domenica 16 dicembre 2018

Terza Domenica di Avvento o “Gaudete”

Stazione a San Pietro.
Semidoppio - Domenica privilegiata di II classe.
Paramenti rosacei o violacei.

Il Signore è già vicino, venite, adoriamolo (Invitatorio). Nel primo Avvento è Maria Santissima che ci dà Nostro Signore Gesù Cristo: «Tu sei felice, o Maria, perché tutto quello che è stato detto dal Signore, si compirà in te» (Antifona Magnificat). «Da Bethlem verrà il Re dominatore, che porterà la pace a tutte le Nazioni» (II responsorio del Mattutino) «e che libererà il suo popolo dal dominio dei suoi nemici» (IV responsorio del Mattutino). Le nostre anime parteciperanno in un modo speciale a questa liberazione nelle feste di Natale, che sono l'anniversario della venuta in questo mondo del vincitore di Satana. «Fa', chiede la Santa Chiesa, che la nascita secondo la carne del tuo unico Figlio ci liberi dall'antica schiavitù che ci tiene sotto il giogo del peccato» (Santa Messa del giorno, 25 dicembre). San Giovanni Battista prepara i Giudei alla venuta del Messia: egli ci prepara anche all'unione, ogni anno più intima, che Nostro Signore Gesù Cristo contrae con le nostre anime a Natale. «Appianate la via del Signore» dice il Precursore. Appianiamo dunque le vie del nostro cuore, e Nostro Signore Gesù Cristo Salvatore vi entrerà per darci le sue grazie liberatrici.
San Gregorio fa allusione al secondo Avvento di Nostro Signore Gesù Cristo alla fine del mondo allorché, spiegando l'Evangelium, dice: «Giovanni, il Precursore del Redentore, precede Gesù nello spirito e nella virtù d'Elia, che sarà il precursore del Giudice» (IX Lezione del Mattutino). Dell'avvento di Nostro Signore Gesù Cristo come Giudice parlano l'Epistola e l'Introitus. Se proviamo gran gioia nell'avvicinarsi delle feste del Natale, che ci ricordano la venuta dell'umile bambino della mangiatoia, quanto più il pensiero della sua venuta in tutto lo splendore della sua potenza e della sua maestà, non deve empirci di santa esultanza, perché allora soltanto la nostra redenzione sarà compiuta.
San Paolo scrive ai cristiani: «Godete, rallegratevi nel Signore, ve lo ripeto ancora perché il Signore è vicino». E come nella Domenica Laetare[1], i sacerdoti che lo desiderano celebrano oggi con paramenti rosacei, colore che simboleggia la gioia della Gerusalemme celeste, dove Nostro Signore Gesù Cristo ci introdurrà alla fine dei tempi. «Gerusalemme, sii piena di gioia, perché il tuo Salvatore sta per venire» (II antifona dei Vespri). Desideriamo dunque questo avvento, che l'Apostolo dice vicino e, invece di temerlo, auguriamoci con santa impazienza che si realizzi presto. «Muovi, o Signore, la tua potenza, e vieni a soccorrerci»[2] (Alleluja). «Vieni, o Signore, non tardare» (IV antifona delle Lodi). «Per adventum tuum libera nos, Domine» (Litanie dei Santi).

Sermone di San Leone, Papa.
Sermone 2 sul digiuno del decimo mese e sulle collette.
Come ce ne avverte la natura del tempo e la consuetudine della nostra devozione, noi vi esortiamo, o dilettissimi, con sollecitudine di pastore, ad osservare il digiuno del decimo mese, affine di offrire a Dio un giustissimo sacrificio di continenza per il conseguito raccolto di tutti i frutti ch'egli ci ha largito. Che cosa infatti può esser più efficace del digiuno? Osservandolo, noi ci avviciniamo a Dio, e, resistendo al diavolo, superiamo le attrattive del vizio.
Infatti il digiuno fu sempre  un alimento per la virtù. Dall'astinenza infine procedono i pensieri casti, le sagge risoluzioni, i consigli più salutari: e, colle volontarie mortificazioni, la carne muore alle male voglie, e lo spirito si rinnova colle virtù. Ma perché la salvezza delle anime nostre non si acquista solo col digiuno, aggiungiamo al nostro digiuno le opere di misericordia verso i poveri. Facciamo servire alla virtù ciò che sottraiamo alla sensualità. L'astinenza di chi digiuna divenga il pasto del povero.
Attendiamo a difendere le vedove, ad assistere gli orfani, a consolare chi piange, a rappacificare i dissidenti. Accogliamo il pellegrino, soccorriamo l'oppresso, vestiamo l'ignudo, assistiamo l'infermo: affinché ognuno di noi, dopo avere offerto a Dio, autore di ogni bene, con queste buone opere un sacrificio di pietà, meriti di ricevere da lui in ricompensa il regno celeste. Digiuniamo dunque Mercoledì e Venerdì; Sabato poi vegliamo insieme presso il beato Pietro Apostolo, affinché, soccorsi dai suoi meriti, possiamo impetrare ciò che domandiamo per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo, che col Padre e collo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli. Così sia.




Il popolo di Giacobbe liberato dalla schiavitù di Babilonia è una figura del popolo Cristiano liberato da Nostro Signore Gesù Cristo dalla schiavitù del peccato.

INTROITUS
Phil 4:4-6. Gaudéte in Dómino semper: íterum dico, gaudéte. Modéstia vestra nota sit ómnibus homínibus: Dóminus enim prope est. Nihil sollíciti sitis: sed in omni oratióne petitiónes vestrae innotéscant apud Deum. Ps 84:2. Benedixísti, Dómine, terram tuam: avertísti captivitátem Jacob. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Gaudéte in Dómino semper: íterum dico, gaudéte. Modéstia vestra nota sit ómnibus homínibus: Dóminus enim prope est. Nihil sollíciti sitis: sed in omni oratióne petitiónes vestrae innotéscant apud Deum.

Phil 4:4-6. Godete sempre nel Signore; ve lo ripeto: godete. La vostra modestia sia manifesta a tutti gli uomini. Il Signore è vicino. Non siate ansiosi per alcuna cosa, ma in ogni circostanza fate conoscere a Dio i vostri bisogni. Ps 84:2. Hai benedetto, o Signore, la tua terra; hai liberato Giacobbe dalla schiavitù. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Godete sempre nel Signore; ve lo ripeto: godete. La vostra modestia sia manifesta a tutti gli uomini. Il Signore è vicino. Non siate ansiosi per alcuna cosa, ma in ogni circostanza fate conoscere a Dio i vostri bisogni.

Il Gloria in excelsis non si dice nelle Sante Messe del Tempo di Avvento (Domeniche e ferie) fino alla vigilia di Natale.

ORATIO
Orémus.
Aurem tuam, quaesumus, Dómine, précibus nostris accómmoda: et mentis nostrae ténebras, grátia tuae visitatiónis illústra: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore, Te ne preghiamo, porgi benigno ascolto alle nostre preghiere e illumina le tenebre della nostra mente con la grazia della tua venuta. Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

San Paolo esorta i Cristiani ad una grande gioia al pensiero dell'ultimo avvento di Nostro Signore Gesù Cristo che è vicino; a questo avvento l'Apostolo ci prepara non meno che alla celebrazione dell'anniversario del primo avvento.

LECTIO
Lectio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Philippénses.
Phil 4:4-7.
Fratres: Gaudéte in Dómino semper: íterum dico, gaudéte. Modéstia vestra nota sit ómnibus homínibus: Dóminus prope est. Nihil sollíciti sitis: sed in omni oratióne et obsecratióne, cum gratiárum actióne, petitiónes vestrae innotéscant apud Deum. Et pax Dei, quae exsúperat omnem sensum, custódiat corda vestra et intellegéntias vestras, in Christo Jesu, Dómino nostro.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Filippesi.
Phil 4:4-7.
Fratelli: Godete sempre nel Signore; ve lo ripeto: godete. La vostra modestia sia manifesta a tutti gli uomini. Il Signore è vicino. Non siate ansiosi per alcuna cosa, ma in ogni circostanza fate conoscere a Dio i vostri bisogni per mezzo delle vostre preghiere e suppliche con azioni di grazie. E la pace di Dio, che sopravanza ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù nostro Signore.

Il Profeta concepisce il Cielo conforme all'immagine del Tempio di Gerusalemme, dove la Divinità si manifestava fra i Cherubini dell'Arca. Nostro Signore Gesù Cristo è il Capo della Santa Chiesa figurata da Israele e da Giuseppe.

GRADUALE
Ps 79:2; 79:3; 79:2. Qui sedes, Dómine, super Chérubim, éxcita poténtiam tuam, et veni. ℣. Qui regis Israël, inténde: qui dedúcis, velut ovem, Joseph.

Ps 79:2; 79:3; 79:2. O Signore, Tu che hai per trono i Cherubini, suscita la tua potenza e vieni. ℣. Ascolta, Tu che reggi Israele: che guidi Giuseppe come un gregge.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. ℣. Excita, Dómine, potentiam tuam, et veni, ut salvos fácias nos. Allelúja.

Alleluia, alleluia. ℣. Suscita, o Signore, la tua potenza e vieni, affinché ci salvi. Alleluia.

Quando nelle ferie dell'Avvento si ripete la Santa Messa della Domenica, non si dice l'Alleluja e il suo Versetto, ma solo il Graduale.

I Farisei, tenendosi alla lettera della legge, si stupiscono nel vedere San Giovanni Battista battezzare; quindi, cercano di sapere chi egli sia, verso il quale le folle accorrono per essere battezzate, e gli domandano la ragione di ciò che fa. Egli lo fa per preparare con la penitenza gli uomini ad accettare, come Messia, Nostro Signore Gesù Cristo, che egli ha la missione di manifestare loro. Nostro Signore Gesù Cristo stesso più tardi, parlando di San Giovanni Battista dirà: «Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto» (Matt 17:12). «Non vi è affatto contraddizione, spiega San Gregorio, con le parole di San Giovanni Battista quando dice di non essere Elia, perché senza essere Elia in persona, ha la virtù e lo spirito di Elia, ed è il precursore di Cristo nella sua prima venuta come Elia lo sarà nella seconda» (IX Lezione del Mattutino).

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Joánnem.
Joann 1:19-28.
In illo tempore: Misérunt Judaei ab Jerosólymis sacerdótes et levítas ad Joánnem, ut interrogárent eum: Tu quis es? Et conféssus est, et non negávit: et conféssus est: Quia non sum ego Christus. Et interrogavérunt eum: Quid ergo? Elías es tu? Et dixit: Non sum. Prophéta es tu? Et respondit: Non. Dixérunt ergo ei: Quis es, ut respónsum demus his, qui misérunt nos? Quid dicis de te ipso? Ait: Ego vox clamántis in desérto: Dirígite viam Dómini, sicut dixit Isaías Prophéta. Et qui missi fúerant, erant ex pharisaeis. Et interrogavérunt eum, et dixérunt ei: Quid ergo baptízas, si tu non es Christus, neque Elías, neque Prophéta? Respóndit eis Joánnes, dicens: Ego baptízo in aqua: médius autem vestrum stetit, quem vos nescítis. Ipse est, qui post me ventúrus est, qui ante me factus est: cujus ego non sum dignus ut solvam ejus corrígiam calceaménti. Haec in Bethánia facta sunt trans Jordánem, ubi erat Joánnes baptízans.

Seguito del santo Vangelo secondo Giovanni.
Joann 1:19-28. 
In quel tempo, da Gerusalemme mandarono a Giovanni sacerdoti e leviti per domandargli: Chi sei? Ed egli riconobbe, e non negò, e confessò: Non sono il Cristo. Allora gli chiesero: Chi sei dunque? Elia? E disse: Non lo sono. Sei il profeta? E rispose: No. E allora gli dissero: Chi sei, così che possiamo riferire a chi ci ha mandati? Cosa dici di te stesso? Disse: Sono una voce che grida nel deserto: Appianate la via del Signore, come disse il profeta Isaia. E quelli che erano stati inviati erano dei Farisei, e lo interrogarono dicendo: Come dunque battezzi se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta? Giovanni rispose loro dicendo: Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che non conoscete, che verrà dopo di me, ma che esisteva già prima di me, cui non sono degno di sciogliere il legaccio dei calzari. Ciò avvenne in Betania oltre il Giordano, dove Giovanni stava a battezzare.

Omelia di San Gregorio, Papa.
Omelia 7 sui Vangeli.
Le parole che ora abbiamo inteso leggere, fratelli carissimi, ci lodano l'umiltà di Giovanni, il quale, pur essendo di tanta virtù da poter essere creduto il Cristo, preferì rimaner saldo al suo posto, e non di essere dall'umana opinione vanamente esaltato più di quello che era. Infatti egli confessò, e non negò: e confessò: Non sono io il Cristo. Ma dicendo egli: Non sono, negò sì quel che non era, ma non negò quello che era, affinché, dicendo la verità, divenisse membro di colui il cui nome egli falsamente non si usurpava. Onde perché non vuole attribuirsi il nome di Cristo, diviene membro di Cristo e mentre si studia di riconoscere umilmente la propria debolezza, merita veramente di partecipare alla di lui grandezza.
Ma quando ci torna alla mente un altro detto del nostro Redentore, le parole che abbiamo letto sollevano in noi una questione molto intricata. Difatti in altro luogo il Signore, richiestogli dai discepoli intorno alla venuta di Elia, rispose: Elia è già venuto, e non lo conobbero, ma fecero contro di lui tutto ciò che vollero; e, se lo volete sapere, proprio Giovanni è Elia (Matt 17:12). Giovanni poi, richiestone, risponde: Io non sono Elia. Or come va, fratelli carissimi, che la Verità afferma una cosa, e il profeta della verità la nega? Giacché son cose molto diverse: Egli è; e: Io non sono. Come dunque è egli profeta della verità, se non è d'accordo colle parole della stessa Verità?
Ma se noi cerchiamo d'approfondire la verità, troviamo come ciò che pare contraddittorio non lo è appunto. Infatti l'Angelo, parlando di Giovanni, dice a Zaccaria: Egli andrà dinanzi a lui collo spirito e colla potenza di Elia (Luc 1:17). E lo dice dover venire collo spirito e colla potenza di Elia, perché, come Elia precederà la seconda venuta del Signore, così Giovanni ha preceduto la prima. E come quello sarà il precursore del Giudice, così questo è stato il precursore del Redentore. Giovanni dunque era Elia per lo spirito, ma nella persona non era Elia. Quindi ciò che il Signore afferma dello spirito, Giovanni lo nega della persona.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 84:2. Benedixísti, Dómine, terram tuam: avertísti captivitátem Jacob: remisísti iniquitatem plebis tuae.

Ps 84:2. Hai benedetto, o Signore, la tua terra; hai liberato Giacobbe dalla schiavitù; hai perdonato l'iniquità del tuo popolo.

SECRETA
Devotiónis nostrae tibi, quaesumus, Dómine, hóstia júgiter immolétur: quae et sacri péragat institúta mystérii, et salutáre tuum in nobis mirabíliter operétur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Ti sia sempre immolata, o Signore, quest'ostia offerta dalla nostra devozione, e serva sia al compimento del sacro mistero, sia ad operare in noi mirabilmente la tua salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE SANCTISSIMA TRINITATE
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui cum unigénito Fílio tuo et Spíritu Sancto unus es Deus, unus es Dóminus: non in uníus singularitáte persónae, sed in uníus Trinitáte substántiae. Quod enim de tua glória, revelánte te, crédimus, hoc de Fílio tuo, hoc de Spíritu Sancto sine differéntia discretiónis sentímus. Ut in confessióne verae sempiternaeque Deitátis, et in persónis propríetas, et in esséntia únitas, et in majestáte adorétur aequálitas. Quam laudant Angeli atque Archángeli, Chérubim quoque ac Séraphim: qui non cessant clamáre cotídie, una voce dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: che col Figlio tuo unigenito e con lo Spirito Santo, sei un Dio solo ed un solo Signore, non nella singolarità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza. Così che quanto per tua rivelazione crediamo della tua gloria, il medesimo sentiamo, senza distinzione, e di tuo Figlio e dello Spirito Santo. Affinché nella professione della vera e sempiterna Divinità, si adori: e la proprietà nelle persone e l'unità nell'essenza e l'uguaglianza nella maestà. La quale lodano gli Angeli e gli Arcangeli, i Cherubini e i Serafini, che non cessano ogni giorno di acclamare, dicendo ad una voce: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

Nelle ferie in cui si ripete la Santa Messa della Domenica, purché non si faccia qualche commemorazione che richieda il Prefazio proprio, si dice:

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Is 35:4. Dícite: pusillánimes, confortámini et nolíte timére: ecce, Deus noster véniet et salvábit nos.

Is 35:4. Dite: Pusillanimi, confortatevi e non temete: ecco che verrà il nostro Dio e ci salverà.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Implorámus, Dómine, cleméntiam tuam: ut haec divína subsídia, a vítiis expiátos, ad festa ventúra nos praeparent. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Imploriamo, o Signore, la tua clemenza, affinché questi divini soccorsi, liberandoci dai nostri vizi, ci preparino alla prossima festa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si dice il Benedicamus Domino, invece dell'Ite, missa est. Così ogni volta che non si recita il Gloria in excelsis.

CONCLUSIO
℣. Benedicamus Domino.
℞. Deo gratias.

℣. Benediciamo il Signore.
℞. Rendiamo grazie a Dio.

[1] Questa pia pratica in uso per la benedizione della rosa a Roma, nella Domenica Laetare (IV Domenica di Quaresima), si è estesa a tutti i sacerdoti che ne hanno il desiderio per la celebrazione della Santa Messa ed è passata alla Domenica Gaudete, perché queste due domeniche cantano la nostra liberazione dalla schiavitù del peccato per opera di Nostro Signore Gesù Cristo.
[2] «Ecco - dice l'Apocalisse - il Signore apparirà e con Lui milioni di santi e sulla sua veste porterà scritto: Re dei Re e Signore dei Signori» (I responsorio del Mattutino). «Il Signore degli eserciti verrà con grande potenza» (IV responsorio del Mattutino). «Il Suo Regno sarà eterno e tutte le Nazioni Lo serviranno» (VI responsorio del Mattutino).

giovedì 13 dicembre 2018

Santa Lucia, Vergine e Martire

Doppio.
Paramenti rossi.

Lucia, vergine di Siracusa, nata nel 283, illustre dall'infanzia sia per la nobiltà dei natali sia per la fede cristiana, andò a Catania insieme con la madre Eutichia, che soffriva perdita di sangue, per venerarvi il corpo di Sant'Agata. Durante la preghiera Lucia si assopì e vide in sogno Sant'Agata dirle: «Lucia, perché chiedi a me ciò che puoi ottenere tu per tua madre?». Nella visione Sant'Agata le preannunciava anche il martirio e il suo patronato sulla città. Dopo aver pregato umilmente sulla tomba della Santa martire catanese, Lucia ottenne per la intercessione di lei la guarigione alla madre. Allora ella comunicò subito la madre la sua ferma decisione di consacrarsi a Cristo e la supplicò di permetterle di distribuire ai poverelli di Cristo la dote che le avrebbe data. Quindi appena ritornata a Siracusa, vendette tutti i suoi beni, e ne distribuì il prezzo ricavato ai poveri.
Appena riseppe ciò colui al quale i genitori l'avevano, contro la volontà della Vergine, fidanzata, denunziò Lucia come cristiana al prefetto Pascasio. Questi non avendo potuto né con preghiere né con minacce piegarla al culto degli idoli, anzi egli vedendo, che quanto più si sforzava di farla cambiare di sentimenti tanto più ella sembrava infiammata a celebrare le lodi della fede cristiana: «Non parlerai più così, le disse, quando sentirai i colpi». La Vergine gli rispose: «Ai servi di Dio non possono mancare mai le parole, avendo Cristo Signore detto loro: Quando sarete condotti davanti ai re e ai presidi, non vi preoccupate di che e di come lo direte: perché in quel momento vi sarà dato di che dire: perché non siete voi che parlate, ma è lo Spirito Santo, che parla in voi» (Marc 13:11).
Avendole domandato Pascasio: «Lo Spirito Santo è dunque in te?», ella rispose: «Quelli che vivono castamente e piamente sono tempio dello Spirito Santo». Ma lui: «Ti farò condurre in un lupanare, perché lo Spirito Santo ti abbandoni». E la Vergine a lui: «Se mi farai violentare nolente, la castità mi meriterà doppia corona». Quindi Pascasio, acceso d'ira, comandò di trascinare Lucia dove venisse violata la sua verginità; ma per un prodigio divino, la vergine rimase così immobile dov'era, da non potersi allontanare con nessuna violenza. Perciò il prefetto fattole spandere attorno pece, resina e olio bollente, ordinò d'accendervi il fuoco; ma siccome la fiamma non le faceva alcun male, dopo essere stata tormentata in molti modi, le trapassarono la gola con un colpo di spada. Mortalmente ferita, Lucia predicendo la tranquillità della Chiesa, che sarebbe succeduta alla morte di Diocleziano e Massimiano, rese lo spirito a Dio il 13 dicembre 304. Il suo corpo sepolto dapprima a Siracusa, fu poi trasportato a Costantinopoli nel 1040 e infine a Venezia nel 1204, ove è conservato e venerato nella Chiesa di San Geremia.
Il culto della Santa siracusana fu così diffuso e popolare, che, nei primi secoli del Medioevo la sola città di Roma contava almeno dieci chiese a Lei dedicate. Il suo nome brilla nel Canone della Santa Messa (II elenco), ripetuto ogni giorno da migliaia di sacerdoti che glorificano Dio col Santo Sacrificio.


Pietro Rizzo, Simulacro argenteo di Santa Lucia, Cappella di Santa Lucia, Cattedrale della Natività di Maria Santissima, Siracusa (Sicilia), 1599-1600.


Questo Introitus è tratto dal Salmo 44, epitalamio per le nozze di Nostro Signore Gesù Cristo e della sua Chiesa. Lo scrittore sacro dice che Dio Padre ha unto lo sposo regale con olio profumato, simbolo di allegrezza. Questo olio designa per eccellenza l'unzione della divinità ricevuta dall'umanità di Nostro Signore Gesù Cristo. Questo re tiene in mano lo scettro della giustizia. Le Vergini sono sue spose, unte dalla grazia divina che proviene dal loro sposo celeste.

INTROITUS
Ps 44:8. Dilexísti justítiam, et odísti iniquitátem: proptérea unxit te Deus, Deus tuus, óleo laetítiae prae consórtibus tuis. Ps 44:2. Eructávit cor meum verbum bonum: dico ego ópera mea Regi. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Dilexísti justítiam, et odísti iniquitátem: proptérea unxit te Deus, Deus tuus, óleo laetítiae prae consórtibus tuis.

Ps 44:8. Hai amato la giustizia, e odiato l'iniquità: perciò il Signore, tuo Dio, ti ha unto con l'olio di letizia a preferenza delle tue compagne. Ps 44:2. Vibra nel mio cuore un ispirato pensiero, mentre al Sovrano canto il mio poema. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Hai amato la giustizia, e odiato l'iniquità: perciò il Signore, tuo Dio, ti ha unto con l'olio di letizia a preferenza delle tue compagne.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Exáudi nos, Deus, salutáris noster: ut, sicut de beátae Luciae Vírginis et Martyris tuae festivitáte gaudémus; ita piae devotiónis erudiámur afféctu. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Esaudiscici, o Dio, nostra salvezza, affinché, come ci rallegriamo per la festa della tua santa vergine e martire Lucia, così siamo ammaestrati dal sentimento di una vera pietà. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Orémus.
Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente e poi, con unica conclusione, la commemorazione del sesto giorno infra l'Ottava dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Deus, qui per Immaculátam Vírginis Conceptiónem dignum Fílio tuo habitáculum praeparásti: quaesumus; ut, qui ex morte ejúsdem Filii tui praevísa eam ab omni labe praeservásti, nos quoque mundos ejus intercessióne ad te perveníre concédas. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che mediante l'Immacolata Concezione della Vergine preparasti al Figlio tuo una degna dimora, Ti preghiamo, che, come in previsione della morte del medesimo tuo Figlio preservasti lei da ogni macchia, così concedi anche a noi, per sua intercessione, di giungere a Te purificati. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

San Paolo previene i Corinti contro i falsi dottori che si lodano da se stessi. Questi non possono che rompere quella fedeltà con la quale i cristiani devono aderire a Cristo, come una sposa al suo sposo. Le vergini consacrate al servizio di Nostro Signore Gesù Cristo non gli torneranno gradite se non saranno profondamente umili.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Corínthios.
2Cor 10:17-18; 11:1-2.
Fratres: Qui gloriátur, in Dómino gloriétur. Non enim, qui seípsum comméndat, ille probátus est; sed quem Deus comméndat. Utinam sustinerétis módicum quid insipiéntiae meae, sed et supportáte me: aemulor enim vos Dei aemulatióne. Despóndi enim vos uni viro vírginem castam exhibére Christo.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Corinti.
2Cor 10:17-18; 11:1-2.
Fratelli, chi si vanta, si vanti nel Signore. Poiché non chi si raccomanda da sé è approvato, bensì colui che il Signore raccomanda. Oh se poteste sopportare un po' di follia da parte mia! Ma certo, voi mi sopportate. Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina, avendovi promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo.

GRADUALE
Ps 44:8. Dilexísti justítiam, et odísti iniquitátem. ℣. Proptérea unxit te Deus, Deus tuus, óleo laetítiae.

Ps 44:8. Hai amato la giustizia, e odiato l'iniquità. ℣. Perciò il Signore, tuo Dio, ti ha unto con l'olio di letizia.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 44:3. ℣. Diffúsa est grátia in lábiis tuis: proptérea benedíxit te Deus in aetérnum. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 44:3. ℣. La grazia è diffusa sopra le tue labbra, perciò Dio ti ha benedetta per sempre. Alleluia.

La Chiesa applica oggi due parabole alle Vergini Martiri. Il tesoro e la perla preziosa di cui parla il Vangelo, sono il regno dei cieli, che le Vergini hanno acquistato, sacrificando tutti i loro beni, e custodito gelosamente.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 13:44-52.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis parábolam hanc: Símile est regnum coelórum thesáuro abscóndito in agro: quem qui invénit homo, abscóndit, et prae gáudio illíus vadit, et vendit univérsa, quae habet, et emit agrum illum. Iterum símile est regnum coelórum hómini negotiatóri, quaerénti bonas margarítas. Invénta autem una pretiósa margaríta, ábiit, et véndidit ómnia, quae hábuit, et emit eam. Iterum símile est regnum coelórum sagénae, missae in mare et ex omni génere píscium congregánti. Quam, cum impléta esset, educéntes, et secus littus sedéntes, elegérunt bonos in vasa, malos autem foras misérunt. Sic erit in consummatióne saeculi: exíbunt Angeli, et separábunt malos de médio justórum, et mittent eos in camínum ignis: ibi erit fletus et stridor déntium. Intellexístis haec ómnia? Dicunt ei: Etiam. Ait illis: Ideo omnis scriba doctus in regno coelórum símilis est hómini patrifamílias, qui profert de thesáuro suo nova et vétera.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 13:44-52.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose? Gli risposero: Sì. Ed egli disse loro: Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche.

Omelia di San Gregorio, Papa.
Omelia 11 sui Vangeli.
Il regno dei cieli, fratelli carissimi, si dice simile a cose terrene, affinché l'anima si elevi da ciò che conosce a ciò che non conosce affatto, così che dall'esempio delle cose visibili si sollevi alle invisibili, e come incitata da ciò che ha appreso, s'infiammi a tal punto da imparare ad amare, per mezzo dell'affetto per un bene conosciuto, anche beni sconosciuti. Ecco dunque che il regno dei cieli si paragona ad un tesoro nascosto in un campo. L'uomo che l'ha trovato, lo tiene nascosto e, per la gioia di possederlo, va a vendere tutto ciò che possiede e compra quel campo.
Ed in ciò si deve anche notare che il tesoro trovato viene nascosto perché sia conservato: poiché non riuscirà a difendere dagli spiriti maligni l'ardore del desiderio che sente per il cielo, colui che non lo sottrae alle umane lodi. Infatti nella vita presente ci troviamo come in una via, lungo la quale ci dirigiamo alla patria. Gli spiriti maligni ci tendono insidie lungo la strada, come ladruncoli. Portare dunque pubblicamente un tesoro per via è come desiderare di essere derubati. Ora io dico questo, non perché il prossimo non veda le nostre opere buone, poiché sta scritto: Vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli; ma perché non cerchiamo lodi dall'esterno per quello che facciamo. L'opera quindi sia pure pubblica, ma rimanga occulta l'intenzione; affinché noi possiamo dare al prossimo l'esempio di un'opera buona, e tuttavia con l'intenzione, per la quale cerchiamo di piacere soltanto a Dio, desideriamo sempre il segreto.
Il tesoro è il desiderio del cielo, e il campo, nel quale è nascosto, è una vita degna del cielo. Vende subito ogni cosa per comperare questo campo chi, rinunziando ai piaceri della carne, con pratica esatta di questa vita di cielo, calpesta tutti i suoi desideri terreni, così che nulla più gli piaccia di ciò che solletica la carne, e il suo spirito non tema nulla di ciò che distrugge la vita carnale.

Credo (a causa dell'Ottava)

OFFERTORIUM
Ps 44:15-16. Afferéntur Regi Vírgines post eam: próximae ejus afferéntur tibi in laetítia et exsultatióne: adducéntur in templum Regi Dómino.

Ps 44:15-16. Le vergini dietro di lei saranno condotte al Re; le sue compagne saranno condotte a Te con gioia ed esultanza; saranno introdotte nel palazzo del Re.

SECRETA
Accépta tibi sit, Dómine, sacrátae plebis oblátio pro tuorum honore Sanctórum: quorum se meritis de tribulatione percepísse cognóscit auxílium. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Accetta, o Signore, l'offerta presentata in onore dei tuoi santi dal popolo che ti è consacrato: esso sa che per i loro meriti ha ottenuto il soccorso nella prova. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente e poi, con unica conclusione, la commemorazione del sesto giorno infra l'Ottava dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Salutárem hóstiam, quam in solemnitáte Immaculátae Conceptiónis beátae Vírginis Maríae tibi, Dómine, offérimus, súscipe et praesta: ut, sicut illam tua grátia praeveniénte ab omni labe immúnem profitémur; ita ejus intercessióne a culpis ómnibus liberémur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Accetta, o Signore, quest'ostia di salvezza che Ti offriamo nella solennità dell'Immacolata Concezione della beata Vergine Maria: e fa' che, come la crediamo immune da ogni colpa perché prevenuta dalla tua grazia, così, per sua intercessione, siamo liberati da ogni peccato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE BEATA MARIA VIRGINE
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubique grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Et te in Conceptióne immaculáta beátae Maríae semper Vírginis collaudáre, benedícere et praedicáre. Quae et Unigénitum tuum Sancti Spíritus obumbratióne concépit: et, virginitátis glória permanénte, lumen aetérnum mundo effúdit, Jesum Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Te, nella Concezione immacolata della Beata sempre Vergine Maria, lodiamo, benediciamo ed esaltiamo. La quale concepì il tuo Unigenito per opera dello Spirito Santo e, conservando la gloria della verginità, generò al mondo la luce eterna, Gesù Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Ps 118:161-162. Príncipes persecúti sunt me gratis, et a verbis tuis formidávit cor meum: laetábor ego super elóquia tua, quasi qui invénit spólia multa.

Ps 118:161-162. Senza ragione mi hanno perseguitato i principi; ma il mio cuore ha temuto solo la tua Legge. Mi rallegro nei tuoi precetti, come chi ha trovato ricco bottino.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Satiásti, Dómine, famíliam tuam munéribus sacris: ejus, quaesumus, semper interventióne nos réfove, cujus solémnia celebrámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Hai saziato, o Signore, la tua famiglia con sacri doni: ti preghiamo di rinforzarci per l'intervento di colei di cui celebriamo la solennità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Orémus.
Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente e poi, con unica conclusione, la commemorazione del sesto giorno infra l'Ottava dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Sacraménta quae súmpsimus, Dómine Deus noster: illíus in nobis culpae vúlnera réparent; a qua Immaculátam beátae Maríae Conceptiónem singuláriter praeservásti. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
I sacramenti ricevuti, o Signore Dio nostro, riparino in noi le ferite di quella colpa dalla quale preservasti in modo singolare l'Immacolata Concezione della beata Maria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

martedì 11 dicembre 2018

San Damaso I, Papa e Confessore

Semidoppio.
Paramenti bianchi.

Damaso, figlio dell'iberico Antonio e di Laurentia, nacque a Roma nel 305 circa ed ivi crebbe al servizio della chiesa di San Lorenzo in Panisperna. Morto papa Liberio il 24 settembre 366, fu eletto sommo Pontefice e consacrato nella Basilica di San Giovanni in Laterano il 1° ottobre 366. Combatté strenuamente tutte le eresie allora serpeggianti: l'arianesimo, l'apollinarismo e il macedonianesimo. Confermò con la sua suprema autorità apostolica il secondo Concilio ecumenico, tenutosi a Costantinopoli nel 381, in cui ribadì la fede di Nicea e soffocò la nefasta eresia d'Eunomio e di Macedonio. Egli condannò di nuovo il conciliabolo di Rimini del 359, già rigettato da papa Liberio, nel quale, come scrive San Girolamo, gli artifici di Ursacio e specialmente di Valente avevano fatto condannare la fede Nicena, così che il mondo, gemendo, stupì di essere Ariano.
Fu uomo così eccellente e versato nelle Sacre Scritture, che fissò il canone scritturistico, la cui fedele traduzione in latino dal testo greco, nel 382, fu commissionata a San Girolamo. Edificò due basiliche: una sotto il nome di San Lorenzo, presso il teatro di Pompeo, arricchendola di grandi doni e dotandola di case e poderi; l'altra, la basilica di San Sebastiano, sulla via Appia nel quartiere Ardeatino, alle Catacombe. Dedicò ancora ed ornò di versi eleganti il monumento marmoreo, noto come “Platonia” dove erano stati riposti per qualche tempo, nel 358, i corpi di San Pietro e San Paolo. E scrisse pure in prosa e in versi sulla verginità, e compose molte altre poesie.
Stabilì la pena del taglione per coloro che avessero accusato un altro falsamente. Si spese, al pari di Sant'Ambrogio, per la rimozione dell'altare della Vittoria dal Senato di Roma e sotto il suo pontificato la Religione professata dal Vescovo di Roma fu proclamata unica religione ufficiale dell'Impero da Teodosio Magno. Adornò splendidamente i sepolcri dei martiri e arricchì le sacre cerimonie. Ordinò che, secondo l'uso già ricevuto in più luoghi, si cantassero i Salmi a due cori giorno e notte in tutte le chiese; e che in fine d'ogni Salmo si dicesse: Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Dopo aver governato la Chiesa diciassette anni, due mesi, ventisei giorni, ed aver fatto cinque ordinazioni nel mese di dicembre, nelle quali creò trentuno presbiteri, undici diaconi, sessantadue vescovi per luoghi diversi, illustre per virtù, dottrina e prudenza, si addormentò nel Signore quasi ottogenario, l'11 dicembre 384, al tempo dell’Imperatore Teodosio Magno, e fu sepolto insieme colla madre e la sorella nella basilica ch'egli stesso aveva innalzato sulla via Appia nel quartiere Ardeatino. Le sue reliquie furono poi trasportate nella chiesa di San Lorenzo detta dal suo nome “in Damaso”.


Pedro Augusto Guglielmi, Litografia di Papa San Damaso I, Biblioteca Nazionale del Portogallo, Lisbona, 1840.


L'Introitus ricorda la grande missione affidata da Nostro Signore Gesù Cristo a San Pietro ed ai di lui successori: quella di pascere tutto il gregge cristiano, pecore ed agnelli.

INTROITUS
Joann 21:15-17. Si díligis me, Simon Petre, pasce agnos meos, pasce oves meas. Ps 29:1. Exaltábo te, Dómine, quóniam suscepísti me, nec delectásti inimícos meos super me. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Si díligis me, Simon Petre, pasce agnos meos, pasce oves meas.

Joann 21:15-17. Simon Pietro, se mi ami, pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Ps 29:1. Io ti glorificherò, o Signore, perché mi hai soccorso e non hai permesso ai miei nemici di ridersi di me. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Simon Pietro, se mi ami, pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle.

Gloria

Nell'Oratio ci rivolgiamo a Dio, l'Eterno Pastore, e lo preghiamo onde, per il bene di tutto il popolo cristiano, protegga il sommo Pontefice, pastore universale della Santa Chiesa del Cristo.

ORATIO
Orémus.
Gregem tuum, Pastor aetérne, placátus inténde: et, per beátum Dámasum Summum Pontíficem, perpétua protectióne custódi; quem totíus Ecclésiae praestitísti esse pastórem. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O eterno Pastore, volgi lo sguardo benigno sul tuo gregge e custodiscilo con una continua protezione, per intercessione del sommo Pontefice san Damaso, che hai costituito pastore di tutta la Chiesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Orémus.
Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente e poi, con unica conclusione, la commemorazione del quarto giorno infra l'Ottava dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Deus, qui per Immaculátam Vírginis Conceptiónem dignum Fílio tuo habitáculum praeparásti: quaesumus; ut, qui ex morte ejúsdem Filii tui praevísa eam ab omni labe praeservásti, nos quoque mundos ejus intercessióne ad te perveníre concédas. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che mediante l'Immacolata Concezione della Vergine preparasti al Figlio tuo una degna dimora, Ti preghiamo, che, come in previsione della morte del medesimo tuo Figlio preservasti lei da ogni macchia, così concedi anche a noi, per sua intercessione, di giungere a Te purificati. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

San Pietro, coll'autorità che gli veniva dal fatto di essere apostolo e il primo vicario del Cristo, delinea rapidamente gli ideali che devono guidare i pastori del gregge cristiano e ricorda il grave dovere che loro incombe di pascere e vegliare le anime loro affidate. Ai fedeli tutti rammenta la ferma speranza con cui devono confidare nel Dio di ogni grazia.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Petri Apóstoli.
1Petr 5:1-4; 5:10-11.
Caríssimi: Senióres, qui in vobis sunt, obsécro consénior et testis Christi passiónum, qui et ejus, quae in futúro revelánda est, glóriae communicátor: páscite qui in vobis est gregem Dei, providéntes non coácte, sed spontánee secúndum Deum, neque turpis lucri grátia, sed voluntárie; neque ut dominántes in cleris, sed forma facti gregis ex ánimo. Et, cum appáruerit princeps pastórum, percipiétis immarcescíbilem glóriae corónam. Deus autem omnis grátiae, qui vocávit nos in aetérnam suam glóriam in Christo Jesu, módicum passos ipse perfíciet, confirmábit solidabítque. Ipsi glória et impérium in saecula saeculórum. Amen.

Lettura dell'Epistola del Beato Pietro Apostolo.
1Petr 5:1-4; 5:10-11.
Carissimi: Sacerdote anch'io e teste della Passione di Cristo e chiamato ad aver parte alla futura gloria, io scongiuro i sacerdoti che sono tra voi: Pascete il gregge di Dio, che vi è affidato, governandolo non per forza, ma volentieri per amor di Dio; non per il vil guadagno, ma con animo generoso; non come dominatori delle Chiese, ma come sinceri modelli del gregge; e così, quando apparirà il principe dei pastori, riceverete l'incorruttibile corona della gloria. Il Dio di ogni grazia, il quale ci ha chiamati in Gesù Cristo all'eterna sua gloria, con un po' di patire vi perfezionerà, vi conforterà, vi confermerà. A Lui impero e gloria in eterno. Amen.

GRADUALE
Ps 106:32; 106:31. Exáltent eum in Ecclésia plebis: et in cáthedra seniórum laudent eum. ℣. Confiteántur Dómino misericórdiae ejus; et mirabília ejus fíliis hóminum.

Ps 106:32; 106:31. Lo esaltino nell'assemblea del popolo e lo lodino nel consesso degli anziani. ℣. Ringrazino il Signore per la sua bontà e per i suoi prodigi a favore degli uomini.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Matt 16:18. ℣. Tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Matt 16:18. ℣. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. Alleluia.

«Beato è Costui, dice Sant'Ilario, che è lodato per avere spinto il suo sguardo oltre le cose umane, ed aver veduto, non per considerazione che veniva dalla carne e dal sangue, ma per rivelazione del Padre celeste, il Figlio di Dio; e per essere stato giudicato degno di riconoscere per primo la divinità che è nel Cristo».

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 16:13-19.
In illo témpore: Venit Jesus in partes Caesaréae Philíppi, et interrogábat discípulos suos, dicens: Quem dicunt hómines esse Fílium hóminis? At illi dixérunt: Alii Joánnem Baptístam, alii autem Elíam, alii vero Jeremíam aut unum ex prophétis. Dicit illis Jesus: Vos autem quem me esse dícitis? Respóndens Simon Petrus, dixit: Tu es Christus, Fílius Dei vivi. Respóndens autem Jesus, dixit ei: Beátus es, Simon Bar Jona: quia caro et sanguis non revelávit tibi, sed Pater meus, qui in coelis est. Et ego dico tibi, quia tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam, et portae ínferi non praevalébunt advérsus eam. Et tibi dabo claves regni coelórum. Et quodcúmque ligáveris super terram, erit ligátum et in coelis: et quodcúmque sólveris super terram, erit solútum et in coelis.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 16:13-19.
In quel tempo, Gesù, venuto nella zona di Cesarea di Filippo, interrogava i suoi discepoli: Chi dicono che sia il Figlio dell'uomo? Ed essi risposero: Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri ancora Geremia, o uno dei profeti. Disse loro Gesù: Ma voi, chi dite che io sia? Rispose Simon Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. E Gesù, in risposta, gli disse: Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, poiché non la carne e il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io dico a te che tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. E ti darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato anche nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto anche nei cieli.

Omelia di San Leone, Papa.
Sermone 2, nell'anniversario della sua ascesa, prima di metà.
Come ci riferisce la lettura evangelica, Gesù stesso interrogò i discepoli che cosa pensassero di in mezzo a tanti pareri diversi. E San Pietro rispose: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Allora il Signore gli disse: Beato te, o Simone, figlio di Giona, perché questo non ti è stato rivelato dalla carne o dal sangue, ma dal Padre mio che sta nei cieli. Perciò io ti dico che tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell'inferno non prevarranno mai contro di essa. E a te darò le chiavi del regno dei cieli, e qualunque cosa avrai legata sulla terra, sarà legata anche nei cieli, e qualunque cosa avrai sciolta sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli. L'ordine stabilito da Gesù Cristo rimane ancora; e San Pietro, che ha conservato fino ad oggi la solidità della pietra, non abbandonò mai il governo della Chiesa di cui fu incaricato.
Nella Chiesa intera, infatti, ogni giorno Pietro dice: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente; ed ogni lingua che riconosce il Signore viene istruita col magistero di tale voce. Tale fede sconfigge il diavolo e scioglie i legami di coloro che egli tiene prigionieri. Essa fa entrare nel cielo coloro che ha strappato alla terra e le porte dell'inferno non possono prevalere contro di essa. È stata infatti per potenza divina munita di una tale saldezza che mai la potrà corrompere la malvagità degli eretici né la potrà superare la perfidia dei pagani. Con tali disposizioni dunque, dilettissimi, e con razionale ossequio si celebri la festività odierna: affinché nell'umiltà della mia persona venga riconosciuto e onorato colui, nel quale continua la cura che tutti i pastori hanno nella custodia delle pecore loro affidate e la cui dignità non viene meno per l'indegnità dell'erede.
Mentre dunque rivolgiamo le nostre esortazioni all'orecchio della vostra santità, pensate che vi parli colui, del quale facciamo le veci: sia perché vi esortiamo con lo stesso suo affetto, sia perché nient'altro predichiamo a voi se non quello che egli ha insegnato, scongiurandovi a vivere una vita casta e sobria e timorata di Dio, avendo cinto i fianchi del vostro spirito. Come dice l'Apostolo, siete mia gioia e mia corona, se la vostra fede, che dall'inizio del Vangelo è stata predicata in tutto il mondo, rimarrà nell'amore e nella santità. Infatti anche se è necessario che tutta la Chiesa, che è presente in tutta la terra, fiorisca di ogni virtù; tuttavia è conveniente che vi segnaliate tra gli altri popoli per i meriti della vostra pietà, perché voi, fondati sulla stessa roccia della pietra apostolica, siete stati redenti assieme agli altri dal Signore nostro Gesù Cristo, e siete stati istruiti più di tutti dal beato apostolo Pietro.

Credo (a causa dell'Ottava)

OFFERTORIUM
Jerem 1:9-10. Ecce, dedi verba mea in ore tuo: ecce, constítui te super gentes et super regna, ut evéllas et destruas, et aedífices et plantes.

Jerem 1:9-10. Ecco che le mie parole pongo sulla tua bocca: ecco che io ti prepongo a nazioni e a regni per svellere ed abbattere, per edificare e piantare.

SECRETA
Oblátis munéribus, quaesumus, Dómine, Ecclésiam tuam benígnus illúmina: ut, et gregis tui profíciat ubique succéssus, et grati fiant nómini tuo, te gubernánte, pastóres. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Per i doni che ti offriamo, o Signore, illumina benigno la tua Chiesa, affinché ovunque il tuo gregge progredisca e, docili alla tua guida, i pastori siano graditi al tuo nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente e poi, con unica conclusione, la commemorazione del quarto giorno infra l'Ottava dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Salutárem hóstiam, quam in solemnitáte Immaculátae Conceptiónis beátae Vírginis Maríae tibi, Dómine, offérimus, súscipe et praesta: ut, sicut illam tua grátia praeveniénte ab omni labe immúnem profitémur; ita ejus intercessióne a culpis ómnibus liberémur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Accetta, o Signore, quest'ostia di salvezza che Ti offriamo nella solennità dell'Immacolata Concezione della beata Vergine Maria: e fa' che, come la crediamo immune da ogni colpa perché prevenuta dalla tua grazia, così, per sua intercessione, siamo liberati da ogni peccato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE APOSTOLIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre: Te, Dómine, supplíciter exoráre, ut gregem tuum, Pastor aetérne, non déseras: sed per beátos Apóstolos tuos contínua protectióne custódias. Ut iísdem rectóribus gubernétur, quos óperis tui vicários eídem contulísti praeésse pastóres. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza innalzare a te, Signore, la nostra preghiera. Ti supplichiamo, Pastore eterno: non abbandonare il tuo gregge, ma per mezzo dei tuoi Santi Apostoli custodiscilo e proteggilo sempre. Continui ad essere governato da quelli che tu stesso hai eletto vicari dell'opera tua, e hai costituito pastori. E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli, ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti, cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Matt 16:18. Tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam.

Matt 16:18. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refectióne sancta enutrítam gubérna, quaesumus, Dómine, tuam placátus Ecclésiam: ut, poténti moderatióne dirécta, et increménta libertátis accípiat et in religiónis integritáte persístat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Guida benevolmente, o Signore, la tua Chiesa, nutrita con questo santo ristoro: diretta dal tuo potente governo, essa goda di una crescente libertà e mantenga integra la sua fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Orémus.
Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente e poi, con unica conclusione, la commemorazione del quarto giorno infra l'Ottava dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Sacraménta quae súmpsimus, Dómine Deus noster: illíus in nobis culpae vúlnera réparent; a qua Immaculátam beátae Maríae Conceptiónem singuláriter praeservásti. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
I sacramenti ricevuti, o Signore Dio nostro, riparino in noi le ferite di quella colpa dalla quale preservasti in modo singolare l'Immacolata Concezione della beata Maria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.