lunedì 31 dicembre 2018

San Silvestro I, Papa e Confessore

Doppio.
Paramenti bianchi.

La Santa Chiesa commemora nella sua liturgia tutte le fasi dell'esistenza del suo divin Fondatore. Appena nato, il Bambino divino è perseguitato dal re Erode; la Santa Chiesa, ancora in culla, invia al cielo il suo primo martire, nella persona del diacono Santo Stefano e i suoi primi 25 sommi Pontefici muoiono quasi tutti martiri. Tornato dall'Egitto, Nostro Signore Gesù Cristo cresce in età e sapienza a Nazaret, ove passa anni pacifici: così la Santa Chiesa, dopo trecento anni di persecuzione, comincia a godere di quella libertà che è il suo gran bene, e si estende nell'Impero Romano, sotto il pontificato di San Silvestro I che celebriamo oggi.
Silvestro, romano, figlio di Rufino, fin dalla fanciullezza ebbe come precettore il prete Girino, del quale imitò egregiamente sia la dottrina sia i costumi. Infierendo la persecuzione, egli visse nascosto sul monte Soratte; e a 30 anni fu creato prete di Santa Romana Chiesa da papa San Marcellino. Nel quale ufficio sorpassando in maniera degna d'ogni lode tutti gli altri chierici, successe nella sede apostolica a papa San Melchiade, il 31 gennaio 314, sotto l'imperatore Costantino, che aveva già con una legge pubblica data la pace alla Chiesa di Cristo (313). Appena avuto in mano il governo della Chiesa, incoraggiò grandemente l'imperatore Costantino, già illustre per l'apparizione d'una croce in cielo e per la vittoria sul tiranno Massenzio, a propagare la religione cristiana. Gli fece pure riconoscere, come vuole una tradizione della Chiesa Romana, le immagini degli Apostoli, lo lavò nelle acque del Santo Battesimo e lo mondò dalla lebbra dell'infedeltà.
Così per opera di Silvestro, il pio imperatore confermò col suo esempio la facoltà che aveva accordato ai cristiani di costruire pubblici templi. Difatti innalzò molte Basiliche, cioè la Lateranense a Cristo Salvatore, la Vaticana a San Pietro, la Ostiense a San Paolo, nell'Agro Verano a San Lorenzo, nel palazzo Sessoriano alla Santa Croce, ai Santi Pietro e Marcellino e a Sant'Agnese rispettivamente sulle vie Labicana e Nomentana, e altre ancora: ornandole splendidamente di immagini sacre, e arricchendole con reale magnificenza, assegnando ad esse doni e possessioni.
Sotto questo sommo Pontefice si tenne il primo Concilio di Nicea (325), nel quale, sotto la presidenza dei suoi legati, alla presenza dell'imperatore Costantino e di 318 vescovi, fu spiegata la fede cattolica, stabilita vittoriosamente la dottrina sulla divinità del Salvatore che la liturgia del tempo di Natale ripete continuamente, e condannato Ario coi suoi seguaci negatori di tale dottrina. Tale Concilio poi fu confermato anche da lui a domanda dei Padri, in un sinodo tenuto a Roma, dove Ario fu di nuovo condannato.
Silvestro fece inoltre molti decreti utili alla Chiesa di Dio, che vanno sotto il suo nome: cioè, che il crisma fosse confezionato dal solo vescovo; che il prete ungesse col crisma la sommità della testa del battezzato; che i diaconi portassero nella chiesa la dalmatica e sul braccio sinistro il manipolo di lino; che il Santo Sacrificio dell'altare si offrisse soltanto sopra un velo di lino. Si vuole ancora ch'egli abbia prescritto a tutti gli ordinandi un certo tempo, durante il quale si dovessero esercitare nella Santa Chiesa nell'ordine ricevuto prima d'essere elevati al grado superiore; che un laico non portasse accusa contro un chierico, e che un chierico non difendesse la sua causa davanti a un tribunale secolare. Ritenendo solo il nome di Sabato e di Domenica, volle che gli altri giorni della settimana fossero chiamati col nome di feria, come già per l'innanzi si era cominciato a fare nella Santa Chiesa, per significare che i chierici, rigettata ogni altra cura terrena, devono attendere ogni giorno unicamente a Dio.
La sua gran santità di vita e bontà verso i poveri risposero sempre a questa sapienza celeste colla quale governava la Santa Chiesa. Onde provvide che i chierici poveri vivessero in comune con quei più ricchi, e che le sacre vergini fossero provviste delle cose necessarie alla vita. Rese la sua anima a Dio il 31 dicembre 335, dopo aver retto la Santa Chiesa con un pontificato di 21 anni, 10 mesi e un giorno. Il suo corpo fu seppellito nel cimitero di Priscilla sulla via Salaria. Tenne sette ordinazioni nel mese di dicembre, nelle quali creò 42 preti, 25 diaconi, 65 vescovi per diversi luoghi.


Giovanni Maria Viani, San Silvestro Papa, Museo diocesano, Bologna (Emilia-Romagna), XVII sec.


L'Introitus ricorda la grande missione affidata da Nostro Signore Gesù Cristo a San Pietro ed ai di lui successori: quella di pascere tutto il gregge cristiano, pecore ed agnelli.

INTROITUS
Joann 21:15-17. Si díligis me, Simon Petre, pasce agnos meos, pasce oves meas. Ps 29:1. Exaltábo te, Dómine, quóniam suscepísti me, nec delectásti inimícos meos super me. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Si díligis me, Simon Petre, pasce agnos meos, pasce oves meas.

Joann 21:15-17. Simon Pietro, se mi ami, pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Ps 29:1. Io ti glorificherò, o Signore, perché mi hai soccorso e non hai permesso ai miei nemici di ridersi di me. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Simon Pietro, se mi ami, pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle.

Gloria

Nell'Oratio ci rivolgiamo a Dio, l'Eterno Pastore, e lo preghiamo onde, per il bene di tutto il popolo cristiano, protegga il sommo Pontefice, pastore universale della Santa Chiesa del Cristo.

ORATIO
Orémus.
Gregem tuum, Pastor aetérne, placátus inténde: et, per beátum Silvéstrum Summum Pontíficem, perpétua protectióne custódi; quem totíus Ecclésiae praestitísti esse pastórem. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O eterno Pastore, volgi lo sguardo benigno sul tuo gregge e custodiscilo con una continua protezione, per intercessione del sommo Pontefice san Silvestro, che hai costituito pastore di tutta la Chiesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.

Orémus.
Concéde, quaesumus, omnípotens Deus: ut nos Unigéniti tui nova per carnem Natívitas líberet; quos sub peccáti jugo vetústa sérvitus tenet. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che la nuova nascita secondo la carne del tuo Unigenito, liberi noi, che l'antica schiavitù tiene sotto il gioco del peccato. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

San Pietro, coll'autorità che gli veniva dal fatto di essere apostolo e il primo vicario del Cristo, delinea rapidamente gli ideali che devono guidare i pastori del gregge cristiano e ricorda il grave dovere che loro incombe di pascere e vegliare le anime loro affidate. Ai fedeli tutti rammenta la ferma speranza con cui devono confidare nel Dio di ogni grazia.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Petri Apóstoli.
1Petr 5:1-4; 5:10-11.
Caríssimi: Senióres, qui in vobis sunt, obsécro consénior et testis Christi passiónum, qui et ejus, quae in futúro revelánda est, glóriae communicátor: páscite qui in vobis est gregem Dei, providéntes non coácte, sed spontánee secúndum Deum, neque turpis lucri grátia, sed voluntárie; neque ut dominántes in cleris, sed forma facti gregis ex ánimo. Et, cum appáruerit princeps pastórum, percipiétis immarcescíbilem glóriae corónam. Deus autem omnis grátiae, qui vocávit nos in aetérnam suam glóriam in Christo Jesu, módicum passos ipse perfíciet, confirmábit solidabítque. Ipsi glória et impérium in saecula saeculórum. Amen.

Lettura dell'Epistola del Beato Pietro Apostolo.
1Petr 5:1-4; 5:10-11.
Carissimi, sacerdote anch'io e teste della Passione di Cristo e chiamato ad aver parte alla futura gloria, io scongiuro i sacerdoti che sono tra voi: Pascete il gregge di Dio, che vi è affidato, governandolo non per forza, ma volentieri per amor di Dio; non per il vil guadagno, ma con animo generoso; non come dominatori delle Chiese, ma come sinceri modelli del gregge; e così, quando apparirà il principe dei pastori, riceverete l'incorruttibile corona della gloria. Il Dio di ogni grazia, il quale ci ha chiamati in Gesù Cristo all'eterna sua gloria, con un po' di patire vi perfezionerà, vi conforterà, vi confermerà. A Lui impero e gloria in eterno. Amen.

GRADUALE
Ps 106:32; 106:31. Exáltent eum in Ecclésia plebis: et in cáthedra seniórum laudent eum. ℣. Confiteántur Dómino misericórdiae ejus; et mirabília ejus fíliis hóminum.

Ps 106:32; 106:31. Lo esaltino nell'assemblea del popolo e lo lodino nel consesso degli anziani. ℣. Ringrazino il Signore per la sua bontà e per i suoi prodigi a favore degli uomini.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Matt 16:18. ℣. Tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Matt 16:18. ℣. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. Alleluia.

«Beato è Costui, dice Sant'Ilario, che è lodato per avere spinto il suo sguardo oltre le cose umane, ed aver veduto, non per considerazione che veniva dalla carne e dal sangue, ma per rivelazione del Padre celeste, il Figlio di Dio; e per essere stato giudicato degno di riconoscere per primo la divinità che è nel Cristo».

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 16:13-19.
In illo témpore: Venit Jesus in partes Caesaréae Philíppi, et interrogábat discípulos suos, dicens: Quem dicunt hómines esse Fílium hóminis? At illi dixérunt: Alii Joánnem Baptístam, alii autem Elíam, alii vero Jeremíam aut unum ex prophétis. Dicit illis Jesus: Vos autem quem me esse dícitis? Respóndens Simon Petrus, dixit: Tu es Christus, Fílius Dei vivi. Respóndens autem Jesus, dixit ei: Beátus es, Simon Bar Jona: quia caro et sanguis non revelávit tibi, sed Pater meus, qui in coelis est. Et ego dico tibi, quia tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam, et portae ínferi non praevalébunt advérsus eam. Et tibi dabo claves regni coelórum. Et quodcúmque ligáveris super terram, erit ligátum et in coelis: et quodcúmque sólveris super terram, erit solútum et in coelis.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 16:13-19.
In quel tempo, Gesù, venuto nella zona di Cesarea di Filippo, interrogava i suoi discepoli: Chi dicono che sia il Figlio dell'uomo? Ed essi risposero: Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri ancora Geremia, o uno dei profeti. Disse loro Gesù: Ma voi, chi dite che io sia? Rispose Simon Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. E Gesù, in risposta, gli disse: Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, poiché non la carne e il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io dico a te che tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. E ti darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato anche nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto anche nei cieli.

Omelia di San Leone, Papa.
Sermone 2, nell'anniversario della sua ascesa, prima di metà.
Come ci riferisce la lettura evangelica, Gesù stesso interrogò i discepoli che cosa pensassero di in mezzo a tanti pareri diversi. E San Pietro rispose: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Allora il Signore gli disse: Beato te, o Simone, figlio di Giona, perché questo non ti è stato rivelato dalla carne o dal sangue, ma dal Padre mio che sta nei cieli. Perciò io ti dico che tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell'inferno non prevarranno mai contro di essa. E a te darò le chiavi del regno dei cieli, e qualunque cosa avrai legata sulla terra, sarà legata anche nei cieli, e qualunque cosa avrai sciolta sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli. L'ordine stabilito da Gesù Cristo rimane ancora; e San Pietro, che ha conservato fino ad oggi la solidità della pietra, non abbandonò mai il governo della Chiesa di cui fu incaricato.
Nella Chiesa intera, infatti, ogni giorno Pietro dice: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente; ed ogni lingua che riconosce il Signore viene istruita col magistero di tale voce. Tale fede sconfigge il diavolo e scioglie i legami di coloro che egli tiene prigionieri. Essa fa entrare nel cielo coloro che ha strappato alla terra e le porte dell'inferno non possono prevalere contro di essa. È stata infatti per potenza divina munita di una tale saldezza che mai la potrà corrompere la malvagità degli eretici né la potrà superare la perfidia dei pagani. Con tali disposizioni dunque, dilettissimi, e con razionale ossequio si celebri la festività odierna: affinché nell'umiltà della mia persona venga riconosciuto e onorato colui, nel quale continua la cura che tutti i pastori hanno nella custodia delle pecore loro affidate e la cui dignità non viene meno per l'indegnità dell'erede.
Mentre dunque rivolgiamo le nostre esortazioni all'orecchio della vostra santità, pensate che vi parli colui, del quale facciamo le veci: sia perché vi esortiamo con lo stesso suo affetto, sia perché nient'altro predichiamo a voi se non quello che egli ha insegnato, scongiurandovi a vivere una vita casta e sobria e timorata di Dio, avendo cinto i fianchi del vostro spirito. Come dice l'Apostolo, siete mia gioia e mia corona, se la vostra fede, che dall'inizio del Vangelo è stata predicata in tutto il mondo, rimarrà nell'amore e nella santità. Infatti anche se è necessario che tutta la Chiesa, che è presente in tutta la terra, fiorisca di ogni virtù; tuttavia è conveniente che vi segnaliate tra gli altri popoli per i meriti della vostra pietà, perché voi, fondati sulla stessa roccia della pietra apostolica, siete stati redenti assieme agli altri dal Signore nostro Gesù Cristo, e siete stati istruiti più di tutti dal beato apostolo Pietro.

Credo

OFFERTORIUM
Jerem 1:9-10. Ecce, dedi verba mea in ore tuo: ecce, constítui te super gentes et super regna, ut evéllas et destruas, et aedífices et plantes.

Jerem 1:9-10. Ecco che le mie parole pongo sulla tua bocca: ecco che io ti prepongo a nazioni e a regni per svellere ed abbattere, per edificare e piantare.

SECRETA
Oblátis munéribus, quaesumus, Dómine, Ecclésiam tuam benígnus illúmina: ut, et gregis tui profíciat ubique succéssus, et grati fiant nómini tuo, te gubernánte, pastóres. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Per i doni che ti offriamo, o Signore, illumina benigno la tua Chiesa, affinché ovunque il tuo gregge progredisca e, docili alla tua guida, i pastori siano graditi al tuo nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.

Obláta, Dómine, múnera, nova Unigéniti tui Nativitáte sanctífica: nosque a peccatórum nostrórum máculis emúnda. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Santifica, o Signore, con la nuova nascita del tuo Unigenito, i doni offerti, e purificaci dalle macchie dei nostri peccati. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un nuovo raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio, per esso veniamo rapiti all'amore delle cose invisibili. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE NATIVITATE DOMINI
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo beátae Maríae intemeráta virgínitas huic mundo édidit Salvatórem: sed et memóriam venerántes, in primis ejúsdem gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in una stessa comunione, celebriamo il giorno santissimo nel quale l'intemerata verginità della beata Maria diede a questo mondo il Salvatore; e veneriamo anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Matt 16:18. Tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam.

Matt 16:18. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refectióne sancta enutrítam gubérna, quaesumus, Dómine, tuam placátus Ecclésiam: ut, poténti moderatióne dirécta, et increménta libertátis accípiat et in religiónis integritáte persístat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Guida benevolmente, o Signore, la tua Chiesa, nutrita con questo santo ristoro: diretta dal tuo potente governo, essa goda di una crescente libertà e mantenga integra la sua fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.

Orémus.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus: ut natus hódie Salvátor mundi, sicut divínae nobis generatiónis est auctor; ita et immortalitátis sit ipse largítor: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Fa', Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che il Salvatore del mondo, oggi nato, come è l'autore della nostra divina rigenerazione, così ci sia anche datore dell'immortalità. Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

domenica 30 dicembre 2018

Messa infra l'Ottava del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo

Semidoppio.
Paramenti bianchi.

La Santa Chiesa per otto giorni medita sul grande mistero d'amore del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo. Dio Figlio, il Verbo eterno per cui fu fatto il mondo, ha assunto la natura umana, si è fatto bambino nel seno purissimo di Maria Santissima ed è nato in una povera stalla. Tutto per la nostra Redenzione, per liberarci dal giogo mortale del peccato originale. Da ciò impariamo che Dio non è lontano né è un concetto astratto: Egli si è rivelato a noi e si è rivelato tangibilmente nella materia, nella carne. Apprendiamo inoltre quali debbano essere le virtù del Cristiano: umiltà, modestia, purezza, obbedienza, mortificazione.
(Cfr. Durante l'Ottava della Natività del Signore, blog Sardinia Tridentina)

Sermone di San Leone, Papa.
Sermone 6 sulla Natività del Signore.
Certo, in tutti i giorni e i tempi, o dilettissimi, dev'essere oggetto di meditazione per i fedeli la nascita divina del Signore e Salvator nostro, frutto di una Vergine Madre, affinché l'anima sollevata a considerare il suo autore, s'occupi (di esso mistero) sia col gemito della supplica, sia coll'esultanza della lode, sia coll'offerta del sacrificio, e il suo sguardo spirituale niente consideri di più frequente e con fede più viva che il fatto che Dio medesimo, il Figlio di Dio, generato dal Padre e a lui coeterno, è tuttavia venuto al mondo in una natura umana. Ma questa natività degna delle adorazioni del cielo e della terra, nessun giorno più dell'odierno ce la ricorda, e questa nuova luce, che splende anche negli elementi, si manifesta ai nostri sensi, e fa penetrare in noi il fulgore dell'ammirabile mistero. Poiché non solo ci richiama alla memoria, ma quasi ci mette dinanzi il colloquio stupendo dell'Angelo Gabriele con Maria, e il concepimento per virtù dello Spirito Santo così meraviglioso, sia per la promessa che l'annunzia sia per l'assenso prestato.
Oggi infatti l'autore del mondo nacque da una vergine, e il creatore dell'universo divenne figlio di colei ch'egli aveva creato. Oggi il Verbo di Dio apparve rivestito di carne, e colui che gli occhi umani non avevano mai visto, cominciò a rendersi visibile e anche palpabile. Oggi i pastori appresero da voci angeliche che il Salvatore era nato con un corpo e un'anima simile alla nostra, e oggi ai prelati preposti al gregge del Signore fu data una norma d'annunziare la buona novella; affinché anche noi diciamo con l'esercito della milizia celeste: Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà (Luc 2:14).
Quindi la stessa grandezza e lo splendore del beneficio concesso esige da noi degni omaggi. E perciò, come insegna il beato Apostolo, noi non abbiamo ricevuto lo spirito di questo mondo, ma lo spirito di Dio (2Cor 2:12), affinché conosciamo il dono che Dio ci ha fatto; il quale certo non può onorarsi meglio che offrendogli ciò che lui stesso ha dato. E che altro di più acconcio possiamo trovare nel tesoro della liberalità del Signore per onorare la presente solennità, che la pace annunziata per prima nella natività del Signore da un concerto angelico? Infatti è essa che genera i figli di Dio, che nutrisce la carità, che conserva l'unità, essa il riposo dei beati e il soggiorno dell'eternità; effetto proprio e speciale della quale è di unire a Dio quelli ch'essa ha separati dal mondo.




INTROITUS
Is 9:6. Puer natus est nobis, et fílius datus est nobis: cujus impérium super húmerum ejus: et vocábitur nomen ejus magni consílii Angelus. Ps 97:1. Cantáte Dómino cánticum novum, quia mirabília fecit. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Puer natus est nobis, et fílius datus est nobis: cujus impérium super húmerum ejus: et vocábitur nomen ejus magni consílii Angelus.

Is 9:6. Ci è nato un Bambino e ci è stato dato un Figlio, il cui impero poggia sugli òmeri suoi: il suo nome sarà Angelo del buon consiglio. Ps 97:1. Cantate al Signore un cantico nuovo: poiché ha fatto cose mirabili. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Ci è nato un Bambino e ci è stato dato un Figlio, il cui impero poggia sugli òmeri suoi: il suo nome sarà Angelo del buon consiglio.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Concéde, quaesumus, omnípotens Deus: ut nos Unigéniti tui nova per carnem Natívitas líberet; quos sub peccáti jugo vetústa sérvitus tenet. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che la nuova nascita secondo la carne del tuo Unigenito, liberi noi, che l'antica schiavitù tiene sotto il gioco del peccato. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolae Beati Pauli Apóstoli ad Titum.
Tit 3:4-7.
Caríssime: Appáruit benígnitas et humánitas Salvatóris nostri Dei: non ex opéribus justítiae, quae fécimus nos, sed secúndum suam misericórdiam salvos nos fecit per lavácrum regeneratiónis et renovatiónis Spíritus Sancti, quem effúdit in nos abúnde per Jesum Christum, Salvatorem nostrum: ut, justificáti grátia ipsíus, herédes simus secúndum spem vitae aetérnae: in Christo Jesu, Dómino nostro.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo a Tito.
Tit 3:4-7.
Carissimo, è apparsa la bontà e l'umanità del Salvatore, nostro Dio; Egli ci salvò non già in ragione delle opere di giustizia fatte da noi, ma per la Sua misericordia, col lavacro di rigenerazione e di rinnovamento dello Spirito Santo, diffuso largamente su di noi per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore: affinché, giustificati per la Sua grazia, divenissimo eredi, in speranza, della vita eterna: in Cristo Gesù, Signore nostro.

GRADUALE
Ps 97:3; 97:2. Vidérunt omnes fines terrae salutare Dei nostri: jubiláte Deo, omnis terra. ℣. Notum fecit Dominus salutare suum: ante conspéctum géntium revelávit justitiam suam.

Ps 97:3; 97:2. Tutti i confini della terra videro la salvezza del nostro Dio: tutta la terra acclami a Dio. ℣. Il Signore ci fece conoscere la sua salvezza: agli occhi delle genti rivelò la sua giustizia.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. ℣. Dies sanctificátus illúxit nobis: veníte, gentes, et adoráte Dóminum: quia hódie descéndit lux magna super terram. Allelúja.

Alleluia, alleluia. ℣. Un giorno sacro ci ha illuminati: venite, genti, e adorate il Signore: perché oggi discende gran luce sopra la terra. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 2:15-20.
In illo témpore: Pastóres loquebántur ad ínvicem: Transeámus usque Béthlehem, et videámus hoc verbum, quod factum est, quod Dóminus osténdit nobis. Et venérunt festinántes: et invenérunt Maríam et Joseph, et Infántem pósitum in praesépio. Vidéntes autem cognovérunt de verbo, quod dictum erat illis de Púero hoc. Et omnes, qui audiérunt, miráti sunt: et de his, quae dicta erant a pastóribus ad ipsos. María autem conservábat ómnia verba haec, cónferens in corde suo. Et revérsi sunt pastóres, glorificántes et laudántes Deum in ómnibus, quae audíerant et víderant, sicut dictum est ad illos.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 2:15-20.
In quel tempo, i pastori presero a dire tra loro: Andiamo sino a Betlemme a vedere quello che è accaduto, come il Signore ci ha reso noto. E andati con prontezza, trovarono Maria, e Giuseppe, e il bambino giacente nella mangiatoia. Dopo aver visto, raccontarono quanto era stato detto loro di quel bambino. Coloro che li udirono rimasero meravigliati di ciò che i pastori avevano detto. Intanto Maria riteneva tutte queste cose, meditandole in cuor suo. E i pastori se ne ritornarono glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e veduto, come era stato loro detto.

Omelia di Sant'Ambrogio, Vescovo.
Libro 2 al cap. 2 di Luca, circa la metà.
Vedi come i pastori si affrettano; Cristo invero deve cercarsi sempre con ardore. Vedi come i pastori credettero all'Angelo: e tu non vuoi credere al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo, agli Angeli, ai Profeti e agli Apostoli? Osserva con quale cura la Scrittura scelga e pesi le singole parole. Si affrettano, dice, di andare a vedere il Verbo (Luc 2:15). Dacché quando si vede la carne del Signore, si vede il Verbo, cioè il Figlio.
La bassa condizione dei pastori non ti faccia disdegnare il grande esempio di fede che ti danno. Certo più (la loro storia) apparisce vile alla sapienza umana, più essa è preziosa agli occhi della fede. Il Signore non ha chiamato prima delle scuole di filosofia, piene di sapienti, ma un popolo semplice, il quale non sapesse né travisare le cose udite né imbellettarle. La semplicità infatti si domanda, non si cerca l'ambizione.
Non pensar di poter sprezzare come vili le parole dei pastori. Dai pastori invero Maria raccoglie le parole per nutrire la (sua) fede, dai pastori è raccolto il popolo per glorificare Dio. E quanti ne sentirono parlare, stupirono delle cose riferite loro dai pastori. Maria poi conservava con cura tutte queste cose, meditandole in cuor suo (Luc 2:19). Impariamo da ciò la castità in tutto della santa Vergine, la quale non meno riservata nelle parole che (modesta) nell'esteriore, meditava in cuor suo le prove della fede.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 88:12; 88:15. Tui sunt coeli et tua est terra: orbem terrárum et plenitúdinem ejus tu fundásti: justítia et judícium praeparátio sedis tuae.

Ps 88:12; 88:15. Tuoi sono i cieli, e tua è la terra: tu hai fondato il mondo e quanto vi si contiene: giustizia ed equità sono le basi del tuo trono.

SECRETA
Obláta, Dómine, múnera, nova Unigéniti tui Nativitáte sanctífica: nosque a peccatórum nostrórum máculis emúnda. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Santifica, o Signore, con la nuova nascita del tuo Unigenito, i doni offerti, e purificaci dalle macchie dei nostri peccati. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un nuovo raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio, per esso veniamo rapiti all'amore delle cose invisibili. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE NATIVITATE DOMINI
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo beátae Maríae intemeráta virgínitas huic mundo édidit Salvatórem: sed et memóriam venerántes, in primis ejúsdem gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in una stessa comunione, celebriamo il giorno santissimo nel quale l'intemerata verginità della beata Maria diede a questo mondo il Salvatore; e veneriamo anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Ps 97:3. Vidérunt omnes fines terrae salutáre Dei nostri.

Ps 97:3. Tutti i confini della terra hanno visto la salvezza del nostro Dio.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus: ut natus hódie Salvátor mundi, sicut divínae nobis generatiónis est auctor; ita et immortalitátis sit ipse largítor: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Fa', Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che il Salvatore del mondo, oggi nato, come è l'autore della nostra divina rigenerazione, così ci sia anche datore dell'immortalità. Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Domenica infra l'Ottava del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo

Semidoppio.
Paramenti bianchi.

La Santa Messa ci dice che «il Verbo disceso dal Cielo durante la notte» di Natale (Introitus) è «il Figlio di Dio venuto per renderci partecipi della sua eredità come figli adottivi» (Epistola). Prima di Lui, l'uomo era infatti come «un erede, che, nella sua minorità, non differisce da un servo» (Epistola). Ora, invece, che la legge nuova l'ha emancipato dalla tutela dell'antica, «egli non è più servitore, ma figlio» (Epistola).
Rivelandoci questa paternità soprannaturale di Nostro Signore Gesù Cristo, che colpisce più specialmente le nostre anime in questo tempo di Natale, la liturgia fa risplendere ai nostri occhi la Divinità sotto l'aspetto di Paternità. Così il culto dei figli di Dio si riassume in questa parola detta con Nostro Signore Gesù Cristo, con labbra pure e retto cuore: «Padre!» (Epistola). L'Evangelium ci mostra anche quale sarà in avvenire la missione grandiosa di questo Bambino divino che comincia a manifestarsi oggi nel Tempio. «È il Re» (Graduale) «il regno del quale» (Alleluja) «penetrerà fino all'intimo dei cuori» (Evangelium). Per tutti sarà una pietra di salvezza; pietra d'inciampo per quelli che lo perseguiteranno (Communio), pietra angolare «per molti in Israele» (Evangelium).
L'Introitus parla della notte nella quale l'angelo di Dio colpì i primogeniti degli Egiziani (Sap 18:14), preparando la liberazione d'Israele, immagine della notte santa nella quale la Beatissima Vergine Maria mise alla luce il Salvatore (Communicantes de Nativitate Domini), venuto per liberare l'umanità.

Sermone di San Leone, Papa.
Sermone 9 sulla Natività del Signore.
La grandezza dell'opera divina eccede, o dilettissimi, e supera grandemente le risorse dell'umana eloquenza: e la difficoltà d'esprimersi nasce proprio là donde sorge la ragione di non tacere. Perché le parole del profeta: Chi spiegherà la sua generazione? (Is 53:8), riguardano non solo la divina essenza di Gesù Cristo Figlio di Dio, ma ancora la sua natura umana. Difatti se non si crede per fede che le due nature si sono unite in una sola persona, la parola non riesce a spiegarlo. E perciò non manca mai materia di lode, perché la facondia di chi loda sarà sempre insufficiente.
Rallegriamoci pertanto di essere impari a parlare di questo grande mistero di misericordia; e se non possiamo penetrare la profondità del mistero della nostra salute, stimiamoci felici di essere vinti dall'immensità di tanto beneficio. Nessuno infatti si avvicina di più alla conoscenza della verità di colui che comprende rimanergli sempre molto da indagare nelle cose divine, anche quando profitta molto. Poiché chi presumesse d'essere giunto là dove tende, non ha già trovato ciò che cercava, sibbene è venuto meno nella sua ricerca.
E affinché non ci turbiamo dei limiti in cui è ristretta la nostra debolezza, ci vengono in soccorso le parole del Vangelo e dei profeti; le quali c'illuminano e istruiscono siffattamente da farci considerare la natività del Signore, nella quale il Verbo s'è fatto uomo, non tanto la celebrazione d'una cosa passata, quanto la visione d'un fatto presente. Difatti quello che l'Angelo annunziò ai pastori che vegliavano alla custodia del loro gregge, è risuonato anche alle nostre orecchie e noi siamo ora a capo del gregge del Signore, perché conserviamo nel fondo del cuore le parole che furono pronunziate da parte di Dio; quasi si dicesse ancora nell'odierna festività: Vi dò una grande notizia che sarà di grande allegrezza a tutto il popolo, cioè che oggi è nato per noi nella città di David, un Salvatore che è Cristo Signore (Luc 2:10).




I due versetti dell'Introitus, tratti dal libro della Sapienza, alludono all'angelo di Dio che, a mezzo della notte, sterminò i primogeniti degli Egiziani oppressori, liberando così il suo popolo eletto. Anche Nostro Signore Gesù Cristo, il Verbo di Dio, a mezzo della notte nasce sulla terra, per liberarci dalla morte eterna.

INTROITUS
Sap 18:14-15. Dum médium siléntium tenérent ómnia, et nox in suo cursu médium iter háberet, omnípotens Sermo tuus, Dómine, de coelis a regálibus sédibus venit. Ps 92:1. Dóminus regnávit, decórem indútus est: indútus est Dóminus fortitúdinem, et praecínxit se. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Dum médium siléntium tenérent ómnia, et nox in suo cursu médium iter háberet, omnípotens Sermo tuus, Dómine, de coelis a regálibus sédibus venit.

Sap 18:14-15. Mentre tutto era immerso in profondo silenzio, e la notte era a metà del suo corso, l'onnipotente tuo Verbo, o Signore, discese dal celeste trono regale. Ps 92:1. Il Signore regna, rivestito di maestà: Egli si ammanta e si cinge di potenza. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Mentre tutto era immerso in profondo silenzio, e la notte era a metà del suo corso, l'onnipotente tuo Verbo, o Signore, discese dal celeste trono regale.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Omnípotens sempitérne Deus, dírige actus nostros in beneplácito tuo: ut in nómine dilécti Fílii tui mereámur bonis opéribus abundáre: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Onnipotente e sempiterno Iddio, indirizza i nostri atti secondo il tuo beneplacito, affinché possiamo abbondare in opere buone, in nome del tuo diletto Figlio: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.

Orémus.
Concéde, quaesumus, omnípotens Deus: ut nos Unigéniti tui nova per carnem Natívitas líberet; quos sub peccáti jugo vetústa sérvitus tenet. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che la nuova nascita secondo la carne del tuo Unigenito, liberi noi, che l'antica schiavitù tiene sotto il gioco del peccato. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Solo quando è giunto all'età maggiore il figlio entra in possesso dell'eredità di cui ha diritto. Prima di questo tempo egli è in qualche modo schiavo di coloro che amministrano in suo nome il suo patrimonio. Così era per i Giudei sotto la legge mosaica. Essi avevano come prospettiva il ricco patrimonio della Nuova Legge, ma erano sottomessi ai riti e alle prescrizioni dell'Antica Alleanza, che erano rudimentali ed avevano in vista soprattutto i bisogni passeggeri e provvisori di questo mondo. Il Figlio di Dio si è dunque fatto uomo nascendo da una donna, e si è sottomesso alla servitù della legge per elevarci alla dignità dei figli di Dio e per liberarci dalla schiavitù della legge. E, come pegno di questa figliazione divina, Dio Padre ci ha dato lo Spirito Santo, che è lo Spirito del suo Figlio, in maniera che, divenuti figli di Dio con Nostro Signore Gesù Cristo, siamo pur divenuti con Lui eredi dei beni eterni. Con i tempi messianici, la legge Mosaica cessa ed ha principio invece la maggiorità del popolo di Dio, al quale noi apparteniamo col Battesimo.

LECTIO
Lectio Epístolae Beati Pauli Apóstoli ad Gálatas.
Gal 4:1-7.
Fratres: Quanto témpore heres párvulus est, nihil differt a servo, cum sit dóminus ómnium: sed sub tutóribus et actóribus est usque ad praefinítum tempus a patre: ita et nos, cum essémus párvuli, sub eleméntis mundi erámus serviéntes. At ubi venit plenitúdo témporis, misit Deus Fílium suum, factum ex mulíere, factum sub lege, ut eos, qui sub lege erant, redímeret, ut adoptiónem filiórum reciperémus. Quóniam autem estis fílii, misit Deus Spíritum Fílii sui in corda vestra, clamántem: Abba, Pater. Itaque jam non est servus, sed fílius: quod si fílius, et heres per Deum.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Galati.
Gal 4:1-7.
Fratelli, fin quando l'erede è minore di età, benché sia padrone di tutto, non differisce in nulla da un servo, ma sta sotto l'autorità dei tutori e degli amministratori, fino al tempo prestabilito dal padre. Così anche noi, quando eravamo minori d'età, eravamo servi degli elementi del mondo. Ma quando venne la pienezza dei tempi, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, affinché redimesse quelli che erano sotto la legge, e noi ricevessimo l'adozione in figli. Ora, poiché siete figli, Iddio ha mandato lo Spirito del suo Figlio nei vostri cuori, il quale grida: Abba, Padre. Perciò, ormai nessuno è più schiavo, ma figlio, e se è figlio, è anche erede, per la grazia di Dio.

GRADUALE
Ps 44:3; 44:2. Speciósus forma prae filiis hóminum: diffúsa est gratia in lábiis tuis. ℣. Eructávit cor meum verbum bonum, dico ego ópera mea Regi: lingua mea cálamus scribae, velóciter scribéntis.

Ps 44:3; 44:2. Tu sei bello fra i figli degli uomini: la grazia è diffusa sulle tue labbra. ℣. Mi erompe dal cuore una buona parola, al re canto i miei versi: la mia lingua è come la penna di un veloce scrivano.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 92:1. ℣. Dóminus regnávit, decórem índuit: índuit Dóminus fortitúdinem, et praecínxit se virtúte. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 92:1. ℣. Il Signore regna, si ammanta di maestà: il Signore si ammanta di fortezza e di potenza. Alleluia.

Questo Evangelium è la continuazione di quello della festa della Purificazione (2 febbraio). Il vecchio San Simeone e la profetessa Sant'Anna, la quale aveva più di 80 anni e passava intieri i suoi giorni nel Tempio, rendono testimonianza a Nostro Signore Gesù Cristo: è Lui il Messia e la sua venuta porta necessariamente una separazione o un giudizio. I pensieri segreti di ogni uomo in rapporto a Nostro Signore Gesù Cristo saranno rivelati all'ultimo giorno, perché Egli scruta le reni ed i cuori (VIII Lezione del Mattutino). Coloro, che nel loro orgoglio e nella loro viltà avranno rigettato il Figlio di Dio, saranno a loro volta rigettati da Lui e coloro che l'avranno accolto parteciperanno alla sua gloria, perché Nostro Signore Gesù Cristo è venuto a salvare il suo popolo. Sin da principio il Bambino divino fu ripieno della sapienza del Padre e la sua anima ricevette la pienezza della grazia santificante.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 2:33-40.
In illo témpore: Erat Joseph et María Mater Jesu, mirántes super his quae dicebántur de illo. Et benedíxit illis Símeon, et dixit ad Maríam Matrem ejus: Ecce, pósitus est hic in ruínam et in resurrectiónem multórum in Israël: et in signum, cui contradicétur: et tuam ipsíus ánimam pertransíbit gládius, ut reveléntur ex multis córdibus cogitatiónes. Et erat Anna prophetíssa, fília Phánuel, de tribu Aser: haec procésserat in diébus multis, et víxerat cum viro suo annis septem a virginitáte sua. Et haec vídua usque ad annos octogínta quátuor: quae non discedébat de templo, jejúniis et obsecratiónibus sérviens nocte ac die. Et haec, ipsa hora supervéniens, confitebátur Dómino, et loquebátur de illo ómnibus, qui exspectábant redemptiónem Israël. Et ut perfecérunt ómnia secúndum legem Dómini, revérsi sunt in Galilaeam in civitátem suam Názareth. Puer autem crescébat, et confortabátur, plenus sapiéntia: et grátia Dei erat in illo.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 2:33-40.
In quel tempo, Giuseppe e Maria, madre di Gesù, restavano meravigliati delle cose che si dicevano di lui. E Simeone li benedisse, e disse a Maria, sua madre: Ecco egli è posto per la rovina e per la resurrezione di molti in Israele, e sarà bersaglio di contraddizioni, e una spada trapasserà la tua stessa anima, affinché restino svelati i pensieri di molti cuori. C'era inoltre una profetessa, Anna, figlia di Fanuel, della tribù di Aser, molto avanti negli anni, vissuta per sette anni con suo marito. Rimasta vedova fino a ottantaquattro anni, non usciva dal tempio, servendo Dio notte e giorno con preghiere e digiuni. E nello stesso tempo ella sopraggiunse, e dava gloria al Signore, parlando di lui a quanti aspettavano la redenzione di Israele. E quando ebbero compiuto tutto secondo la legge del Signore, se ne tornarono in Galilea, nella loro città di Nazaret. E il fanciullo cresceva e si irrobustiva, pieno di sapienza: e la grazia di Dio era con lui.

Omelia di Sant'Ambrogio, Vescovo.
Libro 2 al cap. 2 di Luca, verso la fine.
Tu vedi che colla nascita del Signore la grazia è stata abbondantemente comunicata a tutti e la profezia fu rifiutata agl'increduli, ma non ai giusti. Ond'ecco Simeone profetizzare il Signore Gesù Cristo essere venuto per la rovina e la risurrezione di molti, per discernere i meriti dei giusti e degli iniqui; e per decretarci secondo la qualità delle nostre opere, egli giudice verace e giusto, o la ricompensa o il supplizio.
Per te sarà una spada che ti trapasserà l'anima (Luc 2:35). Né la scrittura, né la storia ci dicono che Maria sia morta di morte violenta. Poiché non l'anima, ma il corpo può essere trapassato da spada materiale. Onde ciò prova che la sapienza di Maria non ignorava il mistero celeste. Infatti la parola di Dio è viva ed efficace, e più affilata di ogni spada acutissima, e penetrante fino alla divisione dell'anima e dello spirito, e delle giunture e delle midolle, e scruta i pensieri del cuore e i secreti dell'anima, perché tutto è nudo e palese al Figlio di Dio (Hebr 4:12), al quale non sfuggono i secreti della coscienza.
Profetò adunque Simeone, aveva profetato una vergine, aveva profetato una maritata; dové profetare anche una vedova, affinché nessuna condizione o sesso venisse escluso. E perciò Anna, che sia per l'uso che fece della sua vedovanza sia per i suoi costumi ci apparisce affatto degna di fede, annunziava che il Redentore di tutti era venuto. Ma avendo noi parlato delle sue virtù nell'esortazione alle vedove, non crediamo dover ripeterci ora, dovendo parlare di altro.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 92:1-2. Deus firmávit orbem terrae, qui non commovébitur: paráta sedes tua, Deus, ex tunc, a saeculo tu es.

Ps 92:1-2. Iddio ha consolidato la terra, che non vacillerà: il tuo trono, o Dio, è stabile fin da principio, tu sei da tutta l'eternità.

SECRETA
Concéde, quaesumus, omnípotens Deus: ut óculis tuae majestátis munus oblátum, et grátiam nobis piae devotiónis obtineat, et efféctum beátae perennitátis acquírat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Concedi, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che questa offerta, presentata alla tua maestà, ci ottenga la grazia di una fervida pietà e ci assicuri il possesso dell'eternità beata. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.

Obláta, Dómine, múnera, nova Unigéniti tui Nativitáte sanctífica: nosque a peccatórum nostrórum máculis emúnda. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Santifica, o Signore, con la nuova nascita del tuo Unigenito, i doni offerti, e purificaci dalle macchie dei nostri peccati. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un nuovo raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio, per esso veniamo rapiti all'amore delle cose invisibili. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE NATIVITATE DOMINI
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo beátae Maríae intemeráta virgínitas huic mundo édidit Salvatórem: sed et memóriam venerántes, in primis ejúsdem gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in una stessa comunione, celebriamo il giorno santissimo nel quale l'intemerata verginità della beata Maria diede a questo mondo il Salvatore; e veneriamo anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Matt 2:20. Tolle Púerum et Matrem ejus, et vade in terram Israël: defúncti sunt enim, qui quaerébant ánimam Púeri.

Matt 2:20. Prendi il bambino e sua madre, e va nella terra di Israele: quelli che volevano farlo morire sono morti.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Per hujus, Dómine, operatiónem mystérii, et vitia nostra purgéntur, et justa desidéria compleántur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Per l'efficacia di questo mistero, o Signore, siano distrutti i nostri vizi e compiuti i nostri giusti desideri. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione dell'Ottava di Natale.

Orémus.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus: ut natus hódie Salvátor mundi, sicut divínae nobis generatiónis est auctor; ita et immortalitátis sit ipse largítor: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Fa', Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che il Salvatore del mondo, oggi nato, come è l'autore della nostra divina rigenerazione, così ci sia anche datore dell'immortalità. Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.