domenica 10 febbraio 2019

Santa Scolastica, Vergine

Doppio.
Paramenti bianchi.

Girolamo Troppa, Madonna del Rosario con i Santi Benedetto e Scolastica,
Cattedrale di Santa Maria del Popolo, Cittaducale (Lazio), 1692.
Scolastica, sorella gemella del venerabile padre San Benedetto, nacque a Norcia in Italia, intorno al 480. Suo padre, Eutropio Anicio, discendente dall'antica gens senatoriale romana degli Anicii, era Capitano Generale dei romani nella regione di Norcia, mentre la madre, Claudia Abondantia Reguardati, contessa di Norcia, morì subito dopo aver partorito i due gemelli. Il padre, che aveva dedicato grandi cure ai due bambini, fece voto di destinarla alla vita monastica.
Secondo quanto tramanda papa San Gregorio Magno (anche lui della gens Anicia) nel secondo libro dei Dialogi, all'età di dodici anni fu mandata a Roma insieme al fratello per compiere gli studi classici, ma entrambi furono profondamente turbati dalla vita dissoluta che vi si conduceva. Ritiratosi Benedetto in eremitaggio, Scolastica rimase unica erede del patrimonio familiare; però, rifiutando ogni attaccamento ai beni terreni, chiese al padre di potersi consacrare al Signore in un monastero vicino a Norcia. Il padre, sebbene soffrisse per il distacco dalla figlia, si ricordò del voto fatto e accettò la sua decisione.
Consacratasi al Signore fin dalla sua più tenera età, qualche anno dopo seguì il fratello a Subiaco e, quando San Benedetto fondò l'abbazia di Montecassino, volle raggiungerlo e ai piedi di Montecassino fondò il monastero di Piumarola (nel territorio dell'attuale comune di Villa Santa Lucia, Frosinone), ove, vivendo vita comune con un gruppo di donne consacrate e seguendo la Regola di San Benedetto, diede origine al ramo femminile dell'Ordine Benedettino.
Scolara, come indica il suo nome, del Patriarca dei monaci d'Occidente, ella si dedicò sempre alla scuola delle sue virtù (cfr. Prologo della Regola di San Benedetto: «Noi stabiliamo una scuola al servizio del Signore»), perché vedeva in lui il Cristo (cfr. Capitolo II della Regola di San Benedetto: «L'Abate occupa il posto del Cristo, di cui porta il nome: Padre Abate») di cui era la sposa (Epistola). Poiché l'insegnamento del Maestro (cfr. Prologo della Regola di San Benedetto: «Ausculta, o fili, praecepta Magistri»), che ella seguiva, non era altro che l'eco di quello di Gesù durante la sua vita pubblica, così tutta la vita della Santa si riassume in queste parole: «Amare il bene e odiare l'iniquità» (Introitus).
Johann Baptist Wenzel Bergl, Morte di Santa Scolastica,
Basilica-Santuario della Natività della Beata Vergine Maria,
Mariazell, Austria, 1765.
Lo sposo divino, quando stava per venirla a prendere, esaudì con un miracolo la preghiera della sua prediletta. Scolastica - racconta San Gregorio Magno (Dialogi, Libro II, cap. 33) - costumava di andare a visitare il fratello una volta l'anno; e l'uomo di Dio discendeva a riceverla in una proprietà del monastero non molto distante dalla sua residenza. Or un giorno essendo ella andata secondo l'abitudine, il venerabile suo fratello discese a lei con alquanti discepoli; e dopo aver passato tutto il giorno nelle lodi di Dio e in santi colloqui, sul calar delle tenebre della notte, presero insieme il pasto. Allorché erano ancora seduti a mensa e si era protratta l'ora nei santi discorsi, la stessa santa donna sua sorella lo supplicò dicendo: «Ti prego di non abbandonarmi questa notte, affinché parliamo fino al mattino delle gioie della vita celeste». Ma egli le rispose: «Che dici mai, o sorella? A nessun costo posso rimanere fuori del monastero». Il cielo allora era così sereno, che non appariva nessuna nube nel cielo. La santa donna all'udire la risposta negativa del fratello, posò le mani con le dita conserte sulla mensa, reclinò la testa nelle palme e pregò il Signore onnipotente. Nel rialzare la testa dalla mensa, scoppiò tale violenza di lampi e tuoni, e tale diluvio di pioggia, che né il venerabile Benedetto, né i monaci che erano con lui poterono metter piede fuori della soglia del luogo dov'erano.
La santa donna, reclinando la testa nelle mani, aveva versato sulla mensa un torrente di lacrime, onde aveva fatto succedere la pioggia alla serenità dell'aria. Né l'inondazione seguì molto dopo la preghiera; ma fu tanta la simultaneità tra la preghiera e l'inondazione, che nell'alzar la testa dalla mensa già scoppiava il tuono; così che sia l'alzar della testa sia il cader della pioggia fu un solo e identico momento. Allora l'uomo di Dio vedendo che i lampi e i tuoni e il diluvio di pioggia torrenziale non gli permettevano di ritornare al monastero, contristato cominciò a dolersene, dicendo: «Dio onnipotente ti perdoni, sorella: che hai mai fatto?» Ed ella gli rispose: «Ecco, ti ho pregato, e non mi hai voluto dare ascolto; ho pregato il mio Dio, e mi ha ascoltato. Ora esci pure, se puoi; e, lasciatami, ritornatene al monastero». Ma egli non potendo uscire di casa, mentre prima non vi volle rimanere spontaneamente, poi vi rimase suo malgrado. E così avvenne, che passando tutta la notte vegliando e in santi colloqui di vita spirituale, si saziarono nello scambio vicendevole dei loro sentimenti.
Il giorno dopo la venerabile vergine se ne tornò al suo chiostro, e l'uomo di Dio al suo monastero. Di lì a tre giorni, essendo egli nella sua cella intento alla recita dell'Ufficio divino ed avendo alzati gli occhi al cielo, vide l'anima di sua sorella uscita dal corpo penetrare sotto forma di una colomba le altezze misteriose del cielo (10 febbraio 547). Rapito di gioia per tanta gloria di lei, ne rese grazie a Dio onnipotente con cantici e lodi, e ne annunziò la morte ai confratelli. E li mandò subito a prenderne il corpo, perché lo portassero al monastero, e lo seppellissero nel sepolcro che aveva preparato per sé e nel quale fu deposto egli stesso qualche settimana più tardi. Così avvenne, che, come le loro anime erano state sempre unite in Dio, così anche i loro corpi li riunisse una medesima tomba.
Preghiamo Dio, che fece penetrare nel cielo, sotto l'apparenza di colomba, l'anima della beata Vergine Scolastica, di accordarci, per i meriti e le preghiere di questa Santa, di vivere così innocentemente da meritare di pervenire ai gaudi eterni (Oratio).




Questo Introitus è tratto dal Salmo 44, epitalamio per le nozze di Nostro Signore Gesù Cristo e della sua Chiesa. Lo scrittore sacro dice che Dio Padre ha unto lo sposo regale con olio profumato, simbolo di allegrezza. Questo olio designa per eccellenza l'unzione della divinità ricevuta dall'umanità di Nostro Signore Gesù Cristo. Questo re tiene in mano lo scettro della giustizia. Le Vergini sono sue spose, unte dalla grazia divina che proviene dal loro sposo celeste.

INTROITUS
Ps 44:8. Dilexísti justítiam, et odísti iniquitátem: proptérea unxit te Deus, Deus tuus, óleo laetítiae prae consórtibus tuis. Ps 44:2. Eructávit cor meum verbum bonum: dico ego ópera mea Regi. . Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. . Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Dilexísti justítiam, et odísti iniquitátem: proptérea unxit te Deus, Deus tuus, óleo laetítiae prae consórtibus tuis.

Ps 44:8. Hai amato la giustizia, e odiato l'iniquità: perciò il Signore, tuo Dio, ti ha unto con l'olio di letizia a preferenza delle tue compagne. Ps 44:2. Vibra nel mio cuore un ispirato pensiero, mentre al Sovrano canto il mio poema. . Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. . Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Hai amato la giustizia, e odiato l'iniquità: perciò il Signore, tuo Dio, ti ha unto con l'olio di letizia a preferenza delle tue compagne.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui ánimam beátae Vírginis tuae Scholásticae ad ostendéndam innocéntiae viam in colúmbae spécie coelum penetráre fecísti: da nobis ejus méritis et précibus ita innocénter vívere; ut ad aetérna mereámur gáudia perveníre. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che per mostrarci la via dell'innocenza, facesti penetrare in cielo sotto l'apparenza di colomba l'anima della tua beata vergine Scolastica, concedici, per i suoi meriti e per le sue preghiere, di vivere con tale innocenza da conseguire i gaudi eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.

San Paolo previene i Corinti contro i falsi dottori che si lodano da se stessi. Questi non possono che rompere quella fedeltà con la quale i cristiani devono aderire a Cristo, come una sposa al suo sposo. Le vergini consacrate al servizio di Nostro Signore Gesù Cristo non gli torneranno gradite se non saranno profondamente umili.

LECTIO
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Corínthios.
2Cor 10:17-18; 11:1-2.
Fratres: Qui gloriátur, in Dómino gloriétur. Non enim, qui seípsum comméndat, ille probátus est; sed quem Deus comméndat. Utinam sustinerétis módicum quid insipiéntiae meae, sed et supportáte me: aemulor enim vos Dei aemulatióne. Despóndi enim vos uni viro vírginem castam exhibére Christo.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Corinti.
2Cor 10:17-18; 11:1-2.
Fratelli, chi si vanta, si vanti nel Signore. Poiché non chi si raccomanda da sé è approvato, bensì colui che il Signore raccomanda. Oh se poteste sopportare un po' di follia da parte mia! Ma certo, voi mi sopportate. Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina, avendovi promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo.

GRADUALE
Ps 44:5. Spécie tua et pulchritúdine tua inténde, próspere procéde et regna. . Propter veritátem et mansuetúdinem et justítiam: et dedúcet te mirabíliter déxtera tua.

Ps 44:5. Nello splendore della tua bellezza incedi, avanza trionfante e regna! . Per la verità, la mitezza e la giustizia: la tua destra ti faccia vedere prodigi.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Ps 44:15-16. . Adducéntur Regi Vírgines post eam: próximae ejus afferéntur tibi in laetítia. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Ps 44:15-16. . Le vergini dietro di lei saranno condotte al Re; le sue compagne saranno condotte a Te con gioia ed esultanza. Alleluia.

Dopo Settuagesima, omessi l'Alleluja e il suo Versetto, si dice:

TRACTUS
Ps 44:11; 44:12. Audi, fília, et vide, et inclína aurem tuam: quia concupívit Rex speciem tuam. Ps 44:13; 44:10. . Vultum tuum deprecabúntur omnes dívites plebis: fíliae regum in honóre tuo. Ps 44:15-16. . Adducéntur Regi Vírgines post eam: próximae ejus afferéntur tibi. . Afferéntur in laetítia et exsultatióne: adducéntur in templum Regis.

Ps 44:11; 44:12. Ascolta e guarda, tendi l'orecchio, o figlia: il Re si è invaghito della tua bellezza. Ps 44:13; 44:10. . Ti rendono omaggio tutti i ricchi del popolo, stanno al tuo seguito le figlie dei re. Ps 44:15-16. . Le vergini dietro a lei sono condotte al Re, le sue compagne sono condotte a Te. . Sono condotte con gioia ed esultanza, sono introdotte nel palazzo del Re.

Quando avveniva un matrimonio presso gli Ebrei, le giovani amiche della sposa, l'accompagnavano con lampade accese allorché la sera delle nozze andava dallo sposo per il banchetto nuziale. Nostro Signore Gesù Cristo paragona il regno dei cieli a cinque di queste vergini che sono prudenti, per aver portato una provvista di olio per alimentare le loro lampade.

EVANGELIUM
Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 25:1-13.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis parábolam hanc: Símile erit regnum coelórum decem virginibus: quae, accipiéntes lámpades suas, exiérunt óbviam sponso et sponsae. Quinque autem ex eis erant fátuae, et quinque prudéntes: sed quinque fátuae, accéptis lampádibus, non sumpsérunt oleum secum: prudéntes vero accepérunt óleum in vasis suis cum lampádibus. Moram autem faciénte sponso, dormitavérunt omnes et dormiérunt. Média autem nocte clamor factus est: Ecce, Sponsus venit, exíte óbviam ei. Tunc surrexérunt omnes vírgines illae, et ornavérunt lámpades suas. Fátuae autem sapiéntibus dixérunt: Date nobis de óleo vestro: quia lámpades nostrae exstinguúntur. Respondérunt prudéntes, dicéntes: Ne forte non suffíciat nobis et vobis, ite pótius ad vendéntes, et émite vobis. Dum autem irent émere, venit sponsus: et quae parátae erant, intravérunt cum eo ad núptias, et clausa est jánua. Novíssime vero véniunt et réliquae vírgines, dicéntes: Dómine, Dómine, aperi nobis. At ille respóndens, ait: Amen, dico vobis, néscio vos. Vigiláte ítaque, quia nescítis diem neque horam.

Seguito del santo Vangelo secondo Matteo.
Matt 25:1-13.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo e alla sposa. Ma cinque di esse erano stolte e cinque prudenti. Le cinque stolte, nel prendere le lampade, non presero l'olio con sé; le prudenti, invece, insieme con le lampade presero anche l'olio, nei loro vasi. Tardando a venire lo sposo, si assopirono tutte e si addormentarono. Ma a mezzanotte si udì un clamore: Ecco viene lo sposo! Uscitegli incontro. Allora tutte le vergini si alzarono e prepararono le loro lampade. E dissero le stolte alle prudenti: Dateci un po' del vostro olio, poiché le nostre lampade stanno per spegnersi. Risposero le prudenti dicendo: Non basterebbe né a noi, né a voi: andate piuttosto dai rivenditori e compratevene. Mentre esse andavano, giunse lo Sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui alla festa nuziale, e la porta fu chiusa. All'ultimo momento, giunsero anche le altre vergini, dicendo: Signore, Signore, aprici. Ma egli rispose: In verità vi dico, non vi conosco. Vigilate, dunque, poiché non sapete né il giorno né l'ora.

Omelia di San Gregorio, Papa.
Omelia 12 sui Vangeli.
Spesso vi raccomando, fratelli carissimi, di fuggire le opere cattive e di evitare la corruzione di questo mondo, ma quest'oggi la lettura del santo Vangelo mi costringe a dirvi di stare molto attenti a non perdere il merito delle vostre buone opere, di non cercare, nel bene che fate, il favore o la stima degli uomini, di impedire che si insinui in voi il desiderio della lode e di agire in modo che, quanto appare di fuori, non sia dentro vuoto di ricompensa. Il Redentore infatti ci parla di dieci vergini, e le dice tutte vergini; eppure non tutte hanno meritato di essere ammesse al soggiorno della beatitudine, perché alcune di esse, mentre cercavano una gloria esteriore della loro verginità, non si curarono di mettere dell'olio nelle loro lampade.
Ma prima dobbiamo chiederci che cosa sia il regno dei cieli, o perché lo si paragoni a dieci vergini, ed anche quali vengano dette vergini prudenti e quali vergini stolte. Mentre infatti è certo che nessun reprobo entrerà nel regno dei cieli, perché questo viene paragonato anche a delle vergini stolte? Dobbiamo sapere che spesso nel linguaggio sacro la Chiesa del tempo presente viene chiamata regno dei cieli. Onde altrove il Signore dice: Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, e toglieranno dal suo regno tutti gli scandali. Certamente in quel regno di beatitudine, dove c'è la suprema pace, non si potranno trovare scandali da togliere.
Ciascuno vive in un corpo che ha cinque sensi; il numero cinque poi, raddoppiato, dà dieci. E, poiché la moltitudine dei fedeli comprende ambedue i sessi, la santa Chiesa si dice simile a dieci vergini. E poiché in essa i cattivi si trovano mescolati coi buoni e i reprobi con gli eletti, giustamente viene paragonata a delle vergini prudenti ed anche a delle vergini stolte. Infatti ci sono molti che vivono nella continenza, che si guardano dagli appetiti esteriori, e dalla speranza sono portati ai beni interiori, che mortificano la propria carne, e anelano alla patria celeste con tutta la forza del loro desiderio, agognano i premi eterni, e non vogliono ricevere lodi umane per le loro fatiche. Questi certamente non ripongono la loro gloria nelle parole degli uomini, ma la nascondono nella loro coscienza. E ci sono poi molti che affliggono il loro corpo con l'astinenza, ma per questa stessa loro astinenza cercano gli applausi degli uomini.

OFFERTORIUM
Ps 44:10. Fíliae regum in honóre tuo, ástitit regína a dextris tuis in vestítu deauráto, circúmdata varietate.

Ps 44:10. Ti rendono onore figlie di re: alla tua destra sta la Regina con un abito d'oro e ammantata di vari ornamenti.

SECRETA
Accépta tibi sit, Dómine, sacrátae plebis oblátio pro tuorum honore Sanctórum: quorum se meritis de tribulatione percepísse cognóscit auxílium. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Accetta, o Signore, l'offerta presentata in onore dei tuoi santi dal popolo che ti è consacrato: esso sa che per i loro meriti ha ottenuto il soccorso nella prova. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria.

PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a Te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni Ti adorano, le Potenze Ti venerano con tremore. A Te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

In Quaresima si dice:

PRAEFATIO DE QUADRAGESIMA
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Qui corporáli jejúnio vitia cómprimis, mentem élevas, virtútem largíris et praemia: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti júbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che col digiuno corporale raffreni i vizi, sollevi la mente, largisci virtù e premi: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNIO
Matt 25:4; 25:6. Quinque prudéntes vírgines accepérunt óleum in vasis suis cum lampádibus: média autem nocte clamor factus est: Ecce, sponsus venit: exíte óbviam Christo Dómino.

Matt 25:4; 25:6. Le cinque vergini prudenti portarono anche l'olio nei vasetti, insieme con le loro lucerne. Ma a mezzanotte si levò un clamore: Ecco viene lo sposo! Uscite incontro al Cristo Signore!

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Satiásti, Dómine, famíliam tuam munéribus sacris: ejus, quaesumus, semper interventióne nos réfove, cujus solémnia celebrámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Hai saziato, o Signore, la tua famiglia con sacri doni: ti preghiamo di rinforzarci sempre per l'intervento di colei di cui celebriamo la solennità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

In Quaresima si fa la commemorazione della Feria; della quale in fine si legge il Vangelo.