sabato 26 gennaio 2019

San Policarpo, Vescovo e Martire

Doppio.
Paramenti rossi.

Policarpo nacque da una famiglia benestante a Smirne, in Asia Minore (attuale Turchia), nel 69 circa. Discepolo di San Giovanni Apostolo ed Evangelista, fu da lui rivestito della pienezza del sacerdozio (Introitus) ed eletto vescovo di Smirne. Fu primate di tutta l'Asia, giacché egli aveva conosciuto ed avuto per maestri alcuni degli Apostoli e di quelli che avevano visto il Signore.
Nel 154, sotto l'imperatore Antonino Pio, venne a Roma da papa Sant'Aniceto per discutere certe questioni concernenti la data della Pasqua ed ebbe anche l'occasione di reprimere gli eretici marcioniti e valentiniani, e di ricondurre alla fede moltissimi fedeli che erano stati sedotti dagli artifizi di Marcione e Valentino.
Martirio di San Policarpo.
In una lettera, che scrisse ai Filippesi, egli cita la prima Epistola del suo maestro, della quale la liturgia ci fa oggi leggere un brano. «Chiunque, egli dichiara, seguendo San Giovanni, non confessa che il Cristo si è fatto uomo, è un anticristo». Egli rivendica a Gesù la realtà del suo titolo di Figlio di Dio, contro gli eretici del suo tempo, che affermavano che l'Incarnazione del Verbo non era che apparente (eresia docetista). Un giorno che l'eretico Marcione gli domandò se lo conosceva, il Santo Vescovo rispose: «ch'egli lo conosceva per figlio primogenito di Satana». E l'Epistola di oggi stabilisce il modo di distinguere «i figli di Dio da quelli che sono figli del diavolo». Quelli che, come Cristo, amano i loro fratelli e, come Lui, dànno per loro la vita, sono di Dio. Questo farà San Policarpo. Infatti, durante l'impero di Antonino Pio, in presenza del Proconsole di Smirne Stazio Quadrato, mentre il popolo radunato nell'anfiteatro di Smirne a gran voce gridava contro di lui, fu gettato nel fuoco, e non restando appunto offeso dalle fiamme, trafitto dalla spada, ricevette la corona del martirio: era il 23 febbraio dell'anno 155.
Commovente e d'un carattere strettamente Liturgico (quasi un vero Prefazio) è l'ultima preghiera del Santo. Già legato colle mani all'indietro sul rogo: «come splendido Capo scelto a vittima da eccelso gregge e apprestato in olocausto gradito a Dio, volse gli occhi al Cielo e disse: - Signore, Dio onnipotente, Padre di Gesù Cristo, Figliuolo tuo diletto e benedetto, dal quale ricevemmo la conoscenza di Te; Dio degli Angeli e delle Potestà, di tutte le cose create, di tutta la schiatta dei giusti che vivono al tuo cospetto, io Ti benedico, perché mi facesti degno di questo giorno, e di quest'ora, e di prender posto nel numero dei Martiri, bevendo io lo stesso calice del tuo Cristo in risurrezione di vita eterna, per l'anima e pel corpo, nell'incorruttibilità dello Spirito Santo. Fra loro io sia appunto oggi come vittima pingue e gradita, così come hai stabilito, manifestato e adempiuto, o Dio veritiero e verace. Per questo io Ti rendo lode e benedizione e gloria in ogni cosa, per mezzo dell'eterno e Celeste Pontefice Gesù Cristo, Figlio tuo diletto, pel quale a Te, insieme con Lui e con lo Spirito Santo, sia gloria, ora ed in futuro. Amen. - Poiché ebbe detto Amen, gli uomini addetti al rogo vi appiccarono il fuoco...».
Le reliquie di San Policarpo sono conservate nel cippo marmoreo posto sotto l'altare maggiore della chiesa romana di Sant'Ambrogio della Massima. Altre venivano indicate sempre a Roma nella Chiesa di Santa Maria della Concezione in Campo Marzio.
Come Policarpo cerchiamo di portare molti frutti (è il significato del nome Policarpo) amando il nostro prossimo per amore di Nostro Signore Gesù Cristo.
(Cfr. Libro di San Girolamo Prete sugli Scrittori ecclesiastici, cap. 17)


Il Cantico dei tre giovani nella fornace di Babilonia invita tutte le opere di Dio e in modo speciale i sacerdoti a lodare Dio. Ciò ha fatto il Santo di cui celebriamo la festa.

INTROITUS
Dan 3:84; 3:87. Sacerdótes Dei, benedícite Dóminum: sancti et húmiles corde, laudáte Deum. Dan 3:57. Benedícite, ómnia ópera Dómini, Dómino: laudáte et superexaltáte eum in saecula. . Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. . Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Sacerdótes Dei, benedícite Dóminum: sancti et húmiles corde, laudáte Deum.

Dan 3:84; 3:87. Sacerdoti di Dio, benedite il Signore; lodatelo, o santi ed umili di cuore. Dan 3:57. Benedite il Signore, o voi tutte opere di Dio: lodatelo ed esaltatelo nei secoli. . Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. . Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Sacerdoti di Dio, benedite il Signore; lodatelo, o santi ed umili di cuore.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui nos beáti Polycárpi Mártyris tui atque Pontíficis ánnua solemnitáte laetíficas: concéde propítius; ut, cujus natalítia cólimus, de ejúsdem étiam protectióne gaudeámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che ci rallegri con l'annuale solennità del beato Policarpo martire tuo e vescovo: concedici benigno di godere del patrocinio suo, come ne celebriamo l'anniversario. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Joánnis Apóstoli.
1Joann 3:10-16.
Caríssimi: Omnis qui non est justus, non est ex Deo, et qui non díligit fratrem suum: quóniam haec est annuntiátio, quam audístis ab inítio, ut diligátis altérutrum. Non sicut Cain, qui ex malígno erat, et occídit fratrem suum. Et propter quid occídit eum? Quóniam ópera ejus malígna erant: fratris autem ejus justa. Nolíte mirári fratres, si odit vos mundus. Nos scimus quóniam transláti sumus de morte ad vitam, quóniam dilígimus fratres. Qui non díligit, manet in morte: omnis qui odit fratrem suum, homicída est. Et scitis, quóniam omnis homicída non habet vitam aetérnam in semetípso manéntem. In hoc cognóvimus caritátem Dei, quóniam ille ánimam suam pro nobis pósuit: et nos debémus pro frátribus ánimas pónere.

Lettura dell'Epistola del Beato Giovanni Apostolo.
1Joann 3:10-16.
Carissimo, chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello. Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che vi amiate l'un l'altro.  Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello. E per qual motivo l'uccise? Perché le opere sue erano malvagie, mentre quelle di suo fratello eran giuste. Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna. Da questo abbiamo conosciuto l'amore di Dio: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.

GRADUALE
Ps 8:6-7. Glória et honóre coronásti eum. . Et constituísti eum super ópera mánuum tuárum, Dómine.

Ps 8:6-7. Di gloria e di onore lo coronasti. . E lo costituisti sopra le opere delle tue mani, o Signore.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. . Hic est Sacérdos, quem coronávit Dóminus. Allelúja.

Alleluia, alleluia. . Questi è il sacerdote, che il Signore coronò. Alleluia.

Dopo Settuagesima, omessi l'Alleluja e il suo Versetto, si dice:

TRACTUS
Ps 111:1-3. Beátus vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. . Potens in terra erit semen ejus: generátio rectórum benedicétur. . Glória et divítiae in domo ejus: et justítia ejus manet in saeculum saeculi.

Ps 111:1-3. Beato l'uomo che teme il Signore: molto si compiace nei suoi comandamenti. . Potente sulla terra sarà la sua stirpe: sarà benedetta la discendenza dei giusti. . Nella sua casa gloria e ricchezza: la sua giustizia rimane nei secoli dei secoli.

A quelli che ascoltano la sua dottrina Nostro Signore Gesù Cristo dice di non temere, perché l'anima sopravvive al corpo, che solo può essere raggiunto dai persecutori. Se la Provvidenza ha cura degli uccellini, che vengono apprezzati pochi centesimi, e se i nostri capelli, che costituiscono la parte meno preziosa di noi, non cadono senza la volontà divina, che cosa non farà Dio per chi avrà il coraggio di confessare la sua fede?

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 10:26-32.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Nihil est opértum, quod non revelábitur; et occultum, quod non sciétur. Quod dico vobis in ténebris, dícite in lúmine: et quod in aure audítis, praedicáte super tecta. Et nolíte timére eos, qui occídunt corpus, ánimam autem non possunt occídere; sed pótius timéte eum, qui potest et ánimam et corpus pérdere in gehénnam. Nonne duo pásseres asse véneunt: et unus ex illis non cadet super terram sine Patre vestro? Vestri autem capílli cápitis omnes numeráti sunt. Nolíte ergo timére: multis passéribus melióres estis vos. Omnis ergo, qui confitébitur me coram homínibus, confitébor et ego eum coram Patre meo, qui in coelis est.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 10:26-32.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri! Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli.

Omelia di Sant'Ilario, Vescovo.
Commento su Matteo, can. 10, dopo la metà.
Il Signore mostra il giorno del giudizio, che manifesterà la coscienza segreta della nostra volontà: e quelle cose che ora si stimano occulte, aprirà alla luce della cognizione pubblica. Quindi ammonisce che non vanno temute le minacce, i consigli, i poteri dei persecutori: perché il giorno del giudizio rivelerà che queste erano state nulla e vane. Dite in pieno giorno quello che io vi dico all'oscuro: e predicate sui tetti quel che vi è stato detto in un orecchio. Non leggiamo che il Signore fosse solito fare discorsi di notte, e che avesse tramandato la dottrina nelle tenebre: ma che ogni suo discorso sono tenebre per i carnali, e il suo verbo è notte per gli infedeli.
Pertanto ciò che è stato detto da Lui, vuole che sia enunciato con libertà di fede e confessione. Quindi ordinò che si predicassero nella luce le cose che sono state dette nelle tenebre: di modo che quelle cose che sono state affidate al segreto degli orecchi, vengano udite sopra i tetti, ossia con la voce alta dei parlanti. Infatti la cognizione di Dio va proposta di continuo, ed il profondo segreto della dottrina evangelica va rivelata nel lume della predicazione apostolica: non temendo quelli che, sebbene gli sia dato potere sui corpi, tuttavia non hanno alcuna giurisdizione sull'anima; ma temendo piuttosto Dio, che ha il potere di fare perire nella geenna sia il corpo che l'anima.
Non temete coloro che uccidono il corpo. Niente che accade ai nostri corpi è da temere, e nessun dolore per l'uccisione della carne è da ammettere: quando in cambio della disciolta condizione della sua natura e origine, viene rifondata nella sostanza dell'anima spirituale. E poiché è opportuno che i confermati in tali dottrine abbiano la libera costanza di confessare Dio, aggiunse anche la condizione per la quale fossimo legati: che Egli avrebbe negato davanti al Padre nei cieli colui che avesse negato Lui in terra; inoltre, colui che lo avesse confessato davanti agli uomini, sarebbe stato confessato da Lui nei cieli; e nello stesso modo che noi fossimo stati testimoni del suo nome agli uomini, noi avremmo usufruito di tale testimonianza presso Dio Padre.

OFFERTORIUM
Ps 88:21-22. Invéni David servum meum, óleo sancto meo unxi eum: manus enim mea auxiliábitur ei, et bráchium meum confortábit eum.

Ps 88:21-22. Ho trovato Davide mio servo; l'ho consacrato col mio sacro olio; sicché sia sempre con lui la mia mano, e il mio braccio gli dia forza.

SECRETA
Múnera tibi, Dómine, dicáta sanctífica: et, intercedénte beáto Polycárpo Mártyre tuo atque Pontífice, per éadem nos placátus inténde. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Santifica, Signore, i doni a te consacrati: e per questi medesimi doni, intercedendo il beato Policarpo martire tuo e vescovo, guardaci con clemenza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Ps 20:4. Posuísti, Dómine, in cápite ejus corónam de lápide pretióso.

Ps 20:4. O Signore, gli hai posto in capo una corona di pietre preziose.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refécti participatióne múneris sacri, quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, cujus exséquimur cultum, intercedénte beáto Polycárpo Mártyre tuo atque Pontífice, sentiámus efféctum. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ristorati dalla partecipazione al sacro dono, ti preghiamo, o Signore Iddio nostro, che per intercessione del beato Policarpo, tuo Martire e Pontefice, sentiamo in noi l'effetto del culto che in suo onore abbiamo compiuto. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

venerdì 25 gennaio 2019

Conversione di San Paolo Apostolo

Doppio maggiore.
Paramenti bianchi.

Taddeo Zuccari, Conversione di San Paolo,
Chiesa di San Marcello al Corso, Roma (Lazio), 1564-1566.
La festa della Conversione di San Paolo, attestata già dal VI secolo nella Chiesa latina, entrò ufficialmente nel calendario della Santa Chiesa Romana sul finire del X secolo. Ebbe origine in Francia per commemorare una qualche traslazione di reliquie ex contactu del Santo Apostolo da Roma alla Gallia. Dalla semplice commemorazione di questa traslazione si passò in seguito a contemplare un passaggio mistico, molto più importante: la conversione di San Paolo Apostolo, avvenuta nel secondo anno dopo l'Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Paolo (già Saulo) di Tarso era un giudeo della tribù di Beniamino. Fariseo dei più zelanti, l'Epistola ce lo mostra pieno di odio «contro i discepoli del Signore». Da giudeo incallito e anticristiano, egli divenne «il vaso d'elezione» così «ripieno di Spirito Santo» (Epistola) «che tutte le nazioni berranno della sua pienezza» disse Sant'Ambrogio, e impareranno da lui che «Gesù è il Figlio di Dio» (Epistola), morto per la redenzione del genere umano e risorto il terzo giorno. San Paolo è Apostolo di Gesù Cristo (Alleluja), predicatore appassionato del Cristo Risorto e della Verità Cattolica: «Egli sederà su uno dei dodici troni e giudicherà il mondo, allorquando il Figlio dell'uomo sederà Egli stesso sul trono che gli spetta come Figlio di Dio» (Evangelium).

Sermone di Sant'Agostino, Vescovo.
Sermone 14 sui Santi.
Oggi s'è letto il passo degli Atti degli Apostoli, che ricorda come Paolo Apostolo da persecutore dei Cristiani divenne predicatore di Cristo. Infatti Cristo prostrò un persecutore, per farne un dottore della Chiesa: lo abbatté, e lo risanò; lo uccise, e gli diede la vita: agnello immolato dai lupi, egli cangia i lupi in agnelli. E ciò che s'è compiuto in Paolo, fu già predetto nella celebre profezia del patriarca Giacobbe allorché, colla mano stesa sui presenti e cogli occhi fissi all'avvenire, benedisse i suoi figli. E Paolo era, come l'attesta lui stesso, della tribù di Beniamino. Ora, quando Giacobbe, nel benedire i suoi figli, arrivò a Beniamino, disse di lui: Beniamino, lupo rapace (Gen 49:27).
Che cosa perciò? Sarà sempre lupo rapace? Giammai; ma chi al mattino rapisce la preda, alla sera divide le spoglie (Gen 49:27). Ciò s'è compiuto nell'Apostolo Paolo, perché era stato predetto anche di lui. Ora, se lo volete, consideriamolo al mattino che rapisce la preda, e alla sera che divide le spoglie. Il mattino e la sera sono posti qui come se si dicesse, prima e dopo. Prendiamolo dunque così: Prima rapisce, poi divide le spoglie. Ecco il rapitore: Saulo, è scritto (Act 9:1), ricevute lettere dai capi sacerdoti, andava, per poter menar legati ai sacerdoti quanti Cristiani avesse trovati, e certo per farli punire.
Andava spirante minacce e stragi: vale a dire, che rapisce al mattino. Infatti quando fu lapidato Stefano Protomartire per il nome di Cristo, Saulo era ancora più presente; ed era così solidale coi lapidatori, che di più non sarebbe stato possibile se lo avesse lapidato colle sue proprie mani. Affinché fosse infatti nelle mani di tutti i lapidatori, egli custodiva le vesti di tutti: incrudelendo così di più, aiutando tutti, che lapidandolo colle proprie mani. Abbiam visto che rapisce al mattino, vediamo ora come dividerà le spoglie alla sera. Prostrato dal cielo dalla voce di Cristo, e ricevuto inoltre l'ordine di non più incrudelire, cadde per terra, dovendo essere prima abbattuto per essere poi rialzato, prima percosso per essere poi risanato.


Pietro Berrettini da Cortona, Sant'Anania restituisce la vista a San Paolo,
Chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini, Roma (Lazio), 1631.


INTROITUS
2Tim 1:12. Scio, cui crédidi, et certus sum, quia potens est depósitum meum serváre in illum diem, justus judex. Ps 138:1-2. Dómine, probásti me et cognovísti me: tu cognovísti sessiónem meam et resurrectiónem meam. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Scio, cui crédidi, et certus sum, quia potens est depósitum meum serváre in illum diem, justus judex.

2Tim 1:12. So bene in Chi ho posto la mia fiducia, e son certo che Egli è così potente da conservare il mio deposito fino alla sua venuta quale giusto giudice. Ps 138:1-2. Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando siedo e quando sorgo. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. So bene in Chi ho posto la mia fiducia, e son certo che Egli è così potente da conservare il mio deposito fino alla sua venuta quale giusto giudice.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui univérsum mundum beáti Pauli Apóstoli praedicatióne docuísti: da nobis, quaesumus; ut, qui ejus hódie Conversiónem cólimus, per ejus ad te exémpla gradiámur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che con la predicazione di san Paolo Apostolo hai ammaestrato tutto il mondo, fa', Te ne supplichiamo, che celebrandone oggi la Conversione, possiamo a Te giungere imitandone gli esempi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di San Pietro, Apostolo.

Orémus.
Deus, qui beáto Petro Apóstolo tuo, collátis clávibus regni coeléstis, ligándi atque solvéndi pontifícium tradidísti: concéde; ut, intercessiónis ejus auxílio, a peccatórum nostrórum néxibus liberémur: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che al tuo santo apostolo Pietro, consegnando le chiavi del regno dei cieli, hai dato il potere pontificale di legare e di sciogliere: concedi, a noi, con l'aiuto della sua intercessione, di essere liberati dalle catene dei nostri peccati. Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Saulo, perseguitando i Cristiani, colpisce il Cristo stesso, perché essi sono le membra del corpo mistico di cui Cristo è capo. Ma appena sente la voce di Nostro Signore Gesù Cristo, si sottomette e diventa l'Apostolo dei Gentili.

LECTIO
Léctio Actuum Apostolórum.
Act 9:1-22.
In diébus illis: Saulus adhuc spirans minárum et caedis in discípulos Dómini, accéssit ad príncipem sacerdótum, et pétiit ab eo epístolas in Damáscum ad synagógas: ut, si quos invenísset hujus viae viros ac mulíeres, vinctos perdúceret in Jerúsalem. Et cum iter fáceret, cóntigit, ut appropinquáret Damásco: et súbito circumfúlsit eum lux de coelo. Et cadens in terram, audívit vocem dicéntem sibi: Saule, Saule, quid me perséqueris? Qui dixit: Quis es, Dómine? Et ille: Ego sum Jesus, quem tu perséqueris: durum est tibi contra stímulum calcitráre. Et tremens ac stupens, dixit: Dómine, quid me vis fácere? Et Dóminus ad eum: Surge et ingrédere civitátem, et ibi dicétur tibi, quid te opórteat fácere. Viri autem illi, qui comitabántur cum eo, stabant stupefácti, audiéntes quidem vocem, néminem autem vidéntes. Surréxit autem Saulus de terra, apertísque óculis nihil vidébat. Ad manus autem illum trahéntes, introduxérunt Damáscum. Et erat ibi tribus diébus non videns, et non manducávit neque bibit. Erat autem quidam discípulus Damásci, nómine Ananías: et dixit ad illum in visu Dóminus: Ananía. At ille ait: Ecce ego, Dómine. Et Dóminus ad eum: Surge et vade in vicum, qui vocátur Rectus: et quaere in domo Judae Saulum nómine Tarsénsem: ecce enim orat. (Et vidit virum, Ananíam nómine, introëúntem et imponéntem sibi manus, ut visum recipiat). Respóndit autem Ananías: Dómine, audívi a multis de viro hoc, quanta mala fécerit sanctis tuis in Jerúsalem: et hic habet potestátem a princípibus sacerdótum alligándi omnes, qui ínvocant nomen tuum. Dixit autem ad eum Dóminus: Vade, quóniam vas electiónis est mihi iste, ut portet nomen meum coram géntibus et régibus et fíliis Israël. Ego enim osténdam illi, quanta opórteat eum pro nómine meo pati. Et ábiit Ananías et introívit in domum: et impónens ei manus, dixit: Saule frater, Dóminus misit me Jesus, qui appáruit tibi in via, qua veniébas, ut vídeas et impleáris Spíritu Sancto. Et conféstim cecidérunt ab óculis ejus tamquam squamae, et visum recépit: et surgens baptizátus est. Et cum accepísset cibum, confortátus est. Fuit autem cum discípulis, qui erant Damásci, per dies áliquot. Et contínuo in synagógis praedicábat Jesum, quóniam hic est Fílius Dei. Stupébant autem omnes, qui audiébant, et dicébant: Nonne hic est, qui expugnábat in Jerúsalem eos, qui invocábant nomen istud: et huc ad hoc venit, ut vinctos illos dúceret ad príncipes sacerdótum? Saulus autem multo magis convalescébat, et confundébat Judaeos, qui habitábant Damásci, affírmans, quóniam hic est Christus.

Lettura degli Atti degli Apostoli.
Act 9:1-22.
In quei giorni, Saulo, ancora spirante minacce e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, affin di menare legati a Gerusalemme quanti avesse trovato di quella fede, uomini e donne. E durante il viaggio avvenne che, avvicinandosi a Damasco, d'improvviso una luce del cielo gli sfolgorò d'intorno. E caduto per terra sentì una voce che gli diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Ed egli chiese: Chi sei, Signore? E l'altro: Io sono Gesù che tu perseguiti; dura cosa è per te recalcitrare contro il pungolo. E tremante e stupefatto, Saulo disse: Signore, che vuoi che io faccia? E il Signore: Alzati ed entra in città, lì ti sarà detto quello che devi fare. Ora i suoi compagni di viaggio se ne stavano attoniti, udendo la voce, ma non vedendo nessuno. Saulo poi si alzò da terra, ma aperti gli occhi, non vedeva niente. Allora, menandolo per mano, lo condussero in Damasco, ove rimase tre giorni senza vista, senza prendere cibo né bevanda. V'era in Damasco un certo discepolo chiamato Anania, al quale il Signore disse in visione: Anania. Ed egli rispose: Eccomi, Signore. Ed il Signore a lui: Alzati e va' nella strada chiamata la Dritta, e cerca in casa di Giuda uno di Tarso che si chiama Saulo: ecco egli sta pregando. (E Saulo vide in visione un uomo di nome Anania andare ad imporgli le mani per fargli recuperare la vista). Anania rispose: Signore, ho da molti sentito dire, riguardo a quest'uomo, quanti mali abbia fatto ai tuoi santi in Gerusalemme. E questi ha dai principi dei sacerdoti il potere di arrestare qui tutti quelli che invocano il tuo nome. Ma il Signore gli disse: Va', perché egli è uno strumento da me eletto a portare il mio nome davanti ai Gentili, ai re ed ai figli d'Israele. Ed io gli mostrerò quanto dovrà patire per il mio nome. E andò Anania, ed entrò in quella casa e, impostegli le mani, disse: Fratello Saulo, il Signore Gesù, quello che ti apparve nella strada per cui venivi, mi ha mandato a te, affinché tu recuperi la vista e sii ripieno di Spirito Santo. E in quell'istante caddero dagli occhi di lui come delle scaglie e recuperò la vista, e alzatosi, si fece battezzare; quindi, preso del cibo, riacquistò le forze. E stette alcuni giorni con i discepoli che erano a Damasco. E subito si mise a predicare nelle sinagoghe che Gesù è il Figlio di Dio. E tutti quelli che udivano, dicevano stupefatti: Non è costui che in Gerusalemme disperdeva quanti invocavano questo nome e non è venuto per condurli legati ai principi dei sacerdoti? Ma Saulo diveniva sempre più forte e confondeva i Giudei che abitavano in Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo.

GRADUALE
Gal 2:8; 2:9. Qui operátus est Petro in apostolátum, operátus est et mihi inter gentes: et cognovérunt grátiam Dei, quae data est mihi. ℣. Grátia Dei in me vácua non fuit: sed grátia ejus semper in me manet.

Gal 2:8; 2:9. Colui che di Pietro fece l'apostolo degli Ebrei, ha fatto di me l'apostolo dei Gentili; e riconobbero la grazia di Dio a me concessa. ℣. La grazia di Dio in me non rimase vana; anzi, la sua grazia rimane sempre in me.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. ℣. Magnus sanctus Paulus, vas electiónis, vere digne est glorificándus, qui et méruit thronum duodécimum possidére. Allelúja.

Alleluia, alleluia. ℣. Grande è san Paolo, strumento eletto, veramente degno di essere glorificato: meritò di possedere il dodicesimo trono. Alleluia.

Dopo Settuagesima, omessi l'Alleluia e il suo Versetto, si dice:

TRACTUS
Tu es vas electiónis, sancte Paule Apóstole: vere digne es glorificándus. ℣. Praedicátor veritátis et doctor géntium in fide et veritáte. ℣. Per te omnes gentes cognovérunt grátiam Dei. ℣. Intercéde pro nobis ad Deum, qui te elégit.

Strumento eletto sei tu, o santo Apostolo Paolo: tu sei veramente degno di essere glorificato. ℣. Predicatore della Verità e Dottore delle Genti nella fede e nella verità. ℣. Per mezzo di te tutte le Genti hanno conosciuto la grazia di Dio. ℣. Intercedi per noi presso Dio, che ti ha eletto.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 19:27-29.
In illo témpore: Dixit Petrus ad Jesum: Ecce, nos relíquimus ómnia, et secúti sumus te: quid ergo erit nobis? Jesus autem dixit illis: Amen, dico vobis, quod vos, qui secúti estis me, in regeneratióne, cum séderit Fílius hóminis in sede majestátis suae, sedébitis et vos super sedes duódecim, judicántes duódecim tribus Israël. Et omnis, qui relíquerit domum, vel fratres, aut soróres, aut patrem, aut matrem, aut uxórem, aut fílios, aut agros, propter nomen meum, céntuplum accípiet, et vitam aetérnam possidébit.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 19:27-29.
In quel tempo, Pietro disse a Gesù: Ecco noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito; che cosa adunque avremo noi? E Gesù disse loro: In verità vi dico: Voi che mi avete seguito, nella rigenerazione, quando il Figlio dell'uomo sederà sul trono della sua gloria, sederete anche voi sopra dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. E chiunque avrà lasciato casa, o fratelli, o sorelle, o padre o madre, o moglie o figli, o campi per amore del nome mio, riceverà il centuplo e possederà la vita eterna.

Omelia di San Beda il Venerabile, Prete.
Omelia sulla Festa di San Benedetto, Vescovo.
È perfetto quegli, che va e vende tutto quello che ha, e lo dà ai poveri, e si mette a seguire Cristo: poiché avrà un tesoro inesauribile nel cielo. Quindi, quando Pietro l'interrogò, Gesù ben disse a questi tali: In verità, vi dico: Voi che mi avete seguito, nella rigenerazione, quando il Figlio dell'uomo sederà sul trono della sua maestà, sederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Insegnò così a quelli che s'affaticano in questa vita per il suo nome, a sperarne la ricompensa nell'altra, cioè nella rigenerazione: ossia allorché risuscitando saremo rigenerati a una vita immortale, noi che eravamo stati generati mortali per una vita caduca.
Ed è una ricompensa ben giusta che quelli, i quali qui hanno disprezzato per Cristo la gloria delle umane grandezze, siano là glorificati particolarmente da Cristo e siedano giudici con lui: essi che nessuna considerazione poté smuovere dal seguire le sue vestigia. Nessuno poi creda che solo i dodici Apostoli, poiché al posto di Giuda prevaricatore fu eletto Mattia, saranno allora a giudicare; come non le sole dodici tribù d'Israele saranno ad essere giudicate, altrimenti la tribù di Levi, che è la tredicesima, rimarrebbe ingiudicata.
E Paolo, che è il tredicesimo Apostolo, sarà privato del privilegio di giudicare? Lui che dice: Non sapete che giudicheremo gli angeli, quanto più le cose del secolo? (1Cor 6:3). Si deve dunque sapere, che tutti quelli, che sull'esempio degli Apostoli hanno lasciato tutto ciò che possedevano e hanno seguito Cristo, verranno con lui a giudicare, come pure tutto il genere umano sarà giudicato. E perché spesso nelle Scritture il numero dodici suole designare universalità, così i dodici troni degli Apostoli indicano la moltitudine dei giudicanti, e le dodici tribù d'Israele l'universalità di coloro che sono da giudicare.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 138:17. Mihi autem nimis honoráti sunt amíci tui, Deus: nimis confortátus est principátus eórum.

Ps 138:17. I tuoi amici, o Dio, sono sommamente onorati; veramente forte è diventato il loro principato.

SECRETA
Apóstoli tui Pauli précibus, Dómine, plebis tuae dona sanctífica: ut, quae tibi tuo grata sunt institúto, gratióra fiant patrocínio supplicántis. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Per le preghiere del tuo Apostolo Paolo santifica, o Signore, i doni del tuo popolo, affinché il sacrificio che Ti è già gradito per la tua istituzione, lo sia ancora più per il patrocinio di colui che Ti prega. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di San Pietro, Apostolo.

Ecclésiae tuae, quaesumus, Dómine, preces et hóstias beáti Petri Apóstoli comméndet orátio: ut, quod pro illíus glória celebrámus, nobis prosit ad véniam. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

O Signore, la preghiera del santo apostolo Pietro raccomandi a te le suppliche e le offerte della tua Chiesa: e ciò che celebriamo a sua gloria giovi ad ottenerci il perdono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE APOSTOLIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre: Te, Dómine, supplíciter exoráre, ut gregem tuum, Pastor aetérne, non déseras: sed per beátos Apóstolos tuos contínua protectióne custódias. Ut iísdem rectóribus gubernétur, quos óperis tui vicários eídem contulísti praeésse pastóres. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza innalzare a te, Signore, la nostra preghiera. Ti supplichiamo, Pastore eterno: non abbandonare il tuo gregge, ma per mezzo dei tuoi Santi Apostoli custodiscilo e proteggilo sempre. Continui ad essere governato da quelli che tu stesso hai eletto vicari dell'opera tua, e hai costituito pastori. E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli, ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti, cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Matt 19:28; 19:29. Amen, dico vobis: quod vos, qui reliquístis ómnia et secúti estis me, céntuplum accipiétis, et vitam aetérnam possidébitis.

Matt 19:28; 19:29. In verità vi dico che voi, che avete abbandonato ogni cosa e mi avete seguito, riceverete il centuplo e possederete la vita eterna.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Sanctificáti, Dómine, salutári mystério: quaesumus; ut nobis ejus non desit orátio, cujus nos donásti patrocínio gubernari. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Santificati, o Signore, dal mistero della salvezza, Ti preghiamo che non ci venga mai meno la preghiera di colui che ci hai dato per patrono e per guida. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Si fa la commemorazione di San Pietro, Apostolo.

Orémus.
Laetíficet nos, Dómine, munus oblátum: ut, sicut in Apóstolo tuo Petro te mirábilem praedicámus; sic per illum tuae sumámus indulgéntiae largitátem. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ci sia fonte di grazia il sacrificio che ti abbiamo offerto, o Signore, affinché, come ti proclamiamo mirabile nel tuo Apostolo Pietro, così riceviamo, per suo merito, l'abbondanza del tuo perdono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

giovedì 24 gennaio 2019

San Timoteo, Vescovo e Martire

Doppio.
Paramenti rossi.

Timoteo, nato a Listra nella Licaonia, regione dell'Asia Minore (attuale Turchia), da padre pagano e da madre giudea, praticava già la religione cristiana, quando il Santo Apostolo Paolo arrivò in quella città. Questi, mosso dalla grande fama di santità di Timoteo, se lo prese per compagno dei suoi viaggi apostolici; però lo circoncise per riguardo dei Giudei, che si erano convertiti a Cristo, i quali sapevano che il padre di Timoteo era pagano. Da allora Timoteo lasciò tutto e divenne suo discepolo (Evangelium). Giunti dunque tutti e due ad Efeso, l'Apostolo l'ordinò vescovo, affinché governasse quella chiesa (Introitus).
A Timoteo l'Apostolo scrisse due lettere: l'una da Laodicea, l'altra da Roma, in cui lo conferma nell'esercizio dell'ufficio pastorale. Timoteo però non potendo sopportare che si offrisse ai simulacri dei demoni il sacrificio che è dovuto al solo Dio, mentre si sforzava di stornare da siffatta empietà il popolo di Efeso, che faceva sacrifici a Diana nella sua festa, venne lapidato; sollevato mezzo morto dai Cristiani, e portato sopra una montagna vicina al paese, si addormentò nel Signore il 24 gennaio nell'anno 97 circa.
Le reliquie di San Timoteo furono traslate nella Basilica dei Santi Apostoli a Costantinopoli nel IV secolo. Dal 1238 esse si trovano nella Cattedrale di Santa Maria della Purificazione a Termoli (Molise).


Martirio di San Timoteo e traslazione del suo corpo, Menologion bizantino (folio 203v), Walters Art Museum, Baltimore, Stati Uniti, XI sec. 


La Santa Chiesa paragona il Pontefice, che celebriamo, al levita Finees che si mostrò pieno di zelo per la difesa della Legge di Dio. Il versetto loda la pia sollecitudine del re Davide per edificare il tempio.

INTROITUS
Eccli 45:30. Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii dígnitas in aetérnum. Ps 131:1. Meménto, Dómine, David: et omnis mansuetúdinis ejus. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii dígnitas in aetérnum.

Eccli 45:30. Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e ne ha fatto un principe: e così durerà per sempre la sua dignità sacerdotale. Ps 131:1. Ricordati, Signore, di David e di tutta la pietà sua. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e ne ha fatto un principe: e così durerà per sempre la sua dignità sacerdotale.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Infirmitátem nostram réspice, omnípotens Deus: et, quia pondus própriae actiónis gravat, beáti Timothei Martyris tui atque Pontíficis intercéssio gloriósa nos prótegat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Riguarda, Dio onnipotente, alla nostra debolezza: e perché il peso del nostro mal operato è grave, ci protegga la gloriosa intercessione del tuo beato Martire e Pontefice Timoteo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Timótheum.
1Tim 6:11-16.
Caríssime: Sectáre justítiam, pietátem, fidem, caritátem, patiéntiam, mansuetúdinem. Certa bonum certámen fídei, apprehénde vitam aetérnam, in qua vocátus es, et conféssus bonam confessionem coram multis téstibus. Praecípio tibi coram Deo, qui vivíficat ómnia, et Christo Jesu, qui testimónium réddidit sub Póntio Piláto, bonam confessiónem: ut serves mandátum sine mácula, irreprehensíbile usque in advéntum Dómini nostri Jesu Christi, quem suis tempóribus osténdet beátus et solus potens, Rex regum et Dóminus dominántium: qui solus habet immortalitátem, et lucem inhábitat inaccessíbilem: quem nullus hóminum vidit, sed nec vidére potest: cui honor et impérium sempitérnum. Amen.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo a Timoteo.
1Tim 6:11-16.
Carissimo, tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni. Al cospetto di Dio che dà vita a tutte le cose e di Gesù Cristo che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti scongiuro di conservare senza macchia e irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo, che al tempo stabilito sarà a noi rivelata dal beato e unico sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l'immortalità, che abita una luce inaccessibile; che nessuno fra gli uomini ha mai visto né può vedere. A lui onore e potenza per sempre. Così sia.

GRADUALE
Ps 88:21-23. Invéni David servum meum, óleo sancto meo unxi eum: manus enim mea auxiliábitur ei, et bráchium meum confortábit eum. ℣. Nihil profíciet inimícus in eo, et fílius iniquitátis non nocébit ei.

Ps 88:21-23. Ho trovato Davide mio servo e l'ho unto col mio sacro olio: gli sarà d'aiuto la mia mano e lo rinforzerà il mio braccio. ℣. Nulla potrà su di lui il nemico e non gli nuocerà il figlio dell'iniquità.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 109:4. ℣. Tu es sacérdos in aetérnum, secúndum órdinem Melchísedech. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 109:4. ℣. Tu sei sacerdote per sempre secondo l'ordine di Melchisedech. Alleluia.

Dopo Settuagesima, omessi l'Alleluia e il suo Versetto, si dice:

TRACTUS
Ps 20:3-4. Desidérium ánimae ejus tribuísti ei: et voluntáte labiórum ejus non fraudásti eum. ℣. Quóniam praevenísti eum in benedictiónibus dulcédinis. ℣. Posuísti in cápite ejus corónam de lápide pretióso.

Ps 20:3-4. Hai adempiuto il desiderio della sua anima e non hai insoddisfatto i voti delle sue labbra. ℣. Infatti l'hai prevenuto con fauste benedizioni. ℣. Gli hai posto in capo una corona di pietre preziose.

Il vero discepolo di Nostro Signore Gesù Cristo pospone i suoi interessi naturali agli interessi di Dio. Non teme dunque la lotta contro i suoi o contro se stesso, lotta che ostacola spesso l'adempimento del proprio dovere di cristiano. Come usa il costruttore prima di iniziare una fabbrica e il re prima di partire per la guerra, il Santo che celebriamo, dopo una matura riflessione, s'è messo per sempre al servizio di Dio e vi è rimasto sempre fedele.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 14:26-33.
In illo témpore: Dixit Jesus turbis: Si quis venit ad me, et non odit patrem suum, et matrem, et uxórem, et fílios, et fratres, et soróres, adhuc autem et ánimam suam, non potest meus esse discípulus. Et qui non bájulat crucem suam, et venit post me, non potest meus esse discípulus. Quis enim ex vobis volens turrim aedificáre, non prius sedens cómputat sumptus, qui necessárii sunt, si hábeat ad perficiéndum; ne, posteáquam posúerit fundaméntum, et non potúerit perfícere, omnes, qui vident, incípiant illúdere ei, dicéntes: Quia hic homo coepit aedificáre, et non pótuit consummáre? Aut quis rex iturus commíttere bellum advérsus álium regem, non sedens prius cógitat, si possit cum decem míllibus occúrrere ei, qui cum vigínti míllibus venit ad se? Alióquin, adhuc illo longe agénte, legatiónem mittens, rogat ea, quae pacis sunt. Sic ergo omnis ex vobis, qui non renúntiat ómnibus, quae póssidet, non potest meus esse discípulus.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 14:26-33.
In quel tempo, Gesù disse alle turbe: Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

Omelia di San Gregorio, Papa.
Omelia 37 sui Vangeli.
Se consideriamo, fratelli carissimi, quali e quanti beni ci vengono promessi in cielo, stimiamo spregevoli quelli che abbiamo sulla terra. Infatti, la sostanza terrena, paragonata all'eterna felicità, è un peso, non un aiuto. La vita temporale, paragonata alla vita eterna, merita piuttosto il nome di morte che di vita. Infatti lo stesso quotidiano decadere del corpo che altro è se non una lenta morte? Ma quale lingua può ridire, quale intelletto comprendere quanto sia il gaudio della patria superna: essere associati ai cori degli angeli, contemplare con questi beatissimi spiriti la gloria del Creatore, vedere Dio faccia a faccia, contemplare la luce indefettibile, non essere più turbato da alcun timore di morte, godere una felicità inalterabile, infinita?
Ma l'animo si infiamma al sentire queste cose, e già desidera ardentemente stare là dove spera di godere senza fine. Ma non si può giungere a grandi premi se non attraverso grandi fatiche. Di conseguenza anche Paolo, grande predicatore, dice: Non sarà coronato, se non colui che avrà combattuto secondo le regole. La grandezza delle ricompense dunque allieti il nostro spirito, ma non lo spaventi il travaglio del combattimento. Per questo la Verità dice a quelli che si accostano a lei: Se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre e la moglie e i figli e i fratelli e le sorelle, e perfino la sua vita, non può essere mio discepolo.
Ma ci si deve chiedere come mai ci venga comandato di odiare i genitori e gli altri congiunti, mentre poi ci è prescritto di amare anche i nemici. E certo la Verità a proposito della moglie dice: Quel che Dio ha unito, l'uomo non divida. E Paolo dice: Uomini, amate le vostre mogli come anche Cristo ama la Chiesa. Ecco, il discepolo predica che bisogna amare la moglie, mentre il Maestro dice: Chi non odia la moglie, non può essere mio discepolo. Forse che il giudice prescrive una cosa e il banditore ne annuncia un'altra? Oppure possiamo odiare e amare nel medesimo tempo? Però se valutiamo la forza del precetto, siamo in grado di fare l'una cosa e l'altra operando un giusto discernimento: amare cioè la moglie e quelli che ci sono uniti per parentela e che riconosciamo come prossimo; e ignorarli, quasi odiandoli e fuggendoli, qualora ci fossero di impaccio nel percorrere la via voluta da Dio.

OFFERTORIUM
Ps 88:25. Véritas mea et misericórdia mea cum ipso: et in nómine meo exaltábitur cornu ejus.

Ps 88:25. Staranno sempre con lui la mia verità e la mia misericordia: nel mio Nome si innalzerà la sua potenza.

SECRETA
Hóstias tibi, Dómine, beáti Timothei Mártyris tui atque Pontíficis dicátas méritis, benígnus assúme: et ad perpétuum nobis tríbue proveníre subsídium. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Accetta, o Signore, la vittima consacrata ai meriti del beato Timoteo, tuo Martire e Pontefice, e fa' che noi possiamo godere di un aiuto duraturo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Ps 88:36; 88:37-38. Semel jurávi in sancto meo: Semen ejus in aetérnum manébit: et sedes ejus sicut sol in conspéctu meo, et sicut luna perfécta in aetérnum, et testis in coelo fidélis.

Ps 88:36; 88:37-38. Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre: In eterno durerà la sua discendenza, il suo trono davanti a me quanto il sole, sempre saldo come la luna, testimone fedele nel cielo.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Refécti participatióne múneris sacri, quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, cujus exséquimur cultum, intercedénte beáto Timotheo Mártyre tuo atque Pontífice, sentiámus efféctum. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Ristorati dalla partecipazione al sacro dono, ti preghiamo, o Signore Iddio nostro, che per l'intercessione del beato Timoteo, tuo Martire e Pontefice, sentiamo in noi l'effetto del culto che in suo onore abbiamo compiuto. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.