venerdì 7 dicembre 2018

Sant'Ambrogio Vescovo, Confessore e Dottore della Chiesa - Commemorazione della Vigilia dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

Doppio.
Paramenti bianchi.

Aurelio Ambrogio, vescovo di Milano, figlio di Ambrogio cittadino romano, nacque a Treviri nell'anno 339, allorché il padre era prefetto della Gallia. Si racconta che, bambino, uno sciame di api si posasse sulla sua bocca presagio della sua divina eloquenza. Fu educato a Roma nelle arti liberali. Dopo cinque anni di avvocatura a Sirmio, nel 370 fu preposto dal prefetto Probo quale governatore consolare dell'Italia Annonaria per la provincia romana “Aemilia et Liguria” (Emilia e Liguria), di là poi per ordine dello stesso Probo andò con pieni poteri a Milano, dove divenne una figura di rilievo nella corte dell'imperatore Valentiniano I. La sua abilità di funzionario nel dirimere i forti contrasti tra gli Ariani e i Cattolici gli acquistò apprezzamento da parte di entrambe le fazioni. Nel 374, essendo morto il vescovo Ariano Aussenzio di Milano, l'equilibrio tra le due fazioni sembrò precipitare: infatti, il popolo era in discordia per la scelta del successore. Quindi Ambrogio essendo entrato in chiesa per calmare, secondo il dovere del suo ufficio, la sedizione suscitatasi, dopo aver parlato a lungo con eloquenza della pace e della tranquillità pubblica, ad un tratto uditosi un fanciullo gridare: «Ambrogio vescovo!», tutto il popolo ripeté l'acclamazione, domandando Ambrogio per suo vescovo.
Ricusandosi egli e resistendo alle loro preghiere, l'ardente voto del popolo fu portato all'imperatore Valentiniano I, al quale riuscì graditissimo veder domandati per il sacerdozio magistrati di sua scelta. E ciò tornò pure gradito al prefetto Probo, il quale alla partenza di Ambrogio, quasi divinando, gli aveva detto: «Va', e diportati non da giudice ma da vescovo». Pertanto, la volontà dell'imperatore accordandosi col desiderio del popolo, Ambrogio fu battezzato - perché era catecumeno -, iniziato ai sacri misteri, e, passato per tutti i gradi degli ordini stabiliti dalla Chiesa, ricevé, l'ottavo giorno, che fu il 7 dicembre 374, la consacrazione episcopale. Divenuto vescovo, difese intrepidamente la fede cattolica e la disciplina ecclesiastica; convertì alla vera fede molti Ariani ed altri eretici, tra i quali generò a Gesù Cristo il chiarissimo luminare della chiesa, Sant'Agostino.
Ucciso l'imperatore Graziano nel 383, egli si portò due volte come deputato, da Massimo suo uccisore; e, ricusando questi di far penitenza, interruppe ogni relazione con lui. Interdisse l'ingresso in chiesa all'imperatore Teodosio a cagione della strage di Tessalonica, avvenuta nel 390. E siccome questi gli diceva che anche David, re come lui, era stato adultero e omicida, Ambrogio rispose: «Giacché l'hai seguito nella colpa, seguilo anche nella penitenza». Onde Teodosio compì umilmente la pubblica penitenza da lui impostagli, riammettendolo ai sacramenti nella notte di Natale di quello stesso anno. In ambito liturgico, il Santo Vescovo arricchì l'Ufficio divino di inni sacri; fece cantare i Salmi dall'Assemblea dei fedeli divisa in due cori e diede il suo nome al rito ambrosiano. Egli, avendo dunque sostenuto per la Chiesa di Dio molte fatiche e sollecitudini, e scritto ancora egregiamente molti libri, prima di cader malato, predisse il giorno della sua morte. Sant'Onorato, vescovo di Vercelli, avvertito tre volte da voce divina, accorse al suo capezzale, e gli amministrò il Santo Corpo del Signore; preso il quale, unite le mani a mo' di croce, pregando, rese l'anima a Dio nella notte del Sabato Santo 4 aprile, nell'anno della nascita di Cristo 397.


Claude Vignon, Sant'Ambrogio di Milano, Istituto d'Arte di Minneapolis, Stati Uniti, sec. XVII.


La Chiesa loda il Signore per aver conferito ai Santi Dottori la sapienza, l'intelligenza e la santità con cui spandere dovunque il lume della dottrina evangelica.

INTROITUS
Eccli 15:5. In médio Ecclésiae apéruit os ejus: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiae et intelléctus: stolam glóriae índuit eum. Ps 91:2. Bonum est confitéri Dómino: et psállere nómini tuo, Altíssime. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. In médio Ecclésiae apéruit os ejus: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiae et intelléctus: stolam glóriae índuit eum.

Eccli 15:5. Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria. Ps 91:2. È bene cantare la gloria al Signore: e lodare, Altissimo, il tuo Nome. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui pópulo tuo aetérnae salútis beátum Ambrósium minístrum tribuísti: praesta, quaesumus; ut, quem Doctórem vitae habúimus in terris, intercessórem habére mereámur in coelis. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che hai concesso al tuo popolo, quale ministro di eterna salvezza, il beato Ambrogio, concedine che quegli che in terra ci è stato Dottore, meritiamo di averlo intercessore in cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Orémus.
Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente e poi, con unica conclusione, la commemorazione della Vigilia dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. 
Deus, qui Unigéniti tui Matrem ab origináli culpa in sua Conceptióne mirabíliter praeservásti: da, quaesumus; ut sua nos intercessióne munítos, corde mundos fácias suae interésse festivitáti. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Dio, che hai preservato nella sua concezione in modo mirabile dalla colpa originale la Madre del tuo Unigenito: concedici, ti preghiamo, che, muniti della sua intercessione, partecipiamo con cuore puro alla sua festività. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

I Dottori della Chiesa hanno messo in pratica i consigli che San Paolo dava a San Timoteo. Predicarono in ogni maniera la dottrina di Gesù Cristo, reagendo contro quella curiosità morbosa che rende certe anime avide ad intendere teorie nuove ed erronee in fatto di religione. Avendo combattuta la buona battaglia, come l'Apostolo, per il Vangelo e conservato intatto il deposito sacro della dottrina cristiana, ricevono in cielo la corona destinata a compensarli della loro santità apostolica.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Timótheum.
2Tim 4:1-8.
Caríssime: Testíficor coram Deo, et Jesu Christo, qui judicatúrus est vivos et mórtuos, per advéntum ipsíus et regnum ejus: praedica verbum, insta opportúne, importúne: árgue, óbsecra, íncrepa in omni patiéntia, et doctrína. Erit enim tempus, cum sanam doctrínam non sustinébunt, sed ad sua desidéria coacervábunt sibi magístros, pruriéntes áuribus, et a veritáte quidem audítum avértent, ad fábulas autem converténtur. Tu vero vígila, in ómnibus labóra, opus fac Evangelístae, ministérium tuum ímple. Sóbrius esto. Ego enim jam delíbor, et tempus resolutiónis meae instat. Bonum certámen certávi, cursum consummávi, fidem servávi. In réliquo repósita est mihi coróna justítiae, quam reddet mihi Dóminus in illa die, justus judex: non solum autem mihi, sed et iis, qui díligunt advéntum ejus.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo a Timoteo.
2Tim 4:1-8.
Carissimo: Ti scongiuro davanti a Dio e a Gesù Cristo, che ha da venire a giudicare i vivi ed i morti, per la sua venuta e per il suo regno: predica la Parola, insisti a tempo opportuno e fuori tempo. Riprendi, esorta, sgrida con paziente insegnamento; perché verrà tempo in cui la gente non potrà sopportare la sana dottrina, ma per assecondare la propria passione e per prurito di novità, si creerà una folla di maestri, e per non ascoltare la verità andrà dietro a favole. Ma tu veglia sopra tutte le cose, sopporta le afflizioni, compi l'ufficio di predicare il Vangelo, adempi il tuo ministero e sii temperante. In quanto a me il mio sangue sta per essere versato come una libazione e il tempo del mio scioglimento dal corpo è vicino. Ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede. Non mi resta che ricevere la corona di giustizia, che mi darà in quel giorno il Signore, giusto giudice; e non solo a me, ma anche a quelli che desiderano la sua venuta.

GRADUALE
Eccli 44:16. Ecce sacérdos magnus, qui in diébus suis plácuit Deo. Eccli 44:20. ℣. Non est invéntus símilis illi, qui conservaret legem Excélsi.

Eccli 44:16. Ecco il grande pontefice, che nella sua vita piacque a Dio. Eccli 44:20. ℣. Non si trovò alcuno simile a lui nell'osservare la legge dell'Eccelso.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 109:4. ℣. Jurávit Dóminus, et non poenitébit eum: Tu es sacérdos in aetérnum, secúndum órdinem Melchísedech. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 109:4. ℣. Il Signore l'ha giurato e non si pentirà: Tu sei sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchisedech. Alleluia.

I Dottori sono il sale che deve preservare le anime dalla corruzione: sono la luce che illumina gli uomini immersi nelle tenebre dell'errore e del peccato. Predicando con la loro dottrina e il loro esempio, glorificano Dio, il quale solo dà la grazia di compiere bene il proprio dovere. E siccome l'osservanza delle minime prescrizioni della legge riceve la sua ricompensa, essi sono grandi nel regno dei cieli.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 5:13-19.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Vos estis sal terrae. Quod si sal evanúerit, in quo saliétur? Ad níhilum valet ultra, nisi ut mittátur foras, et conculcétur ab homínibus. Vos estis lux mundi. Non potest cívitas abscóndi supra montem pósita. Neque accéndunt lucérnam, et ponunt eam sub módio, sed super candelábrum, ut lúceat ómnibus qui in domo sunt. Sic lúceat lux vestra coram homínibus, ut vídeant ópera vestra bona, et gloríficent Patrem vestrum, qui in coelis est. Nolíte putáre, quóniam veni sólvere legem aut prophétas: non veni sólvere, sed adimplére. Amen, quippe dico vobis, donec tránseat coelum et terra, iota unum aut unus apex non praeteríbit a lege, donec ómnia fiant. Qui ergo solverit unum de mandátis istis mínimis, et docúerit sic hómines, mínimus vocábitur in regno coelórum: qui autem fécerit et docúerit, hic magnus vocábitur in regno coelórum.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 5:13-19.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Voi siete il sale della terra. E se il sale perde la sua virtù, come lo si riattiverà? Non è più buono se non ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città posta sopra un monte. Né si accende la lucerna per riporla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia lume a quanti sono in casa. Così risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti, ma a completare. In verità vi dico che finché non passi il cielo e la terra non passerà un solo iota o un apice solo della Legge, che tutto non sia compiuto. Chi pertanto violerà uno dei minimi di questi comandamenti e insegnerà così agli uomini, sarà tenuto minimo nel regno dei cieli; ma colui che avrà operato ed insegnato, sarà tenuto grande nel regno dei cieli.

Omelia di Sant'Agostino, Vescovo.
Libro 1 sul Sermone del Signore sul monte, cap. 6.
Il Signore ci mostra doversi giudicare insensati coloro che, cercando l'abbondanza dei beni temporali o temendo d'esserne privati, perdono gli eterni, che gli uomini non possono né dare né togliere. Ora se il sale diventa insipido, con che si salerà? (Matt. 5:13) Cioè, se voi, che dovete in un certo modo condire i popoli, per timore delle persecuzioni temporali perderete il regno dei cieli: quali saranno gli uomini che potranno ritrarvi dall'errore, dal momento che Dio ha scelto voi per togliere gli altri dall'errore?
Dunque il sale insipido non serve più a nulla se non ad essere gettato via pestato dagli uomini (Matt 5:13). Pertanto non è calpestato dagli uomini chi soffre persecuzione; ma chi istupidisce per timore della persecuzione. Poiché non può essere calpestato se non uno inferiore; ma non è inferiore chi, sebbene patisca molto sulla terra nel corpo, tuttavia col cuore abita in cielo.
Voi siete la luce del mondo (Matt 5:14). Come più sopra ha detto il sale della terra (Matt 5:13), così ora dice la luce del mondo. Ora per questa terra, di cui si parla più sopra, non si deve intendere quella che calpestiamo coi nostri piedi corporei; bensì gli uomini che abitano sulla terra, o anche i peccatori, a rialzare i quali col condimento della sapienza e a distruggere le loro perverse inclinazioni, il Signore inviò nel mondo il sale apostolico. E qui mondo si deve intendere non il cielo e la terra, ma gli uomini che sono nel mondo o amano il mondo, e che gli Apostoli hanno la missione d'illuminare. Non può rimaner nascosta una città situata su un monte (Matt 5:14): cioè, fondata sopra un'insigne e grande giustizia, significata anche nello stesso monte, su cui il Signore si trova a parlare.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 88:25. Véritas mea et misericórdia mea cum ipso: et in nómine meo exaltábitur cornu ejus.

Ps 88:25. Con lui staranno la mia fedeltà e il mio amore, e s'innalzerà nel mio Nome la sua forza.

SECRETA
Omnípotens sempitérne Deus, múnera tuae majestáti obláta, per intercessiónem beáti Ambrósii Confessóris tui atque Pontíficis, ad perpétuam nobis fac proveníre salútem. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Dio onnipotente ed eterno, per l'intercessione del beato Ambrogio Confessore tuo e Vescovo, fa' che i doni offerti alla maestà tua giovino alla nostra eterna salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente e poi, con unica conclusione, la commemorazione della Vigilia dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Múnera nostra, Dómine, apud tuam cleméntiam immaculátae Dei Genetrícis commendet orátio: quam ab omni origináli labe praeservásti; ut dignum Fílii tui habitáculum effici mererétur: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Signore, la preghiera dell'Immacolata Madre di Dio raccomandi i nostri doni presso la tua clemenza: ella che tu preservasti da ogni macchia originale, affinché meritasse di diventare degna abitazione del tuo Figlio: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Ps 88:36-38. Semel jurávi in sancto meo: Semen ejus in aetérnum manébit, et sedes ejus sicut sol in conspéctu meo, et sicut luna perfécta in aetérnum, et testis in coelo fidélis.

Ps 88:36-38. Questo giurai sulla mia santità: la stirpe di lui durerà in eterno e il suo trono quanto il sole dinanzi a me; perdurerà come la luna e come i cieli sarà stabile in perpetuo.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Sacraménta salútis nostrae suscipiéntes, concéde, quaesumus, omnípotens Deus: ut beáti Ambrósii Confessóris tui atque Pontíficis nos ubíque orátio ádjuvet; in cujus veneratióne haec tuae obtúlimus majestáti. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ricevuti i sacramenti della nostra salvezza, concedici, Dio onnipotente, che ci assista sempre l'intercessione del beato Ambrogio Confessore tuo e Vescovo, in cui onore abbiamo offerto questo sacrificio alla tua maestà. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Orémus.
Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente e poi, con unica conclusione, la commemorazione della Vigilia dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Concéde, miséricors Deus, fragilitáti nostrae praesídium: ut, qui immaculátae Conceptiónis Genetrícis unigéniti Fílii tui festivitátem praevenímus; intercessiónis ejus auxílio a nostris iniquitátibus resurgámus. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedi, Dio misericordioso, aiuto alla nostra fragilità: affinché, noi che anticipiamo la festività dell'immacolata Concezione della Madre del Figlio tuo unigenito, con l'aiuto della di lei intercessione ci rialziamo dalle nostre iniquità. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Infine si legge l'ultimo Vangelo della Vigilia dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.

Initium sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 1:1-16.
Liber generatiónis Jesu Christi, fílii David, fílii Abraham. Abraham génuit Isaac. Isaac autem génuit Jacob. Jacob autem génuit Judam et fratres ejus. Judas autem génuit Phares et Zaram de Thamar. Phares autem génuit Esron. Esron autem génuit Aram. Aram autem génuit Amínadab. Amínadab autem génuit Naásson. Naásson autem génuit Salmon. Salmon autem génuit Booz de Rahab. Booz autem génuit Obed ex Ruth. Obed autem génuit Jesse. Jesse autem génuit David regem. David autem rex génuit Salomónem ex ea, quae fuit Uriae. Sálomon autem génuit Róboam. Róboam autem génuit Abíam. Abías autem génuit Asa. Asa autem génuit Josaphat. Jósaphat autem génuit Joram. Joram autem génuit Ozíam. Ozías autem génuit Jóatham. Jóatham autem génuit Achaz. Achaz autem génuit Ezechíam. Ezechías autem génuit Manássen. Manásses autem génuit Amon. Amon autem génuit Josíam. Josías autem génuit Jechoníam et fratres ejus in transmigratióne Babylónis. Et post transmigratiónem Babylónis: Jechonías génuit Saláthiel. Saláthiel autem génuit Zoróbabel. Zoróbabel autem génuit Abiud. Abiud autem génuit Elíacim. Elíacim autem génuit Azor. Azor autem génuit Sadoc. Sadoc autem génuit Achim. Achim autem génuit Eliud. Eliud autem génuit Eleázar. Eleázar autem génuit Mathan. Mathan autem génuit Jacob. Jacob autem génuit Joseph, virum Maríae, de qua natus est Jesus, qui vocátur Christus.

Inizio del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 1:1-16.
Libro della generazione di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli. Giuda generò Fares e Zara da Tamar. Fares generò Esron, Esron generò Aram, Aram generò Amínadab, Amínadab generò Naasson, Naasson generò Salmon, Salmon generò Booz da Raab. Booz generò Obed da Ruth, Obed generò Iesse. Iesse generò il re Davide. Il re Davide generò Salomone da colei che era stata (moglie) di Uria. Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asa, Asa generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Achaz, Achaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amon, Amon generò Giosia, Giosia generò Geconia e i suoi fratelli al tempo della deportazione in Babilonia. E dopo la deportazione in Babilonia Geconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiud, Abiud generò Eliacim, Eliacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliud, Eliud generò Eleazar, Eleazar generò Matan, Matan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, sposo di Maria, da cui nacque Gesù chiamato il Cristo.

giovedì 6 dicembre 2018

San Nicola, Vescovo e Confessore

Doppio.
Paramenti bianchi.

Nicola nacque a Pàtara in Licia (nell'odierna Turchia), intorno al 270, da illustre famiglia, e i genitori l'impetrarono da Dio colle preghiere. Quanta dovesse essere la santità di questo uomo, apparve fin dalla culla. Infatti, bambino, mentre gli altri giorni prendeva sovente il latte dalla nutrice, il mercoledì e il venerdì lo prendeva una volta sola, e verso sera: e questa abitudine di digiunare la conservò per tutta la vita. Rimasto orfano giovanetto, distribuì ogni suo avere ai poveri. Di lui si racconta questo bell'esempio di cristiana generosità, che non potendo un suo povero concittadino maritare le sue tre figlie nubili e pensando perciò di prostituirle, Nicola, saputa la cosa, di notte, da una finestra, gettò tanto denaro in quella casa, quanto bastava per la dote d'una figlia: cosa che avendo fatto una seconda e terza volta, quelle tre vergini furono maritate a tre onesti uomini.
Consacratosi tutto a Dio, egli partì per la Palestina affin di visitarvi i luoghi santi e venerarli di persona. In questo pellegrinaggio imbarcatosi con un cielo sereno e mare tranquillo, predisse ai marinai terribile tempesta; la quale suscitatasi presto, essendo tutti in sommo pericolo, egli la sedò miracolosamente colle sue preghiere. Ritornato a casa, mentre dava a tutti esempi di singolare santità, dietro avviso di Dio, andò a Myra, capitale della Licia; avendo perduto essa il suo vescovo proprio allora, vi si trovavano radunati i vescovi delle provincie per scegliere il successore. Mentre pertanto deliberavano, furono supernamente avvertiti di eleggere quello che l'indomani sarebbe entrato per primo in chiesa, di nome Nicola. Postisi in osservazione, trovarono alla porta della chiesa Nicola, il quale con somma soddisfazione di tutti fu creato vescovo di Myra. Nell'episcopato risplendé ognora per la castità, che aveva sempre conservata, la gravità, l'assiduità nella preghiera, le veglie, l'astinenza, la liberalità e l'ospitalità, la dolcezza nell'esortare, la severità nel riprendere.
Assisté sempre le vedove e gli orfani con denaro, consiglio ed opera; s'applicò con tanto ardore a sollevare gli oppressi, da liberare perfino tre tribuni condannati, dietro calunnia, dall'imperatore Costantino, i quali, incoraggiati dalla fama dei suoi miracoli, si erano nell'orazione raccomandati a lui, comparendo ancor vivente, sebbene assai distante, all'imperatore e spaventandolo con minacce. Siccome poi egli predicava a Myra, contrariamente all'editto di Diocleziano e Massimiano, la verità della fede cristiana, fu arrestato dai satelliti imperiali, condotto assai lontano, e gettato in carcere (305); dove rimase fino all'imperator Costantino, per cui ordine scarcerato ritornò a Myra (313). Quindi si portò al concilio di Nicea (325); ivi condannò insieme con quei trecentodiciotto Padri l'eresia Ariana. Noto è lo schiaffo che il Santo, secondo la tradizione, avrebbe dato all'eresiarca Ario nell'assise del Concilio Niceno. Donde ritornato al suo vescovado a Myra, di lì a non molto, appressandosi la morte, fissando il cielo e vedendosi venirgli incontro gli Angeli, pronunziando il Salmo: «In te, Signore, ho sperato» (Ps 30:1), e giunto al verso: «Nelle tue mani raccomando lo spirito mio» (Ps 30:6), se ne andò alla patria celeste: era il 6 dicembre del 343. Il suo corpo fu trasportato a Bari nella Puglia (8 maggio 1087), ove è sommamente celebre e venerato.


Statua di San Nicola, Basilica di San Nicola, Bari (Puglia).


INTROITUS
Eccli 45:30. Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii dignitas in aetérnum. Ps 131:1. Meménto, Dómine, David: et omnis mansuetúdinis ejus. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii dignitas in aetérnum.

Eccli 45:30. Il Signore stabilì per lui un patto di pace, e lo costituì principe, affinché possedesse in eterno la dignità sacerdotale. Ps 131:1. Ricòrdati, o Signore, di David e di tutta la sua sollecitudine. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Il Signore stabilì per lui un patto di pace, e lo costituì principe, affinché possedesse in eterno la dignità sacerdotale.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui beátum Nicoláum Pontíficem innúmeris decorásti miráculis: tríbue, quaesumus; ut ejus méritis et précibus a gehénnae incéndiis liberémur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che hai esaltato il beato vescovo Nicola con innumerevoli miracoli; concedici, te ne preghiamo, che per i suoi meriti e le sue preghiere siamo liberati dalle fiamme dell'inferno. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente.

Nostro Signore Gesù Cristo compì il suo sacrificio fuori di Gerusalemme, cioè fuori dell'antico sistema teocratico giudaico. Per partecipare a questo sacrificio occorre dunque rinunciare a tutte le pratiche giudaiche e unirsi agli atti del sacerdozio, che i sacerdoti esercitano nel nome di Nostro Signore Gesù Cristo, che è il grande Pontefice della nuova Legge.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Hebraeos.
Hebr 13:7-17.
Fratres: Mementóte praepositórum vestrórum, qui vobis locúti sunt verbum Dei: quorum intuéntes éxitum conversatiónis, imitámini fidem. Jesus Christus heri et hódie: ipse et in saecula. Doctrínis váriis et peregrínis nolíte abdúci. Optimum est enim grátia stabilíre cor, non escis, quae non profuérunt ambulántibus in eis. Habémus altáre, de quo édere non habent potestátem, qui tabernáculo deserviunt. Quorum enim animálium infértur sanguis pro peccáto in Sancta per pontíficem, horum córpora cremántur extra castra. Propter quod et Jesus, ut sanctificáret per suum sánguinem pópulum, extra portam passus est. Exeámus ígitur ad eum extra castra, impropérium ejus portántes. Non enim habémus hic manéntem civitátem, sed futúram inquírimus. Per ipsum ergo offerámus hóstiam laudis semper Deo, id est fructum labiórum confiténtium nómini ejus. Beneficéntiae autem et communiónis nolíte oblivísci: tálibus enim hóstiis promerétur Deus. Oboedíte praepósitis vestris et subjacéte eis. Ipsi enim pervígilant, quasi ratiónem pro animábus vestris redditúri.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo apostolo agli Ebrei.
Hebr 13:7-17.
Fratelli: Ricordatevi dei vostri pastori che vi annunziarono la parola di Dio: considerando l'esito della loro vita, imitatene la fede. Gesù Cristo ieri e oggi, egli anche in eterno. Non vi lasciate fuorviare da dottrine varie e peregrine, perché val meglio confermare il cuore mediante la grazia, che non mangiando carni (di vittime immolate) che nulla giovarono a chi vi si attenne. Noi abbiamo un altare di cui non possono mangiare (la vittima ivi offerta) quelli che servono nel Tabernacolo (giudaico). Siccome i corpi di quegli animali, il cui sangue è dal pontefice portato nel Santuario come offerta per il peccato, son bruciati fuori degli alloggiamenti;  per questo appunto anche Gesù, per santificare col suo sangue il popolo, patì fuori della porta della città. Usciamo adunque dagli alloggiamenti per andare a lui, portando la sua ignominia; perché non abbiamo quaggiù città stabile, ma andiamo cercando la futura. Per mezzo di lui adunque offriamo sempre a Dio il sacrificio di lode, cioè il frutto delle labbra che celebrano il suo nome. E non vi dimenticate della beneficenza e della liberalità perché con tali vittime si rende propizio Dio. Obbedite ai vostri superiori e state loro sottomessi, perché essi vigilano, dovendo rendere conto delle anime vostre.

GRADUALE
Ps 88:21-23. Invéni David servum meum, óleo sancto meo unxi eum: manus enim mea auxiliábitur ei, et bráchium meum confortábit eum. ℣. Nihil profíciet inimícus in eo, et fílius iniquitátis non nocébit ei.

Ps 88:21-23. Ho trovato Davide, mio servo; l'ho unto col mio santo olio; perciò la mia mano lo aiuterà e il mio braccio gli darà vigore. ℣. Il nemico non lo soverchierà, né il figlio dell'iniquità gli potrà nuocere.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 91:13. ℣. Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 91:13. ℣. Il giusto fiorirà come palma, crescerà come un cedro del Libano. Alleluia.

Il Santo Pontefice (Vescovo), oggi festeggiato, anziché conservare improduttivi i talenti affidatigli da Dio, li ha fatti fruttificare. Per questo Dio si felicita con lui e gli dà in cambio la felicità celeste.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 25:14-23.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis parábolam hanc: Homo péregre proficíscens vocávit servos suos, et trádidit illis bona sua. Et uni dedit quinque talénta, álii autem duo, álii vero unum, unicúique secúndum própriam virtútem, et proféctus est statim. Abiit autem, qui quinque talénta accéperat, et operátus est in eis, et lucrátus est ália quinque. Simíliter et, qui duo accéperat, lucrátus est ália duo. Qui autem unum accéperat, ábiens fodit in terram, et abscóndit pecúniam dómini sui. Post multum vero témporis venit dóminus servórum illórum, et pósuit ratiónem cum eis. Et accédens qui quinque talénta accéperat, óbtulit ália quinque talénta, dicens: Dómine, quinque talénta tradidísti mihi, ecce, ália quinque superlucrátus sum. Ait illi dóminus ejus: Euge, serve bone et fidélis, quia super pauca fuísti fidélis, super multa te constítuam: intra in gáudium dómini tui. Accessit autem et qui duo talénta accéperat, et ait: Dómine, duo talénta tradidísti mihi, ecce, alia duo lucrátus sum. Ait illi dóminus ejus: Euge, serve bone et fidélis, quia super pauca fuísti fidélis, super multa te constítuam: intra in gáudium dómini tui.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 25:14-23.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: Un uomo, partendo per un paese lontano, chiamò i servi, e consegnò loro i suoi beni: a uno diede cinque talenti, all'altro due, ad un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e subito partì. Tosto colui, che aveva ricevuto cinque talenti, andò a negoziarli e ne guadagnò altri cinque. Similmente quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Ma colui che ne aveva ricevuto uno andò a fare una buca nella terra e vi nascose il danaro del suo padrone. Or molto tempo dopo ritornò il padrone di quei servi, e li chiamò a render conto. E venuto quello che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque dicendo: Signore, me ne desti cinque, ecco ne ho guadagnati altri cinque. E il padrone a lui: Bene, servo buono e fedele, perché sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; entra nella gioia del tuo Signore. E presentatosi l'altro che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, me ne hai affidati due; eccone guadagnati altri due. E il padrone a lui: Bene, servo buono e fedele, perché sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto: entra nella gioia del tuo Signore.

Omelia di San Gregorio, Papa.
Omelia 9 sui Vangeli.
La lettura del santo Vangelo, fratelli carissimi, ci avverte di considerare diligentemente che noi, che abbiamo ricevuto in questo mondo più degli altri, saremo poi giudicati più severamente dall'autore del mondo. Infatti più i doni sono numerosi, e tanto più grande è il conto che bisogna renderne. Le grazie dunque che si ricevono, devono rendere ciascuno tanto più umile e più pronto a servire a Dio, quanto più si vide obbligato a renderne conto. Ecco un uomo che, nel mettersi in viaggio, chiama i suoi servi e divide tra loro i talenti da far fruttare. Ma dopo molto tempo ritorna per chiederne conto, e ricompensa del guadagno fatto coloro che li hanno impiegati bene, mentre condanna il servo che fu negligente nel farli fruttare.
Chi è dunque quest'uomo che si mette in viaggio, se non il nostro Redentore che, col corpo che aveva preso, se ne andò in cielo? La terra è infatti il luogo proprio della carne; ed essa è comò condotta a mettersi in viaggio quando dal nostro Redentore viene portata in cielo. Ma, come quest'uomo, egli, prima di mettersi in viaggio, consegnò ai suoi servi i propri beni, perché concesse ai suoi fedeli dei doni spirituali. E ad uno diede cinque talenti, ad un altro due, ad un altro uno. Cinque sono infatti i sensi del corpo, cioè: la vista, l'udito, il gusto, l'odorato e il tatto. Con i cinque talenti dunque viene rappresentato il dono dei cinque sensi, cioè la conoscenza delle cose esteriori; con i due talenti invece vengono indicati l'intelletto e l'azione; con l'unico talento infine si indica soltanto l'intelletto.
Mira colui che aveva ricevuto cinque talenti ne guadagnò altri cinque: perché ci sono alcuni che, pur non riuscendo a penetrare le profondità mistiche, tuttavia in vista della patria celeste insegnano, per quanto possono, la rettitudine; dagli stessi talenti esteriori che hanno ricevuto ne ricavano il doppio; e mentre proteggono sé stessi dall'insolenza della carne, dalla corruzione delle cose terrene e dai piaceri delle cose visibili, distolgono da esse con l'esortazione anche gli altri. Ci sono pure alcuni che, quasi arricchiti di due talenti, ricevono il dono dell'intelletto e dell'azione, comprendono le sottigliezze interiori e operano meraviglie all'esterno; e mentre predicano agli altri con l'intelligenza e l'azione, riportano quasi un doppio guadagno dalla loro attività.

OFFERTORIUM
Ps 88:25. Véritas mea et misericórdia mea cum ipso: et in nómine meo exaltábitur cornu ejus.

Ps 88:25. Con lui staranno la mia fedeltà e la mia misericordia, e s'innalzerà nel mio Nome la sua forza.

SECRETA
Sanctífica, quaesumus, Dómine Deus, haec múnera, quae in solemnitáte sancti Antístitis tui Nicolái offérimus: ut per ea vita nostra inter advérsa et próspera úbique dirigátur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Signore Iddio, santifica questi doni, a te offerti nella festa del tuo vescovo san Nicola; affinché, in grazia di essi, la nostra vita proceda sempre rettamente, sia tra le cose prospere, sia tra le avverse. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Ps 88:36-38. Semel jurávi in sancto meo: Semen ejus in aetérnum manebit, et sedes ejus sicut sol in conspéctu meo, et sicut luna perfécta in aetérnum, et testis in coelo fidélis.

Ps 88:36-38. Questo giurai sulla mia santità: la stirpe di lui durerà in eterno e il suo trono quanto il sole dinanzi a me; perdurerà come la luna e come i cieli sarà stabile in perpetuo.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Sacrifícia, quae súmpsimus, Dómine, pro solemnitáte sancti Pontíficis tui Nicolái, sempitérna nos protectióne consérvent. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore, i misteri ricevuti nella celebrazione della solennità del santo vescovo tuo Nicola ci conservino con perenne protezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente.

mercoledì 5 dicembre 2018

San Saba, Abate

Commemorazione.

Saba nacque a Matulasca, presso Cesarea di Cappadocia (odierna Kayseri in Turchia), nel 439, da una famiglia di cristiani, che lo inviarono per gli studi nel vicino monastero di Flavianae. Ivi maturò il desiderio di farsi monaco; per questo motivo si scontrò coi suoi, che lo volevano avviare alla carriera militare. Intorno a diciott'anni arrivò pellegrino in Terrasanta, soggiornando tra i monaci e gli anacoreti, nelle loro grotte o capanne. La sua guida decisiva fu il monaco Sant'Eutimio, detto “il grande”, il quale aveva convertito molti arabi nomadi ed era stato consigliere dell'imperatrice Eudossia moglie di Teodosio II.
Condivise con Sant'Eutimio la vita eremitica tra il deserto della Giordania e la regione del Mar Morto. Dopo la morte del suo maestro (437 circa), si ritirò in una grotta nella valle del Cedron, vicino Gerusalemme. Quivi, si formò intorno a lui un'aggregazione monastica tipica della Palestina: la laura, dal greco Λαύρα, cioè “cammino stretto”, che è un misto di solitudine e di vita comune, ove i monaci vivono in solitudine per cinque giorni della settimana e si riuniscono poi il sabato e la domenica per la Santa Messa. I monaci sono guidati da un superiore e, dal mese di gennaio fino alla Domenica delle Palme sperimentano una solitudine totale in una regione desertica.
Intorno a Saba si riunirono 150 monaci, e altri villaggi monastici nacquero in Palestina, imitando il suo, denominato Grande Laura. Nel 492, il Patriarca di Gerusalemme, Sallustio, lo ordinò sacerdote suo malgrado, e successivamente il Patriarca Sant'Elia I di Gerusalemme lo nominò Archimandrita, cioè capo di tutti gli anacoreti di Palestina.
Data la disciplina ferrea della sua comunità, Saba fu molto perseguitato dai suoi discepoli, per cui dovette allontanarsi. Fondò un'altra laura a Gadara, presso il lago di Tiberiade. Il Patriarca successivamente lo richiamò per guidare i monaci che si erano moltiplicati e per difendere la dottrina cristiana sulle due nature, umana e divina, del Cristo, proclamata nel concilio di Calcedonia (451) e contrastata dai monofisiti, che ammettevano nel Signore un'unica natura. A causa di questo scontro teologico, si creò a Costantinopoli una frattura tra l'imperatore Anastasio e il Patriarca; quindi Saba accorse nella capitale per tentare la riconciliazione. Ritornato in patria nella sua amata solitudine, carico di anni e di meriti, rese la sua anima al Signore nel monastero Mar Saba o laura San Saba, da lui stesso fondato, il 5 dicembre 532, ultra novantenne. Glorioso per miracoli già da vivo, fu canonizzato fin da subito.


San Saba.


Si fa la commemorazione nella Santa Messa della Feria corrispondente, cioè della Domenica precedente, secondo le Rubriche.

ORATIO
Orémus.
Intercéssio nos, quaesumus, Dómine, beáti Sabbae Abbátis comméndet: ut, quod nostris méritis non valémus, ejus patrocínio assequámur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Fa', o Signore, che l'intercessione del beato Saba abate ci ottenga di raggiungere con il suo patrocinio ciò che non possiamo avere coi nostri meriti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

SECRETA
Sacris altáribus, Dómine, hóstias superpósitas sanctus Sabbas, quaesumus, in salútem nobis proveníre depóscat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Per intercessione di san Saba, o Signore, queste offerte deposte sull'altare giovino alla nostra salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Prótegat nos, Dómine, cum tui perceptióne sacraménti beátus Sabbas, pro nobis intercedéndo: ut et conversatiónis ejus experiámur insígnia, et intercessiónis percipiámus suffrágia. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ci protegga, o Signore, insieme al tuo sacramento che abbiamo ricevuto, l'intercessione del beato Saba; affinché della sua vita seguiamo gli esempi e della sua protezione sentiamo gli effetti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.