Doppio maggiore.
Paramenti bianchi.
Di antica tradizione della chiesa di Toledo, la Festa dell'Aspettazione del Parto della Beata Vergine Maria, approvata da papa San Martino I nel VII secolo, fu difesa e propugnata dal vescovo spagnolo Sant'Ildefonso. Il Santo Vescovo toledano voleva far intendere ai suoi fedeli che, quantunque durante tutto il tempo dell'Avvento dovessero anelare ardentemente con la Santa Chiesa la Nascita di Nostro Signore Gesù Cristo, la loro premura e i loro desideri per il Parto sacro della Beata sempre Vergine Maria dovevano essere raddoppiati negli ultimi otto giorni avanti il Santo Natale. Questa festa si diffuse progressivamente in tutta la Spagna, in Francia, in Italia e nelle Americhe. In Spagna, la Vergine dell'Aspettazione si celebra per uno spazio di otto giorni con grande pietà e vi si celebra quotidianamente una Santa Messa solenne alla quale assistono le donne gravide. Per approvazione di papa Gregorio XIII nel 1573, tale festa si celebra con rito “doppio maggiore” senza ottava, in Toledo e in altri regni spagnoli; inoltre, la chiesa toledana ha il privilegio, approvato il 29 aprile 1634, di celebrala, anche quando essa cade nella Quarta Domenica di Avvento.
Di antica tradizione della chiesa di Toledo, la Festa dell'Aspettazione del Parto della Beata Vergine Maria, approvata da papa San Martino I nel VII secolo, fu difesa e propugnata dal vescovo spagnolo Sant'Ildefonso. Il Santo Vescovo toledano voleva far intendere ai suoi fedeli che, quantunque durante tutto il tempo dell'Avvento dovessero anelare ardentemente con la Santa Chiesa la Nascita di Nostro Signore Gesù Cristo, la loro premura e i loro desideri per il Parto sacro della Beata sempre Vergine Maria dovevano essere raddoppiati negli ultimi otto giorni avanti il Santo Natale. Questa festa si diffuse progressivamente in tutta la Spagna, in Francia, in Italia e nelle Americhe. In Spagna, la Vergine dell'Aspettazione si celebra per uno spazio di otto giorni con grande pietà e vi si celebra quotidianamente una Santa Messa solenne alla quale assistono le donne gravide. Per approvazione di papa Gregorio XIII nel 1573, tale festa si celebra con rito “doppio maggiore” senza ottava, in Toledo e in altri regni spagnoli; inoltre, la chiesa toledana ha il privilegio, approvato il 29 aprile 1634, di celebrala, anche quando essa cade nella Quarta Domenica di Avvento.
Tale festa è
conosciuta e celebrata sotto vari titoli, cioè la Festa di Nostra Signora della
Speranza, dei Desideri di Maria, del Parto e di Santa Maria della “O”.
Proponiamo qui di
seguito un testo spirituale nel quale il padre domenicano Sante Pascucci
rifletteva nell'anno 1750 sulla magnificenza e sui doni dei Desideri di Maria,
in attesa con tutta la Chiesa del divino Parto.
“Avvicinandosi il compimento de' novi
Mesi di gravidanza della SS. Vergine; ella, che sempre era stata in
aspettazione del suo Parto, cominciò a vivere più che mai anelante di darlo in
luce pur, una volta, sì per rispetto di Gesù; acciò terminassero quelle
incomodità, e que' patimenti, che sosteneva nell'oscura e stretta prigione del
suo Ventre; sì per rispetto degli Uomini, acciò entrassero anch'essi in parte
d'un tanto dono; e tutti ne godessero beneficio; giacché s'era incarnato
appunto per tutti; sì finalmente per rispetto proprio, acciò potesse
vagheggiare la di Lui bellissima faccia, stringerLo amorosamente al seno;
affettuosamente baciarLo; e godendo della sua esteriore presenza impiegarsi tutto
giorno in di Lui servigio. Da tali desiderj infiammata, ben può credersi, che
ad ogni tratto seco parlasse col cuore, e gli dicesse: quando sarà, o Figlio,
quell'ora, quando giungerà quell'istante, in cui vi vegga fuori attaccato al
petto di me vostra dilettissima Madre? Mio bene, a che tardate; mia vita a che
tanti indugi? Mio amore, a che più dimore? Ah che gli occhi miei si struggono,
per voglia di vedere il vostro bel volto. Ah che le mie braccia anelano di
stringervi a questo seno. Ah che le mie mani son avide d'accarezzarvi, i miei
labbri di baciarvi, le mie orecchie di udirvi, le mie poppe d'allattarvi. Così
approssimandosi sempre più l'ora del parto, crescevano maggiormente in Maria
non i dolori, non le convulsioni, compagne ordinarie degli altri parti; ma gli
ardori dei desiderj col fervore delle preghiere, e con l'intenzione degli abiti
virtuosi: sin che giunse quel momento, in cui questo benedetto frutto di vita
dolcissimamente si staccò dall'Albero: diventando la Vergine compitamente
Madre; e restando nella sua Verginità illibata. Or in memoria di ciò fu
istituita, al tempo del Sommo Pontefice Martino primo, nel Concilio decimo
Toletano, questa Festa chiamata de' Desideri di Maria, o dell'aspettazione del
Parto della Vergine. E perché indi a diecissette anni, essendo contraddetta da
alcuni nella Spagna, venne difesa da Idelfonso: questi ne fu dall'istessa
Vergine, per ricompensa, adornato d'un candido manto. Ad oggetto poi che si
celebrasse più perfettamente, fu altresì istituita, in riverenza de' nove Mesi
della gravidanza dell'istessa Vergine, una Novena di giorni, la quale serva
insieme per apparecchio della Festa del S. Natale. Né andò guari, che
principiata nella Spagna, largamente si propagò negli altri Regni Cattolici, e
specialmente nella nostra Italia, con non ordinario frutto de' Fedeli”.
(Sante Pascucci o.p., Esercizi di
divozione per celebrare le feste della SS. Vergine dati in luce a beneficio de' Principianti nella virtù di sì gran Signora, Venezia 1750, presso Giovanni
Battista Recurti, pp. 414-416)
Su invito della Santa Chiesa, intensifichiamo, in
questa Novena del Santo Natale, la nostra meditazione sull'Incarnazione del
Verbo, sulla divina Maternità della Beata Vergine Maria e sui santi pensieri di Lei durante la santa gravidanza.
(Cfr. blog Vigiliae Alexandrinae)
INTROITUS
Is
45:8. Rorate,
coeli, desuper et nubes pluant justum: aperiatur terra, et germinet Salvatorem.
Ps 18:2. Coeli enarrant gloriam Dei:
et opera manuum ejus annuntiat firmamentum. ℣. Glória Patri, et Fílio, et
Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula
saeculórum. Amen. Rorate, coeli, desuper et nubes pluant justum: aperiatur terra,
et germinet Salvatorem.
Is
45:8. Stillate, cieli, dall'alto la vostra rugiada e piovano il Giusto le nubi:
si apra la terra e germogli il Salvatore. Ps 18:2. I cieli narrano la gloria di
Dio ed il firmamento annunzia l'opera delle sue mani. ℣. Gloria al Padre e al
Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli
dei secoli. Amen. Stillate, cieli, dall'alto la vostra rugiada e piovano il
Giusto le nubi: si apra la terra e germogli il Salvatore.
Gloria
ORATIO
Oremus.
Deus, qui de
Beatae Mariae Virginis utero Verbum tuum, Angelo nuntiante, carnem suscipere
voluisti: praesta supplicibus tuis, ut, qui vere eam Genitricem Dei credimus,
ejus apud te intercessionibus adjuvemur. Per eundem Dominum nostrum Jesum
Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti
Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
O
Dio, che hai voluto che il tuo Verbo, all'annunzio dell'Angelo, si incarnasse
nel seno della Beata Vergine Maria: concedi a noi tuoi supplici di essere
aiutati presso di te dall'intercessione di Colei che crediamo veramente Madre
di Dio. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo tuo Figliuolo, che è Dio e
vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei
secoli. Amen.
Si
fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente.
L'anno
734 a.C., il re di Giuda, Achaz, si vede minacciato da Rason, re di Damasco, e
da Facea, re d'Israele. Anziché fidar in Dio, Achaz, ricerca l'alleanza
dell'Assiria, alleanza più pericolosa che non la minacciata invasione che
voleva evitare. Per comando di Dio, Isaia col proprio bambino Scear-Iasúb, si
presenta ad Achaz e l'invita a desistere dal cercare la malaugurata alleanza
assira. Poiché Achaz non vuole ascoltare il consiglio, Isaia gli propone di
domandare quel prodigio ch'egli desidera per aver una prova che Dio l'aiuterà,
se non ricorre a detta alleanza. Achaz fa il sordo: col pretesto di non voler
tentare Dio, respinge ogni prova offertagli del divino intervento e persiste
nel suo disegno. Allora Isaia smaschera l'empietà del re di Giuda annunziando
prossima la liberazione di Giuda dalla minaccia dei due re del settentrione;
profetizzando che proprio dall'Assiria, di cui Achaz invoca la protezione,
verrà la rovina e la devastazione; finalmente lascia intravedere la liberazione
messianica per opera del Figlio della Vergine, che sarà detto Emmanuele, ossia
«Dio con noi». Così, in un'ora fra le più tragiche della storia di Giuda, Iddio
solleva il velo sul futuro Salvatore.
LECTIO
Lectio Isaiae
Prophetae.
Is
7:10-15.
In diebus illis:
Locutus est Dominus ad Achaz, dicens: Pete tibi signum a Domino, Deo tuo, in
profundum inferni, sive in excelsum supra. Et dixit Achaz: Non petam et non
tentabo Dominum. Et dixit: Audite ergo, domus David: Numquid parum vobis est, molestos
esse hominibus, quia molesti estis et Deo meo? Propter hoc dabit Dominus ipse
vobis signum. Ecce, Virgo concipiet et pariet Filium, et vocabitur nomen ejus
Emmanuel. Butyrum et mel comedet, ut sciat reprobare malum et eligere bonum.
Lettura
del Profeta Isaia.
Is
7:10-15.
In
quei giorni, il Signore parlò ancora ad Achaz: Chiedi un segno dal Signore tuo
Dio, dal profondo dell'inferno oppure lassù in alto. Ma Achaz rispose: Non lo
chiederò, non voglio tentare il Signore. Allora Isaia disse: Ascoltate dunque,
casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora
vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà
un segno. Ecco: la Vergine concepirà e partorirà un Figliuolo, che chiamerà
Emmanuele. Egli mangerà panna e miele finché non imparerà a rigettare il male e
a scegliere il bene.
GRADUALE
Ps
23:7 et 3-4. Tollite
portas, principes, vestras: et elevamini, portae aeternales: et introibit Rex
gloriae. ℣. Quis ascendet in montem Domini? Aut quis stabit in loco sancto ejus?
Innocens manibus et mundo corde.
Ps 23:7 et 3-4. Aprite, o principi, i vostri portoni, levatevi porte eterne ed
entrerà il Re della gloria. ℣. Chi salirà sul monte del Signore? Chi starà nel
suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro.
ALLELUJA
Alleluja, alleluja.
Luc 1:31. ℣. Ecce, Virgo concipiet et
pariet Filium, Jesum Christum. Alleluja.
Alleluia,
alleluia. Luc 1:31. ℣. Ecco, la Vergine concepirà e partorirà il Figliuolo,
Gesù Cristo. Alleluia.
Circa
sette secoli e mezzo dopo la celebre profezia d'Isaia, l'Angelo Gabriele
presentasi ad un'umilissima fanciulla dell'umilissimo paesucolo di Nazareth e
le annuncia ch'ella è precisamente la prescelta per essere la Vergine-Madre del
Cristo. Maria Santissima domanda schiarimenti: avendo per divina ispirazione
consacrata a Dio la sua verginità e avendo sposato Giuseppe, animato dalla
stessa volontà, come dovrà regolarsi? Come conciliare la propostale maternità
col proposito di perpetua verginità? L'Angelo le assicura che la maternità
annunziatale sarà opera soprannaturale di Dio, epperò perfettamente
conciliabile col proposito della Vergine. Maria Santissima crede e si affida a
Dio; in quell'istante avviene l'Incarnazione del Verbo.
EVANGELIUM
Sequentia ✠ sancti Evangelii secundum Lucam.
Luc
1:26-38.
In illo tempore:
Missus est Angelus Gabriel a Deo in civitatem Galilaeae, cui nomen Nazareth, ad
Virginem desponsatam viro, cui nomen erat Joseph, de domo David, et nomen
Virginis Maria. Et ingressus Angelus ad eam dixit: Ave, gratia plena, Dominus
tecum: benedicta tu in mulieribus. Quae cum audisset, turbata est in sermone
ejus: et cogitabat qualis esset ista salutatio. Et ait Angelus ei: Ne timeas,
Maria, invenisti enim gratiam apud Deum: ecce, concipies in utero et paries
filium, et vocabis nomen ejus Jesum. Hic erit magnus, et Filius Altissimi
vocabitur, et dabit illi Dominus Deus sedem David, patris ejus: et regnabit in
domo Jacob in aeternum, et regni ejus non erit finis. Dixit autem Maria ad
Angelum: Quomodo fiet istud, quoniam virum non cognosco? Et respondens Angelus,
dixit ei: Spiritus Sanctus superveniet in te, et virtus Altissimi obumbrabit
tibi. Ideoque et quod nascetur ex te Sanctum, vocabitur Filius Dei. Et ecce,
Elisabeth, cognata tua, et ipsa concepit filium in senectute sua: et hic mensis sextus est illi, quae vocatur sterilis: quia non erit impossibile apud Deum
omne verbum. Dixit autem Maria: Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum
tuum.
Seguito
✠ del santo Vangelo secondo Luca.
Luc
1:26-38.
In
quel tempo, l'Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea,
chiamata Nazaret, a una Vergine, promessa sposa di un uomo della casa di
Davide, chiamato Giuseppe. La Vergine si chiamava Maria. Entrando da lei,
disse: Ave, o piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu fra le donne.
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale
saluto. L'Angelo le disse: Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso
Dio. Ecco concepirai un figliuolo, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà
grande e chiamato Figliuolo dell'Altissimo; il Signore Iddio gli darà il trono
di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno
non avrà fine. Allora Maria disse all'Angelo: Come è possibile? Non conosco
uomo. Le rispose l'Angelo: Lo Spirito Santo scenderà in te, su te stenderà la
sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque Santo e
chiamato Figliuolo di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua
vecchiaia, ha concepito un figliuolo e questo è il sesto mese per lei, che
tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio. Allora Maria disse: Eccomi,
sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto.
Sermone
di Sant'Ildefonso, Arcivescovo di Toledo.
Dal
libro sulla Verginità perpetua della Beata Vergine Maria.
Signora mia e
sovrana mia, che mi domini, Madre del mio Signore, ancella del Figlio tuo,
Genitrice del creatore del mondo, ti chiedo, ti prego, ti imploro, che io abbia
lo spirito del tuo Signore e lo spirito del tuo Figlio, e così pure lo spirito
del mio Redentore, affinché io intenda di te ciò che è vero e degno, io dica
ciò che è vero e degno, io ami ciò che è vero e degno qualsiasi esso sia. Tu infatti
sei eletta da Dio, assunta da Dio, chiamata da Dio, prossima a Dio, fedele a
Dio, congiunta a Dio; visitata dall'Angelo, salutata dall'Angelo, benedetta
dall'Angelo, beatificata dall'Angelo; turbata nel discorso, attonita nella
cogitazione, stupefatta nella salutazione, ammirata nell'annunciazione delle
cose dette.
Tu ascolti che hai
trovato grazia presso Dio e ti è esortato di non temere. Donde tu sei
fortificata dalla fiducia, tu sei istruita dalla speranza dei miracoli, tu ti
spingi verso la novità della gloria inaudita. A te è annunziato dall'Angelo un
figlio, tu integra e pudica rimani dopo il parto. Certa verginità ci è
proposta, e ti è annunciata dall'Angelo la lieta notizia che sarebbe nato da te
il Santo, il Figlio di Dio, e ti è fatto conoscere mirabilmente quale sia la
potenza del Re nascente. Chiedi come accada, interroghi sull'origine, perscruti
sulla causa, ricerchi dall'esperienza, cerchi di sapere sull'ordine. Ascolta
l'oracolo inaudito, considera l'opera straordinaria, rivolgi l'animo all'arcano
incognito, venera l'invisibile fattosi carne: lo Spirito Santo scenderà in te e
la potenza dell'Altissimo ti coprirà della sua ombra.
Tutta la Trinità
opererà invisibilmente il concepimento in te: la sola persona del Figlio di Dio
che nascerà nel tuo corpo assumerà la carne da te. Perciò il Santo, che sarà
concepito da te, che nascerà da te, che procederà da te, che sarà germogliato
da te, che sarà partorito da te, sarà chiamato Figlio di Dio. Sarà infatti
questi grande, questi Dio degli eserciti, questi Re di tutti i secoli, questi
creatore di tutte le cose. Ecco beata sei tu tra le donne, integra tra le
puerpere, Signora tra le ancelle, Regina tra le sorelle. Ecco perciò ti diranno
beata tutte le generazioni, ti conobbero beata tutte le celesti Virtù, ti
predicono beata tutti i Vati, ti celebrano beata tutte le nazioni. Beata tu per
la nostra fede, beata per la nostra dilezione, beata per le lodi e predicazioni
mie.
Omelia
di San Beda il Venerabile, Prete.
Sul
Vangelo di San Luca, cap. 1.
Gabriele, che è
chiamato fortezza di Dio, è mandato a Maria Vergine: veniva ad annunziare
proprio colui che si degnò apparire umile per debellare le potenze aeree.
Attraverso il Salmista si dice di Lui: Il Signore forte e potente, il Signore
potente in battaglia. E nuovamente: Il Signore degli eserciti è il re della
gloria. Attraverso la fortezza di Dio dunque doveva essere annunziato colui che
è il Signore degli eserciti, e potente in battaglia, colui che veniva in guerra
contro le potenze aeree. E l'Angelo entrato da lei, disse: Ave, piena di
grazia; il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne. Bene è chiamata
piena di grazia, colei che ottiene certamente la grazia, che nessun altra aveva
guadagnato: affinché concepisca di grazia ovviamente lo stesso, e generi
l'autore.
Ecco, concepirai
nel tuo seno e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Gesù è il
Salvatore, se è interpretato come salutare; l'Angelo espose il mistero del suo
nome a Giuseppe usando parole consolatorie: egli, disse, salverà il suo popolo
dai suoi peccati. Non disse, popolo di Israele, ma suo popolo: cioè, chiamato
all'unità della fede dall'impurità e dalla circoncisione; da coloro i quali, chiamati
da diversa parte, si facesse un solo pastore e un solo gregge. Egli sarà grande e
sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Iddio gli darà il trono di
Davide, suo padre. Lo stesso dunque è Figlio dell'Altissimo, che fu concepito
nel seno verginale e nacque. Lo stesso uomo fu creato nel tempo dalla madre,
colui che è Dio nato dal Padre prima del tempo. Se infatti lo stesso uomo è
colui che è Dio, erra Nestorio di dire che soltanto l'uomo nacque dalla
Vergine.
Per questo il
Santo, che nascerà da te, sarà chiamato Figlio di Dio. A distinzione della
nostra santità, Gesù è asserito singolarmente quale il santo nascituro. Noi,
infatti, anche se siamo fatti santi, non vi nasciamo tuttavia; poiché siamo
avvinti nella stessa condizione della natura di corruzione, ché noi
singoli gementi diciamo con merito con il Profeta: Ecco infatti, io fui concepito
nelle iniquità, e mia madre mi concepì nei peccati. Quello infatti è il solo
veramente santo, colui che, affinché vincesse la stessa condizione della natura
corruttibile, non fu concepito dall'unione del vincolo carnale. Il Santo, disse,
sarà chiamato Figlio di Dio. Che cosa dici a questo punto, o Nestoriano, che,
negando che la beata Maria sia Madre di Dio, apertamente ti adoperi ad
impugnare la verità? Ecco egli disse che sarebbe sopraggiunto Dio, sarebbe nato
il Figlio di Dio. Come dunque o il Figlio di Dio non è Dio, o colei che generò
Dio, non può essere come Theotókos, cioè Madre di Dio?
Credo
OFFERTORIUM
Luc
1:28 et 42. Ave,
Maria, gratia plena: Dominus tecum: benedicta tu in mulieribus, et benedictus
fructus ventris tui.
Luc
1:28 et 42. Ave, Maria, piena di grazia, il Signore è teco: tu sei benedetta
fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno.
SECRETA
In mentibus
nostris, quaesumus, Domine, verae fidei sacramenta confirma: ut, qui conceptum
de Virgine Deum verum et hominem confitemur, per ejus sulutiferae resurrectionis
potentiam, ad aeternam mereamur
pervenire laetitiam. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui
tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
Amen.
Conferma
nelle nostre menti, o Signore, i misteri della vera fede, affinché professiamo
essere vero Dio ed Uomo colui che fu concepito nel seno della Vergine e meritiamo
così di giungere alla eterna letizia mediante la potenza della sua salvifica
Resurrezione. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo tuo Figliuolo, che è
Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei
secoli. Amen.
Si
fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente.
PRAEFATIO
DE BEATA MARIA VIRGINE
Vere dignum et
justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubique grátias ágere: Dómine
sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Et te in Exspectatione beátae Maríae
semper Vírginis collaudáre, benedícere et praedicáre. Quae et Unigénitum tuum
Sancti Spíritus obumbratióne concépit: et, virginitátis glória permanénte,
lumen aetérnum mundo effúdit, Jesum Christum, Dóminum nostrum. Per quem
majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli
coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum
quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessióne
dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et
terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini.
Hosánna in excélsis.
È
veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni
luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio:
Te, nell'Aspettazione della Beata sempre Vergine Maria, lodiamo, benediciamo ed
esaltiamo. La quale concepì il tuo Unigenito per opera dello Spirito Santo e,
conservando la gloria della verginità, generò al mondo la luce eterna, Gesù
Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli,
adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i
beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere
con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: Santo,
Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della
tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del
Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
COMMUNIO
Is
7:14. Ecce,
Virgo concipiet et pariet Filium, et vocabitur nomen ejus Emmanuel.
Is
7:14. Ecco la Vergine concepirà e partorirà un Figliuolo che sarà chiamato
Emmanuele.
POSTCOMMUNIO
Oremus.
Gratiam tuam, quaesumus,
Domine, mentibus nostris infunde: ut, qui, Angelo nuntiante, Christi Filii tui
incarnationem cognivimus, per passionem ejus et crucem, ad resurrectionis
gloriam perducamur. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui
tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
Amen.
Preghiamo.
Infondi
la tua grazia nelle nostre menti, o Signore, affinché noi, che all'annunzio
dell'Angelo abbiamo conosciuto l'Incarnazione di Cristo tuo Figliuolo, per la
sua Passione e la sua Croce, siamo condotti alla gloria della Resurrezione. Per
il medesimo nostro Signore Gesù Cristo tuo Figliuolo, che è Dio e vive e regna
con te nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Si
fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente.
Se
questa Santa Messa si dice al Mercoledì delle Quattro Tempora di Avvento, si
legge in fine il Vangelo di San Giovanni: In principio.