sabato 22 dicembre 2018

Sabato delle Quattro Tempora di Avvento

Stazione a San Pietro.
Semidoppio.
Paramenti violacei.

Il sabato era il giorno più solenne delle Quattro Tempora, perché anticamente la Santa Chiesa Romana celebrava nella notte dal sabato alla domenica le Sacre Ordinazioni, presso la tomba del Principe degli Apostoli, nella maestosa Basilica di San Pietro, atta ad accogliere gran concorso di popolo per tale cerimonia. Le Sacre Ordinazioni, del decimo mese dell'anno - chiamato perciò dicembre -, erano le sole che un tempo la Chiesa Romana praticasse.
La sacra cerimonia era preceduta, durante la notte, da 12 letture di cui quelle della Santa Messa odierna sono un ricordo. Tutto del resto, nella Santa Messa, tradisce una liturgia molto antica; essa ricorda con le sue numerose lezioni, intercalate con risposte e orazioni, le formule primitive della Santa Messa dei Catecumeni. L'anima, che se ne penetra, si sente invasa come d'una grande impazienza: infatti, con la Santa Chiesa «essa aspira ad una nuova nascita del Figlio unico di Dio che viene a liberarci dal peccato» (II Oratio) e aspetta con confidenza Nostro Signore Gesù Cristo che ci libererà dai nostri nemici «distruggendo l'Anticristo con lo splendore della sua venuta» (Epistola). L'Evangelium rievoca l'immagine di San Giovanni Battista, il Precursore, che prepara così ogni anno le nostre anime alla venuta del Salvatore. Si ritrova questa stessa pericope evangelica nella Santa Messa del giorno seguente, cioè la Quarta Domenica di Avvento, perché una volta le suddette Sacre Ordinazioni, essendo celebrate di sera, si prolungavano molto avanti nella notte ed, estendendosi anche alla domenica, le servivano da liturgia domenicale.


Nicolas Poussin, San Giovanni il Battista battezza le persone, Museo del Louvre, Parigi, Francia, 1635. 


INTROITUS
Ps 79:4; 79:2. Veni, et osténde nobis fáciem tuam, Dómine, qui sedes super Chérubim: et salvi érimus. Ps 79:2. Qui regis Israël, inténde: qui dedúcis, velut ovem, Joseph. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Veni, et osténde nobis fáciem tuam, Dómine, qui sedes super Chérubim: et salvi érimus.

Ps 79:4; 79:2. Vieni, o Signore, e mostraci il tuo volto, Tu che sei assiso fra i Cherubini: e saremo salvi. Ps 79:2. Ascolta, o pastore d'Israele, che guidi Giuseppe come un gregge. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Vieni, o Signore, e mostraci il tuo volto, Tu che sei assiso fra i Cherubini; e saremo salvi.

Dopo il Kyrie, eleison, si dice immediatamente:

ORATIO
Orémus.
℣. Flectámus génua.
℞. Leváte.
Deus, qui cónspicis, quia ex nostra pravitáte afflígimur: concéde propítius; ut ex tua visitatióne consolémur: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
℣. Flettiamo le ginocchia.
℞. Alzatevi.
O Signore, che ci vedi umiliati dalle nostre iniquità, concedici benigno di essere consolati dalla tua venuta: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Nostro Signore Gesù Cristo scende in mezzo a noi per farsi antagonista del demonio e nostro Liberatore.

LECTIO
Léctio Isaíae Prophétae.
Is 19:20-22.
In diebus illis: Clamábunt ad Dóminum a facie tribulántis, et mittet eis salvatórem et propugnatórem, qui líberet eos. Et cognoscétur Dóminus ab Aegýpto, et cognóscent Aegýptii Dóminum in die illa: et colent eum in hóstiis et in munéribus: et vota vovébunt Dómino, et solvent. Et percútiet Dóminus Aegýptum plaga, et sanábit eam: et reverténtur ad Dóminum, et placábitur eis, et sanábit eos Dóminus, Deus noster.

Lettura del Profeta Isaia.
Is 19:20-22.
In quei giorni, alzeranno la voce al Signore nelle loro tribolazioni, ed Egli manderà loro un Salvatore, un difensore a liberarli. E il Signore sarà conosciuto dall'Egitto, e gli Egiziani in quel giorno conosceranno il Signore, e lo onoreranno con sacrifici e offerte, faran dei voti al Signore e li adempiranno. E il Signore percuoterà l'Egitto, farà la piaga e la risanerà. E torneranno al Signore, il quale si placherà e li sanerà.

Il sole divino, Nostro Signore Gesù Cristo, sta per iniziare la sua carriera mortale.

GRADUALE
Ps 18:7; 18:2. A summo coelo egréssio ejus: et occúrsus ejus usque ad summum ejus. ℣. Coeli enárrant glóriam Dei: et opera mánuum ejus annúntiat firmaméntum.

Ps 18:7; 18:2. Da un estremo del cielo sorge e fino all'altro estremo compie il suo giro. ℣. I cieli narrano la gloria di Dio, e il firmamento annunzia le opere delle sue mani.

A Natale, Nostro Signore Gesù Cristo ci applicherà in modo speciale i frutti della sua redenzione, perché è l'anniversario della sua nascita.

ORATIO
Orémus.
℣. Flectámus génua.
℞. Leváte.
Concéde, quaesumus, omnípotens Deus: ut, qui sub peccáti jugo ex vetústa servitúte deprímimur; exspectáta unigéniti Fílii tui nova nativitáte liberémur: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
℣. Flettiamo le ginocchia.
℞. Alzatevi.
O Dio onnipotente, concedici, te ne preghiamo, che, gementi sotto il giogo del peccato per antica servitù, siamo liberati dall'aspettata nuova nascita dell'Unigenito tuo Figlio: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Il giudice supremo condannerà i cattivi e salverà i giusti, che in quel momento gioiranno grandemente.

LECTIO
Léctio Isaíae Prophétae.
Is 35:1-7.
Haec dicit Dóminus: Laetábitur desérta et ínvia, et exsultábit solitúdo, et florébit quasi lílium. Gérminans germinábit, et exsultábit laetabúnda et laudans: glória Líbani data est ei: decor Carméli et Saron, ipsi vidébunt glóriam Dómini, et decórem Dei nostri. Confortáte manus dissolútas, et génua debília roboráte. Dícite pusillánimis: Confortámini, et nolíte timére: ecce, Deus vester ultiónem addúcet retributiónis: Deus ipse véniet, et salvábit vos. Tunc aperiéntur óculi caecórum, et aures surdórum patébunt. Tunc sáliet sicut cervus claudus, et apérta erit lingua mutórum: quia scissae sunt in desérto aquae, et torréntes in solitúdine. Et quae erat árida, erit in stagnum, et sítiens in fontes aquárum: ait Dóminus omnípotens.

Lettura del Profeta Isaia.
Is 35:1-7.
Ecco ciò che dice il Signore: Il deserto, la terra senza vie, sarà piena di letizia, la solitudine tripudierà, fiorirà come giglio. Si coprirà di fiori, esulterà, canterà piena di gioia: a lei sarà data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron: essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Fortificate le mani deboli, rinfrancate le ginocchia tremanti; dite ai pusillanimi: Fatevi coraggio, non temete: ecco il vostro Dio, Egli farà le meritate vendette: Dio stesso verrà e vi salverà. Allora gli occhi dei ciechi si apriranno, si apriranno le orecchie dei sordi. Lo zoppo salterà come un cervo, sarà sciolta la lingua dei muti. Le acque sgorgheranno nel deserto, i torrenti nella solitudine; e la terra che fu arida diventerà un lago, la terra riarsa avrà abbondanza di sorgenti.

GRADUALE
Ps 18:6; 18:7. In sole pósuit tabernáculum suum: et ipse tamquam sponsus procédens de thálamo suo. ℣. A summo coelo egréssio ejus: et occúrsus ejus usque ad summum ejus.

Ps 18:6; 18:7. Nei cieli pose una stanza per il sole, che ne esce come uno sposo dalla sua alcova. ℣. Da un estremo del cielo sorge e fino all'altro estremo compie il suo giro.

ORATIO
Orémus.
℣. Flectámus génua.
℞. Leváte.
Indígnos nos, quaesumus, Dómine, fámulos tuos, quos actiónis própriae culpa contrístat, unigéniti Fílii tui advéntu laetífica: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
℣. Flettiamo le ginocchia.
℞. Alzatevi.
O Signore, te ne preghiamo, rallegra con la venuta del tuo Unigenito Figlio noi tuoi indegni servi, rattristati dalle nostre azioni colpevoli: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Isaíae Prophétae.
Is 40:9-11.
Haec dicit Dóminus: Super montem excélsum ascénde tu, qui evangelízas Sion: exálta in fortitúdine vocem tuam, qui evangelízas Jerúsalem: exálta, noli timére. Dic civitátibus Juda: Ecce, Deus vester: ecce, Dóminus Deus in fortitúdine véniet, et bráchium ejus dominábitur: ecce, merces ejus cum eo, et opus illíus coram illo. Sicut pastor gregem suum pascet: in bráchio suo congregábit agnos, et in sinu suo levábit, Dóminus, Deus noster.

Lettura del Profeta Isaia.
Is 40:9-11.
Così parla il Signore: Ascendi sopra un alto monte, tu che porti a Sion la buona novella, alza con forza la tua voce, tu che porti la buona novella a Gerusalemme: grida forte, non temere. Di' alle città di Giuda: Ecco il vostro Dio, ecco il Signore Dio viene, con gran potenza, il suo braccio trionferà. Ha con sé la mercede, davanti agli occhi l'opera sua. Come un pastore pascerà il suo gregge, raccoglierà gli agnelli nelle sue braccia, li porterà nel suo seno. Egli il Signore Dio nostro.

GRADUALE
Ps 79:20; 79:3. Dómine, Deus virtútum, convérte nos: et osténde fáciem tuam, et salvi érimus. ℣. Excita, Dómine, poténtiam tuam, et veni, ut salvos fácias nos.

Ps 79:20; 79:3. Signore, Dio degli eserciti, ristoraci; mostraci il tuo volto, e saremo salvi. ℣. Suscita, o Signore, la tua potenza e vieni a salvarci.

ORATIO
Orémus.
℣. Flectámus génua.
℞. Leváte.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus: ut Fílii tui ventúra solémnitas et praeséntis nobis vitae remédia cónferat, et praemia aetérna concédat. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
℣. Flettiamo le ginocchia.
℞. Alzatevi.
Ti supplichiamo, Signore Dio onnipotente, affinché la prossima solennità del tuo Unigenito, ci porti gli aiuti per la vita presente, e ci conceda le ricompense eterne. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Isaíae Prophétae.
Is 45:1-8.
Haec dicit Dóminus christo meo Cyro, cujus apprehéndi déxteram, ut subjíciam ante fáciem ejus gentes, et dorsa regum vertam, et apériam coram eo jánuas, et portae non claudéntur. Ego ante te ibo: et gloriósos terrae humiliábo: portas aereas cónteram, et vectes férreos confríngam. Et dabo tibi thesáuros abscónditos et arcána secretórum: ut scias, quia ego Dóminus, qui voco nomen tuum, Deus Israël. Propter servum meum Jacob, et Israël electum meum, et vocávi te nómine tuo: assimilávi te, et non cognovísti me. Ego Dóminus, et non est ámplius: extra me non est Deus: accínxi te, et non cognovísti me: ut sciant hi, qui ab ortu solis, et qui ab occidénte, quóniam absque me non est. Ego Dóminus, et non est alter, formans lucem et creans ténebras, fáciens pacem et creans malum: ego Dóminus faciens omnia haec. Roráte, coeli, désuper, et nubes pluant justum: aperiátur terra, et gérminet Salvatórem: et justítia oriátur simul: ego Dóminus creávi eum.

Lettura del Profeta Isaia.
Is 45:1-8.
Questo dice il Signore al suo inviato Ciro, da me preso per mano, per assoggettare davanti a lui le nazioni e porre in fuga i re: aprirò davanti a lui le porte; e le porte resteranno aperte: Io andrò dinanzi a te; umilierò i grandi della terra, romperò le porte di bronzo, spezzerò le sbarre di ferro. A te darò i tesori nascosti, le ricchezze sepolte; affinché tu sappia che io sono il Signore, il Dio d'Israele che ti chiamo per nome. Per amor del mio servo Giacobbe e d'Israele mio eletto io ti ho scelto, e tu non mi hai conosciuto; io sono il Signore, e non ve n'è altri: fuori di me non v'è Dio. Io ti ho cinto, quando tu non mi conoscevi, affinché si sappia dall'oriente all'occidente che è niente fuori di me. Io sono il Signore e non ve n'è altri. Io creo la luce e formo le tenebre; stabilisco la pace e faccio venire i castighi; io sono il Signore che faccio tutte queste cose. Mandate dall'alto, o cieli, la vostra rugiada, e le nubi piovano il Giusto, la terra si apra e germogli il Salvatore, e nasca insieme la giustizia! Io, il Signore, l'ho creato.

GRADUALE
Ps 79:3; 79:2; 79:3. Excita, Dómine, poténtiam tuam, et veni, ut salvos fácias nos. ℣. Qui regis Israël, inténde: qui dedúcis, velut ovem, Joseph: qui sedes super Chérubim, appáre coram Ephraïm, Bénjamin, et Manásse.

Ps 79:3; 79:2; 79:3. Signore, suscita la tua potenza, e vieni a salvarci. ℣. O Pastore, re d'Israele, ascoltaci; Tu che guidi Giuseppe come una pecorella; Tu che sei assiso tra i Cherubini, mostrati ad Efraim, Beniamino e Manasse.

ORATIO
Orémus.
℣. Flectámus génua.
℞. Leváte.
Preces pópuli tui, quaesumus, Dómine, cleménter exáudi: ut, qui juste pro peccátis nostris afflígimur, pietátis tuae visitatióne consolémur: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
℣. Flettiamo le ginocchia.
℞. Alzatevi.
O Signore, esaudisci clemente, te ne preghiamo, le preghiere del tuo popolo, perché l'avvento della tua misericordia conforti noi, giustamente puniti per i nostri peccati: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Daniélis Prophétae.
Dan 3:47-51.
In diebus illis: Angelus Dómini descéndit cum Azaría et sóciis ejus in fornácem: et excússit flammam ignis de fornáce, et fecit médium fornácis quasi ventum roris flantem. Flamma autem effundebátur super fornácem cúbitis quadragínta novem: et erúpit, et incéndit, quos réperit juxta fornácem de Chaldaeis, minístros regis, qui eam incendébant. Et non tétigit eos omníno ignis, neque contristavit, nec quidquam moléstiae íntulit. Tunc hi tres quasi ex uno ore laudábant, et glorificábant, et benedicébant Deum in fornáce, dicéntes:

Lettura del Profeta Daniele.
Dan 3:47-51.
Allora, l'Angelo del Signore discese tra Azaria ed i suoi compagni nella fornace, ed allontanava da essi la fiamma del fuoco. Egli rese il centro della fornace come un luogo ove soffiasse un vento pieno di rugiada. La fiamma si alzava di quarantanove cubiti; divampò e arse i Caldei ministri del re, che erano intenti ad attizzare il fuoco. Il fuoco invece non toccò i tre giovani in modo alcuno, non fece loro alcun male, non li molestò affatto. Allora questi tre, come con una sola voce, si misero a lodare, a glorificare, a benedire Dio nella fornace, dicendo:

HYMNUS
Dan 3:52-56.
Benedíctus es, Dómine, Deus patrum nostrórum. Et laudábilis et gloriósus in saecula.
Et benedíctum nomen glóriae tuae, quod est sanctum. Et laudábile et gloriósum in saecula.
Benedíctus es in templo sancto glóriae tuae. Et laudábilis et gloriósus in saecula.
Benedíctus es super thronum sanctum regni tui. Et laudábilis et gloriósus in saecula.
Benedíctus es super sceptrum divinitátis tuae. Et laudábilis et gloriósus in saecula.
Benedíctus es, qui sedes super Chérubim, íntuens abýssos. Et laudábilis et gloriósus in saecula.
Benedíctus es, qui ámbulas super pennas ventórum et super undas maris. Et laudábilis et gloriósus in saecula.
Benedícant te omnes Angeli et Sancti tui. Et laudent te et gloríficent in saecula.
Benedícant te coeli, terra, mare, et ómnia quae in eis sunt. Et laudent te et gloríficent in saecula.
Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. Et laudábili et glorióso in saecula.
Sicut erat in princípio, et nunc, et semper: et in saecula saeculórum. Amen. Et laudábili et glorióso in saecula.
Benedíctus es, Dómine, Deus patrum nostrórum. Et laudábilis et gloriósus in saecula.

Dan 3:52-56.
Benedetto sei tu, o Signore, Dio dei padri nostri. Tu sei degno d'eterna lode e gloria.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo, degno di esser lodato e sopra tutti esaltato per tutti i secoli.
Tu sei benedetto nel tempio santo della tua gloria, sei degno di suprema lode e gloria nei secoli.
Tu sei benedetto nel trono del tuo regno, sei degno di suprema lode ed esaltazione nei secoli.
Tu sei benedetto per lo scettro della tua divinità. E degno di lode e glorioso nei secoli.
Sei benedetto tu, che scruti gli abissi e stai assiso sopra i Cherubini, sei degno di lode e di eterna esaltazione.
Benedetto sei tu, che voli sulle ali dei venti e sulle onde del mare. E degno di essere lodato e glorificato in eterno.
Ti benedicano tutti gli Angeli e Santi tuoi. E ti lodino e glorifichino in eterno.
Ti benedicano i cieli, la terra, il mare e tutto quello che in essi si trova. E ti lodino e glorifichino in eterno.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo: a Colui che è degno di lode e di gloria in eterno.
Come era nel principio, ora, e sempre nei secoli dei secoli. Amen. A Colui che è degno di lode e di gloria in eterno.
Benedetto sei tu, o Signore, Dio dei padri nostri. E degno di essere lodato e glorificato in eterno.

ORATIO
Orémus.
Deus, qui tribus púeris mitigásti flammas ignium: concéde propítius; ut nos fámulos tuos non exúrat flamma vitiórum. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che hai rese innocue per i tre giovani le fiamme ardenti, benigno concedici che non veniam bruciati dal fuoco delle nostre passioni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Che cos'è questo misterioso ostacolo che trattiene ora il mistero d'iniquità? Molto probabilmente è la predicazione del Vangelo: sino a che non siasi estesa a tutta la terra, il mistero d'iniquità, per quanto già in azione, non può esplicarsi totalmente. Compiuta la predicazione, allora avverrà la fine (Matt 24:11-14).

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Thessalonicénses.
2Thess 2:1-8.
Fratres: Rogámus vos per advéntum Dómini nostri Jesu Christi, et nostrae congregatiónis in ipsum: ut non cito moveámini a vestro sensu, neque terreámini, neque per spíritum, neque per sermónem, neque per epístolam tamquam per nos missam, quasi instet dies Dómini. Ne quis vos sedúcat ullo modo: quóniam nisi vénerit discéssio primum, et revelátus fuerit homo peccáti, fílius perditiónis, qui adversátur, et extóllitur supra omne, quod dícitur Deus aut quod cólitur, ita ut in templo Dei sédeat osténdens se, tamquam sit Deus. Non retinétis, quod, cum adhuc essem apud vos, haec dicébam vobis? Et nunc quid detíneat, scitis, ut revelétur in suo témpore. Nam mystérium jam operátur iniquitátis: tantum ut, qui tenet nunc, téneat, donec de médio fiat. Et tunc revelábitur ille iníquus, quem Dóminus Jesus interfíciet spíritu oris sui, et déstruet illustratióne advéntus sui.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Tessalonicesi.
2Thess 2:1-8.
Fratelli: Or riguardo alla venuta del Signore nostro e alla nostra riunione per muovergli incontro, vi preghiamo di non lasciarvi smuovere né atterrire da false ispirazioni, o da discorso, o da lettera spacciata per nostra, come se sia imminente il giorno del Signore. Che nessuno v'inganni in alcun modo, poiché quel giorno non verrà se prima non sia avvenuta l'apostasia e non si sia manifestato l'uomo del peccato, il figlio della perdizione, l'avversario che si innalza sopra tutto quello che dicesi Dio, od è oggetto di venerazione, fino ad assidersi nel tempio di Dio proclamandosi Dio. Non vi ricordate come, quando ero ancor presso di voi, vi dicevo queste cose? E voi ben sapete chi or lo trattiene, perché non si manifesti che a suo tempo. Già il mistero dell'iniquità è in azione; solamente v'è chi lo tratterrà finché non sia tolto di mezzo. E allora sarà manifestato l'empio, che il Signore Gesù ucciderà col soffio della sua bocca e annienterà con lo splendore della sua venuta.

TRACTUS
Ps 79:2-3. Qui regis Israël, inténde: qui dedúcis, velut ovem, Joseph. ℣. Qui sedes super Chérubim, appáre coram Ephraïm, Bénjamin, et Manásse. ℣. Excita, Dómine, poténtiam tuam, et veni: ut salvos fácias nos.

Ps 79:2-3. O Pastore, re d'Israele, ascoltaci; Tu che guidi Giuseppe come una pecorella. ℣. Tu che sei assiso tra i Cherubini, mostrati a Efraim, Beniamino e Manasse. ℣. Suscita, Signore, la tua potenza, e vieni a salvarci.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 3:1-6.
Anno quintodécimo impérii Tibérii Caesaris, procuránte Póntio Piláto Judaeam, tetrárcha autem Galilaeae Heróde, Philíppo autem fratre ejus tetrárcha Ituraeae et Trachonítidis regionis, et Lysánia Abilínae tetrárcha, sub princípibus sacerdotum Anna et Cáipha: factum est verbum Domini super Joannem, Zacharíae filium, in deserto. Et venit in omnem regiónem Jordánis, praedicans baptísmum poeniténtiae in remissiónem peccatórum, sicut scriptum est in libro sermónum Isaíae Prophétae: Vox clamántis in desérto: Paráte viam Dómini: rectas fácite sémitas ejus: omnis vallis implébitur: et omnis mons et collis humiliábitur: et erunt prava in dirécta, et áspera in vias planas: et vidébit omnis caro salutáre Dei.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 3:1-6.
L'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, essendo Ponzio Pilato procuratore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, suo fratello Filippo tetrarca dell'Iturea e della Traconítide, e Lisania tetrarca dell'Abiléne, sotto i gran sacerdoti Anna e Caifa, la parola del Signore si fece udire a Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli andò in tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di penitenza per la remissione dei peccati, come sta scritto nel libro dei discorsi del profeta Isaia: Voce di colui che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri. Ogni valle sarà colmata, ogni monte, ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diventeranno diritte, le vie scabrose diventeranno piane; e ogni uomo vedrà la salvezza di Dio.

Omelia di San Gregorio, Papa.
Omelia 20 sui Vangeli.
In qual tempo il Precursore del nostro Redentore ricevesse l'ufficio di predicare, ci è indicato facendo menzione del capo dell'impero romano, e dei re della Giudea. E siccome egli veniva ad annunziare colui che doveva redimere sia alcuni fra i Giudei sia molti fra i Gentili, così viene designato il tempo della sua predicazione citando un re dei Gentili e i principi dei Giudei. E perché la Gentilità doveva essere riunita, mentre la nazione Giudaica doveva andare dispersa in punizione della sua perfidia, anche ciò ci viene indicato nella menzione dei capi del potere civile: uno solo, ci si dice, dominava nell'impero romano, mentre molti comandavano nel regno della Giudea diviso in quattro parti.
Difatti la voce del nostro Redentore dice: Ogni regno diviso in se stesso sarà devastato (Matt 12:25). È chiaro dunque che la Giudea, divisa e sottomessa a tanti capi, era giunta al suo termine. E con ragione si dice ancora non solo sotto quali re, ma anche sotto quali sacerdoti avvenne il fatto; e siccome Giovanni Battista annunziava colui che doveva essere insieme Re e Sacerdote, così l'Evangelista Luca designa il tempo della sua predicazione menzionando sia i capi del potere civile sia le autorità sacerdotali.
Ed andò per tutto il paese intorno al Giordano predicando un battesimo di pentimento per la remissione dei peccati (Luc 3:3). A chiunque legge è evidente che Giovanni non solo predicò un battesimo di pentimento, ma lo amministrò altresì a parecchi: tuttavia non poté dare il suo battesimo per la remissione dei peccati. Poiché la remissione dei peccati ci è conferita soltanto dal battesimo di Cristo. Si noti pertanto ciò che è detto: Predicando un battesimo di pentimento, per la remissione dei peccati: perché non potendo dare il battesimo che rimette i peccati, egli lo predicava: così che come colla parola della predicazione precorreva il Verbo del Padre, così col suo battesimo, per il quale non possono essere rimessi i peccati, precorreva il battesimo di pentimento che rimette i peccati.

OFFERTORIUM
Zach 9:9. Exsúlta satis, fília Sion, praedica, fília Jerúsalem: ecce, Rex tuus venit tibi sanctus et Salvátor.

Zach 9:9. Esulta con tutte le tue forze, o figlia di Sion; manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme; ecco, viene a te il tuo santo Re e Salvatore.

SECRETA
Sacrifíciis praeséntibus, quaesumus, Dómine, placátus inténde: ut et devotióni nostrae profíciant et salúti. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, guarda benigno, te ne preghiamo, le presenti offerte, affinché giovino alla nostra pietà e alla nostra salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Ps 18:6-7. Exsultávit ut gigas ad curréndam viam: a summo coelo egréssio ejus, et occúrsus ejus usque ad summum ejus.

Ps 18:6-7. Esultò come atleta che si accinge alla corsa; da un estremo del cielo sorge e fino all'altro estremo compie il suo giro.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Quaesumus, Dómine, Deus noster: ut sacrosáncta mystéria, quae pro reparatiónis nostrae munímine contulísti; et praesens nobis remédium esse fácias et futúrum. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore Dio nostro, ti preghiamo perché questi sacri doni che tu ci hai elargito per la nostra redenzione, ci siano di rimedio nel presente e nel futuro. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.