Semidoppio.
Paramenti verdi.
Se questa Domenica
fosse impedita dalla Settuagesima, né potrà esser recuperata dopo Pentecoste,
la si anticipa al sabato con tutti i privilegi propri della Domenica e perciò
si dice il Gloria in excelsis, il Credo e il Praefatio de Sanctissima
Trinitate.
«Dio
- dice il grande Apostolo San Paolo - ci ha parlato per mezzo del suo Figlio,
che ha fatto erede di tutto e che, essendo lo splendore della sua gloria e l'impronta
della sua sostanza, e sostenendo tutte le cose con la potenza della sua parola,
dopo aver operato la purificazione dai peccati, è seduto alla destra della
maestà nel più alto dei Cieli. A quale degli Angeli Dio ha mai detto: Tu sei
mio Figlio; io ti ho generato oggi? E quando manda di nuovo il suo primogenito
nel mondo, dice: Tutti gli Angeli di Dio lo adorino» (Hebr 1:1 segg.,
Introitus). «L'Apostolo - dice Sant'Atanasio - dichiara che Gesù è superiore
agli Angeli per indicare la differenza che esiste tra la natura del Figlio e
quella delle creature» (II Notturno del Mattutino).
La
Santa Messa della Sesta Domenica dopo l'Epifania si riallaccia anch'essa al
Tempo di Natale, pertanto l'Introitus, il Graduale, l'Alleluja, l'Offertorium e
il Communio - gli stessi delle tre Domeniche precedenti -, ci manifestano che
Nostro Signore Gesù Cristo è vero Dio e vero Uomo, che opera prodigi, e che
bisogna adorarlo. La Santa Chiesa continua, infatti, in questo Tempo dopo
l'Epifania, a dichiarare la divinità di Gesù Cristo e quindi la sua regalità su
tutta la terra. Egli è Dio perché rivela cose nascoste in Dio e che il mondo
ignora (Evangelium). La sua parola, che Egli paragona a un piccolo seme gettato
nel campo del mondo e a un po' di lievito messo nella pasta, è divina, perché
spegne le nostre passioni e produce nel nostro cuore le meraviglie della fede,
della speranza e della carità di cui ci parla l'Epistola. Così la Santa Chiesa,
nata dalla parola di Cristo, è meravigliosamente simboleggiata da queste tre
misure di farina che la forza di espansione del lievito ha fatto «completamente
fermentare» (Evangelium), e da questa pianta di senape, la più grande della sua
specie, nella quale gli uccelli vengono volentieri a cercare un rifugio.
Meditiamo
sempre la dottrina di Nostro Signore Gesù Cristo (Oratio), perché come il
lievito entri nelle nostre anime e le trasformi, e come la pianta di senape, molto
crescano i frutti di santità nell'anima degli uomini. Così si estenderà sempre
più il regno di Dio al quale Nostro Signore Gesù Cristo ci ha chiamato, e di
cui Egli è il Re.
Sermone
di Sant'Atanasio, Vescovo.
Discorso
2 contro gli Ariani, dopo la metà.
Se gli eretici
considerassero la persona, la cosa, il tempo di cui parla l'Apostolo, giammai
attribuirebbero alla Divinità ciò ch'è proprio della natura umana, e si
comporterebbero verso Cristo in maniera sì empia e stolta. Ti sarà dato di
vedere ciò se esaminerai attentamente il principio della lezione che ripetiamo
di nuovo. L'Apostolo dunque dice: Iddio che molte volte e in molte guise parlò
un tempo ai nostri padri per mezzo dei profeti: ma negli ultimi tempi ha parlato
a noi per mezzo del Figlio (Hebr 1:1).
E poco dopo aggiunge: Egli compiuta l'espiazione dei nostri peccati, s'è assiso
alla destra della maestà nel più alto dei cieli, fatto di tanto superiore agli
Angeli, quanto più eccellente nome che essi ricevette (Hebr 1:3). E dunque di quel tempo in cui Dio parlò a noi per mezzo
del Figlio, quando questi ci purificava dai peccati, che l'Apostolo fa qui
menzione. Ora quando Dio ci ha parlato per mezzo del Figlio, o quando è stata
operata la purificazione dei peccati, o quando egli è nato come uomo, se non
dopo i Profeti, e ciò negli ultimi tempi?
Di più l'Apostolo,
prendendo a parlare dell'incarnazione umana del Verbo e degli ultimi tempi, per
conseguenza ricordò che Dio non tacque nelle età precedenti, ma che parlò per
mezzo dei Profeti; e dopo che i Profeti ebbero assolto il loro ufficio, e la
legge fu annunziata per mezzo degli Angeli, e dopo che anche il Figlio discese
fino a noi, e si apprestò a compiere il suo ministero, allora aggiunge
quest'asserzione necessaria: Fatto di tanto superiore agli Angeli (Hebr 1:4); volendo mostrare che quanto
più il Figlio eccelle sul servo, tanto più eccellente è il ministero del Figlio
sul ministero e la funzione dei servi.
Pertanto
l'Apostolo distinguendo fra il ministero dell'antica e quello della nuova
legge, usa grande libertà di parola, scrivendo e parlando ai Giudei. Perciò non
usò un termine indicante comparazione tra cose della stessa specie, come quando
si dice che l'una è più grande o onorevole dell'altra: affinché nessuno
interpretasse le sue parole, quasi ci fosse una natura simile, e dei tratti
comuni tra il Figlio e gli Angeli: ma lo disse più eccellente per indicare la
diversità fra la natura del Figlio e quella delle creature.
INTROITUS
Ps
96:7-8. Adoráte
Deum, omnes Angeli ejus: audívit, et laetáta est Sion: et exsultavérunt fíliae
Judae. Ps 96:1. Dóminus regnávit,
exsúltet terra: laeténtur ínsulae multae. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞.
Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen.
Adoráte Deum, omnes
Angeli ejus: audívit, et laetáta est Sion: et exsultavérunt fíliae Judae.
Ps
96:7-8. Adorate Dio, voi tutti Angeli suoi: Sion ha udito e se ne è rallegrata:
ed hanno esultato le figlie di Giuda. Ps 96:1. Il Signore regna, esulti la
terra: si rallegrino le molte genti. ℣.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Adorate Dio, voi tutti Angeli suoi: Sion ha udito e se ne è rallegrata: ed
hanno esultato le figlie di Giuda.
Gloria (non si dice quando tale Santa Messa si riprende nei giorni feriali)
ORATIO
Orémus.
Praesta,
quaesumus, omnípotens Deus: ut, semper rationabília meditántes, quae tibi sunt
plácita, et dictis exsequámur et factis. Per Dominum nostrum Jesum Christum,
Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per
omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
Concedici,
o Dio onnipotente, Te ne preghiamo, che meditando sempre cose ragionevoli,
compiamo ciò che a Te piace e con le parole e con i fatti. Per il nostro
Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con
lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
L'Epistola,
che San Paolo Apostolo scrive ai Tessalonicesi e di cui oggi leggiamo un tratto,
è tutta un'eco della seconda venuta di Cristo. Venuto una prima volta nell'umiltà,
Nostro Signore Gesù Cristo ritornerà nella gloria. E l'Apostolo felicita quelli
ai quali egli scrive della loro incrollabile speranza in Colui che deve
liberarli dall'ira divina nel giorno del giudizio. Come essi, attendiamo con
confidenza il Figlio di Dio che renderà a ciascuno secondo le proprie opere.
LECTIO
Léctio Epístolae Beáti
Pauli Apóstoli ad Thessalonicénses.
1Thess
1:2-10.
Fratres: Grátias
ágimus Deo semper pro ómnibus vobis, memóriam vestri faciéntes in oratiónibus
nostris sine intermissióne, mémores óperis fídei vestrae, et labóris, et
caritátis, et sustinéntiae spei Dómini nostri Jesu Christi, ante Deum et Patrem
nostrum: sciéntes, fratres, dilécti a Deo, electiónem vestram: quia Evangélium
nostrum non fuit ad vos in sermóne tantum, sed et in virtúte, et in Spíritu
Sancto, et in plenitúdine multa, sicut scitis quales fuérimus in vobis propter
vos. Et vos imitatóres nostri facti estis, et Dómini, excipiéntes verbum in
tribulatióne multa, cum gáudio Spíritus Sancti: ita ut facti sitis forma ómnibus
credéntibus in Macedónia et in Achája. A vobis enim diffamátus est sermo
Dómini, non solum in Macedónia et in Achája, sed et in omni loco fides vestra,
quae est ad Deum, profécta est, ita ut non sit nobis necésse quidquam loqui.
Ipsi enim de nobis annúntiant, qualem intróitum habuérimus ad vos: et quómodo
convérsi estis ad Deum a simulácris, servíre Deo vivo et vero, et exspectáre
Fílium ejus de coelis (quem suscitávit ex mórtuis) Jesum, qui erípuit nos ab
ira ventúra.
Lettura
dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Tessalonicesi.
1Thess
1:2-10.
Fratelli,
rendiamo sempre grazie a Dio per voi tutti, facendo memoria di voi nelle nostre
preghiere, senza posa, ricordando, davanti a Dio e Padre nostro, le opere della
vostra fede, la carità laboriosa e la vostra ferma speranza nel Signor nostro
Gesù Cristo. Conosciamo, o fratelli prediletti da Dio, la vostra elezione: che
il nostro Vangelo non v'è stato predicato solo a parole, ma con virtù, con lo
Spirito Santo e con molta pienezza, e ben sapete come ci siamo comportati con
voi per il vostro bene. E voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore,
accogliendo la nostra predicazione tra grandi tribolazioni, con la gioia dello
Spirito Santo: così da diventare modello per tutti i credenti della Macedonia e
dell'Acaia. Da voi infatti la parola del Signore è echeggiata non solo nella
Macedonia e nell'Acaia, ma la vostra fede in Dio si è diffusa in ogni luogo,
tanto che non abbiamo bisogno di parlarne. Tutti infatti parlano di noi: di
quale accoglienza avemmo da voi e di come vi convertiste dagli idoli a Dio, per
servire il Dio vivo e vero, e per aspettare dal cielo il suo Figlio Gesù (da
Lui resuscitato dai morti), Colui che ci salva dall'ira ventura.
GRADUALE
Ps
101:16-17.
Timébunt gentes nomen tuum, Dómine, et omnes reges terrae glóriam tuam. ℣.
Quóniam aedificávit Dóminus
Sion, et vidébitur in majestáte sua.
Ps
101:16-17. Le genti temeranno il tuo nome, o Signore: tutti i re della terra la
tua gloria. ℣. Poiché il Signore ha edificato Sion: e si è
mostrato nella sua potenza.
ALLELUJA (si dice anche quando tale Santa Messa si riprende nei giorni feriali)
Allelúja,
allelúja. Ps 96:1. ℣.
Dóminus regnávit, exsúltet terra: laeténtur ínsulae multae. Allelúja.
Alleluia,
alleluia. Ps 96:1. ℣. Il Signore regna, esulti la terra: si rallegrino
le molte genti. Alleluia.
La
pericope evangelica di questa Domenica ci fa meditare sulla parabola del chicco
di senape che cresce fino a diventare un imponente albero. Con ciò Nostro
Signore Gesù Cristo volle insegnare che la sua Chiesa, il suo Regno sulla
terra, sebbene nata dal fianco di un condannato a morte, avrebbe avuto una
potenza tale da sopravvivere ai più grandi imperi; che inoltre la sua dottrina,
nulla a confronto delle scienze umane, tutte le superi; che infine la Grazia
può operare in noi, soprattutto mediante i Sacramenti, un progressivo
avanzamento verso le più alte vette della santità.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠
sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt
13:31-35.
In illo témpore:
Dixit Jesus turbis parábolam hanc: Símile est regnum coelórum grano sinápis,
quod accípiens homo seminávit in agro suo: quod mínimum quidem est ómnibus semínibus:
cum autem créverit, majus est ómnibus oléribus, et fit arbor, ita ut vólucres
coeli véniant et hábitent in ramis ejus. Aliam parábolam locútus est eis:
Símile est regnum coelórum ferménto, quod accéptum múlier abscóndit in farínae
satis tribus, donec fermentátum est totum. Haec ómnia locútus est Jesus in
parábolis ad turbas: et sine parábolis non loquebátur eis: ut implerétur quod
dictum erat per Prophétam dicéntem: Apériam in parábolis os meum, eructábo
abscóndita a constitutióne mundi.
Seguito
✠ del
santo Vangelo secondo Matteo.
Matt
13:31-35.
In
quel tempo, Gesù disse alle turbe questa parabola: Il regno dei cieli è simile
a un grano di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo: e questo grano
è la più piccola di tutte le sementi, ma, cresciuta che sia, è più grande di
tutti gli erbaggi e diventa un albero: così che gli uccelli dell'aria vanno e
si riposano sui suoi rami. E disse loro un'altra parabola: Il regno dei cieli è
simile a un po' di lievito, che una donna mescola a tre staia di farina, fintanto che tutto sia fermentato. Gesù disse tutte queste parabole alle turbe: e mai
parlava loro se non in parabole: affinché si adempisse il detto del Profeta: Aprirò
la mia bocca in parabole, manifesterò cose nascoste dalla fondazione del mondo.
Omelia
di San Girolamo, Prete.
Libro
2 Commento al cap. 13 di Matteo.
Il regno dei cieli
è la predicazione del Vangelo, e la conoscenza delle Scritture, che conduce
alla vita, e di cui si dice ai Giudei: Vi sarà tolto il regno di Dio, e sarà
dato a un popolo che ne produca frutti (Matt
21:43). Questo regno dunque è simile a un chicco di senape, che un uomo ha
preso e seminato nel suo campo (Matt 13:31).
Per l'uomo che semina nel suo campo, molti intendono il Salvatore, perché egli semina
negli animi dei credenti; secondo altri è l'uomo stesso che semina nel suo
campo, cioè in se stesso e nel suo cuore.
Chi è allora
questi che semina, se non la nostra intelligenza, che, ricevendo il chicco
della predicazione e conservando con cura questa semenza, la fa crescere nel
campo del nostro cuore dove essa è fecondata dall'amore della fede? La
predicazione del Vangelo è la più umile di tutte le scienze. Difatti a prima
vista essa non ispira la fiducia della verità, annunziando un uomo-Dio, un
Cristo morto, e lo scandalo della croce. Confronta simile dottrina coi
postulati dei filosofi e coi loro libri, collo splendore dell'eloquenza e colla
composizione dei loro discorsi: e vedrai quanto fra le altre sementi la semenza
del Vangelo sia più minuta.
Ma quelle,
cresciute, non mostrano nulla di resistente, nulla di vigoroso, nulla di vivace: ciò che esse producono è tutto floscio, languido e senza consistenza,
son delle piante insignificanti, delle erbe che tosto seccano e cadono. La
predicazione del Vangelo invece, che da principio pareva piccola, appena è seminata,
o nell'anima del credente, o in tutto il mondo, non spunta in erba, ma cresce
in albero: così che gli uccelli del cielo (per cui dobbiamo intendere o le
anime dei credenti, o le forze consacrate al servizio di Dio) vanno a riposarsi
tra i suoi rami. I rami dell'albero evangelico, cresciuto dal chicco di senape,
credo che siano i diversi dogmi, sui quali riposa ciascuno dei sopradetti
uccelli.
Credo
OFFERTORIUM
Ps
117:16; 117:17. Déxtera
Dómini fecit virtutem, déxtera Dómini exaltávit me: non móriar, sed vivam, et
narrábo ópera Dómini.
Ps
117:16; 117:17. La destra del Signore ha fatto prodigi, la destra del Signore
mi ha esaltato: non morirò, ma vivrò e narrerò le opere del Signore.
SECRETA
Haec nos oblátio,
Deus, mundet, quaesumus, et rénovet, gubérnet et prótegat. Per Dominum nostrum
Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus
Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Questa
nostra oblazione, te ne preghiamo, o Dio, ci purifichi e rinnovi, ci governi e
protegga. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e
regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
PRAEFATIO
DE SANCTISSIMA TRINITATE
Vere dignum et
justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine
sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui cum unigénito Fílio tuo et Spíritu
Sancto unus es Deus, unus es Dóminus: non in uníus singularitáte persónae, sed
in uníus Trinitáte substántiae. Quod enim de tua glória, revelánte te,
crédimus, hoc de Fílio tuo, hoc de Spíritu Sancto sine differéntia discretiónis
sentímus. Ut in confessióne verae sempiternaeque Deitátis, et in persónis
propríetas, et in esséntia únitas, et in majestáte adorétur aequálitas. Quam
laudant Angeli atque Archángeli, Chérubim quoque ac Séraphim: qui non cessant
clamáre cotídie, una voce dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus
Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus,
qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.
È
veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni
luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio:
che col Figlio tuo unigenito e con lo Spirito Santo, sei un Dio solo ed un solo
Signore, non nella singolarità di una sola persona, ma nella Trinità di una
sola sostanza. Così che quanto per tua rivelazione crediamo della tua gloria,
il medesimo sentiamo, senza distinzione, e di tuo Figlio e dello Spirito Santo.
Affinché nella professione della vera e sempiterna Divinità, si adori: e la
proprietà nelle persone e l'unità nell'essenza e l'uguaglianza nella maestà. La
quale lodano gli Angeli e gli Arcangeli, i Cherubini e i Serafini, che non
cessano ogni giorno di acclamare, dicendo ad una voce: Santo, Santo, Santo il
Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Osanna nell'alto dei cieli.
Nei
giorni feriali in cui si riprende tale Santa Messa, si dice:
PRAEFATIO
COMMUNIS
Vere dignum et
justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine
sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem
majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli
coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum
quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione
dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et
terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini.
Hosánna in excélsis.
È
veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere
grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le
Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i
Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro
canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di
lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra
sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che
viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
COMMUNIO
Luc
4:22. Mirabántur
omnes de his, quae procedébant de ore Dei.
Luc
4:22. Si meravigliavano tutti delle parole che uscivano dalla bocca di Dio.
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Coeléstibus,
Dómine, pasti delíciis: quaesumus; ut semper éadem, per quae veráciter vívimus,
appetámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et
regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
O
Signore, nutriti del cibo celeste, concedici che aneliamo sempre a ciò per
mezzo di cui veramente viviamo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio,
che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i
secoli dei secoli. Amen.