Semidoppio.
Paramenti bianchi.
La
Santa Messa ci dice che «il Verbo disceso dal Cielo durante la notte» di Natale
(Introitus) è «il Figlio di Dio venuto per renderci partecipi della sua eredità
come figli adottivi» (Epistola). Prima di Lui, l'uomo era infatti come «un
erede, che, nella sua minorità, non differisce da un servo» (Epistola). Ora,
invece, che la legge nuova l'ha emancipato dalla tutela dell'antica, «egli non
è più servitore, ma figlio» (Epistola).
Rivelandoci
questa paternità soprannaturale di Nostro Signore Gesù Cristo, che colpisce più
specialmente le nostre anime in questo tempo di Natale, la liturgia fa
risplendere ai nostri occhi la Divinità sotto l'aspetto di Paternità. Così il
culto dei figli di Dio si riassume in questa parola detta con Nostro Signore
Gesù Cristo, con labbra pure e retto cuore: «Padre!» (Epistola). L'Evangelium
ci mostra anche quale sarà in avvenire la missione grandiosa di questo Bambino divino che comincia a manifestarsi oggi nel Tempio. «È il Re» (Graduale) «il regno del
quale» (Alleluja) «penetrerà fino all'intimo dei cuori» (Evangelium). Per tutti
sarà una pietra di salvezza; pietra d'inciampo per quelli che lo
perseguiteranno (Communio), pietra angolare «per molti in Israele»
(Evangelium).
L'Introitus
parla della notte nella quale l'angelo di Dio colpì i primogeniti degli
Egiziani (Sap 18:14), preparando la liberazione d'Israele, immagine della notte
santa nella quale la Beatissima Vergine Maria mise alla luce il
Salvatore (Communicantes de Nativitate Domini), venuto per liberare l'umanità.
Sermone
di San Leone, Papa.
Sermone
9 sulla Natività del Signore.
La grandezza
dell'opera divina eccede, o dilettissimi, e supera grandemente le risorse
dell'umana eloquenza: e la difficoltà d'esprimersi nasce proprio là donde sorge
la ragione di non tacere. Perché le parole del profeta: Chi spiegherà la sua
generazione? (Is 53:8), riguardano
non solo la divina essenza di Gesù Cristo Figlio di Dio, ma ancora la sua
natura umana. Difatti se non si crede per fede che le due nature si sono unite
in una sola persona, la parola non riesce a spiegarlo. E perciò non manca mai
materia di lode, perché la facondia di chi loda sarà sempre insufficiente.
Rallegriamoci
pertanto di essere impari a parlare di questo grande mistero di misericordia; e
se non possiamo penetrare la profondità del mistero della nostra salute,
stimiamoci felici di essere vinti dall'immensità di tanto beneficio. Nessuno
infatti si avvicina di più alla conoscenza della verità di colui che comprende
rimanergli sempre molto da indagare nelle cose divine, anche quando profitta
molto. Poiché chi presumesse d'essere giunto là dove tende, non ha già trovato
ciò che cercava, sibbene è venuto meno nella sua ricerca.
E affinché non ci
turbiamo dei limiti in cui è ristretta la nostra debolezza, ci vengono in
soccorso le parole del Vangelo e dei profeti; le quali c'illuminano e
istruiscono siffattamente da farci considerare la natività del Signore, nella
quale il Verbo s'è fatto uomo, non tanto la celebrazione d'una cosa passata,
quanto la visione d'un fatto presente. Difatti quello che l'Angelo annunziò ai
pastori che vegliavano alla custodia del loro gregge, è risuonato anche alle
nostre orecchie e noi siamo ora a capo del gregge del Signore, perché
conserviamo nel fondo del cuore le parole che furono pronunziate da parte di
Dio; quasi si dicesse ancora nell'odierna festività: Vi dò una grande notizia
che sarà di grande allegrezza a tutto il popolo, cioè che oggi è nato per noi
nella città di David, un Salvatore che è Cristo Signore (Luc 2:10).
I
due versetti dell'Introitus, tratti dal libro della Sapienza, alludono
all'angelo di Dio che, a mezzo della notte, sterminò i primogeniti degli
Egiziani oppressori, liberando così il suo popolo eletto. Anche Nostro Signore Gesù
Cristo, il Verbo di Dio, a mezzo della notte nasce sulla terra, per liberarci
dalla morte eterna.
INTROITUS
Sap
18:14-15. Dum
médium siléntium tenérent ómnia, et nox in suo cursu médium iter háberet,
omnípotens Sermo tuus, Dómine, de coelis a regálibus sédibus venit. Ps 92:1. Dóminus regnávit, decórem
indútus est: indútus est Dóminus fortitúdinem, et praecínxit se. ℣. Glória
Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et
semper, et in saecula saeculórum. Amen. Dum médium siléntium tenérent ómnia, et
nox in suo cursu médium iter háberet, omnípotens Sermo tuus, Dómine, de coelis
a regálibus sédibus venit.
Sap
18:14-15. Mentre tutto era immerso in profondo silenzio, e la notte era a metà
del suo corso, l'onnipotente tuo Verbo, o Signore, discese dal celeste trono
regale. Ps 92:1. Il Signore regna, rivestito di maestà: Egli si ammanta e si
cinge di potenza. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come
era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Mentre tutto era
immerso in profondo silenzio, e la notte era a metà del suo corso,
l'onnipotente tuo Verbo, o Signore, discese dal celeste trono regale.
Gloria
ORATIO
Orémus.
Omnípotens
sempitérne Deus, dírige actus nostros in beneplácito tuo: ut in nómine dilécti
Fílii tui mereámur bonis opéribus abundáre: Qui tecum vivit et regnat in
unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Onnipotente
e sempiterno Iddio, indirizza i nostri atti secondo il tuo beneplacito,
affinché possiamo abbondare in opere buone, in nome del tuo diletto Figlio: Lui
che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i
secoli dei secoli. Amen.
Si
fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.
Orémus.
Concéde,
quaesumus, omnípotens Deus: ut nos Unigéniti tui nova per carnem Natívitas
líberet; quos sub peccáti jugo vetústa sérvitus tenet. Per eundem Dominum
nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate
Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Concedici,
Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che la nuova nascita secondo la carne del
tuo Unigenito, liberi noi, che l'antica schiavitù tiene sotto il gioco del
peccato. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e
vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei
secoli. Amen.
Solo
quando è giunto all'età maggiore il figlio entra in possesso dell'eredità di
cui ha diritto. Prima di questo tempo egli è in qualche modo schiavo di coloro
che amministrano in suo nome il suo patrimonio. Così era per i Giudei sotto la
legge mosaica. Essi avevano come prospettiva il ricco patrimonio della Nuova
Legge, ma erano sottomessi ai riti e alle prescrizioni dell'Antica Alleanza,
che erano rudimentali ed avevano in vista soprattutto i bisogni passeggeri e
provvisori di questo mondo. Il Figlio di Dio si è dunque fatto uomo nascendo da
una donna, e si è sottomesso alla servitù della legge per elevarci alla dignità
dei figli di Dio e per liberarci dalla schiavitù della legge. E, come pegno di
questa figliazione divina, Dio Padre ci ha dato lo Spirito Santo, che è lo
Spirito del suo Figlio, in maniera che, divenuti figli di Dio con Nostro
Signore Gesù Cristo, siamo pur divenuti con Lui eredi dei beni eterni. Con i
tempi messianici, la legge Mosaica cessa ed ha principio invece la maggiorità
del popolo di Dio, al quale noi apparteniamo col Battesimo.
LECTIO
Lectio Epístolae Beati
Pauli Apóstoli ad Gálatas.
Gal
4:1-7.
Fratres: Quanto
témpore heres párvulus est, nihil differt a servo, cum sit dóminus ómnium: sed
sub tutóribus et actóribus est usque ad praefinítum tempus a patre: ita et nos,
cum essémus párvuli, sub eleméntis mundi erámus serviéntes. At ubi venit
plenitúdo témporis, misit Deus Fílium suum, factum ex mulíere, factum sub lege,
ut eos, qui sub lege erant, redímeret, ut adoptiónem filiórum reciperémus.
Quóniam autem estis fílii, misit Deus Spíritum Fílii sui in corda vestra,
clamántem: Abba, Pater. Itaque jam non est servus, sed fílius: quod si fílius,
et heres per Deum.
Lettura
dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Galati.
Gal
4:1-7.
Fratelli,
fin quando l'erede è minore di età, benché sia padrone di tutto, non differisce
in nulla da un servo, ma sta sotto l'autorità dei tutori e degli
amministratori, fino al tempo prestabilito dal padre. Così anche noi, quando
eravamo minori d'età, eravamo servi degli elementi del mondo. Ma quando venne
la pienezza dei tempi, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la
legge, affinché redimesse quelli che erano sotto la legge, e noi ricevessimo l'adozione
in figli. Ora, poiché siete figli, Iddio ha mandato lo Spirito del suo Figlio
nei vostri cuori, il quale grida: Abba, Padre. Perciò, ormai nessuno è più
schiavo, ma figlio, e se è figlio, è anche erede, per la grazia di Dio.
GRADUALE
Ps
44:3; 44:2. Speciósus
forma prae filiis hóminum: diffúsa est gratia in lábiis tuis. ℣. Eructávit cor
meum verbum bonum, dico ego ópera mea Regi: lingua mea cálamus scribae,
velóciter scribéntis.
Ps
44:3; 44:2. Tu sei bello fra i figli degli uomini: la grazia è diffusa sulle
tue labbra. ℣. Mi erompe dal cuore una buona parola, al re canto i miei versi:
la mia lingua è come la penna di un veloce scrivano.
ALLELUJA
Allelúja,
allelúja. Ps 92:1. ℣. Dóminus
regnávit, decórem índuit: índuit Dóminus fortitúdinem, et praecínxit se
virtúte. Allelúja.
Alleluia,
alleluia. Ps 92:1. ℣. Il Signore regna, si ammanta di maestà: il Signore si
ammanta di fortezza e di potenza. Alleluia.
Questo
Evangelium è la continuazione di quello della festa della Purificazione (2 febbraio). Il vecchio San Simeone e la profetessa Sant'Anna, la quale aveva più di
80 anni e passava intieri i suoi giorni nel Tempio, rendono testimonianza a
Nostro Signore Gesù Cristo: è Lui il Messia e la sua venuta porta
necessariamente una separazione o un giudizio. I pensieri segreti di ogni uomo
in rapporto a Nostro Signore Gesù Cristo saranno rivelati all'ultimo giorno,
perché Egli scruta le reni ed i cuori (VIII Lezione del Mattutino). Coloro, che
nel loro orgoglio e nella loro viltà avranno rigettato il Figlio di Dio,
saranno a loro volta rigettati da Lui e coloro che l'avranno accolto
parteciperanno alla sua gloria, perché Nostro Signore Gesù Cristo è venuto a
salvare il suo popolo. Sin da principio il Bambino divino fu
ripieno della sapienza del Padre e la sua anima ricevette la pienezza della
grazia santificante.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 2:33-40.
In illo témpore:
Erat Joseph et María Mater Jesu, mirántes super his quae dicebántur de illo. Et
benedíxit illis Símeon, et dixit ad Maríam Matrem ejus: Ecce, pósitus est hic
in ruínam et in resurrectiónem multórum in Israël: et in signum, cui
contradicétur: et tuam ipsíus ánimam pertransíbit gládius, ut reveléntur ex
multis córdibus cogitatiónes. Et erat Anna prophetíssa, fília Phánuel, de tribu
Aser: haec procésserat in diébus multis, et víxerat cum viro suo annis septem a
virginitáte sua. Et haec vídua usque ad annos octogínta quátuor: quae non
discedébat de templo, jejúniis et obsecratiónibus sérviens nocte ac die. Et haec,
ipsa hora supervéniens, confitebátur Dómino, et loquebátur de illo ómnibus, qui
exspectábant redemptiónem Israël. Et ut perfecérunt ómnia secúndum legem
Dómini, revérsi sunt in Galilaeam in civitátem suam Názareth. Puer autem
crescébat, et confortabátur, plenus sapiéntia: et grátia Dei erat in illo.
Seguito
✠ del santo Vangelo secondo Luca.
Luc
2:33-40.
In
quel tempo, Giuseppe e Maria, madre di Gesù, restavano meravigliati delle cose
che si dicevano di lui. E Simeone li benedisse, e disse a Maria, sua madre:
Ecco egli è posto per la rovina e per la resurrezione di molti in Israele, e
sarà bersaglio di contraddizioni, e una spada trapasserà la tua stessa anima,
affinché restino svelati i pensieri di molti cuori. C'era inoltre una
profetessa, Anna, figlia di Fanuel, della tribù di Aser, molto avanti negli
anni, vissuta per sette anni con suo marito. Rimasta vedova fino a
ottantaquattro anni, non usciva dal tempio, servendo Dio notte e giorno con
preghiere e digiuni. E nello stesso tempo ella sopraggiunse, e dava gloria al
Signore, parlando di lui a quanti aspettavano la redenzione di Israele. E
quando ebbero compiuto tutto secondo la legge del Signore, se ne tornarono in
Galilea, nella loro città di Nazaret. E il fanciullo cresceva e si irrobustiva,
pieno di sapienza: e la grazia di Dio era con lui.
Omelia
di Sant'Ambrogio, Vescovo.
Libro
2 al cap. 2 di Luca, verso la fine.
Tu vedi che colla
nascita del Signore la grazia è stata abbondantemente comunicata a tutti e la
profezia fu rifiutata agl'increduli, ma non ai giusti. Ond'ecco Simeone
profetizzare il Signore Gesù Cristo essere venuto per la rovina e la
risurrezione di molti, per discernere i meriti dei giusti e degli iniqui; e per
decretarci secondo la qualità delle nostre opere, egli giudice verace e giusto,
o la ricompensa o il supplizio.
Per te sarà una spada
che ti trapasserà l'anima (Luc 2:35).
Né la scrittura, né la storia ci dicono che Maria sia morta di morte violenta.
Poiché non l'anima, ma il corpo può essere trapassato da spada materiale. Onde
ciò prova che la sapienza di Maria non ignorava il mistero celeste. Infatti la
parola di Dio è viva ed efficace, e più affilata di ogni spada acutissima, e
penetrante fino alla divisione dell'anima e dello spirito, e delle giunture e
delle midolle, e scruta i pensieri del cuore e i secreti dell'anima, perché
tutto è nudo e palese al Figlio di Dio (Hebr
4:12), al quale non sfuggono i secreti della coscienza.
Profetò adunque
Simeone, aveva profetato una vergine, aveva profetato una maritata; dové
profetare anche una vedova, affinché nessuna condizione o sesso venisse
escluso. E perciò Anna, che sia per l'uso che fece della sua vedovanza sia per
i suoi costumi ci apparisce affatto degna di fede, annunziava che il Redentore di
tutti era venuto. Ma avendo noi parlato delle sue virtù nell'esortazione alle
vedove, non crediamo dover ripeterci ora, dovendo parlare di altro.
Credo
OFFERTORIUM
Ps
92:1-2. Deus
firmávit orbem terrae, qui non commovébitur: paráta sedes tua, Deus, ex tunc, a
saeculo tu es.
Ps
92:1-2. Iddio ha consolidato la terra, che non vacillerà: il tuo trono, o Dio,
è stabile fin da principio, tu sei da tutta l'eternità.
SECRETA
Concéde, quaesumus,
omnípotens Deus: ut óculis tuae majestátis munus oblátum, et grátiam nobis piae
devotiónis obtineat, et efféctum beátae perennitátis acquírat. Per Dominum nostrum
Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus
Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Concedi,
Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che questa offerta, presentata alla tua
maestà, ci ottenga la grazia di una fervida pietà e ci assicuri il possesso
dell'eternità beata. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei
secoli. Amen.
Si
fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.
Obláta, Dómine,
múnera, nova Unigéniti tui Nativitáte sanctífica: nosque a peccatórum nostrórum
máculis emúnda. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui
tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula
saeculorum. Amen.
Santifica,
o Signore, con la nuova nascita del tuo Unigenito, i doni offerti, e purificaci
dalle macchie dei nostri peccati. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PRAEFATIO
DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum et
justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine
sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova
mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum
cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo cum Angelis et
Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis
exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus,
Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in
excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.
È
veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni
luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio:
Poiché mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un
nuovo raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio,
per esso veniamo rapiti all'amore delle cose invisibili. E perciò con gli
Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia
dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine:
Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono
pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene
nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
COMMUNICANTES
DE NATIVITATE DOMINI
Communicántes, et
diem sacratíssimum celebrántes, quo beátae Maríae intemeráta virgínitas huic
mundo édidit Salvatórem: sed et memóriam venerántes, in primis ejúsdem
gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu
Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli,
Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei,
Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni,
Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum
tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae
muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.
Uniti
in una stessa comunione, celebriamo il giorno santissimo nel quale l'intemerata
verginità della beata Maria diede a questo mondo il Salvatore; e veneriamo
anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del
medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri,
Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo,
Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio,
Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i
tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa
siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro
Signore. Amen.
COMMUNIO
Matt
2:20. Tolle
Púerum et Matrem ejus, et vade in terram Israël: defúncti sunt enim, qui quaerébant
ánimam Púeri.
Matt
2:20. Prendi il bambino e sua madre, e va nella terra di Israele: quelli che
volevano farlo morire sono morti.
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Per hujus, Dómine,
operatiónem mystérii, et vitia nostra purgéntur, et justa desidéria
compleántur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit
et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Per
l'efficacia di questo mistero, o Signore, siano distrutti i nostri vizi e compiuti
i nostri giusti desideri. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è
Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli
dei secoli. Amen.
Si
fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.
Orémus.
Praesta,
quaesumus, omnípotens Deus: ut natus hódie Salvátor mundi, sicut divínae nobis
generatiónis est auctor; ita et immortalitátis sit ipse largítor: Qui tecum
vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum.
Amen.
Preghiamo.
Fa',
Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che il Salvatore del mondo, oggi nato, come
è l'autore della nostra divina rigenerazione, così ci sia anche datore
dell'immortalità. Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito
Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.