martedì 25 dicembre 2018

Natale di Nostro Signore Gesù Cristo

Doppio di I classe con Ottava privilegiata di III ordine.
Paramenti bianchi.

Nella solennità del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo, la Santa Chiesa Romana offre tre volte il Santo Sacrificio della Messa, in memoria della triplice nascita del Verbo: quella temporale secondo la carne (Missa in Nocte), quella della Grazia che germoglia nel cuore dei fedeli (Missa in Aurora) e quella ab aeterno nel seno del Padre (Missa in die Nativitatis Domini).


Il Natale di Nostro Signore Gesù Cristo, Messale Romano 1943.


Sermone di San Leone, Papa.
Sermone 1 sulla Natività del Signore.
O dilettissimi, è nato oggi il nostro Salvatore: esultiamo! Poiché non vi può esser luogo alla tristezza allorché nasce la vita, la quale, dissipando il timore della morte, ci riempie di gioia per la promessa dell'eternità. Nessuno è escluso di partecipare a tanta allegrezza. Tutti hanno lo stesso motivo di letizia, perché nostro Signore, distruttore del peccato e della morte, siccome non trovò nessuno libero da reato, così è venuto per liberar tutti. Esulti il giusto, perché è vicino alla palma; gioisca il peccatore, perché è invitato al perdono; prenda animo il Gentile, perché è chiamato alla vita. Infatti il Figlio di Dio nella pienezza dei tempi fissata dalla imperscrutabile profondità del divino consiglio, assunse la natura umana per riconciliarla col suo autore, affinché l'inventore della morte, il diavolo, fosse vinto con quella stessa natura onde aveva vinto.
In questo conflitto impegnatosi per noi, si combatté con grande e ammirabile lealtà, poiché l'onnipotente Signore combatté contro il crudelissimo nemico non nella sua maestà, ma nella nostra infermità, opponendogli la stessa forma e la stessa natura soggetta sì alla nostra mortalità, ma scevra d'ogni peccato. Giacché è alieno da questa natività ciò che si legge di tutti gli uomini: Nessuno è senza macchia, neppure il bambino, la cui vita sulla terra è appena di un giorno (Job 14:4). Nulla dunque della concupiscenza della carne entrò in questa natura singolare, niente ci s'infiltrò della legge del peccato. Viene scelta una Vergine regale, della stirpe di David, la quale, dovendo portare nel seno il sacro rampollo, concepì l'Uomo-Dio prima spiritualmente che corporalmente. E affinché, ignara del disegno celeste, non si spaventasse a sì inusitato annunzio, apprende mediante il colloquio angelico quel che lo Spirito Santo doveva operare in lei: così ella che presto diverrà Madre di Dio, non teme più alcun danno per il suo pudore.
Rendiamo dunque grazie, o dilettissimi, a Dio Padre per il suo Figlio, nello Spirito Santo: poiché per l'infinita sua carità onde ci amò, ebbe pietà di noi (Ephes 2:4), e mentre eravamo morti per i peccati, ci ha reso la vita in Cristo (Coloss 3:9), perché noi fossimo in lui nuova creatura e nuova opera. Deponiamo dunque l'uomo vecchio colle sue azioni (Coloss 3:9); e fatti partecipi della nascita di Cristo, rinunziamo alle opere della carne. Riconosci, o Cristiano, la tua dignità, e, divenuto partecipe della divina natura (2Petr 1:4), non volere con una indegna condotta ritornare all'antica abbiezione. Ricorda di qual capo e di qual corpo sei membro! Rifletti, che strappato alla potestà delle tenebre (Coloss 1:13), sei stato trasferito nella luce e nel regno di Dio.

AD PRIMAM MISSAM IN NOCTE - PRIMA MESSA DURANTE LA NOTTE
Stazione a Santa Maria Maggiore all'altare del Presepe.

Reliquie della Sacra Mangiatoia, Basilica di Santa Maria Maggiore, Roma (Lazio).
Il Verbo, generato nell'eternità del Padre (Communio, Graduale), ha elevato fino all'unione personale con sé il frutto benedetto del seno verginale di Maria Santissima: ciò significa che la natura umana e la natura divina sono legate in Nostro Signore Gesù Cristo nell'unità di una sola persona, che è la seconda persona della Santissima Trinità. E, come quando si parla di figliolanza, è la persona che si designa, si deve dire che Nostro Signore Gesù Cristo è il Figlio di Dio perché la sua persona è divina, è il Verbo incarnato. Perciò Maria Santissima è la Madre di Dio: non perché ella abbia generato il Verbo, ma perché ha generato l'umanità cui il Verbo si è unito nel mistero dell'Incarnazione; mistero di cui la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo a Betlemme fu la prima manifestazione al mondo. Si comprende allora perché la Santa Chiesa canti ogni anno a Natale: «Puer natus est nobis et Filius datus est nobis - Un fanciullo è nato per noi, un Figlio ci viene dato» (Introitus, Alleluja). Questo Figlio è il Verbo incarnato, generato come Dio dal Padre nel giorno dell'eternità: «Ego hodie genui te - Io oggi ti ho generato», e che Dio genera come uomo nel giorno dell'Incarnazione: «Ego hodie genui te - Io oggi ti ho generato»; perché con l'assunzione della sua umanità in Dio, «assumptione humanitatis in Deum» (Simbolo di Sant'Atanasio), il Figlio di Maria Santissima è nato alla vita divina, ed ha Dio stesso per Padre, perché Egli è unito ipostaticamente a Dio Figlio. «Con grande amore, dice San Leone, il Verbo incarnato ha ingaggiato la lotta contro Satana per salvarci, perché l'onnipotente Signore ha combattuto con il crudelissimo nemico non nella maestà di Dio, ma nella debolezza della nostra carne» (V Lezione del Mattutino). E la vittoria che ha riportato, malgrado la sua debolezza, mostra che Egli è Dio.
Fu nel mezzo della notte, che Maria Santissima mise al mondo il Figlio primogenito e lo depose in una mangiatoia. Così la Santa Messa si celebra a mezzanotte nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove si conservano le reliquie della mangiatoia.
Questa nascita in piena notte è simbolica. È il «Dio da Dio, luce da luce» (Credo) che disperde le tenebre del peccato. «Gesù è la vera luce che viene a illuminare il mondo immerso nelle tenebre» (Oratio). «Col Mistero dell'Incarnazione del Verbo, dice il Praefatio, un nuovo raggio di splendore del Padre ha brillato agli occhi della nostra anima, perché, mentre conosciamo Iddio sotto una forma visibile, possiamo esser tratti da Lui all'amore delle cose invisibili». «La bontà del nostro Dio Salvatore si è dunque manifestata a tutti gli uomini per insegnarci a rinunciare alle cupidigie umane, per redimerci da ogni bassezza e per fare di noi un popolo gradito, e fervente di buone opere» (Epistola). «Si è fatto simile a noi perché noi diventiamo simili a Lui» (Secreta) e «perché dietro il suo esempio possiamo condurre una vita santa» (Postcommunio). «È così che vivremo in questo mondo con temperanza, giustizia e pietà, attendendo la lieta speranza e l'avvento della gloria del nostro grande Iddio Salvatore e nostro Gesù Cristo» (Epistola). Come durante l'Avvento, la prima venuta di Nostro Signore Gesù Cristo ci prepara alla seconda.

INTROITUS
Ps 2:7. Dóminus dixit ad me: Fílius meus es tu, ego hódie génui te. Ps 2:1. Quare fremuérunt gentes: et pópuli meditáti sunt inánia? ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Dóminus dixit ad me: Fílius meus es tu, ego hódie génui te.

Ps 2:7. Il Signore disse a me: tu sei mio Figlio, io oggi ti ho generato. Ps 2:1. Perché si agitano le genti: e i popoli ordiscono vani disegni? ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Il Signore disse a me: tu sei mio Figlio, io oggi ti ho generato.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui hanc sacratíssimam noctem veri lúminis fecísti illustratióne claréscere: da, quaesumus; ut, cujus lucis mystéria in terra cognóvimus, ejus quoque gáudiis in coelo perfruámur: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che hai rischiarato questa sacratissima notte coi fulgori della vera Luce, concedici, Te ne preghiamo, che di Colui del quale abbiamo conosciuto in terra i misteriosi splendori, partecipiamo pure i gaudii in cielo: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolae Beati Pauli Apóstoli ad Titum.
Tit 2:11-15.
Caríssime: Appáruit grátia Dei Salvatóris nostri ómnibus homínibus, erúdiens nos, ut, abnegántes impietátem et saeculária desidéria, sóbrie et juste et pie vivámus in hoc saeculo, exspectántes beátam spem et advéntum glóriae magni Dei et Salvatóris nostri Jesu Christi: qui dedit semetípsum pro nobis: ut nos redímeret ab omni iniquitáte, et mundáret sibi pópulum acceptábilem, sectatórem bonórum óperum. Haec lóquere et exhortáre: in Christo Jesu, Dómino nostro.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo a Tito.
Tit 2:11-15.
Carissimo, la grazia di Dio, Salvatore nostro, si è manifestata per tutti gli uomini e ci ha insegnato a rinnegare l'empietà e le mondane cupidigie, e a vivere in questo mondo con temperanza, giustizia e pietà, aspettando la lieta speranza e la manifestazione gloriosa del nostro grande Iddio e Salvatore nostro Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, a fine di riscattarci da ogni iniquità, e purificare per sé un popolo suo proprio, zelante per buone opere. Insegna queste cose e raccomandale: in nome del Cristo Gesù, Signore nostro.

GRADUALE
Ps 109:3; 109:1. Tecum princípium in die virtútis tuae: in splendóribus Sanctórum, ex útero ante lucíferum génui te. ℣. Dixit Dóminus Dómino meo: Sede a dextris meis: donec ponam inimícos tuos, scabéllum pedum tuórum.

Ps 109:3; 109:1. Con te è il principato dal giorno della tua nascita: nello splendore dei santi, dal mio seno ti ho generato, prima della stella del mattino. ℣. Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra: finché ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 2:7. ℣. Dóminus dixit ad me: Fílius meus es tu, ego hódie génui te. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 2:7. ℣. Il Signore disse a me: tu sei mio Figlio, io oggi ti ho generato. Alleluia.

«Perché dunque, domanda San Gregorio, nel momento della nascita del Signore questo censimento del mondo, se non per farci comprendere che sarebbe apparso nella carne Colui che doveva registrare gli eletti nel libro della vita eterna?» D'altra parte il Profeta (Ps 68:29) dice dei reprobi: «essi saranno cancellati dal libro dei viventi e non saranno iscritti coi giusti» (Mattutino). La venuta di Nostro Signore Gesù Cristo, Bambino Dio, nel mezzo della notte, è del resto figura della fine del mondo; perché, dice Nostro Signore Gesù Cristo, «a mezza notte si levò un grido: Ecco lo Sposo viene, andategli incontro». E le anime che l'avranno atteso, entreranno con lui alle nozze eterne. Quanto agli altri, Egli dirà loro: «non vi conosco» (Parabola delle dieci Vergini).

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 2:1-14.
In illo témpore: Exiit edíctum a Caesare Augústo, ut describerétur univérsus orbis. Haec descríptio prima facta est a praeside Sýriae Cyríno: et ibant omnes ut profiteréntur sínguli in suam civitátem. Ascéndit autem et Joseph a Galilaea de civitáte Názareth, in Judaeam in civitátem David, quae vocatur Béthlehem: eo quod esset de domo et fámilia David, ut profiterétur cum María desponsáta sibi uxóre praegnánte. Factum est autem, cum essent ibi, impléti sunt dies, ut páreret. Et péperit fílium suum primogénitum, et pannis eum invólvit, et reclinávit eum in praesépio: quia non erat eis locus in diversório. Et pastóres erant in regióne eádem vigilántes, et custodiéntes vigílias noctis super gregem suum. Et ecce, Angelus Dómini stetit juxta illos, et cláritas Dei circumfúlsit illos, et timuérunt timóre magno. Et dixit illis Angelus: Nolíte timére: ecce enim, evangelízo vobis gáudium magnum, quod erit omni pópulo: quia natus est vobis hódie Salvátor, qui est Christus Dóminus, in civitáte David. Et hoc vobis signum: Inveniétis infántem pannis involútum, et pósitum in praesépio. Et súbito facta est cum Angelo multitúdo milítiae coeléstis, laudántium Deum et dicéntium: Glória in altíssimis Deo, et in terra pax hóminibus bonae voluntátis.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 2:1-14.
In quel tempo, uscì un editto di Cesare Augusto che ordinava di fare il censimento di tutto l'impero. Questo primo censimento fu fatto mentre Quirino era preside della Siria. Recandosi ognuno a dare il nome nella propria città, anche Giuseppe, appartenente al casato ed alla famiglia di Davide, andò da Nazareth di Galilea alla città di Davide chiamata Betlemme, in Giudea, per farsi iscrivere con Maria sua sposa, ch'era incinta. E avvenne che mentre si trovavano lì, si compì per lei il tempo del parto; e partorì il suo figlio primogenito, lo fasciò e lo pose in una mangiatoia, perché non avevano trovato posto nell'albergo. Nello stesso paese c'erano dei pastori che pernottavano all'aperto e facevano la guardia al loro gregge. Ed ecco apparire innanzi ad essi un Angelo del Signore e la gloria del Signore circondarli di luce, sicché sbigottirono per il gran timore. L'Angelo disse loro: Non temete, perché annuncio per voi e per tutto il popolo un grande gaudio: infatti oggi nella città di Davide è nato un Salvatore, che è il Cristo Signore. Questo sia per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, giacente in una mangiatoia. E d'un tratto si raccolse presso l'Angelo una schiera della Milizia celeste che lodava Iddio, dicendo: Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.

Omelia di San Gregorio, Papa.
Omelia 8 sui Vangeli.
Poiché per grazia del Signore oggi abbiamo a celebrare tre Messe solenni, non possiamo discorrere a lungo della lettura del Vangelo; però che ne diciamo qualche cosa, sia pur brevemente, ce l'obbliga la stessa Natività del nostro Redentore. Perché dunque alla nascita del Signore si fa il censimento dell'impero, se non per far comprendere che appariva nella carne colui che doveva registrare i suoi eletti nell'eternità? D'altra parte, per mezzo del Profeta, dice dei reprobi: Siano cancellati dal libro dei viventi, e non siano iscritti coi giusti (Ps 68:29). Egli poi opportunamente nasce in Betlemme, dacché Betlemme vuol dire casa del pane. Difatti lui stesso dice: Io sono il pane vivo che son disceso dal cielo (Joann 6:51). Pertanto il luogo dove nasce il Signore fu chiamato innanzi casa del pane: perché là doveva certamente apparire nella natura umana colui che doveva ristorare internamente le anime dei suoi eletti. Egli nasce non in casa dei suoi parenti, ma in viaggio: affin di mostrarci senza dubbio che per la sua umanità assunta nasceva quasi in luogo straniero.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 95:11; 95:13. Laeténtur coeli et exsúltet terra ante fáciem Dómini: quóniam venit.

Ps 95:11; 95:13. Si allietino i cieli, ed esulti la terra al cospetto del Signore: poiché Egli è venuto.

SECRETA
Accépta tibi sit, Dómine, quaesumus, hodiérnae festivitátis oblátio: ut, tua gratia largiénte, per haec sacrosáncta commércia, in illíus inveniámur forma, in quo tecum est nostra substántia: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Ti sia gradita, o Signore, Te ne preghiamo, l'offerta dell'odierna solennità: affinché, aiutati dalla tua grazia, mediante questi sacrosanti scambi, siamo ritrovati conformi a Colui nel quale la nostra sostanza è unita alla Tua: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un nuovo raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio, per esso veniamo rapiti all'amore delle cose invisibili. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE NATIVITATE DOMINI
Communicántes, et noctem sacratíssimam celebrántes, qua beátae Maríae intemeráta virgínitas huic mundo édidit Salvatórem: sed et memóriam venerántes, in primis ejúsdem gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in una stessa comunione, celebriamo la notte santissima nella quale l'intemerata verginità della beata Maria diede a questo mondo il Salvatore; e veneriamo anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Ps 109:3. In splendóribus Sanctórum, ex útero ante lucíferum génui te.

Ps 109:3. Nello splendore dei santi, dal mio seno ti ho generato, prima della stella del mattino.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Da nobis, quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, qui Nativitátem Dómini nostri Jesu Christi mystériis nos frequentáre gaudémus; dignis conversatiónibus ad ejus mereámur perveníre consórtium: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, Te ne preghiamo, o Signore Dio nostro, che celebrando con giubilo, mediante questi sacri misteri, la nascita del Signore nostro Gesù Cristo, meritiamo con una vita santa di pervenire al suo consorzio: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

AD SECUNDAM MISSAM IN AURORA - SECONDA MESSA ALL'AURORA
Stazione a Sant'Anastasia.

Luca Giordano, Adorazione dei pastori, Museo del Louvre, Parigi, Francia, 1688.
La Santa Messa dell'Aurora si celebrava nell'Urbe nell'antichissima chiesa di Sant'Anastasia. La sua posizione ai piedi del Palatino, dov'era la residenza dei Cesari, ne faceva la Chiesa degli alti funzionari della Corte. Sant'Anastasia, di cui oggi si fa memoria, è la celebre martire di Sirmio, e il suo nome è inserito nel Canone della Santa Messa (II elenco).
La liturgia della Santa Messa ci fa salutare «con gioia il santo Re che viene» (Communio), «il Signore che è nato per noi» (Introitus), «il Bambino adagiato nella mangiatoia» (Evangelium). Ci dice che «colui che è nato uomo in questo giorno, si è rivelato anche ai nostri occhi come Dio» (Secreta). Perché Egli è «il Verbo fatto carne» (Oratio), si chiama Dio (Introitus) ed «esiste sino dall'eternità» (Offertorium).
E, se Egli viene, è per salvarci (Epistola, Communio) e «per farci eredi della vita eterna» (Epistola) della quale noi godremo nel cielo, quando «questo Principe della pace» tornerà alla fine del mondo «rivestito di forza» (Versetto dell'Introitus, Alleluja) e in tutto lo splendore della sua Maestà. Allora «il Re dei cieli, che s'è degnato nascere per noi da una Vergine per richiamare al Regno celeste l'uomo che ne era decaduto» (I responsorio del Mattutino), «regnerà per sempre» (Introitus) sugli uomini di buona volontà (Gloria), che lo avranno accolto con fede e amore al tempo della sua prima venuta. Le feste di Natale hanno dunque lo scopo di prepararci al secondo Avvento, «giustificandoci per la grazia di Gesù Cristo» (Epistola), «distruggendo in noi il vecchio uomo» (Postcommunio), «conferendoci ciò che è divino» (Secreta) e aiutandoci «a fare risplendere nelle nostre opere ciò che per la fede brilla nelle nostre anime» (Oratio).
Con i pastori, ai quali il Signore manifesta l'Incarnazione del Suo Figlio, «affrettiamoci ad andare» (Evangelium) ad adorare all'Altare, che è il vero presepe, il Verbo, nato nell'eternità dal Suo Padre celeste, nato da Maria Santissima sopra la terra, e che deve nascere sempre più colla grazia nelle nostre anime, in attesa che ci faccia nascere alla vita gloriosa nel cielo.

INTROITUS
Is 9:2 et 6. Lux fulgébit hódie super nos: quia natus est nobis Dóminus: et vocábitur Admirábilis, Deus, Princeps pacis, Pater futúri saeculi: cujus regni non erit finis. Ps 92:1. Dominus regnávit, decorem indutus est: indutus est Dominus fortitudinem, et praecínxit se. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Lux fulgébit hódie super nos: quia natus est nobis Dóminus: et vocábitur Admirábilis, Deus, Princeps pacis, Pater futúri saeculi: cujus regni non erit finis.

Is 9:2 et 6. La luce splenderà oggi su di noi: poiché ci è nato il Signore: e si chiamerà Ammirabile, Dio, Principe della pace, Padre per sempre: e il suo regno non avrà fine. Ps 92:1. Il Signore regna, si ammanta di maestà: il Signore si ammanta di fortezza, e si cinge di potenza. ℣. Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. La luce splenderà oggi su di noi: poiché ci è nato il Signore: e si chiamerà Ammirabile, Dio, Principe della pace, Padre per sempre: e il suo regno non avrà fine.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Da nobis, quaesumus, omnípotens Deus: ut, qui nova incarnáti Verbi tui luce perfúndimur; hoc in nostro respléndeat ópere, quod per fidem fulget in mente. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente: che, essendo inondati dalla nuova luce del Tuo Verbo incarnato, risplenda nelle nostre opere ciò che per virtù della fede brilla nella nostra mente. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di Sant'Anastasia, Martire.

Orémus.
Da, quaesumus, omnípotens Deus: ut, qui beátae Anastásiae Mártyris tuae solémnia cólimus; ejus apud te patrocínia sentiámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente: che, celebrando la solennità della tua santa Martire Anastasia, possiamo godere presso di Te il beneficio del suo patrocinio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolae Beati Pauli Apóstoli ad Titum.
Tit 3:4-7.
Caríssime: Appáruit benígnitas et humánitas Salvatóris nostri Dei: non ex opéribus justítiae, quae fécimus nos, sed secúndum suam misericórdiam salvos nos fecit per lavácrum regeneratiónis et renovatiónis Spíritus Sancti, quem effúdit in nos abúnde per Jesum Christum, Salvatorem nostrum: ut, justificáti grátia ipsíus, herédes simus secúndum spem vitae aetérnae: in Christo Jesu, Dómino nostro.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo a Tito.
Tit 3:4-7.
Carissimo, è apparsa la bontà e l'umanità del Salvatore, nostro Dio; Egli ci salvò non già in ragione delle opere di giustizia fatte da noi, ma per la Sua misericordia, col lavacro di rigenerazione e di rinnovamento dello Spirito Santo, diffuso largamente su di noi per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore: affinché, giustificati per la Sua grazia, divenissimo eredi, in speranza, della vita eterna: in Cristo Gesù, Signore nostro.

GRADUALE
Ps 117:26; 117:27; 117:23. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini: Deus Dóminus, et illúxit nobis. ℣. A Dómino factum est istud: et est mirábile in óculis nostris.

Ps 117:26; 117:27; 117:23. Benedetto Colui che viene nel nome del Signore: il Signore è Dio e ci ha illuminati. ℣. Questa è opera del Signore: ed è mirabile ai nostri occhi.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 92:1. ℣. Dóminus regnávit, decórem índuit: índuit Dóminus fortitúdinem, et praecínxit se virtúte. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 92:1. ℣. Il Signore regna, si ammanta di maestà: il Signore si ammanta di fortezza, e si cinge di potenza. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 2:15-20.
In illo témpore: Pastóres loquebántur ad ínvicem: Transeámus usque Béthlehem, et videámus hoc verbum, quod factum est, quod Dóminus osténdit nobis. Et venérunt festinántes: et invenérunt Maríam et Joseph, et Infántem pósitum in praesépio. Vidéntes autem cognovérunt de verbo, quod dictum erat illis de Púero hoc. Et omnes, qui audiérunt, miráti sunt: et de his, quae dicta erant a pastóribus ad ipsos. María autem conservábat ómnia verba haec, cónferens in corde suo. Et revérsi sunt pastóres, glorificántes et laudántes Deum in ómnibus, quae audíerant et víderant, sicut dictum est ad illos.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 2:15-20.
In quel tempo, i pastori presero a dire tra loro: Andiamo sino a Betlemme a vedere quello che è accaduto, come il Signore ci ha reso noto. E andati con prontezza, trovarono Maria, e Giuseppe, e il bambino giacente nella mangiatoia. Dopo aver visto, raccontarono quanto era stato detto loro di quel bambino. Coloro che li udirono rimasero meravigliati di ciò che i pastori avevano detto. Intanto Maria riteneva tutte queste cose, meditandole in cuor suo. E i pastori se ne ritornarono glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e veduto, come era stato loro detto.

Omelia di Sant'Ambrogio, Vescovo.
Libro 2 al cap. 2 di Luca, verso la metà.
Considerate gli inizi della Chiesa nascente: Cristo nasce, e i pastori già vegliano, come per raccogliere nell'ovile del Signore i greggi delle nazioni che sino allora vivevano come pecore, affin di preservarle, nelle profonde tenebre della notte, dagli assalti di bestie spirituali. E giustamente i pastori vegliano seguendo l'esempio del buon pastore. Così il gregge è il popolo, la notte è il mondo, i pastori sono i sacerdoti. Senza dubbio anche quegli è pastore cui è detto: Sta vigilante e conferma gli altri (Apoc 3:2). E il Signore non solo ha stabilito i vescovi per difendere il gregge, ma ha destinato anche gli Angeli.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 92:1-2. Deus firmávit orbem terrae, qui non commovébitur: paráta sedes tua, Deus, ex tunc, a saeculo tu es.

Ps 92:1-2. Iddio ha consolidato la terra, che non vacillerà: il Tuo trono, o Dio, è stabile, fin dal principio, fin dall'eternità Tu sei.

SECRETA
Múnera nostra, quaesumus, Dómine, Nativitátis hodiérnae mystériis apta provéniant, et pacem nobis semper infúndant: ut, sicut homo génitus idem refúlsit et Deus, sic nobis haec terréna substántia cónferat, quod divínum est. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Le nostre offerte, o Signore, riescano atte ai misteri dell'odierna Natività e ci infondano pace duratura: affinché, come il Tuo Figlio nascendo uomo rifulse quale Dio, così queste offerte terrene conferiscano a noi ciò che è divino. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di Sant'Anastasia, Martire.

Accipe, quaesumus, Dómine, múnera dignánter obláta: et, beátae Anastásiae Mártyris tuae suffragántibus méritis, ad nostrae salútis auxílium proveníre concéde. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, Te ne preghiamo, accogli favorevolmente i doni offerti: e concedi che, per i meriti della tua santa Martire Anastasia, giovino a soccorso della nostra salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un nuovo raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio, per esso veniamo rapiti all'amore delle cose invisibili. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE NATIVITATE DOMINI
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo beátae Maríae intemeráta virgínitas huic mundo édidit Salvatórem: sed et memóriam venerántes, in primis ejúsdem gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in una stessa comunione, celebriamo il giorno santissimo nel quale l'intemerata verginità della beata Maria diede a questo mondo il Salvatore; e veneriamo anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Zach 9:9. Exsúlta, fília Sion, lauda, fília Jerúsalem: ecce, Rex tuus venit sanctus et Salvátor mundi.

Zach 9:9. Esulta, o figlia di Sion, giubila, o figlia di Gerusalemme: ecco che viene il tuo Re santo, il Salvatore del mondo.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Hujus nos, Dómine, sacraménti semper nóvitas natális instáuret: cujus Natívitas singuláris humánam répulit vetustátem. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ci restauri sempre, o Signore, la rinnovata celebrazione del Natale di Colui la cui nascita singolare scacciò l'umana decrepitezza. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di Sant'Anastasia, Martire.

Orémus.
Satiásti, Dómine, famíliam tuam munéribus sacris: ejus, quaesumus, semper interventióne nos réfove, cujus solémnia celebrámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Hai saziato, o Signore, la tua famiglia con i sacri doni: confortaci sempre, Te ne preghiamo, mediante l'intercessione della Santa di cui celebriamo la festa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

AD TERTIAM MISSAM IN DIE NATIVITATIS DOMINI -
TERZA MESSA DURANTE IL GIORNO
Stazione a Santa Maria Maggiore.

«In principio era il Verbo, e il Verbo era con Dio. Tutte le cose sono state fatte da Lui» (Evangelium). «Tu, o Signore, in principio hai creato la terra: i cieli sono opera delle tue mani» (Epistola). «Tuoi sono i cieli e la terra, sei tu che hai creato l'Universo e tutto ciò che contiene» (Offertorium). L'uomo, che è stato creato da Dio, da Lui sarà ristabilito nella primitiva dignità. Così «il Verbo si fece carne ed abitò fra noi» (Evangelium). «Iddio, in questi ultimi tempi (cioè nei giorni messianici), ci ha parlato nella persona del Figlio, che è lo splendore della sua gloria» (Epistola). Così la Santa Chiesa canta oggi che una gran luce è discesa sulla terra (Alleluja). Questa luce ha brillato nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta, perché il Verbo è venuto nel mondo, ma i suoi non l'hanno ricevuto. A quelli invece che l'hanno accolto, ha dato il potere di divenire figli di Dio (Evangelium). «è infatti per liberarci dalla schiavitù del peccato, per purificarci dalle nostre colpe» (Secreta) «e per farci nascere alla vita divina» (Postcommunio) «che l'Unigenito di Dio è nato secondo la carne» (Epistola).
Più di settecento anni prima di questa nascita, il profeta Isaia esaltava già la potenza dell'Uomo-Dio. «Un bambino ci è nato, egli porterà i segni della sua regalità». E i prodigi ch'Egli operò sono raffigurati in quelli che Dio fece quando liberò gli Ebrei dalla schiavitù d'Egitto (Versetto dell'Introitus). Così, oggi come allora, «tutti i confini della terra sono testimoni della salvezza che Dio operò per il suo popolo» (Graduale, Communio).
La salvezza che Cristo ha realizzato nel suo primo avvento, la compirà alla fine dei tempi. «Dopo che Gesù ebbe operato la purificazione dai peccati, spiega l'Apostolo Paolo, salì in Cielo, dove è assiso alla destra della Maestà divina» (Epistola). La sua umanità glorificata partecipa dunque del trono dell'Eterno: «Il tuo trono, o Dio, è nei secoli dei secoli: lo scettro del tuo regno è uno scettro di giustizia» (Epistola). «La giustizia e l'equità sono le basi del tuo trono» (Offertorium). «E un giorno, dice San Luca, il Figlio dell'Uomo verrà nella sua gloria e in quella del Padre e degli Angeli suoi, per rendere a ciascuno secondo le proprie opere». Quando Dio manderà di nuovo (cioè alla fine del mondo) il suo Primogenito sulla terra dirà: «tutti gli Angeli lo adorino» (Epistola). E ci sarà allora una trasformazione di tutte le creature, perché il Figlio di Dio, che non muta, rinnoverà le creature come si fa di un vestito vecchio (Epistola). E l'Apostolo, in una settima citazione delle Sacre Scritture, che segue quelle che troviamo oggi nell'Epistola, aggiunge che «Iddio farà allora dei nemici di Cristo uno sgabello ai suoi piedi». Sarà il trionfo finale del Verbo incarnato che punirà, nella seconda venuta, quelli che non l'avranno accolto nella prima; mentre farà partecipi della sua immortalità quelli che saranno nati da Dio, avendo questi accolto con fede e con amore il Verbo incarnato, come lo hanno accolto i Re Magi, venuti da lontano per adorarlo (Evangelium dell'Epifania, letto come ultimo Vangelo). Ed essendo Nostro Signore Gesù Cristo presente anche nella Santissima Eucarestia, così come lo era a Betlemme, adoriamolo sull'Altare, vera mangiatoia, dove si trovò il Bambino Gesù, perché in questo tempo di Natale la liturgia grazie al Messale, ci rappresenta l'Ostia Santa nel quadro di Betlemme. È nella gran Chiesa della Beata Vergine Maria, la Basilica di Santa Maria Maggiore, che nell'Urbe rappresenta Betlemme, che si celebra la Santa Messa del giorno di Natale, come vi si è celebrata quella di mezzanotte.

INTROITUS
Is 9:6. Puer natus est nobis, et fílius datus est nobis: cujus impérium super húmerum ejus: et vocábitur nomen ejus magni consílii Angelus. Ps 97:1. Cantáte Dómino cánticum novum, quia mirabília fecit. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Puer natus est nobis, et fílius datus est nobis: cujus impérium super húmerum ejus: et vocábitur nomen ejus magni consílii Angelus.

Is 9:6. Ci è nato un Bambino e ci è stato dato un Figlio, il cui impero poggia sugli òmeri suoi: il suo nome sarà Angelo del buon consiglio. Ps 97:1. Cantate al Signore un cantico nuovo: poiché ha fatto cose mirabili. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Ci è nato un Bambino e ci è stato dato un Figlio, il cui impero poggia sugli òmeri suoi: il suo nome sarà Angelo del buon consiglio.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Concéde, quaesumus, omnípotens Deus: ut nos Unigéniti tui nova per carnem Natívitas líberet; quos sub peccáti jugo vetústa sérvitus tenet. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che la nuova nascita secondo la carne del tuo Unigenito, liberi noi, che l'antica schiavitù tiene sotto il gioco del peccato. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolae Beati Pauli Apóstoli ad Hebraeos.
Hebr 1:1-12.
Multifáriam, multísque modis olim Deus loquens pátribus in Prophétis: novíssime diébus istis locútus est nobis in Fílio, quem constítuit herédem universórum, per quem fecit et saecula: qui cum sit splendor glóriae, et figúra substántiae ejus, portánsque ómnia verbo virtútis suae, purgatiónem peccatórum fáciens, sedet ad déxteram majestátis in excélsis: tanto mélior Angelis efféctus, quanto differéntius prae illis nomen hereditávit. Cui enim dixit aliquándo Angelórum: Fílius meus es tu, ego hódie génui te? Et rursum: Ego ero illi in patrem, et ipse erit mihi in fílium? Et cum íterum introdúcit Primogénitum in orbem terrae, dicit: Et adórent eum omnes Angeli Dei. Et ad Angelos quidem dicit: Qui facit Angelos suos spíritus, et minístros suos flammam ignis. Ad Fílium autem: Thronus tuus, Deus, in saeculum saeculi: virga aequitátis, virga regni tui. Dilexísti justítiam et odísti iniquitátem: proptérea unxit te Deus, Deus tuus, óleo exsultatiónis prae particípibus tuis. Et: Tu in princípio, Dómine, terram fundásti: et ópera mánuum tuárum sunt coeli. Ipsi períbunt, tu autem permanébis; et omnes ut vestiméntum veteráscent: et velut amíctum mutábis eos, et mutabúntur: tu autem idem ipse es, et anni tui non defícient.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo agli Ebrei.
Hebr 1:1-12.
Iddio, che nei tempi antichi aveva parlato a più riprese e in molte maniere ai nostri padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi tempi ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che costituì erede di tutte le cose, mediante il quale ha anche creato il mondo. Questo Figlio è l'irradiazione e l'immagine della sua gloria, è l'impronta della sua sostanza e tutte le cose sostenta con la sua potente parola; Egli, dopo averci purificati dai peccati, si è assiso alla destra della divina maestà nell'alto dei cieli: fatto di tanto superiore agli Angeli, quanto è più eccellente del loro il nome da Lui avuto. Infatti: a quale mai degli Angeli Dio ha detto: Tu sei mio Figlio, oggi ti ho generato? e ancora: Io gli sarò Padre ed egli mi sarà Figlio? E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo adorino tutti gli Angeli di Dio. Quanto poi agli Angeli, Egli dice: Colui che fa suoi messaggeri gli spiriti, e suoi ministri le fiamme di fuoco. Al suo Figlio invece dice: Il tuo trono, o Dio, sussiste nei secoli dei secoli, lo scettro del tuo regno è scettro di equità: tu hai amato la giustizia e odiato l'iniquità, perciò ti unse il Signore Dio tuo con olio di letizia sopra i tuoi colleghi. E ancora: Fin da principio, o Signore, tu fondasti la terra, e i cieli sono opera delle tue mani: essi periranno ma tu rimani, e tutti invecchieranno come un vestito, e tu li muterai come un mantello, ed essi cambieranno, tu invece rimani sempre lo stesso e gli anni tuoi non verranno meno.

GRADUALE
Ps 97:3; 97:2. Vidérunt omnes fines terrae salutare Dei nostri: jubiláte Deo, omnis terra. ℣. Notum fecit Dominus salutare suum: ante conspéctum géntium revelávit justitiam suam.

Ps 97:3; 97:2. Tutti i confini della terra videro la salvezza del nostro Dio: tutta la terra acclami a Dio. ℣. Il Signore ci fece conoscere la sua salvezza: agli occhi delle genti rivelò la sua giustizia.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. ℣. Dies sanctificátus illúxit nobis: veníte, gentes, et adoráte Dóminum: quia hódie descéndit lux magna super terram. Allelúja.

Alleluia, alleluia. ℣. Un giorno sacro ci ha illuminati: venite, genti, e adorate il Signore: perché oggi discende gran luce sopra la terra. Alleluia.

EVANGELIUM
Initium sancti Evangélii secúndum Joánnem.
Joann 1:1-14.
In princípio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum, et Deus erat Verbum. Hoc erat in princípio apud Deum. Omnia per ipsum facta sunt: et sine ipso factum est nihil, quod factum est: in ipso vita erat, et vita erat lux hóminum: et lux in ténebris lucet, et ténebrae eam non comprehendérunt. Fuit homo missus a Deo, cui nomen erat Joánnes. Hic venit in testimónium, ut testimónium perhibéret de lúmine, ut omnes créderent per illum. Non erat ille lux, sed ut testimónium perhibéret de lúmine. Erat lux vera, quae illúminat omnem hóminem veniéntem in hunc mundum. In mundo erat, et mundus per ipsum factus est, et mundus eum non cognóvit. In própria venit, et sui eum non recepérunt. Quotquot autem recepérunt eum, dedit eis potestátem fílios Dei fíeri, his, qui credunt in nómine ejus: qui non ex sanguínibus, neque ex voluntáte carnis, neque ex voluntáte viri, sed ex Deo nati sunt. (Hic genuflectitur) Et Verbum caro factum est, et habitávit in nobis: et vídimus glóriam ejus, glóriam quasi Unigéniti a Patre, plenum grátiae et veritátis.

Inizio del santo Vangelo secondo Giovanni.
Joann 1:1-14.
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui nulla è stato fatto di ciò che è fatto. In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini. E la luce splende tra le tenebre e le tenebre non l'hanno accolta. Ci fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Questi venne come testimonio, per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma era per rendere testimonianza alla luce. Era la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. Era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di Lui, e il mondo non lo conobbe. Venne nella sua casa, e i suoi non lo accolsero. Ma a quanti lo accolsero diede il potere di diventare figli di Dio: a loro che credono nel suo nome: i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono nati. (Qui ci si genuflette) E il Verbo si fece carne, e abitò tra noi: e noi abbiamo visto la sua gloria, gloria come di Unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.

Omelia di Sant'Agostino, Vescovo.
Trattato 1 su Giovanni, verso la metà.
Affinché tu non abbia del Verbo un'idea bassa, come se si trattasse di parole umane, ascolta ciò che devi pensarne: Dio era il Verbo (Joann 1:1). Ora venga fuori non so quale infedele Ariano a dirci che il Verbo di Dio fu fatto. Come può essere che il Verbo di Dio sia stato fatto, quando Dio per mezzo del Verbo ha fatto tutte le cose? Se anche lo stesso Verbo di Dio fu fatto, per qual altro verbo fu Egli fatto? Se tu dici che esso è stato fatto da un verbo del Verbo, allora io rispondo che esso è l'unico Figlio di Dio. Se poi non ammetti un verbo del Verbo, concedi allora che non è stato fatto quegli per il quale tutto fu fatto. Perché non poté fare se stesso colui per il quale tutto fu fatto. Credi dunque all'Evangelista.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 88:12; 88:15. Tui sunt coeli et tua est terra: orbem terrárum et plenitúdinem ejus tu fundásti: justítia et judícium praeparátio sedis tuae.

Ps 88:12; 88:15. Tuoi sono i cieli, e tua è la terra: tu hai fondato il mondo e quanto vi si contiene: giustizia ed equità sono le basi del tuo trono.

SECRETA
Obláta, Dómine, múnera, nova Unigéniti tui Nativitáte sanctífica: nosque a peccatórum nostrórum máculis emúnda. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Santifica, o Signore, con la nuova nascita del tuo Unigenito, i doni offerti, e purificaci dalle macchie dei nostri peccati. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un nuovo raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio, per esso veniamo rapiti all'amore delle cose invisibili. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE NATIVITATE DOMINI
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo beátae Maríae intemeráta virgínitas huic mundo édidit Salvatórem: sed et memóriam venerántes, in primis ejúsdem gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in una stessa comunione, celebriamo il giorno santissimo nel quale l'intemerata verginità della beata Maria diede a questo mondo il Salvatore; e veneriamo anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Ps 97:3. Vidérunt omnes fines terrae salutáre Dei nostri.

Ps 97:3. Tutti i confini della terra hanno visto la salvezza del nostro Dio.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus: ut natus hódie Salvátor mundi, sicut divínae nobis generatiónis est auctor; ita et immortalitátis sit ipse largítor: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Fa', Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che il Salvatore del mondo, oggi nato, come è l'autore della nostra divina rigenerazione, così ci sia anche datore dell'immortalità. Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In fine si legge il Vangelo dell'Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo:

Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 2:1-12.
Cum natus esset Jesus in Béthlehem Juda in diébus Heródis regis, ecce, Magi ab Oriénte venerunt Jerosólymam, dicéntes: Ubi est, qui natus est rex Judaeórum? Vidimus enim stellam ejus in Oriénte, et vénimus adoráre eum. Audiens autem Heródes rex, turbatus est, et omnis Jerosólyma cum illo. Et cóngregans omnes principes sacerdotum et scribas pópuli, sciscitabátur ab eis, ubi Christus nasceretur. At illi dixérunt ei: In Béthlehem Judae: sic enim scriptum est per Prophétam: Et tu, Béthlehem terra Juda, nequaquam mínima es in princípibus Juda; ex te enim éxiet dux, qui regat pópulum meum Israël. Tunc Heródes, clam vocátis Magis, diligénter dídicit ab eis tempus stellae, quae appáruit eis: et mittens illos in Béthlehem, dixit: Ite, et interrogáte diligénter de púero: et cum invenéritis, renuntiáte mihi, ut et ego véniens adórem eum. Qui cum audíssent regem, abiérunt. Et ecce, stella, quam víderant in Oriénte, antecedébat eos, usque dum véniens staret supra, ubi erat Puer. Vidéntes autem stellam, gavísi sunt gáudio magno valde. Et intrántes domum, invenérunt Púerum cum María Matre ejus, (hic genuflectitur) et procidéntes adoravérunt eum. Et, apértis thesáuris suis, obtulérunt ei múnera, aurum, thus et myrrham. Et responso accépto in somnis, ne redírent ad Heródem, per aliam viam revérsi sunt in regiónem suam.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 2:1-12.
Nato Gesù, in Betlemme di Giuda, al tempo del re Erode, ecco arrivare dei Magi dall'Oriente, dicendo: Dov'è nato il Re dei Giudei? Abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo. Sentite tali cose, il re Erode si turbò, e con lui tutta Gerusalemme. E, adunati tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, voleva sapere da loro dove doveva nascere il Cristo. E questi gli risposero: A Betlemme di Giuda, perché così è stato scritto dal Profeta: E tu Betlemme, terra di Giuda, non sei la minima tra i principi di Giuda: poiché da te uscirà il duce che reggerà il mio popolo Israele. Allora Erode, chiamati a sé di nascosto i Magi, si informò minutamente circa il tempo dell'apparizione della stella e, mandandoli a Betlemme, disse loro: Andate e cercate diligentemente il bambino, e quando l'avrete trovato fatemelo sapere, affinché io pure venga ad adorarlo. Quelli, udito il re, partirono: ed ecco che la stella che avevano già vista ad Oriente li precedeva, finché, arrivata sopra il luogo dov'era il bambino, si fermò. Veduta la stella, i Magi gioirono di grandissima gioia, ed entrati nella casa trovarono il bambino con Maria sua madre, (qui ci si genuflette) e prostratisi, lo adorarono. E aperti i loro tesori, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non passare da Erode, tornarono al loro paese per un'altra strada.

lunedì 24 dicembre 2018

Vigilia del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo

Stazione a Santa Maria Maggiore.
Doppio a partire dalle Lodi - Privilegiata di I classe.
Paramenti violacei.

La Vigilia del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo è impregnata di Santo giubilo e, se non ci fossero gli ornamenti di penitenza e il digiuno, si crederebbe già incominciata questa festività. Di fatti la Santa Chiesa attende nel giubilo il doppio avvento del Redentore (Oratio) che viene, come indica il suo nome, per «liberare il suo popolo dai peccati» (Evangelium). Tutti coloro che hanno fede in Nostro Signore Gesù Cristo fanno parte di questo popolo. Isaia annuncia infatti che «ogni uomo vedrà la salvezza del nostro Dio»; e San Paolo aggiunge d'essere stato scelto come Apostolo del Vangelo «presso i Gentili, per condurli, in nome di Cristo all'obbedienza della fede» (Epistola).
La Santa Messa odierna ci prepara alla celebrazione dell'anniversario dell'«adorabile nascita dell'unico Figlio di Dio» (Secreta, Postcommunio) che «la sposa di Giuseppe, figlio di David, generò» (Evangelium) e che «nato, come uomo, dalla discendenza di David, provò in maniera irrefutabile d'essere Dio con la sua resurrezione» (Epistola). E, poiché questa resurrezione fu per Nostro Signore Gesù Cristo il preludio del suo regno glorioso, ed è per noi il pegno della nostra glorificazione e della nostra futura resurrezione alla fine del mondo, la liturgia di questo giorno ci prepara anche alla seconda venuta di Nostro Signore Gesù Cristo. «Oggi, dicono l'Introitus e il Graduale, Voi saprete che il Signore viene e vi salverà e vedrete domani splendere la sua gloria». «Santificatevi oggi e state pronti, dice il primo responsorio del Mattutino, perché domani vedrete la maestà di Dio in mezzo a voi». «Questi due giorni (oggi e domani), spiega San Bernardo, significano quello della vita presente, breve e tenebroso, e quello dell'eternità tra gli splendori dei Santi. La nostra scienza deve ricordarci che il Signore verrà; ed è la venuta del Figlio di Dio nel suo primo avvento che ci dà questa luce intorno al suo secondo avvento. Essa produce la contrizione, si anima nella correzione, risplende nella sollecitudine, e ci rinnova dentro e fuori. Contempliamo sulla terra le meraviglie della misericordia del Signore nella sua Incarnazione, per poter contemplare nell'ultimo giorno quella della sua gloria». «Domani, dice l'Alleluja, sarà cancellata l'iniquità della terra e il Salvatore del mondo regnerà su di noi». «Il Dio onnipotente, Creatore di tutto ciò che esiste, aggiunge il Salmista, è proprio il re della gloria, che dopo aver strappato gli uomini al potere di Satana, li farà entrare al suo seguito nella Gerusalemme celeste» (Versetti dell'Introitus e dell'Offertorium).
«Allora la gloria del Signore si manifesterà» (Communio). Prepariamoci dunque «in una santa allegrezza a celebrare l'Avvento dell'unico Figlio di Dio, che viene come Redentore a Natale, per poterlo con certezza contemplare quando verrà come giudice alla fine del mondo» (Oratio).


Luca Giordano, Il sogno di San Giuseppe, Museo del Prado, Madrid, Spagna, 1697.


Nell'Introitus il passo dell'Esodo si riferisce alla promessa della manna fatta da Mosè agli Ebrei. La Liturgia l'applica a Nostro Signore Gesù Cristo, che è il vero pane disceso dal Cielo. «La Chiesa, ispirata da Dio, dice San Bernardo, ha inserite queste parole nell'Ufficio di questo giorno ed esse acquistano per ciò una forza proporzionata alla distanza che separa la figura dalla realtà e l'ombra dalla luce». «Era conveniente, dice San Gregorio, che il Signore nascesse a Betlemme, tanto più che Betlemme significa “casa del pane”. Infatti Gesù Cristo disse: «Io sono il Pane vivo disceso dal cielo». Così il luogo ove nacque il Signore è stato prima chiamato “casa del pane”, perché là doveva apparire nella carne colui, che un giorno sazierebbe interiormente le anime dei suoi eletti» (Mattutino).

INTROITUS
Exod 16:6; 16:7. Hódie sciétis, quia véniet Dóminus et salvábit nos: et mane vidébitis glóriam ejus. Ps 23:1. Dómini est terra, et plenitúdo ejus: orbis terrárum, et univérsi, qui hábitant in eo. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Hódie sciétis, quia véniet Dóminus et salvábit nos: et mane vidébitis glóriam ejus.

Exod 16:6; 16:7. Oggi saprete che verrà il Signore e ci salverà: e domattina vedrete la sua gloria. Ps 23:1. Del Signore è la terra e quanto essa contiene; il mondo e tutti i suoi abitanti. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Oggi saprete che verrà il Signore e ci salverà: e domattina vedrete la sua gloria.

Il Gloria in excelsis non si dice nelle Sante Messe del Tempo di Avvento (Domeniche e ferie) fino alla vigilia di Natale.

ORATIO
Orémus.
Deus, qui nos redemptiónis nostrae ánnua exspectatióne laetíficas: praesta; ut Unigénitum tuum, quem Redemptórem laeti suscípimus, veniéntem quoque Júdicem secúri videámus, Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Dio, che ci allieti con l'annua attesa della nostra redenzione: fa', che il Tuo Unigenito, che ora accogliamo festanti come Redentore, lo accogliamo anche con coscienza tranquilla quando verrà come Giudice, il Signore nostro Gesù Cristo, Tuo Figlio: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Lectio Epístolae Beati Pauli Apostoli ad Romános.
Rom 1:1-6.
Paulus, servus Jesu Christi, vocátus Apóstolus, segregátus in Evangélium Dei, quod ante promíserat per Prophétas suos in Scriptúris sanctis de Fílio suo, qui factus est ei ex sémine David secúndum carnem: qui praedestinátus est Fílius Dei in virtúte secúndum spíritum sanctificatiónis ex resurrectióne mortuórum Jesu Christi, Dómini nostri: per quem accépimus grátiam, et apostolátum ad obediéndum fídei in ómnibus géntibus pro nómine ejus, in quibus estis et vos vocáti Jesu Christi, Dómini nostri.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Romani.
Rom 1:1-6.
Paolo, servo di Gesù Cristo, Apostolo prescelto e assegnato all'annuncio del Vangelo di Dio, che Dio aveva già promesso nelle sacre Scritture per mezzo dei suoi Profeti, a riguardo di Suo Figlio, nato secondo la carne dalla progenie di Davide, costituito Figlio di Dio nella Sua potenza secondo lo spirito di santificazione, mediante la resurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per il quale abbiamo ricevuto la grazia e l'apostolato presso tutti i Gentili affinché si facciano obbedienti alla fede nel Suo nome, e tra cui siete anche voi che siete stati chiamati a Gesù Cristo nostro Signore.

GRADUALE
Exod 16:6; 16:7. Hódie sciétis, quia véniet Dóminus et salvábit nos: et mane vidébitis glóriam ejus. Ps 79:2-3. Qui regis Israël, inténde: qui dedúcis, velut ovem, Joseph: qui sedes super Chérubim, appáre coram Ephraïm, Bénjamin, et Manásse.

Exod 16:6; 16:7. Oggi saprete che verrà il Signore e ci salverà: e domattina vedrete la sua gloria. Ps 79:2-3. Ascolta: o Tu che reggi Israele: Tu che guidi Giuseppe come un gregge: che hai per trono i Cherubini: móstrati a Efraim, Beniamino e Manasse.

Non si dice l'Alleluja con il seguente versetto, se la Vigilia di Natale non cade di Domenica.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. ℣. Crástina die delébitur iníquitas terrae: et regnábit super nos Salvátor mundi. Allelúja.

Alleluia, alleluia. ℣. Domani verrà tolta l'iniquità dalla terra: e regnerà su di noi il Salvatore del mondo. Alleluia.

«La condotta di San Giuseppe, dice San Girolamo, è una testimonianza favorevole a Maria. Conoscendo la castità della sua sposa, ammira ciò che accade e nasconde sotto il velo del silenzio l'avvenimento di cui non comprende il mistero. Ben merita dunque il titolo di Giusto» (Mattutino). Un Angelo allora gli annunzia il grande mistero dell'Incarnazione: «Maria darà alla luce un Figliuolo che è frutto dello Spirito Santo».

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secundum Matthaeum.
Matt 1:18-21.
Cum esset desponsáta Mater Jesu Maria Joseph, ántequam convenírent, inventa est in útero habens de Spiritu Sancto. Joseph autem, vir ejus, cum esset justus et nollet eam tradúcere, vóluit occúlte dimíttere eam. Haec autem eo cogitánte, ecce, Angelus Dómini appáruit in somnis ei, dicens: Joseph, fili David, noli timére accípere Maríam cónjugem tuam: quod enim in ea natum est, de Spíritu Sancto est. Páriet autem fílium, et vocábis nomen ejus Jesum: ipse enim salvum fáciet pópulum suum a peccátis eórum.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 1:18-21.
Maria, Madre di Gesù, sposata con Giuseppe, prima di abitare con lui fu trovata incinta per virtù dello Spirito Santo. Ora, Giuseppe, suo marito, essendo giusto e non volendo esporla all'infamia, pensò di rimandarla segretamente. Mentre pensava a questo, ecco apparirgli in sogno un Angelo del Signore, che gli disse: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, in sposa: poiché quel che è nato in Lei è opera dello Spirito Santo. Ella partorirà un figlio che chiamerai Gesù: poiché egli libererà il suo popolo dai suoi peccati.

Omelia di San Girolamo, Prete.
Libro 1 Commento al cap. 1 di Matteo.
Perché fu concepito non da una semplice vergine, ma da una sposata? Primo, perché dalla genealogia di Giuseppe si mostrasse la stirpe di Maria; secondo, perché ella non fosse lapidata dai Giudei come adultera; terzo, perché fuggitiva in Egitto avesse un sostegno. Il martire Ignazio aggiunge ancora una quarta ragione perché egli fu concepito da una sposata: Affinché, dice, il suo concepimento rimanesse celato al diavolo, che lo credé il frutto non d'una vergine, ma d'una maritata.
Prima che stessero insieme, si scoperse che stava per esser madre per opera dello Spirito Santo. Si scoperse non da altri se non da Giuseppe, al quale per la confidenza di marito non sfuggiva nulla di quanto riguardava la sua futura sposa. Dal dirsi poi: Prima che stessero insieme, non ne segue che stessero insieme dopo, perché la Scrittura constata che ciò non era avvenuto.
Or Giuseppe, marito di lei, essendo uomo giusto, e non volendo esporla all'infamia, pensò di rimandarla segretamente (Matt 1:19). Se uno si unisce a cattiva donna, diventa un solo corpo con essa, e nella legge è prescritto che non solo i rei, ma anche i complici del delitto sono colpevoli: come dunque Giuseppe, occultando il delitto della sposa, è chiamato giusto? Ma ciò è una testimonianza in favore di Maria, perché Giuseppe conoscendo la sua castità, e ammirando quanto era avvenuto, nasconde nel silenzio quello di cui non comprendeva il mistero.

Se la Vigilia di Natale cade di Domenica, si dice il Credo

OFFERTORIUM
Ps 23:7. Tóllite portas, principes, vestras: et elevámini, portae aeternáles, et introíbit Rex glóriae.

Ps 23:7. Aprite, o principi, le vostre porte: e sollevatevi antichi portali, ed entrerà il Re della gloria.

SECRETA
Da nobis, quaesumus, omnípotens Deus: ut, sicut adoránda Fílii tui natalítia praevenímus, sic ejus múnera capiámus sempitérna gaudéntes: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Concedici, Dio onnipotente, Te ne preghiamo, che come preveniamo l'adorata nascita del tuo Figlio, così riceviamo con gioia i suoi doni eterni: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

Se la Vigilia di Natale cade di Domenica, si dice:

PRAEFATIO DE SANCTISSIMA TRINITATE
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui cum unigénito Fílio tuo et Spíritu Sancto unus es Deus, unus es Dóminus: non in uníus singularitáte persónae, sed in uníus Trinitáte substántiae. Quod enim de tua glória, revelánte te, crédimus, hoc de Fílio tuo, hoc de Spíritu Sancto sine differéntia discretiónis sentímus. Ut in confessióne verae sempiternaeque Deitátis, et in persónis propríetas, et in esséntia únitas, et in majestáte adorétur aequálitas. Quam laudant Angeli atque Archángeli, Chérubim quoque ac Séraphim: qui non cessant clamáre cotídie, una voce dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: che col Figlio tuo unigenito e con lo Spirito Santo, sei un Dio solo ed un solo Signore, non nella singolarità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza. Così che quanto per tua rivelazione crediamo della tua gloria, il medesimo sentiamo, senza distinzione, e di tuo Figlio e dello Spirito Santo. Affinché nella professione della vera e sempiterna Divinità, si adori: e la proprietà nelle persone e l'unità nell'essenza e l'uguaglianza nella maestà. La quale lodano gli Angeli e gli Arcangeli, i Cherubini e i Serafini, che non cessano ogni giorno di acclamare, dicendo ad una voce: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Is 40:5. Revelábitur glória Dómini: et vidébit omnis caro salutáre Dei nostri.

Is 40:5. Si manifesterà la gloria del Signore: e ogni vivente vedrà la salvezza del nostro Dio.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Da nobis, quaesumus, Dómine: unigéniti Fílii tui recensíta nativitáte respiráre; cujus coelésti mystério páscimur et potámur. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Dacci, o Signore, Te ne preghiamo, un po' di tranquillità mentre celebriamo la nascita del tuo Figlio Unigenito: il cui celeste mistero ci nutre e ci disseta. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

CONCLUSIO
℣. Benedicamus Domino.
℞. Deo gratias.

℣. Benediciamo il Signore.
℞. Rendiamo grazie a Dio.

domenica 23 dicembre 2018

Quarta Domenica di Avvento

Stazione ai Santi Dodici Apostoli.
Semidoppio - Domenica privilegiata di II classe.
Paramenti violacei.

Fino all'VIII secolo questo giorno era a-liturgico a motivo della vigilia notturna del Sabato delle Quattro Tempora di Avvento.
Come tutta la liturgia di questo periodo, la Santa Messa della Quarta Domenica di Avvento ha lo scopo di prepararci al doppio Avvento di Nostro Signore Gesù Cristo, avvento di misericordia a Natale, nel quale noi commemoriamo la venuta di Nostro Signore Gesù Cristo, e avvento di giustizia alla fine del mondo. L'Introitus, l'Evangelium, l'Offertorium e il Communio fanno allusione al primo, l'Epistola si riferisce al secondo, e l'Oratio, il Graduale e l'Alleluja possono applicarsi ad entrambi.
Le tre grandi figure, delle quali si occupa la Santa Chiesa durante l'Avvento, ricompaiono in questa Santa Messa: il profeta Isaia, San Giovanni Battista e la Beata Vergine Maria Santissima. Il profeta Isaia annunzia di San Giovanni Battista, che egli è «la voce di colui che grida nel deserto: preparate la via del Signore, appianate tutti i suoi sentieri, perché ogni uomo vedrà la salvezza di Dio». E la parola del Signore si fece sentire a San Giovanni Battista nel deserto: ed egli andò in tutti i paesi intorno al Giordano, e predicò il battesimo di penitenza (Evangelium). «Giovanni, spiega San Gregorio, diceva alle turbe che accorrevano per essere battezzati da lui: Razza di vipere, chi vi ha insegnato a fuggire la collera che sta per venire? La collera infatti che sovrasta è il castigo finale, e non potrà fuggirlo il peccatore, se non ricorre al pianto della penitenza. Fate dunque frutti degni di penitenza. In queste parole è da notare che l'amico dello sposo avverte di offrire non solo frutti di penitenza, ma frutti degni di penitenza. La coscienza di ognuno si convinca di dover acquistare con questo mezzo un tesoro di buone opere tanto più grande quanto egli più si fece del danno con il peccato» (III Notturno del Mattutino). «Iddio, dice anche San Leone, ci ammaestra egli stesso per bocca del Santo Profeta Isaia: Condurrò i ciechi per una via ch'essi ignorano e davanti a loro muterò le tenebre in luce, e non li abbandonerò. L'Apostolo San Giovanni ci spiega come s'è compiuto questo mistero quando dice: Noi sappiamo che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l'intelligenza perché possiamo conoscere il vero Iddio ed essere nel suo vero Figlio» (II Notturno del Mattutino).
Per il grande amore che Dio ci porta, ha inviato sulla terra il Suo unico Figlio, che è nato dalla Beata Vergine Maria Santissima. Proprio questa Vergine benedetta ci ha dato di fatto Nostro Signore Gesù Cristo; così nel Communio, la Santa Chiesa ci ricorda la profezia di Isaia: «Ecco che una Vergine concepirà e partorirà l'Emmanuele», e nell'Offertorium ella unisce in un solo saluto le parole indirizzate a Maria Santissima dall'Arcangelo e da Santa Elisabetta, che troviamo nei Vangeli del mercoledì e del venerdì precedenti: «Gabriele, nome che significa “forza di Dio”, è mandato a Maria - scrive San Gregorio - perché egli annunziava il Messia che volle venire nell'umiltà e nella povertà per atterrare tutte le potenze del mondo. Bisognava dunque che per mezzo di Gabriele, che è la forza di Dio, fosse annunciato colui che veniva come il Signore delle Virtù, l'Onnipotente e l'Invincibile nei combattimenti, per atterrare tutte le potenze del mondo» (35° Sermone). L'Oratio fa allusione a questa «grande forza» del Signore, che si manifesta nel primo avvento, perché è nella sua umanità debole e mortale che Nostro Signore Gesù Cristo vinse il demonio, come anche ci parla dell'apparizione della sua «grande potenza» che avverrà al tempo del suo secondo avvento, quando, come Giudice Supremo, verrà nello splendore della sua maestà divina, a rendere a ciascuno secondo le sue opere (Epistola).
Pensando che, nell'uno e nell'altro di questi avventi, Nostro Signore Gesù Cristo, nostro liberatore, è vicino, diciamogli con la Chiesa: «Vieni, Signore, non tardare».
La Stazione si tiene nella Basilica dei Santi Dodici Apostoli, dove sono conservate le reliquie dei Santi Filippo e Giacomo il Minore.

Sermone di San Leone, Papa.
Sermone 1 sul digiuno del decimo mese e sulle collette.
Se noi, o dilettissimi, intendiamo secondo la fede e la sapienza l'origine della nostra creazione, troveremo che l'uomo fu creato ad immagine di Dio, affinché imitasse il suo autore: e che la prima perfezione della nostra razza consiste in questo, che riflettiamo, quasi in uno specchio, l'immagine della bontà divina. E per questa la grazia del Salvatore ci rifà ogni giorno, allorquando ciò che cadde nel primo Adamo, viene rialzato nel secondo.
Noi poi dobbiamo alla sola misericordia di Dio il beneficio della nostra redenzione: e non l'ameremmo, s'egli stesso per primo non ci avesse amati (1Joann 4:10), e non avesse dissipato le tenebre della nostra ignoranza colla luce della sua verità. Cosa questa che il Signore ci manifesta per mezzo del santo Isaia, dicendo: Condurrò i ciechi per una via che non conoscevano, e farò che essi camminino per sentieri che ignoravano: cambierò le loro tenebre in luce, e le vie storte in rette. Queste cose farò per essi, e non li abbandonerò (Is 42:16). E ancora: Mi han trovato, dice, quelli che non mi cercavano, e mi son fatto pubblicamente vedere a quelli che non domandavano di me (Is 65:1).
E come ciò siasi compiuto, ce lo spiega l'Apostolo Giovanni dicendo: Sappiamo che il Figlio di Dio è venuto, e ci ha dato intelligenza affinché conosciamo il vero Dio, e siamo nel vero suo Figlio (1Joann 5:20). E ancora: Noi dunque amiamo Dio, perché egli ci ha amati per primo (1Joann 4:19). Or Dio, amandoci, ci riforma a sua immagine e per trovare in noi i tratti della sua bontà, ci dà dei soccorsi onde anche noi possiamo far ciò ch'egli fa, accendendo i lumi della sua verità nelle nostre menti, e infiammandoci col fuoco della sua carità, affinché non solamente amiamo lui, ma anche tutto ciò ch'egli ama.




Isaia annunzia e sospira la liberazione di Israele. Con metafore ricavate dalla natura, la paragona ad una semenza preziosa affidata alla terra, che la rugiada e la pioggia devono fecondare. Questa terra ripiena di benedizioni divine è Maria Santissima. E il frutto benedetto che germina in questo suolo vergine, è Nostro Signore Gesù Cristo.
Il versetto è di un salmo messianico nel quale il re Davide amplifica la metafora adoperata da Isaia. I cieli cantano la gloria del Signore, perché tosto il sole divino, cioè Nostro Signore Gesù Cristo, come un gigante sta per percorrere la sua via e nulla si potrà nascondere alla sua luce e al suo calore (Ps 18:3-6).

INTROITUS
Is 45:8. Roráte, coeli, désuper, et nubes pluant justum: aperiátur terra, et gérminet Salvatórem. Ps 18:2. Coeli enárrant glóriam Dei: et ópera mánuum ejus annúntiat firmaméntum. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Roráte, coeli, désuper, et nubes pluant justum: aperiátur terra, et gérminet Salvatórem.

Is 45:8. Stillate, o cieli, dall'alto la vostra rugiada e le nuvole piovano il giusto: si apra la terra e germogli il Salvatore. Ps 18:2. I cieli narrano la gloria di Dio: e il firmamento proclama l'opera delle sue mani. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Stillate, o cieli, dall'alto la vostra rugiada e le nuvole piovano il giusto: si apra la terra e germogli il Salvatore.

Il Gloria in excelsis non si dice nelle Sante Messe del Tempo di Avvento (Domeniche e ferie) fino alla vigilia di Natale.

«Il Signore, dice Isaia, verrà come un uomo valoroso che marcia al combattimento. Sarà forte contro i suoi nemici» (III Lezione del Mattutino di Martedì della IV Settimana di Avvento). Tanto nel suo primo che nel secondo avvento, Nostro Signore Gesù Cristo viene per strapparci dal potere di Satana. «è alla sola misericordia di Dio, il quale ci ha amati per primo, che noi dobbiamo il grande bene della nostra Redenzione» (V Lezione del Mattutino).

ORATIO
Orémus.
Excita, quaesumus, Dómine, poténtiam tuam, et veni: et magna nobis virtúte succúrre; ut per auxílium grátiae tuae, quod nostra peccáta praepédiunt, indulgéntia tuae propitiatiónis accéleret: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore, Te ne preghiamo, suscita la tua potenza e vieni: soccorrici con la tua grande virtù: affinché con l'aiuto della tua grazia, ciò che allontanarono i nostri peccati, la tua misericordia lo affretti. Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

San Paolo rimprovera ai cristiani la loro parzialità a riguardo dei predicatori che annunziano loro il Vangelo. Non sono essi i dispensatori dei misteri di Cristo? E che si esige da un amministratore, se non che sia fedele nel distribuire a ciascuno ciò di cui ha bisogno? Ora il giudizio sulla fedeltà dei ministri di Cristo non appartiene ad alcun tribunale. Solo il Sovrano Giudice conosce i pensieri intimi degli uomini e da lui saremo giudicati nell'ultimo giorno. Non giudichiamo sfavorevolmente il nostro prossimo, se non vogliamo che ci sia sfavorevole il giudizio di Dio. Questa è un'allusione alle Sacre Ordinazioni e al Tempo di Avvento.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Corínthios.
1Cor 4:1-5.
Fratres: Sic nos exístimet homo ut minístros Christi, et dispensatóres mysteriórum Dei. Hic jam quaeritur inter dispensatóres, ut fidélis quis inveniátur. Mihi autem pro mínimo est, ut a vobis júdicer aut ab humano die: sed neque meípsum judico. Nihil enim mihi cónscius sum: sed non in hoc justificátus sum: qui autem júdicat me, Dóminus est. Itaque nolíte ante tempus judicáre, quoadúsque véniat Dóminus: qui et illuminábit abscóndita tenebrárum, et manifestábit consília córdium: et tunc laus erit unicuique a Deo.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Corinti.
1Cor 4:1-5.
Fratelli: Gli uomini ci devono considerare come ministri di Cristo, e amministratori dei misteri di Dio. Orbene, ecco ciò che si chiede agli amministratori: che siano fedeli. Poco importa a me d'essere giudicato da voi o da un tribunale di uomini, anzi neppure mi giudico da me stesso. Anche se non ho coscienza di alcuna colpa, non per questo sono giustificato: chi invece mi giudica è il Signore. Perciò non giudicate prima del tempo, fino a che venga il Signore, che illuminerà i segreti occulti e farà conoscere i disegni dei cuori: ed allora ognuno avrà da Dio la sua lode.

GRADUALE
Ps 144:18; 144:21. Prope est Dóminus ómnibus invocántibus eum: ómnibus, qui ínvocant eum in veritáte. ℣. Laudem Dómini loquétur os meum: et benedícat omnis caro nomen sanctum ejus.

Ps 144:18; 144:21. Il Signore è vicino a quanti lo invocano: a quanti lo invocano sinceramente. ℣. La mia bocca proclami la lode del Signore: e ogni mortale benedica il suo santo nome.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. ℣. Veni, Dómine, et noli tardáre: reláxa facínora plebis tuae Israël. Allelúja.

Alleluia, alleluia. ℣. Vieni, o Signore, non tardare: perdona le colpe di Israele tuo popolo. Alleluia.

L'avvenimento capitale della storia del mondo sta per accadere. Secondo il profeta Isaia, San Giovanni Battista presenterà il Messia al mondo. Importa determinare bene il momento storico in cui ciò avvenne.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 3:1-6.
Anno quintodécimo impérii Tibérii Caesaris, procuránte Póntio Piláto Judaeam, tetrárcha autem Galilaeae Heróde, Philíppo autem fratre ejus tetrárcha Ituraeae et Trachonítidis regionis, et Lysánia Abilínae tetrárcha, sub princípibus sacerdotum Anna et Cáipha: factum est verbum Domini super Joannem, Zacharíae filium, in deserto. Et venit in omnem regiónem Jordánis, praedicans baptísmum poeniténtiae in remissiónem peccatórum, sicut scriptum est in libro sermónum Isaíae Prophétae: Vox clamántis in desérto: Paráte viam Dómini: rectas fácite sémitas ejus: omnis vallis implébitur: et omnis mons et collis humiliábitur: et erunt prava in dirécta, et áspera in vias planas: et vidébit omnis caro salutáre Dei.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 3:1-6.
L'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, essendo Ponzio Pilato procuratore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, suo fratello Filippo tetrarca dell'Iturea e della Traconítide, e Lisania tetrarca dell'Abiléne, sotto i gran sacerdoti Anna e Caifa, la parola del Signore si fece udire a Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli andò in tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di penitenza per la remissione dei peccati, come sta scritto nel libro dei discorsi del profeta Isaia: Voce di colui che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri. Ogni valle sarà colmata, ogni monte, ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diventeranno diritte, le vie scabrose diventeranno piane; e ogni uomo vedrà la salvezza di Dio.

Omelia di San Gregorio, Papa.
Omelia 20 sui Vangeli, prima della metà.
Giovanni diceva alle folle che accorrevano per essere battezzate da lui: Razza di vipere, chi v'ha insegnato a sfuggire l'ira che vi sovrasta? (Luc 3:7). Ora l'ira che sovrasta è il castigo finale: che non potrà sfuggirlo allora il peccatore s'egli non ricorre ai gemiti della penitenza. Ed è da notare che questi cattivi rampolli, imitando la maniera d'agire dei cattivi genitori, son detti razza di vipere: perché, invidiando i buoni e perseguitandoli, facendo del male al prossimo e cercando di danneggiarlo, essi in tutte queste cose seguono le vie dei loro padri secondo la carne, e sono come figli velenosi nati da velenosi parenti.
Ma perché abbiamo già peccato, perché siamo involti nelle cattive abitudini inveterate, ci dica egli che dobbiam fare per poter fuggire la collera che verrà. Eccolo: Fate ormai degni frutti di penitenza (Luc 3:8). Nelle quali parole è da notare, che l'amico dello sposo avverte di fare non soltanto frutti di penitenza, ma degni frutti di penitenza. Perché altro è fare un frutto di penitenza, altro fare un degno frutto di penitenza. E per parlare bene di questi frutti degni di penitenza, si deve sapere, che chiunque non ha commesso alcuna cosa illecita, ha diritto di usare delle cose lecite: e così, esercitandosi nelle opere di pietà, egli è libero di usare, se vuole, delle cose del mondo.
Ma se alcuno è caduto in peccato d'impurità, o forse, ch'è più grave, di adulterio, tanto più deve astenersi dalle cose lecite, quanto più si ricorda d'aver commesse azioni illecite. Poiché il frutto dell'opera buona non dev'essere uguale in chi ha peccato di meno e in chi ha peccato di più: ovvero, in chi non ha commesso colpe, in chi ne ha commesse alcune, o in chi ne ha commesse molte. Col dire dunque: Fate degni frutti di penitenza (Luc 3:8), si fa appello alla coscienza di ciascuno, affinché colla penitenza acquisti un tesoro di opere buone tanto più grande quanto più gravi danni cagionò a se stesso colla colpa.

Credo

Salutiamo con l'Angelo Gabriele e Santa Elisabetta, la Beata Vergine Maria Santissima, questo tabernacolo vivente di Nostro Signore Gesù Cristo che noi attendiamo.

OFFERTORIUM
Luc 1:28. Ave, María, gratia plena; Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus, et benedíctus fructus ventris tui.

Luc 1:28. Ave, Maria, piena di grazia: il Signore è con te: tu sei benedetta tra le donne, e benedetto è il frutto del ventre tuo.

SECRETA
Sacrifíciis praeséntibus, quaesumus, Dómine, placátus inténde: ut et devotióni nostrae profíciant et salúti. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, Te ne preghiamo, guarda benigno alle presenti offerte: affinché giovino alla nostra devozione e alla nostra salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE SANCTISSIMA TRINITATE
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui cum unigénito Fílio tuo et Spíritu Sancto unus es Deus, unus es Dóminus: non in uníus singularitáte persónae, sed in uníus Trinitáte substántiae. Quod enim de tua glória, revelánte te, crédimus, hoc de Fílio tuo, hoc de Spíritu Sancto sine differéntia discretiónis sentímus. Ut in confessióne verae sempiternaeque Deitátis, et in persónis propríetas, et in esséntia únitas, et in majestáte adorétur aequálitas. Quam laudant Angeli atque Archángeli, Chérubim quoque ac Séraphim: qui non cessant clamáre cotídie, una voce dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: che col Figlio tuo unigenito e con lo Spirito Santo, sei un Dio solo ed un solo Signore, non nella singolarità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza. Così che quanto per tua rivelazione crediamo della tua gloria, il medesimo sentiamo, senza distinzione, e di tuo Figlio e dello Spirito Santo. Affinché nella professione della vera e sempiterna Divinità, si adori: e la proprietà nelle persone e l'unità nell'essenza e l'uguaglianza nella maestà. La quale lodano gli Angeli e gli Arcangeli, i Cherubini e i Serafini, che non cessano ogni giorno di acclamare, dicendo ad una voce: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

Nelle ferie in cui si ripete la Santa Messa della Domenica, purché non si faccia qualche commemorazione che richieda il Prefazio proprio, si dice:

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Is 7:14. Ecce, Virgo concípiet et páriet fílium: et vocábitur nomen ejus Emmánuel.

Is 7:14. Ecco la Vergine concepirà e partorirà un figlio: e si chiamerà Emmanuele.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Sumptis munéribus, quaesumus, Dómine: ut, cum frequentatióne mystérii, crescat nostrae salútis efféctus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Assunti i tuoi doni, o Signore, Ti preghiamo, affinché, frequentando questi misteri, cresca l'effetto della nostra salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si dice il Benedicamus Domino, invece dell'Ite, missa est. Così ogni volta che non si recita il Gloria in excelsis.

CONCLUSIO
℣. Benedicamus Domino.
℞. Deo gratias.

℣. Benediciamo il Signore.
℞. Rendiamo grazie a Dio.

Se la Vigilia del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo cade di Domenica, si dice la Santa Messa della Vigilia con la commemorazione della Domenica, senza leggerne in fine il Vangelo.