martedì 25 dicembre 2018

Natale di Nostro Signore Gesù Cristo

Doppio di I classe con Ottava privilegiata di III ordine.
Paramenti bianchi.

Nella solennità del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo, la Santa Chiesa Romana offre tre volte il Santo Sacrificio della Messa, in memoria della triplice nascita del Verbo: quella temporale secondo la carne (Missa in Nocte), quella della Grazia che germoglia nel cuore dei fedeli (Missa in Aurora) e quella ab aeterno nel seno del Padre (Missa in die Nativitatis Domini).


Il Natale di Nostro Signore Gesù Cristo, Messale Romano 1943.


Sermone di San Leone, Papa.
Sermone 1 sulla Natività del Signore.
O dilettissimi, è nato oggi il nostro Salvatore: esultiamo! Poiché non vi può esser luogo alla tristezza allorché nasce la vita, la quale, dissipando il timore della morte, ci riempie di gioia per la promessa dell'eternità. Nessuno è escluso di partecipare a tanta allegrezza. Tutti hanno lo stesso motivo di letizia, perché nostro Signore, distruttore del peccato e della morte, siccome non trovò nessuno libero da reato, così è venuto per liberar tutti. Esulti il giusto, perché è vicino alla palma; gioisca il peccatore, perché è invitato al perdono; prenda animo il Gentile, perché è chiamato alla vita. Infatti il Figlio di Dio nella pienezza dei tempi fissata dalla imperscrutabile profondità del divino consiglio, assunse la natura umana per riconciliarla col suo autore, affinché l'inventore della morte, il diavolo, fosse vinto con quella stessa natura onde aveva vinto.
In questo conflitto impegnatosi per noi, si combatté con grande e ammirabile lealtà, poiché l'onnipotente Signore combatté contro il crudelissimo nemico non nella sua maestà, ma nella nostra infermità, opponendogli la stessa forma e la stessa natura soggetta sì alla nostra mortalità, ma scevra d'ogni peccato. Giacché è alieno da questa natività ciò che si legge di tutti gli uomini: Nessuno è senza macchia, neppure il bambino, la cui vita sulla terra è appena di un giorno (Job 14:4). Nulla dunque della concupiscenza della carne entrò in questa natura singolare, niente ci s'infiltrò della legge del peccato. Viene scelta una Vergine regale, della stirpe di David, la quale, dovendo portare nel seno il sacro rampollo, concepì l'Uomo-Dio prima spiritualmente che corporalmente. E affinché, ignara del disegno celeste, non si spaventasse a sì inusitato annunzio, apprende mediante il colloquio angelico quel che lo Spirito Santo doveva operare in lei: così ella che presto diverrà Madre di Dio, non teme più alcun danno per il suo pudore.
Rendiamo dunque grazie, o dilettissimi, a Dio Padre per il suo Figlio, nello Spirito Santo: poiché per l'infinita sua carità onde ci amò, ebbe pietà di noi (Ephes 2:4), e mentre eravamo morti per i peccati, ci ha reso la vita in Cristo (Coloss 3:9), perché noi fossimo in lui nuova creatura e nuova opera. Deponiamo dunque l'uomo vecchio colle sue azioni (Coloss 3:9); e fatti partecipi della nascita di Cristo, rinunziamo alle opere della carne. Riconosci, o Cristiano, la tua dignità, e, divenuto partecipe della divina natura (2Petr 1:4), non volere con una indegna condotta ritornare all'antica abbiezione. Ricorda di qual capo e di qual corpo sei membro! Rifletti, che strappato alla potestà delle tenebre (Coloss 1:13), sei stato trasferito nella luce e nel regno di Dio.

AD PRIMAM MISSAM IN NOCTE - PRIMA MESSA DURANTE LA NOTTE
Stazione a Santa Maria Maggiore all'altare del Presepe.

Reliquie della Sacra Mangiatoia, Basilica di Santa Maria Maggiore, Roma (Lazio).
Il Verbo, generato nell'eternità del Padre (Communio, Graduale), ha elevato fino all'unione personale con sé il frutto benedetto del seno verginale di Maria Santissima: ciò significa che la natura umana e la natura divina sono legate in Nostro Signore Gesù Cristo nell'unità di una sola persona, che è la seconda persona della Santissima Trinità. E, come quando si parla di figliolanza, è la persona che si designa, si deve dire che Nostro Signore Gesù Cristo è il Figlio di Dio perché la sua persona è divina, è il Verbo incarnato. Perciò Maria Santissima è la Madre di Dio: non perché ella abbia generato il Verbo, ma perché ha generato l'umanità cui il Verbo si è unito nel mistero dell'Incarnazione; mistero di cui la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo a Betlemme fu la prima manifestazione al mondo. Si comprende allora perché la Santa Chiesa canti ogni anno a Natale: «Puer natus est nobis et Filius datus est nobis - Un fanciullo è nato per noi, un Figlio ci viene dato» (Introitus, Alleluja). Questo Figlio è il Verbo incarnato, generato come Dio dal Padre nel giorno dell'eternità: «Ego hodie genui te - Io oggi ti ho generato», e che Dio genera come uomo nel giorno dell'Incarnazione: «Ego hodie genui te - Io oggi ti ho generato»; perché con l'assunzione della sua umanità in Dio, «assumptione humanitatis in Deum» (Simbolo di Sant'Atanasio), il Figlio di Maria Santissima è nato alla vita divina, ed ha Dio stesso per Padre, perché Egli è unito ipostaticamente a Dio Figlio. «Con grande amore, dice San Leone, il Verbo incarnato ha ingaggiato la lotta contro Satana per salvarci, perché l'onnipotente Signore ha combattuto con il crudelissimo nemico non nella maestà di Dio, ma nella debolezza della nostra carne» (V Lezione del Mattutino). E la vittoria che ha riportato, malgrado la sua debolezza, mostra che Egli è Dio.
Fu nel mezzo della notte, che Maria Santissima mise al mondo il Figlio primogenito e lo depose in una mangiatoia. Così la Santa Messa si celebra a mezzanotte nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove si conservano le reliquie della mangiatoia.
Questa nascita in piena notte è simbolica. È il «Dio da Dio, luce da luce» (Credo) che disperde le tenebre del peccato. «Gesù è la vera luce che viene a illuminare il mondo immerso nelle tenebre» (Oratio). «Col Mistero dell'Incarnazione del Verbo, dice il Praefatio, un nuovo raggio di splendore del Padre ha brillato agli occhi della nostra anima, perché, mentre conosciamo Iddio sotto una forma visibile, possiamo esser tratti da Lui all'amore delle cose invisibili». «La bontà del nostro Dio Salvatore si è dunque manifestata a tutti gli uomini per insegnarci a rinunciare alle cupidigie umane, per redimerci da ogni bassezza e per fare di noi un popolo gradito, e fervente di buone opere» (Epistola). «Si è fatto simile a noi perché noi diventiamo simili a Lui» (Secreta) e «perché dietro il suo esempio possiamo condurre una vita santa» (Postcommunio). «È così che vivremo in questo mondo con temperanza, giustizia e pietà, attendendo la lieta speranza e l'avvento della gloria del nostro grande Iddio Salvatore e nostro Gesù Cristo» (Epistola). Come durante l'Avvento, la prima venuta di Nostro Signore Gesù Cristo ci prepara alla seconda.

INTROITUS
Ps 2:7. Dóminus dixit ad me: Fílius meus es tu, ego hódie génui te. Ps 2:1. Quare fremuérunt gentes: et pópuli meditáti sunt inánia? ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Dóminus dixit ad me: Fílius meus es tu, ego hódie génui te.

Ps 2:7. Il Signore disse a me: tu sei mio Figlio, io oggi ti ho generato. Ps 2:1. Perché si agitano le genti: e i popoli ordiscono vani disegni? ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Il Signore disse a me: tu sei mio Figlio, io oggi ti ho generato.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui hanc sacratíssimam noctem veri lúminis fecísti illustratióne claréscere: da, quaesumus; ut, cujus lucis mystéria in terra cognóvimus, ejus quoque gáudiis in coelo perfruámur: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che hai rischiarato questa sacratissima notte coi fulgori della vera Luce, concedici, Te ne preghiamo, che di Colui del quale abbiamo conosciuto in terra i misteriosi splendori, partecipiamo pure i gaudii in cielo: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolae Beati Pauli Apóstoli ad Titum.
Tit 2:11-15.
Caríssime: Appáruit grátia Dei Salvatóris nostri ómnibus homínibus, erúdiens nos, ut, abnegántes impietátem et saeculária desidéria, sóbrie et juste et pie vivámus in hoc saeculo, exspectántes beátam spem et advéntum glóriae magni Dei et Salvatóris nostri Jesu Christi: qui dedit semetípsum pro nobis: ut nos redímeret ab omni iniquitáte, et mundáret sibi pópulum acceptábilem, sectatórem bonórum óperum. Haec lóquere et exhortáre: in Christo Jesu, Dómino nostro.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo a Tito.
Tit 2:11-15.
Carissimo, la grazia di Dio, Salvatore nostro, si è manifestata per tutti gli uomini e ci ha insegnato a rinnegare l'empietà e le mondane cupidigie, e a vivere in questo mondo con temperanza, giustizia e pietà, aspettando la lieta speranza e la manifestazione gloriosa del nostro grande Iddio e Salvatore nostro Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, a fine di riscattarci da ogni iniquità, e purificare per sé un popolo suo proprio, zelante per buone opere. Insegna queste cose e raccomandale: in nome del Cristo Gesù, Signore nostro.

GRADUALE
Ps 109:3; 109:1. Tecum princípium in die virtútis tuae: in splendóribus Sanctórum, ex útero ante lucíferum génui te. ℣. Dixit Dóminus Dómino meo: Sede a dextris meis: donec ponam inimícos tuos, scabéllum pedum tuórum.

Ps 109:3; 109:1. Con te è il principato dal giorno della tua nascita: nello splendore dei santi, dal mio seno ti ho generato, prima della stella del mattino. ℣. Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra: finché ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 2:7. ℣. Dóminus dixit ad me: Fílius meus es tu, ego hódie génui te. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 2:7. ℣. Il Signore disse a me: tu sei mio Figlio, io oggi ti ho generato. Alleluia.

«Perché dunque, domanda San Gregorio, nel momento della nascita del Signore questo censimento del mondo, se non per farci comprendere che sarebbe apparso nella carne Colui che doveva registrare gli eletti nel libro della vita eterna?» D'altra parte il Profeta (Ps 68:29) dice dei reprobi: «essi saranno cancellati dal libro dei viventi e non saranno iscritti coi giusti» (Mattutino). La venuta di Nostro Signore Gesù Cristo, Bambino Dio, nel mezzo della notte, è del resto figura della fine del mondo; perché, dice Nostro Signore Gesù Cristo, «a mezza notte si levò un grido: Ecco lo Sposo viene, andategli incontro». E le anime che l'avranno atteso, entreranno con lui alle nozze eterne. Quanto agli altri, Egli dirà loro: «non vi conosco» (Parabola delle dieci Vergini).

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 2:1-14.
In illo témpore: Exiit edíctum a Caesare Augústo, ut describerétur univérsus orbis. Haec descríptio prima facta est a praeside Sýriae Cyríno: et ibant omnes ut profiteréntur sínguli in suam civitátem. Ascéndit autem et Joseph a Galilaea de civitáte Názareth, in Judaeam in civitátem David, quae vocatur Béthlehem: eo quod esset de domo et fámilia David, ut profiterétur cum María desponsáta sibi uxóre praegnánte. Factum est autem, cum essent ibi, impléti sunt dies, ut páreret. Et péperit fílium suum primogénitum, et pannis eum invólvit, et reclinávit eum in praesépio: quia non erat eis locus in diversório. Et pastóres erant in regióne eádem vigilántes, et custodiéntes vigílias noctis super gregem suum. Et ecce, Angelus Dómini stetit juxta illos, et cláritas Dei circumfúlsit illos, et timuérunt timóre magno. Et dixit illis Angelus: Nolíte timére: ecce enim, evangelízo vobis gáudium magnum, quod erit omni pópulo: quia natus est vobis hódie Salvátor, qui est Christus Dóminus, in civitáte David. Et hoc vobis signum: Inveniétis infántem pannis involútum, et pósitum in praesépio. Et súbito facta est cum Angelo multitúdo milítiae coeléstis, laudántium Deum et dicéntium: Glória in altíssimis Deo, et in terra pax hóminibus bonae voluntátis.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 2:1-14.
In quel tempo, uscì un editto di Cesare Augusto che ordinava di fare il censimento di tutto l'impero. Questo primo censimento fu fatto mentre Quirino era preside della Siria. Recandosi ognuno a dare il nome nella propria città, anche Giuseppe, appartenente al casato ed alla famiglia di Davide, andò da Nazareth di Galilea alla città di Davide chiamata Betlemme, in Giudea, per farsi iscrivere con Maria sua sposa, ch'era incinta. E avvenne che mentre si trovavano lì, si compì per lei il tempo del parto; e partorì il suo figlio primogenito, lo fasciò e lo pose in una mangiatoia, perché non avevano trovato posto nell'albergo. Nello stesso paese c'erano dei pastori che pernottavano all'aperto e facevano la guardia al loro gregge. Ed ecco apparire innanzi ad essi un Angelo del Signore e la gloria del Signore circondarli di luce, sicché sbigottirono per il gran timore. L'Angelo disse loro: Non temete, perché annuncio per voi e per tutto il popolo un grande gaudio: infatti oggi nella città di Davide è nato un Salvatore, che è il Cristo Signore. Questo sia per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, giacente in una mangiatoia. E d'un tratto si raccolse presso l'Angelo una schiera della Milizia celeste che lodava Iddio, dicendo: Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.

Omelia di San Gregorio, Papa.
Omelia 8 sui Vangeli.
Poiché per grazia del Signore oggi abbiamo a celebrare tre Messe solenni, non possiamo discorrere a lungo della lettura del Vangelo; però che ne diciamo qualche cosa, sia pur brevemente, ce l'obbliga la stessa Natività del nostro Redentore. Perché dunque alla nascita del Signore si fa il censimento dell'impero, se non per far comprendere che appariva nella carne colui che doveva registrare i suoi eletti nell'eternità? D'altra parte, per mezzo del Profeta, dice dei reprobi: Siano cancellati dal libro dei viventi, e non siano iscritti coi giusti (Ps 68:29). Egli poi opportunamente nasce in Betlemme, dacché Betlemme vuol dire casa del pane. Difatti lui stesso dice: Io sono il pane vivo che son disceso dal cielo (Joann 6:51). Pertanto il luogo dove nasce il Signore fu chiamato innanzi casa del pane: perché là doveva certamente apparire nella natura umana colui che doveva ristorare internamente le anime dei suoi eletti. Egli nasce non in casa dei suoi parenti, ma in viaggio: affin di mostrarci senza dubbio che per la sua umanità assunta nasceva quasi in luogo straniero.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 95:11; 95:13. Laeténtur coeli et exsúltet terra ante fáciem Dómini: quóniam venit.

Ps 95:11; 95:13. Si allietino i cieli, ed esulti la terra al cospetto del Signore: poiché Egli è venuto.

SECRETA
Accépta tibi sit, Dómine, quaesumus, hodiérnae festivitátis oblátio: ut, tua gratia largiénte, per haec sacrosáncta commércia, in illíus inveniámur forma, in quo tecum est nostra substántia: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Ti sia gradita, o Signore, Te ne preghiamo, l'offerta dell'odierna solennità: affinché, aiutati dalla tua grazia, mediante questi sacrosanti scambi, siamo ritrovati conformi a Colui nel quale la nostra sostanza è unita alla Tua: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un nuovo raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio, per esso veniamo rapiti all'amore delle cose invisibili. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE NATIVITATE DOMINI
Communicántes, et noctem sacratíssimam celebrántes, qua beátae Maríae intemeráta virgínitas huic mundo édidit Salvatórem: sed et memóriam venerántes, in primis ejúsdem gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in una stessa comunione, celebriamo la notte santissima nella quale l'intemerata verginità della beata Maria diede a questo mondo il Salvatore; e veneriamo anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Ps 109:3. In splendóribus Sanctórum, ex útero ante lucíferum génui te.

Ps 109:3. Nello splendore dei santi, dal mio seno ti ho generato, prima della stella del mattino.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Da nobis, quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, qui Nativitátem Dómini nostri Jesu Christi mystériis nos frequentáre gaudémus; dignis conversatiónibus ad ejus mereámur perveníre consórtium: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, Te ne preghiamo, o Signore Dio nostro, che celebrando con giubilo, mediante questi sacri misteri, la nascita del Signore nostro Gesù Cristo, meritiamo con una vita santa di pervenire al suo consorzio: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

AD SECUNDAM MISSAM IN AURORA - SECONDA MESSA ALL'AURORA
Stazione a Sant'Anastasia.

Luca Giordano, Adorazione dei pastori, Museo del Louvre, Parigi, Francia, 1688.
La Santa Messa dell'Aurora si celebrava nell'Urbe nell'antichissima chiesa di Sant'Anastasia. La sua posizione ai piedi del Palatino, dov'era la residenza dei Cesari, ne faceva la Chiesa degli alti funzionari della Corte. Sant'Anastasia, di cui oggi si fa memoria, è la celebre martire di Sirmio, e il suo nome è inserito nel Canone della Santa Messa (II elenco).
La liturgia della Santa Messa ci fa salutare «con gioia il santo Re che viene» (Communio), «il Signore che è nato per noi» (Introitus), «il Bambino adagiato nella mangiatoia» (Evangelium). Ci dice che «colui che è nato uomo in questo giorno, si è rivelato anche ai nostri occhi come Dio» (Secreta). Perché Egli è «il Verbo fatto carne» (Oratio), si chiama Dio (Introitus) ed «esiste sino dall'eternità» (Offertorium).
E, se Egli viene, è per salvarci (Epistola, Communio) e «per farci eredi della vita eterna» (Epistola) della quale noi godremo nel cielo, quando «questo Principe della pace» tornerà alla fine del mondo «rivestito di forza» (Versetto dell'Introitus, Alleluja) e in tutto lo splendore della sua Maestà. Allora «il Re dei cieli, che s'è degnato nascere per noi da una Vergine per richiamare al Regno celeste l'uomo che ne era decaduto» (I responsorio del Mattutino), «regnerà per sempre» (Introitus) sugli uomini di buona volontà (Gloria), che lo avranno accolto con fede e amore al tempo della sua prima venuta. Le feste di Natale hanno dunque lo scopo di prepararci al secondo Avvento, «giustificandoci per la grazia di Gesù Cristo» (Epistola), «distruggendo in noi il vecchio uomo» (Postcommunio), «conferendoci ciò che è divino» (Secreta) e aiutandoci «a fare risplendere nelle nostre opere ciò che per la fede brilla nelle nostre anime» (Oratio).
Con i pastori, ai quali il Signore manifesta l'Incarnazione del Suo Figlio, «affrettiamoci ad andare» (Evangelium) ad adorare all'Altare, che è il vero presepe, il Verbo, nato nell'eternità dal Suo Padre celeste, nato da Maria Santissima sopra la terra, e che deve nascere sempre più colla grazia nelle nostre anime, in attesa che ci faccia nascere alla vita gloriosa nel cielo.

INTROITUS
Is 9:2 et 6. Lux fulgébit hódie super nos: quia natus est nobis Dóminus: et vocábitur Admirábilis, Deus, Princeps pacis, Pater futúri saeculi: cujus regni non erit finis. Ps 92:1. Dominus regnávit, decorem indutus est: indutus est Dominus fortitudinem, et praecínxit se. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Lux fulgébit hódie super nos: quia natus est nobis Dóminus: et vocábitur Admirábilis, Deus, Princeps pacis, Pater futúri saeculi: cujus regni non erit finis.

Is 9:2 et 6. La luce splenderà oggi su di noi: poiché ci è nato il Signore: e si chiamerà Ammirabile, Dio, Principe della pace, Padre per sempre: e il suo regno non avrà fine. Ps 92:1. Il Signore regna, si ammanta di maestà: il Signore si ammanta di fortezza, e si cinge di potenza. ℣. Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. La luce splenderà oggi su di noi: poiché ci è nato il Signore: e si chiamerà Ammirabile, Dio, Principe della pace, Padre per sempre: e il suo regno non avrà fine.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Da nobis, quaesumus, omnípotens Deus: ut, qui nova incarnáti Verbi tui luce perfúndimur; hoc in nostro respléndeat ópere, quod per fidem fulget in mente. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente: che, essendo inondati dalla nuova luce del Tuo Verbo incarnato, risplenda nelle nostre opere ciò che per virtù della fede brilla nella nostra mente. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di Sant'Anastasia, Martire.

Orémus.
Da, quaesumus, omnípotens Deus: ut, qui beátae Anastásiae Mártyris tuae solémnia cólimus; ejus apud te patrocínia sentiámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente: che, celebrando la solennità della tua santa Martire Anastasia, possiamo godere presso di Te il beneficio del suo patrocinio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolae Beati Pauli Apóstoli ad Titum.
Tit 3:4-7.
Caríssime: Appáruit benígnitas et humánitas Salvatóris nostri Dei: non ex opéribus justítiae, quae fécimus nos, sed secúndum suam misericórdiam salvos nos fecit per lavácrum regeneratiónis et renovatiónis Spíritus Sancti, quem effúdit in nos abúnde per Jesum Christum, Salvatorem nostrum: ut, justificáti grátia ipsíus, herédes simus secúndum spem vitae aetérnae: in Christo Jesu, Dómino nostro.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo a Tito.
Tit 3:4-7.
Carissimo, è apparsa la bontà e l'umanità del Salvatore, nostro Dio; Egli ci salvò non già in ragione delle opere di giustizia fatte da noi, ma per la Sua misericordia, col lavacro di rigenerazione e di rinnovamento dello Spirito Santo, diffuso largamente su di noi per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore: affinché, giustificati per la Sua grazia, divenissimo eredi, in speranza, della vita eterna: in Cristo Gesù, Signore nostro.

GRADUALE
Ps 117:26; 117:27; 117:23. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini: Deus Dóminus, et illúxit nobis. ℣. A Dómino factum est istud: et est mirábile in óculis nostris.

Ps 117:26; 117:27; 117:23. Benedetto Colui che viene nel nome del Signore: il Signore è Dio e ci ha illuminati. ℣. Questa è opera del Signore: ed è mirabile ai nostri occhi.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 92:1. ℣. Dóminus regnávit, decórem índuit: índuit Dóminus fortitúdinem, et praecínxit se virtúte. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 92:1. ℣. Il Signore regna, si ammanta di maestà: il Signore si ammanta di fortezza, e si cinge di potenza. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 2:15-20.
In illo témpore: Pastóres loquebántur ad ínvicem: Transeámus usque Béthlehem, et videámus hoc verbum, quod factum est, quod Dóminus osténdit nobis. Et venérunt festinántes: et invenérunt Maríam et Joseph, et Infántem pósitum in praesépio. Vidéntes autem cognovérunt de verbo, quod dictum erat illis de Púero hoc. Et omnes, qui audiérunt, miráti sunt: et de his, quae dicta erant a pastóribus ad ipsos. María autem conservábat ómnia verba haec, cónferens in corde suo. Et revérsi sunt pastóres, glorificántes et laudántes Deum in ómnibus, quae audíerant et víderant, sicut dictum est ad illos.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 2:15-20.
In quel tempo, i pastori presero a dire tra loro: Andiamo sino a Betlemme a vedere quello che è accaduto, come il Signore ci ha reso noto. E andati con prontezza, trovarono Maria, e Giuseppe, e il bambino giacente nella mangiatoia. Dopo aver visto, raccontarono quanto era stato detto loro di quel bambino. Coloro che li udirono rimasero meravigliati di ciò che i pastori avevano detto. Intanto Maria riteneva tutte queste cose, meditandole in cuor suo. E i pastori se ne ritornarono glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e veduto, come era stato loro detto.

Omelia di Sant'Ambrogio, Vescovo.
Libro 2 al cap. 2 di Luca, verso la metà.
Considerate gli inizi della Chiesa nascente: Cristo nasce, e i pastori già vegliano, come per raccogliere nell'ovile del Signore i greggi delle nazioni che sino allora vivevano come pecore, affin di preservarle, nelle profonde tenebre della notte, dagli assalti di bestie spirituali. E giustamente i pastori vegliano seguendo l'esempio del buon pastore. Così il gregge è il popolo, la notte è il mondo, i pastori sono i sacerdoti. Senza dubbio anche quegli è pastore cui è detto: Sta vigilante e conferma gli altri (Apoc 3:2). E il Signore non solo ha stabilito i vescovi per difendere il gregge, ma ha destinato anche gli Angeli.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 92:1-2. Deus firmávit orbem terrae, qui non commovébitur: paráta sedes tua, Deus, ex tunc, a saeculo tu es.

Ps 92:1-2. Iddio ha consolidato la terra, che non vacillerà: il Tuo trono, o Dio, è stabile, fin dal principio, fin dall'eternità Tu sei.

SECRETA
Múnera nostra, quaesumus, Dómine, Nativitátis hodiérnae mystériis apta provéniant, et pacem nobis semper infúndant: ut, sicut homo génitus idem refúlsit et Deus, sic nobis haec terréna substántia cónferat, quod divínum est. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Le nostre offerte, o Signore, riescano atte ai misteri dell'odierna Natività e ci infondano pace duratura: affinché, come il Tuo Figlio nascendo uomo rifulse quale Dio, così queste offerte terrene conferiscano a noi ciò che è divino. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di Sant'Anastasia, Martire.

Accipe, quaesumus, Dómine, múnera dignánter obláta: et, beátae Anastásiae Mártyris tuae suffragántibus méritis, ad nostrae salútis auxílium proveníre concéde. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, Te ne preghiamo, accogli favorevolmente i doni offerti: e concedi che, per i meriti della tua santa Martire Anastasia, giovino a soccorso della nostra salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un nuovo raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio, per esso veniamo rapiti all'amore delle cose invisibili. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE NATIVITATE DOMINI
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo beátae Maríae intemeráta virgínitas huic mundo édidit Salvatórem: sed et memóriam venerántes, in primis ejúsdem gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in una stessa comunione, celebriamo il giorno santissimo nel quale l'intemerata verginità della beata Maria diede a questo mondo il Salvatore; e veneriamo anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Zach 9:9. Exsúlta, fília Sion, lauda, fília Jerúsalem: ecce, Rex tuus venit sanctus et Salvátor mundi.

Zach 9:9. Esulta, o figlia di Sion, giubila, o figlia di Gerusalemme: ecco che viene il tuo Re santo, il Salvatore del mondo.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Hujus nos, Dómine, sacraménti semper nóvitas natális instáuret: cujus Natívitas singuláris humánam répulit vetustátem. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ci restauri sempre, o Signore, la rinnovata celebrazione del Natale di Colui la cui nascita singolare scacciò l'umana decrepitezza. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di Sant'Anastasia, Martire.

Orémus.
Satiásti, Dómine, famíliam tuam munéribus sacris: ejus, quaesumus, semper interventióne nos réfove, cujus solémnia celebrámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Hai saziato, o Signore, la tua famiglia con i sacri doni: confortaci sempre, Te ne preghiamo, mediante l'intercessione della Santa di cui celebriamo la festa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

AD TERTIAM MISSAM IN DIE NATIVITATIS DOMINI -
TERZA MESSA DURANTE IL GIORNO
Stazione a Santa Maria Maggiore.

«In principio era il Verbo, e il Verbo era con Dio. Tutte le cose sono state fatte da Lui» (Evangelium). «Tu, o Signore, in principio hai creato la terra: i cieli sono opera delle tue mani» (Epistola). «Tuoi sono i cieli e la terra, sei tu che hai creato l'Universo e tutto ciò che contiene» (Offertorium). L'uomo, che è stato creato da Dio, da Lui sarà ristabilito nella primitiva dignità. Così «il Verbo si fece carne ed abitò fra noi» (Evangelium). «Iddio, in questi ultimi tempi (cioè nei giorni messianici), ci ha parlato nella persona del Figlio, che è lo splendore della sua gloria» (Epistola). Così la Santa Chiesa canta oggi che una gran luce è discesa sulla terra (Alleluja). Questa luce ha brillato nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta, perché il Verbo è venuto nel mondo, ma i suoi non l'hanno ricevuto. A quelli invece che l'hanno accolto, ha dato il potere di divenire figli di Dio (Evangelium). «è infatti per liberarci dalla schiavitù del peccato, per purificarci dalle nostre colpe» (Secreta) «e per farci nascere alla vita divina» (Postcommunio) «che l'Unigenito di Dio è nato secondo la carne» (Epistola).
Più di settecento anni prima di questa nascita, il profeta Isaia esaltava già la potenza dell'Uomo-Dio. «Un bambino ci è nato, egli porterà i segni della sua regalità». E i prodigi ch'Egli operò sono raffigurati in quelli che Dio fece quando liberò gli Ebrei dalla schiavitù d'Egitto (Versetto dell'Introitus). Così, oggi come allora, «tutti i confini della terra sono testimoni della salvezza che Dio operò per il suo popolo» (Graduale, Communio).
La salvezza che Cristo ha realizzato nel suo primo avvento, la compirà alla fine dei tempi. «Dopo che Gesù ebbe operato la purificazione dai peccati, spiega l'Apostolo Paolo, salì in Cielo, dove è assiso alla destra della Maestà divina» (Epistola). La sua umanità glorificata partecipa dunque del trono dell'Eterno: «Il tuo trono, o Dio, è nei secoli dei secoli: lo scettro del tuo regno è uno scettro di giustizia» (Epistola). «La giustizia e l'equità sono le basi del tuo trono» (Offertorium). «E un giorno, dice San Luca, il Figlio dell'Uomo verrà nella sua gloria e in quella del Padre e degli Angeli suoi, per rendere a ciascuno secondo le proprie opere». Quando Dio manderà di nuovo (cioè alla fine del mondo) il suo Primogenito sulla terra dirà: «tutti gli Angeli lo adorino» (Epistola). E ci sarà allora una trasformazione di tutte le creature, perché il Figlio di Dio, che non muta, rinnoverà le creature come si fa di un vestito vecchio (Epistola). E l'Apostolo, in una settima citazione delle Sacre Scritture, che segue quelle che troviamo oggi nell'Epistola, aggiunge che «Iddio farà allora dei nemici di Cristo uno sgabello ai suoi piedi». Sarà il trionfo finale del Verbo incarnato che punirà, nella seconda venuta, quelli che non l'avranno accolto nella prima; mentre farà partecipi della sua immortalità quelli che saranno nati da Dio, avendo questi accolto con fede e con amore il Verbo incarnato, come lo hanno accolto i Re Magi, venuti da lontano per adorarlo (Evangelium dell'Epifania, letto come ultimo Vangelo). Ed essendo Nostro Signore Gesù Cristo presente anche nella Santissima Eucarestia, così come lo era a Betlemme, adoriamolo sull'Altare, vera mangiatoia, dove si trovò il Bambino Gesù, perché in questo tempo di Natale la liturgia grazie al Messale, ci rappresenta l'Ostia Santa nel quadro di Betlemme. È nella gran Chiesa della Beata Vergine Maria, la Basilica di Santa Maria Maggiore, che nell'Urbe rappresenta Betlemme, che si celebra la Santa Messa del giorno di Natale, come vi si è celebrata quella di mezzanotte.

INTROITUS
Is 9:6. Puer natus est nobis, et fílius datus est nobis: cujus impérium super húmerum ejus: et vocábitur nomen ejus magni consílii Angelus. Ps 97:1. Cantáte Dómino cánticum novum, quia mirabília fecit. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Puer natus est nobis, et fílius datus est nobis: cujus impérium super húmerum ejus: et vocábitur nomen ejus magni consílii Angelus.

Is 9:6. Ci è nato un Bambino e ci è stato dato un Figlio, il cui impero poggia sugli òmeri suoi: il suo nome sarà Angelo del buon consiglio. Ps 97:1. Cantate al Signore un cantico nuovo: poiché ha fatto cose mirabili. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Ci è nato un Bambino e ci è stato dato un Figlio, il cui impero poggia sugli òmeri suoi: il suo nome sarà Angelo del buon consiglio.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Concéde, quaesumus, omnípotens Deus: ut nos Unigéniti tui nova per carnem Natívitas líberet; quos sub peccáti jugo vetústa sérvitus tenet. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che la nuova nascita secondo la carne del tuo Unigenito, liberi noi, che l'antica schiavitù tiene sotto il gioco del peccato. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolae Beati Pauli Apóstoli ad Hebraeos.
Hebr 1:1-12.
Multifáriam, multísque modis olim Deus loquens pátribus in Prophétis: novíssime diébus istis locútus est nobis in Fílio, quem constítuit herédem universórum, per quem fecit et saecula: qui cum sit splendor glóriae, et figúra substántiae ejus, portánsque ómnia verbo virtútis suae, purgatiónem peccatórum fáciens, sedet ad déxteram majestátis in excélsis: tanto mélior Angelis efféctus, quanto differéntius prae illis nomen hereditávit. Cui enim dixit aliquándo Angelórum: Fílius meus es tu, ego hódie génui te? Et rursum: Ego ero illi in patrem, et ipse erit mihi in fílium? Et cum íterum introdúcit Primogénitum in orbem terrae, dicit: Et adórent eum omnes Angeli Dei. Et ad Angelos quidem dicit: Qui facit Angelos suos spíritus, et minístros suos flammam ignis. Ad Fílium autem: Thronus tuus, Deus, in saeculum saeculi: virga aequitátis, virga regni tui. Dilexísti justítiam et odísti iniquitátem: proptérea unxit te Deus, Deus tuus, óleo exsultatiónis prae particípibus tuis. Et: Tu in princípio, Dómine, terram fundásti: et ópera mánuum tuárum sunt coeli. Ipsi períbunt, tu autem permanébis; et omnes ut vestiméntum veteráscent: et velut amíctum mutábis eos, et mutabúntur: tu autem idem ipse es, et anni tui non defícient.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo agli Ebrei.
Hebr 1:1-12.
Iddio, che nei tempi antichi aveva parlato a più riprese e in molte maniere ai nostri padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi tempi ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che costituì erede di tutte le cose, mediante il quale ha anche creato il mondo. Questo Figlio è l'irradiazione e l'immagine della sua gloria, è l'impronta della sua sostanza e tutte le cose sostenta con la sua potente parola; Egli, dopo averci purificati dai peccati, si è assiso alla destra della divina maestà nell'alto dei cieli: fatto di tanto superiore agli Angeli, quanto è più eccellente del loro il nome da Lui avuto. Infatti: a quale mai degli Angeli Dio ha detto: Tu sei mio Figlio, oggi ti ho generato? e ancora: Io gli sarò Padre ed egli mi sarà Figlio? E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo adorino tutti gli Angeli di Dio. Quanto poi agli Angeli, Egli dice: Colui che fa suoi messaggeri gli spiriti, e suoi ministri le fiamme di fuoco. Al suo Figlio invece dice: Il tuo trono, o Dio, sussiste nei secoli dei secoli, lo scettro del tuo regno è scettro di equità: tu hai amato la giustizia e odiato l'iniquità, perciò ti unse il Signore Dio tuo con olio di letizia sopra i tuoi colleghi. E ancora: Fin da principio, o Signore, tu fondasti la terra, e i cieli sono opera delle tue mani: essi periranno ma tu rimani, e tutti invecchieranno come un vestito, e tu li muterai come un mantello, ed essi cambieranno, tu invece rimani sempre lo stesso e gli anni tuoi non verranno meno.

GRADUALE
Ps 97:3; 97:2. Vidérunt omnes fines terrae salutare Dei nostri: jubiláte Deo, omnis terra. ℣. Notum fecit Dominus salutare suum: ante conspéctum géntium revelávit justitiam suam.

Ps 97:3; 97:2. Tutti i confini della terra videro la salvezza del nostro Dio: tutta la terra acclami a Dio. ℣. Il Signore ci fece conoscere la sua salvezza: agli occhi delle genti rivelò la sua giustizia.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. ℣. Dies sanctificátus illúxit nobis: veníte, gentes, et adoráte Dóminum: quia hódie descéndit lux magna super terram. Allelúja.

Alleluia, alleluia. ℣. Un giorno sacro ci ha illuminati: venite, genti, e adorate il Signore: perché oggi discende gran luce sopra la terra. Alleluia.

EVANGELIUM
Initium sancti Evangélii secúndum Joánnem.
Joann 1:1-14.
In princípio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum, et Deus erat Verbum. Hoc erat in princípio apud Deum. Omnia per ipsum facta sunt: et sine ipso factum est nihil, quod factum est: in ipso vita erat, et vita erat lux hóminum: et lux in ténebris lucet, et ténebrae eam non comprehendérunt. Fuit homo missus a Deo, cui nomen erat Joánnes. Hic venit in testimónium, ut testimónium perhibéret de lúmine, ut omnes créderent per illum. Non erat ille lux, sed ut testimónium perhibéret de lúmine. Erat lux vera, quae illúminat omnem hóminem veniéntem in hunc mundum. In mundo erat, et mundus per ipsum factus est, et mundus eum non cognóvit. In própria venit, et sui eum non recepérunt. Quotquot autem recepérunt eum, dedit eis potestátem fílios Dei fíeri, his, qui credunt in nómine ejus: qui non ex sanguínibus, neque ex voluntáte carnis, neque ex voluntáte viri, sed ex Deo nati sunt. (Hic genuflectitur) Et Verbum caro factum est, et habitávit in nobis: et vídimus glóriam ejus, glóriam quasi Unigéniti a Patre, plenum grátiae et veritátis.

Inizio del santo Vangelo secondo Giovanni.
Joann 1:1-14.
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui nulla è stato fatto di ciò che è fatto. In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini. E la luce splende tra le tenebre e le tenebre non l'hanno accolta. Ci fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Questi venne come testimonio, per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma era per rendere testimonianza alla luce. Era la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. Era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di Lui, e il mondo non lo conobbe. Venne nella sua casa, e i suoi non lo accolsero. Ma a quanti lo accolsero diede il potere di diventare figli di Dio: a loro che credono nel suo nome: i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono nati. (Qui ci si genuflette) E il Verbo si fece carne, e abitò tra noi: e noi abbiamo visto la sua gloria, gloria come di Unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.

Omelia di Sant'Agostino, Vescovo.
Trattato 1 su Giovanni, verso la metà.
Affinché tu non abbia del Verbo un'idea bassa, come se si trattasse di parole umane, ascolta ciò che devi pensarne: Dio era il Verbo (Joann 1:1). Ora venga fuori non so quale infedele Ariano a dirci che il Verbo di Dio fu fatto. Come può essere che il Verbo di Dio sia stato fatto, quando Dio per mezzo del Verbo ha fatto tutte le cose? Se anche lo stesso Verbo di Dio fu fatto, per qual altro verbo fu Egli fatto? Se tu dici che esso è stato fatto da un verbo del Verbo, allora io rispondo che esso è l'unico Figlio di Dio. Se poi non ammetti un verbo del Verbo, concedi allora che non è stato fatto quegli per il quale tutto fu fatto. Perché non poté fare se stesso colui per il quale tutto fu fatto. Credi dunque all'Evangelista.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 88:12; 88:15. Tui sunt coeli et tua est terra: orbem terrárum et plenitúdinem ejus tu fundásti: justítia et judícium praeparátio sedis tuae.

Ps 88:12; 88:15. Tuoi sono i cieli, e tua è la terra: tu hai fondato il mondo e quanto vi si contiene: giustizia ed equità sono le basi del tuo trono.

SECRETA
Obláta, Dómine, múnera, nova Unigéniti tui Nativitáte sanctífica: nosque a peccatórum nostrórum máculis emúnda. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Santifica, o Signore, con la nuova nascita del tuo Unigenito, i doni offerti, e purificaci dalle macchie dei nostri peccati. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un nuovo raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio, per esso veniamo rapiti all'amore delle cose invisibili. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE NATIVITATE DOMINI
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo beátae Maríae intemeráta virgínitas huic mundo édidit Salvatórem: sed et memóriam venerántes, in primis ejúsdem gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in una stessa comunione, celebriamo il giorno santissimo nel quale l'intemerata verginità della beata Maria diede a questo mondo il Salvatore; e veneriamo anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Ps 97:3. Vidérunt omnes fines terrae salutáre Dei nostri.

Ps 97:3. Tutti i confini della terra hanno visto la salvezza del nostro Dio.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus: ut natus hódie Salvátor mundi, sicut divínae nobis generatiónis est auctor; ita et immortalitátis sit ipse largítor: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Fa', Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che il Salvatore del mondo, oggi nato, come è l'autore della nostra divina rigenerazione, così ci sia anche datore dell'immortalità. Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In fine si legge il Vangelo dell'Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo:

Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 2:1-12.
Cum natus esset Jesus in Béthlehem Juda in diébus Heródis regis, ecce, Magi ab Oriénte venerunt Jerosólymam, dicéntes: Ubi est, qui natus est rex Judaeórum? Vidimus enim stellam ejus in Oriénte, et vénimus adoráre eum. Audiens autem Heródes rex, turbatus est, et omnis Jerosólyma cum illo. Et cóngregans omnes principes sacerdotum et scribas pópuli, sciscitabátur ab eis, ubi Christus nasceretur. At illi dixérunt ei: In Béthlehem Judae: sic enim scriptum est per Prophétam: Et tu, Béthlehem terra Juda, nequaquam mínima es in princípibus Juda; ex te enim éxiet dux, qui regat pópulum meum Israël. Tunc Heródes, clam vocátis Magis, diligénter dídicit ab eis tempus stellae, quae appáruit eis: et mittens illos in Béthlehem, dixit: Ite, et interrogáte diligénter de púero: et cum invenéritis, renuntiáte mihi, ut et ego véniens adórem eum. Qui cum audíssent regem, abiérunt. Et ecce, stella, quam víderant in Oriénte, antecedébat eos, usque dum véniens staret supra, ubi erat Puer. Vidéntes autem stellam, gavísi sunt gáudio magno valde. Et intrántes domum, invenérunt Púerum cum María Matre ejus, (hic genuflectitur) et procidéntes adoravérunt eum. Et, apértis thesáuris suis, obtulérunt ei múnera, aurum, thus et myrrham. Et responso accépto in somnis, ne redírent ad Heródem, per aliam viam revérsi sunt in regiónem suam.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 2:1-12.
Nato Gesù, in Betlemme di Giuda, al tempo del re Erode, ecco arrivare dei Magi dall'Oriente, dicendo: Dov'è nato il Re dei Giudei? Abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo. Sentite tali cose, il re Erode si turbò, e con lui tutta Gerusalemme. E, adunati tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, voleva sapere da loro dove doveva nascere il Cristo. E questi gli risposero: A Betlemme di Giuda, perché così è stato scritto dal Profeta: E tu Betlemme, terra di Giuda, non sei la minima tra i principi di Giuda: poiché da te uscirà il duce che reggerà il mio popolo Israele. Allora Erode, chiamati a sé di nascosto i Magi, si informò minutamente circa il tempo dell'apparizione della stella e, mandandoli a Betlemme, disse loro: Andate e cercate diligentemente il bambino, e quando l'avrete trovato fatemelo sapere, affinché io pure venga ad adorarlo. Quelli, udito il re, partirono: ed ecco che la stella che avevano già vista ad Oriente li precedeva, finché, arrivata sopra il luogo dov'era il bambino, si fermò. Veduta la stella, i Magi gioirono di grandissima gioia, ed entrati nella casa trovarono il bambino con Maria sua madre, (qui ci si genuflette) e prostratisi, lo adorarono. E aperti i loro tesori, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non passare da Erode, tornarono al loro paese per un'altra strada.