post tríduum invenérunt illum in templo sedéntem in médio doctórum, audiéntem illos et interrogántem eos. Stupébant autem omnes, qui eum audiébant, super prudéntia et respónsis ejus. Et vidéntes admiráti sunt. Et dixit Mater ejus ad illum: Fili, quid fecísti nobis sic? Ecce, pater tuus et ego doléntes quaerebámus te. Et ait ad illos: Quid est, quod me quaerebátis? Nesciebátis, quia in his, quae Patris mei sunt, opórtet me esse? Et ipsi non intellexérunt verbum, quod locútus est ad eos. Et descéndit cum eis, et venit Názareth: et erat súbditus illis. Et Mater ejus conservábat ómnia verba haec in corde suo. Et Jesus proficiébat sapiéntia et aetáte et grátia apud Deum et hómines.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 2:42-52.
Quando Gesù raggiunse i dodici anni, essendo essi saliti a Gerusalemme, secondo l'usanza di quella solennità, e, allorché, passati quei giorni, se ne ritornarono, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, né i suoi genitori se ne avvidero. Ora, supponendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di cammino, dopo di che lo cercarono tra i parenti e i conoscenti. Ma non avendolo trovato, tornarono a ricercarlo a Gerusalemme. E avvenne che dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, mentre sedeva in mezzo ai Dottori, e li ascoltava e li interrogava, e tutti gli astanti stupivano della sua sapienza e delle sue risposte. E, vistolo, ne fecero le meraviglie. E sua Madre gli disse: Figlio perché ci ha fatto questo? Ecco che tuo padre ed io, addolorati, ti cercavamo. E rispose loro: Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi di quel che spetta al Padre mio? Ed essi non compresero ciò che aveva loro detto. E se ne andò con loro e ritornò a Nazaret, e stava soggetto ad essi. Però sua Madre serbava in cuor suo tutte queste cose. E Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia innanzi a Dio e agli uomini.

Omelia di Sant'Ambrogio, Vescovo.
Libro 2 sul cap. 2 di Luca, alla fine.
Dal dodicesimo anno, come leggiamo, si assume l'inizio della disputazione del Signore. Infatti questo numero degli evangelizzanti a predicare la fede era dovuto. Ed egli, non oziosamente immemore dei suoi genitori secondo la carne, il quale secondo la carne difatti si riempiva di sapienza di Dio e grazia, fu ritrovato dopo tre giorni nel tempio: in modo che fosse di indicazione, che dopo i tre giorni della sua trionfale passione, colui che si credeva morto, si presentasse alla nostra fede resuscitato nella sede celeste ed in onore divino.
Perché mi cercavate? Due infatti sono in Cristo le generazioni: una è paterna, l'altra materna. Quella paterna è più divina; la materna, invero, è quella che discende nel nostro lavoro ed uso. E quindi le cose che accadono al di sopra della natura, dell'età e della consuetudine, non sono da ascrivere alle virtù umane, ma sono da riferirsi alle potenze divine. Altrove la madre lo spinge ad un servizio, qui la madre viene ripresa, perché esige quelle cose che ancora sono umane. Ma mentre qui viene indicato avere dodici anni, lì viene detto avere discepoli; vedi come la madre, che si stupiva di un miracolo da lui quando era più piccolo, aveva imparato dal Figlio a non esigere un servizio da lui quando era più grande.
E fece ritorno a Nazaret, ed era soggetto ad essi. Perché infatti come maestro di potenza se non per compiere un'opera di pietà? E ci stupiamo se è deferente al Padre, colui che è soggetto alla madre? Non davvero questa soggezione è indice di debolezza ma di pietà: erga pure il capo di perfidia il serpente venuto fuori dai nascondigli selvaggi, e vomiti il veleno dal petto. Quando il Figlio dice di essere stato mandato, l'eretico vorrebbe chiamare il Padre maggiore, per dire il Figlio imperfetto, che può avere uno più grande di lui: per asserire che aveva bisogno di aiuti esterni colui che viene mandato. Forse che aveva bisogno anche di aiuto umano, per ottemperare al comando materno?

Credo

OFFERTORIUM
Ps 99:1; 99:2. Jubiláte Deo, omnis terra, servíte Dómino in laetítia: intráte in conspéctu ejus in exsultatióne: quia Dóminus ipse est Deus.

Ps 99:1; 99:2. Acclamate con gioia a Dio da tutta la terra: servite al Signore con allegrezza. Entrate alla sua presenza con esultanza. Sappiate che il Signore è Dio.

SECRETA
Oblátum tibi, Dómine, sacrifícium vivíficet nos semper et múniat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Il sacrificio a te offerto, o Signore, ci vivifichi e protegga sempre. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava dell'Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo, se tale Santa Messa si riprende nella medesima Ottava.

Ecclésiae tuae, quaesumus, Dómine, dona propítius intuére: quibus non jam aurum, thus et myrrha profértur; sed quod eísdem munéribus declarátur, immolátur et súmitur, Jesus Christus, Fílius tuus, Dóminus noster: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Guarda benigno, o Signore, Te ne preghiamo, alle offerte della tua Chiesa, con le quali non si offre più oro, incenso e mirra, bensì Colui stesso che, mediante le medesime, è rappresentato, offerto e ricevuto, Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE EPIPHANIA DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubique grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia, cum Unigenitus tuus in substántia nostrae mortalitátis appáruit, nova nos immortalitátis suae luce reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché quando il tuo Unigenito apparve nella nostra natura mortale, ci riparò con la luce nuova della sua immortalità. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE EPIPHANIA DOMINI (se tale Santa Messa si riprende durante l'Ottava dell'Epifania)
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo Unigenitus tuus, in tua tecum glória coaetérnus, in veritáte carnis nostrae visibíliter corporális appáruit: sed et memóriam venerántes, in primis gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in comunione celebriamo il giorno santissimo in cui il tuo Unigenito, a Te coeterno nella tua gloria, apparve visibilmente uomo nella realtà della nostra carne: di più veneriamo la memoria, anzitutto della gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo Dio e Signore nostro Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Luc 2:48; 2:49. Fili, quid fecísti nobis sic? ego et pater tuus doléntes quaerebámus te. Et quid est, quod me quaerebátis? nesciebátis, quia in his, quae Patris mei sunt, opórtet me esse?

Luc 2:48; 2:49. Figlio perché ci ha fatto questo? Ecco che tuo padre ed io, addolorati, ti cercavamo. E perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi di quel che spetta al Padre mio?

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Súpplices te rogámus, omnípotens Deus: ut, quos tuis réficis sacraméntis, tibi étiam plácitis móribus dignánter deservíre concédas. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Supplici Ti preghiamo, o Dio onnipotente: affinché a quelli, che Tu ristori coi tuoi sacramenti, conceda anche di servirti con una condotta a Te gradita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava dell'Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo, se tale Santa Messa si riprende nella medesima Ottava.

Orémus.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus: ut, quae solémni celebrámus officio, purificátae mentis intellegéntia consequámur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che i misteri oggi solennemente celebrati, li comprendiamo con l'intelligenza di uno spirito purificato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.