sabato 8 dicembre 2018

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

Doppio di I classe con Ottava comune. Semidoppio (infra l'Ottava: 9-14 dicembre). Doppio maggiore (Ottava: 15 dicembre).
Paramenti bianchi.

Avendo da tutta l'eternità deciso di fare di Maria Santissima la Madre del Verbo Incarnato (Epistola), Iddio volle che dal primo istante del suo concepimento Ella schiacciasse la testa del serpente, e la circondò di un ornamento di santità (Introitus) e fece della sua anima, che preservò da ogni macchia, un'abitazione degna del suo Figliuolo (Oratio). L'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, già enunziata da molti Santi Padri sulla base della Sacra Scrittura e della Santa Tradizione, iniziò a celebrarsi in Palestina dal secolo VIII. Quindi si diffuse per tutto l'Oriente, ove si celebrava tale festa il 9 dicembre, e da lì in Occidente: nel secolo IX in Irlanda la si celebrava il 3 maggio e nel secolo XI in Inghilterra l’8 dicembre.
I benedettini con Sant'Anselmo e i francescani con Duns Scoto († 1308) si dimostrarono favorevoli alla festa dell'Immacolata Concezione, celebrata dal 1128 nei monasteri anglosassoni. A seguito delle dispute medievali intorno a tale dottrina, papa Sisto IV - egli stesso immacolatista - nel 1473 introdusse la festa dell'Immacolata Concezione a Roma, proibendo a macolisti e immacolatisti di accusarsi vicendevolmente di eresia. Il concilio di Trento non incluse la Beata Vergine Maria nel decreto del peccato originale.
Nel frattempo diversi Regni come la Spagna, la Sicilia e la Sardegna si proclamarono pubblicamente con voto difensori e propagatori della verità di fede e del culto della Beata Vergine Maria concepita senza peccato di Adamo. Nel caso specifico del Meridione d'Italia, la devozione all'Immacolata Concezione fu diffusa dai Francescani, specialmente Conventuali, e dalle Congregazioni mariane. Alcuni documenti attestano che, già nel secolo XV, l'8 dicembre era festa di precetto in alcune città della Sicilia, però ivi fu ufficialmente di precetto solo dal 1615 allorché il Vicerè d. P. Giron ordinò di celebrare tale festa solennemente. A seguito dell'ordinanza di Filippo IV di Spagna, nel 1643 il Vicerè Caprera proclamò l'Immacolata Concezione patrona di tutta l'Isola e ne ordinò la celebrazione solenne l'8 dicembre. Il 2 luglio 1655 il Vicerè Rodrigo Sandoval impartì a tutti i vescovi della Sicilia l'ordine di emettere voto e giuramento di difendere il culto dell'Immacolata. Successivamente, divenuto Carlo III di Borbone re di Napoli e di Sicilia, nel 1737, l'Immacolata Concezione fu confermata e proclamata ufficialmente Patrona principale del Regno delle Due Sicilie e di tutta l'Armata di Terra e di Mare, da papa Clemente XII, a supplica dello stesso re Carlo III e della sua consorte, la regina Maria Amalia. Inoltre, Carlo III di Borbone eresse un'obelisco in onore dell'Immacolata Concezione, una maestosa guglia di marmo bianco e bardiglio sita in Piazza del Gesù Nuovo a Napoli, tra il 1747 e il 1750.
Ritornando a quanto detto prima di questo excursus, papa Alessandro VII, con la bolla “Sollecitudo omnium Ecclesiarum” dell'8 dicembre 1661, rinnovò i decreti dei suoi antecessori Sisto IV, Paolo V e Gregorio XV a favore dell'Immacolata Concezione come dogma di fede, specificando che l'oggetto della festa fosse la pienezza di grazia nel momento del concepimento e non una successiva santificazione. Tale documento fu riconosciuto ortodosso anche da alcuni Patriarchi orientali scismatici. Papa Clemente XI estese la solennità a tutta la Chiesa nel 1708. Finalmente papa Pio IX, l'8 dicembre 1854, nella basilica Vaticana, davanti a un'immensa assemblea di Padri di santa Romana Chiesa, di Cardinali e di Vescovi, proclamò ufficialmente questo dogma con la bolla “Ineffabilis Deus”:

“Dopo aver offerto senza interruzione, nell'umiltà e nel digiuno, le Nostre private preghiere e quelle pubbliche della Chiesa a Dio Padre, per mezzo del suo Figlio, affinché si degnasse di dirigere e sostenere la Nostra mente con la virtù dello Spirito Santo; dopo aver implorato il soccorso di tutta la corte celeste, e invocato con gemiti lo Spirito consolatore, per sua ispirazione, a onore della Santa e indivisibile Trinità, a decoro e ornamento della Vergine Madre di Dio, a esaltazione della fede cattolica, e a incremento della religione cristiana, con l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei beati apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dichiariamo, pronunziamo e definiamo la dottrina, che sostiene che la Beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale, è stata rivelata da Dio e perciò si deve credere fermamente e inviolabilmente da tutti i fedeli. Quindi, se qualcuno (che Dio non voglia!) deliberatamente presumerà di pensare diversamente da quanto è stato da Noi definito, conosca e sappia di essere condannato dal suo proprio giudizio, di aver fatto naufragio nella fede, di essersi separato dall'unità della Chiesa, e di essere inoltre incorso da sé, per il fatto stesso, nelle pene stabilite dalle leggi contro colui che osa manifestare oralmente o per iscritto, o in qualsiasi altro modo esterno, gli errori che pensa nel suo cuore”.

Il sommo Pontefice Pio IX, in tale definizione, interpretò nient'altro che la Santa Tradizione cristiana, sintetizzata dalle parole dell'Angelo: «Ave Maria, piena di grazia, il Signore è teco» (Evangelium). «Sei tutta bella, o Maria, e macchia originale non è in te» dice con grande verità il verso alleluiatico.
Come l'aurora, messaggera del giorno, Maria Santissima precede l'astro, Nostro Signore Gesù Cristo, che ben presto illuminerà il mondo delle anime (Communio), ed introduce nel mondo il suo Figlio unigenito. Ella si presenta per prima nel ciclo liturgico; infatti, la nascita della Beata Vergine Maria (8 settembre) offre felicemente il punto di partenza per fissare la festa odierna, la prima delle feste di Maria Santissima, in questo tempo, in cui la Santa Chiesa attende l'«Emmanuele, che sarà concepito da una Vergine» (Communio del Mercoledì delle Quattro Tempora di Avvento). La devozione alla Madre di Dio occupa un posto importante nella liturgia dell'Avvento, a tal punto che si può dire che il periodo che comprende l'Avvento, il Natale e l'Epifania costituisce il vero tempo o mese di Maria Santissima.
Onde comprendiamo bene il posto speciale che la Madre di Nostro Signore Gesù Cristo occupa nel suo culto, la Santa Chiesa dedica a Lei un Prefazio riservato a ciascuna delle sue feste. In esso vengono annunziati, a mano a mano che si celebrano, i vari misteri della vita di Maria Santissima. Così, durante tutta l'Ottava dell'Immacolata Concezione, il sacerdote proclama che «è cosa degna e salutare il render grazie a Dio in questa festa dell'Immacolata Concezione della Beatissima Maria sempre Vergine, che ha concepito il suo unico Figlio per virtù di Spirito Santo, e conservando sempre la propria verginità, ha dato al mondo la luce eterna, Gesù Cristo, Nostro Signore».
Inoltre, come simbolo dell'immacolata purezza della Beata Vergine Maria, il sacerdote riveste i paramenti bianchi[1], che una volta erano i soli in uso. Gli antichi dicevano che il bianco era colore divino. Il profeta Daniele (Dan 7:9) ci parla di Dio apparso vestito di bianco; e gli Evangelisti ci dicono che nella Trasfigurazione le vesti di Nostro Signore Gesù Cristo erano «risplendenti di bianchezza» (Marc 9:2). La liturgia della festa dell'Immacolata Concezione applica questo medesimo testo alla Vergine, dicendo che «questa veste di salvezza» (Introitus), della quale Dio l'ha rivestita, è «un abito bianco come la neve» (II antifona dei Vespri).
Domandiamo a Dio colla Santa Chiesa, in questa festa della Beata Vergine Maria, d'essere «per la di lei intercessione purificati da tutte le nostre colpe» (Oratio), «di guarirci e di purificarci da tutti i nostri peccati» (Secreta, Postcommunio), affinché possiamo esser resi degni di accogliere Nostro Signore Gesù Cristo che viene nei nostri cuori. Infine, ringraziamo Dio per il privilegio dell'Immacolata Concezione e per la solennità che ogni anno la celebra, che ci permette sempre più di imitare questo modello di ogni purezza.
(Cfr. Ignazio E. Buttitta, Le fiamme dei santi: usi rituali del fuoco nelle feste siciliane, Meltemi Editore s.r.l., 1999, pp. 98-100; Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, blog Sardinia Tridentina)


L'Immacolata Concezione, Messale Romano 1943.


INTROITUS
Is 61:10. Gaudens gaudébo in Dómino, et exsultábit ánima mea in Deo meo: quia índuit me vestiméntis salútis: et induménto justítiae circúmdedit me, quasi sponsam ornátam monílibus suis. Ps 29:2. Exaltábo te, Dómine, quóniam suscepísti me: nec delectásti inimícos meos super me. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Gaudens gaudébo in Dómino, et exsultábit ánima mea in Deo meo: quia índuit me vestiméntis salútis: et induménto justítiae circúmdedit me, quasi sponsam ornátam monílibus suis.

Is 61:10. Mi rallegrerò nel Signore, e l'anima mia esulterà nel mio Dio: perché mi ha rivestita di una veste di salvezza e mi ha ornata del manto della giustizia, come sposa adorna dei suoi gioielli. Ps 29:2. Ti esalterò, o Signore, perché mi hai rialzato: e non hai permesso ai miei nemici di rallegrarsi del mio danno. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Mi rallegrerò nel Signore, e l'anima mia esulterà nel mio Dio: perché mi ha rivestita di una veste di salvezza e mi ha ornata del manto della giustizia, come sposa adorna dei suoi gioielli.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui per Immaculátam Vírginis Conceptiónem dignum Fílio tuo habitáculum praeparásti: quaesumus; ut, qui ex morte ejúsdem Filii tui praevísa eam ab omni labe praeservásti, nos quoque mundos ejus intercessióne ad te perveníre concédas. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che mediante l'Immacolata Concezione della Vergine preparasti al Figlio tuo una degna dimora, Ti preghiamo, che, come in previsione della morte del medesimo tuo Figlio preservasti lei da ogni macchia, così concedi anche a noi, per sua intercessione, di giungere a Te purificati. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente.
Se la solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria cade di Domenica, si fa la commemorazione della Domenica con le sue proprie Orazioni corrispondenti.

La Santa Chiesa applica a Maria Santissima quello che Salomone disse della Sapienza, perché la Beata Vergine Maria è la Madre del Verbo che è la Sapienza del Padre.

LECTIO
Léctio libri Sapiéntiae.
Prov 8:22-35.
Dóminus possedit me in inítio viárum suárum, ántequam quidquam fáceret a princípio. Ab aetérno ordináta sum, et ex antíquis, ántequam terra fíeret. Nondum erant abýssi, et ego jam concépta eram: necdum fontes aquárum erúperant: necdum montes gravi mole constíterant: ante colles ego parturiébar: adhuc terram non fécerat et flúmina et cárdines orbis terrae. Quando praeparábat coelos, áderam: quando certa lege et gyro vallábat abýssos: quando aethera firmábat sursum et librábat fontes aquárum: quando circúmdabat mari términum suum et legem ponébat aquis, ne transírent fines suos: quando appendébat fundaménta terrae. Cum eo eram cuncta compónens: et delectábar per síngulos dies, ludens coram eo omni témpore: ludens in orbe terrárum: et delíciae meae esse cum filiis hóminum. Nunc ergo, filii, audíte me: Beáti, qui custódiunt vias meas. Audíte disciplínam, et estóte sapiéntes, et nolíte abjícere eam. Beátus homo, qui audit me et qui vígilat ad fores meas quotídie, et obsérvat ad postes óstii mei. Qui me invénerit, invéniet vitam et háuriet salútem a Dómino.

Lettura del libro della Sapienza.
Prov 8:22-35.
Il Signore mi possedette dal principio delle sue azioni, prima delle sue opere, fin d'allora. Fui stabilita dall'eternità e fin dalle origini, prima che fosse fatta la terra. Non erano ancora gli abissi e io ero già concepita; non scaturivano ancora le fonti delle acque; i monti non posavano ancora nella loro grave mole; io ero generata prima che le colline; non era ancora fatta la terra, né i fiumi, né i cardini del mondo. Quando preparava i cieli, io ero presente; quando cingeva con la volta gli abissi; quando in alto dava consistenza alle nubi e in basso dava forza alle sorgenti delle acque; quando fissava i confini dei mari e stabiliva che le acque non superassero i loro limiti; quando gettava le fondamenta della terra. Ero con Lui e mi dilettava ogni giorno e mi ricreavo in sua presenza e mi ricreavo nell'universo; e le mie delizie sono lo stare con i figli degli uomini. Dunque, o figli, ascoltatemi: Beati quelli che battono le mie vie. Udite l'insegnamento, siate saggi e non rigettatelo. Beato l'uomo che mi ascolta e veglia ogni giorno all'ingresso della mia casa, e sta attento sul limitare della mia porta. Chi troverà me, troverà la vita e riceverà la salvezza dal Signore.

GRADUALE
Judith 13:23. Benedícta es tu, Virgo María, a Dómino Deo excélso, prae ómnibus muliéribus super terram. Judith 15:10. ℣. Tu glória Jerúsalem, tu laetítia Israël, tu honorificéntia pópuli nostri.

Judith 13:23. Benedetta sei tu, o Vergine Maria, dal Signore Iddio Altissimo, più che tutte le donne della terra. Judith 15:10. ℣. Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu l'allegrezza di Israele, tu l'onore del nostro popolo.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Cant 4:7. ℣. Tota pulchra es, María: et mácula originális non est in te. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Cant 4:7. ℣. Sei tutta bella, o Maria: e in te non v'è macchia originale. Alleluia.

«Doveva essere piena di grazia, dice San Girolamo[2], colei che diede la gloria ai cieli, e il Signore alla terra, che profuse la pace e la fede alle nazioni, che diede fine ai vizii, ordine alla vita, disciplina ai costumi… In Maria sopravvenne, per quanto in una maniera diversa, tutta la pienezza di grazia che è nel Cristo» (Mattutino).

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 1:26-28.
In illo témpore: Missus est Angelus Gábriël a Deo in civitátem Galilaeae, cui nomen Názareth, ad Vírginem desponsátam viro, cui nomen erat Joseph, de domo David, et nomen Vírginis María. Et ingréssus Angelus ad eam, dixit: Ave, grátia plena; Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 1:26-28.
In quel tempo, fu mandato da Dio l'Angelo Gabriele in una città della Galilea chiamata Nazaret, ad una Vergine sposata ad un uomo della casa di David, di nome Giuseppe, e la Vergine si chiamava Maria. Ed entrato da lei, l'Angelo disse: Ave, piena di grazia: il Signore è con te: Benedetta tu fra le donne.

Sermone di San Girolamo, Prete.
Sull'Assunzione della Beata Vergine Maria.
Chi e quanto grande sia la beata e gloriosa sempre Vergine Maria, ci è dichiarato dall'Angelo da parte di Dio quando dice: Salve, piena di grazia, il Signore è con te: la benedetta tu sei fra le donne (Luc 1:28). E conveniva che tali doni fossero assicurati alla Vergine, sì da essere piena di grazia lei, che ha dato la gloria ai cieli, il Signore alla terra, che ha fatto risplendere la pace, ha portato la fede alle Genti, la fine ai vizi, l'ordine alla vita, la disciplina ai costumi. Ed è veramente piena, perché mentre agli altri si dona con misura, in Maria invece discese tutta insieme la pienezza della grazia. È veramente piena, perché sebbene la grazia si trovò nei santi Padri e Profeti, non ci fu però nella sua pienezza; in Maria invece discese tutta la pienezza della grazia ch'è in Cristo, sebbene in maniera differente. E perciò dice: La benedetta tu sei fra le donne, cioè benedetta più di tutte le altre donne. Ond'è che tutta la maledizione attirata da Eva fu tutta tolta dalla benedizione di Maria. Di lei Salomone nei Cantici, quasi in sua lode dice: Vieni, colomba mia, immacolata mia. Poiché l'inverno è già passato, la pioggia è cessata e sparita (Cant 2:10). E poi soggiunge: Vieni dal Libano, vieni, sarai incoronata (Eccli 24:5).
Non immeritatamente dunque si invita a venire dal Libano, significandosi per il Libano il candore. Ella infatti era risplendente per i molti meriti e virtù, e più candida della neve, più bianca per i doni dello Spirito Santo, e presentava in tutto la semplicità della colomba: poiché quanto è avvenuto in lei, fu tutto purezza e semplicità, tutto verità e grazia; tutto misericordia e giustizia che venne dal cielo; e perciò immacolata, perché in tutto senza macchia. Ella infatti divenne madre, come attesta San Geremia, ma rimanendo vergine. Il Signore, dice, farà una novità sulla terra e una donna chiuderà in sé un uomo (Jerem 31:22). Novità veramente inaudita, novità delle virtù eccedente ogni altra novità, che un Dio - che il mondo non può contenere, e nessuno vedere senza morire - sia entrato nel seno d'una vergine come in un asilo, senza essere prigioniero di questa corpo; e tuttavia Dio vi sia contenuto tutto intero; e che ne sia uscito lasciando - come dice Ezechiele - la porta del tutto chiusa (Ezech 44:2). Onde si canta di lei negli stessi Cantici: Orto chiuso, fonte sigillata, le tue emanazioni sono un paradiso (Cant 4:12). Vero giardino di delizie, che aduna tutte le specie di fiori, e i profumi di virtù; e chiuso siffattamente, che né la violenza né l'astuzia possono forzarne l'entrata. Quindi, fonte sigillata col sigillo di tutta la Trinità.

Omelia di Sant'Epifanio, Vescovo.
Discorso sulle lodi della Santa Madre di Dio Maria.
Che dire, o come parlare dell'illustre e santa Vergine? Poiché, eccettuato Dio solo, ella è superiore a tutti: è più bella per natura degli stessi Cherubini e Serafini, e di tutto l'esercito angelico: onde nessuna lingua è bastevole né in terra né in cielo, a cantare le sue lodi, e neppure quella degli Angeli. O Vergine beata, colomba pura e sposa celeste, Maria, cielo, tempio e trono della divinità, a te appartiene il Cristo, questo fulgido sole del cielo e della terra! Nuvola luminosa, che hai attratto dal cielo, per rischiarar la terra, il suo fulgore più splendido, il Cristo. Salve, piena di grazia, porta dei cieli, di cui evidentemente e chiaramente parla il profeta nei Cantici nel corso del suo dire allorché esclama: Sei un giardino chiuso, sorella mia sposa, sei un giardino chiuso, una fonte sigillata (Cant 4:12).
La Vergine è il giglio immacolato, che ha generato la rosa immarcescibile, il Cristo. O santa Madre di Dio, pecorella immacolata che hai dato alla luce l'Agnello, il Cristo, il Verbo incarnatosi in te! O Vergine santissima, che hai fatto stupire l'esercito degli Angeli! C'è un prodigio stupendo nel cielo, una donna ammantata di sole, che porta la luce fra le braccia: c'è un prodigio stupendo nel cielo, il seno d'una Vergine che possiede il Figlio di Dio: c'è un prodigio stupendo nel cielo, il Signore degli Angeli s'è fatto bambino della Vergine. Gli Angeli accusavano Eva, ora invece, glorificano Maria, che ha rialzato Eva dalla caduta, e ha menato in cielo Adamo scacciato dal paradiso. Ella invero è la mediatrice fra il cielo e la terra, avendone procurato l'unione in maniera naturale.
La grazia della santa Vergine è immensa. Perciò Gabriele saluta subito la Vergine dicendo: Salve, piena di grazia (Lc 1:28), che sei un cielo splendido. Salve, piena di grazia, o Vergine ornata d'ogni virtù. Salve, piena di grazia, che sei l'urna d'oro contenente la manna celeste. Salve, piena di grazia, che i sitibondi disseti coll'acqua dolce d'una fontana perenne. Salve, santissima Madre immacolata, che hai dato alla luce il Cristo, che è prima di te. Salve, porpora reale, che hai rivestito il Re del cielo e della terra. Salve, libro profondo, che hai dato a leggere al mondo il Verbo, il Figlio del Padre.

Omelia di San Germano, Vescovo.
Nella Presentazione della Madre di Dio.
Salve, o Maria, piena di grazia, più santa dei Santi, e più eccelsa dei celi, e più gloriosa dei Cherubini, e più onorevole dei Serafini, e venerabile più d'ogni altra creatura. Salve, o colomba, la quale sia ci porti il frutto dell'olivo, sia ci annunzi colui per cui siamo preservati dal diluvio spirituale ed è il porto della salvezza; le ali della quale risplendono come l'argento e il suo dorso come il fulgore dell'oro e dei raggi dello Spirito santissimo e illuminatore. Salve, amenissima e razionale paradiso di Dio, dalla sua benignissima ed onnipotente destra piantato quest'oggi ad Oriente, esalante per lui il soave odore del giglio, e germogliante la rosa immarcescibile per la guarigione di quelli che avevano bevuto ad Occidente l'amarezza d'una morte disastrosa e funesta all'anima; paradiso, in cui fiorisce l'albero della vita per la conoscenza della verità, che dona l'immortalità a chi ne avrà gustato. Salve, edificio sacrosanto, immacolato, palazzo purissimo di Dio sommo Re, ornato d'ogni parte dalla magnificenza del medesimo Re Divino, palazzo che offre a tutti ospitalità e ristora con misteriose delizie; in cui si trova il talamo non manufatto dello Sposo spirituale e risplendente di svariato ornato; in cui il Verbo, volendo chiamare la umanità errante, si disposò alla carne, per riconciliare col Padre quelli che se ne erano allontanati di propria volontà.
Salve, monte di Dio fertilissimo e ombreggiato, nel quale fu nutrito l'Agnello ragionevole che portò i nostri peccati e le nostre infermità; monte, dal quale si rotolò, senza che nessuna mano la staccasse, quella pietra che frantumò gli altari degli idoli, ed è diventata testata d'angolo meravigliosa agli occhi nostri (Ps 117:22). Salve, trono santo di Dio, altare divino, casa di gloria, ornamento incomparabile, tesoro eletto, propiziatorio di tutto l'universo, e cielo che narra la gloria di Dio. Salve, urna formata d'oro puro, contenente la dolcezza più soave delle anime nostre, cioè Cristo, la vera manna. O Vergine purissima e degnissima di ogni lode ed ossequio, tempio consacrato a Dio eccedente in eccellenza ogni creatura, terra intatta, campo fecondo senza coltura, vigna tutta fiorita, fontana che spande acque abbondanti, vergine feconda, e madre senza conoscere uomo, tesoro ascoso d'innocenza e bellezza tutta santa: colle tue accettissime e valide preghiere, grazie alla tua autorità materna, presso il Signore Dio e Creatore di tutto, il tuo Figlio generato da te senza padre terreno, degnati di prendere in mano il governo dell'ordine ecclesiastico e di condurci al porto tranquillo.
Rivesti splendidissimamente i sacerdoti di giustizia e di sentimenti d'una fede provata, pura e sincera. I principi ortodossi, che ti hanno scelta, a preferenza d'ogni splendore di porpora o di oro, e di perle e di pietre preziose, per diadema e manto e ornamento solidissimo del loro regno, dirigili nel loro governo tranquillamente e prosperamente. Abbatti e soggioga le nazioni infedeli che bestemmiano contro di te e contro il Dio nato da te; e conferma nella fede il popolo loro soggetto, affinché perseveri, secondo il precetto di Dio, nell'obbedienza e in una dolce dipendenza. Corona dell'onore della vittoria questa tua stessa città, la quale ti considera come torre e fondamento; custodisci, circondandola di fortezza, l'abitazione di Dio; conserva sempre il decoro del tempio; libera i tuoi lodatori da ogni pericolo e angoscia di spirito; dona la libertà agli schiavi, sii il sollievo dei viandanti privi di tetto e di ogni altro aiuto. Porgi la tua mano soccorritrice al mondo universale, affinché passiamo le tue feste nella gioia e nell'esultanza, e si terminino tutte, come questa che ora celebriamo, lasciandoci splendidi frutti in Gesù Cristo Re dell'universo e nostro vero Dio, a cui sia gloria e potenza insieme col Padre santo principio della vita, e collo Spirito coeterno, consustanziale e coregnante, ora e sempre e per i secoli dei secoli. Così sia.

Omelia di San Sofronio, Vescovo.
Omelia sull'Annunziazione della Madre di Dio.
Che dice quest'Angelo beato mandato alla Vergine tutta pura? O come le trasmette questo faustissimo annunzio? Salve, piena di grazia: il Signore è con te (Luc 1:28). Messaggero di gioia, egli comincia a parlarle di gioia. Egli conosceva infatti e sapeva benissimo, che quel suo messaggio annunziava la gioia a tutti gli uomini e insieme a tutte le creature, e a tutti il sollievo da ogni dolore; egli conosceva, che la notizia di questo divino mistero avrebbe rischiarato il mondo; conosceva, che avrebbe dissipato le tenebre dell'errore; conosceva, che avrebbe spuntato l'aculeo della morte; conosceva, che avrebbe abbattuta la forza della corruzione; conosceva, che avrebbe tolta la vittoria all'inferno; conosceva, che avrebbe fatta risplendere la salvezza all'uomo caduto, che già da tanto tempo era oppresso dal giogo di questi mali, dal momento cioè che fu espulso dal paradiso di delizie, ed esiliato da quel felice soggiorno. Perciò dalla gioia esordisce la sua ambasciata; perciò premette al suo dire voci di gioia; perciò la gioia precede il fausto annunzio, siccome quello che doveva far gioire tutti i credenti.
E certo, era ben giusto che l'annunzio divino della gioia avesse principio da parole ed espressioni significanti la gioia. Per questo infatti anche l'Angelo annunzia prima di tutto la gioia, perché non ignora l'esito felice della sua ambasciata, e sa benissimo che il colloquio ch'egli ha, riuscirà certamente di gioia a tutto il mondo. E veramente qual gioia o qual contentezza si potrà trovare, che non sia di gran lunga al disotto del colloquio avuto colla beata Vergine, cagione della nostra gioia? Gioisci dunque, o madre della gioia più che celeste. Gioisci, o nutrice della gioia più sublime. Gioisci, o trono il più eccellente della gioia della nostra salvezza. Gioisci, o autrice della nostra gioia immortale. Gioisci, o soggiorno mistico della gioia ineffabile. Gioisci, o sorgente beatissima della gioia indefettibile. Gioisci, o tesoro dell'eterna gioia, tu che porti Dio. Gioisci, o albero sempre verdeggiante della gioia vivificante. Gioisci, o Madre di Dio sempre vergine. Gioisci, o Vergine anche dopo il parto purissima. Gioisci, o spettacolo degno d'ammirazione più che tutte le meraviglie.
Chi potrà mai ridire il tuo splendore? Chi oserà mai spiegare il portento che tu sei? Chi potrà mai sperare di pubblicare la tua magnificenza? Tu sei l'ornamento della natura umana; tu sei superiore ai cori degli Angeli; tu eclissi i fulgori degli Arcangeli; le sublimi sedi dei troni sono sotto di te; l'altezza delle Dominazioni s'è abbassata davanti a te; i Principati ti han ceduto la precedenza del comando; la forza delle Potestà pare debole dinanzi alla tua; tu hai mostrato una virtù più potente delle stesse Virtù; tu cogli occhi tuoi corporali hai sorpassato la vista acutissima dei Cherubini; tu colle ali dell'anima, sollevata dal soffio divino, hai volato più in alto dei Serafini dalle sei ali; tu infine superi di gran lunga ogni altra creatura, siccome quella che hai brillato in purezza sopra ogn'altra creatura, ed hai accolto in te il Creatore di tutte le creature; e l'hai portato nel tuo seno e generato; e sola, tra tutte le creature, sei divenuta Madre di Dio. (…)
Veramente tu sei la benedetta fra le donne, perché hai cambiato in benedizione la maledizione contro Eva; perché hai fatto sì che Adamo, il quale prima giaceva sotto il peso dell'anatema, fosse per te benedetto. Veramente tu sei la benedetta fra le donne, perché per te la benedizione del Padre celeste s'è sparsa sugli uomini, e li ha liberati dall'antica maledizione. Veramente tu sei la benedetta fra le donne, perché per te i tuoi progenitori hanno trovato la salvezza: dacché tu devi dare alla luce il Salvatore, che otterrà loro la salvezza da Dio. Veramente tu sei la benedetta fra le donne, perché senza concorso d'uomo hai prodotto il frutto che dona al mondo intero la benedizione, e lo riscatta dalla maledizione che gli faceva germinare spine. Veramente tu sei la benedetta fra le donne, perché non essendo che una donna secondo la natura, tuttavia sei divenuta vera Madre di Dio. Infatti, se colui che deve nascere da te, è vero Dio incarnato, a tutto buon dritto tu ti appelli Madre di Dio, avendo tu verissimamente generato un Dio.
Non temere, Maria, perché hai trovato tal grazia presso Dio, che non può mai perire; hai trovato presso Dio una grazia al disopra d'ogni grazia; hai trovato presso Dio una grazia meritevole d'essere ricercata con tutti i voti; hai trovato presso Dio una grazia che sorpassa in splendore ogni altra grazia; hai trovato presso Dio una grazia che non viene mai meno; hai trovato presso Dio una grazia che ti fa salva; hai trovato presso Dio una grazia che non sarà scossa da nessun attacco; hai trovato presso Dio una grazia sempre vittoriosa; hai trovato presso Dio una grazia di eterna durata. Certo anche altri, e molti altri rifulsero prima di te per eminente santità. Ma a nessuno venne donata, come a te, la pienezza della grazia; nessuno, come te, è stato innalzato a tanta magnificenza; nessuno, come te, è stato prevenuto dalla grazia che purifica; nessuno, come te, rifulse di luce celeste; nessuno, come te, è stato esaltato al disopra d'ogni grandezza.
E certo conveniva che fosse così poiché nessuno, al pari di te, s'è avvicinato a Dio; nessuno, al pari di te, è stato arricchito dei doni da Dio; nessuno, al pari di te, è stato fatto partecipe della grazia di Dio. Tu vinci tutto quanto può eccellere fra gli uomini; tu superi tutti i doni che la liberalità di Dio ha sparso sulle altre creature. Tu infatti sei arricchita, più di tutti, della possessione di Dio che abita in te. Nessuno poté mai contenere così Dio dentro di sé; nessuno poté mai godere così della presenza di Dio; nessuno si trovò mai degno d'essere così illuminato da Dio: e perciò non solo ricevesti in te Dio Creatore e Signore di tutto, ma è in te ch'egli s'è ineffabilmente incarnato, e tu l'hai portato nel tuo seno, e poi l'hai generato, colui che doveva riscattare tutti gli uomini dalla condanna contro il primo padre e largire loro la salvezza che non avrà più fine. Per questo io, rivolto a te, ho esclamato ed esclamerò di nuovo con tutto l'ardore: Salve, piena di grazia: il Signore è con te; tu sei la benedetta fra le donne (Lc 1:28).

Omelia di San Tarasio, Vescovo.
Sulla Presentazione della Madre di Dio.
Di quali lodi ti colmeremo, o Maria? O donzella immacolata; o vergine senza macchia; o decoro delle donne, gloria delle fanciulle! O Vergine e madre tutta santa, tu sei benedetta tra tutte le donne; tu illustre per la tua innocenza; tu sei il suggello della verginità. Tu hai espiato la maledizione di Adamo; tu hai pagato il debito di Eva. Tu sei l'offerta purissima di Abele; il meglio delle sue primizie; il sacrificio immacolato ch'egli offriva. Tu quella speranza in Dio ch'Enos non arrossiva di mostrare; tu quella giustizia d'Enoch che comincia sulla terra per passare in una vita più sicura. Tu l'arca di Noè, e, presso Dio, tu ci ottieni il beneficio della seconda rigenerazione. Tu lo splendore illustrissimo del regno e del sacerdozio di Melchidesech; tu la ferma fiducia di Abramo e quella fede docile, netta promessa d'una posterità che doveva nascere da lui. Tu il nuovo sacrificio d'Isacco e l'olocausto d'una creatura ragionevole; tu la cagione per cui Giacobbe vide la scala per la quale si saliva e scendeva, e l'espressione più nobile di quella fecondità donde sortono le dodici tribù. Tu sei apparsa figlia di Giuda per l'origine; tu sei la castità di Giuseppe e la rovina dell'antico Egitto, cioè della sinagoga dei Giudei, o Immacolata! Tu sei il libro dato da Dio a Mosè, il promulgatore della legge, libro nel quale è scritto il mistero della rigenerazione, ed è scolpita su tavole col dito di Dio la legge come già sul monte Sinai; per te il nuovo Israele sarà sottratto alla schiavitù degli Egiziani spirituali, e nutrito, come l'antico popolo nella solitudine, di manna e di acqua scaturita dalla pietra, pietra ch'era il Cristo che doveva nascere dal tuo seno, come uno sposo esce dalla camera nuziale. Tu la verga fiorente d'Aronne; tu sei la figlia di David adorna di vesti dalle frange d'oro, risplendente di svariati ornamenti.
Tu sei lo specchio dei profeti e il termine delle loro profezie. Te Ezechiele, nel suo ardore profetico, chiamò la porta chiusa (Ezech 44:22), per la quale nessun uomo passerà mai, all'infuori del Signore Dio solo, il quale conserverà la porta chiusa. Te Isaia, il più eloquente dei profeti, preannunzia qual verga di Jesse, da cui spunterà quel fiore, il Cristo (Is 11:1), il quale, estirpati fin dalle radici i germi dei vizi, porrà nel suo campo la pianta della conoscenza di Dio. Te predisse Geremia, dicendo: Ecco, verranno giorni, dice il Signore, in cui io farò una nuova alleanza colla casa d'Israele e colla casa di Giuda, siccome ho promesso ai loro padri (Jerem 31:31), indicando così la venuta e la nascita del tuo Figlio, e invitando il popolo dei Gentili da tutta la terra ad adorarlo come Dio. Te anche Daniele, l'uomo dei desideri, proclamò qual monte grandioso, dal quale Cristo, pietra angolare, si staccherà per rovinare e ridurre in polvere i simulacri del serpente multiforme (Dan 2,45). Te io onoro agnella immacolata, te predico piena di grazia, te canto siccome l'abitazione pura e immacolata di Dio. E certo, dove abbondò la colpa, sovrabbondò pure la grazia (Rom 5:20). Per una donna ci venne la morte; per una donna Dio riparerà ogni cosa. Per il serpente ricevemmo un alimento di sapore amaro, ma il suo figlio ci nutrirà di un nuovo alimento d'immortalità. Eva, nostra prima madre, diede alla luce Caino, il primo invidioso e malvagio; ma il tuo Figlio unigenito sarà il primogenito della vita e della risurrezione. O prodigio inaudito! O novità ammirabile! O sapienza che nessuna parola potrà esprimere adeguatamente.
E noi popolo di Dio, nazione santa, società accetta, figli della colomba, progenie della grazia, in questa solennità della Vergine innalziamo soavi cantici con animi puri, con labbra incontaminate, con tutta la forza della nostra voce. Onorando, come si conviene, questa festa insigne, questa augusta solennità che letifica gli Angeli e merita d'esser celebrata da tutte le lingue degli uomini, cantiamo insieme con riverenza e santa gioia il saluto di Gabriele. Salve, delizia del Padre, per mezzo della quale la cognizione di Dio s'è estesa fino agli estremi confini della terra. Salve, dimora del Figlio, dalla quale egli uscì rivestito di carne. Salve, santuario ineffabile dello Spirito Santo. Salve, più santa dei Cherubini; salve, più gloriosa dei Serafini; salve, più grande del cielo; salve, più risplendente del sole; salve, più lucente della luna; salve, più brillante di tutti gli astri; salve, nube leggera, che spandi la rugiada della pioggia celeste. Salve, aura santa, che hai dissipato dalla terra lo spirito di malizia. Salve, nobile oggetto di lode dei Profeti; salve, tu, il cui nome gli Apostoli han fatto udire per tutto l'universo; salve, testimonianza eccellente dei Martiri; salve, acclamata con ogni elogio dai Patriarchi; salve, sublime ornamento dei Santi. Salve, causa di salvezza per tutti i mortali; salve, regina conciliatrice di pace; salve, splendore immacolato delle madri. Salve, mediatrice di tutto ciò ch'è sotto il cielo; salve, riparatrice di tutto l'universo; salve, piena di grazia, il Signore è con te: egli, ch'essendo innanzi a te, è nato da te, per vivere con noi. A lui lode, insieme col Padre e collo Spirito santissimo e vivificatore, ora e sempre, e per gl'infiniti secoli dei secoli. Così sia.

Omelia di San Bernardo, Abate.
Omelia 2 sul Missus est.
Rallegrati, padre Adamo, ma tu soprattutto, madre Eva, esulta, che come foste i progenitori di tutti, così di tutti foste pure la rovina; e, quel ch'è più deplorevole, prima rovina che progenitori. Consolatevi, lo dico a tutti due, per questa figlia, e per tale figlia; ma principalmente a quella che fu la prima cagione del male, il cui obbrobrio s'è trasmesso a tutte le donne. Infatti si approssima il tempo in cui ormai sarà tolto l'obbrobrio, e l'uomo non avrà più di che accusare la donna: egli specialmente, cercando impudentemente di scusare se stesso, non dubitò di accusarla crudelmente, dicendo: La donna, che m'hai data, m'ha dato del frutto, ed io l'ho mangiato (Gen 3:12). O Eva, corri dunque a Maria; o madre, corri a tanta figlia; risponda la figlia per la madre; liberi lei la madre dall'obbrobrio; lei soddisfaccia al padre per la madre: perché se l'uomo è caduto per la donna, egli ora non si rialza che per la donna.
Che dicevi, o Adamo? La donna che m'hai data, m'ha dato del frutto, e io l'ho mangiato (Gen 3:2). Queste sono parole maliziose, colle quali aggravi anziché diminuire la tua colpa. Nondimeno la Sapienza ha vinto la malizia, perché ella ha trovato nel tesoro della sua inesauribile bontà quell'occasione di perdono che Dio, interrogandoti, cercò, ma non poté cavare da te. Infatti invece della prima donna ci è data un'altra donna, una prudente invece di una stolta, una umile invece di una superba; la quale invece d'un frutto di morte, ti dia a gustare un frutto di vita, e in cambio di quell'amaro e velenoso alimento, ti procuri la dolcezza d'un frutto eterno. Muta, dunque, le parole della stolta scusa in voci di azioni di grazie, e di': Signore, la donna che m'hai data m'ha dato del frutto dell'albero della vita, e io l'ho mangiato; ed esso è più dolce alla mia bocca del miele, perché per esso m'hai reso la vita. Ed ecco perché l'Angelo fu mandato alla Vergine ammirabile e d'ogni onore degnissima! O donna singolarmente veneranda, ammirabile più che tutte le donne, riparatrice dei tuoi progenitori, sorgente di vita per l'intera posterità!
Qual altra donna ti sembra aver Dio preannunziato, quando disse al serpente: Porrò inimicizia fra te e la donna (Gen 3:15)? E se dubiti ancora avere egli inteso di Maria, ascolta quel che segue: Ella ti schiaccerà la testa. A chi è riservata questa vittoria, se non a Maria? Ella senza dubbio ha schiacciato la testa velenosa, ella ha ridotto a niente ogni suggestione del maligno sia ch'esso tenti colla seduzione della carne o con l'orgoglio dello spirito. E qual altra cercava Salomone quando diceva: Chi troverà la donna forte? (Prov 31:10). Conosceva infatti quest'uomo sapiente l'infermità di questo sesso, la fragilità del suo corpo, la volubilità del suo spirito. Ma siccome egli aveva letto la promessa fatta da Dio, e gli pareva conveniente che colui che aveva vinto per una donna fosse vinto per mezzo di essa, sommamente meravigliato, esclamava: Chi troverà la donna forte? Ch'è quanto dire: Se dalla mano d'una donna dipende così e la nostra comune salvezza e la restituzione dell'innocenza, e la vittoria sul nemico, è assolutamente necessario di trovare una donna forte che possa essere capace di tanta opera.

Credo

OFFERTORIUM
Luc 1:28. Ave, María, grátia plena: Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus, allelúja.

Luc 1:28. Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne. Alleluia.

SECRETA
Salutárem hóstiam, quam in solemnitáte Immaculátae Conceptiónis beátae Vírginis Maríae tibi, Dómine, offérimus, súscipe et praesta: ut, sicut illam tua grátia praeveniénte ab omni labe immúnem profitémur; ita ejus intercessióne a culpis ómnibus liberémur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Accetta, o Signore, quest'ostia di salvezza che Ti offriamo nella solennità dell'Immacolata Concezione della beata Vergine Maria: e fa' che, come la crediamo immune da ogni colpa perché prevenuta dalla tua grazia, così, per sua intercessione, siamo liberati da ogni peccato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente.
Se la solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria cade di Domenica, si fa la commemorazione della Domenica con le sue proprie Orazioni corrispondenti.

Si dice il Prefazio della Beata Vergine Maria per tutta l'Ottava in tutte le Sante Messe che non siano del Tempo e che non esigano altro Prefazio a norma delle Rubriche.

PRAEFATIO DE BEATA MARIA VIRGINE
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubique grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Et te in Conceptióne immaculáta beátae Maríae semper Vírginis collaudáre, benedícere et praedicáre. Quae et Unigénitum tuum Sancti Spíritus obumbratióne concépit: et, virginitátis glória permanénte, lumen aetérnum mundo effúdit, Jesum Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Te, nella Concezione immacolata della Beata sempre Vergine Maria, lodiamo, benediciamo ed esaltiamo. La quale concepì il tuo Unigenito per opera dello Spirito Santo e, conservando la gloria della verginità, generò al mondo la luce eterna, Gesù Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Gloriósa dicta sunt de te, María: quia fecit tibi magna qui potens est.

Cose gloriose sono dette di te, o Maria: perché grandi cose ti ha fatte Colui che è potente.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Sacraménta quae súmpsimus, Dómine Deus noster: illíus in nobis culpae vúlnera réparent; a qua Immaculátam beátae Maríae Conceptiónem singuláriter praeservásti. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
I sacramenti ricevuti, o Signore Dio nostro, riparino in noi le ferite di quella colpa dalla quale preservasti in modo singolare l'Immacolata Concezione della beata Maria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente.
Se la solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria cade di Domenica, si fa la commemorazione della Domenica con le sue proprie Orazioni corrispondenti.

[1] Per uno speciale privilegio, nel Regno delle Due Sicilie, i paramenti per la festa odierna e la sua Ottava sono celesti o blu.
[2] Questo brano in realtà non è di San Girolamo, ma di Pascasio Radberto, abate di Corbie (IX secolo). Vedi P.L. t. XXX, col. 130.