lunedì 24 dicembre 2018

Vigilia del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo

Stazione a Santa Maria Maggiore.
Doppio a partire dalle Lodi - Privilegiata di I classe.
Paramenti violacei.

La Vigilia del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo è impregnata di Santo giubilo e, se non ci fossero gli ornamenti di penitenza e il digiuno, si crederebbe già incominciata questa festività. Di fatti la Santa Chiesa attende nel giubilo il doppio avvento del Redentore (Oratio) che viene, come indica il suo nome, per «liberare il suo popolo dai peccati» (Evangelium). Tutti coloro che hanno fede in Nostro Signore Gesù Cristo fanno parte di questo popolo. Isaia annuncia infatti che «ogni uomo vedrà la salvezza del nostro Dio»; e San Paolo aggiunge d'essere stato scelto come Apostolo del Vangelo «presso i Gentili, per condurli, in nome di Cristo all'obbedienza della fede» (Epistola).
La Santa Messa odierna ci prepara alla celebrazione dell'anniversario dell'«adorabile nascita dell'unico Figlio di Dio» (Secreta, Postcommunio) che «la sposa di Giuseppe, figlio di David, generò» (Evangelium) e che «nato, come uomo, dalla discendenza di David, provò in maniera irrefutabile d'essere Dio con la sua resurrezione» (Epistola). E, poiché questa resurrezione fu per Nostro Signore Gesù Cristo il preludio del suo regno glorioso, ed è per noi il pegno della nostra glorificazione e della nostra futura resurrezione alla fine del mondo, la liturgia di questo giorno ci prepara anche alla seconda venuta di Nostro Signore Gesù Cristo. «Oggi, dicono l'Introitus e il Graduale, Voi saprete che il Signore viene e vi salverà e vedrete domani splendere la sua gloria». «Santificatevi oggi e state pronti, dice il primo responsorio del Mattutino, perché domani vedrete la maestà di Dio in mezzo a voi». «Questi due giorni (oggi e domani), spiega San Bernardo, significano quello della vita presente, breve e tenebroso, e quello dell'eternità tra gli splendori dei Santi. La nostra scienza deve ricordarci che il Signore verrà; ed è la venuta del Figlio di Dio nel suo primo avvento che ci dà questa luce intorno al suo secondo avvento. Essa produce la contrizione, si anima nella correzione, risplende nella sollecitudine, e ci rinnova dentro e fuori. Contempliamo sulla terra le meraviglie della misericordia del Signore nella sua Incarnazione, per poter contemplare nell'ultimo giorno quella della sua gloria». «Domani, dice l'Alleluja, sarà cancellata l'iniquità della terra e il Salvatore del mondo regnerà su di noi». «Il Dio onnipotente, Creatore di tutto ciò che esiste, aggiunge il Salmista, è proprio il re della gloria, che dopo aver strappato gli uomini al potere di Satana, li farà entrare al suo seguito nella Gerusalemme celeste» (Versetti dell'Introitus e dell'Offertorium).
«Allora la gloria del Signore si manifesterà» (Communio). Prepariamoci dunque «in una santa allegrezza a celebrare l'Avvento dell'unico Figlio di Dio, che viene come Redentore a Natale, per poterlo con certezza contemplare quando verrà come giudice alla fine del mondo» (Oratio).


Luca Giordano, Il sogno di San Giuseppe, Museo del Prado, Madrid, Spagna, 1697.


Nell'Introitus il passo dell'Esodo si riferisce alla promessa della manna fatta da Mosè agli Ebrei. La Liturgia l'applica a Nostro Signore Gesù Cristo, che è il vero pane disceso dal Cielo. «La Chiesa, ispirata da Dio, dice San Bernardo, ha inserite queste parole nell'Ufficio di questo giorno ed esse acquistano per ciò una forza proporzionata alla distanza che separa la figura dalla realtà e l'ombra dalla luce». «Era conveniente, dice San Gregorio, che il Signore nascesse a Betlemme, tanto più che Betlemme significa “casa del pane”. Infatti Gesù Cristo disse: «Io sono il Pane vivo disceso dal cielo». Così il luogo ove nacque il Signore è stato prima chiamato “casa del pane”, perché là doveva apparire nella carne colui, che un giorno sazierebbe interiormente le anime dei suoi eletti» (Mattutino).

INTROITUS
Exod 16:6; 16:7. Hódie sciétis, quia véniet Dóminus et salvábit nos: et mane vidébitis glóriam ejus. Ps 23:1. Dómini est terra, et plenitúdo ejus: orbis terrárum, et univérsi, qui hábitant in eo. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Hódie sciétis, quia véniet Dóminus et salvábit nos: et mane vidébitis glóriam ejus.

Exod 16:6; 16:7. Oggi saprete che verrà il Signore e ci salverà: e domattina vedrete la sua gloria. Ps 23:1. Del Signore è la terra e quanto essa contiene; il mondo e tutti i suoi abitanti. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Oggi saprete che verrà il Signore e ci salverà: e domattina vedrete la sua gloria.

Il Gloria in excelsis non si dice nelle Sante Messe del Tempo di Avvento (Domeniche e ferie) fino alla vigilia di Natale.

ORATIO
Orémus.
Deus, qui nos redemptiónis nostrae ánnua exspectatióne laetíficas: praesta; ut Unigénitum tuum, quem Redemptórem laeti suscípimus, veniéntem quoque Júdicem secúri videámus, Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Dio, che ci allieti con l'annua attesa della nostra redenzione: fa', che il Tuo Unigenito, che ora accogliamo festanti come Redentore, lo accogliamo anche con coscienza tranquilla quando verrà come Giudice, il Signore nostro Gesù Cristo, Tuo Figlio: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Lectio Epístolae Beati Pauli Apostoli ad Romános.
Rom 1:1-6.
Paulus, servus Jesu Christi, vocátus Apóstolus, segregátus in Evangélium Dei, quod ante promíserat per Prophétas suos in Scriptúris sanctis de Fílio suo, qui factus est ei ex sémine David secúndum carnem: qui praedestinátus est Fílius Dei in virtúte secúndum spíritum sanctificatiónis ex resurrectióne mortuórum Jesu Christi, Dómini nostri: per quem accépimus grátiam, et apostolátum ad obediéndum fídei in ómnibus géntibus pro nómine ejus, in quibus estis et vos vocáti Jesu Christi, Dómini nostri.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Romani.
Rom 1:1-6.
Paolo, servo di Gesù Cristo, Apostolo prescelto e assegnato all'annuncio del Vangelo di Dio, che Dio aveva già promesso nelle sacre Scritture per mezzo dei suoi Profeti, a riguardo di Suo Figlio, nato secondo la carne dalla progenie di Davide, costituito Figlio di Dio nella Sua potenza secondo lo spirito di santificazione, mediante la resurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per il quale abbiamo ricevuto la grazia e l'apostolato presso tutti i Gentili affinché si facciano obbedienti alla fede nel Suo nome, e tra cui siete anche voi che siete stati chiamati a Gesù Cristo nostro Signore.

GRADUALE
Exod 16:6; 16:7. Hódie sciétis, quia véniet Dóminus et salvábit nos: et mane vidébitis glóriam ejus. Ps 79:2-3. Qui regis Israël, inténde: qui dedúcis, velut ovem, Joseph: qui sedes super Chérubim, appáre coram Ephraïm, Bénjamin, et Manásse.

Exod 16:6; 16:7. Oggi saprete che verrà il Signore e ci salverà: e domattina vedrete la sua gloria. Ps 79:2-3. Ascolta: o Tu che reggi Israele: Tu che guidi Giuseppe come un gregge: che hai per trono i Cherubini: móstrati a Efraim, Beniamino e Manasse.

Non si dice l'Alleluja con il seguente versetto, se la Vigilia di Natale non cade di Domenica.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. ℣. Crástina die delébitur iníquitas terrae: et regnábit super nos Salvátor mundi. Allelúja.

Alleluia, alleluia. ℣. Domani verrà tolta l'iniquità dalla terra: e regnerà su di noi il Salvatore del mondo. Alleluia.

«La condotta di San Giuseppe, dice San Girolamo, è una testimonianza favorevole a Maria. Conoscendo la castità della sua sposa, ammira ciò che accade e nasconde sotto il velo del silenzio l'avvenimento di cui non comprende il mistero. Ben merita dunque il titolo di Giusto» (Mattutino). Un Angelo allora gli annunzia il grande mistero dell'Incarnazione: «Maria darà alla luce un Figliuolo che è frutto dello Spirito Santo».

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secundum Matthaeum.
Matt 1:18-21.
Cum esset desponsáta Mater Jesu Maria Joseph, ántequam convenírent, inventa est in útero habens de Spiritu Sancto. Joseph autem, vir ejus, cum esset justus et nollet eam tradúcere, vóluit occúlte dimíttere eam. Haec autem eo cogitánte, ecce, Angelus Dómini appáruit in somnis ei, dicens: Joseph, fili David, noli timére accípere Maríam cónjugem tuam: quod enim in ea natum est, de Spíritu Sancto est. Páriet autem fílium, et vocábis nomen ejus Jesum: ipse enim salvum fáciet pópulum suum a peccátis eórum.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 1:18-21.
Maria, Madre di Gesù, sposata con Giuseppe, prima di abitare con lui fu trovata incinta per virtù dello Spirito Santo. Ora, Giuseppe, suo marito, essendo giusto e non volendo esporla all'infamia, pensò di rimandarla segretamente. Mentre pensava a questo, ecco apparirgli in sogno un Angelo del Signore, che gli disse: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, in sposa: poiché quel che è nato in Lei è opera dello Spirito Santo. Ella partorirà un figlio che chiamerai Gesù: poiché egli libererà il suo popolo dai suoi peccati.

Omelia di San Girolamo, Prete.
Libro 1 Commento al cap. 1 di Matteo.
Perché fu concepito non da una semplice vergine, ma da una sposata? Primo, perché dalla genealogia di Giuseppe si mostrasse la stirpe di Maria; secondo, perché ella non fosse lapidata dai Giudei come adultera; terzo, perché fuggitiva in Egitto avesse un sostegno. Il martire Ignazio aggiunge ancora una quarta ragione perché egli fu concepito da una sposata: Affinché, dice, il suo concepimento rimanesse celato al diavolo, che lo credé il frutto non d'una vergine, ma d'una maritata.
Prima che stessero insieme, si scoperse che stava per esser madre per opera dello Spirito Santo. Si scoperse non da altri se non da Giuseppe, al quale per la confidenza di marito non sfuggiva nulla di quanto riguardava la sua futura sposa. Dal dirsi poi: Prima che stessero insieme, non ne segue che stessero insieme dopo, perché la Scrittura constata che ciò non era avvenuto.
Or Giuseppe, marito di lei, essendo uomo giusto, e non volendo esporla all'infamia, pensò di rimandarla segretamente (Matt 1:19). Se uno si unisce a cattiva donna, diventa un solo corpo con essa, e nella legge è prescritto che non solo i rei, ma anche i complici del delitto sono colpevoli: come dunque Giuseppe, occultando il delitto della sposa, è chiamato giusto? Ma ciò è una testimonianza in favore di Maria, perché Giuseppe conoscendo la sua castità, e ammirando quanto era avvenuto, nasconde nel silenzio quello di cui non comprendeva il mistero.

Se la Vigilia di Natale cade di Domenica, si dice il Credo

OFFERTORIUM
Ps 23:7. Tóllite portas, principes, vestras: et elevámini, portae aeternáles, et introíbit Rex glóriae.

Ps 23:7. Aprite, o principi, le vostre porte: e sollevatevi antichi portali, ed entrerà il Re della gloria.

SECRETA
Da nobis, quaesumus, omnípotens Deus: ut, sicut adoránda Fílii tui natalítia praevenímus, sic ejus múnera capiámus sempitérna gaudéntes: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Concedici, Dio onnipotente, Te ne preghiamo, che come preveniamo l'adorata nascita del tuo Figlio, così riceviamo con gioia i suoi doni eterni: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

Se la Vigilia di Natale cade di Domenica, si dice:

PRAEFATIO DE SANCTISSIMA TRINITATE
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui cum unigénito Fílio tuo et Spíritu Sancto unus es Deus, unus es Dóminus: non in uníus singularitáte persónae, sed in uníus Trinitáte substántiae. Quod enim de tua glória, revelánte te, crédimus, hoc de Fílio tuo, hoc de Spíritu Sancto sine differéntia discretiónis sentímus. Ut in confessióne verae sempiternaeque Deitátis, et in persónis propríetas, et in esséntia únitas, et in majestáte adorétur aequálitas. Quam laudant Angeli atque Archángeli, Chérubim quoque ac Séraphim: qui non cessant clamáre cotídie, una voce dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: che col Figlio tuo unigenito e con lo Spirito Santo, sei un Dio solo ed un solo Signore, non nella singolarità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza. Così che quanto per tua rivelazione crediamo della tua gloria, il medesimo sentiamo, senza distinzione, e di tuo Figlio e dello Spirito Santo. Affinché nella professione della vera e sempiterna Divinità, si adori: e la proprietà nelle persone e l'unità nell'essenza e l'uguaglianza nella maestà. La quale lodano gli Angeli e gli Arcangeli, i Cherubini e i Serafini, che non cessano ogni giorno di acclamare, dicendo ad una voce: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Is 40:5. Revelábitur glória Dómini: et vidébit omnis caro salutáre Dei nostri.

Is 40:5. Si manifesterà la gloria del Signore: e ogni vivente vedrà la salvezza del nostro Dio.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Da nobis, quaesumus, Dómine: unigéniti Fílii tui recensíta nativitáte respiráre; cujus coelésti mystério páscimur et potámur. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Dacci, o Signore, Te ne preghiamo, un po' di tranquillità mentre celebriamo la nascita del tuo Figlio Unigenito: il cui celeste mistero ci nutre e ci disseta. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

CONCLUSIO
℣. Benedicamus Domino.
℞. Deo gratias.

℣. Benediciamo il Signore.
℞. Rendiamo grazie a Dio.