martedì 18 dicembre 2018

Aspettazione del Parto della Beata Vergine Maria

Doppio maggiore.
Paramenti bianchi.

Di antica tradizione della chiesa di Toledo, la Festa dell'Aspettazione del Parto della Beata Vergine Maria, approvata da papa San Martino I nel VII secolo, fu difesa e propugnata dal vescovo spagnolo Sant'Ildefonso. Il Santo Vescovo toledano voleva far intendere ai suoi fedeli che, quantunque durante tutto il tempo dell'Avvento dovessero anelare ardentemente con la Santa Chiesa la Nascita di Nostro Signore Gesù Cristo, la loro premura e i loro desideri per il Parto sacro della Beata sempre Vergine Maria dovevano essere raddoppiati negli ultimi otto giorni avanti il Santo Natale. Questa festa si diffuse progressivamente in tutta la Spagna, in Francia, in Italia e nelle Americhe. In Spagna, la Vergine dell'Aspettazione si celebra per uno spazio di otto giorni con grande pietà e vi si celebra quotidianamente una Santa Messa solenne alla quale assistono le donne gravide. Per approvazione di papa Gregorio XIII nel 1573, tale festa si celebra con rito “doppio maggiore” senza ottava, in Toledo e in altri regni spagnoli; inoltre, la chiesa toledana ha il privilegio, approvato il 29 aprile 1634, di celebrala, anche quando essa cade nella Quarta Domenica di Avvento.
Tale festa è conosciuta e celebrata sotto vari titoli, cioè la Festa di Nostra Signora della Speranza, dei Desideri di Maria, del Parto e di Santa Maria della “O”.
Proponiamo qui di seguito un testo spirituale nel quale il padre domenicano Sante Pascucci rifletteva nell'anno 1750 sulla magnificenza e sui doni dei Desideri di Maria, in attesa con tutta la Chiesa del divino Parto.

“Avvicinandosi il compimento de' novi Mesi di gravidanza della SS. Vergine; ella, che sempre era stata in aspettazione del suo Parto, cominciò a vivere più che mai anelante di darlo in luce pur, una volta, sì per rispetto di Gesù; acciò terminassero quelle incomodità, e que' patimenti, che sosteneva nell'oscura e stretta prigione del suo Ventre; sì per rispetto degli Uomini, acciò entrassero anch'essi in parte d'un tanto dono; e tutti ne godessero beneficio; giacché s'era incarnato appunto per tutti; sì finalmente per rispetto proprio, acciò potesse vagheggiare la di Lui bellissima faccia, stringerLo amorosamente al seno; affettuosamente baciarLo; e godendo della sua esteriore presenza impiegarsi tutto giorno in di Lui servigio. Da tali desiderj infiammata, ben può credersi, che ad ogni tratto seco parlasse col cuore, e gli dicesse: quando sarà, o Figlio, quell'ora, quando giungerà quell'istante, in cui vi vegga fuori attaccato al petto di me vostra dilettissima Madre? Mio bene, a che tardate; mia vita a che tanti indugi? Mio amore, a che più dimore? Ah che gli occhi miei si struggono, per voglia di vedere il vostro bel volto. Ah che le mie braccia anelano di stringervi a questo seno. Ah che le mie mani son avide d'accarezzarvi, i miei labbri di baciarvi, le mie orecchie di udirvi, le mie poppe d'allattarvi. Così approssimandosi sempre più l'ora del parto, crescevano maggiormente in Maria non i dolori, non le convulsioni, compagne ordinarie degli altri parti; ma gli ardori dei desiderj col fervore delle preghiere, e con l'intenzione degli abiti virtuosi: sin che giunse quel momento, in cui questo benedetto frutto di vita dolcissimamente si staccò dall'Albero: diventando la Vergine compitamente Madre; e restando nella sua Verginità illibata. Or in memoria di ciò fu istituita, al tempo del Sommo Pontefice Martino primo, nel Concilio decimo Toletano, questa Festa chiamata de' Desideri di Maria, o dell'aspettazione del Parto della Vergine. E perché indi a diecissette anni, essendo contraddetta da alcuni nella Spagna, venne difesa da Idelfonso: questi ne fu dall'istessa Vergine, per ricompensa, adornato d'un candido manto. Ad oggetto poi che si celebrasse più perfettamente, fu altresì istituita, in riverenza de' nove Mesi della gravidanza dell'istessa Vergine, una Novena di giorni, la quale serva insieme per apparecchio della Festa del S. Natale. Né andò guari, che principiata nella Spagna, largamente si propagò negli altri Regni Cattolici, e specialmente nella nostra Italia, con non ordinario frutto de' Fedeli”.
(Sante Pascucci o.p., Esercizi di divozione per celebrare le feste della SS. Vergine dati in luce a beneficio de' Principianti nella virtù di sì gran Signora, Venezia 1750, presso Giovanni Battista Recurti, pp. 414-416)

Su invito della Santa Chiesa, intensifichiamo, in questa Novena del Santo Natale, la nostra meditazione sull'Incarnazione del Verbo, sulla divina Maternità della Beata Vergine Maria e sui santi pensieri di Lei durante la santa gravidanza.


INTROITUS
Is 45:8. Rorate, coeli, desuper et nubes pluant justum: aperiatur terra, et germinet Salvatorem. Ps 18:2. Coeli enarrant gloriam Dei: et opera manuum ejus annuntiat firmamentum. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Rorate, coeli, desuper et nubes pluant justum: aperiatur terra, et germinet Salvatorem.

Is 45:8. Stillate, cieli, dall'alto la vostra rugiada e piovano il Giusto le nubi: si apra la terra e germogli il Salvatore. Ps 18:2. I cieli narrano la gloria di Dio ed il firmamento annunzia l'opera delle sue mani. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Stillate, cieli, dall'alto la vostra rugiada e piovano il Giusto le nubi: si apra la terra e germogli il Salvatore.

Gloria

ORATIO
Oremus.
Deus, qui de Beatae Mariae Virginis utero Verbum tuum, Angelo nuntiante, carnem suscipere voluisti: praesta supplicibus tuis, ut, qui vere eam Genitricem Dei credimus, ejus apud te intercessionibus adjuvemur. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che hai voluto che il tuo Verbo, all'annunzio dell'Angelo, si incarnasse nel seno della Beata Vergine Maria: concedi a noi tuoi supplici di essere aiutati presso di te dall'intercessione di Colei che crediamo veramente Madre di Dio. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo tuo Figliuolo, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente.

L'anno 734 a.C., il re di Giuda, Achaz, si vede minacciato da Rason, re di Damasco, e da Facea, re d'Israele. Anziché fidar in Dio, Achaz, ricerca l'alleanza dell'Assiria, alleanza più pericolosa che non la minacciata invasione che voleva evitare. Per comando di Dio, Isaia col proprio bambino Scear-Iasúb, si presenta ad Achaz e l'invita a desistere dal cercare la malaugurata alleanza assira. Poiché Achaz non vuole ascoltare il consiglio, Isaia gli propone di domandare quel prodigio ch'egli desidera per aver una prova che Dio l'aiuterà, se non ricorre a detta alleanza. Achaz fa il sordo: col pretesto di non voler tentare Dio, respinge ogni prova offertagli del divino intervento e persiste nel suo disegno. Allora Isaia smaschera l'empietà del re di Giuda annunziando prossima la liberazione di Giuda dalla minaccia dei due re del settentrione; profetizzando che proprio dall'Assiria, di cui Achaz invoca la protezione, verrà la rovina e la devastazione; finalmente lascia intravedere la liberazione messianica per opera del Figlio della Vergine, che sarà detto Emmanuele, ossia «Dio con noi». Così, in un'ora fra le più tragiche della storia di Giuda, Iddio solleva il velo sul futuro Salvatore.

LECTIO
Lectio Isaiae Prophetae.
Is 7:10-15.
In diebus illis: Locutus est Dominus ad Achaz, dicens: Pete tibi signum a Domino, Deo tuo, in profundum inferni, sive in excelsum supra. Et dixit Achaz: Non petam et non tentabo Dominum. Et dixit: Audite ergo, domus David: Numquid parum vobis est, molestos esse hominibus, quia molesti estis et Deo meo? Propter hoc dabit Dominus ipse vobis signum. Ecce, Virgo concipiet et pariet Filium, et vocabitur nomen ejus Emmanuel. Butyrum et mel comedet, ut sciat reprobare malum et eligere bonum.

Lettura del Profeta Isaia.
Is 7:10-15.
In quei giorni, il Signore parlò ancora ad Achaz: Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo dell'inferno oppure lassù in alto. Ma Achaz rispose: Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore. Allora Isaia disse: Ascoltate dunque, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la Vergine concepirà e partorirà un Figliuolo, che chiamerà Emmanuele. Egli mangerà panna e miele finché non imparerà a rigettare il male e a scegliere il bene.

GRADUALE
Ps 23:7 et 3-4. Tollite portas, principes, vestras: et elevamini, portae aeternales: et introibit Rex gloriae. ℣. Quis ascendet in montem Domini? Aut quis stabit in loco sancto ejus? Innocens manibus et mundo corde.

Ps 23:7 et 3-4. Aprite, o principi, i vostri portoni, levatevi porte eterne ed entrerà il Re della gloria. ℣. Chi salirà sul monte del Signore? Chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro.

ALLELUJA
Alleluja, alleluja. Luc 1:31. ℣. Ecce, Virgo concipiet et pariet Filium, Jesum Christum. Alleluja.

Alleluia, alleluia. Luc 1:31. ℣. Ecco, la Vergine concepirà e partorirà il Figliuolo, Gesù Cristo. Alleluia.

Circa sette secoli e mezzo dopo la celebre profezia d'Isaia, l'Angelo Gabriele presentasi ad un'umilissima fanciulla dell'umilissimo paesucolo di Nazareth e le annuncia ch'ella è precisamente la prescelta per essere la Vergine-Madre del Cristo. Maria Santissima domanda schiarimenti: avendo per divina ispirazione consacrata a Dio la sua verginità e avendo sposato Giuseppe, animato dalla stessa volontà, come dovrà regolarsi? Come conciliare la propostale maternità col proposito di perpetua verginità? L'Angelo le assicura che la maternità annunziatale sarà opera soprannaturale di Dio, epperò perfettamente conciliabile col proposito della Vergine. Maria Santissima crede e si affida a Dio; in quell'istante avviene l'Incarnazione del Verbo.

EVANGELIUM
Sequentia sancti Evangelii secundum Lucam.
Luc 1:26-38.
In illo tempore: Missus est Angelus Gabriel a Deo in civitatem Galilaeae, cui nomen Nazareth, ad Virginem desponsatam viro, cui nomen erat Joseph, de domo David, et nomen Virginis Maria. Et ingressus Angelus ad eam dixit: Ave, gratia plena, Dominus tecum: benedicta tu in mulieribus. Quae cum audisset, turbata est in sermone ejus: et cogitabat qualis esset ista salutatio. Et ait Angelus ei: Ne timeas, Maria, invenisti enim gratiam apud Deum: ecce, concipies in utero et paries filium, et vocabis nomen ejus Jesum. Hic erit magnus, et Filius Altissimi vocabitur, et dabit illi Dominus Deus sedem David, patris ejus: et regnabit in domo Jacob in aeternum, et regni ejus non erit finis. Dixit autem Maria ad Angelum: Quomodo fiet istud, quoniam virum non cognosco? Et respondens Angelus, dixit ei: Spiritus Sanctus superveniet in te, et virtus Altissimi obumbrabit tibi. Ideoque et quod nascetur ex te Sanctum, vocabitur Filius Dei. Et ecce, Elisabeth, cognata tua, et ipsa concepit filium in senectute sua: et hic mensis sextus est illi, quae vocatur sterilis: quia non erit impossibile apud Deum omne verbum. Dixit autem Maria: Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 1:26-38.
In quel tempo, l'Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una Vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La Vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: Ave, o piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu fra le donne. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'Angelo le disse: Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figliuolo, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figliuolo dell'Altissimo; il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine. Allora Maria disse all'Angelo: Come è possibile? Non conosco uomo. Le rispose l'Angelo: Lo Spirito Santo scenderà in te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque Santo e chiamato Figliuolo di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figliuolo e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio. Allora Maria disse: Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto.

Sermone di Sant'Ildefonso, Arcivescovo di Toledo.
Dal libro sulla Verginità perpetua della Beata Vergine Maria.
Signora mia e sovrana mia, che mi domini, Madre del mio Signore, ancella del Figlio tuo, Genitrice del creatore del mondo, ti chiedo, ti prego, ti imploro, che io abbia lo spirito del tuo Signore e lo spirito del tuo Figlio, e così pure lo spirito del mio Redentore, affinché io intenda di te ciò che è vero e degno, io dica ciò che è vero e degno, io ami ciò che è vero e degno qualsiasi esso sia. Tu infatti sei eletta da Dio, assunta da Dio, chiamata da Dio, prossima a Dio, fedele a Dio, congiunta a Dio; visitata dall'Angelo, salutata dall'Angelo, benedetta dall'Angelo, beatificata dall'Angelo; turbata nel discorso, attonita nella cogitazione, stupefatta nella salutazione, ammirata nell'annunciazione delle cose dette.
Tu ascolti che hai trovato grazia presso Dio e ti è esortato di non temere. Donde tu sei fortificata dalla fiducia, tu sei istruita dalla speranza dei miracoli, tu ti spingi verso la novità della gloria inaudita. A te è annunziato dall'Angelo un figlio, tu integra e pudica rimani dopo il parto. Certa verginità ci è proposta, e ti è annunciata dall'Angelo la lieta notizia che sarebbe nato da te il Santo, il Figlio di Dio, e ti è fatto conoscere mirabilmente quale sia la potenza del Re nascente. Chiedi come accada, interroghi sull'origine, perscruti sulla causa, ricerchi dall'esperienza, cerchi di sapere sull'ordine. Ascolta l'oracolo inaudito, considera l'opera straordinaria, rivolgi l'animo all'arcano incognito, venera l'invisibile fattosi carne: lo Spirito Santo scenderà in te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà della sua ombra.
Tutta la Trinità opererà invisibilmente il concepimento in te: la sola persona del Figlio di Dio che nascerà nel tuo corpo assumerà la carne da te. Perciò il Santo, che sarà concepito da te, che nascerà da te, che procederà da te, che sarà germogliato da te, che sarà partorito da te, sarà chiamato Figlio di Dio. Sarà infatti questi grande, questi Dio degli eserciti, questi Re di tutti i secoli, questi creatore di tutte le cose. Ecco beata sei tu tra le donne, integra tra le puerpere, Signora tra le ancelle, Regina tra le sorelle. Ecco perciò ti diranno beata tutte le generazioni, ti conobbero beata tutte le celesti Virtù, ti predicono beata tutti i Vati, ti celebrano beata tutte le nazioni. Beata tu per la nostra fede, beata per la nostra dilezione, beata per le lodi e predicazioni mie.

Omelia di San Beda il Venerabile, Prete.
Sul Vangelo di San Luca, cap. 1.
Gabriele, che è chiamato fortezza di Dio, è mandato a Maria Vergine: veniva ad annunziare proprio colui che si degnò apparire umile per debellare le potenze aeree. Attraverso il Salmista si dice di Lui: Il Signore forte e potente, il Signore potente in battaglia. E nuovamente: Il Signore degli eserciti è il re della gloria. Attraverso la fortezza di Dio dunque doveva essere annunziato colui che è il Signore degli eserciti, e potente in battaglia, colui che veniva in guerra contro le potenze aeree. E l'Angelo entrato da lei, disse: Ave, piena di grazia; il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne. Bene è chiamata piena di grazia, colei che ottiene certamente la grazia, che nessun altra aveva guadagnato: affinché concepisca di grazia ovviamente lo stesso, e generi l'autore.
Ecco, concepirai nel tuo seno e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Gesù è il Salvatore, se è interpretato come salutare; l'Angelo espose il mistero del suo nome a Giuseppe usando parole consolatorie: egli, disse, salverà il suo popolo dai suoi peccati. Non disse, popolo di Israele, ma suo popolo: cioè, chiamato all'unità della fede dall'impurità e dalla circoncisione; da coloro i quali, chiamati da diversa parte, si facesse un solo pastore e un solo gregge. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Iddio gli darà il trono di Davide, suo padre. Lo stesso dunque è Figlio dell'Altissimo, che fu concepito nel seno verginale e nacque. Lo stesso uomo fu creato nel tempo dalla madre, colui che è Dio nato dal Padre prima del tempo. Se infatti lo stesso uomo è colui che è Dio, erra Nestorio di dire che soltanto l'uomo nacque dalla Vergine.
Per questo il Santo, che nascerà da te, sarà chiamato Figlio di Dio. A distinzione della nostra santità, Gesù è asserito singolarmente quale il santo nascituro. Noi, infatti, anche se siamo fatti santi, non vi nasciamo tuttavia; poiché siamo avvinti nella stessa condizione della natura di corruzione, ché noi singoli gementi diciamo con merito con il Profeta: Ecco infatti, io fui concepito nelle iniquità, e mia madre mi concepì nei peccati. Quello infatti è il solo veramente santo, colui che, affinché vincesse la stessa condizione della natura corruttibile, non fu concepito dall'unione del vincolo carnale. Il Santo, disse, sarà chiamato Figlio di Dio. Che cosa dici a questo punto, o Nestoriano, che, negando che la beata Maria sia Madre di Dio, apertamente ti adoperi ad impugnare la verità? Ecco egli disse che sarebbe sopraggiunto Dio, sarebbe nato il Figlio di Dio. Come dunque o il Figlio di Dio non è Dio, o colei che generò Dio, non può essere come Theotókos, cioè Madre di Dio?

Credo

OFFERTORIUM
Luc 1:28 et 42. Ave, Maria, gratia plena: Dominus tecum: benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui.

Luc 1:28 et 42. Ave, Maria, piena di grazia, il Signore è teco: tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno.

SECRETA
In mentibus nostris, quaesumus, Domine, verae fidei sacramenta confirma: ut, qui conceptum de Virgine Deum verum et hominem confitemur, per ejus sulutiferae resurrectionis potentiam, ad aeternam mereamur pervenire laetitiam. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Conferma nelle nostre menti, o Signore, i misteri della vera fede, affinché professiamo essere vero Dio ed Uomo colui che fu concepito nel seno della Vergine e meritiamo così di giungere alla eterna letizia mediante la potenza della sua salvifica Resurrezione. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo tuo Figliuolo, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente.

PRAEFATIO DE BEATA MARIA VIRGINE
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubique grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Et te in Exspectatione beátae Maríae semper Vírginis collaudáre, benedícere et praedicáre. Quae et Unigénitum tuum Sancti Spíritus obumbratióne concépit: et, virginitátis glória permanénte, lumen aetérnum mundo effúdit, Jesum Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Te, nell'Aspettazione della Beata sempre Vergine Maria, lodiamo, benediciamo ed esaltiamo. La quale concepì il tuo Unigenito per opera dello Spirito Santo e, conservando la gloria della verginità, generò al mondo la luce eterna, Gesù Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Is 7:14. Ecce, Virgo concipiet et pariet Filium, et vocabitur nomen ejus Emmanuel.

Is 7:14. Ecco la Vergine concepirà e partorirà un Figliuolo che sarà chiamato Emmanuele.

POSTCOMMUNIO
Oremus.
Gratiam tuam, quaesumus, Domine, mentibus nostris infunde: ut, qui, Angelo nuntiante, Christi Filii tui incarnationem cognivimus, per passionem ejus et crucem, ad resurrectionis gloriam perducamur. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Infondi la tua grazia nelle nostre menti, o Signore, affinché noi, che all'annunzio dell'Angelo abbiamo conosciuto l'Incarnazione di Cristo tuo Figliuolo, per la sua Passione e la sua Croce, siamo condotti alla gloria della Resurrezione. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo tuo Figliuolo, che è Dio e vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione della Feria con le Orazioni della Domenica precedente.

Se questa Santa Messa si dice al Mercoledì delle Quattro Tempora di Avvento, si legge in fine il Vangelo di San Giovanni: In principio.

domenica 16 dicembre 2018

Novendiales Preces ante Solemnitatem Nativitatis Domini Nostri Jesu Christi quas “A Prophetiis” vocant

Gli spartiti delle Preci Novendiali avanti la Solennità del Natale del Signore Nostro Gesù Cristosono stati presi dal sito della Parrocchia San Biagio, in cui si possono trovare anche i rispettivi audio.

Natività di Nostro Signore Gesù Cristo, Presepe del '700, San Gregorio Armeno, Napoli (Campania).


INVITATORIUM
(Invitatorio)

 

℣. Regem venturum Dominum, venite adoremus.
℞. Regem venturum Dominum, venite adoremus.
℣. Jucundare, filia Sion, et exulta satis, filia Jerusalem: ecce Dominus veniet, et erit in die illa lux magna, et stillabunt montes dulcedinem, et colles fluent lac et mel; quia veniet Propheta magnus, et Ipse renovabit Jerusalem.
℞. Regem venturum Dominum, venite adoremus.
℣. Ecce veniet Deus et Homo de domo David sedere in throno, et videbitis, et gaudebit cor vestrum.
℞. Regem venturum Dominum, venite adoremus.
℣. Ecce veniet Dominus, Protector noster, Sanctus Israël, coronam regni habens in capite suo: et dominabitur a mari usque ad mare, et a flumine usque ad terminos orbis terrarum.
℞. Regem venturum Dominum, venite adoremus.
℣. Ecce apparebit Dominus, et non mentietur: si moram fecerit, expecta Eum, quia veniet et non tardabit.
℞. Regem venturum Dominum, venite adoremus.
℣. Descendet Dominus sicut pluvia in vellus, orietur in diebus ejus justitia et abundantia pacis, et adorabunt Eum omnes reges terrae, omnes gentes servient Ei.
℞. Regem venturum Dominum, venite adoremus.
℣. Nascetur nobis parvulus, et vocabitur Deus fortis:  Ipse sedebit super thronum David Patris sui, et imperabit; cujus potestas super humerum Ejus.
℞. Regem venturum Dominum, venite adoremus.
℣. Bethlehem, civitas Dei summi, ex te exiet Dominator Israël; et egressus ejus sicut a principio dierum aeternitatis, et magnificabitur in medio universae terrae, et pax erit in terra nostra dum venerit.
℞. Regem venturum Dominum, venite adoremus.

In Vigilia additur:
℣. Crastina die delebitur iniquitas terrae, et regnabit super nos Salvator mundi.
℞. Regem venturum Dominum, venite adoremus.
℣. Prope est jam Dominus.
℞. Venite, adoremus.
℣. Il Re Signore che sta per venire, venite adoriamo.
℞. Il Re Signore che sta per venire, venite adoriamo.
℣. Giosci, figlia di Sion, ed esulta, figlia di Gerusalemme: ecco il Signore verrà, ed in quel giorno vi sarà gran luce, i monti stilleranno dolcezza, e dai colli scorrerà latte e miele, perché verrà un gran Profeta, ed Egli rinnoverà Gerusalemme.
℞. Il Re Signore che sta per venire, venite adoriamo.
℣. Ecco dalla casa di David verrà il Dio-Uomo a sedersi sul trono; e vedrete e godrà il vostro cuore.
℞. Il Re Signore che sta per venire, venite adoriamo.
℣. Ecco verrà il Signore, il nostro Protettore, il Santo d'Israele, portando sul suo capo la corona regale, e dominerà da un mare all'altro e dal fiume ai confini estremi della terra.
℞. Il Re Signore che sta per venire, venite adoriamo.
℣. Ecco apparirà il Signore e non mancherà di parola: se indugerà attendiLo, perché verrà e non potrà tardare.
℞. Il Re Signore che sta per venire, venite adoriamo.
℣. Il Signore discenderà come pioggia sul vello, in quei giorni spunterà la giustizia e l'abbondanza della pace, tutti i re della terra Lo adoreranno e i popoli Lo serviranno.
℞. Il Re Signore che sta per venire, venite adoriamo.
℣. Nascerà per noi un Bimbo e sarà chiamato Dio Forte: Egli siederà sul trono di Davide suo Padre e sarà un dominatore ed avrà sulle Sue spalle la potestà regale.
℞. Il Re Signore che sta per venire, venite adoriamo.
℣. Betlemme, città del sommo Dio, da te nascerà il Dominatore di Israele; la sua nascita risale al principio dei giorni dell'eternità, e sarà glorificato in mezzo a tutta la terra, e quando Egli sarà venuto, vi sarà pace sulla nostra terra.
℞. Il Re Signore che sta per venire, venite adoriamo.

Nella Vigilia si aggiunge:
℣. Domani sarà cancellata la colpa della terra e regnerà su noi il Salvatore del mondo.
℞. Il Re Signore che sta per venire, venite adoriamo.
℣. Il Signore è vicino.
℞. Venite, adoriamo.

POLIPSALMUS
(Polisalmo)

Laetèntur coeli, et exùltet terra*
jubilàte, mòntes, làudem.
Erùmpant mòntes jucunditàtem*
et còlles justìtiam.
Quia Dòminus nòster vèniet*
et pàuperum suòrum miserèbitur.
Roràte, coeli, dèsuper et nùbes plùant Jùstum*
aperiàtur tèrra et gèrminet Sàlvatorem.
Memènto nostri, Dòmine,*
et visita nos in salutàri tuo.
Ostènde nobis, Dòmine, misericòrdiam tuam,*
et salutàre tùum da nòbis.
Emìtte Agnum, Dòmine, dominatòrem tèrrae,*
de pètra deserti ad mòntem filiae Sìon.
Vèni ad liberàndum nos, Dòmine, Deus virtùtum*
ostènde fàciem tùam, et sàlvi èrimus.
Veni, Dòmine, visitàre nos in pàce*
ut laetèmur còram te, còrde perfècto.
Ut cognoscàmus, Dòmine, in terra vìam tùam*
in òmnibus gèntibus salutàre tùum.
Èxcita, Dòmine, potèntiam tùam, et veni;*
ut sàlvos fàcias nos.
Veni, Dòmine, et nòli tardare,*
relàxa facìnora plèbi tùae.
Ùtinam dirùmperes coelos et descènderes,*
a fàcie tua mòntes deflùerent.
Veni, et ostènde nòbis fàciem tùam, Dòmine,*
qui sèdes sùper Chèrubim.
Glória Patri, et Fílio,*
et Spirítui Sancto.
Sicut erat in princípio, et nunc, et semper,*
et in saecula saeculórum. Amen.
Gioiscano i cieli ed esulti la terra*
tripudiate di gioia, o monti.
Prorompano in giocondità i monti*
e i colli in giustizia.
Perché verrà il nostro Signore*
e avrà misericordia dei suoi poveri.
Stillate, cieli, dall'alto e piovano il Giusto le nubi*
si apra la terra e germogli il Salvatore.
Ricordati di noi Signore*
e visitaci con la tua salvezza.
Dimostraci, o Signore,
la tua misericordia*
e donaci la tua salvezza.
Manda, o Signore, l'Agnello Dominatore della terra*
da Petra del deserto al monte della figlia di Sion.
Vieni a liberarci, Signore, Dio degli eserciti*
mostraci il tuo volto e saremo salvi.
Vieni, o Signore, a visitarci nella pace*
affinché godiamo al tuo cospetto con cuore sincero.
Affinché conosciamo, o Signore, sulla terra la tua via*
in mezzo a tutte le genti la tua salvezza.
Ridesta, Signore, la tua potenza e vieni*
in nostra salvezza.
Vieni, Signore, e non tardare*
perdona i delitti del tuo popolo.
Volessi tu squarciare i cieli e discendere:*
davanti a te i monti si scioglierebbero.
Vieni e mostraci il tuo volto, o Signore,*
tu che siedi al di sopra dei Cherubini.
Gloria al Padre e al Figlio*
e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre*
e nei secoli dei secoli. Amen.

CAPITULUM
(Capitolo)

(Cfr. Ad Hebraeos 6:20; 7:2.3)
Praecùrsor pro nòbis ingrèditur Agnus sine màcula secùndum òrdinem Melchìsedech, Pòntifex fàctus in aetèrnum et in saeculum saeculi. Ipse est Rex justìtiae, cùjus generàtio non hàbet finem.
℞. Deo gratias.
(Cfr. Ebrei 6:20; 7:2.3)
Precursore entra per noi l'Agnello senza macchia divenuto Pontefice secondo l'ordine di Melchisedech, in eterno e nei secoli dei secoli. Egli è il Re della giustizia, e la sua generazione non ha fine.
℞. Rendiamo grazie a Dio.

HYMNUS
(Inno)


En clara vox redarguit,
Obscura quaeque personans
Procul fugentur somnia:
Ab alto Jesus promicat.

En Agnus ad nos mittitur
Laxare gratis debitum;
Omnes simul cum lacrymis
Precemur indulgentiam.

Beatus Auctor saeculi
Servile corpus induit:
Ut carne carnem liberans,
Ne perderet quos condidit.

Castae Parentis viscera
Coelestis intrat gratia:
Venter puellae bajulat
Secreta, quae non noverat.

Domus pudici pectoris
Templum repente fit Dei:
Intacta nesciens virum,
Concepit alvo Filium.

Deo Patri sit gloria,
Ejusque soli Filio,
Cum Spiritu Paraclito
In saeculorum saecula. Amen.

℣. Rorate, coeli, desuper et nubes pluant Justum.
℞. Aperiatur terra et germinet Salvatorem.
L'eco di un grido nitido
gli occulti mal rimprovera:
siano fugati gli incubi:
Gesù dall'alto sfolgora.

Ecco l'Agnel discendere
a condonare il debito:
unanimi con lacrime,
orsù! chiediamo grazia.

L'almo Autor del secolo
assunse corpo carneo
per far la carne libera
e gli uomini non perdere.

Nel sen di madre vergine
scende celeste grazia:
cela quel sen vergineo
mistero incomprensibile.

Divien quel sen purissimo
tempio di Dio l'Altissimo:
il Figlio chiude, integro
senza conoscer uomini.

Al Padre Dio sia gloria,
e al suo Figlio unico,
insieme al Paraclito
nei secoli dei secoli. Amen.

℣. Stillate, cieli, dall'alto e piovano il Giusto le nubi.
℞. Si apra la terra e germogli il Salvatore.

ANTIPHONAE AD MAGNIFICAT
(Antifone al Magnificat)



Ecce Rex veniet, * Dominus terrae, et ipse auferet jugum captivitatis nostrae.

16 dicembre
Ecco verrà il Re, * Signore della terra, e leverà il giogo della nostra schiavitù.

O Sapiéntia, * quae ex ore Altíssimi prodiísti, attíngens a fine usque ad finem, fórtiter suavitérque dispónens ómnia: veni ad docéndum nos viam prudéntiae.

17 dicembre
O Sapienza, * che uscisti dalla bocca dell'Altissimo, toccando gli estremi confini, tutto ordinando con fortezza e soavità: vieni ed insegnaci la via della prudenza.

O Adonái, * et Dux domus Israël, qui Móysi in igne flammae rubi apparúisti, et ei in Sina legem dedísti: veni ad rediméndum nos in bráchio exténto.

18 dicembre
O Adonai, * e capo della casa d'Israele, che apparisti a Mosè nel fuoco del fiammeggiante roveto, e gli desti una legge sul Sinai: vieni e stendi il tuo braccio per redimerci.

O radix Jesse, * qui stas in signum populórum, super quem continébunt reges os suum, quem Gentes deprecabúntur: veni ad liberándum nos, jam noli tardáre.

19 dicembre
O radice di Jesse, * che rimani segno dei popoli, dinanzi al quale taceranno i re, pregheranno le genti: vieni a liberarci e non tardare più.

O clavis David, * et sceptrum domus Israël; qui áperis, et nemo claudit; claudis, et nemo áperit: veni, et educ vinctum de domo cárceris, sedéntem in ténebris, et umbra mortis.

20 dicembre
O chiave di David, * e scettro della casa d'Israele: mentre tu apri nessuno chiude; mentre tu chiudi nessuno apre: vieni e libera il prigioniero dal carcere dove siede tra le tenebre e l'ombra di morte.

O Óriens, * splendor lucis aetérnae, et sol justítiae: veni, et illúmina sedéntes in ténebris, et umbra mortis.

21 dicembre
O Oriente, * splendore della luce eterna, e sole di giustizia: vieni ed illumina noi che abitiamo fra le tenebre e l'ombra di morte.

O Rex Géntium, * et desiderátus eárum, lapísque anguláris, qui facis útraque unum: veni, et salva hóminem, quem de limo formásti.

22 dicembre
O Re dei popoli, * da loro aspettato, pietra angolare che ogni cosa cementi: vieni, e salva l'uomo che traesti dal fango.

O Emmánuel, * Rex et légifer noster, exspectátio Géntium, et Salvátor eárum: veni ad salvándum nos, Dómine, Deus noster.

23 dicembre
O Emmanuele, * nostro Re e legislatore, aspettato dalle genti e loro Salvatore: vieni a salvarci, o Signore, Iddio nostro.

Cum ortus fúerit * sol de coelo, videbitis Regem regum procedéntem a Patre, tamquam sponsum de thálamo suo.

24 dicembre
Quando sorgerà * il sole in cielo, vedrete il Re dei re che procede dal Padre, come uno sposo che esce dalla sua stanza nuziale.


MAGNIFICAT

Magnificat*
anima mea Dóminum:
Et exsultavit spíritus meus*
in Deo salutari meo,
Quia respéxit humilitatem ancíllae suae:*
ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes generatiónes.
Quia fecit mihi magna qui potens est:*
et sanctum nomen ejus.
Et misericórdia ejus a progénie in progénies*
timéntibus eum.
Fecit poténtiam in bràchio suo:*
dispérsit supérbos mente cordis sui.
Depósuit poténtes de sede,*
et exaltavit húmiles.
Esuriéntes implévit bonis:*
et dívites dimísit inanes.
Suscépit Israël, puerum suum,*
recordatus misericórdiae suae.
Sicut locútus est ad patres nostros,*
Abraham et semini ejus in saecula.
Glória Patri, et Fílio,*
et Spirítui Sancto.
Sicut erat in princípio, et nunc, et semper,*
et in saecula saeculórum. Amen.
L'anima mia*
magnifica il Signore
e il mio spirito*
esulta in Dio, mio salvatore.
Perché ha guardato l'umiltà della sua serva:*
d'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente*
e santo è il suo nome.
Di generazione in generazione la sua misericordia*
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,*
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore.
Ha rovesciato i potenti dai troni,*
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,*
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,*
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,*
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio*
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre*
nei secoli dei secoli. Amen.

Si ripete l'Antifona del giorno corrispondente.

Orémus.
Festìna, quaesumus, Dòmine, ne tardàveris, et auxilium nobis supernae virtutis impende; ut adventus tui consolatiònibus sublevèntur, qui in tua pietate confìdunt.
Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum.
℞. Amen.
Preghiamo.
Affrettati, Signore, non tardare e impiega per noi l'aiuto della tua grazia celeste, affinché quelli che confidano nella tua pietà siano sollevati dalle consolazioni della tua venuta.
Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.
℞. Amen.