Doppio.
Paramenti bianchi.
Aurelio Ambrogio, vescovo di Milano, figlio di Ambrogio cittadino romano, nacque a Treviri nell'anno 339, allorché il padre era prefetto della Gallia. Si racconta che, bambino, uno sciame di api si posasse sulla sua bocca presagio della sua divina eloquenza. Fu educato a Roma nelle arti liberali. Dopo cinque anni di avvocatura a Sirmio, nel 370 fu preposto dal prefetto Probo quale governatore consolare dell'Italia Annonaria per la provincia romana “Aemilia et Liguria” (Emilia e Liguria), di là poi per ordine dello stesso Probo andò con pieni poteri a Milano, dove divenne una figura di rilievo nella corte dell'imperatore Valentiniano I. La sua abilità di funzionario nel dirimere i forti contrasti tra gli Ariani e i Cattolici gli acquistò apprezzamento da parte di entrambe le fazioni. Nel 374, essendo morto il vescovo Ariano Aussenzio di Milano, l'equilibrio tra le due fazioni sembrò precipitare: infatti, il popolo era in discordia per la scelta del successore. Quindi Ambrogio essendo entrato in chiesa per calmare, secondo il dovere del suo ufficio, la sedizione suscitatasi, dopo aver parlato a lungo con eloquenza della pace e della tranquillità pubblica, ad un tratto uditosi un fanciullo gridare: «Ambrogio vescovo!», tutto il popolo ripeté l'acclamazione, domandando Ambrogio per suo vescovo.
Aurelio Ambrogio, vescovo di Milano, figlio di Ambrogio cittadino romano, nacque a Treviri nell'anno 339, allorché il padre era prefetto della Gallia. Si racconta che, bambino, uno sciame di api si posasse sulla sua bocca presagio della sua divina eloquenza. Fu educato a Roma nelle arti liberali. Dopo cinque anni di avvocatura a Sirmio, nel 370 fu preposto dal prefetto Probo quale governatore consolare dell'Italia Annonaria per la provincia romana “Aemilia et Liguria” (Emilia e Liguria), di là poi per ordine dello stesso Probo andò con pieni poteri a Milano, dove divenne una figura di rilievo nella corte dell'imperatore Valentiniano I. La sua abilità di funzionario nel dirimere i forti contrasti tra gli Ariani e i Cattolici gli acquistò apprezzamento da parte di entrambe le fazioni. Nel 374, essendo morto il vescovo Ariano Aussenzio di Milano, l'equilibrio tra le due fazioni sembrò precipitare: infatti, il popolo era in discordia per la scelta del successore. Quindi Ambrogio essendo entrato in chiesa per calmare, secondo il dovere del suo ufficio, la sedizione suscitatasi, dopo aver parlato a lungo con eloquenza della pace e della tranquillità pubblica, ad un tratto uditosi un fanciullo gridare: «Ambrogio vescovo!», tutto il popolo ripeté l'acclamazione, domandando Ambrogio per suo vescovo.
Ricusandosi
egli e resistendo alle loro preghiere, l'ardente voto del popolo fu portato
all'imperatore Valentiniano I, al quale riuscì graditissimo veder domandati per
il sacerdozio magistrati di sua scelta. E ciò tornò pure gradito al prefetto
Probo, il quale alla partenza di Ambrogio, quasi divinando, gli aveva detto: «Va',
e diportati non da giudice ma da vescovo». Pertanto, la volontà dell'imperatore
accordandosi col desiderio del popolo, Ambrogio fu battezzato - perché era
catecumeno -, iniziato ai sacri misteri, e, passato per tutti i gradi degli
ordini stabiliti dalla Chiesa, ricevé, l'ottavo giorno, che fu il 7 dicembre
374, la consacrazione episcopale. Divenuto vescovo, difese intrepidamente la
fede cattolica e la disciplina ecclesiastica; convertì alla vera fede molti
Ariani ed altri eretici, tra i quali generò a Gesù Cristo il chiarissimo
luminare della chiesa, Sant'Agostino.
Ucciso
l'imperatore Graziano nel 383, egli si portò due volte come deputato, da
Massimo suo uccisore; e, ricusando questi di far penitenza, interruppe ogni
relazione con lui. Interdisse l'ingresso in chiesa all'imperatore Teodosio a
cagione della strage di Tessalonica, avvenuta nel 390. E siccome questi gli diceva
che anche David, re come lui, era stato adultero e omicida, Ambrogio rispose: «Giacché
l'hai seguito nella colpa, seguilo anche nella penitenza». Onde Teodosio compì
umilmente la pubblica penitenza da lui impostagli, riammettendolo ai sacramenti
nella notte di Natale di quello stesso anno. In ambito liturgico, il Santo Vescovo arricchì l'Ufficio divino di inni sacri; fece cantare i Salmi dall'Assemblea dei fedeli divisa in due cori e diede il suo nome al rito ambrosiano. Egli, avendo dunque
sostenuto per la Chiesa di Dio molte fatiche e sollecitudini, e scritto ancora
egregiamente molti libri, prima di cader malato, predisse il giorno della sua
morte. Sant'Onorato, vescovo di Vercelli, avvertito tre volte da voce divina,
accorse al suo capezzale, e gli amministrò il Santo Corpo del Signore; preso il
quale, unite le mani a mo' di croce, pregando, rese l'anima a Dio nella notte del Sabato Santo 4 aprile,
nell'anno della nascita di Cristo 397.
Claude Vignon, Sant'Ambrogio di Milano, Istituto d'Arte di Minneapolis, Stati Uniti, sec. XVII. |
La Chiesa loda il Signore per aver conferito ai Santi Dottori la sapienza, l'intelligenza e la santità con cui spandere dovunque il lume della dottrina evangelica.
INTROITUS
Eccli 15:5. In médio Ecclésiae apéruit os ejus: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiae et intelléctus: stolam glóriae índuit eum. Ps 91:2. Bonum est confitéri Dómino: et psállere nómini tuo, Altíssime. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. In médio Ecclésiae apéruit os ejus: et implévit eum Dóminus spíritu sapiéntiae et intelléctus: stolam glóriae índuit eum.
Eccli 15:5. Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria. Ps 91:2. È bene cantare la gloria al Signore: e lodare, Altissimo, il tuo Nome. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Dio gli aprì la bocca in mezzo all'assemblea, lo riempì dello spirito di sapienza e d'intelligenza; lo coprì col manto della gloria.
Gloria
ORATIO
Orémus.
Deus, qui pópulo tuo aetérnae salútis beátum Ambrósium minístrum tribuísti: praesta, quaesumus; ut, quem Doctórem vitae habúimus in terris, intercessórem habére mereámur in coelis. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
O Dio, che hai concesso al tuo popolo, quale ministro di eterna salvezza, il beato Ambrogio, concedine che quegli che in terra ci è stato Dottore, meritiamo di averlo intercessore in cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Orémus.
Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente e poi, con unica conclusione, la commemorazione della Vigilia dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Deus, qui Unigéniti tui Matrem ab origináli
culpa in sua Conceptióne mirabíliter praeservásti: da, quaesumus; ut sua nos
intercessióne munítos, corde mundos fácias suae interésse festivitáti. Per
eundem Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Preghiamo.
Dio, che hai preservato nella sua concezione in modo mirabile dalla
colpa originale la Madre del tuo Unigenito: concedici, ti
preghiamo, che, muniti della sua intercessione, partecipiamo con cuore puro
alla sua festività. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
I Dottori della Chiesa hanno messo in pratica i consigli che San Paolo dava a San Timoteo. Predicarono in ogni maniera la dottrina di Gesù Cristo, reagendo contro quella curiosità morbosa che rende certe anime avide ad intendere teorie nuove ed erronee in fatto di religione. Avendo combattuta la buona battaglia, come l'Apostolo, per il Vangelo e conservato intatto il deposito sacro della dottrina cristiana, ricevono in cielo la corona destinata a compensarli della loro santità apostolica.
LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Timótheum.
2Tim 4:1-8.
Caríssime: Testíficor coram Deo, et Jesu Christo, qui judicatúrus est vivos et mórtuos, per advéntum ipsíus et regnum ejus: praedica verbum, insta opportúne, importúne: árgue, óbsecra, íncrepa in omni patiéntia, et doctrína. Erit enim tempus, cum sanam doctrínam non sustinébunt, sed ad sua desidéria coacervábunt sibi magístros, pruriéntes áuribus, et a veritáte quidem audítum avértent, ad fábulas autem converténtur. Tu vero vígila, in ómnibus labóra, opus fac Evangelístae, ministérium tuum ímple. Sóbrius esto. Ego enim jam delíbor, et tempus resolutiónis meae instat. Bonum certámen certávi, cursum consummávi, fidem servávi. In réliquo repósita est mihi coróna justítiae, quam reddet mihi Dóminus in illa die, justus judex: non solum autem mihi, sed et iis, qui díligunt advéntum ejus.
Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo a Timoteo.
2Tim 4:1-8.
Carissimo: Ti scongiuro davanti a Dio e a Gesù Cristo, che ha da venire a giudicare i vivi ed i morti, per la sua venuta e per il suo regno: predica la Parola, insisti a tempo opportuno e fuori tempo. Riprendi, esorta, sgrida con paziente insegnamento; perché verrà tempo in cui la gente non potrà sopportare la sana dottrina, ma per assecondare la propria passione e per prurito di novità, si creerà una folla di maestri, e per non ascoltare la verità andrà dietro a favole. Ma tu veglia sopra tutte le cose, sopporta le afflizioni, compi l'ufficio di predicare il Vangelo, adempi il tuo ministero e sii temperante. In quanto a me il mio sangue sta per essere versato come una libazione e il tempo del mio scioglimento dal corpo è vicino. Ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede. Non mi resta che ricevere la corona di giustizia, che mi darà in quel giorno il Signore, giusto giudice; e non solo a me, ma anche a quelli che desiderano la sua venuta.
GRADUALE
Eccli 44:16. Ecce sacérdos magnus, qui in diébus suis plácuit Deo. Eccli 44:20. ℣. Non est invéntus símilis illi, qui conservaret legem Excélsi.
Eccli 44:16. Ecco il grande pontefice, che nella sua vita piacque a Dio. Eccli 44:20. ℣. Non si trovò alcuno simile a lui nell'osservare la legge dell'Eccelso.
ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 109:4. ℣. Jurávit Dóminus, et non poenitébit eum: Tu es sacérdos in aetérnum, secúndum órdinem Melchísedech. Allelúja.
Alleluia, alleluia. Ps 109:4. ℣. Il Signore l'ha giurato e non si pentirà: Tu sei sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchisedech. Alleluia.
I Dottori sono il sale che deve preservare le anime dalla corruzione: sono la luce che illumina gli uomini immersi nelle tenebre dell'errore e del peccato. Predicando con la loro dottrina e il loro esempio, glorificano Dio, il quale solo dà la grazia di compiere bene il proprio dovere. E siccome l'osservanza delle minime prescrizioni della legge riceve la sua ricompensa, essi sono grandi nel regno dei cieli.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 5:13-19.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Vos estis sal terrae. Quod si sal evanúerit, in quo saliétur? Ad níhilum valet ultra, nisi ut mittátur foras, et conculcétur ab homínibus. Vos estis lux mundi. Non potest cívitas abscóndi supra montem pósita. Neque accéndunt lucérnam, et ponunt eam sub módio, sed super candelábrum, ut lúceat ómnibus qui in domo sunt. Sic lúceat lux vestra coram homínibus, ut vídeant ópera vestra bona, et gloríficent Patrem vestrum, qui in coelis est. Nolíte putáre, quóniam veni sólvere legem aut prophétas: non veni sólvere, sed adimplére. Amen, quippe dico vobis, donec tránseat coelum et terra, iota unum aut unus apex non praeteríbit a lege, donec ómnia fiant. Qui ergo solverit unum de mandátis istis mínimis, et docúerit sic hómines, mínimus vocábitur in regno coelórum: qui autem fécerit et docúerit, hic magnus vocábitur in regno coelórum.
Seguito ✠ del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 5:13-19.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Voi siete il sale della terra. E se il sale perde la sua virtù, come lo si riattiverà? Non è più buono se non ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città posta sopra un monte. Né si accende la lucerna per riporla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia lume a quanti sono in casa. Così risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti, ma a completare. In verità vi dico che finché non passi il cielo e la terra non passerà un solo iota o un apice solo della Legge, che tutto non sia compiuto. Chi pertanto violerà uno dei minimi di questi comandamenti e insegnerà così agli uomini, sarà tenuto minimo nel regno dei cieli; ma colui che avrà operato ed insegnato, sarà tenuto grande nel regno dei cieli.
Omelia di Sant'Agostino, Vescovo.
Libro 1 sul Sermone del Signore sul monte, cap. 6.
Il Signore ci mostra doversi giudicare insensati coloro che, cercando l'abbondanza dei beni temporali o temendo d'esserne privati, perdono gli eterni, che gli uomini non possono né dare né togliere. Ora se il sale diventa insipido, con che si salerà? (Matt. 5:13) Cioè, se voi, che dovete in un certo modo condire i popoli, per timore delle persecuzioni temporali perderete il regno dei cieli: quali saranno gli uomini che potranno ritrarvi dall'errore, dal momento che Dio ha scelto voi per togliere gli altri dall'errore?
Dunque il sale insipido non serve più a nulla se non ad essere gettato via pestato dagli uomini (Matt 5:13). Pertanto non è calpestato dagli uomini chi soffre persecuzione; ma chi istupidisce per timore della persecuzione. Poiché non può essere calpestato se non uno inferiore; ma non è inferiore chi, sebbene patisca molto sulla terra nel corpo, tuttavia col cuore abita in cielo.
Voi siete la luce del mondo (Matt 5:14). Come più sopra ha detto il sale della terra (Matt 5:13), così ora dice la luce del mondo. Ora per questa terra, di cui si parla più sopra, non si deve intendere quella che calpestiamo coi nostri piedi corporei; bensì gli uomini che abitano sulla terra, o anche i peccatori, a rialzare i quali col condimento della sapienza e a distruggere le loro perverse inclinazioni, il Signore inviò nel mondo il sale apostolico. E qui mondo si deve intendere non il cielo e la terra, ma gli uomini che sono nel mondo o amano il mondo, e che gli Apostoli hanno la missione d'illuminare. Non può rimaner nascosta una città situata su un monte (Matt 5:14): cioè, fondata sopra un'insigne e grande giustizia, significata anche nello stesso monte, su cui il Signore si trova a parlare.
Credo
Credo
OFFERTORIUM
Ps 88:25. Véritas mea et misericórdia mea cum ipso: et in
nómine meo exaltábitur cornu ejus.
Ps 88:25. Con lui staranno la mia fedeltà e il mio amore,
e s'innalzerà nel mio Nome la sua forza.
SECRETA
Omnípotens sempitérne Deus, múnera tuae majestáti obláta, per intercessiónem beáti Ambrósii Confessóris tui atque Pontíficis, ad perpétuam nobis fac proveníre salútem. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
O Dio onnipotente ed eterno, per l'intercessione del beato Ambrogio Confessore tuo e Vescovo, fa' che i doni offerti alla maestà tua giovino alla nostra eterna salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente e poi, con unica conclusione, la commemorazione della Vigilia dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Múnera nostra, Dómine, apud tuam cleméntiam immaculátae Dei Genetrícis commendet orátio: quam ab omni origináli labe praeservásti; ut dignum Fílii tui habitáculum effici mererétur: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.
Signore, la preghiera dell'Immacolata Madre di Dio raccomandi i nostri doni presso la tua clemenza: ella che tu preservasti da ogni macchia originale, affinché meritasse di diventare degna abitazione del tuo Figlio: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Omnípotens sempitérne Deus, múnera tuae majestáti obláta, per intercessiónem beáti Ambrósii Confessóris tui atque Pontíficis, ad perpétuam nobis fac proveníre salútem. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
O Dio onnipotente ed eterno, per l'intercessione del beato Ambrogio Confessore tuo e Vescovo, fa' che i doni offerti alla maestà tua giovino alla nostra eterna salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente e poi, con unica conclusione, la commemorazione della Vigilia dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Múnera nostra, Dómine, apud tuam cleméntiam immaculátae Dei Genetrícis commendet orátio: quam ab omni origináli labe praeservásti; ut dignum Fílii tui habitáculum effici mererétur: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.
Signore, la preghiera dell'Immacolata Madre di Dio raccomandi i nostri doni presso la tua clemenza: ella che tu preservasti da ogni macchia originale, affinché meritasse di diventare degna abitazione del tuo Figlio: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
COMMUNIO
Ps 88:36-38. Semel jurávi in sancto meo: Semen ejus in aetérnum manébit, et sedes ejus sicut sol in conspéctu meo, et sicut luna perfécta in aetérnum, et testis in coelo fidélis.
Ps 88:36-38. Semel jurávi in sancto meo: Semen ejus in aetérnum manébit, et sedes ejus sicut sol in conspéctu meo, et sicut luna perfécta in aetérnum, et testis in coelo fidélis.
Ps 88:36-38. Questo giurai
sulla mia santità: la stirpe di lui durerà in eterno e il suo trono quanto il
sole dinanzi a me; perdurerà come la luna e come i cieli sarà stabile in
perpetuo.
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Sacraménta salútis nostrae suscipiéntes,
concéde, quaesumus, omnípotens Deus: ut beáti Ambrósii Confessóris tui atque
Pontíficis nos ubíque orátio ádjuvet; in cujus veneratióne haec tuae obtúlimus
majestáti. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Ricevuti i sacramenti della nostra salvezza,
concedici, Dio onnipotente, che ci assista sempre l'intercessione del beato
Ambrogio Confessore tuo e Vescovo, in cui onore abbiamo offerto questo
sacrificio alla tua maestà. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Orémus.
Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente e poi, con unica conclusione, la commemorazione della Vigilia dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Concéde, miséricors Deus, fragilitáti nostrae
praesídium: ut, qui immaculátae Conceptiónis Genetrícis unigéniti Fílii tui
festivitátem praevenímus; intercessiónis ejus auxílio a nostris iniquitátibus
resurgámus. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Concedi, Dio misericordioso, aiuto alla nostra
fragilità: affinché, noi che anticipiamo la festività dell'immacolata
Concezione della Madre del Figlio tuo unigenito, con l'aiuto della di lei
intercessione ci rialziamo dalle nostre iniquità. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Infine si legge l'ultimo Vangelo della Vigilia dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Initium ✠ sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 1:1-16.
Liber generatiónis Jesu Christi, fílii David, fílii Abraham. Abraham génuit Isaac. Isaac autem génuit Jacob. Jacob autem génuit Judam et fratres ejus. Judas autem génuit Phares et Zaram de Thamar. Phares autem génuit Esron. Esron autem génuit Aram. Aram autem génuit Amínadab. Amínadab autem génuit Naásson. Naásson autem génuit Salmon. Salmon autem génuit Booz de Rahab. Booz autem génuit Obed ex Ruth. Obed autem génuit Jesse. Jesse autem génuit David regem. David autem rex génuit Salomónem ex ea, quae fuit Uriae. Sálomon autem génuit Róboam. Róboam autem génuit Abíam. Abías autem génuit Asa. Asa autem génuit Josaphat. Jósaphat autem génuit Joram. Joram autem génuit Ozíam. Ozías autem génuit Jóatham. Jóatham autem génuit Achaz. Achaz autem génuit Ezechíam. Ezechías autem génuit Manássen. Manásses autem génuit Amon. Amon autem génuit Josíam. Josías autem génuit Jechoníam et fratres ejus in transmigratióne Babylónis. Et post transmigratiónem Babylónis: Jechonías génuit Saláthiel. Saláthiel autem génuit Zoróbabel. Zoróbabel autem génuit Abiud. Abiud autem génuit Elíacim. Elíacim autem génuit Azor. Azor autem génuit Sadoc. Sadoc autem génuit Achim. Achim autem génuit Eliud. Eliud autem génuit Eleázar. Eleázar autem génuit Mathan. Mathan autem génuit Jacob. Jacob autem génuit Joseph, virum Maríae, de qua natus est Jesus, qui vocátur Christus.
Inizio ✠ del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 1:1-16.
Infine si legge l'ultimo Vangelo della Vigilia dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Initium ✠ sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 1:1-16.
Liber generatiónis Jesu Christi, fílii David, fílii Abraham. Abraham génuit Isaac. Isaac autem génuit Jacob. Jacob autem génuit Judam et fratres ejus. Judas autem génuit Phares et Zaram de Thamar. Phares autem génuit Esron. Esron autem génuit Aram. Aram autem génuit Amínadab. Amínadab autem génuit Naásson. Naásson autem génuit Salmon. Salmon autem génuit Booz de Rahab. Booz autem génuit Obed ex Ruth. Obed autem génuit Jesse. Jesse autem génuit David regem. David autem rex génuit Salomónem ex ea, quae fuit Uriae. Sálomon autem génuit Róboam. Róboam autem génuit Abíam. Abías autem génuit Asa. Asa autem génuit Josaphat. Jósaphat autem génuit Joram. Joram autem génuit Ozíam. Ozías autem génuit Jóatham. Jóatham autem génuit Achaz. Achaz autem génuit Ezechíam. Ezechías autem génuit Manássen. Manásses autem génuit Amon. Amon autem génuit Josíam. Josías autem génuit Jechoníam et fratres ejus in transmigratióne Babylónis. Et post transmigratiónem Babylónis: Jechonías génuit Saláthiel. Saláthiel autem génuit Zoróbabel. Zoróbabel autem génuit Abiud. Abiud autem génuit Elíacim. Elíacim autem génuit Azor. Azor autem génuit Sadoc. Sadoc autem génuit Achim. Achim autem génuit Eliud. Eliud autem génuit Eleázar. Eleázar autem génuit Mathan. Mathan autem génuit Jacob. Jacob autem génuit Joseph, virum Maríae, de qua natus est Jesus, qui vocátur Christus.
Inizio ✠ del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 1:1-16.
Libro
della generazione di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo
generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli.
Giuda generò Fares e Zara da Tamar. Fares generò Esron, Esron generò Aram, Aram
generò Amínadab, Amínadab generò Naasson, Naasson generò Salmon, Salmon generò
Booz da Raab. Booz generò Obed da Ruth, Obed generò Iesse. Iesse generò il re
Davide. Il re Davide generò Salomone da colei che era stata (moglie) di Uria.
Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asa, Asa generò
Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam
generò Achaz, Achaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò
Amon, Amon generò Giosia, Giosia generò Geconia e i suoi fratelli al tempo
della deportazione in Babilonia. E dopo la deportazione in Babilonia Geconia
generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiud, Abiud
generò Eliacim, Eliacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim,
Achim generò Eliud, Eliud generò Eleazar, Eleazar generò Matan, Matan generò
Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, sposo di Maria, da cui nacque Gesù chiamato
il Cristo.