sabato 16 febbraio 2019

Sesta Domenica dopo l'Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo

Semidoppio.
Paramenti verdi.

Se questa Domenica fosse impedita dalla Settuagesima, né potrà esser recuperata dopo Pentecoste, la si anticipa al sabato con tutti i privilegi propri della Domenica e perciò si dice il Gloria in excelsis, il Credo e il Praefatio de Sanctissima Trinitate.

«Dio - dice il grande Apostolo San Paolo - ci ha parlato per mezzo del suo Figlio, che ha fatto erede di tutto e che, essendo lo splendore della sua gloria e l'impronta della sua sostanza, e sostenendo tutte le cose con la potenza della sua parola, dopo aver operato la purificazione dai peccati, è seduto alla destra della maestà nel più alto dei Cieli. A quale degli Angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio Figlio; io ti ho generato oggi? E quando manda di nuovo il suo primogenito nel mondo, dice: Tutti gli Angeli di Dio lo adorino» (Hebr 1:1 segg., Introitus). «L'Apostolo - dice Sant'Atanasio - dichiara che Gesù è superiore agli Angeli per indicare la differenza che esiste tra la natura del Figlio e quella delle creature» (II Notturno del Mattutino).
La Santa Messa della Sesta Domenica dopo l'Epifania si riallaccia anch'essa al Tempo di Natale, pertanto l'Introitus, il Graduale, l'Alleluja, l'Offertorium e il Communio - gli stessi delle tre Domeniche precedenti -, ci manifestano che Nostro Signore Gesù Cristo è vero Dio e vero Uomo, che opera prodigi, e che bisogna adorarlo. La Santa Chiesa continua, infatti, in questo Tempo dopo l'Epifania, a dichiarare la divinità di Gesù Cristo e quindi la sua regalità su tutta la terra. Egli è Dio perché rivela cose nascoste in Dio e che il mondo ignora (Evangelium). La sua parola, che Egli paragona a un piccolo seme gettato nel campo del mondo e a un po' di lievito messo nella pasta, è divina, perché spegne le nostre passioni e produce nel nostro cuore le meraviglie della fede, della speranza e della carità di cui ci parla l'Epistola. Così la Santa Chiesa, nata dalla parola di Cristo, è meravigliosamente simboleggiata da queste tre misure di farina che la forza di espansione del lievito ha fatto «completamente fermentare» (Evangelium), e da questa pianta di senape, la più grande della sua specie, nella quale gli uccelli vengono volentieri a cercare un rifugio.
Meditiamo sempre la dottrina di Nostro Signore Gesù Cristo (Oratio), perché come il lievito entri nelle nostre anime e le trasformi, e come la pianta di senape, molto crescano i frutti di santità nell'anima degli uomini. Così si estenderà sempre più il regno di Dio al quale Nostro Signore Gesù Cristo ci ha chiamato, e di cui Egli è il Re.

Sermone di Sant'Atanasio, Vescovo.
Discorso 2 contro gli Ariani, dopo la metà.
Se gli eretici considerassero la persona, la cosa, il tempo di cui parla l'Apostolo, giammai attribuirebbero alla Divinità ciò ch'è proprio della natura umana, e si comporterebbero verso Cristo in maniera sì empia e stolta. Ti sarà dato di vedere ciò se esaminerai attentamente il principio della lezione che ripetiamo di nuovo. L'Apostolo dunque dice: Iddio che molte volte e in molte guise parlò un tempo ai nostri padri per mezzo dei profeti: ma negli ultimi tempi ha parlato a noi per mezzo del Figlio (Hebr 1:1). E poco dopo aggiunge: Egli compiuta l'espiazione dei nostri peccati, s'è assiso alla destra della maestà nel più alto dei cieli, fatto di tanto superiore agli Angeli, quanto più eccellente nome che essi ricevette (Hebr 1:3). E dunque di quel tempo in cui Dio parlò a noi per mezzo del Figlio, quando questi ci purificava dai peccati, che l'Apostolo fa qui menzione. Ora quando Dio ci ha parlato per mezzo del Figlio, o quando è stata operata la purificazione dei peccati, o quando egli è nato come uomo, se non dopo i Profeti, e ciò negli ultimi tempi?
Di più l'Apostolo, prendendo a parlare dell'incarnazione umana del Verbo e degli ultimi tempi, per conseguenza ricordò che Dio non tacque nelle età precedenti, ma che parlò per mezzo dei Profeti; e dopo che i Profeti ebbero assolto il loro ufficio, e la legge fu annunziata per mezzo degli Angeli, e dopo che anche il Figlio discese fino a noi, e si apprestò a compiere il suo ministero, allora aggiunge quest'asserzione necessaria: Fatto di tanto superiore agli Angeli (Hebr 1:4); volendo mostrare che quanto più il Figlio eccelle sul servo, tanto più eccellente è il ministero del Figlio sul ministero e la funzione dei servi.
Pertanto l'Apostolo distinguendo fra il ministero dell'antica e quello della nuova legge, usa grande libertà di parola, scrivendo e parlando ai Giudei. Perciò non usò un termine indicante comparazione tra cose della stessa specie, come quando si dice che l'una è più grande o onorevole dell'altra: affinché nessuno interpretasse le sue parole, quasi ci fosse una natura simile, e dei tratti comuni tra il Figlio e gli Angeli: ma lo disse più eccellente per indicare la diversità fra la natura del Figlio e quella delle creature.




INTROITUS
Ps 96:7-8. Adoráte Deum, omnes Angeli ejus: audívit, et laetáta est Sion: et exsultavérunt fíliae Judae. Ps 96:1. Dóminus regnávit, exsúltet terra: laeténtur ínsulae multae. . Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. . Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Adoráte Deum, omnes Angeli ejus: audívit, et laetáta est Sion: et exsultavérunt fíliae Judae.

Ps 96:7-8. Adorate Dio, voi tutti Angeli suoi: Sion ha udito e se ne è rallegrata: ed hanno esultato le figlie di Giuda. Ps 96:1. Il Signore regna, esulti la terra: si rallegrino le molte genti. . Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. . Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Adorate Dio, voi tutti Angeli suoi: Sion ha udito e se ne è rallegrata: ed hanno esultato le figlie di Giuda.

Gloria (non si dice quando tale Santa Messa si riprende nei giorni feriali)

ORATIO
Orémus.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus: ut, semper rationabília meditántes, quae tibi sunt plácita, et dictis exsequámur et factis. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, o Dio onnipotente, Te ne preghiamo, che meditando sempre cose ragionevoli, compiamo ciò che a Te piace e con le parole e con i fatti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

L'Epistola, che San Paolo Apostolo scrive ai Tessalonicesi e di cui oggi leggiamo un tratto, è tutta un'eco della seconda venuta di Cristo. Venuto una prima volta nell'umiltà, Nostro Signore Gesù Cristo ritornerà nella gloria. E l'Apostolo felicita quelli ai quali egli scrive della loro incrollabile speranza in Colui che deve liberarli dall'ira divina nel giorno del giudizio. Come essi, attendiamo con confidenza il Figlio di Dio che renderà a ciascuno secondo le proprie opere.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Thessalonicénses.
1Thess 1:2-10.
Fratres: Grátias ágimus Deo semper pro ómnibus vobis, memóriam vestri faciéntes in oratiónibus nostris sine intermissióne, mémores óperis fídei vestrae, et labóris, et caritátis, et sustinéntiae spei Dómini nostri Jesu Christi, ante Deum et Patrem nostrum: sciéntes, fratres, dilécti a Deo, electiónem vestram: quia Evangélium nostrum non fuit ad vos in sermóne tantum, sed et in virtúte, et in Spíritu Sancto, et in plenitúdine multa, sicut scitis quales fuérimus in vobis propter vos. Et vos imitatóres nostri facti estis, et Dómini, excipiéntes verbum in tribulatióne multa, cum gáudio Spíritus Sancti: ita ut facti sitis forma ómnibus credéntibus in Macedónia et in Achája. A vobis enim diffamátus est sermo Dómini, non solum in Macedónia et in Achája, sed et in omni loco fides vestra, quae est ad Deum, profécta est, ita ut non sit nobis necésse quidquam loqui. Ipsi enim de nobis annúntiant, qualem intróitum habuérimus ad vos: et quómodo convérsi estis ad Deum a simulácris, servíre Deo vivo et vero, et exspectáre Fílium ejus de coelis (quem suscitávit ex mórtuis) Jesum, qui erípuit nos ab ira ventúra.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Tessalonicesi.
1Thess 1:2-10.
Fratelli, rendiamo sempre grazie a Dio per voi tutti, facendo memoria di voi nelle nostre preghiere, senza posa, ricordando, davanti a Dio e Padre nostro, le opere della vostra fede, la carità laboriosa e la vostra ferma speranza nel Signor nostro Gesù Cristo. Conosciamo, o fratelli prediletti da Dio, la vostra elezione: che il nostro Vangelo non v'è stato predicato solo a parole, ma con virtù, con lo Spirito Santo e con molta pienezza, e ben sapete come ci siamo comportati con voi per il vostro bene. E voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore, accogliendo la nostra predicazione tra grandi tribolazioni, con la gioia dello Spirito Santo: così da diventare modello per tutti i credenti della Macedonia e dell'Acaia. Da voi infatti la parola del Signore è echeggiata non solo nella Macedonia e nell'Acaia, ma la vostra fede in Dio si è diffusa in ogni luogo, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne. Tutti infatti parlano di noi: di quale accoglienza avemmo da voi e di come vi convertiste dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero, e per aspettare dal cielo il suo Figlio Gesù (da Lui resuscitato dai morti), Colui che ci salva dall'ira ventura.

GRADUALE
Ps 101:16-17. Timébunt gentes nomen tuum, Dómine, et omnes reges terrae glóriam tuam. . Quóniam aedificávit Dóminus Sion, et vidébitur in majestáte sua.

Ps 101:16-17. Le genti temeranno il tuo nome, o Signore: tutti i re della terra la tua gloria. . Poiché il Signore ha edificato Sion: e si è mostrato nella sua potenza.

ALLELUJA (si dice anche quando tale Santa Messa si riprende nei giorni feriali)
Allelúja, allelúja. Ps 96:1. . Dóminus regnávit, exsúltet terra: laeténtur ínsulae multae. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 96:1. . Il Signore regna, esulti la terra: si rallegrino le molte genti. Alleluia.

La pericope evangelica di questa Domenica ci fa meditare sulla parabola del chicco di senape che cresce fino a diventare un imponente albero. Con ciò Nostro Signore Gesù Cristo volle insegnare che la sua Chiesa, il suo Regno sulla terra, sebbene nata dal fianco di un condannato a morte, avrebbe avuto una potenza tale da sopravvivere ai più grandi imperi; che inoltre la sua dottrina, nulla a confronto delle scienze umane, tutte le superi; che infine la Grazia può operare in noi, soprattutto mediante i Sacramenti, un progressivo avanzamento verso le più alte vette della santità.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 13:31-35.
In illo témpore: Dixit Jesus turbis parábolam hanc: Símile est regnum coelórum grano sinápis, quod accípiens homo seminávit in agro suo: quod mínimum quidem est ómnibus semínibus: cum autem créverit, majus est ómnibus oléribus, et fit arbor, ita ut vólucres coeli véniant et hábitent in ramis ejus. Aliam parábolam locútus est eis: Símile est regnum coelórum ferménto, quod accéptum múlier abscóndit in farínae satis tribus, donec fermentátum est totum. Haec ómnia locútus est Jesus in parábolis ad turbas: et sine parábolis non loquebátur eis: ut implerétur quod dictum erat per Prophétam dicéntem: Apériam in parábolis os meum, eructábo abscóndita a constitutióne mundi.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 13:31-35.
In quel tempo, Gesù disse alle turbe questa parabola: Il regno dei cieli è simile a un grano di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo: e questo grano è la più piccola di tutte le sementi, ma, cresciuta che sia, è più grande di tutti gli erbaggi e diventa un albero: così che gli uccelli dell'aria vanno e si riposano sui suoi rami. E disse loro un'altra parabola: Il regno dei cieli è simile a un po' di lievito, che una donna mescola a tre staia di farina, fintanto che tutto sia fermentato. Gesù disse tutte queste parabole alle turbe: e mai parlava loro se non in parabole: affinché si adempisse il detto del Profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, manifesterò cose nascoste dalla fondazione del mondo.

Omelia di San Girolamo, Prete.
Libro 2 Commento al cap. 13 di Matteo.
Il regno dei cieli è la predicazione del Vangelo, e la conoscenza delle Scritture, che conduce alla vita, e di cui si dice ai Giudei: Vi sarà tolto il regno di Dio, e sarà dato a un popolo che ne produca frutti (Matt 21:43). Questo regno dunque è simile a un chicco di senape, che un uomo ha preso e seminato nel suo campo (Matt 13:31). Per l'uomo che semina nel suo campo, molti intendono il Salvatore, perché egli semina negli animi dei credenti; secondo altri è l'uomo stesso che semina nel suo campo, cioè in se stesso e nel suo cuore.
Chi è allora questi che semina, se non la nostra intelligenza, che, ricevendo il chicco della predicazione e conservando con cura questa semenza, la fa crescere nel campo del nostro cuore dove essa è fecondata dall'amore della fede? La predicazione del Vangelo è la più umile di tutte le scienze. Difatti a prima vista essa non ispira la fiducia della verità, annunziando un uomo-Dio, un Cristo morto, e lo scandalo della croce. Confronta simile dottrina coi postulati dei filosofi e coi loro libri, collo splendore dell'eloquenza e colla composizione dei loro discorsi: e vedrai quanto fra le altre sementi la semenza del Vangelo sia più minuta.
Ma quelle, cresciute, non mostrano nulla di resistente, nulla di vigoroso, nulla di vivace: ciò che esse producono è tutto floscio, languido e senza consistenza, son delle piante insignificanti, delle erbe che tosto seccano e cadono. La predicazione del Vangelo invece, che da principio pareva piccola, appena è seminata, o nell'anima del credente, o in tutto il mondo, non spunta in erba, ma cresce in albero: così che gli uccelli del cielo (per cui dobbiamo intendere o le anime dei credenti, o le forze consacrate al servizio di Dio) vanno a riposarsi tra i suoi rami. I rami dell'albero evangelico, cresciuto dal chicco di senape, credo che siano i diversi dogmi, sui quali riposa ciascuno dei sopradetti uccelli.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 117:16; 117:17. Déxtera Dómini fecit virtutem, déxtera Dómini exaltávit me: non móriar, sed vivam, et narrábo ópera Dómini.

Ps 117:16; 117:17. La destra del Signore ha fatto prodigi, la destra del Signore mi ha esaltato: non morirò, ma vivrò e narrerò le opere del Signore.

SECRETA
Haec nos oblátio, Deus, mundet, quaesumus, et rénovet, gubérnet et prótegat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Questa nostra oblazione, te ne preghiamo, o Dio, ci purifichi e rinnovi, ci governi e protegga. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE SANCTISSIMA TRINITATE
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui cum unigénito Fílio tuo et Spíritu Sancto unus es Deus, unus es Dóminus: non in uníus singularitáte persónae, sed in uníus Trinitáte substántiae. Quod enim de tua glória, revelánte te, crédimus, hoc de Fílio tuo, hoc de Spíritu Sancto sine differéntia discretiónis sentímus. Ut in confessióne verae sempiternaeque Deitátis, et in persónis propríetas, et in esséntia únitas, et in majestáte adorétur aequálitas. Quam laudant Angeli atque Archángeli, Chérubim quoque ac Séraphim: qui non cessant clamáre cotídie, una voce dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: che col Figlio tuo unigenito e con lo Spirito Santo, sei un Dio solo ed un solo Signore, non nella singolarità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza. Così che quanto per tua rivelazione crediamo della tua gloria, il medesimo sentiamo, senza distinzione, e di tuo Figlio e dello Spirito Santo. Affinché nella professione della vera e sempiterna Divinità, si adori: e la proprietà nelle persone e l'unità nell'essenza e l'uguaglianza nella maestà. La quale lodano gli Angeli e gli Arcangeli, i Cherubini e i Serafini, che non cessano ogni giorno di acclamare, dicendo ad una voce: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

Nei giorni feriali in cui si riprende tale Santa Messa, si dice:

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Luc 4:22. Mirabántur omnes de his, quae procedébant de ore Dei.

Luc 4:22. Si meravigliavano tutti delle parole che uscivano dalla bocca di Dio.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Coeléstibus, Dómine, pasti delíciis: quaesumus; ut semper éadem, per quae veráciter vívimus, appetámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore, nutriti del cibo celeste, concedici che aneliamo sempre a ciò per mezzo di cui veramente viviamo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.