Paramenti bianchi.
La
Santa Chiesa commemora nella sua liturgia tutte le fasi dell'esistenza del suo
divin Fondatore. Appena nato, il Bambino divino è perseguitato dal re Erode; la
Santa Chiesa, ancora in culla, invia al cielo il suo primo martire, nella
persona del diacono Santo Stefano e i suoi primi 25 sommi Pontefici muoiono
quasi tutti martiri. Tornato dall'Egitto, Nostro Signore Gesù Cristo cresce in
età e sapienza a Nazaret, ove passa anni pacifici: così la Santa Chiesa, dopo
trecento anni di persecuzione, comincia a godere di quella libertà che è il suo
gran bene, e si estende nell'Impero Romano, sotto il pontificato di San
Silvestro I che celebriamo oggi.
Silvestro,
romano, figlio di Rufino, fin dalla fanciullezza ebbe come precettore il prete
Girino, del quale imitò egregiamente sia la dottrina sia i costumi. Infierendo
la persecuzione, egli visse nascosto sul monte Soratte; e a 30 anni fu creato
prete di Santa Romana Chiesa da papa San Marcellino. Nel quale ufficio sorpassando
in maniera degna d'ogni lode tutti gli altri chierici, successe nella sede apostolica
a papa San Melchiade, il 31 gennaio 314, sotto l'imperatore Costantino, che aveva
già con una legge pubblica data la pace alla Chiesa di Cristo (313). Appena
avuto in mano il governo della Chiesa, incoraggiò grandemente l'imperatore Costantino,
già illustre per l'apparizione d'una croce in cielo e per la vittoria sul
tiranno Massenzio, a propagare la religione cristiana. Gli fece pure
riconoscere, come vuole una tradizione della Chiesa Romana, le immagini degli
Apostoli, lo lavò nelle acque del Santo Battesimo e lo mondò dalla lebbra
dell'infedeltà.
Così
per opera di Silvestro, il pio imperatore confermò col suo esempio la facoltà
che aveva accordato ai cristiani di costruire pubblici templi. Difatti innalzò
molte Basiliche, cioè la Lateranense a Cristo Salvatore, la Vaticana a San
Pietro, la Ostiense a San Paolo, nell'Agro Verano a San Lorenzo, nel palazzo
Sessoriano alla Santa Croce, ai Santi Pietro e Marcellino e a Sant'Agnese rispettivamente sulle vie
Labicana e Nomentana, e altre ancora: ornandole splendidamente di immagini
sacre, e arricchendole con reale magnificenza, assegnando ad esse doni e
possessioni.
Sotto
questo sommo Pontefice si tenne il primo Concilio di Nicea (325), nel quale, sotto
la presidenza dei suoi legati, alla presenza dell'imperatore Costantino e di
318 vescovi, fu spiegata la fede cattolica, stabilita vittoriosamente la
dottrina sulla divinità del Salvatore che la liturgia del tempo di Natale
ripete continuamente, e condannato Ario coi suoi seguaci negatori di tale
dottrina. Tale Concilio poi fu confermato anche da lui a domanda dei Padri, in
un sinodo tenuto a Roma, dove Ario fu di nuovo condannato.
Silvestro
fece inoltre molti decreti utili alla Chiesa di Dio, che vanno sotto il suo
nome: cioè, che il crisma fosse confezionato dal solo vescovo; che il prete
ungesse col crisma la sommità della testa del battezzato; che i diaconi
portassero nella chiesa la dalmatica e sul braccio sinistro il manipolo di
lino; che il Santo Sacrificio dell'altare si offrisse soltanto sopra un velo di
lino. Si vuole ancora ch'egli abbia prescritto a tutti gli ordinandi un certo
tempo, durante il quale si dovessero esercitare nella Santa Chiesa nell'ordine
ricevuto prima d'essere elevati al grado superiore; che un laico non portasse
accusa contro un chierico, e che un chierico non difendesse la sua causa
davanti a un tribunale secolare. Ritenendo solo il nome di Sabato e di Domenica,
volle che gli altri giorni della settimana fossero chiamati col nome di feria,
come già per l'innanzi si era cominciato a fare nella Santa Chiesa, per
significare che i chierici, rigettata ogni altra cura terrena, devono attendere
ogni giorno unicamente a Dio.
La
sua gran santità di vita e bontà verso i poveri risposero sempre a questa
sapienza celeste colla quale governava la Santa Chiesa. Onde provvide che i
chierici poveri vivessero in comune con quei più ricchi, e che le sacre vergini
fossero provviste delle cose necessarie alla vita. Rese la sua anima a Dio il
31 dicembre 335, dopo aver retto la Santa Chiesa con un pontificato di 21 anni,
10 mesi e un giorno. Il suo corpo fu seppellito nel cimitero di Priscilla sulla
via Salaria. Tenne sette ordinazioni nel mese di dicembre, nelle quali creò 42
preti, 25 diaconi, 65 vescovi per diversi luoghi.
Giovanni Maria Viani, San Silvestro Papa, Museo diocesano, Bologna (Emilia-Romagna), XVII sec. |
L'Introitus
ricorda la grande missione affidata da Nostro Signore Gesù Cristo a San Pietro ed ai di lui
successori: quella di pascere tutto il gregge cristiano, pecore ed agnelli.
INTROITUS
Joann
21:15-17. Si
díligis me, Simon Petre, pasce agnos meos, pasce oves meas. Ps 29:1. Exaltábo te, Dómine, quóniam
suscepísti me, nec delectásti inimícos meos super me. ℣. Glória Patri, et
Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et
in saecula saeculórum. Amen. Si díligis me, Simon Petre, pasce agnos meos,
pasce oves meas.
Joann
21:15-17. Simon Pietro, se mi ami, pasci i miei agnelli, pasci le mie
pecorelle. Ps 29:1. Io ti glorificherò, o Signore, perché mi hai soccorso e non
hai permesso ai miei nemici di ridersi di me. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei
secoli. Amen. Simon Pietro, se mi ami, pasci i miei agnelli, pasci le mie
pecorelle.
Gloria
Nell'Oratio
ci rivolgiamo a Dio, l'Eterno Pastore, e lo preghiamo onde, per il bene di
tutto il popolo cristiano, protegga il sommo Pontefice, pastore universale
della Santa Chiesa del Cristo.
ORATIO
Orémus.
Gregem tuum,
Pastor aetérne, placátus inténde: et, per beátum Silvéstrum Summum Pontíficem,
perpétua protectióne custódi; quem totíus Ecclésiae praestitísti esse pastórem.
Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in
unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
O
eterno Pastore, volgi lo sguardo benigno sul tuo gregge e custodiscilo con una
continua protezione, per intercessione del sommo Pontefice san Silvestro, che
hai costituito pastore di tutta la Chiesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo
Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per
tutti i secoli dei secoli. Amen.
Si
fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.
Orémus.
Concéde,
quaesumus, omnípotens Deus: ut nos Unigéniti tui nova per carnem Natívitas
líberet; quos sub peccáti jugo vetústa sérvitus tenet. Per eundem Dominum
nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus
Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Concedici,
Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che la nuova nascita secondo la carne del
tuo Unigenito, liberi noi, che l'antica schiavitù tiene sotto il gioco del
peccato. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e
vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei
secoli. Amen.
San
Pietro, coll'autorità che gli veniva dal fatto di essere apostolo e il primo
vicario del Cristo, delinea rapidamente gli ideali che devono guidare i pastori
del gregge cristiano e ricorda il grave dovere che loro incombe di pascere e
vegliare le anime loro affidate. Ai fedeli tutti rammenta la ferma speranza con
cui devono confidare nel Dio di ogni grazia.
LECTIO
Léctio Epístolae
Beáti Petri Apóstoli.
1Petr
5:1-4; 5:10-11.
Caríssimi:
Senióres, qui in vobis sunt, obsécro consénior et testis Christi passiónum, qui
et ejus, quae in futúro revelánda est, glóriae communicátor: páscite qui in
vobis est gregem Dei, providéntes non coácte, sed spontánee secúndum Deum,
neque turpis lucri grátia, sed voluntárie; neque ut dominántes in cleris, sed
forma facti gregis ex ánimo. Et, cum appáruerit princeps pastórum, percipiétis
immarcescíbilem glóriae corónam. Deus autem omnis grátiae, qui vocávit nos in
aetérnam suam glóriam in Christo Jesu, módicum passos ipse perfíciet,
confirmábit solidabítque. Ipsi glória et impérium in saecula saeculórum. Amen.
Lettura
dell'Epistola del Beato Pietro Apostolo.
1Petr
5:1-4; 5:10-11.
Carissimi,
sacerdote anch'io e teste della Passione di Cristo e chiamato ad aver parte
alla futura gloria, io scongiuro i sacerdoti che sono tra voi: Pascete il
gregge di Dio, che vi è affidato, governandolo non per forza, ma volentieri per
amor di Dio; non per il vil guadagno, ma con animo generoso; non come
dominatori delle Chiese, ma come sinceri modelli del gregge; e così, quando
apparirà il principe dei pastori, riceverete l'incorruttibile corona della
gloria. Il Dio di ogni grazia, il quale ci ha chiamati in Gesù Cristo
all'eterna sua gloria, con un po' di patire vi perfezionerà, vi conforterà, vi
confermerà. A Lui impero e gloria in eterno. Amen.
GRADUALE
Ps
106:32; 106:31.
Exáltent eum in Ecclésia plebis: et in cáthedra seniórum laudent eum. ℣.
Confiteántur Dómino misericórdiae ejus; et mirabília ejus fíliis hóminum.
Ps
106:32; 106:31. Lo esaltino nell'assemblea del popolo e lo lodino nel consesso
degli anziani. ℣. Ringrazino il Signore per la sua bontà e per i suoi prodigi a
favore degli uomini.
ALLELUJA
Allelúja,
allelúja. Matt 16:18. ℣. Tu es
Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam. Allelúja.
Alleluia,
alleluia. Matt 16:18. ℣. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia
Chiesa. Alleluia.
«Beato
è Costui, dice Sant'Ilario, che è lodato per avere spinto il suo sguardo oltre
le cose umane, ed aver veduto, non per considerazione che veniva dalla carne e
dal sangue, ma per rivelazione del Padre celeste, il Figlio di Dio; e per
essere stato giudicato degno di riconoscere per primo la divinità che è nel
Cristo».
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum
Matthaeum.
Matt
16:13-19.
In illo témpore:
Venit Jesus in partes Caesaréae Philíppi, et interrogábat discípulos suos,
dicens: Quem dicunt hómines esse Fílium hóminis? At illi dixérunt: Alii Joánnem
Baptístam, alii autem Elíam, alii vero Jeremíam aut unum ex prophétis. Dicit
illis Jesus: Vos autem quem me esse dícitis? Respóndens Simon Petrus, dixit: Tu
es Christus, Fílius Dei vivi. Respóndens autem Jesus, dixit ei: Beátus es,
Simon Bar Jona: quia caro et sanguis non revelávit tibi, sed Pater meus, qui in
coelis est. Et ego dico tibi, quia tu es Petrus, et super hanc petram
aedificábo Ecclésiam meam, et portae ínferi non praevalébunt advérsus eam. Et
tibi dabo claves regni coelórum. Et quodcúmque ligáveris super terram, erit
ligátum et in coelis: et quodcúmque sólveris super terram, erit solútum et in
coelis.
Seguito
✠ del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt
16:13-19.
In
quel tempo, Gesù, venuto nella zona di Cesarea di Filippo, interrogava i suoi
discepoli: Chi dicono che sia il Figlio dell'uomo? Ed essi risposero: Alcuni
Giovanni il Battista, altri Elia, altri ancora Geremia, o uno dei profeti.
Disse loro Gesù: Ma voi, chi dite che io sia? Rispose Simon Pietro: Tu sei il
Cristo, il Figlio del Dio vivente. E Gesù, in risposta, gli disse: Beato sei
tu, Simone, figlio di Giona, poiché non la carne e il sangue te l'hanno
rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io dico a te che tu sei Pietro, e
su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non
prevarranno contro di essa. E ti darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò
che avrai legato sulla terra sarà legato anche nei cieli, e tutto ciò che avrai
sciolto sulla terra sarà sciolto anche nei cieli.
Omelia
di San Leone, Papa.
Sermone
2, nell'anniversario della sua ascesa, prima di metà.
Come ci riferisce
la lettura evangelica, Gesù stesso interrogò i discepoli che cosa pensassero di
in mezzo a tanti pareri diversi. E San Pietro rispose: Tu sei il Cristo, il
Figlio del Dio vivente. Allora il Signore gli disse: Beato te, o Simone, figlio
di Giona, perché questo non ti è stato rivelato dalla carne o dal sangue, ma
dal Padre mio che sta nei cieli. Perciò io ti dico che tu sei Pietro e su
questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell'inferno non prevarranno
mai contro di essa. E a te darò le chiavi del regno dei cieli, e qualunque cosa
avrai legata sulla terra, sarà legata anche nei cieli, e qualunque cosa avrai
sciolta sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli. L'ordine stabilito da Gesù
Cristo rimane ancora; e San Pietro, che ha conservato fino ad oggi la solidità
della pietra, non abbandonò mai il governo della Chiesa di cui fu incaricato.
Nella Chiesa
intera, infatti, ogni giorno Pietro dice: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio
vivente; ed ogni lingua che riconosce il Signore viene istruita col magistero
di tale voce. Tale fede sconfigge il diavolo e scioglie i legami di coloro che
egli tiene prigionieri. Essa fa entrare nel cielo coloro che ha strappato alla
terra e le porte dell'inferno non possono prevalere contro di essa. È stata infatti
per potenza divina munita di una tale saldezza che mai la potrà corrompere la
malvagità degli eretici né la potrà superare la perfidia dei pagani. Con tali
disposizioni dunque, dilettissimi, e con razionale ossequio si celebri la
festività odierna: affinché nell'umiltà della mia persona venga riconosciuto e
onorato colui, nel quale continua la cura che tutti i pastori hanno nella
custodia delle pecore loro affidate e la cui dignità non viene meno per
l'indegnità dell'erede.
Mentre dunque
rivolgiamo le nostre esortazioni all'orecchio della vostra santità, pensate che
vi parli colui, del quale facciamo le veci: sia perché vi esortiamo con lo
stesso suo affetto, sia perché nient'altro predichiamo a voi se non quello che
egli ha insegnato, scongiurandovi a vivere una vita casta e sobria e timorata
di Dio, avendo cinto i fianchi del vostro spirito. Come dice l'Apostolo, siete
mia gioia e mia corona, se la vostra fede, che dall'inizio del Vangelo è stata
predicata in tutto il mondo, rimarrà nell'amore e nella santità. Infatti anche
se è necessario che tutta la Chiesa, che è presente in tutta la terra, fiorisca
di ogni virtù; tuttavia è conveniente che vi segnaliate tra gli altri popoli
per i meriti della vostra pietà, perché voi, fondati sulla stessa roccia della
pietra apostolica, siete stati redenti assieme agli altri dal Signore nostro
Gesù Cristo, e siete stati istruiti più di tutti dal beato apostolo Pietro.
Credo
OFFERTORIUM
Jerem
1:9-10. Ecce,
dedi verba mea in ore tuo: ecce, constítui te super gentes et super regna, ut
evéllas et destruas, et aedífices et plantes.
Jerem
1:9-10. Ecco che le mie parole pongo sulla tua bocca: ecco che io ti prepongo a
nazioni e a regni per svellere ed abbattere, per edificare e piantare.
SECRETA
Oblátis munéribus,
quaesumus, Dómine, Ecclésiam tuam benígnus illúmina: ut, et gregis tui
profíciat ubique succéssus, et grati fiant nómini tuo, te gubernánte, pastóres.
Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in
unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Per
i doni che ti offriamo, o Signore, illumina benigno la tua Chiesa, affinché
ovunque il tuo gregge progredisca e, docili alla tua guida, i pastori siano
graditi al tuo nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei
secoli. Amen.
Si
fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.
Obláta, Dómine,
múnera, nova Unigéniti tui Nativitáte sanctífica: nosque a peccatórum nostrórum
máculis emúnda. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui
tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula
saeculorum. Amen.
Santifica,
o Signore, con la nuova nascita del tuo Unigenito, i doni offerti, e purificaci
dalle macchie dei nostri peccati. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per
tutti i secoli dei secoli. Amen.
PRAEFATIO
DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum et
justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine
sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova
mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum
cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo cum Angelis et
Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis
exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus,
Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in
excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.
È
veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni
luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio:
Poiché mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un
nuovo raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio,
per esso veniamo rapiti all'amore delle cose invisibili. E perciò con gli
Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia
dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine:
Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono
pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene
nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
COMMUNICANTES
DE NATIVITATE DOMINI
Communicántes, et
diem sacratíssimum celebrántes, quo beátae Maríae intemeráta virgínitas huic
mundo édidit Salvatórem: sed et memóriam venerántes, in primis ejúsdem
gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu
Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli,
Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei,
Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni,
Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum
tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae
muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.
Uniti
in una stessa comunione, celebriamo il giorno santissimo nel quale l'intemerata
verginità della beata Maria diede a questo mondo il Salvatore; e veneriamo
anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del
medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri,
Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo,
Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano,
Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi;
per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo
assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro
Signore. Amen.
COMMUNIO
Matt
16:18. Tu es
Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam.
Matt
16:18. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refectióne sancta
enutrítam gubérna, quaesumus, Dómine, tuam placátus Ecclésiam: ut, poténti
moderatióne dirécta, et increménta libertátis accípiat et in religiónis
integritáte persístat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui
tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula
saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Guida
benevolmente, o Signore, la tua Chiesa, nutrita con questo santo ristoro:
diretta dal tuo potente governo, essa goda di una crescente libertà e mantenga
integra la sua fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei
secoli. Amen.
Si
fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.
Orémus.
Praesta,
quaesumus, omnípotens Deus: ut natus hódie Salvátor mundi, sicut divínae nobis
generatiónis est auctor; ita et immortalitátis sit ipse largítor: Qui tecum
vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum.
Amen.
Preghiamo.
Fa',
Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che il Salvatore del mondo, oggi nato, come
è l'autore della nostra divina rigenerazione, così ci sia anche datore
dell'immortalità. Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito
Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.