martedì 1 gennaio 2019

Circoncisione di Nostro Signore Gesù Cristo e Ottava del suo Natale

Stazione a Santa Maria in Trastevere.
Doppio di II classe.
Paramenti bianchi.

La Sacra Liturgia della Santa Chiesa celebra oggi tre feste.
La prima festa è quella che gli antichi sacramentari chiamano «nell'Ottava del Signore». Nostro Signore Gesù Cristo è nato da otto giorni. Così la Santa Messa ha numerosi riferimenti a quelle di Natale.
La seconda festa ci ricorda che, dopo Dio, noi dobbiamo Nostro Signore Gesù Cristo a Maria Santissima. Così un tempo si celebrava in questo giorno una seconda Santa Messa in onore della Madre di Dio nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Ne è rimasta una traccia nell'Oratio, nella Secreta e nel Postcommunio, che sono presi dalla Santa Messa votiva della Santissima Vergine, e nei Salmi dei Vespri, tolti dal suo Officio.
La terza festa, infine, è quella della Circoncisione, che si celebra dal VI secolo. Mosè imponeva questo rito purificatore a tutti i bambini Israeliti, l'ottavo giorno dalla loro nascita (Evangelium). È una figura del Battesimo per il quale l'uomo è circonciso spiritualmente. «Tu vedi, dice Sant'Ambrogio, che tutta la legge antica è stata la figura di quello che doveva venire; infatti anche la circoncisione significa espiazione dei peccati. Colui che è spiritualmente circonciso con la correzione dei suoi vizi, è giudicato degno dello sguardo del Signore» (III Notturno del Mattutino). Così, ponendoci davanti la volontà del Salvatore Bambino che si piega ai disegni del Padre Celeste e inizia l'opera della redenzione del genere umano versando le prime gocce del suo Preziosissimo Sangue, la Santa Chiesa insiste sul pensiero della correzione di quello che è in noi. «Gesù Cristo ha dato se stesso per riscattarci da ogni iniquità e purificarci» (Epistola). «Degnati, Signore, con questi celesti misteri, di purificarci» (Secreta). «Fa', o Signore, che questa Comunione ci purifichi dei nostri peccati» (Postcommunio).
La Stazione oggi ha luogo a Santa Maria in Trastevere, la più antica chiesa Romana dedicata da Papa San Callisto I (217-222) alla Vergine Madre di Dio.

Sermone di San Leone, Papa.
Sermone 7 sulla Natività del Signore.
Onora veramente e celebra piamente la festa odierna, o dilettissimi, colui il quale si guarda da ogni errore circa l'Incarnazione del Signore e da ogni pensiero indegno della Divinità. Si commette infatti lo stesso errore e si corre lo stesso pericolo o negandogli una natura simile alla nostra, o non riconoscendogli una gloria uguale a quella del Padre. Quando dunque cerchiamo d'intendere il mistero della nascita di Cristo, che nacque da una Madre vergine, allontaniamo da noi le tenebre dei ragionamenti terreni, e il fumo della sapienza mondana si ritiri dall'occhio illuminato dalla fede.
Infatti è sull'autorità divina che poggia la nostra fede; divina è la dottrina che professiamo. Dacché sia che porgiamo l'orecchio dell'anima nostra alla testimonianza della legge, o agli oracoli dei profeti, o alla predicazione del Vangelo, è vero quello che Giovanni, pieno di Spirito Santo, proclamò: Nel principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Esso nel principio era presso Dio. Tutte le cose sono state fatte per mezzo di Lui, e nulla è stato fatto senza di Lui (Joann 1:1). Ed è egualmente vero ciò che lo stesso evangelista aggiunse: E il Verbo si è fatto uomo e abitò tra noi: e ne abbiamo visto la gloria, quella gloria propria dell'Unigenito del Padre (Joann 1:14).
Nell'una e nell'altra natura è dunque lo stesso Figlio di Dio che prende ciò ch'è nostro, senza perdere ciò che gli è proprio: che rinnova l'uomo nell'uomo rimanendo in se stesso immutabile. Dacché la divinità, che gli è comune col Padre, non perdé nulla della sua onnipotenza, e la natura di servo non disonorò in lui la natura di Dio: perché l'essenza somma ed eterna che si abbassò per la salute del genere umano, innalzò sì noi alla sua gloria, ma non cessò d'essere quello che era. Quindi quando l'Unigenito di Dio si confessa inferiore al Padre, cui si dice uguale, mostra che egli ha veramente l'una e l'altra natura: perché per l'inegualità prova che ha la natura umana, e per l'egualità dichiara di possedere la natura divina.




INTROITUS
Is 9:6. Puer natus est nobis, et fílius datus est nobis: cujus impérium super húmerum ejus: et vocábitur nomen ejus magni consílii Angelus. Ps 97:1. Cantáte Dómino cánticum novum, quia mirabília fecit. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Puer natus est nobis, et fílius datus est nobis: cujus impérium super húmerum ejus: et vocábitur nomen ejus magni consílii Angelus.

Is 9:6. Ci è nato un Bambino e ci è stato dato un Figlio, il cui impero poggia sugli òmeri suoi: il suo nome sarà Angelo del buon consiglio. Ps 97:1. Cantate al Signore un cantico nuovo: poiché ha fatto cose mirabili. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Ci è nato un Bambino e ci è stato dato un Figlio, il cui impero poggia sugli òmeri suoi: il suo nome sarà Angelo del buon consiglio.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui salútis aetérnae, beátae Maríae virginitáte fecúnda, humáno géneri praemia praestitísti: tríbue, quaesumus; ut ipsam pro nobis intercédere sentiámus, per quam merúimus auctórem vitae suscípere, Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che mediante la feconda verginità della beata Maria, hai conferito al genere umano il beneficio dell'eterna salvezza: concedici, Te ne preghiamo: di sperimentare in nostro favore l'intercessione di Colei per mezzo della quale ci fu dato di ricevere l'autore della vita: il Signor nostro Gesù Cristo, tuo Figliuolo: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolae Beati Pauli Apóstoli ad Titum.
Tit 2:11-15.
Caríssime: Appáruit grátia Dei Salvatóris nostri ómnibus homínibus, erúdiens nos, ut, abnegántes impietátem et saeculária desidéria, sóbrie et juste et pie vivámus in hoc saeculo, exspectántes beátam spem et advéntum glóriae magni Dei et Salvatóris nostri Jesu Christi: qui dedit semetípsum pro nobis: ut nos redímeret ab omni iniquitáte, et mundáret sibi pópulum acceptábilem, sectatórem bonórum óperum. Haec lóquere et exhortáre: in Christo Jesu, Dómino nostro.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo a Tito.
Tit 2:11-15.
Carissimo, la grazia di Dio, Salvatore nostro, si è manifestata per tutti gli uomini e ci ha insegnato a rinnegare l'empietà e le mondane cupidigie, e a vivere in questo mondo con temperanza, giustizia e pietà, aspettando la lieta speranza e la manifestazione gloriosa del nostro grande Iddio e Salvatore nostro Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, a fine di riscattarci da ogni iniquità, e purificare per sé un popolo suo proprio, zelante per buone opere. Insegna queste cose e raccomandale: in nome del Cristo Gesù, Signore nostro.

GRADUALE
Ps 97:3; 97:2. Vidérunt omnes fines terrae salutare Dei nostri: jubiláte Deo, omnis terra. ℣. Notum fecit Dominus salutare suum: ante conspéctum géntium revelávit justitiam suam.

Ps 97:3; 97:2. Tutti i confini della terra videro la salvezza del nostro Dio: tutta la terra acclami a Dio. ℣. Il Signore ci fece conoscere la sua salvezza: agli occhi delle genti rivelò la sua giustizia.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Hebr 1:1-2. ℣. Multifárie olim Deus loquens pátribus in Prophétis, novíssime diébus istis locútus est nobis in Fílio. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Hebr 1:1-2. ℣. Un tempo Iddio parlò in molti modi ai nostri padri per mezzo dei profeti, ultimamente in questi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 2:21.
In illo témpore: Postquam consummáti sunt dies octo, ut circumciderétur Puer: vocátum est nomen ejus Jesus, quod vocátum est ab Angelo, priúsquam in útero conciperétur.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 2:21.
In quel tempo: Passati gli otto giorni, il bambino doveva essere circonciso, e gli fu posto il nome Gesù: come era stato indicato dall'Angelo prima di essere concepito.

Omelia di Sant'Ambrogio, Vescovo.
Libro 2 al cap. 2 di Luca, verso la metà.
Si circoncide dunque il bambino. Chi è questo bambino se non quello di cui fu detto: Ci è nato un bambino, ci è stato dato un Figlio (Is 9:6)? Egli s'è assoggettato alla legge per guadagnare quelli ch'eran sotto la legge. Affin di presentarlo al Signore (Luc 2:22). Cosa voglia dire essere presentato al Signore in Gerusalemme, lo direi se non l'avessi già detto nel commento su Isaia. Colui che si circoncide nei vizi, è giudicato degno dello sguardo del Signore, perché: Gli occhi del Signore sono sopra i giusti (Ps 33:16). Vedi come tutta la serie dell'antica legge fu figura del futuro; anche la circoncisione infatti significa la purificazione dai peccati.
Ma siccome la fragilità della carne e dello spirito dell'uomo trascina, per una tendenza naturale di cupidigia, al male e la impiglia in vizi inestricabili, perciò l'ottavo giorno della circoncisione è figura del tempo della risurrezione e della nostra futura liberazione da ogni colpa. Difatti questo vuol dire: Ogni maschio primogenito sarà consacrato al Signore (Exod 13:2). Le parole della legge infatti esprimono la promessa del frutto della Vergine. (Frutto) veramente santo, perché immacolato. E che sia proprio questo il frutto significato dalla legge, lo dichiarano le parole, quasi identiche, ripetute dall'Angelo: Per questo il Santo, dice, che nascerà da te, sarà chiamato Figlio di Dio (Luc 1:35).
Infatti fra i nati di donna, solo il Signore Gesù fu santo in tutto, egli che per la novità d'un parto immacolato non risentì del contagio della corruzione terrena, che tenne lontana colla celeste sua maestà. Perché se stiamo alla lettera, come potrà esser santo ogni maschio, mentre sappiamo molti essere stati scelleratissimi? Fu santo forse Acab? Furono santi forse i falsi profeti che il fuoco, vendicatore dell'ingiuria fatta al cielo, consumò alla preghiera di Elia? Ma santo è colui che i pii precetti della legge divina ci rappresentavano in nette figure del mistero futuro; poiché per lui solo la Chiesa, ch'è santa e vergine, possiede il segreto di generare, nella sua immacolata fecondità, i popoli di Dio.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 88:12; 88:15. Tui sunt coeli et tua est terra: orbem terrárum et plenitúdinem ejus tu fundásti: justítia et judícium praeparátio sedis tuae.

Ps 88:12; 88:15. Tuoi sono i cieli, e tua è la terra: tu hai fondato il mondo e quanto vi si contiene: giustizia ed equità sono le basi del tuo trono.

SECRETA
Munéribus nostris, quaesumus, Dómine, precibúsque suscéptis: et coeléstibus nos munda mystériis, et cleménter exáudi. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Ti preghiamo, o Signore, affinché, gradite queste nostre offerte e preghiere, Ti degni di mondarci con questi celesti misteri e pietosamente di esaudirci. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figliuolo, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un nuovo raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio, per esso veniamo rapiti all'amore delle cose invisibili. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE NATIVITATE DOMINI
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo beátae Maríae intemeráta virgínitas huic mundo édidit Salvatórem: sed et memóriam venerántes, in primis ejúsdem gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in una stessa comunione, celebriamo il giorno santissimo nel quale l'intemerata verginità della beata Maria diede a questo mondo il Salvatore; e veneriamo anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Ps 97:3. Vidérunt omnes fines terrae salutáre Dei nostri.

Ps 97:3. Tutti i confini della terra hanno visto la salvezza del nostro Dio.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Haec nos commúnio, Dómine, purget a crímine: et, intercedénte beáta Vírgine Dei Genitríce María, coeléstis remédii fáciat esse consórtes. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Questa comunione, o Signore, ci purifichi dal peccato e, per intercessione della beata Vergine Maria Madre di Dio, ci faccia partecipi del celeste rimedio. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figliuolo, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Primo giorno dell'anno: “Veni Creator”, invocazione dello Spirito Santo per l'anno nuovo

Qualunque affare del mondo, perché abbia buon riuscimento conviene che cominci da Dio, che è il Padrone di tutti gli eventi. E ciò si fa coll'invocare preventivamente il suo santo ajuto. Così fece Davide prima di agitare la sua fionda per abbattere il gigante Golia. Così fece Giuditta prima di vibrare quel colpo che, troncando il capo a Oloferne, doveva salvare tutta Betulia. E così fanno tutti i buoni cristiani, facendosi il segno della Croce al principio d'ogni azione di qualche rilievo. Quanto più adunque deve ciò farsi al principio dell'anno, ch'è il principio d'innumerevoli azioni? Tanto più che Dio è sempre stato geloso delle primizie, volendo con esse venir da noi riconosciuto per unico Autore di ogni bene; quindi ordinò nel Levitico che, al primo mietersi delle nuove biade, Gli si offerissero in sacrificio due pani formati col grano novello. Quanto più adunque, sul cominciare dell'anno, esigerà Egli le primizie della nostra divozione, del nostro spirito.
Per determinarci a una speciale santificazione di questo primo giorno, convien riflettere al nuovo debito che ognuno contrae in oggi con Dio, essendo per sua sola benignità che ci è concesso di vivere ancora in quest'anno mentre, per l'abuso fatto degli anni antecedenti, noi meritammo d'aver troncata la nostra vita. È bene anche considerare che quest'anno potrebbe per noi essere l'ultimo in cui il Signore voglia soffrire la nostra malvagità ed aspettarci a penitenza, facendo con noi come fece con quell'albero di fico infruttuoso descritto al capo 13 di San Luca. Avealo il padrone condannato alla scure ed alle fiamme in pena del non aver esso per tre anni continui reso alcun frutto. Ma, per le preghiere del vignaiuolo, s'accontentò d'aspettare un altro anno per vedere se con nuova coltura potesse rendersi fruttuoso. Nell'istessa guisa il Signore, dopo aver sopportato tanti anni la nostra vita sterile affatto di ogni bene e solo feconda di colpe, ci concede adesso quest'altro anno, affinché ci ravvediamo dei nostri falli, e corrispondiamo con fervore a tanti suoi beneficj. Diciamo dunque con Davide: - Ho fatta la mia risoluzione - Voglio proprio cominciare davvero ed essere buono! Ego dixi, nunc coepi. Anno nuovo. Vita nuova!
A questo intento sono utilissime le pratiche seguenti:
1. prolungar le proprie orazioni per implorar il divino ajuto;
2. comunicarsi con gran divozione;
3. dare in limosina tante monete quanti sono gli anni della propria vita, oppure recitare altrettanti Pater ed Ave onde ringraziare il Signore d'averci finora conservati;
4. fare le proteste le più sincere di una vita tutta piena di opere buone a santificazione di sé, e ad edificazione del proprio prossimo.
Tanto più che a questa vita tutta piena di opere buone c'invita oggi la Chiesa col metterci sott'occhio il mistero della Circoncisione. Gesù Cristo essendo Dio, avrebbe potuto sottrarsi a questa dolorosa ed umiliante cerimonia mosaica. Tuttavia Egli volle sottomettervisi per più ragioni che meritano di essere attentamente considerate:
1. per abolire in modo onorevole un rito instituito da Dio medesimo onde distinguere, fino alla Nuova Alleanza, da tutte le altre nazioni il suo popolo;
2. per mostrare che il corpo da Lui assunto in unità di persona col divin Verbo era un corpo vero e reale, non già apparente e fantastico come sognarono certi eretici;
3. per mostrare ch'Egli non solo era Figliuolo dell'uomo, ma dell'uomo dalla stirpe del quale doveva venire il Messia;
4. per insegnare a noi, non solo a sottomettersi volentieri alle leggi che ci obbligano strettamente, ma ancora a cercare spontaneamente le umiliazioni e i patimenti;
5. per darci, fin dai primi suoi giorni, il pegno più certo del suo amore, cominciando appena nato a patire e versar sangue per la nostra salute;
6. per insegnarci fin da principio la virtù fondamentale della vita cristiana, ch'è la circoncisione del cuore per cui si intende la mortificazione di ogni scorretto appetito.
Secondo l'asserzione di Durando, che scriveva nel secolo decimoterzo, anticamente si usava in questo giorno di celebrare due Messe: l'una della Circoncisione per festeggiare il Mistero, e l'altra della Madonna per esprimere la propria riconoscenza a Colei la quale ebbe tanta parte nei misteri del divin suo Figlio. Facciamoci adunque un dovere d'onorare in modo speciale la Santa Vergine Maria mettendoci con nuove proteste sotto la sua protezione.
In molti luoghi si costuma in questo giorno distribuire a ciascuno degli intervenienti alla Dottrina l'immagine di un Santo, onde serva di speciale protettore per tutto l'anno. Facciamo la debita stima di un'usanza sì bella, ricordandoci che in ogni Santo che la Provvidenza ci dà per protettore noi abbiamo un modello, un avvocato ed un giudice. Un Modello di cui dobbiamo imitare la virtù; un Avvocato di cui dobbiamo con gran fiducia implorare il patrocinio; un Giudice di cui dobbiamo temere i rimproveri quando avessimo trascurato di imitarne le virtù e implorarne l'assistenza.
Quando si facciano tutte queste considerazioni si sentirà stretto dovere di realizzare il detto di sopra: Anno nuovo. Vita nuova!
(Manuale di Filotea di Mons. Giuseppe Riva, Bertarelli, Milano 1901)

ORAZIONE PER IL PRIMO GIORNO DELL'ANNO

Che sarà di me, o mio Dio, in quest'anno, a cui per vostra misericordia do lietamente principio, in questo giorno? Avrò io la sorte di aggiungerlo intero ai molti altri che già m'avete concessi, o sarà quello che chiuderà il corso della mia vita a cui terrà dietro il terribil passaggio dal tempo all'eternità? Voi solo che siete l'arbitro sovrano di tutti i tempi, sapete tutto quello che ha d'avvenirmi: io non so altro se non che colla mia passata condotta ho meritato d'essere le mille volte cancellato dal numero dei viventi, e sepolto nel baratro dei reprobi: quindi non cesserò mai di lodare e di benedire la vostra misericordia, che si compiacque di sottrarmi ai rigori della vostra giustizia, e di farmi parte di quei favori che si dovrebbero solamente a chi vi serve con fedeltà. E, siccome per nostro bene avete nascosto a noi tutti il momento da Voi stabilito per chiamarci al vostro giudizio, così fate che io approfitti di quest'incertezza per viver sempre in conformità ai vostri santi comandamenti, e così prepararmi propizia la gran sentenza che dee fissare la mia sorte per tutta quanta l'eternità. Ma, cosa sono io, o Signore, senza l'ajuto della vostra grazia, se non un terreno arido e secco, che non produce che triboli e spine? Piovete adunque sopra di me questa misteriosa rugiada, onde, benedetto da Voi, possa col successo il più felice, applicarmi all'estirpamento di tutti gli abiti peccaminosi che mi dominarono fino al presente, all'acquisto di tutte quelle virtù che ho finora trascurate, alla pratica di tutte quelle opere che sono indispensabili all'assicurazione della mia eterna salvezza. La sanità del mio corpo, la prosperità dei miei interessi, la preservazione di tutti i mali che possono in qualche maniera o molestare la mia persona, o alterare la mia sorte, io le rimetto intieramente nelle vostre mani, ben persuaso che Voi non mi lascerete mancare giammai quanto mi può essere vantaggioso, e terrete sempre da me lontano tutto quello che può compromettere la mia santificazione o la mia salute.
Siccome però le mie preghiere sono troppo miserabili, così, ad assicurarmi il conseguimento di tutte queste grazie, interponete Voi, o gran Vergine, la vostra potentissima mediazione; tenetemi sempre sotto il manto del vostro amorevole patrocinio: fate sempre le parti d'avvocata per me; amatemi sempre qual vostro figlio, e non permettete giammai che un solo istante io mi raffreddi nel vostro santo servizio, giacché sarebbe questo un declinare dalla strada sicura per cui si giunge a salvamento.
Angelo mio Custode, che già da tanti anni vegliate amorosamente sopra di me, non permettete che io contristi di nuovo il vostro amantissimo cuore e il vostro purissimo sguardo coll'assecondare, come per lo passato, le mie disordinate passioni. Rispetti sempre la vostra presenza; ascolti sempre i vostri consigli; e tema sempre le vostre minacce, giacché voi non cercate altro che il vero mio bene temporale ed eterno.
Santi tutti del cielo, e specialmente Voi che vi trovaste già nel mio stato, Voi il di cui nome io porto, Voi che la Provvidenza mi ha assegnato a particolari Protettori in quest'anno, ottenetemi colla vostra intercessione che, camminando sempre fedele nella strada da voi già percorsa, tanto più acquisti di merito quanto più mi è dato di vita, e, a somiglianza delle Vergini prudenti, vivendo sempre in aspettazione dell'arrivo dello Sposo, tenga sempre ben allestita la lampada misteriosa della fede, della carità e delle buone opere, senza di cui non è possibile partecipare al convito a cui foste già ammessi, e che sarà sempre fecondo delle più squisite delizie per tutta quanta l'eternità.
Pater, Ave, Gloria, Salve Regina, Angele Dei.

Indi si recita, o col popolo in pubblica funzione, o privatamente, il Veni Creator, per invocare lo Spirito Santo.

Prima stropha hymni sequentis dicitur flexis genibus.

Veni, Creátor Spíritus,
Mentes tuórum vísita,
Imple supérna grátia,
Quae tu creásti péctora.

Qui díceris Paráclitus,
Altíssimi donum Dei,
Fons vivus, ignis, cáritas,
Et spiritális únctio.

Tu septifórmis múnere,
Dígitus patérnae déxterae,
Tu rite promíssum Patris,
Sermóne ditans gúttura.

Accénde lumen sénsibus:
Infúnde amórem córdibus:
Infírma nostri córporis
Virtúte firmans pérpeti.

Hostem repéllas lóngius,
Pacémque dones prótinus;
Ductóre sic te praevio
Vitémus omne nóxium.

Per Te sciámus da Patrem
Noscámus atque Fílium,
Teque utriúsque Spíritum
Credámus omni témpore.

Deo Patri sit glória,
Et Fílio, qui a mórtuis
Surréxit, ac Paráclito,
In saeculórum saecula.
Amen.

℣. Emitte Spiritum tuum et creabuntur
℞. Et renovabis faciem terrae.
℣. Dómine, exaudi orationem meam.
℞. Et clamor meus ad te veniat.
℣. Dóminus vobíscum.
℞. Et cum spíritu tuo.


Orémus.
Deus, qui corda fidélium Sancti Spíritus illustratióne docuísti: da nobis in eódem Spíritu recta sápere; et de ejus semper consolatióne gaudére.

Dómine Deus omnípotens, qui ad princípium hujus anni nos perveníre fecísti: tua nos hódie salva virtúte; ut in hoc anno ad nullum declinémus peccátum, sed semper ad tuam justítiam faciéndam nostra procédant elóquia, dirigántur cogitatiónes et ópera. Per Christum Dóminum nostrum. Amen.
La prima strofa del seguente inno si dice inginocchiati.

Vieni, o Spirito Creatore,
visita le menti dei tuoi fedeli,
e riempi della grazia celeste
i cuori che tu creasti.

Tu, che sei chiamato il Paraclito,
il dono di Dio Altissimo,
sorgente (d'acqua) viva, fuoco, carità
e spirituale unzione.

Tu largitore dei sette doni,
dito della destra del Padre,
tu il vero promesso del Padre,
che arricchisci di favelle le bocche.

Sii luce ai sensi:
infondi amor nei cuori:
l'infermità del nostro corpo
solleva con perenne virtù.

Fuga lungi il nemico,
la pace donaci presto;
così, dietro te duce,
eviteremo ogni cosa nociva.

Per Te fa' che conosciamo il Padre,
che conosciamo anche il Figlio e,
che Te Spirito procedente da entrambi
crediamo in ogni tempo.

A Dio Padre sia gloria,
e al Figlio, che da morte
risuscitò, e al Paraclito,
per i secoli dei secoli.
Amen.

℣. Manda il tuo Spirito per una nuova creazione.
℞. E rinnoverai la faccia della terra.
℣. O Signore, esaudisci la mia preghiera.
℞. E il mio grido giunga fino a Te.
℣. Il Signore sia con voi.
℞. E con il tuo Spirito.

Preghiamo.
O Signore, che hai istruito i cuori dei fedeli con la luce dello Spirito Santo, donaci di gustare nello stesso Spirito la verità e di godere sempre della sua consolazione.

Signore Dio onnipotente, che ci hai fatti pervenire al principio di questo anno: difendici oggi colla tua potenza, affinché in questo anno non ci pieghiamo ad alcun peccato, ma ad operare secondo la tua giustizia siano sempre rivolte le nostre parole, siano diretti i nostri pensieri ed azioni. Per Cristo Signore nostro. Amen.

lunedì 31 dicembre 2018

Ultimo giorno dell'anno: “Te Deum” di ringraziamento per l'anno trascorso

Alla fine d'ogni anno si deve pensare come infallibilmente si penserà al fine della vita. Il numero dei giorni onde l'uno e l'altro è composto, felici o infelici, mesti o ridenti, tutto è passato, e l'impressione che hanno fatto nell'anima gli uni e gli altri egualmente si cancella. Eccovi giunto all'ultimo giorno dell'anno, che è stato l'ultimo per molti. Che amaro rincrescimento se lo avete mal impiegato! Ma parimenti, che dolce consolazione, se tutti i giorni sono stati per voi giorni pieni; se avete fatto un sant'uso di tutto questo tempo; se avete posti a guadagno i beni e i mali; se avete riformati i costumi; se avete praticati con puntualità i vostri esercizj di divozione; se avendo letto ogni giorno la vita dei Santi, ne avete imitate le virtù; e avendo fatto ogni giorno qualche pia considerazione, non l'avete mai fatta senza qualche frutto; infine, se, avendo avuto in tutto il corso dell'anno tante sante ispirazioni, tanti religiosi impulsi, tanti salutari desiderj, tanti esempj o da rigettare o da seguire, siete stato fedele alla grazia; e discernendo il vero dal falso, quanto vi era di seducente da quanto era per voi salutare, siete stato savio a sufficienza da non affaticarvi che per la vostra salute! E sia come si voglia, passate per lo meno sì santamente tutto quest'ultimo giorno, che abbiate questa sera la consolazione di non aver perduto tutto l'anno.
Il mezzo più proprio per cominciare un nuovo anno è il terminar santamente quello che sarà per finire. Approfittatevi con diligenza e con fervore di questo avvertimento. È una pratica di pietà molto utile, e le anime ferventi non manchino di conformarvisi, cioè di fare in questi ultimi dì una confessione straordinaria dei peccati più considerevoli commessi nel corso dell'anno. Passate quest'ultimo giorno in una specie di ritiramento. Sia almeno quest'ultimo dì tutto per il Signore e per la vostra salute. Non vi contentate di leggere tutto questo; mettetelo in opera. Una lettura secca e sterile sarebbe più nociva che utile. Ringraziate poi Dio in particolare di tutte le grazie che avete ricevute.
Questo Ringraziamento si deve a Dio per convenienza, per dovere, per interesse:
1. per Convenienza, perché niente più conforme al buon tratto di quello che il beneficato restituisca in qualche maniera al benefattore quel bene che per pura liberalità ha da lui ricevuto, e questo può farlo ognuno con esprimergli alla meglio la propria riconoscenza;
2. per Dovere, perché ogni uomo è portato dalla propria natura a rispondere colla riconoscenza a chi gli ha fatto del bene, onde diceva Filone che, se ogni virtù è santa, la gratitudine è santissima;
3. per Interesse, perché la corrispondenza ai doni già ricevuti è pel donatore lo stimolo il più potente ad impartir nuovi doni.
E perciò, se Dio vuol essere ringraziato da noi, non è già perché abbia bisogno dei nostri ringraziamenti, ma perché ama che noi Gli presentiamo dei nuovi titoli per farci dei nuovi beneficj. Quindi merita eterna lode il P. Camillo Ettore della Compagnia di Gesù, il quale pel primo introdusse in Bologna il costume, che poi si sparse in tutta Italia, di cantare quest'oggi pubblicamente nelle chiese il Te Deum per ringraziare il Signore dei benefizj impartitici in tutto l'anno; e le anime pie devono farsi un dovere di non mancare a così bella funzione.
Visitate poi in questo giorno qualche Cappella, o qualche Chiesa nella quale la Santa Vergine è più particolarmente onorata, per ringraziarla con più acceso fervore di tanti benefizj che avete ricevuti sotto la sua potente protezione, e consacratevi di nuovo al suo servizio. Non vi scordate dei Santi Angeli, e in special modo del vostro Angelo Custode. Di che non gli siete debitore? Mostrategli in questo giorno la vostra gratitudine. Ringraziate i Santi delle grazie che avete ricevute da Dio per la loro intercessione, e interessateli della vostra salute coi vostri sentimenti di riconoscenza. Fate più abbondanti che vi è possibile delle elemosine ai poveri, all'intento di riparare con questa liberalità straordinaria a tante pazze spese che avete sacrificate ai vostri piaceri, o alla vostra vanità. Nella vostra casa medesima, se non vi è possibile in chiesa, passate buona parte della sera in affettuose adorazioni del Santissimo Sacramento per riparare in qualche maniera a tante veglie passate nel giuoco o in altre inezie. Terminate infine quest'anno tanto cristianamente quanto vorreste al presente averlo scorso. Tutte queste religiose industrie serviranno a meraviglia per l'affare importante di vostra salute. Recitate intanto la seguente. (Manuale di Filotea di Mons. Giuseppe Riva, Bertarelli, Milano 1901)

ORAZIONE PER L'ULTIMO GIORNO DELL'ANNO

Quanti motivi non ho io di confondermi e d'umiliarmi profondamente davanti a Voi, o mio Dio, se mi faccio a confrontare la bontà vostra verso di me colla mia continua sconoscenza verso di Voi! Mentre nel decorso dell'anno omai compito avete comandato alla morte di recidere colla sua falce tanti fiori e tante piante che formavano il miglior ornamento del campo misterioso di questo mondo, avete imposto alla medesima di rispettar la mia vita, che, come pianta infruttuosa, occupava inutilmente il terreno, e, come erbaggio di pessima specie, non faceva che impedir lo sviluppo dei vicini germogli ed ammorbar tutta l'aria col suo ingratissimo odore. E ciò con tanta maggiore mia colpa, in quanto che, non contento Voi di preservarmi dal meritato sterminio, mi avete sempre contraddistinto coi segni i più evidenti della vostra amorosa predilezione, allontanando da me tutto quello che poteva nuocere in qualche modo così al mio spirito come al mio corpo, ed accordandomi le grazie le più efficaci alla santificazione dell'uno e alla salute dell'altro. Che se qualche volta avete inclinato verso di me la punitrice vostra destra, furono tutti leggieri i suoi colpi, e sempre temperati dalle dolcezze della vostra misericordia. Ma se finora ho corrisposto sì indegnamente a tutti i vostri favori, voglio emendare almeno adesso l'inescusabile mio fallo, ringraziandovi prima di tutto cordialissimamente di tutte le vostre beneficenze così spirituali come temporali, e domandandovi sinceramente perdono di quanto ho osato commettere contro di Voi. Voi degnatevi di accettare le mie attuali proteste come una ritrattazione sincera di tutto il passato e una caparra sicura della mia emendazione nell'avvenire. Intanto mettete Voi il compimento alle vostre misericordie col rassodare nelle fatte risoluzioni la mia volontà sempre instabile, onde facendo servire alla giustizia quelle potenze e quei sensi che già servirono alla iniquità, dia finalmente a Voi tanto di gloria, quanto già vi ho recato di sfregio colle replicate mie colpe. Voi che mi ispirate così nobili e così doverosi sentimenti, degnatevi ancora di darmi forza, onde mandarli ad effetto, e così verificare il detto consolantissimo del vostro Apostolo, che si vide sovrabbondare la grazia dove prima abbondava la iniquità.

Indi si recita, o col popolo in pubblica funzione, o privatamente, il Te Deum, per ringraziare il Signore dei benefici ricevuti.

Te Deum laudámus: *
te Dóminum confitémur.
Te aetérnum Patrem, *
omnis terra venerátur.
Tibi omnes Angeli, *
tibi Coeli et univérsae Potestátes:
Tibi Chérubim et Séraphim *
incessábili voce proclamant:

(Caput inclinatur) Sanctus, *
Sanctus, *
Sanctus *
Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt coeli et terra *
majestátis glóriae tuae.
Te gloriósus *
Apostolórum chorus,
Te Prophetárum *
laudábilis númerus,
Te Mártyrum candidátus *
laudat exércitus.
Te per orbem terrárum *
sancta confitétur Ecclésia,
Patrem *
imménsae majestátis;
Venerándum tuum verum *
et únicum Fílium;
Sanctum quoque *
Paráclitum Spíritum.

Tu Rex glóriae, *
Christe.
Tu Patris *
sempitérnus es Filius.
(Caput inclinatur) Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
non horruísti Virginis úterum.
Tu, devícto mortis acúleo, *
aperuísti credéntibus regna coelórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, *
in glória Patris.
Judex créderis *
esse ventúrus.
(Genuflectitur) Te ergo, quaesumus, tuis fámulis súbveni, *
quos pretióso sánguine redemísti.
Aetérna fac cum Sanctis tuis *
in glória numerári.

Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
et bénedic hereditáti tuae.
Et rege eos, *
et extólle illos usque in aetérnum.
Per síngulos dies *
benedícimus te;
Et laudámus nomen tuum in saeculum, *
et in saeculum saeculi.
Dignáre, Dómine, die isto *
sine peccáto nos custodíre.
Miserére nostri, Dómine, *
miserére nostri.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
non confúndar in aetérnum.

℣. Benedicamus Patrem et Fílium, cum Sancto Spíritu.
℞. Laudémus et superexaltémus eum in saecula.
℣. Benedíctus es, Dómine, in firmaménto coeli.
℞. Et laudábilis, et gloriósus, et superexaltátus in saecula.
℣. Dómine, exaudi orationem meam.
℞. Et clamor meus ad te veniat.
℣. Dóminus vobíscum.
℞. Et cum spíritu tuo.

Orémus.
Deus, cujus misericórdiae non est númerus, et bonitatis infinítus est thesaurus: piissimae majestati tuae pro collatis donis gratias agimus, tuam semper cleméntiam exorantes; ut, qui peténtibus postulata concédis, eósdem non déseens, ad praemia futúra dispónas.

Deus, qui corda fidélium Sancti Spiritus illustratióne docuisti: da nobis in eódem Spiritu recta sapere; et de ejus semper consolatióne gaudére.

Deus, qui néminem in te sperantem, nimium affligi permittis, sed pium précibus praestas auditum: pro postulatiónibus nostris votísque suscéptis gratias agimus, te piissime deprecantes, ut a cunctis semper muniamur advérsis. Per Christum Dóminum nostrum. Amen.
Te, o Dio, lodiamo *
e qual Signore ti professiamo.
Te, qual Padre eterno *
venera tutta la terra.
A Te tutti gli Angeli, *
a Te i Cieli e le Potenze tutte:
a Te i Cherubini e i Serafini *
cantano con voce incessante:

(Si china il capo) Santo, *
Santo, *
Santo *
il Signore, Dio degli eserciti.
Ricolmi sono i cieli e la terra *
della maestà della tua gloria.
Te degli Apostoli *
il coro glorioso,
Te dei Profeti *
la lodevol moltitudine,
Te dei Martiri loda *
la purificata schiera.
Te per tutta la terra *
confessa la Santa Chiesa,
Padre*
d'immensa maestà;
il tuo Venerabile, vero *
ed unico Figlio;
e pure il Santo *
Spirito Paraclito.

Tu, Re della gloria, *
o Cristo.
Tu del Padre *
sei il Figlio sempiterno.
(Si china il capo) Tu, col proposito di liberare gli uomini, *
non disprezzasti d'una Vergine il seno.
Tu, sconfitto il pungiglione della morte, *
apristi ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra d'Iddio, *
nella gloria del Padre.
E crediamo che tu qual giudice *
hai da venire.
(Ci si genuflette) Te dunque preghiamo, vieni in soccorso ai figli tuoi, *
che hai redenti col tuo sangue prezioso.
Fa' che sian annoverati *
nella gloria eterna insieme ai tuoi Santi.

Fa' salvo il tuo popolo, o Signore, *
e benedici la tua eredità.
E dirigili, *
e guidali per l'eternità.
Ogni giorno *
ti benediciamo;
e lodiamo il nome tuo in eterno, *
nei secoli dei secoli.
Degnati, o Signore, in questo giorno *
di custodirci senza peccato.
Pietà di noi, o Signore, *
pietà di noi.
Sia su di noi la tua misericordia, o Signore, *
siccome in te sperammo.
In te sperai, o Signore: *
ch'io non resti confuso in eterno.

℣. Benediciamo il Padre e il Figlio, con lo Spirito Santo.
℞. Lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
℣. Benedetto sei Tu, Signore, nel firmamento del cielo.
℞. E degno di lode e di gloria, ed esaltato nei secoli.
℣. O Signore, esaudisci la mia preghiera.
℞. E il mio grido giunga fino a Te.
℣. Il Signore sia con voi.
℞. E con il tuo Spirito.

Preghiamo.
O Dio, la cui misericordia non ha limite e il tesoro della cui bontà è infinito: noi rendiamo grazie alla Tua piissima maestà per i doni offerti, implorando sempre la tua clemenza, affinché Tu, che concedi a coloro che ti supplicano ciò che chiedono, non abbandonando i medesimi, li predisponga ai premi futuri.

O Dio, che hai istruito i cuori dei fedeli con la luce dello Spirito Santo, donaci di gustare nello stesso Spirito la verità e di godere sempre della sua consolazione.

O Dio, che non permetti che nessuno che spera in te sia percosso troppo, ma presti pio ascolto alle preghiere: Ti rendiamo grazie per le suppliche nostre e i voti intrapresi, implorandoti, o piissimo, che siamo difesi sempre da tutte le avversità. Per Cristo Signore nostro. Amen.

Tutto si svolge dinanzi al Santissimo Sacramento solennemente esposto. Alla fine del canto del Te Deum, segue la Benedizione Eucaristica.