venerdì 22 febbraio 2019

Cattedra di San Pietro Apostolo ad Antiochia

Doppio maggiore.
Paramenti bianchi.

La festa della Cattedra di San Pietro fu stabilita fin dal 354 per onorare la dignità di questo principe della Santa Chiesa, cui Nostro Signore Gesù Cristo affidò il potere delle chiavi, simbolo della suprema autorità.
Gian Lorenzo Bernini, Cattedra di San Pietro,
Basilica di San Pietro, Città del Vaticano, 1656-1665.
La “Cathedra Petri” o “Sella gestatoria apostolicae confessionis” è il trono pontificale di San Pietro e dei suoi successori nell'Episcopato Romano, nella suprema guida di tutto il gregge di Nostro Signore Gesù Cristo, degli agnelli, delle pecorelle e delle pecore madri (Cfr. Joann 19:15-17). In essa stanno il basamento inconcusso dell'infallibile ed indefettibile Fede Cattolica, il fulcro necessario dell'unità del Cristianesimo, la pienezza del Sacerdozio e del Regno. La sua storia e la sua venerazione inizia fra i meandri dei cimiteri cristiani dell'Urbe nel III secolo. La Cattedra si venerò di seguito nel Battistero di San Damaso in Vaticano. È ora conservata nell'abside della Basilica Vaticana, racchiusa nel grande reliquiario berniniano, sicché nemmeno il Papa vi si può sedere, come usavano i sommi Pontefici fino al XVI secolo.
Sotto il nome di Natale Petri de Cathedra era celebrata una festa il 22 febbraio; ma, a causa della Quaresima, le chiese della Gallia presero l'abitudine di celebrarla il 18 gennaio. Le due usanze si svilupparono in modo parallelo; poi, finalmente, si perdette l'unità primitiva del loro significato e si ebbero due feste della Cattedra di San Pietro, la prima attribuita a Roma - quella del 18 gennaio -, la seconda attribuita a un'altra sede - in definitiva a quella d'Antiochia - il 22 febbraio. La Chiesa romana, sino al XVI secolo, non celebrava che quest'ultima festa.
Poiché i Gentili, facendo degna penitenza, avevano preso il posto dei Giudei, Antiochia sostituì Gerusalemme e là San Pietro risiedette, prima di stabilire la sua Cattedra a Roma. A San Pietro che proclamò Gesù «il Cristo, Figlio di Dio vivente» (Evangelium) mentre tutta la Palestina insorgeva contro di lui, il divin Maestro affidò il potere di assolvere dai peccati, di chiudere le porte dell'inferno ed aprirci quelle del cielo (Evangelium). E il Capo della Santa Chiesa ci insegna nella sua Prima Epistola che «colla fede nello spargimento del sangue di Gesù Cristo, lo Spirito Santo ci santifica e ci riconcilia con il Padre». Si fa, inoltre, in questa Santa Messa la commemorazione di San Paolo Apostolo, subito dopo l'orazione della festa, perché la liturgia non separi quelli che furono giustamente chiamate le due colonne della Santa Chiesa.
Onoriamo oggi il Capo della Santa Chiesa, che continua in terra l'opera redentrice di Nostro Signore Gesù Cristo e preghiamolo di liberarci dai legami del peccato.
(Cfr. Festa della Cattedra di San Pietro Apostolo, blog Sardinia Tridentina)

Sermone di Sant'Agostino, Vescovo.
Sermone 15 sui Santi.
L'istituzione dell'odierna solennità ricevé dai nostri antenati il nome di Cattedra, perché è tradizione che Pietro, principe degli Apostoli, prendesse possesso quest'oggi della sua sede episcopale. I fedeli perciò, con ragione, celebrano l'origine di quella Sede onde l'Apostolo fu investito per la salute delle chiese con quelle parole del Signore: Tu sei Pietro, e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa (Matt 16:18).
Il Signore dunque ha chiamato Pietro il fondamento della Chiesa: ed è perciò che la Chiesa venera giustamente questo fondamento sul quale poggia tutto l'edificio ecclesiastico. Quindi ben a ragione si dice nel Salmo ch'è stato letto: Lo esaltino nell'adunanza del popolo, e lo lodino nel consesso dei seniori (Ps 106:32). Benedetto Dio, che prescrive d'esaltare il beato Pietro Apostolo nell'adunanza dei fedeli; è giusto infatti che la Chiesa veneri questo fondamento per cui si sale al cielo.
Celebrando dunque quest'oggi l'origine della Cattedra, noi onoriamo il ministero sacerdotale. Le chiese si rendono questo mutuo onore, comprendendo esse che la Chiesa tanto più cresce in dignità, quanto più viene onorato il ministero sacerdotale. Avendo dunque una pia usanza introdotto giustamente nelle chiese questa solennità, mi meraviglio delle grandi proporzioni che ha preso oggi un pernicioso errore tutto pagano, di portare cioè sulle tombe dei defunti dei cibi e del vino, come se le anime, che hanno abbandonato i loro corpi, reclamassero questi cibi propri della carne.


Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, La Cattedra di San Pietro,
Pinacoteca Civica Il Guercino, Cento (Emilia-Romagna), 1618.


La Santa Chiesa applica ai sommi Pontefici cristiani ciò che la Bibbia dice di Finees (Num 25).

INTROITUS
Eccli 45:30. Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii dígnitas in aetérnum. Ps 131:1. Meménto, Dómine, David: et omnis mansuetúdinis ejus. . Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. . Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii dígnitas in aetérnum.

Eccli 45:30. Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e ne ha fatto un principe: e così durerà per sempre la sua dignità sacerdotale. Ps 131:1. Ricordati, Signore, di David e di tutta la pietà sua. . Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. . Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e ne ha fatto un principe: e così durerà per sempre la sua dignità sacerdotale.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui beáto Petro Apóstolo tuo, collátis clávibus regni coeléstis, ligándi atque solvéndi pontifícium tradidísti: concéde; ut, intercessiónis ejus auxílio, a peccatórum nostrórum néxibus liberémur: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che al tuo santo apostolo Pietro, consegnando le chiavi del regno dei cieli, hai dato il potere pontificale di legare e di sciogliere: concedi, a noi, con l'aiuto della sua intercessione, di essere liberati dalle catene dei nostri peccati. Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di San Paolo, Apostolo.

Orémus.
Deus, qui multitúdinem géntium beáti Pauli Apóstoli praedicatióne docuísti: da nobis, quaesumus; ut, cujus commemoratiónem cólimus, ejus apud te patrocínia sentiámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che con la predicazione del beato Paolo Apostolo hai ammaestrato una moltitudine di popoli pagani, concedici, mentre ne celebriamo la commemorazione, di sentire l'efficacia del suo patrocinio presso di Te. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Petri Apóstoli.
1Petr 1:1-7.
Petrus, Apóstolus Jesu Christi, eléctis ádvenis dispersiónis Ponti, Galátiae, Cappadóciae, Asiae et Bithýniae secúndum praesciéntiam Dei Patris, in sanctificatiónem Spíritus, in obediéntiam, et aspersiónem sánguinis Jesu Christi: grátia vobis et pax multiplicétur. Benedíctus Deus et Pater Dómini nostri Jesu Christi, qui secúndum misericórdiam suam magnam regenerávit nos in spem vivam, per resurrectiónem Jesu Christi ex mórtuis, in hereditátem incorruptíbilem et incontaminátam et immarcescíbilem, conservátam in coelis in vobis, qui in virtúte Dei custodímini per fidem in salútem, parátam revelári in témpore novíssimo. In quo exsultábitis, módicum nunc si opórtet contristári in váriis tentatiónibus: ut probátio vestrae fídei multo pretiósior auro (quod per ignem probatur) inveniátur in laudem et glóriam et honórem, in revelatióne Jesu Christi, Dómini nostri.

Lettura dell'Epistola del Beato Pietro Apostolo.
1Petr 1:1-7.
Pietro, apostolo di Gesù Cristo, ai pellegrini sparsi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, nell'Asia e nella Bitinia, eletti, secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, per obbedire a Cristo ed essere aspersi dal suo sangue: a voi grazia e pace in misura sempre più abbondante. Benedetto il Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, il quale per sua grande misericordia ci fece rinascere, risuscitando Gesù Cristo da morte, a una vivente speranza, a una eredità incorruttibile, incontaminata e immarcescibile, riservata nei cieli per voi, che per la potenza di Dio siete custoditi, mediante la fede, in vista della salvezza ormai pronta per essere rivelata nell'ultimo tempo. Trasalite di gioia per questo, anche se adesso dovete essere molestati ancora un poco da prove di vario genere, affinché la genuinità della vostra fede, ben più preziosa dell'oro che perisce, ma che pure viene saggiato col fuoco, sia trovata in voi, a lode e gloria e onore, per il tempo della manifestazione di nostro Signore Gesù Cristo.

GRADUALE
Ps 106:32; 106:31. Exáltent eum in Ecclésia plebis: et in cáthedra seniórum laudent eum. . Confiteántur Dómino misericórdiae ejus; et mirabília ejus fíliis hóminum.

Ps 106:32; 106:31. Lo esaltino nell'assemblea del popolo e lo lodino nel consesso degli anziani. . Ringrazino il Signore per la sua bontà e per i suoi prodigi a favore degli uomini.

TRACTUS
Matt 16:18-19. Tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam. . Et portae ínferi non praevalébunt advérsus eam: et tibi dabo claves regni coelórum. . Quodcúmque ligáveris super terram, erit ligátum et in coelis. . Et quodcúmque sólveris super terram, erit solútum et in coelis.

Matt 16:18-19. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. . E le porte degli inferi non prevarranno contro di essa, e ti darò le chiavi del regno dei cieli. . Tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato anche nei cieli. . E tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto anche nei cieli.

Beato è San Pietro per aver elevato il suo sguardo oltre la natura, non guardando Nostro Signore Gesù Cristo con occhio umano, ma contemplando per rivelazione del Padre celeste il Figlio di Dio; beato è San Pietro che è stato giudicato degno di riconoscere per primo la divinità che è nel Cristo.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 16:13-19.
In illo témpore: Venit Jesus in partes Caesaréae Philíppi, et interrogábat discípulos suos, dicens: Quem dicunt hómines esse Fílium hóminis? At illi dixérunt: Alii Joánnem Baptístam, alii autem Elíam, alii vero Jeremíam aut unum ex prophétis. Dicit illis Jesus: Vos autem quem me esse dícitis? Respóndens Simon Petrus, dixit: Tu es Christus, Fílius Dei vivi. Respóndens autem Jesus, dixit ei: Beátus es, Simon Bar Jona: quia caro et sanguis non revelávit tibi, sed Pater meus, qui in coelis est. Et ego dico tibi, quia tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam, et portae ínferi non praevalébunt advérsus eam. Et tibi dabo claves regni coelórum. Et quodcúmque ligáveris super terram, erit ligátum et in coelis: et quodcúmque sólveris super terram, erit solútum et in coelis.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 16:13-19.
In quel tempo, Gesù, venuto nella zona di Cesarea di Filippo, interrogava i suoi discepoli: Chi dicono che sia il Figlio dell'uomo? Ed essi risposero: Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri ancora Geremia, o uno dei profeti. Disse loro Gesù: Ma voi, chi dite che io sia? Rispose Simon Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. E Gesù, in risposta, gli disse: Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, poiché non la carne e il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io dico a te che tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. E ti darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato anche nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto anche nei cieli.

Omelia di San Leone, Papa.
Sermone 3 nell'anniversario della sua elezione, dopo il principio.
Il Signore domanda agli Apostoli, chi dicesse la gente ch'egli sia: e la loro risposta è comune finché essi esprimono l'incertezza dello spirito degli uomini. Ma appena interroga i discepoli sul proprio sentire, il primo in dignità fra gli Apostoli è il primo ancora a confessare il Signore. Ed avendo egli detto: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente (Matt 16:16); Gesù gli rispose: Beato te, Simone, figlio di Giona, perché non te l'ha rivelato la natura e l'istinto, ma il Padre mio ch'è nei cieli (Matt 16:17). Vale a dire: Perciò tu sei beato, perché te l'ha insegnato il Padre mio; non sei stato ingannato dall'opinione terrena, ma te l'ha dichiarato l'ispirazione celeste: e non la natura e l'istinto mi ti han fatto conoscere, ma colui del quale sono il Figlio unigenito.
E io, continua, ti dico (Matt 16:18); cioè: Come il Padre mio ti ha manifestato la mia divinità, così io pure ti faccio conoscere la tua propria eccellenza. Perché tu sei Pietro: cioè: Mentre io sono la pietra inviolabile, la pietra angolare che di due popoli ne faccio uno, io il fondamento all'infuori del quale nessuno può porne altro; tuttavia anche tu sei pietra, essendo confermato dalla mia virtù, così che quanto m'appartiene di proprio, quanto al potere, ti sia comune per la mia partecipazione. E su questa pietra io edificherò la mia Chiesa, e le porte dell'inferno non prevarranno contro di lei (Matt 16:18): Su questa fortezza, dice, edificherò un tempio eterno; e la sublimità della mia Chiesa, che deve penetrare il cielo, si eleverà sulla fermezza di questa fede.
Le porte dell'inferno non impediranno mai questa confessione di Pietro, né la legheranno appunto le catene della morte; poiché questa parola è parola di vita. E come essa innalza al cielo i suoi confessori, così ne sommerge nell'inferno i negatori. Perciò dice al beatissimo Pietro: Ti darò le chiavi del regno dei cieli: e qualunque cosa legherai sulla terra, sarà legata anche nei cieli; e qualunque cosa scioglierai sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli (Matt 16:19). Certo, questo potere fu comunicato anche agli altri Apostoli, e questo decreto costitutivo riguarda egualmente tutti i principi della Chiesa; ma confidando questa prerogativa, non senza motivo il Signore s'indirizza a uno solo, benché parli a tutti. Essa è affidata particolarmente a Pietro, perché Pietro è stabilito capo di tutti i pastori della Chiesa. Il privilegio dunque di Pietro sussiste in ogni giudizio portato in virtù della sua legittima autorità. E non c'è eccesso né di severità né di indulgenza, dove non si lega né si scioglie se non ciò che il beato Pietro avrà sciolto o legato.

Credo

OFFERTORIUM
Matt 16:18-19. Tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam: et portae inferi non praevalébunt advérsus eam: et tibi dabo claves regni coelórum.

Matt 16:18-19. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa: e ti darò le chiavi del regno dei cieli.

SECRETA
Ecclésiae tuae, quaesumus, Dómine, preces et hóstias beáti Petri Apóstoli comméndet orátio: ut, quod pro illíus glória celebrámus, nobis prosit ad véniam. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, la preghiera del santo apostolo Pietro raccomandi a te le suppliche e le offerte della tua Chiesa: e ciò che celebriamo a sua gloria giovi ad ottenerci il perdono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di San Paolo, Apostolo.

Apóstoli tui Pauli précibus, Dómine, plebis tuae dona sanctífica: ut, quae tibi tuo grata sunt institúto, gratióra fiant patrocínio supplicántis. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Per le preghiere del tuo Apostolo Paolo santifica, o Signore, i doni del tuo popolo, affinché il sacrificio che Ti è già gradito per la tua istituzione, lo sia ancora più per il patrocinio di colui che Ti prega. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.

PRAEFATIO DE APOSTOLIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre: Te, Dómine, supplíciter exoráre, ut gregem tuum, Pastor aetérne, non déseras: sed per beátos Apóstolos tuos contínua protectióne custódias. Ut iísdem rectóribus gubernétur, quos óperis tui vicários eídem contulísti praeésse pastóres. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza innalzare a te, Signore, la nostra preghiera. Ti supplichiamo, Pastore eterno: non abbandonare il tuo gregge, ma per mezzo dei tuoi Santi Apostoli custodiscilo e proteggilo sempre. Continui ad essere governato da quelli che tu stesso hai eletto vicari dell'opera tua, e hai costituito pastori. E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli, ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti, cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Matt 16:18. Tu es Petrus, et super hanc petram aedificábo Ecclésiam meam.

Matt 16:18. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Laetíficet nos, Dómine, munus oblátum: ut, sicut in Apóstolo tuo Petro te mirábilem praedicámus; sic per illum tuae sumámus indulgéntiae largitátem. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ci sia fonte di grazia il sacrificio che ti abbiamo offerto, o Signore, affinché, come ti proclamiamo mirabile nel tuo Apostolo Pietro, così riceviamo, per suo merito, l'abbondanza del tuo perdono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di San Paolo, Apostolo.

Orémus.
Sanctificáti, Dómine, salutári mystério: quaesumus; ut nobis ejus non desit orátio, cujus nos donásti patrocínio gubernari. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Santificati, o Signore, dal mistero della salvezza, Ti preghiamo che non ci venga mai meno la preghiera di colui che ci hai dato per patrono e per guida. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria; della quale in fine si legge il Vangelo.

martedì 19 febbraio 2019

Martedì di Settuagesima: Festa dell'Orazione di Nostro Signore Gesù Cristo nell'Orto sul Monte degli Ulivi

Doppio maggiore.
Paramenti rossi.

Orazione e Agonia di Nostro Signore Gesù Cristo nell'Orto di Getsemani. 
Il lungo periodo che dalla Domenica di Settuagesima ci porta a Pasqua prevede la contemplazione dei misteri della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo e la venerazione degli strumenti impiegati durante la medesima. Si inizia, il Martedì di Settuagesima, col mistero dell'Orazione e Agonia di Nostro Signore Gesù Cristo nell'Orto di Getsemani. Così Sant'Alfonso Maria de' Liguori ci fa contemplare questo mistero: «Il nostro amante Redentore, venuta l'ora della sua morte, si portò nell'orto di Getsemani, in cui da se stesso diede principio alla sua amarissima Passione con dar licenza al timore, al tedio e alla mestizia, che venissero a tormentarlo: Coepit pavere, taedere et maestus esse (Marc. XIV, 33; Matth. XXVI, 37). Cominciò dunque a sentire un gran timore e tedio della morte e delle pene che doveano accompagnarla. Se gli rappresentarono allora i flagelli, le spine, i chiodi, la croce, e non già l'uno dopo l'altro, ma tutti insieme vennero ad affliggerlo, e specialmente se gli fece innanzi quella morte desolata, che dovea patire abbandonato da ogni conforto umano e divino. Sicché atterrito alla vista dell'orrido apparato di tanti strazi ed ignominie, prega l'Eterno Padre che ne lo liberi: Pater mi, si possibile est, transeat a me calix iste (Matth. XXVI, 29). Ma come? non era Gesù quegli che tanto avea desiderato di patire e morire per gli uomini, dicendo: Baptismo habeo baptizari, et quomodo coarctor usquedum perficiatur? (Luc. XII, 50). E come poi così teme queste pene e questa morte? Ah che ben egli volea morire per noi: ma acciocché non pensassimo ch'esso per virtù della sua divinità morisse senza pena, perciò fece quella preghiera al Padre, per farci conoscere che non solo moriva per nostro amore, ma moriva con una morte sì tormentosa, che grandemente lo spaventava» (Sant'Alfonso Maria de' Liguori, Meditazioni sulla Passione di Gesù Cristo per ciascun giorno della settimana, Pel Lunedì, I).
(Cfr. L'Orazione di Nostro Signore Gesù Cristo nell'Orto degli Ulivi, blog Tradidi quod et accepi)

Dal Trattato di San Cipriano, Vescovo e Martire.
Sull'Orazione del Signore.
Non solo con le parole ma anche con i fatti il Signore ci insegnò a pregare, pregando egli stesso frequentemente e supplicando, e mostrando col suo esempio ciò che bisogna che noi facciamo, come sta scritto: Ed egli si ritirò nel deserto per adorare [il Padre]. E ancora: Andò a pregare sul monte e stette tutta la notte a pregare Dio. Che se egli, che era senza peccato, pregava, quanto più bisogna che preghiamo noi peccatori? E se lui vegliò tutta la notte in continuata preghiera, quanto più noi dobbiamo frequentare la preghiera e le veglie notturne? Pregava il Signore, ma non per sé: perché avrebbe pregato per se stesso lui che era innocente? Ma per i nostri peccati pregava, come egli stesso dichiara, quando dice a Pietro: Ecco Satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano, ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede. E poi prega il Padre per tutti dicendo: Non prego per questi soltanto, ma anche per quelli che per la parola di questi crederanno in me, affinché tutti siano una cosa sola come tu, Padre, in me ed io in te, affinché anche essi siano in noi una cosa sola.

Dai Commentari di Sant'Anselmo, Vescovo.
Sull'Epistola agli Ebrei cap. 5.
Come vero Pontefice offrì preghiere; infatti nel Vangelo spesso si legge aver pregato e soprattutto in Luca, che in lui descrisse la persona del sacerdote. Ma tutte le cose che fece nella sua carne mortale, le preghiere e le suppliche, furono in favore degli uomini. Durante tutta la sua vita pregò il Padre per la resurrezione della sua carne, e per la nostra salvezza, e nell'incalzare della passione offrì suppliche, cioè umilissime e pressantissime preghiere con cuore sommamente devoto e con affetto, quando in preda all'agonia pregava ancor più intensamente e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. E queste preghiere e suppliche le offrì, cioè le presentò davanti al Padre perché fosse esaudito lui che le presentava. Le offrì a colui che poteva salvarlo dalla morte, ossia resuscitarlo; a colui che conobbe capace di salvarlo, cioè di farlo immortale ed impassibile, strappandolo alla morte, affinché la sua anima non restasse nell'inferno e la carne non si putrefacesse nel sepolcro.
E le offrì con grandi grida, cioè con una fortissima ed efficacissima intenzione di pia devozione, come quando pregava più intensamente e anche con lacrime; perché in quell'intensa orazione s'ha da credere che abbia effuso lacrime, quando pure scorrevano dal suo corpo gocce di sudore sanguigno, e fu esaudito perché quello che aveva chiesto lo ricevette nella resurrezione. Fu esaudito, cioè fra tutti gli altri fu ascoltato, perché dopo la milizia del suo sforzo fu sublimato dal Padre al di sopra di ogni creatura, e questo per la riverenza di lui, cioè, conforme al fatto che come Figlio di Dio egli è degno di riverenza e venerazione, oppure per la sua riverenza verso Dio, cioè a motivo del fatto che egli su tutto ha riverito e onorato il Padre. Oppure per la sua riverenza, cioè come ha meritato la sua religione. Anche l'effusione del suo sangue può essere interpretata come grande grido che fu esaudito per la riverenza della stessa passione. Riverenza è il fatto che senza peccato patì per amore soltanto.


Matthias Stomer, Agonia di Gesù nel Getsemani, Staatliche Museen, Berlino, Germania, XVII sec.


INTROITUS
Ps 54:5-6. Cor meum conturbátum est in me, et formído mortis cécidit super me. Timor et tremor venérunt super me. Ps 68:2. Salvum me fac, Deus, quóniam intravérunt aquae usque ad ánimam meam. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Cor meum conturbátum est in me, et formído mortis cécidit super me. Timor et tremor venérunt super me.

Ps 54:5-6. Dentro di me freme il mio cuore, piombano su di me terrori di morte. Timore e spavento mi invadono. Ps 68:2. Salvami, o Dio, perché l'acqua è penetrata fino alla mia anima. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Dentro di me freme il mio cuore, piombano su di me terrori di morte. Timore e spavento mi invadono.

ORATIO
Orémus.
Dómine Jesu Christe, qui in horto verbo et exémplo nos oráre docuísti, ad tentatiónum perícula superánda: concéde propítius, ut nos, oratióni semper inténti, ejus copiósum fructum cónsequi mereámur: Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitáte Spíritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Signore Gesù Cristo, che nell'orto, con le parole e con l'esempio, ci insegnasti a pregare per superare i pericoli delle tentazioni, concedici propizio, che, sempre intenti all'orazione, meritiamo di conseguirne copioso frutto: Tu che sei Dio e vivi e regni con Dio Padre nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Hebraeos.
Hebr 5:5-10.
Fratres: Christus non semetípsum clarificávit ut Póntifex fíeret: sed qui locútus est ad eum: Fílius meus es tu, ego hódie génui te. Quemádmodum et in álio loco dicit: Tu es Sacérdos in aetérnum secúndum órdinem Melchísedech. Qui in diébus carnis suae preces supplicationésque ad eum, qui possit illum salvum fácere a morte, cum clamóre válido et lácrimis ófferens, exaudítus est pro sua reveréntia: et quidem, cum esset Fílius Dei, dídicit ex iis, quae passust est, obediéntiam: et consummátus, factus est ómnibus obtemperántibus sibi causa salútis aetérnae, appellátus a Deo Póntifex juxta órdinem Melchísedech.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo agli Ebrei.
Hebr 5:5-10.
Fratelli, Cristo non si arrogò da sé la gloria di diventare Pontefice, ma gliela conferì Colui che gli disse: Mio Figlio sei tu, oggi ti ho generato. Siccome in un altro passo dice: Tu sei Sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchisedech. Proprio per questo nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a Colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio di Dio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio Pontefice secondo l'ordine di Melchisedech.

GRADUALE
Ps 87:4-5. Repléta est malis ánima mea, et vita mea inférno appropinquávit. ℣. Aestimátus sum cum descendéntibus in lacum, factus sum sicut homo sine adjutório.

Ps 87:4-5. L'anima mia è ripiena di sventure e la mia vita è vicina all'inferno. ℣. Sono annoverato tra quelli che scendono nella fossa, sono diventato come un uomo senza aiuto.

TRACTUS
Ps 68:17; 68:18. Exáudi me, Dómine, quóniam benígna est misericórdia tua. ℣. Et ne avértas fáciem tuam a púero tuo: quóniam tríbulor, velóciter exáudi me. Ps 21:12. ℣. Ne discésseris a me: quóniam tribulátio próxima est: quóniam non est qui ádjuvet.

Ps 68:17; 68:18. Esaudiscimi, o Signore, poiché la tua misericordia è benigna. ℣. Non distogliere il tuo volto dal tuo servo: poiché sono tribolato, esaudiscimi presto. Ps 21:12. ℣. Da me non stare lontano, poiché la tribolazione è vicina e non vi è chi mi aiuti.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 22:39-44.
In illo témpore: Egréssus Jesus ibat, secúndum consuetúdinem, in montem Olivárum. Secúti sunt autem illum et discípuli. Et cum pervenísset ad locum, dixit illis: Oráte, ne intrétis in tentatiónem. Et ipse avúlsus est ab eis, quantum jactus est lápidis, et pósitis génibus orábat, dicens: Pater, si vis, transfer cálicem istum a me: verúmtamen non mea volúntas, sed tua fiat. Appáruit autem illi Angelus de coelo, confórtans eum. Et factus in agonía, prolíxius orábat. Et factus est sudor ejus, sicut guttae sánguinis decurréntis in terram.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 22:39-44.
In quel tempo, Gesù, uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: Pregate, per non entrare in tentazione. Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà. Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra.

Omelia di Sant'Ambrogio, Vescovo.
Libro 10 Commento sul cap. 22 di Luca.
Allontana da me questo calice: come uomo respinge la morte, come Dio mantiene la sua sentenza. Noi dobbiamo infatti morire al mondo, allo scopo di risuscitare a Dio, affinché, secondo la sentenza divina, la legge della maledizione sia soddisfatta con il ritorno della nostra natura nel fango della terra. Quando dice: Non la mia volontà, ma la tua si faccia; egli riferì la sua volontà all'umanità, e quella del Padre alla divinità. È infatti temporale il volere dell'uomo, eterno quello di Dio. Non che la volontà del Padre sia diversa da quella del Figlio: uno solo è il volere, come una è la divinità. Apprendi tuttavia a essere sottomesso a Dio, a non scegliere di tua propria volontà, ma a fare ciò che sai esser gradito a Dio.
Consideriamo ora il significato proprio delle parole. La mia anima, dice, è triste; e altrove: La mia anima è in un estremo turbamento. Non è turbato colui che ha preso l'anima, ma si turba l'anima che egli ha preso. L'anima infatti è soggetta alle passioni, mentre da esse è esente la divinità. Infine: Lo spirito è pronto, ma la carne è debole. Non è il Signore che è triste, ma la sua anima. Non è triste la sapienza, non è triste la sostanza divina, ma l'anima. Egli infatti ha assunto la mia anima, ha assunto il mio corpo. E non mi ha ingannato con l'essere diverso da quanto appariva. Appariva triste e triste era, ma non per la sua passione bensì per la nostra dispersione.
Per questo dice: Io colpirò il pastore e le pecore del gregge saranno disperse. Egli era triste, perché ci lasciava mentre eravamo ancora tanto piccoli. Quanto al resto, la Scrittura ci dimostra con quale coraggio egli si offrì alla morte: dal momento che andò incontro a coloro che lo cercavano, confortò coloro che erano turbati, incoraggiò i trepidanti, si degnò infine di accettare anche il bacio del traditore. E non è contrario alla verità dire che egli era triste anche per i suoi persecutori, in quanto sapeva che essi avrebbero espiato il loro immane sacrilegio nel supplizio. Anche per questo disse: Allontana da me questo calice. Non perché, quale Dio, il Figlio di Dio temeva la morte, ma perché non voleva che i malvagi perissero a causa di se stessi.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 68:2. Salvum me fac, Deus, quóniam intravérunt aquae usque ad ánimam meam.

Ps 68:2. Salvami, o Dio, perché l'acqua è penetrata fino alla mia anima.

SECRETA
Hujus sancti sacrifícii méritis fac nos, quaesumus, Dómine, divína institutióne formátos curam oratióni tam efficáciter impéndere: ut Jesus Christus Fílius tuus, in éxitu nostro vígiles nos et a culpa solútos invéniat: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Per i meriti di questo santo sacrificio fa', o Signore, che noi, formati da una istruzione divina, ci applichiamo così efficacemente all'orazione, affinché Gesù Cristo, tuo Figlio, ci trovi vigili e senza colpa al momento della nostra morte: Egli che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE SANCTA CRUCE
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui salútem humáni géneris in ligno Crucis constituísti: ut, unde mors oriebátur, inde vita resúrgeret: et, qui in ligno vincébat, in ligno quoque vincerétur: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti júbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che hai procurato la salvezza del genere umano col legno della Croce: così che da dove venne la morte, di là risorgesse la vita, e chi col legno vinse, dal legno fosse vinto: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Matt 26:41. Vigiláte, et oráte, ut non intrétis in tentatiónem: spíritus quidem promptus est, caro autem infírma.

Matt 26:41. Vegliate e pregate affinché non entriate in tentazione: infatti lo spirito è pronto, ma la carne è debole.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refécti alimónia coelésti, súpplices te rogámus, Pater omnípotens: ut, per Unigéniti Fílii tui oratiónis virtútem, nos in tantis córporis et ánimae perículis constitúti, ad coeléstia regna secúre perveníre mereámur. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ristorati dall'alimento celeste, ti preghiamo supplichevoli, o Padre onnipotente, onde, in virtù dell'orazione del tuo Figlio Unigenito, noi, che ci troviamo fra tanti pericoli per l'anima e per il corpo, meritiamo di giungere con sicurezza al regno dei cieli. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

lunedì 18 febbraio 2019

Santa Maria Bernarda Soubirous, Vergine

Doppio maggiore.
Paramenti bianchi.

Santa Maria Bernarda Soubirous, al secolo Bernadette, figlia maggiore di una famiglia numerosa di Lourdes, nacque nel borgo pirenaico di Lourdes, al Molino di Boly, il 7 gennaio 1844. I suoi genitori, François Soubirous e Louise Castérot, la battezzarono due giorni più tardi, il 9 gennaio, primo anniversario del loro matrimonio, nella chiesa parrocchiale di San Pietro.
Santa Maria Bernarda Soubirous, al secolo Bernadette.
La santa fanciulla aveva quattordici anni, quando, l'11 febbraio 1858, andata a raccogliere un po' di legna secca nei pressi della grotta di Massabielle, vide apparire una “Signora” nell'insenatura della roccia, sopra una rosa canina. La “Signora” appariva di aspetto giovane e benevolo, ricoperta di una veste e di un velo bianchi come la neve, e cinta di una fascia celeste; una rosa d'oro ne adornava i piedi nudi. La “Signora” che doveva, il 25 marzo 1858, rivelare il suo nome, l'Immacolata Concezione, apparve diciotto volte a Bernadette, dall'11 febbraio al 16 luglio 1858, la qual cosa fu per la povera e pia fanciulla occasione di ogni genere di umiliazioni e di maltrattamenti.
Dopo queste apparizioni, mantenendo intatta la santa umiltà, Bernadette sentì il desiderio di entrare nell'Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo. Turbata dall'interesse che stava richiamando su di sé, la fanciulla si trasferì presso la scuola-convitto di Lourdes tenuta dalle Sorelle della Carità di Nevers, dove imparò a leggere e scrivere. Dal 1860 al 1866, quasi sempre malata, ella rimase a Lourdes come ospite presso le Sorelle dell'Ospizio. Nel luglio 1866, dopo aver dato l'addio in lacrime alla Grotta, Bernadette entrò come postulante nella Congregazione delle Sorelle della Carità e dell'Istruzione cristiana, a Nevers, con lo scopo ben fermo di vivere una vita nascosta e di svanire da questo mondo. Il 29 luglio, ella prese l'abito col nome di Suor Maria Bernarda e, il 30 ottobre 1867, pronunciò i suoi voti di religione.
Quasi costantemente malata anche a Nevers, Bernadette fu nominata aiuto-infermiere nella Casa Madre della Congregazione. Per tredici anni, ella fu molto duramente trattata dalla Superiora Generale che, non credendo alle apparizioni, la considerava «una buona a nulla». Di natura molto sensibile, Bernadette sentì profondamente queste umiliazioni e combatté costantemente per reprimere le vivacità e gli sbalzi di umore del suo temperamento. Durante i suoi ultimi due anni, moltiplicandosi le sofferenze fisiche e morali, Bernadette si offrì a Dio come vittima. Dopo aver svolto con amore il suo servizio, passò al Signore a Nevers, alle tre del pomeriggio del 16 aprile 1879, all'età di trentacinque anni, mentre recitava l'Ave Maria.
Il Sommo Pontefice Pio XI, che già le aveva decretato il culto dei Beati il 14 giugno 1925, l'ascrisse fra i Santi l'8 dicembre 1933, solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. La festa di Santa Maria Bernarda Soubirous si celebra due volte: il 18 febbraio, nell'Ottava dell'Apparizione della Beata Vergine Maria Immacolata a Lourdes, e il 16 aprile, dies natalis della Santa. Il suo venerabile corpo si conserva ancora perfettamente incorrotto nella cappella del Convento di Saint Gildard a Nevers.


Corpo di Santa Maria Bernarda Soubirous dopo l'ultima esumazione (18 aprile 1925)
e prima di essere conservato nell'urna corrente (18 luglio 1925).   


INTROITUS
Ps 44:13; 44:15; 44:16. Vultum tuum deprecabúntur omnes dívites plebis: adducéntur Regi Vírgines post eam: próximae ejus adducéntur tibi in laetítia et exsultatióne. (T.P. Allelúja, allelúja.) Ps 44:2. Eructávit cor meum verbum bonum: dico ego ópera mea Regi. . Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. . Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Vultum tuum deprecabúntur omnes dívites plebis: adducéntur Regi Vírgines post eam: próximae ejus adducéntur tibi in laetítia et exsultatióne. (T.P. Allelúja, allelúja.)

Ps 44:13; 44:15; 44:16. Ti rendono omaggio tutti i ricchi del popolo: dietro a lei le vergini sono condotte a te, o Re; le sue compagne ti sono portate con festevole esultanza. (T.P. Alleluia, alleluia.) Ps 44:2. Vibra nel mio cuore un ispirato pensiero, mentre al Sovrano canto il mio poema. . Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. . Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Ti rendono omaggio tutti i ricchi del popolo: dietro a lei le vergini sono condotte a te, o Re; le sue compagne ti sono portate con festevole esultanza. (T.P. Alleluia, alleluia.)

Gloria

ORATIO
Orémus.
Humílium, Deus, protéctor et amátor, qui fámulam tuam Maríam Bernárdam Immaculátae Vírginis Máriae apparitióne et allóquio recreásti: praesta, quaesumus; ut per símplices fídei sémitas, ad tuam in coelis visiónem perveníre mereámur. Per Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, protettore ed amante degli umili, che hai confortato la tua serva Maria Bernarda per mezzo dell'apparizione e del dialogo con l'Immacolata Vergine Maria: fa' che per le semplici strade della fede meritiamo di giungere a vedere Te nei cieli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.

LECTIO
Léctio Isaíae Prophétae.
Is 55:1-3; 55:6-9.
Omnes sitiéntes, veníte ad aquas: et qui non habétis argéntum, properáte, émite et comédite: veníte, émite absque argénto, et absque ulla commutatióne, vinum, et lac. Quare appénditis argéntum non in pánibus, et labórem vestrum non in saturiráte? Audíte audiéntes me, et comédite bonum, et delectábitur in crassitúdine ánima vestra. Inclináte aurem vestram, et veníte ad me: audíte, et vivet ánima vestra, et fériam vobíscum pactum sempitérnum, misericórdias David fidéles. Quaerite Dóminum, dum inveníri potest: invocáte eum, dum prope est. Derelínquat ímpius viam suam, et vir iníquus cogitatiónes suas, et revertátur ad Dóminum: et miserébitur ejus, et ad Deum nostrum: quóniam multus est ad ignoscéndum. Non enim cogitationes meae cogitatiónes vestrae: neque viae vestrae viae meae, dicit Dóminus. Quia sicut exaltántur coeli a terra, sic exaltátae sunt viae meae a viis vestris, et cogitatiónes meae a cogitatiónibus vestris.

Lettura del Profeta Isaia.
Is 55:1-3; 55:6-9.
Voi tutti assetati venite all'acqua, chi non ha denaro venga ugualmente; comprate e mangiate senza denaro e, senza spesa, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro patrimonio per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e voi vivrete. Io stabilirò per voi un'alleanza sempiterna, i favori assicurati a Davide. Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.

GRADUALE
Ps 44:5. Spécie tua et pulchritúdine tua inténde, próspere procéde et regna. . Propter veritátem et mansuetúdinem et justítiam: et dedúcet te mirabíliter déxtera tua.

Ps 44:5. Nello splendore della tua bellezza incedi, avanza trionfante e regna! . Per la verità, la mitezza e la giustizia: la tua destra ti faccia vedere prodigi.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. . Vidi speciósam sicut colúmbam, et circúmdabant eam flores rosárum et lília convállium. Allelúja.

Alleluia, alleluia. . La vidi bella come una colomba e la circondavano i fiori delle rose e i gigli delle valli. Alleluia.

Dopo Settuagesima, omessi l'Alleluja e il suo Versetto, si dice:

TRACTUS
Ps 44:11; 44:12. Audi, fília, et vide, et inclína aurem tuam: quia concupívit Rex speciem tuam. Ps 44:13; 44:10. . Vultum tuum deprecabúntur omnes dívites plebis: fíliae regum in honóre tuo. Ps 44:15-16. . Adducéntur Regi Vírgines post eam: próximae ejus afferéntur tibi. . Afferéntur in laetítia et exsultatióne: adducéntur in templum Regis.

Ps 44:11; 44:12. Ascolta e guarda, tendi l'orecchio, o figlia: il Re si è invaghito della tua bellezza. Ps 44:13; 44:10. . Ti rendono omaggio tutti i ricchi del popolo, stanno al tuo seguito le figlie dei re. Ps 44:15-16. . Le vergini dietro a lei sono condotte al Re, le sue compagne sono condotte a Te. . Sono condotte con gioia ed esultanza, sono introdotte nel palazzo del Re.

Nel Tempo Pasquale, il Graduale e l'Alleluja sono sostituiti da:

Allelúja, allelúja. . Vidí speciósam sicut colúmbam, et circúmdabant eam flores rosárum et lília convállium. Allelúja. . Veni, elécta mea, et ponam in te thronum meum quia concupívit Rex spéciem tuam. Allelúja.

Alleluia, alleluia. . La vidi bella come una colomba e la circondavano i fiori delle rose e i gigli delle valli. Alleluia. . Vieni, o mia eletta, ch'io ti ponga sul mio trono, poiché s'appassionò il re della tua bellezza. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 13:44-52.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis parábolam hanc: Símile est regnum coelórum thesáuro abscóndito in agro: quem qui invénit homo, abscóndit, et prae gáudio illíus vadit, et vendit univérsa, quae habet, et emit agrum illum. Iterum símile est regnum coelórum hómini negotiatóri, quaerénti bonas margarítas. Invénta autem una pretiósa margaríta, ábiit, et véndidit ómnia, quae hábuit, et emit eam. Iterum símile est regnum coelórum sagénae, missae in mare et ex omni génere píscium congregánti. Quam, cum impléta esset, educéntes, et secus littus sedéntes, elegérunt bonos in vasa, malos autem foras misérunt. Sic erit in consummatióne saeculi: exíbunt Angeli, et separábunt malos de médio justórum, et mittent eos in camínum ignis: ibi erit fletus et stridor déntium. Intellexístis haec ómnia? Dicunt ei: Etiam. Ait illis: Ideo omnis scriba doctus in regno coelórum símilis est hómini patrifamílias, qui profert de thesáuro suo nova et vétera.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 13:44-52.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose? Gli risposero: Sì. Ed egli disse loro: Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche.

OFFERTORIUM
Ps 44:15; 44:16. Afferéntur Regi Vírgines post eam: próximae ejus afferéntur tibi in laetítia et exsultatióne: adducéntur in templum Regi Domino. (T.P. Allelúja.)

Ps 44:15; 44:16. Dopo di lei saranno condotte al Re altre vergini: le sue compagne saranno a te condotte. Ti saranno condotte con gioia ed esultanza: saranno condotte al tempio del Re Signore. (T.P. Alleluia.)

SECRETA
Coeléstem nobis, Dómine, praebeant tua Sancta fervórem, quo beáta Virgo María Bernárda seípsam hóstiam laudis tibi placéntem exhíbuit. Per Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

I tuoi sacramenti, o Signore, ci diano quel celeste fervore per il quale la beata vergine Maria Bernarda si offrì a te quale gradita vittima di lode. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

In Quaresima si dice:

PRAEFATIO DE QUADRAGESIMA
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui corporáli jejúnio vitia cómprimis, mentem élevas, virtútem largíris et praemia: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti júbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che col digiuno corporale raffreni i vizi, sollevi la mente, largisci virtù e premi: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

Nel Tempo Pasquale si dice:

PRAEFATIO PASCHALIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre: Te quidem, Dómine, omni témpore, sed in hoc potíssimum gloriósius praedicáre, cum Pascha nostrum immolátus est Christus. Ipse enim verus est Agnus, qui ábstulit peccáta mundi. Qui mortem nostram moriéndo destrúxit et vitam resurgéndo reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che Te, o Signore, esaltiamo in ogni tempo, ma ancor più gloriosamente in questo tempo in cui, nostro Agnello pasquale, si è immolato il Cristo. Egli infatti è il vero Agnello, che tolse i peccati del mondo. Che morendo distrusse la nostra morte, e risorgendo ristabilì la vita. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Eccli 39:19. Floréte flores, quasi lílium, et date odórem, et frondéte in grátiam, collaudáte cánticum, et benedícite Dóminum in opéribus suis. (T.P. Allelúja.)

Eccli 39:19. Gettate fiori, come il giglio, e spargete profumo, e gettate amene fronde; intonate un canto di lode e benedite il Signore per tutte le opere sue. (T.P. Alleluia.)

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Sacris, Dómine, recreáti mystériis, quaesumus, ut miram beátae Maríae Bernárdae constántiam aemulántes, patiéntiae praemium cónsequi mereámur aetérnum. Per Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ristorati dai sacri misteri, ti preghiamo, o Signore, che, emulando la mirabile costanza della beata Maria Bernarda, conseguiamo l'eterno premio della pazienza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria; della quale in fine si legge il Vangelo.