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domenica 13 gennaio 2019

Domenica infra l'Ottava dell'Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo

Semidoppio.
Paramenti bianchi.

L'Ufficio di questa Domenica è ridotto a semplice commemorazione nella festa della Sacra Famiglia. La Santa Messa può essere tuttavia celebrata al primo giorno libero della settimana che segue.

Dall'età di dodici anni, i Giudei dovevano celebrare ogni anno, a Gerusalemme, le tre feste: di Pasqua, della Pentecoste e dei Tabernacoli. La liturgia del tempo di Natale, che ci ripete tutta la fanciullezza di Nostro Signore Gesù Cristo, ce lo mostra oggi al Tempio. Per la prima volta Egli dichiara ai Giudei che Dio è Suo Padre (Evangelium). «Non è senza un motivo - dice Sant'Ambrogio - che, dimenticando i suoi genitori secondo la carne, questo Fanciullo, il quale anche secondo la carne era pieno di sapienza e di grazia, volle esser ritrovato nel Tempio dopo tre giorni: Egli significava con ciò che, tre giorni dopo il trionfo della Passione, Colui che si credeva morto sarebbe risuscitato e sarebbe stato allora l'oggetto della nostra fede, seduto sopra un trono celeste nella gloria celeste. In Lui infatti, ci sono due nascite: l'una per la quale è generato dal Padre e l'altra per la quale nasce da una madre. La prima è del tutto divina, con la seconda Egli si abbassa fino a prendere la nostra natura» (III Notturno del Mattutino).

Sermone di San Leone, Papa.
Sermone 4 sull'Epifania.
È giusto e ragionevole, o dilettissimi, è un atto di vera pietà il gioire di tutto cuore nei giorni che attestano le opere della divina misericordia, e il celebrare solennemente quanto fu operato per la nostra salute; e a compiere questo pio dovere siamo invitati dalla disposizione stessa del tempo liturgico, la quale, dopo averci fatto celebrare il giorno in cui il Figlio di Dio coeterno al Padre nacque dalla Vergine, colloca a breve intervallo la festa dell'Epifania consacrata alla manifestazione del Signore.
Nella qual festa la divina provvidenza ci fa trovare un grande soccorso per la nostra fede: perché mentre si onorano con festa solenne le adorazioni che l'infanzia del Salvatore ricevé fin dai suoi inizi, abbiamo dagli stessi documenti originali la prova che Cristo aveva realmente, nascendo, la natura umana. Ecco infatti ciò che rende giusti gli empi, ciò che rende santi i peccatori: il credere cioè che in un solo e medesimo Gesù Cristo Signor nostro si trovano veramente sia la Divinità sia l'umanità. La Divinità, per la quale prima di tutti i secoli egli è uguale al Padre nella forma di Dio; l'umanità, per la quale negli ultimi tempi s'è unito all'uomo nella forma di servo.
Per corroborare dunque questa fede ch'era proclamata contro tutti gli errori, fu stabilito da un disegno dell'immensa bontà divina, che un popolo abitante in una lontana regione d'Oriente, popolo assai versato nella scienza dell'astronomia, ricevesse un segno della nascita del bambino che doveva regnare su tutto Israele. Infatti una stella d'uno splendore affatto nuovo e incomparabilmente bella, apparve ai Magi, e col suo meraviglioso splendore riempì di sì viva ammirazione gli animi loro, che la contemplavano, ch'essi credettero non potersi affatto rifiutare di cercare quanto si annunciava loro con segno sì straordinario.




INTROITUS
In excélso throno vidi sedére virum, quem adórat multitúdo Angelórum, psalléntes in unum: ecce, cujus impérii nomen est in aetérnum. Ps 99:1. Jubiláte Deo, omnis terra: servíte Dómino in laetítia. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. In excélso throno vidi sedére virum, quem adórat multitúdo Angelórum, psalléntes in unum: ecce, cujus impérii nomen est in aetérnum.

Sopra un eccelso trono vidi sedere un uomo, che una moltitudine di Angeli, cantando insieme inni e salmi, adorava: Ecco colui il cui nome è da tutta l'eternità. Ps 99:1. Acclamate con gioia a Dio da tutta la terra: servite al Signore con allegrezza. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Sopra un eccelso trono vidi sedere un uomo, che una moltitudine di Angeli, cantando insieme inni e salmi, adorava: Ecco colui il cui nome è da tutta l'eternità.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Vota, quaesumus, Dómine, supplicántis pópuli coelésti pietáte proséquere: ut et, quae agénda sunt, vídeant, et ad implénda, quae víderint, convaléscant. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Accogli, te ne preghiamo, o Signore, con divina bontà, i voti e le suppliche del tuo popolo, affinché veda ciò che deve fare e sia in grado di compierlo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava dell'Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo, se tale Santa Messa si riprende nella medesima Ottava.

Orémus.
Deus, qui hodiérna die Unigénitum tuum géntibus stella duce revelásti: concéde propítius; ut, qui jam te ex fide cognóvimus, usque ad contemplándam spéciem tuae celsitúdinis perducámur. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che oggi rivelasti alle genti il tuo Unigenito con la guida di una stella, concedi benigno che, dopo averti conosciuto mediante la fede, possiamo giungere a contemplare lo splendore della tua maestà. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Romános.
Rom 12:1-5.
Fratres: Obsecro vos per misericórdiam Dei, ut exhibeátis córpora vestra hóstiam vivéntem, sanctam, Deo placéntem, rationábile obséquium vestrum. Et nolíte conformári huic saeculo, sed reformámini in novitáte sensus vestri: ut probétis, quae sit volúntas Dei bona, et benéplacens, et perfécta. Dico enim per grátiam, quae data est mihi, ómnibus qui sunt inter vos: Non plus sápere, quam opórtet sápere, sed sápere ad sobrietátem: et unicuique sicut Deus divísit mensúram fídei. Sicut enim in uno córpore multa membra habémus, ómnia autem membra non eúndem actum habent: ita multi unum corpus sumus in Christo, sínguli autem alter alteríus membra: in Christo Jesu, Dómino nostro.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Romani.
Rom 12:1-5.
Io vi scongiuro adunque, o fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come ostia vivente, santa, gradita a Dio, è questo il vostro culto ragionevole. E non vogliate conformarvi a questo secolo, ma riformatevi col rinnovamento del vostro spirito: affinché possiate conoscere quale sia la volontà di Dio, ciò ch'è bene, gradito e perfetto. Quindi, in virtù della grazia che mi è stata data, dico a ciascuno di voi di non esagerare il proprio valore ma di avere un concetto modesto di sé: e ciascuno secondo la misura della fede che Dio gli ha compartita. Come infatti in un unico corpo noi abbiamo molte membra, e non tutte le membra hanno la stessa funzione: così, pur essendo molti, formiamo un corpo unico in Cristo, e tutti individualmente siamo membra l'uno dell'altro, in Cristo Gesù, nostro Signore.

GRADUALE
Ps 71:18; 71:3. Benedíctus Dóminus, Deus Israël, qui facit mirabília magna solus a saeculo. ℣. Suscípiant montes pacem pópulo tuo, et colles justítiam.

Ps 71:18; 71:3. Sia benedetto il Signore Dio d'Israele, il solo che da sempre fa cose mirabili. ℣. Ricevano i monti la pace per il popolo; e i colli la giustizia.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 99:1. ℣. Jubiláte Deo, omnis terra: servíte Dómino in laetítia. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 99:1. ℣. Acclamate con gioia a Dio da tutta la terra: servite al Signore con allegrezza. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 2:42-52.
Cum factus esset Jesus annórum duódecim, ascendéntibus illis Jerosólymam secúndum consuetúdinem diéi festi, consummatísque diébus, cum redírent, remánsit puer Jesus in Jerúsalem, et non cognovérunt paréntes ejus. Existimántes autem illum esse in comitátu, venérunt iter diéi, et requirébant eum inter cognátos et notos. Et non inveniéntes, regréssi sunt in Jerúsalem, requiréntes eum. Et factum est, post tríduum invenérunt illum in templo sedéntem in médio doctórum, audiéntem illos et interrogántem eos. Stupébant autem omnes, qui eum audiébant, super prudéntia et respónsis ejus. Et vidéntes admiráti sunt. Et dixit Mater ejus ad illum: Fili, quid fecísti nobis sic? Ecce, pater tuus et ego doléntes quaerebámus te. Et ait ad illos: Quid est, quod me quaerebátis? Nesciebátis, quia in his, quae Patris mei sunt, opórtet me esse? Et ipsi non intellexérunt verbum, quod locútus est ad eos. Et descéndit cum eis, et venit Názareth: et erat súbditus illis. Et Mater ejus conservábat ómnia verba haec in corde suo. Et Jesus proficiébat sapiéntia et aetáte et grátia apud Deum et hómines.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 2:42-52.
Quando Gesù raggiunse i dodici anni, essendo essi saliti a Gerusalemme, secondo l'usanza di quella solennità, e, allorché, passati quei giorni, se ne ritornarono, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, né i suoi genitori se ne avvidero. Ora, supponendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di cammino, dopo di che lo cercarono tra i parenti e i conoscenti. Ma non avendolo trovato, tornarono a ricercarlo a Gerusalemme. E avvenne che dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, mentre sedeva in mezzo ai Dottori, e li ascoltava e li interrogava, e tutti gli astanti stupivano della sua sapienza e delle sue risposte. E, vistolo, ne fecero le meraviglie. E sua Madre gli disse: Figlio perché ci ha fatto questo? Ecco che tuo padre ed io, addolorati, ti cercavamo. E rispose loro: Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi di quel che spetta al Padre mio? Ed essi non compresero ciò che aveva loro detto. E se ne andò con loro e ritornò a Nazaret, e stava soggetto ad essi. Però sua Madre serbava in cuor suo tutte queste cose. E Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia innanzi a Dio e agli uomini.

Omelia di Sant'Ambrogio, Vescovo.
Libro 2 sul cap. 2 di Luca, alla fine.
Dal dodicesimo anno, come leggiamo, si assume l'inizio della disputazione del Signore. Infatti questo numero degli evangelizzanti a predicare la fede era dovuto. Ed egli, non oziosamente immemore dei suoi genitori secondo la carne, il quale secondo la carne difatti si riempiva di sapienza di Dio e grazia, fu ritrovato dopo tre giorni nel tempio: in modo che fosse di indicazione, che dopo i tre giorni della sua trionfale passione, colui che si credeva morto, si presentasse alla nostra fede resuscitato nella sede celeste ed in onore divino.
Perché mi cercavate? Due infatti sono in Cristo le generazioni: una è paterna, l'altra materna. Quella paterna è più divina; la materna, invero, è quella che discende nel nostro lavoro ed uso. E quindi le cose che accadono al di sopra della natura, dell'età e della consuetudine, non sono da ascrivere alle virtù umane, ma sono da riferirsi alle potenze divine. Altrove la madre lo spinge ad un servizio, qui la madre viene ripresa, perché esige quelle cose che ancora sono umane. Ma mentre qui viene indicato avere dodici anni, lì viene detto avere discepoli; vedi come la madre, che si stupiva di un miracolo da lui quando era più piccolo, aveva imparato dal Figlio a non esigere un servizio da lui quando era più grande.
E fece ritorno a Nazaret, ed era soggetto ad essi. Perché infatti come maestro di potenza se non per compiere un'opera di pietà? E ci stupiamo se è deferente al Padre, colui che è soggetto alla madre? Non davvero questa soggezione è indice di debolezza ma di pietà: erga pure il capo di perfidia il serpente venuto fuori dai nascondigli selvaggi, e vomiti il veleno dal petto. Quando il Figlio dice di essere stato mandato, l'eretico vorrebbe chiamare il Padre maggiore, per dire il Figlio imperfetto, che può avere uno più grande di lui: per asserire che aveva bisogno di aiuti esterni colui che viene mandato. Forse che aveva bisogno anche di aiuto umano, per ottemperare al comando materno?

Credo

OFFERTORIUM
Ps 99:1; 99:2. Jubiláte Deo, omnis terra, servíte Dómino in laetítia: intráte in conspéctu ejus in exsultatióne: quia Dóminus ipse est Deus.

Ps 99:1; 99:2. Acclamate con gioia a Dio da tutta la terra: servite al Signore con allegrezza. Entrate alla sua presenza con esultanza. Sappiate che il Signore è Dio.

SECRETA
Oblátum tibi, Dómine, sacrifícium vivíficet nos semper et múniat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Il sacrificio a te offerto, o Signore, ci vivifichi e protegga sempre. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava dell'Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo, se tale Santa Messa si riprende nella medesima Ottava.

Ecclésiae tuae, quaesumus, Dómine, dona propítius intuére: quibus non jam aurum, thus et myrrha profértur; sed quod eísdem munéribus declarátur, immolátur et súmitur, Jesus Christus, Fílius tuus, Dóminus noster: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Guarda benigno, o Signore, Te ne preghiamo, alle offerte della tua Chiesa, con le quali non si offre più oro, incenso e mirra, bensì Colui stesso che, mediante le medesime, è rappresentato, offerto e ricevuto, Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE EPIPHANIA DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubique grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia, cum Unigenitus tuus in substántia nostrae mortalitátis appáruit, nova nos immortalitátis suae luce reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché quando il tuo Unigenito apparve nella nostra natura mortale, ci riparò con la luce nuova della sua immortalità. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE EPIPHANIA DOMINI (se tale Santa Messa si riprende durante l'Ottava dell'Epifania)
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo Unigenitus tuus, in tua tecum glória coaetérnus, in veritáte carnis nostrae visibíliter corporális appáruit: sed et memóriam venerántes, in primis gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in comunione celebriamo il giorno santissimo in cui il tuo Unigenito, a Te coeterno nella tua gloria, apparve visibilmente uomo nella realtà della nostra carne: di più veneriamo la memoria, anzitutto della gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo Dio e Signore nostro Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Luc 2:48; 2:49. Fili, quid fecísti nobis sic? ego et pater tuus doléntes quaerebámus te. Et quid est, quod me quaerebátis? nesciebátis, quia in his, quae Patris mei sunt, opórtet me esse?

Luc 2:48; 2:49. Figlio perché ci ha fatto questo? Ecco che tuo padre ed io, addolorati, ti cercavamo. E perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi di quel che spetta al Padre mio?

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Súpplices te rogámus, omnípotens Deus: ut, quos tuis réficis sacraméntis, tibi étiam plácitis móribus dignánter deservíre concédas. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Supplici Ti preghiamo, o Dio onnipotente: affinché a quelli, che Tu ristori coi tuoi sacramenti, conceda anche di servirti con una condotta a Te gradita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava dell'Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo, se tale Santa Messa si riprende nella medesima Ottava.

Orémus.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus: ut, quae solémni celebrámus officio, purificátae mentis intellegéntia consequámur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che i misteri oggi solennemente celebrati, li comprendiamo con l'intelligenza di uno spirito purificato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Ottava dell'Epifania: Battesimo di Nostro Signore Gesù Cristo

Doppio maggiore.
Paramenti bianchi.

Dell'antico ufficio della Santa Chiesa Romana che celebrava, in questo giorno ottavo della solennità dell'Epifania, il Battesimo di Nostro Signore Gesù Cristo nel Giordano, e la seconda gloriosa manifestazione della sua divinità data dal Padre celeste, si sono conservati solo l'Oratio, l'Evangelium, la Secreta e il Postcommunio. Il resto della Santa Messa è preso da quella dell'Epifania, cosicché non si perda di vista il Bambino divino di Betlemme. Il mondo intero attendeva il Messia promesso e ora che «è venuto questo Signore sovrano che tiene nella sua mano il regno e il potere ed il comando su tutti i cuori» (Introitus) e che ha la missione di riscattare il genere umano dal potere di Satana, è tempo che compaia San Giovanni Battista, quest'uomo «inviato da Dio» (Prologo del santo Vangelo di Giovanni, ultimo Vangelo della Santa Messa), e che egli additi Nostro Signore Gesù Cristo ad Israele (Evangelium). La santità del Precursore è riconosciuta da tutti i Giudei e i Pagani che vengono in folla (Epistola) a ricevere da Lui il battesimo di penitenza. Egli ha sopra di loro tutta l'autorità per compiere la sua missione, che consiste nel presentare ufficialmente, lo Sposo alla Sposa, Cristo alle anime.
L'Evangelium ci dice che San Giovanni Battista vide lo Spirito Santo posarsi sopra Nostro Signore Gesù Cristo appena Egli riemerse dalle acque del Giordano, e rese allora «testimonianza che quegli era il Figlio di Dio», che «era apparso sulla terra rivestito della nostra carne» (Oratio).
Nostro Signore Gesù Cristo è, in tale circostanza, che istituì il Sacramento del Battesimo, allorché Egli, vero Uomo e vero Dio, infuse nell'acqua il potere di santificare. È il Santo Battesimo infatti «che deve sottomettere a Gesù tutte le Nazioni» (Offertorium). In questa festa la Santa Chiesa ci invita a riflettere sulla nostra rigenerazione nelle acque lustrali.

Sermone di San Gregorio Nazianzeno.
Discorso sui santi Lumi.
Non posso contenere gli slanci della gioia, ma ho il cuore sussultante e commosso: e dimentico della mia propria piccolezza, brucio dalla voglia di compiere l'ufficio, o meglio il ministero del grande Giovanni; e sebbene io non sia il precursore, pure io vengo dall'eremo. Cristo riceve dunque il sacramento dell'illuminazione, o piuttosto egli illumina noi col suo fulgore: Cristo è battezzato, discendiamo anche noi con lui per ascendere egualmente con lui.
Giovanni battezza, e Gesù viene a lui, santificando certo anche lui che lo battezza, ma soprattutto per seppellire nelle acque il vecchio Adamo, e innanzi tutto, perché con ciò venissero santificate le acque del Giordano: affinché com'egli era spirito e carne, così anche quelli che sarebbero stati in spirito battezzati, venissero santificati per la virtù dello spirito e per l'elemento dell'acqua. Il Battista si rifiuta, Gesù insiste. Io, dice, devo essere battezzato da te (Matt 3:14). La lucerna lo dice al Sole, e la voce parla al Verbo.
Gesù esce dall'acqua, traendo seco in certo qual modo e sollevando il mondo sommerso: e vide non già dividersi, ma aprirsi il cielo, che altra volta il primo Adamo aveva chiuso dietro di sé, per sé e per noi; così, come era stato chiuso il paradiso terrestre e interdettone l'ingresso con una spada di fuoco. Lo Spirito Santo rende testimonianza: le somiglianze sono in perfetta armonia. La testimonianza viene dal cielo: perché dal cielo è disceso colui, cui (lo Spirito) rende testimonianza.


Pietro di Cristoforo Vannucci detto il Perugino e aiutanti, Battesimo di Cristo, Cappella Sistina, Città del Vaticano, 1482 circa.


INTROITUS
Malach 3:1; 1Par 29:12. Ecce, advénit dominátor Dóminus: et regnum in manu ejus et potéstas et impérium. Ps 71:1. Deus, judícium tuum Regi da: et justítiam tuam Fílio Regis. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Ecce, advénit dominátor Dóminus: et regnum in manu ejus et potéstas et impérium.

Malach 3:1; 1Par 29:12. Ecco, giunge il sovrano Signore: e ha nelle sue mani il regno, la potestà e l'impero. Ps 71:1. O Dio, concedi al re il tuo giudizio, e la tua giustizia al figlio del re. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Ecco, giunge il sovrano Signore: e ha nelle sue mani il regno, la potestà e l'impero.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, cujus Unigénitus in substántia nostrae carnis appáruit: praesta, quaesumus; ut per eum, quem símilem nobis foris agnóvimus, intus reformári mereámur: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, il cui Unigenito è apparso nella realtà della nostra umanità, fa' che siamo interiormente rinnovati per mezzo di Colui che esteriormente abbiamo conosciuto simile a noi: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Queste parole del profeta Isaia si riferiscono alla Gerusalemme celeste, perché da questo giorno dell'Epifania comincia il movimento delle Nazioni verso la Santa Chiesa, la vera Gerusalemme.

LECTIO
Léctio Isaíae Prophétae.
Is 60:1-6.
Surge, illumináre, Jerúsalem: quia venit lumen tuum, et glória Dómini super te orta est. Quia ecce, ténebrae opérient terram et caligo pópulos: super te autem oriétur Dóminus, et glória ejus in te vidébitur. Et ambulábunt gentes in lúmine tuo, et reges in splendóre ortus tui. Leva in circúitu óculos tuos, et vide: omnes isti congregáti sunt, venérunt tibi: fílii tui de longe vénient, et fíliae tuae de látere surgent. Tunc vidébis et áfflues, mirábitur et dilatábitur cor tuum, quando convérsa fúerit ad te multitúdo maris, fortitúdo géntium vénerit tibi. Inundátio camelórum opériet te, dromedárii Mádian et Epha: omnes de Saba vénient, aurum et thus deferéntes, et laudem Dómino annuntiántes.

Lettura del Profeta Isaia.
Is 60:1-6.
Sorgi, o Gerusalemme, sii raggiante: poiché la tua luce è venuta, e la gloria del Signore è spuntata sopra di te. Mentre le tenebre si estendono sulla terra e le ombre sui popoli: ecco che su di te spunta l'aurora del Signore e in te si manifesta la sua gloria. Alla tua luce cammineranno le genti, e i re alla luce della tua aurora. Leva gli occhi e guarda intorno a te: tutti costoro si sono riuniti per venire a te: da lontano verranno i tuoi figli, e le tue figlie sorgeranno da ogni lato. Quando vedrai ciò sarai raggiante, il tuo cuore si dilaterà e si commuoverà: perché verso di te affluiranno i tesori del mare e a te verranno i beni dei popoli. Sarai inondata da una moltitudine di cammelli, dai dromedari di Madian e di Efa: verranno tutti i Sabei portando oro e incenso, e celebreranno le lodi del Signore.

GRADUALE
Is 60:6; 60:1. Omnes de Saba vénient, aurum et thus deferéntes, et laudem Dómino annuntiántes. ℣. Surge et illumináre, Jerúsalem: quia glória Dómini super te orta est.

Is 60:6; 60:1. Verranno tutti i Sabei portando oro e incenso, e celebreranno le lodi del Signore. ℣. Sorgi, o Gerusalemme, e sii raggiante: poiché la gloria del Signore è spuntata sopra di te.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Matt 2:2. ℣. Vídimus stellam ejus in Oriénte, et vénimus cum munéribus adoráre Dóminum. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Matt 2:2. ℣. Abbiamo visto la sua stella in Oriente, e siamo venuti con doni per adorare il Signore. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Joánnem.
Joann 1:29-34.
In illo témpore: Vidit Joánnes Jesum veniéntem ad se, et ait: Ecce Agnus Dei, ecce, qui tollit peccátum mundi. Hic est, de quo dixi: Post me venit vir, qui ante me factus est: quia prior me erat. Et ego nesciébam eum, sed ut manifestétur in Israël, proptérea veni ego in aqua baptízans. Et testimónium perhíbuit Joánnes, dicens: Quia vidi Spíritum descendéntem quasi colúmbam de coelo, et mansit super eum. Et ego nesciébam eum: sed qui misit me baptizáre in aqua, ille mihi dixit: Super quem víderis Spíritum descendéntem, et manéntem super eum, hic est, qui baptízat in Spíritu Sancto. Et ego vidi: et testimónium perhíbui, quia hic est Fílius Dei.

Seguito del santo Vangelo secondo Giovanni.
Joann 1:29-34.
In quel tempo, Giovanni vide venire Gesù verso di lui e disse: Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo. Questi è colui di cui ho detto: Dopo di me viene un uomo che mi ha preceduto perché era prima di me. Ed io non lo conoscevo; ma son venuto a battezzare in acqua proprio perché egli fosse manifestato a Israele. E Giovanni testimoniò dicendo: Ho contemplato lo Spirito discendere come colomba dal cielo e fermarsi su di Lui. Ed io non lo conoscevo; ma Colui il quale mi ha inviato a battezzare in acqua mi ha detto: Chi battezza in Spirito Santo è Colui sul quale vedrai scendere e fermarsi lo Spirito. Ed io ho visto e ho attestato che è Lui il Figlio di Dio.

Omelia di Sant'Agostino, Vescovo.
Trattato 6 su Giovanni, prima della metà.
Prima che il Signore andasse nel Giordano a ricevere il battesimo da Giovanni, questi lo conosceva, come lo indica con quelle parole: Tu vieni da me per essere battezzato? Son io che devo essere battezzato da te (Matt 3:14). Ecco dunque ch'egli conosceva il Signore, conosceva il Figlio di Dio. Come proviamo ch'egli sapeva già che Gesù battezzerebbe nello Spirito Santo? Prima che questi arrivasse al fiume, mentre molti correvano da Giovanni per essere battezzati, disse loro: Quanto a me, io vi battezzo con acqua; ma colui che viene dopo di me è più grande di me, cui non son degno di sciogliere il legaccio dei calzari: egli vi battezzerà nello Spirito Santo e nel fuoco (Luc 3:16). Egli sapeva già anche questo.
Che apprese egli dunque per mezzo della colomba, perché non sia poi tacciato di menzogna - il che ci guardi Dio dal pensare - se non che ci sarebbe stata in Cristo una certa quale proprietà per la quale la santità del battesimo, sebbene amministrato da molti ministri sia giusti che ingiusti, non sarebbe attribuita se non a colui sul quale discese la colomba, e del quale è detto: Questi è che battezza nello Spirito Santo (Joann 1:33)? Battezzi pure Pietro, è lui che battezza; battezzi Paolo, è lui che battezza; battezzi Giuda, è lui che battezza. Infatti se la santità del battesimo è in proporzione dei meriti di coloro che battezzano, come c'è diversità di meriti, così ci sarà pure diversità di battesimi: e ognuno crederà d'aver ricevuto un sacramento migliore, quanto più il ministro sembrerà meritevole.
Gli stessi santi - comprendetelo bene, o fratelli -, i buoni appartenenti alla colomba, appartenenti alla sorte di questa beata Gerusalemme, gli stessi buoni che fanno parte della Chiesa, dei quali l'Apostolo dice: Il Signore sa quelli che sono suoi (2Tim 2:19), hanno ricevuto grazie differenti, non tutti hanno gli stessi meriti. Gli uni sono più santi degli altri, gli uni migliori degli altri. Come dunque, per esempio, se uno è battezzato da un ministro giusto e santo, e l'altro da uno inferiore in merito davanti a Dio, inferiore di grado, inferiore per continenza, inferiore per santità di vita, come nondimeno ricevono tutti e due una medesima e pari e uguale grazia, se non perché è lui che battezza?

Credo

OFFERTORIUM
Ps 71:10-11. Reges Tharsis, et ínsulae múnera ófferent: reges Arabum et Saba dona addúcent: et adorábunt eum omnes reges terrae, omnes gentes sérvient ei.

Ps 71:10-11. I re di Tharsis e le genti offriranno i doni: i re degli Arabi e di Saba gli porteranno regali: e l'adoreranno tutti i re della terra: e tutte le genti gli saranno soggette.

SECRETA
Hóstias tibi, Dómine, pro nati Fílii tui apparitióne deférimus, supplíciter exorántes: ut, sicut ipse nostrórum auctor est múnerum, ita sit ipse miséricors et suscéptor, Jesus Christus, Dóminus noster: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Ti presentiamo, o Signore, le nostre offerte in memoria della manifestazione del tuo Figliuolo fatto uomo, supplicandoti umilmente che, come Egli è l'autore dei nostri doni, così pure misericordiosamente li accolga, Gesù Cristo, nostro Signore: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE EPIPHANIA DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubique grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia, cum Unigenitus tuus in substántia nostrae mortalitátis appáruit, nova nos immortalitátis suae luce reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché quando il tuo Unigenito apparve nella nostra natura mortale, ci riparò con la luce nuova della sua immortalità. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE EPIPHANIA DOMINI
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo Unigenitus tuus, in tua tecum glória coaetérnus, in veritáte carnis nostrae visibíliter corporális appáruit: sed et memóriam venerántes, in primis gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in comunione celebriamo il giorno santissimo in cui il tuo Unigenito, a Te coeterno nella tua gloria, apparve visibilmente uomo nella realtà della nostra carne: di più veneriamo la memoria, anzitutto della gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo Dio e Signore nostro Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Matt 2:2. Vídimus stellam ejus in Oriénte, et vénimus cum munéribus adoráre Dóminum.

Matt 2:2. Abbiamo visto la sua stella in Oriente, e siamo venuti con doni ad adorare il Signore.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Coelésti lúmine, quaesumus, Dómine, semper et ubíque nos praeveni: ut mystérium, cujus nos partícipes esse voluísti, et puro cernámus intúitu, et digno percipiámus affectu. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Guidaci, te ne preghiamo, sempre e dovunque con la tua luce, o Signore, affinché contempliamo con sguardo puro il mistero di cui ci hai reso partecipi, e lo accogliamo con degna devozione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

sabato 12 gennaio 2019

Festa della Sacra Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

Doppio maggiore.
Paramenti bianchi.

Questa festa si celebra la Domenica infra l'Ottava dell'Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo, oppure, se tale Domenica occorra all'Ottava dell'Epifania (13 gennaio), il sabato che la precede.

La festa della Sacra Famiglia, che trae origine nella devozione dei Padri Gesuiti del XVII secolo, fu istituita da papa Leone XIII nel 1892 ed estesa alla Chiesa universale nel 1921 da papa Benedetto XV, fissandone la celebrazione alla Domenica infra l'Ottava dell'Epifania o al sabato che la precede.
L'intento di Santa Madre Chiesa è di assicurare alle anime il beneficio della meditazione e dell'imitazione delle virtù della Sacra Famiglia:

«A nessuno sfugge che la felicità privata e pubblica dipende in modo particolarissimo dall'istituzione familiare. Quanto più profonde radici, infatti, avrà messo la virtù in casa, con quanta più cura saranno stati formati gli animi dei figli dalle parole e dall'esempio dei genitori all'osservazione dei precetti religiosi, tanto più ricchi saranno i frutti nella comunità. Perciò interessa sommamente che la società familiare non solo sia costituita santamente, ma anche sia retta da leggi sante, e sia in essa promosso diligentemente e costantemente lo spirito di pietà e il modo di vivere cristiano.
Allorché giunse il tempo fissato dai suoi decreti per il compimento della grand'opera dell'umano riscatto, che i secoli da tempo attendevano, il Dio di misericordia ne dispose in tal guisa l'ordine e l'economia, che gl'inizi di quest'opera offrissero al mondo l'augusto spettacolo d'una Famiglia divinamente costituita, nella quale tutti gli uomini potessero contemplare l'esemplare più perfetto della società domestica e d'ogni virtù e santità. Tale fu infatti questa famiglia di Nazaret, in cui, prima d'irradiare su tutte le nazioni lo splendore della sua piena luce, il Sole di giustizia, cioè il Cristo Dio nostro Salvatore, dimorò nascosto colla Vergine sua Madre e Giuseppe, uomo santissimo, che ricopriva a riguardo di Gesù l'ufficio di padre. Quanto alle mutue prove d'amore, alla santità di costumi, all'esercizio della pietà nella società famigliare e nelle relazioni abituali di quelli che vivono sotto un medesimo tetto, non si può senza verun dubbio trovare a celebrare alcuna virtù che non rifulgesse in sommo grado in questa sacra Famiglia destinata a divenire il modello di tutte le altre. E la Provvidenza la stabilì così nel suo disegno pieno di bontà, perché tutti i cristiani, di qualsiasi condizione o patria, possano facilmente, se la riguardano con attenzione, avere e l'esempio di ogni virtù e un invito a praticarla.
I padri di famiglia hanno sicuramente in Giuseppe un modello ammirabile della vigilanza e sollecitudine paterna; le madri hanno nella santa Vergine, Madre di Dio, un esempio insigne di amore, di rispetto modesto e della sottomissione d'un'anima di fede perfetta; i figli di famiglia hanno in Gesù, sottomesso ai suoi genitori, un divino esempio d'obbedienza d'ammirare, onorare, imitare. Quelli che sono nati nobili, apprenderanno da questa Famiglia di sangue reale a conservare la moderazione nella prosperità e la dignità nelle afflizioni: i ricchi riconosceranno a questa scuola quanto siano da stimarsi meno le ricchezze che le virtù. Gli operai poi e tutti quelli che soffrono tanto per le angustie del sostegno d'una famiglia e d'una condizione povera, se guardano ai membri santissimi di questa società domestica, non mancherà loro né motivo né occasione di rallegrarsi della sorte loro toccata piuttosto che di rattristarsene. Difatti le fatiche loro sono ad essi comuni colla Sacra Famiglia, e comuni con essa le cure della vita quotidiana: anche Giuseppe dové provvedere, guadagnandosi il pane, al sostegno dei suoi; e anzi, le stesse mani divine s'esercitarono al lavoro di un'arte meccanica. Non è dunque da stupirci se uomini sapientissimi aventi copiose ricchezze, abbiano voluto rinunziarvi per scegliere la povertà e trovarsi uniti con Gesù, Maria e Giuseppe.
Per tutti questi motivi a buon dritto il culto della Sacra Famiglia, prontamente affermatosi fra i cattolici, ogni giorno più prende sviluppo. Come lo provano sia le associazioni cristiane istituite sotto il nome della Sacra Famiglia, sia gli onori singolari che le furono resi, e soprattutto i privilegi e favori spirituali accordati dai nostri predecessori per eccitare verso di essa lo zelo della pietà. Questo culto pertanto fu in grande onore fin dal secolo XVII, e propagato ovunque in Italia, Francia e Belgio si sparse quasi in tutta Europa; quindi valicate le immensità degli Oceani, si estese nella regione del Canada nell'America per fiorirvi sotto i più felici auspici. Niente infatti si può trovare di più salutare e più utile per le famiglie cristiane che l'esempio della Sacra Famiglia, la quale abbraccia la perfezione e l'insieme di tutte le virtù domestiche.
Si procuri quindi che il maggior numero possibile di famiglie, specialmente di operai, alle quali è indirizzata con maggior violenza l'insidia, si iscrivano a questa pia Associazione. Bisogna però badare che l'Associazione non defletta dal suo proposito, né si muti lo spirito; ma si conservino integri gli esercizi di pietà e di preghiere quali e come sono stati decretati. Implorati così in seno alle famiglie, Gesù, Maria e Giuseppe verranno in loro aiuto, vi conserveranno la carità, vi regoleranno i costumi e ne provocheranno i membri ad imitarne la virtù e addolciranno o renderanno sopportabili le mortali prove che ci minacciano da ogni parte». (Leone XIII, Breve Neminem fugit, 14 giugno 1892)

«Già risplendono decorati di lor lampade i sacri templi, già di ghirlande è adorno l'altare, fumano in pio omaggio i turiboli e mandano il profumo dell'incenso. Non conviene forse celebrare la nascita regale del Figlio del Padre Supremo coi nostri cantici? Non forse la casa di David, e i nomi gloriosi di questa antica stirpe? È più dolce per noi ricordare la piccola casa di Nazaret e l'umile esistenza che vi si conduce: è più dolce celebrare la vita oscura di Gesù. Dalle lontane sponde del Nilo ov'era fuggito, sotto la scorta d'un Angelo, ritorna in fretta, dopo aver molto sofferto il Pargoletto, salvo alla casa paterna. Lì il Fanciullo Divino imparò l'umile mestiere di Giuseppe e nell'ombra crebbe e fu felice di essere compagno nei lavori del falegname. Il sudore - egli dice - scorra sulle mie membra, prima che il Sangue le bagni; che questa fatica del lavoro serva d'espiazione per il genere umano. Vicino al divino Fanciullo è la tenera Madre; vicino allo Sposo, la Sposa devota, felice di poter sollevare le pene agli affaticati con cura affettuosa. O voi, che non foste esenti dalle pene e dal lavoro, che avete conosciuto la sventura, assistete gl'infelici che l'indigenza affligge e che lottano contro le difficoltà della vita. Togliete a questi l'amor del fasto, a color cui arride grande prosperità date animo sereno nelle circostanze: quanti implorano soccorso, guardate con viso benevolo. Sia, o Gesù, onore e potenza a te, che ci offri santi esempi di vita, e che regni insieme col sommo Padre e collo Spirito d'amore. Amen». (Inno del Mattutino della festa, composto da papa Leone XIII)

Nell'umile casa di Nazaret Nostro Signore Gesù Cristo, Maria Santissima e San Giuseppe consacrarono, con l'esercizio delle virtù domestiche, la vita familiare (Oratio). Possa la grande Famiglia che è la Chiesa ed ogni focolare cristiano esercitare in terra le virtù che esercitò la Sacra Famiglia, per meritare di vivere nella sua santa compagnia in cielo (Oratio).




INTROITUS
Prov 23:24; 23:25. Exsúltat gáudio pater Justi, gáudeat Pater tuus et Mater tua, et exsúltet quae génuit te. Ps 83:2-3. Quam dilécta tabernácula tua, Dómine virtútum! concupíscit et déficit ánima mea in átria Dómini. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Exsúltat gáudio pater Justi, gáudeat Pater tuus et Mater tua, et exsúltet quae génuit te.

Prov 23:24; 23:25. Esulti di gaudio il padre del Giusto, goda tuo Padre e tua Madre, ed esulti colei che ti ha generato. Ps 83:2-3. Quanto sono amabili i tuoi tabernacoli, o Signore degli eserciti! Anela e si strugge l'anima mia nella casa del Signore. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Esulti di gaudio il padre del Giusto, goda tuo Padre e tua Madre, ed esulti colei che ti ha generato.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Dómine Jesu Christe, qui, Maríae et Joseph súbditus, domésticam vitam ineffabílibus virtútibus consecrásti: fac nos, utriúsque auxílio, Famíliae sanctae tuae exémplis ínstrui; et consórtium cónsequi sempitérnum: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore Gesù Cristo, che stando sottomesso a Maria e Giuseppe, consacrasti la vita domestica con ineffabili virtù, fa' che con il loro aiuto siamo ammaestrati dagli esempi della tua santa Famiglia, e possiamo conseguirne il consorzio eterno: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Domenica infra l'Ottava dell'Epifania e della medesima Ottava con un'unica conclusione.

Orémus.
Pro Dominica infra Octavam Epiphaniae.
Vota, quaesumus, Dómine, supplicántis pópuli coelésti pietáte proséquere: ut et, quae agénda sunt, vídeant, et ad implénda, quae víderint, convaléscant.

Preghiamo.
Accogli, te ne preghiamo, o Signore, con divina bontà, i voti e le suppliche del tuo popolo, affinché veda ciò che deve fare e sia in grado di compierlo.

Pro Octava Epiphaniae.
Deus, qui hodiérna die Unigénitum tuum géntibus stella duce revelásti: concéde propítius; ut, qui jam te ex fide cognóvimus, usque ad contemplándam spéciem tuae celsitúdinis perducámur. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Dio, che oggi rivelasti alle genti il tuo Unigenito con la guida di una stella, concedi benigno che, dopo averti conosciuto mediante la fede, possiamo giungere a contemplare lo splendore della tua maestà. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Nostro Signore Gesù Cristo, nella sua grande misericordia, ci ha perdonato i nostri peccati, costituendo così la grande Famiglia che è la Chiesa. Egli ne è il capo. Tutti quelli che ne fanno parte ringrazino Dio ed usino, a loro volta, misericordia gli uni agli altri. In ogni focolare cristiano regni la pace di Cristo.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Colossénses.
Col 3:12-17.
Fratres: Indúite vos sicut elécti Dei, sancti et dilécti, víscera misericórdiae, benignitátem, humilitátem, modéstiam, patiéntiam: supportántes ínvicem, et donántes vobismetípsis, si quis advérsus áliquem habet querélam: sicut et Dóminus donávit vobis, ita et vos. Super ómnia autem haec caritátem habéte, quod est vínculum perfectiónis: et pax Christi exsúltet in córdibus vestris, in qua et vocáti estis in uno córpore: et grati estóte. Verbum Christi hábitet in vobis abundánter, in omni sapiéntia, docéntes et commonéntes vosmetípsos psalmis, hymnis et cánticis spirituálibus, in grátia cantántes in córdibus vestris Deo. Omne, quodcúmque fácitis in verbo aut in ópere, ómnia in nómine Dómini Jesu Christi, grátias agéntes Deo et Patri per ipsum.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Colossesi.
Col 3:12-17.
Fratelli, come eletti di Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di dolcezza e di pazienza, sopportandovi e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno ha da dolersi di un altro: come il Signore vi ha perdonato, così anche voi. Ma al di sopra di tutto questo rivestitevi della carità, che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché siete stati chiamati a questa pace in guisa da formare un solo corpo: siate riconoscenti. La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente, istruitevi e avvisatevi gli uni gli altri con ogni sapienza, e, ispirati dalla grazia, levate canti a Dio nei vostri cuori con salmi, inni e cantici spirituali. E qualsiasi cosa facciate in parole e in opere, fate tutto nel nome del Signore Gesù Cristo, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di Lui.

GRADUALE
Ps 26:4. Unam pétii a Dómino, hanc requíram: ut inhábitem in domo Dómini ómnibus diébus vitae meae. Ps 83:5. ℣. Beáti, qui hábitant in domo tua, Dómine: in saecula saeculórum laudábunt te.

Ps 26:4. Una sola cosa ho chiesto e richiederò al Signore: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita. Ps 83:5. ℣. Beati quelli che abitano nella tua casa, o Signore: essi possono lodarti nei secoli dei secoli.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Is 45:15. ℣. Vere tu es Rex abscónditus, Deus Israël Salvátor. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Is 45:15. ℣. Tu sei davvero un Re nascosto, o Dio d'Israele, Salvatore. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 2:42-52.
Cum factus esset Jesus annórum duódecim, ascendéntibus illis Jerosólymam secúndum consuetúdinem diéi festi, consummatísque diébus, cum redírent, remánsit puer Jesus in Jerúsalem, et non cognovérunt paréntes ejus. Existimántes autem illum esse in comitátu, venérunt iter diéi, et requirébant eum inter cognátos et notos. Et non inveniéntes, regréssi sunt in Jerúsalem, requiréntes eum. Et factum est, post tríduum invenérunt illum in templo sedéntem in médio doctórum, audiéntem illos et interrogántem eos. Stupébant autem omnes, qui eum audiébant, super prudéntia et respónsis ejus. Et vidéntes admiráti sunt. Et dixit Mater ejus ad illum: Fili, quid fecísti nobis sic? Ecce, pater tuus et ego doléntes quaerebámus te. Et ait ad illos: Quid est, quod me quaerebátis? Nesciebátis, quia in his, quae Patris mei sunt, opórtet me esse? Et ipsi non intellexérunt verbum, quod locútus est ad eos. Et descéndit cum eis, et venit Názareth: et erat súbditus illis. Et Mater ejus conservábat ómnia verba haec in corde suo. Et Jesus proficiébat sapiéntia et aetáte et grátia apud Deum et hómines.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 2:42-52.
Quando Gesù raggiunse i dodici anni, essendo essi saliti a Gerusalemme, secondo l'usanza di quella solennità, e, allorché, passati quei giorni, se ne ritornarono, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, né i suoi genitori se ne avvidero. Ora, supponendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di cammino, dopo di che lo cercarono tra i parenti e i conoscenti. Ma non avendolo trovato, tornarono a ricercarlo a Gerusalemme. E avvenne che dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, mentre sedeva in mezzo ai Dottori, e li ascoltava e li interrogava, e tutti gli astanti stupivano della sua sapienza e delle sue risposte. E, vistolo, ne fecero le meraviglie. E sua Madre gli disse: Figlio perché ci hai fatto questo? Ecco che tuo padre ed io, addolorati, ti cercavamo. E rispose loro: Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi di quel che spetta al Padre mio? Ed essi non compresero ciò che aveva loro detto. E se ne andò con loro e ritornò a Nazaret, e stava soggetto ad essi. Però sua Madre serbava in cuor suo tutte queste cose. E Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia innanzi a Dio e agli uomini.

Omelia di San Bernardo, Abate.
Omelia 1 su Missus est, n. 7-8.
E stava loro sottomesso (Luc 2:52). Chi? A chi? Un Dio a degli uomini; sì, il Dio, cui sono sottomessi gli Angeli, cui obbediscono i Principati e le Potestà, stava sottomesso a Maria, e non soltanto a Maria, ma anche a Giuseppe a cagione di Maria. Ammira dunque l'una e l'altra cosa, e scegli quel che ti pare più ammirabile, se la benignissima condiscendenza del Figlio o la gloriosissima dignità della Madre. Da ogni parte stupore, da ogni parte miracolo: che un Dio obbedisca a una donna è un'umiltà senza esempio; e che una donna comandi a un Dio è una sublimità senza eguale. Nelle lodi riserbate ai vergini, si canta in particolare ch'essi seguono l'Agnello ovunque vada (Apoc 14:4). Ebbene, di quali lodi non giudicherai degna chi gli va anche dinanzi?
Uomo, impara ad obbedire; terra, impara a sottostare; polvere, impara a sottometterti. L'Evangelista parlando del tuo autore: E stava, dice, loro sottomesso; cioè senza dubbio a Maria e a Giuseppe. Vergognati, cenere orgogliosa! Un Dio si abbassa, e tu ti esalti? Un Dio si assoggetta agli uomini, e tu, cercando di dominare gli uomini, ti metti al disopra del tuo autore? O se Dio, allorché penso così, si degnasse rispondermi ciò che, riprendendolo, rispose al suo Apostolo: Va' lontano da me, satana, perché tu non comprendi quel ch'è di Dio (Matt 16:23)! Difatti, ogni volta che desidero preminenza fra gli uomini, ogni volta mi sforzo di passare davanti a Dio; e allora veramente non sento quel ch'è di Dio. Infatti di lui è detto: E stava loro sottomesso (Luc 2:52). O uomo, se disdegni d'imitare l'esempio d'un uomo, certo non sarà indegno di te seguire il tuo fattore. Se non puoi forse seguirlo dovunque vada, degnati almeno di seguirlo fin dove egli volle discendere per te.
Se non puoi camminare per il sentiero sublime della verginità, segui almeno il tuo Dio nel sentiero sicurissimo dell'umiltà; e se anche coloro, che sono dei vergini, devieranno da questa retta via, a dire il vero, neppure essi seguiranno l'Agnello ovunque vada. L'umile ch'è macchiato, sì, segue l'Agnello, lo segue anche il vergine orgoglioso, ma nessun dei due lo segue dovunque vada; perché né il primo può elevarsi alla purezza dell'Agnello ch'è senza macchia, né il secondo si degna discendere alla dolcezza di questo stesso (Agnello), che ammutolì non solo davanti a chi lo tosava, ma ancora davanti a colui che l'uccideva. Nonpertanto il peccatore, umiliandosi, ha scelto una parte migliore dell'orgoglioso vergine, essendo che l'umile soddisfazione di quello lava la sua immondezza, mentre l'orgoglio di questo insozza la sua purezza.

Credo

OFFERTORIUM
Luc 2:22. Tulérunt Jesum paréntes ejus in Jerúsalem, ut sísterent eum Dómino.

Luc 2:22. I suoi genitori condussero Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore.

SECRETA
Placatiónis hostiam offérimus tibi, Dómine, supplíciter deprecantes: ut, per intercessiónem Deíparae Vírginis cum beáto Joseph, famílias nostras in pace et grátia tua fírmiter constítuas. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Ti offriamo, o Signore, l'ostia di propiziazione, umilmente supplicandoti che, per intercessione della Vergine Madre di Dio e del beato Giuseppe, Tu mantenga nella pace e nella tua grazia le nostre famiglie. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Domenica infra l'Ottava dell'Epifania e della medesima Ottava con un'unica conclusione.

Pro Dominica infra Octavam Epiphaniae.
Oblátum tibi, Dómine, sacrifícium vivíficet nos semper et múniat.

Il sacrificio a te offerto, o Signore, ci vivifichi e protegga sempre.

Pro Octava Epiphaniae.
Ecclésiae tuae, quaesumus, Dómine, dona propítius intuére: quibus non jam aurum, thus et myrrha profértur; sed quod eísdem munéribus declarátur, immolátur et súmitur, Jesus Christus, Fílius tuus, Dóminus noster: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Guarda benigno, o Signore, Te ne preghiamo, alle offerte della tua Chiesa, con le quali non si offre più oro, incenso e mirra, bensì Colui stesso che, mediante le medesime, è rappresentato, offerto e ricevuto, Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE EPIPHANIA DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubique grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia, cum Unigenitus tuus in substántia nostrae mortalitátis appáruit, nova nos immortalitátis suae luce reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché quando il tuo Unigenito apparve nella nostra natura mortale, ci riparò con la luce nuova della sua immortalità. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE EPIPHANIA DOMINI
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo Unigenitus tuus, in tua tecum glória coaetérnus, in veritáte carnis nostrae visibíliter corporális appáruit: sed et memóriam venerántes, in primis gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in comunione celebriamo il giorno santissimo in cui il tuo Unigenito, a Te coeterno nella tua gloria, apparve visibilmente uomo nella realtà della nostra carne: di più veneriamo la memoria, anzitutto della gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo Dio e Signore nostro Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Luc 2:51. Descéndit Jesus cum eis, et venit Názareth, et erat súbditus illis.

Luc 2:51. E Gesù se ne andò con loro, e tornò a Nazaret, ed era loro sottomesso.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Quos coeléstibus réficis sacraméntis, fac, Dómine Jesu, sanctae Famíliae tuae exémpla júgiter imitári: ut in hora mortis nostrae, occurrénte gloriósa Vírgine Matre tua cum beáto Joseph; per te in aetérna tabernácula récipi mereámur: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore Gesù, concedici che, ristorati dai tuoi Sacramenti, seguiamo sempre gli esempi della tua santa Famiglia, affinché nel momento della nostra morte meritiamo, con l'aiuto della gloriosa Vergine tua Madre e del beato Giuseppe, di essere accolti nei tuoi eterni tabernacoli. Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Domenica infra l'Ottava dell'Epifania e della medesima Ottava con un'unica conclusione.

Orémus.
Pro Dominica infra Octavam Epiphaniae.
Súpplices te rogámus, omnípotens Deus: ut, quos tuis réficis sacraméntis, tibi étiam plácitis móribus dignánter deservíre concédas.

Preghiamo.
Supplici Ti preghiamo, o Dio onnipotente: affinché a quelli, che Tu ristori coi tuoi sacramenti, conceda anche di servirti con una condotta a Te gradita.

Pro Octava Epiphaniae.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus: ut, quae solémni celebrámus officio, purificátae mentis intellegéntia consequámur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che i misteri oggi solennemente celebrati, li comprendiamo con l'intelligenza di uno spirito purificato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.