venerdì 15 febbraio 2019

Santi Faustino e Giovita, Martiri

Semplice.
Paramenti rossi.

Faustino e Giovita, nobili fratelli bresciani, nati in una famiglia pagana e vissuti nel II secolo, entrarono a far parte dell'ordine equestre e divennero cavalieri. Convertiti al Cristianesimo, ricevettero il santo Battesimo da Sant'Apollonio, vescovo di Brescia.
Subito si impegnarono nell'evangelizzazione delle terre bresciane e furono predicatori tanto efficaci che lo stesso vescovo Sant'Apollonio ordinò Faustino presbitero e Giovita diacono. Il successo della loro predicazione li rese invisi ai maggiorenti di Brescia che, approfittando della persecuzione voluta dall'imperatore Traiano, chiesero a Italico, governatore della Rezia, di eliminare i due col pretesto del mantenimento dell'ordine pubblico. Essendo sopravvenuta la morte dell'imperatore Traiano, il governatore dovette ritardare la cattura in attesa del nuovo imperatore.
Santi Faustino e Giovita, martiri, cittadini e protettori di Brescia.
Allorché il nuovo imperatore Adriano andò in visita a Milano, il governatore denunciò i due fratelli come nemici della religione pagana. L'imperatore preoccupato allora concesse l'autorizzazione a Italico per perseguitarli. Questi dapprima minacciandoli di decapitazione chiese ai due giovani di abiurare la loro fede e di sacrificare agli idoli; ma essi si rifiutarono di compiere tale empietà e per questo vennero incarcerati. Nel frattempo essendo rientrato l'imperatore Adriano dalla campagna militare nelle Gallie, egli sostò a Brescia e il governatore Italico lo rese partecipe del caso; in questa occasione lo stesso imperatore chiese ai due giovani predicatori di sacrificare al dio sole. Faustino e Giovita non solo si rifiutarono nuovamente ma, portati innanzi alla statua del dio, essi la colpirono danneggiandola.
L'imperatore irritato ordinò che fossero esposti alle fiere, ma queste dimentiche della loro ferocia si accovacciarono ai piedi dei due giovani: tale miracolo suscitò la conversione di molti spettatori tra cui Afra, moglie del governatore, la quale morì successivamente martire. Inoltre, la conversione del ministro del palazzo imperiale nonché comandante della coorte pretoriana, Calocero, irritò ancor più l'imperatore che ordinò che i due giovani fossero scorticati vivi e gettati sul rogo; ma le fiamme li lasciarono illesi e non lambirono nemmeno le loro vesti.
Dopo ciò, i due giovani rimasero imprigionati per molto tempo a Brescia; però, poiché le conversioni continuavano ad aumentare in città, Faustino e Giovita, sempre carichi di catene, furono condotti via di lì e in molte città d'Italia ebbero a soffrire crudelissimi tormenti, ma rimasero sempre intrepidi nel confessare la fede cristiana. Dapprima furono menati a Milano, dove la loro fede, provata coi più raffinati tormenti, nelle sofferenze brillò sempre più, come l'oro nel fuoco. Poi trasferiti a Roma, ivi furono fortificati da papa San Sisto I e là pure crudelmente torturati. Infine imbarcati e condotti a Napoli, furono tormentati anche in questa città in diverse maniere, e, legati loro mani e piedi, vennero gettati in mare; ma degli Angeli ve li trassero miracolosamente. Quindi sia per la costanza nei tormenti sia per la virtù dei miracoli convertirono molti alla fede di Cristo.
In ultimo, l'imperatore Adriano ordinò che fossero fatti rientrare a Brescia, ove il prefetto eseguì la sentenza di decapitazione il 15 febbraio, tra il 120 e il 134, poco fuori Porta Matolfa (odierna Porta Cremona-Volta); così Faustino e Giovita conseguirono la gloriosa corona del martirio. I loro corpi furono sepolti nel vicino cimitero di San Latino, dove il vescovo San Faustino successivamente fece edificare la Chiesa di San Faustino ad Sanguinem (poi Chiesa di Sant'Afra, oggi Chiesa di Sant'Angela Merici).


Vincenzo Foppa, Pala della Mercanzia, Pinacoteca Tosio Martinengo,
Brescia (Lombardia), fine XV secolo.


Non dobbiamo scandalizzarci dei beni che i cattivi e gli empi godono sulla terra e del male dei buoni. Un giorno le parti si invertiranno, perché l'empio vedrà scomparire la sua felicità caduca e il giusto gioirà del bene eterno.

INTROITUS
Ps 36:39. Salus autem justórum a Dómino: et protéctor eórum est in témpore tribulatiónis. Ps 36:1. Noli aemulári in malignántibus: neque zeláveris faciéntes iniquitátem. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Salus autem justórum a Dómino: et protéctor eórum est in témpore tribulatiónis.

Ps 36:39. Per i giusti la salvezza viene dal Signore: Egli è il loro rifugio nel tempo della prova. Ps 36:1. Non invidiare i malvagi e non essere geloso degli operatori di iniquità. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Per i giusti la salvezza viene dal Signore: Egli è il loro rifugio nel tempo della prova.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui nos ánnua sanctórum Mártyrum tuórum Faustíni et Jovítae solemnitáte laetíficas: concéde propítius; ut, quorum gaudémus méritis, accendámur exémplis. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che ci rallegri con la festività annuale dei tuoi martiri Faustino e Giovita, concedici benigno di essere animati dagli esempi di coloro dei cui meriti ci allietiamo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima, se si celebra tale festa con rito doppio o semidoppio, si fa la commemorazione della Feria.

Gli Ebrei convertiti al cristianesimo erano stati soggetti a grandi sofferenze e a crudeli persecuzioni. Non solo avevano sopportato senza cedere, ma avevano anche incoraggiato gli altri cristiani pur essi perseguitati per la giustizia. San Paolo ricorda loro che devono perseverare con grande spirito di fede in Gesù, che presto verrà a ricompensarli.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Hebraeos.
Hebr 10:32-38.
Fratres: Rememorámini prístinos dies, in quibus illumináti magnum certámen sustinuístis passiónum; et in áltero quidem oppróbriis et tribulatiónibus spectáculum facti: in áltero autem sócii táliter conversántium effécti. Nam et vinctis compássi estis, et rapínam bonórum vestrórum cum gáudio suscepístis, cognoscéntes vos habére meliórem et manéntem substántiam. Nolíte itaque amíttere confidéntiam vestram, quae magnam habet remuneratiónem. Patiéntia enim vobis necessária est: ut, voluntátem Dei faciéntes, reportétis promissiónem. Adhuc enim módicum aliquántulum, qui ventúrus est, véniet, et non tardábit. Justus autem meus ex fide vivit.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo agli Ebrei.
Hebr 10:32-38.
Fratelli, richiamate alla memoria quei primi giorni in cui, appena illuminati dal Vangelo, doveste sostenere grande lotta di sofferenze; ora esposti a ludibrio di tutti con tormenti ed ignominia, ora divenendo compagni di chi era in tale stato. Voi infatti foste compassionevoli verso i carcerati e con gioia accettaste la confisca dei vostri beni, sapendo di aver beni migliori e più duraturi. Non vogliate pertanto perdere quella vostra fiducia, alla quale è riserbata grande ricompensa. Per voi, infatti, è necessaria la pazienza, affinché, facendo la volontà di Dio, possiate conseguire ciò che vi è stato promesso; poiché ancora un tantino, e chi ha da venire verrà, e non tarderà. Infatti il giusto, come l'intendo io, vive di fede.

GRADUALE
Ps 33:18-19. Clamavérunt justi, et Dóminus exaudívit eos: et ex ómnibus tribulatiónibus eórum liberávit eos. ℣. Juxta est Dóminus his, qui tribuláto sunt corde: et húmiles spíritu salvábit.

Ps 33:18-19. I giusti hanno levato le loro grida e il Signore li ha esauditi; e li ha liberati da ogni loro tribolazione. ℣. Il Signore assiste gli affranti d'animo e soccorre gli abbattuti di spirito.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. ℣. Te Mártyrum candidátus laudat exércitus, Dómine. Allelúja.

Alleluia, alleluia. ℣. Il candido esercito dei tuoi martiri inneggia a te, o Signore. Alleluia.

Dopo Settuagesima, omessi l'Alleluja e il suo Versetto, si dice:

TRACTUS
Ps 125:5-6. Qui séminant in lácrimis, in gáudio metent. . Eúntes ibant et flébant, mitténtes sémina sua. . Veniéntes autem vénient cum exsultatióne, portántes manípulos suos.

Ps 125:5-6. Chi semina nelle lacrime, mieterà nel gaudio. . Nell'andare procedevano piangendo e portando il seme da gettare. . Ma nel tornare verranno cantando e portando i propri covoni.

L'ipocrisia, dice Nostro Signore Gesù Cristo, finisce sempre per essere smascherata. Inutile dunque dissimulare la verità; in tal modo egli insegna assai chiaramente di non temere gli uomini che non possono togliere che la vita temporale, ma Colui che può condannare all'inferno dove e il corpo e l'anima sono perduti. Allorché dunque i nostri nemici ci perseguitano, abbiamo confidenza in Colui che ha cura dei passeri e financo dei capelli del nostro capo e che ricompenserà davanti agli Angeli chi avrà confessato il suo nome davanti agli uomini.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 12:1-8.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Atténdite a ferménto pharisaeórum, quod est hypócrisis. Nihil autem opértum est, quod non revelétur: neque abscónditum, quod non sciátur. Quóniam, quae in ténebris dixístis, in lúmine dicéntur: et quod in aurem locuti estis in cubículis, praedicábitur in tectis. Dico autem vobis amícis meis: Ne terreámini ab his, qui occídunt corpus, et post haec non habent ámplius quid fáciant. Osténdam autem vobis, quem timeátis: timéte eum, qui, postquam occíderit, habet potestátem míttere in gehénnam. Ita dico vobis: hunc timéte. Nonne quinque pásseres véneunt dipóndio, et unus ex illis non est in oblivióne coram Deo? Sed et capílli cápitis vestri omnes numerári sunt. Nolíte ergo timére: multis passéribus pluris estis vos. Dico autem vobis: Omnis, quicúmque conféssus fúerit me coram homínibus, et Fílius hóminis confitébitur illum coram Angelis Dei.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 12:1-8.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Guardatevi dal lievito dei Farisei che è l'ipocrisia. Ma non c'è niente di nascosto che non abbia ad essere scoperto, e niente di occulto che non abbia a venir conosciuto. Perciò quanto avrete detto all'oscuro, sarà detto nella luce, e quel che avrete detto all'orecchio nel segreto della camera, sarà strombazzato sui tetti. A voi poi, amici miei, io dico: Non abbiate paura di coloro che uccidono il corpo, e dopo ciò non possono far altro; ma vi mostrerò io chi dovete temere: temete colui che dopo avervi fatto morire ha potere di mandarvi all'inferno: temete questo, vi ripeto. Si vendono cinque passeri per due soldi, non è vero? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato dinanzi a Dio; anzi perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete adunque, voi valete ben più di molti passeri. Or vi dico: chi avrà riconosciuto Me davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli Angeli di Dio.

OFFERTORIUM (dopo Settuagesima si omette l'alleluja)
Sap 3:1; 3:2; 3:3. Justórum ánimae in manu Dei sunt: et non tanget illos torméntum malítiae: visi sunt óculis insipiéntium mori: illi autem sunt in pace, allelúja.

Sap 3:1; 3:2; 3:3. I giusti sono nelle mani di Dio e non li toccherà il tormento della malvagità; parvero morire agli occhi degli stolti: invece essi sono nella pace, alleluia.

SECRETA
Adésto, Dómine, supplicatiónibus nostris, quas in Sanctórum tuórum commemoratióne deférimus: ut, qui nostrae justítiae fidúciam non habémus, eórum, qui tibi placuérunt, méritis adjuvémur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, sii vicino alle nostre suppliche, che ti innalziamo nella festività dei tuoi santi, affinché noi che non possiamo contare sulla nostra santità, siamo aiutati per i meriti di coloro che ti furono cari. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima, se si celebra tale festa con rito doppio o semidoppio, si fa la commemorazione della Feria.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

In Quaresima si dice:

PRAEFATIO DE QUADRAGESIMA
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui corporáli jejúnio vitia cómprimis, mentem élevas, virtútem largíris et praemia: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti júbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che col digiuno corporale raffreni i vizi, sollevi la mente, largisci virtù e premi: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Matt 10:27. Quod dico vobis in ténebris, dícite in lúmine, dicit Dóminus: et quod in aure audítis, praedicáte super tecta.

Matt 10:27. Ciò che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, afferma il Signore, e ciò che avete udito all'orecchio predicatelo dai tetti.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Quaesumus, Dómine, salutáribus repléti mystériis: ut, quorum solémnia celebrámus, eórum oratiónibus adjuvémur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Nutriti dal mistero di salvezza ti supplichiamo, Signore, affinché ci aiutino le preghiere dei santi martiri di cui celebriamo la festa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima, se si celebra tale festa con rito doppio o semidoppio, si fa la commemorazione della Feria; della quale in fine si legge il Vangelo.